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224
Computer People
Annuario del
Software Didattico
Psion Series 5
8
Indice degli Inserzionisti
68
Editoriale di Paolo Nuti
74
Posta a cura di Rino Nicotra
76
Computer People
80
Annuario del Software Didattico
90
News a cura Rino Nicotra e Fabio Della Vecchia
154
158
160
Anteprima
Arrivano gli HPC di Andrea de Prisco, Corrado Giustozzi e Leo Sorge
PC Frael Leonhard 233 K Multimedia di Fabrizio Dell'Orso
Monolith GeoVision di Fabrizio Dell'Orso
162
Altri Tempi
Anno nuovo vita... di Raffaello De Masi
176
Archeologia Informatica
La Divisione Elettronica Olivetti - Seconda parte di Gaetano Di Stasio
176
Informatica & Società
On-line le nuove leggi il Palazzo scopre Internet di Manlio Cammarata
192
Arte informatica
1 grafici del TG1 Rai di Ida Gerosa
197
200
Informatica & Architettura
a cura di Paolo Martegam e Riccardo Montenegro
Alle origini della "domotica" di Maria Grazia Rossetti
Arch on line: i periodici di architettura e design in Rete
di Riccardo Montenegro
204
Playworld di Francesco Carlà
212
Intelligiochi
Internet sconfigge il Des di Corrado Giustozzi
216
Avvisi ai naviganti
Il tour delle piramidi di Bruno Rosati
218
220
Tecnica
Cyrix 6x86 MX PR 166 e PR 200 di Luca Angelelli
Facal Proxima Multiprocessor di Luca Angelelli
224
232
236
240
244
248
254
258
Prove
Psion Series 5 di Andrea de Prisco
Compaq Deskpro 6000 di Corrado Giustozzi
Hyundai HN 5000 Pentium 166 MMX di Valter Di Dio
TVC Italia Wings di Andrea de Prisco
PC Win Anyware di Enrico Maria Ferrari
Athena Mario Mega P 233 MHz di Bruno Rosati
Fast Multimedia AG DV Master: il formato DV su PC di Massimo Novelli
Microsoft Visual Basic 5.0 Enterprise Edition Essential 97 di Francesco
Petroni
266
OverView
Incomedia della Inco Now per Windows di Francesco Petroni
6
MCmicrocomputer n. 177- (numerazione editoriale)
268
Corel WordPerfect Suite 8 e Suite 8 Professional di Francesco Petrom
272
Digital Imaging
Fujix DS-300 di Andrea de Prisco
280
ABC
Il server di Accesso Remoto (seconda parte) di Rino Nicotra
248
Prodotti multimediali
Il vecchio e il nuovo di Dino Joris
292
Computer & Video
Una favola per la rete di Bruno Rosati
300
Realtà Virtuale
La prima oasi del WWF nel cyberspazio di Gaetano Di Stasio
310
Telematica
Non spingete, c'è posto per tutti di Sergio Pillon
316
HTML
La storia dell'HTML di Giuliano Boschi
322
Mathematica
Virgo 1 - Le sorgenti a cura di Francesco Romani
326
Desktop Publishing
1 magnifici 7 di Mauro Gandini
332
Grafica
AutoCAD 14 - Esperimenti di programmazione con VBA
di Francesco Petroni e Aldo Azzari
338
Windows
Microsoft Visual Basic 5.0 - Costruzione ActiveX - Primi esercizi
di Francesco Petroni
346
Workgroup
Un prodotto interessante per gli utenti che lavorano in gruppo: business
Objects di C. Petroni e L. Sandulli
351
Client Computing
Senza voce no di Leo Sorge
354
Microcampus
Una stazione spaziale per la conquista di Marte
di Gaetano Di Stasio
362
366
OS/2
OS/2 Warp in un mondo che cambia di Giuseppe Casarano
Offline Surfing a cura del Team OS/2 Italia
370
378
Macintosh
Specular Infim-D 4.0 di Raffaello De Masi
PD Software - Fonti, fontane, fontanelle, fontanili di Valter Di Dio
382 Micromarket - micromeeting - microtrade
386 Moduli per abbonamenti, arretrati, annunci
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ottobre 1997
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Indice Inserzionisti
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JEN ELETTRONICA SRL Via Avogadro 10
62010 MONTELUPONE MC
23-25
JEPSSEN ITALIA SRL Via Raddusa sn • 94011 AGIRA EN
133-135
KERNEL SPA Via A. Cavaglieli 26 - 00133 ROMA
lnserlo-9
LOGIC SRL S S. dei Giovi 34 - 20030 BOVISIO MASCIAGO MI
10-11-14
15-16-17
83
LOGITECH ITALIA SRL Centro Direzionale Colleonl
Palazzo Andromeda 3 - 20041 AGRATE BRIAN2A MI
IICop.-3
MATROX GRAPHICS INC.
22-42
MAVIAN LABS SRL Via Modena 50 - 00184 ROMA
79
MEDIA DIRECT SRL Viale Asiago 83/A
36061 BASSANO DEL GRAPPA VI
126
MICROLINK SRL Via Sestese 61-50141 FIRENZE
111
MICROTEK EUROPE Max Euwelaan 68
03062 MA • ROTTERDAM NL
4-5
MICROTEK ITALIA SRL Via Portano 7 - 00141 ROMA
58
MONDO TV SRL Via G.Galtl 8/A 00162 ROMA
136-137-139 MONOLITH ITALIA SNC Viale Romagna 10 - 20133 MILANO MI
113
NEC ITALIA SRL Via Leonardo da Vinci 97
20090 TREZZANO S NAVIGLIO MI
142
PARTNER DATA SRL Via P Marocco 11 - 20127 MILANO
134
PC WARE SRL Via Carlo Pirzio Blroll 60 - 00043 CIAMPINO RM
99-117
PHILIPS SPA P.zza IV Novembre 3 - 20124 MILANO
109
QUOTHA 32 Via Portogallo 2 47037 RIMINI
123
SBF ELETTRONICA SRL Via Cumana 19/A 80126 NAPOLI
24
SECURTECH SRL Via Tonni 64 00040 PAVONA RM
253
SIDIN Soc. Ital. di Infor. SRL Via Papacmo 23 10121 TORINO
93
SOFTWING SRL Via Montepulciano 15 ■ 20124 MILANO
127-129
SYMBOLIC SRL Via N Sauro 9 43100 PARMA
62-63
SYNTECH SRL Viale Treviso 13/C • 33170 PORDENONE
202-203
SYSTEMS COMUNICAZIONI SRL Via Olanda 6
20083 GAGGIANO MI
12-13
T.V.C. ITALIA SRL Strada Del Mobile 16'C
33080 VISINALE DI PASIANO PN
187
TALLY SRL Via Borsini 6 20094 CORSICO MI
143
TELE-INFO ITALIA 97 SRL Via Benedetto Croce 34 - 00142 ROMA
125
TELECOM ITALIA SPA Via Flaminia 189 ■ 00196 ROMA
66-67
TOSHIBA EUROPE GMBH Via Hammleltìdamm 8 - 41460 NEUSS
382
TRE-PI PUBBLICITÀ' SRL Via di Porla Maggiore 95 - 00185 ROMA
26
UNIWARE SISTEMI SRL Via Matera 3 -00182 ROMA
20-21-28
VIDEO COMPUTER SPA Via Antonelll 36 -10093 COLLEGNO TO
29-31-33
35-37
45-47
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AASHIMA ITALIA SRL Via dei Pignaltan 174
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ACCA Software SRL Via Michelangelo Ciancrulll 41
83048 MONTELLA AV
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ACER ITALY SRL Via Cassanese 210 - 20090 SEGRATE MI
64-65
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ARTEC SRL Via degli Aldobrandeschi 47 - 00163 ROMA
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CANON ITALIA SPA Palazzo L - Strada 6
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QDI SPEEDEASY VXSI2 165
QDITITANIUM TX 512 195
ASUSTEK VX 97 512 180
ASUSTEK TX-E 97 290
ASUSTEK TX-XE 97 ATX 310
ASUSTEK KN97 +«lidio(PII) 495
ASUSTEK P-PRO 512 415
ASUSTEK P-PRO 512 ATX 430
INTEL TUCSON 11X512 275
INTEL VENUS P-PRO 512 355
INTELANCIIORAGE TXSI2 ATX 300
INTEL PORTLAND (PII) 450
INTEL PROVIDENCE 925
SCHEDE VIDEO
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MILLENIUM II 8MB 550
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MILLENIUM 2MB 225
♦2MB «MILLENIUM 125
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♦6MB «MILLENIUM 300
MEDIA XL+MPEG 475
MYSTIQUE 2 MB RETAII. 165
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+6MB* MYSTIQUE 200
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RAINBOW RUNNERkMILLENIUMI 1375
S3 TRI064 V2/DX PCI 2MB 60
S3 VIRGE 2D/3D 2MB EXP 70
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17" DIGITALE 1024x768 028 725
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2.1 QUANTUM STRATOS 335
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3.2 SEAGATE l'LTRA-ATA 385
3.2 QUANTUM STRATOS 395
3.6 IBM 360
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ogni scheda contiene dieci domande le
quali, a loro volta, sono composte da tre
allermazioni che possono essere vere o
false Lire 49.000
INSCADENZA PER WINDOWS
Permette di amministrare e controllare
tutte le scadenze lamiliari o di piccole
aziende (pagamenti ai tornitori, scadenze
fiscali, crediti, ecc), visualizzando tutti i
dati tramite grafici o direttamente da
stampante. Lire 49.000
OROSCOMPUTER III
PER WINDOWS
Il programma gestisce tutte le (unzioni
necessarie ad elfettuare il calcolo e la
creazione del proprio tema natale; è in
grado di prevedere l'influenza degli astri
sul destino delle persone. Lire 59.000
PROTEGGI I TUOI DATI
Consente di controllare l'accesso e la
visibilità delle informazioni contenute nel
computer, creando delle cartelle "sicure"
nelle quali inserire tutte quelle informa¬
zioni riservate che si vogliono lontane da
occhi indiscreti. Lire 79.000
TRADUCI FACILE
È un vocabolario computerizzato, grazie
al quale è possibile effettuare traduzioni
in quattro lingue differenti: inglese, france¬
se, tedesco e spagnolo, sfruttando un po¬
tente motore di ricerca in grado di trovare
i vocaboli in tempi brevi Lire 59.000
VDS PRO PER WINDOWS 95
Ideale per difendere.il proprio sistema
dall'attacco da virus. È strutturato in ma¬
niera tale da riconoscere virus conosciuti
e sconosciuti e dispone di un modulo
residente in memoria per II controllo
continuo del computer Lire 99.000
VISITARE MILANO
Un grande e affascinante viaggio multime¬
diale! Con l’aiuto della piantina, sceglien¬
do uno degli itinerari proposti o tramite
una ricerca per argomenti, si potranno
ammirare gli angoli più interessanti del
capoluogo lombardo Lire 59.000
WINDIETA IV
Il miglior programma di dietoterapia per
la famiglia esistente sul mercato. Con¬
sente di elaborare diete, permettendo di
effettuare il controllo del peso ed una pia¬
nificazione della dieia con una semplicità
ed una versatilità mai viste! Lire 59.000
300 CONTRATTI E LETTERE
COMMERCIALI IN WINDOWS
Una raccolta di modelli di lettere commer¬
ciali, contratti e documentazioni: sono utili
esempi per la persona inesperta nella re¬
dazione di testi, e per chi desideri torme
alternative di esprimersi. Lire 49.000
CONTATTA I TUOI CLIENTI!
Ideale per la gestione del contatti e delle
trattative per la vendita. Le comode barre
di comandi offrono la possibilità di acce¬
dere a tutte le funzioni del programma in
maniera chiara e senza possibilità di
errore Lire 99.000
FALCO II PER WINDOWS 95
Contabilità Ordinaria
Si rivolge a tutte le piccole o medie azien¬
de che hanno bisogno di un programma
che gestisca in modo semplice ed
efficiente la contabilità ordinaria in partita
doppia Lire 199.000
AQUILA
7 i
«V*
AQUILA III PER WINDOWS 95
È il programma più completo per la ge¬
stione della propria azienda. Multiazien-
dale e multimagazzino, gestisce archivi
separati con possibilità di trasferire dati
da un'azienda all'altra, elaborando analisi
contabili e statistiche. Lire 499.000
CONTINBANCA III PER WINDOWS
Ideale per chi vuole tenere sotto controllo
il proprio conto corrente con estrema
precisione anche a livello professionale.
È in grado di gestire più conti correnti con
la possibilità di effettuare il riepilogo di
una situazione globale Lire 69.000
FOGLIO TOTALE II PER WINDOWS
È un foglio elettronico dotato di molteplici
funzionalità che consentono di realizzare
lavori, anche complessi. Supporta diversi
tipi di database esterni per consentire un
facile accesso ai dati per l'analisi, la mani¬
polazione e l'archiviazione Lire 59.000
BASTA CARTAI
Eliminate il mare di carta che vi sommer¬
ge quotidianamente con questo program¬
ma che vi permette di gestire in maniera
coerente ed ordinata qualsiasi tipo di
documento, organizzando lettere, disegni,
fogli elettronici, audio, ecc. Lire 79.000
EXTRAWORD II PER WINDOWS
Potente e completo elaboratore di tesfi in
grado di gestire più documenti contempo¬
raneamente, ognuno associato ad una
propria finestra, con la possibilità di inse¬
rimento di immagini. È presente un corret¬
tore ortografico in italiano. Lire 59.000
OPERAZIONE ETICHETTE II
PER WINDOWS
Il programma si propone come soluzione
tinaie per chiunque abbia bisogno di rea¬
lizzare delle etichette per la propria atti¬
vila, mettendo a disposizione dell'utente
specifiche funzionalità Lire 69.000
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OPERAZIONE MODULO II
PER WINDOWS
Realizzato per risolvere I problemi Inerenti
alla creazione, compilazione e stampa di
svariati tipi di moduli. SI compone di due
programmi tramite i quali è possibile
l'impostazione del modulo Lire 69.000
PROGETTO AGENTE DI
COMMERCIO II PER WINDOWS
La migliore soluzione per gestire gli altari
di uno o più agenti. Vengono contemplate:
interscambiabilità dei dati tra gli archivi,
statistiche, stampe personalizzabili,
inserimento ordini, ecc Lire 129.000
A genzia
un *
PROGETTO AGENZIA
IMMOBILIARE II PER WINDOWS
Permette la gestione integrata dei dati
riguardanti immobili (comprese le
immagini), attività commerciali, terreni,
capannoni, clienti, richieste, proposte,
appuntamenti e pubblicità Lire 149.000
PROGETTO AGENZIA VIAGGI II
PER WINDOWS
Completa gestione dei clienti, dei viaggi
di gruppo e organizzati, della biglietteria
con acquisto, vendita e prenotazione dei
biglietti, personalizzazione dei voucher
tramite apposito modulo. Lire 149.000
PROGETTO ALBERGO II
PER WINDOWS
Permette la gestione completa di un al¬
bergo di piccole-medie dimensioni; gesti¬
sce: camere (definite per tipologia), prez¬
zo, posti letto, piano, accomodamenti,
prenotazioni, check-in. ecc. Lire 149.000
PROGETTO AUTOFFICINA II
PER WINDOWS
È possibile archiviare, visualizzare e mo¬
dificare clienti e fornitori, predisporre e
archiviare preventivi, gestire il magazzino
con relativi listini, emettere Iatture e/o rice¬
vuta fiscale, stampare, ecc. Lire 149.000
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PROGETTO CARROZZERIA
PER WINDOWS
Olire le seguenti procedure: gestione
anagrafica clienti e tornitori, gestione listini
prezzi, realizzazione preventivi, gestione
magazzino, (attrazione, scadenziario e
realizzazione preventivi Lire 129.000
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PROGETTO CLUB E ASSOCIAZIONI
PER WINDOWS
Il programma organizza più di un circolo,
con inserimento dei dati anagrafici e di un
eventuale logo grafico da utilizzare anche
nelle intestazioni di tutti i documenti con
stampa dei circoli presenti. Lire 129.000
PROGETTO CONDOMINIO III
PER WINOOWS
È il programma che concilia le esigenze
di tutti gli amministratori di condominio,
Gestisce: tabelle condominiali, conto
corrente, forme di pagamento, stampe,
gestione bilanci, ecc. Lire 129.000
Dentìstall
PROGETTO DENTISTA II
PER WINDOWS
È il programma professionale per la
completa gestione di uno studio dentisti¬
co. supportato da un'ampia gamma di
strumenti e lunziom disponibili che risol¬
vono tutti i problemi. Lire 149.000
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PROGETTO EDICOLA
PER WINDOWS
Gestisce clienti, fornitori, prenotazioni,
resi, richieste di arretrati, conti correnti:
permette di inserire gli articoli venduti
associandoli a 4 listini, di emettere Iatture,
fare statistiche, stampare Lire 149.000
(OTOCRAFI
PROGETTO FOTOGRAFO
PER WINOOWS
Grazie alle sue funzioni e possibile gestire
clienti, fornitori, l'archivio articoli e il
magazzino, emettere preventivi e fatture,
archiviare materiale fotografico creando
cataloghi d'immagini. Lire 149.000
PROGETTO IMPRESA III
PER WINDOWS
È costituito da un insieme integrato di fun¬
zioni che permettono di organizzare gli
ordini ai clienti e fornitori ed i relativi sca¬
denziari, di controllare le fasi di vendita,
emettere fatture, ecc. Lire 249.000
PROGETTO MEDICO GENERICO II
PER WINDOWS
Il miglior programma per la gestione di un
ambulatorio di Medicina generale È com¬
prensivo di tutte le procedure cliniche,
diagnostiche, ecc.. che sono espletate dal
medico di famiglia Lire 149.000
PROGETTO NEGOZIO AL
DETTAGLIO II PER WINDOWS
Gestisce l'anagrafica clienti e fornitori,
modalità di pagamento, il magazzino
(associando ad ogni merce la tipologia e
l'ubicazione), svariati listini prezzi, emis¬
sione fatture, ecc Lire 129.000
PROGETTO NEGOZIO
D ABBIGLIAMENTO PER WINOOWS
Ideale per tutti i gestori di negozi d'abbi-
gliamento. Il programma e basato su una
struttura multidocumento che permette di
mostrare a video più tabelle contempo¬
raneamente Lire 129.000
PROGETTO TELEMARKETING
PER WINDOWS
L'assistente ideale per organizzare cam¬
pagne di telemarketing o di vendita tele¬
fonica: In base alle vostre esigenze, orga¬
nizzate dei progetti e il programma gene¬
rerà la lista delle chiamate Lire 129.000
PROGETTO OTTICO III
PER WINDOWS
Gestisce anagrafiche clienti e fornitori,
schede per lenti a contatto e occhiali,
magazzino e vendita diretta, pagamenti e
documenti in scadenza, dati relativi alle
montature, stampe, ecc Lire 149.000
SOLUZIONE FATTURA III
PER WINDOWS
Permette di redigere, archiviare e stam¬
pare. qualsiasi tipo di fattura (differita,
accompagnatoria, riepilogativa, note di
accredito), sia di articoli che di prestazioni
di servizio Lire 99.000
B BYKO - NUMERI DA 9 A 12 ANNI
È la nuovissima collana Educational
studiata, progettata e creata per ac¬
compagnare. sollecitare e potenziare il
normale apprendimento di bambini da 6
anni in poi. in maniera divertente e
coinvolgente. Lire 69.000
DATTILO TEST PER WINDOWS
Progettato per insegnare ad usare al
massimo delle propne capacità una mo¬
derna tastiera di computer. 9 lezioni spe¬
cifiche, 350 esercitazioni, test di velocità,
i pratici, statistiche dettagliate, testi
i e prove di velocità Lire 49.000
PROGETTO RISTORANTE
PER WINDOWS
È un software razionale e flessibile, di
tacile ed immediato utilizzo, creato apposi¬
tamente per gestire ristoranti, tavole cal¬
de. mense ed altri tipi di esercizi di risto¬
razione Lire 129.000
SOLUZIONE MAGAZZINO III
PER WINDOWS
Organizza qualsiasi tipo di magazzino sia
commerciale che industriale, definendo e
gestendo: distinta base, carico e scarico,
depositi, movimentazione Interna,
documenti e listini prezzi. Lire 99.000
ESPLORANDO L'ASTRONOMIA
Organizzato in capitoli che trattano I
principali temi affrontati nello studio della
disciplina nella Scuola secondaria di
secondo grado: gli strumenti astronomici,
la Terra, il sistema Terra-Luna, il sistema
solare, le stelle, l'universo. Lire 69.000
ESPLORANDO L ELETTRONICA
ANALOGICA
Ha lo scopo di fornire le nozioni fonda¬
mentali dell'elettrotecnica e dell'elettronica
analogica di base. Gli argomenti sono
corredati di esempi con alcune simu¬
lazioni dinamiche Lire 69.000
ESPLORANDO L ELETTRONICA
DIGITALE
Fornisce le nozioni fondamentali dell'elet¬
tronica digitale partendo dalla logica
binaria per arrivare ai microprocessori,
passando attraverso le refi combinatone
e sequenziali Lire 69.000
ESPLORANDO LA BIOLOGIA
Suddiviso in diversi capitoli che trattano:
introduzione alla biologia, la teoria cel¬
lulare. l'energia e la cellula, la trasmis¬
sione della vita, l'evoluzione, la clas¬
sificazione dei viventi, gli organismi e
l’ambiente Lire 69.000
ESPLORANDO LA CHIMICA
Il programma è suddiviso in capitoli che
trattano i principali temi affrontati nella
scuola secondaria di secondo grado: stato
della materia, elementi, composti, strut¬
tura dell'atomo, reazioni e legami chimici,
la tavola periodica. Lire 69.000
ESPLORANDO LA FISICA
Strutturato in diversi capitoli che affron¬
tano tra l'altro: la misura delle grandezze,
le leggi fisiche, cinetica e dinamica,
fenomeni di equilibrio, energia e tra¬
sformazioni, i fenomeni elettrici, fisica
atomica Lire 69.000
ESPLORANDO LA GEOMETRIA
Per le Scuole Medie Inferiori
Nel prodotto vengono svolti i seguenti
argomenti: linea, poligoni, triangoli,
quadrilateri, cerchio, le isometrie (la
traslazione, la simmetria assiale e
centrale, la rotazione) Lire 69.000
ESPLORANDO LA MATEMATICA
Per le Scuole Medie Inferiori
Vengono trattati: I numeri nella vita
quotidiana, la storia del numero, le
operazioni con i numeri, divison e multipli,
la frazione, le antiche macchine per
calcolare, ecc Lire 69.000
ESPLORANDO LE SCIENZE
DELLA TERRA
Suddiviso in diversi capitoli che trattano:
geografia generale, la Terra nello spazio,
il pianeta Terra, geologia, la storia della
Terra (fossili, ere. la comparsa della vita,
ecc). idrosfera e atmosfera Lire 69.000
K» L |MWfSJiirl MULTIMEDIALE PER INSEGNARE
Creato per preparare lezioni multimediali,
f®—. *■ I con possibilità di inserire quiz a risposta
6 . * -£» « I Singola o multipla all'interno degli stessi
È composto da due moduli: un "autore"
IBL.jn per preparare le lezioni e un "lettore" per
proporre le lezioni stesse Lire 99.000
CATALOGA LE TUE IMMAGINI
È il programma ideale per chiunque desi¬
deri archiviare o catalogare le propne im¬
magini, anche in raccolte suddivise in
album (fino ad un numero infinito di livelli),
siano esse foto digitalizzate o la collezio¬
ne delle proprie Clip Art. Lire 49.000
COMPUTER CREATIVO II
PER WINDOWS
Realizzare volantini pubblicitan. brochu-
res. biglietti da visita o la propna carta
intestata ora è più semplice grazie a que¬
sto prodotto, adatto sia ad un uso fami¬
liare che semiprofessionale Lire 49.000
ELECTRA III PER WINOOWS 95
Utilizza un ambiente di lavoro dell’ulti¬
ma generazione per la progettazione
concettuale, funzionale e di dettaglio,
nell'ambito elettronico ed elettrofecnico.
realizzato con metodologie e tecnologie
innovative Lire 99.000
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EXTRACAD III PER WINDOWS 95
E un ambiente di disegno altamente pro¬
duttivo e flessibile, che consente la realiz¬
zazione di studi e tavole per tutti i campi
della progettazione. Dotato di interfaccia
ergonomica e personalizzabile, di molte¬
plici entità geometriche, ecc. Lire 129.000
EXTRACAD III PER WINDOWS 95
Simboli per l'Arredamento d'interni
Contiene oltre 255 simboli gralici
strutturati (porte, linestre, ecc.),
architettonici (tavoli, sedie, poltrone, letti,
ecc.) e sanitari (docce, lavabi, vasche,
ecc,) Lire 39.000
EXTRACAD III PER WINDOWS 95
Simboli per l'Idraulica
Contiene olire 255 simboli: segni gralici
per sistemi oleoidraulici e pneumatici
(pompe, compressori, ecc.), segni gralici
per sistemi contenenti turbine a gas
(riduttori, innesti, ecc.) Lire 39.000
EXTRACAD III PER WINDOWS 95
Simboli Elettronici Analogici
Oltre 1100 simboli da utilizzare nel propri
progetti elettronici: resistor!, induttori,
condensatori. Bit, FIT, Maslet. diodi, led,
trasformatori, amplificatori operazionali e
lineari, ecc Lire 39.000
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EXTRACAD III PER WINDOWS 95
Simboli Elettronici Digitali
La libreria è composta di oltre 1700
simboli comprendenll componenti in logi¬
ca TTL, CMOS, stabilizzatori, DAC/ADC,
microprocessori, limitatori, amplificatori,
tlltrl attivi, timer, ecc Lire 39.000
EXTRACAD III PER WINDOWS 95
Simboli Elettrici Industriali e Civili
E una collezione di oltre 400 simboli
aggiornati secondo le ultime normative
CEE per la progettazione sia di impianti
industriali che civili: strumenti, bobine,
Induttori, motori, prese, ecc. Lire 39.000
FINSON FLOW CHART
E un programma per realizzare llow chart,
organigrammi e schemi di processo, In
modo ordinalo, preciso e di torte impatto
grafico Raccoglie anche una libreria di
oltre 40 simboli per la realizzazione degli
schemi. Lire 79.000
IMMAGINANDO L EGITTO
"Immaginando..." è una grande raccolta
lotografica che permette di visitare e
navigare tra le Immagini più belle del
nostro pianeta. Questo volume presenta
l'antica patria dei Faraoni, privilegiando
l'aspetto storico e artistico. Lire 39.000
IMMAGINANDO PARIGI
Una scelta accurata di fotografie che
presentano la celebre "ville lumière":
dall'ardita Tour Eiffel al Forum des Halles,
dal Louvre ai celebri bateaux-mouches,
dal Moulln Rouge agli Champs-Elysèes.
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PHOTO & GRAFICA PER WINDOWS 95
È il nuovo programma a 32blt per il di¬
segno e il ritocco fotografico, la manipo¬
lazione e la modilica delle immagini; un
programma estremamente potente e
totalmente nuovo che non porrà limiti alla
vostra creatività Lire 79.000
SUBITO CLIP ART VOLUME I
Creative Collectlon
I temi di questo volume sono: business,
architettura, turismo, zodiaco, calendario,
oroscopo, trecce, stagioni, mezzi di
trasporto, stemmi, musica, alfabeto e
numeri. Lire 39.000
SUBITO CLIP ART VOLUME II
Creative Collectlon
Grazie a questa raccolta d’immagini
potrete inserire nei vostri lavori stupende
Clip Art che renderanno gli elaborati di
grande effetto Questo volume presenta:
texture. bordi e sfondi Lire 39.000
PS-TOTO PER WINDOWS
E un programma per i sistemisli di Toto¬
calcio, sia esperti che dilettanti. La funzio¬
ne di controllo delle vincile consente di
conoscere, già durante lo svolgimento delle
partite, il punteggio totalizzato e la previ¬
sione dell'entità dei premi Lire 69.000
LOTTOVELOX II PER WINDOWS
E un completo e potente programma per
il gioco del Lotto. Le funzioni presenti
sono: gestione sistemi, verifica vincite,
gestione estrazioni, gestione ritardi e
presenze, statistica, previsioni, smorfia.
Lire 99.000
SUPERENALOTTO PER WINDOWS
Il programma consente di applicare
diversi sistemi di condizionamento, per¬
mettendo la slampa delle schedine e di
valutarne il costo. Indicato sia all'esperto,
sia a chi è alle prime armi con questo
gioco. Lire 99.000
SUPERTOTIP PER WINDOWS
Dispone di potenti algoritmi di condi¬
zionamento ed è in grado di fornire
l'elaborato delle operazioni sia a video
che in stampa, potendo stampare i siste¬
mi elaborati direttamente su schedina con
relativo costo Lire 99.000
ALLEY CATS
Benvenuti nel Twin Peeks Bowl-O-Rama,
dove I vestiti cadono come birilli; qui
conoscerai la bionda Candy, la furba
Rachel, l'Intrigante Elizabeth e molle altre
aliy-mate con le quali conversare, giocare
e Lire 79.000
CLUB 21
Fatti accompagnare dalla sensuale Tara
nelle stanze di un club privato di Las
Vegas per giocare a black jack contro 6
bellissime ragazze. Quando avrai spoglia¬
lo tulle le ragazze, Tara li riceverà da solo
nella sua stanza privata e.. Lire 79.000
PANDORA'S POKER PALACE
Rispettando sempre le classiche regole
del poker, potrai scegliete tra 9 diverse
variazioni e contro chi giocare, ma devi
avere abbastanza contante per affrontare
ragazze molto eccitanti. Dovrai essere
molto bravo per vincerei Lire 79.000
SUPER
" fotomox
SUPERTOTOVELOX
PER WINDOWS
Vincere al totocalcio è ora più facile. Il
programma è in grado di fornire gli
strumenti indispensabili per affrontare
qualsiasi problematica inerente alle
riduzioni. Lire 99.000
BACK WOODS BILLIARD
Entra nel Country Bob's per una partita
di biliardo diversa dal solito e mettete in
gioco la vostra abilità; quando riuscirete
a battere le vostre meravigliose anta¬
goniste, non vincerete solo una partila di
biliardo' Lire 79.000
FREE ENTERPRISE
Olire la possibilità di sfidare il mondo degli
affari ed avviare un'impresa Per poter
sfidare la concorrenza dovrai acquistare
macchinari, creare aree destinate alle
materie prime, assumere personale,
allestire uffici, ecc. Lire 89.000
SURFACE TENSION
Il PMA, un micidiale virus, sta iniettando
la popolazione della Terrai La tua missio¬
ne consiste nel recuperare l’unico rimedio
conosciuto il cui giacimento è però in
mano ad una potente corporazione che
non ne consente l'utilizzo. Lire 79.000
WINGOL
WinGol è il programma dell'ultima genera¬
zione per il Totogol, ricco di tante e tali
solisticate caratteristiche, che si pone
sicuramente all'avanguardia nell'Intero
panorama sistemistico italiano Lire
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BATTLECRUISER 3000 AD
Con i 75 membri che compongono
l'equipaggio, dovrai dimostrare doti di
arguzia e di comando per negoziare,
commerciare e. se necessario, combat¬
tere le popolazioni aliene che Incontrerai
sul tuo cammino Lire 99.000
NETtZONE
Dovrete proiettarvi in un nuovo universo,
la "realtà virtuale", dove nuovi e affasci¬
nanti orizzonti si apriranno al vostri occhi.
La sfida per sconfiggere Cy-11, il
supercomputer. sarà senza quartiere ed
estremamente pericolosa. Lire 99.000
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VI troverete al comando di una base
spaziale posta su un pianeta da
colonizzare. Il vostro compito sara quello
di disporre le potenti risorse belliche
messe a disposizione, combinando tattica
e strategia. Lire 89.000
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Concepito come una vera e propria
enciclopedia multimediale e corredato di
immagini e filmati accuratamente selezio¬
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I l Funkhaustellung non è propriamente una mostra di informatica, ma la più importante rasse¬
gna europea di elettronica di consumo Ogni due anni, nei nove giorni a cavallo tra la fine di
agosto e l'inizio di settembre, la gigantesca area della fiera di Berlino viene invasa da un milione di
visitatori, alla ricerca delle ultime novità
Senonche. già da diversi anni, ad altoparlanti, amplificatori, televison, videoproietton, ricevitori per
satellite, telecamere, etc si sono affiancati telefoni, telefonine centralini, fax, fotocopiatrici, schede
ISDN, computer portatili e da tavolo, schede elaborazioni audio e video, modem, Internet provider,
etc etc In una parola, l'informatica per la casa e la microazienda
Sostanzialmente tutti maggiori produttori europei di televisori iGrundig. Philips, Lowe, Thomson)
hanno presentato il loro scatolmo web-tv, sostanzialmente un piccolo PC dedicato alla navigazione
html, utilizzabile con un telecomando o una vera e propria tastiera, completo di modem e funzioni di
posta elettronica testuale o vocale Tutti hanno vantato la compatibilità con l'HTML 3.2. nessuno di
quelli che ho avuto l’opportunità di provare ha interpretato correttamente le pagine con frame. La di¬
stribuzione sul mercato tedesco (già tre milioni di utenti internet privati o small office) e prevista per
il primo trimestre del 1998 Se funzionasse bene potrebbe essere l'idea risolutiva, anche in vista di
una integrazione nel televisore quelli del 1999 potrebbero avere due slot nel quale infilare la scheda
WEB TV e quella per il ricevitore satellitare digitale Facendo le somme. Internet via satellite, natu¬
ralmente per il casting-push
Ma non è di telematica, pei una volta, che voglio parlarvi, ma del chiaro inequivocabile segnale che
dalla piu importante rassegna di elettronica di consumo è arrivato al mondo del computer
Un angolo, piuttosto grande, per la verità del megagalattico stand Philips era infatti dedicato ad una
serie di casse USB. Non vi nascondo che, dato il contesto, di primo acchito ho pensato ad un miste¬
rioso Ultra Sub Bass o qualche diavoleria per l'Home Theater e sono rimasto di stucco scoprendo
che si trattava invece di proprio di una serie di sistemi di altoparlanti per l'Umversal Serial Bus già
presente sulle piastre ATX e sul quale Intel, insieme ad un numero sempre crescente di costruttori,
sta lavorando da quasi due anni Ebbene la prima novità è questa Philips, uno dei maggiori produt¬
tori di elettronica di consumo, ha già pronte diverse serie di casse USB, complete di convertitore
D/A e amplificatore Saranno in commercio a febbraio, o comunque in concomitanza col lancio di
Windows 98
Facciamo mente locale l'USB e un bus a 12 Mbps il cui livello fisico è costituito da un cavo a due
coppie, una per l'alimentazione ed una per il segnale seriale destinate al collegamento di periferiche
ad un computer L'elenco delle periferiche comprende tastiera, mouse, stampante, modem, mi¬
crofono. altoparlanti, telefono, scanner, telecamera, etc., insornma tutto quello che si attacca ad un
computer Cioè sparisce la solita selva di cavi e connettori e tutto si attacca a stella o catena sugli
hub la bassissimo costol incorporati nelle diverse periferiche II tutto con il computer acceso e sen¬
za porsi problemi il sistema operativo si accorge da solo di ciò che e stato attaccato o staccato
Connettere una periferica diventa semplice come infilare nella presa la spina di una lampada
La novità più importante, per il mondo del computer, peraltro, e forse nascosta in oggetti del mondo
dell'elettronica di consumo, come telecamere e registratori DV (Digital Video), videoregistratori
DVHS. ricevitori satellitari DVB. tutti rigorosamente dotati di interfaccia IEEE 1394A, al pari di qual¬
che macchina fotografica digitale, l'altro elemento dominante del Funkhaustellung
Cos'è il 1394A? Un bus seriale a 100-400 Mbps nato per l'interfacciamento (dati e comandi) dei pro¬
dotti Digital Video Come è ovvio, sono pronte le prime interfacce IEEE 1394 per computer ed i pri
mi software di elaborazione video, ma la corretta interpretazione della portata di questo standard si
ha solo se si tiene presente che è prevista per il 1999 l'introduzione della versione su fibra ottica
della versione 1394B, un bus con velocità superiore a un Gbps la cui applicazione principale è l'"Ho-
me Backbone"
Rivediamo il quadro: USB a bassa velocita (fino a 100 kbps) per tastiere e mouse, USB a media ve¬
locità per le altre periferiche, compreso l’audio digitale CD e MPEG a fino a 1,4 Mbps, IEEE 1394A
(da 100 a 400 Mbps) per il Digital Video, IEEE I394B (oltre 1 Gbps) per l'Home Backbone ottico
Il tutto, a parte il 1394B. già sugli scaffali dei negozi Una grande e risolutiva spartizione di ruoli l'in¬
dustria dell'elettronica di consumo si specializza in periferiche già pronte per l'mterconnesione al
computer con uno dei due bus. il primo di derivazione informatica. Il secondo di derivazione CE (con¬
sumer elettromcs) e finalmente ognuno può andare avanti per la sua strada a produrre quel che sa
fare meglio, casse che suonano senza problemi della cattiva qualità delle schede interne, video che
si interfacciano senza ulteriori conversioni, hardware e software che non si devono preoccupare di
sviluppare interfacce proprietarie per questa o quella applicazione
Il tutto pronto ad entrare in quei grandi negozi di elettronica di consumo nel quale il pubblico vuole
trovare delle spine che si attaccano e staccano con quella facilità che solo una grande complessità
nascosta può consentire Questo, a mio avviso, è stato il vero grande messaggio di Berlino l'indu¬
stria si è divisa i compiti ed è finalmente pronta a produrre quello che il consumatore si attende di
trovare nel negozio del duemila.
Paolo Nuli
Ottobre
ANNO XVII • 1997 • L. 9.000
JZ7
Direttore l’.r"., Nui Condirettore: Ma' M , Hi
cerca e sviluppo t- '• . ., i , ,i, i Collabora¬
tori; Colmilo Giusto/; Rino Nicotrn I ,ua Angolani. Alilo
Azzini. Giuliano Boschi, Manlio Camminata Francesco
Calla, Giuseppa Casarano, Francesco Fulvio (Installarla,
Faljio bolla Vaccina. Falli ino Dell'Oiso, Radunilo De Mesi,
Voltai Di Dio Godano Di Stooio, Lucia Fabi. Enrico M
Foiron, Maino GanOiin, l<lo Garosa, Dino Jons. Barilaia
leporini. Massimiliano Mulini l'aolo Mai lugani Riccnrpn
Monionogio Massimo Novolll, Claudio Fononi. Fiancosco
Polloni Snryio pii un Fiancaseli Romani. Bruno Rosali
.Viiii,., l'un, Li. i .unin |, Segreteria di
redazione: M.issnrn, Alba"' i . Fi.. I Pigi. Alt", . , Ir..
' ni - , iNo-iiiii 1 , i Progetto grafico
' mi,. Grafica e inipaginezione. Arinomi VrllaMl-
Grafica copertina 1 < 1 Fotografia 1 in
Amministrazione M i ' i|"„ R.,m.i-|l,, I"" oli i
Anna Rita Franili Abbonamenti ed arretrati .. inietto
1081 41892*177 - Fox 1061 4t892S0a Stelano Catucci,
Anton*-11,i iii'iate. Mattaci Piemontesi' Direttore Hespon-
sabile: M i ' Marmi MCmicrocompuler i
pubblicazione Tochmmedio Via Callo Poriloi 9, 00157
Ruma Tel 06/418921 24 linee (rie automatica) FAX (061
' <2lb:.i MC0I00 . MCIInk •- . • !■ l"i,i, -n
MCmiorocomputei Registrazione del Tribunato di Roma n.
219/81 del 3 giuorio 1981 Copyright techmmedio 5 r I
Tulli i dindi riservali Manoscritti o loto originali, anche no
non pubblicati, non ai restituiscono ed e vietala In
"PtoduT" e seti. IMI - II' di t'.'Mi 11 Iiitniii.i'ii MC-tink:
Informazioni e nuovi abbonamenti (061 41892434 ivocel
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Extiasoltoie Elsa Resultiti Via Cenno di Cavento n 12
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Segreteria materiali, M i i .. 1 nnetln Rita r ma".
Loredana Palomba. Roberta Ro'i Abbo namento a V
numeri: tal o 72 000, Europa e Pni."n del Bacimi
Mediterraneo (via aeteal L 170 000 Americhe. Asta e Alnca
L 235 000 (via aereal. Oceania L 290.000 Ivia aerenl C/c
postalo ir 14414007 intestato a Technimedas.i I Via Carlo
' ■ ' ' noi;.,' Ron Composizione e fotolito
■ i i Via Tiburtma 198 Ouiab Roma Stampa: Grafiche
P F G . Via Cancellena 62 00040 Anco» iRomal Zona
Industriale Nettunense Allestimento; latergrohra Via
Einstein 12/14, 000(6 Monteiotorido Scalo IRMI
Distribuzione per l'Italia: ■ ' o Pani,',-' a i
Via Bettola 1B. 20092 CINI5ELLO BALSAMO IMII telefono
02/660301 . telala. 02/66030320
Associato USPI
68
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
IL NUMERO 10
E' PERI
la catena italiana
dell’ informatica
COMPUTER
DISCOUNT
NON FA
ECCEZIONE
Dopo tanti campioni del calcio,
ecco un altro "numero uno"
cui spetta, di diritto, il numero 10.
Nel 1997, infatti. Computer Discount
ha festeggiato i suoi primi
dieci anni di attività.
Dieci anni che hanno fatto di Computer
Discount, la grande catena italiana dei negozi
specializzati in informatica, un autentico punto
di riferimento presente in ogni città d'Italia.
I motivi per preferire Computer Discount
ormai li sapete a memoria: scelta,
convenienza, assistenza e garanzia.
E allora, per essere sicuri di fare la scelta
migliore. Computer Discount: sempre di più,
il vostro punto di riferimento.
VHUtof;
/Dal 1986 la telematica italiana^
^Internet compresa. _
Cogli l'attimo, cavalca subito
l'onda di MC-link. Bastano pochi
per installare dal CD-ROM di Mc-
il software di navigazione
Internet Explorer per Win
3.1, Win 95 e Mac) ed effettuare
immediatamente il tuo primo collega¬
mento a Internet da oltre 90
Città. Con MC-link, oltre a poter con-
Technìmedia - Via Carlo Perrier 9
sultare l'esclusiva rivista telematica, potrai accedere a tutte le funzioni di Internet (www, e-
mail, ftp, telnet, news, Ire) e cominciare a navigare scegliendo tra le centinaia di link già sele¬
zionati e divìsi per argomenti: istituzioni, trasporti, sport, musica, pubblica utilità, meteo,
editoria, etc. Per ogni evenienza, potrai sempre contare su una guida rapida all'uso di Internet fornita con il kit e su
un help desk attivo dal lunedi al sabato dalle 10.00 alle 20.00. Ed ora carpe diai e click and surf. Immediately.
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t'acquisto del kit assicura uno sconto del IO 1 * sul primo rinnovo annuale (lit &31.000 invece di Li 590.000)
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001 57 Roma - Help Desk tei. (06) 41892434 h 1 1 p : IT/ w w w. m c 1 1 n k. 1 1 - E-Mail: li n t o (a m c 11 n K, il
f Inastai
coordinamento di Rino Nicotra
Come bisognerebbe
USARE INTRNET
(e chi dovrebbe farlo)
/ Dr Marco Marinacci, Direttore Respon¬
sabile MCmcrocomputer
Egregio Direttore, mi chiamo Massimo Ra¬
gucci e sono il coordinatore del sito Internet
denominato UDÌ IUnità di Documentazione e
Informazione - mito.//www inea.it/nvraat/udiA
udi.htm) del Ministero per le Politiche Agricole.
Sulla sua rivista (MCmicrocomputer n 7 76,
settembre 19971, a pag. 148, all'Interno dell'ar¬
ticolo "La rivoluzione digitale comincia ades¬
so" a firma Manlio Cammarata, è apparsa l'ho-
me page del sito UDÌ con una didascalia erra¬
ta, ironica, offensiva e gratuita, mostrata ad
esempio di cattiva realizzazione sul Web; è
evidente che quanto affermato nella didascalia
si riflette automaticamente su tutto il sito che
ne riceve un danno d'immagine notevole, a
fronte della sua reale, apprezzabile capacità
informativa
Ho già provveduto ad informare via e-mail il
Sig Cammarata, con il quale spero di avere un
contraddittorio che chiarisca ì termini di questo
increscioso episodio le lo induca anche a delle
scuse nei nostri confronti), al riguardo le sugge¬
risco di consultare il sito UDÌ e la prego viva¬
mente di pubblicare un articolo a rettifica Ipossi¬
bilmente con la stessa visibilità data alla nostra
homo page nel suddetto articolo) di quanto af¬
fermato nella suddetta didascalia e di apprezza¬
mento invece per la nostra lodevole iniziativa, lo
e due miei colleghi abbiamo infatti realizzato il
sito UDÌ <che non è il sito ufficiale del Ministero
per le Politiche Agricole, bensì un'iniziativa spe¬
rimentale) da soli e volontaristicamente, non su
disposizione dell'amministrazione, con lo scopo
anche di promuovere l'uso delle nuove tecnolo¬
gie dell’informazione nel settore agro-alimenta¬
re ed abbiamo riscosso anche un discreto suc¬
cesso, testimoniato dai I 474 contatti maturati
da UDÌ dallo scorso febbraio a lutt'oggi.
Noi, credo, abbiamo bisogno di incoraggia¬
menti e non di stroncature; come tutti quelli
che fanno cose possiamo sbagliare, non per
questo dobbiamo essere messi alla berlina le
poi perche proprio noi? il web pullula di schifez¬
ze!!) con superficialità e ignoranza.
Ho già espresso tutta la mia indignazione al
sig Cammarata, al quale potrà chiedere spiega¬
zioni. per il momento aspetto di comperare il
numero di ottobre 1997 della sua pregevole ri¬
vista per poter leggere la rettifica e anche qual¬
cosa di apprezzabile su UDÌ, che possa aiutar¬
mi Ispero, dopo questo unico ma pesante ro¬
vescio, proporzionale all'autorevolezza della rivi¬
sta) a sensibilizzare la mia amministrazione a
vantaggio soprattutto degli utenti, sui temi del¬
la rivoluzione telematica in atto
Nel ringraziarla in anticipo per la cortese at¬
tenzione le porgo i miei più distinti saluti
Massimo Ragucci
Ministero per le Politiche Agncole, Roma
Scrivete a MC!
Per scriverci avete a disposizione sia la posta tradizionale I Via Carlo Perrier 9, 0 0157 Romai.
sia il fax della redazione 1418924861 sia l'e-mail, all'indirizzo hìc.posta(Q)mclink.itl Ogni giorno i
messaggi vengono girati alle persone di competenza, per cui vi consigliamo di indirizzarvi alla
casella della redazione piuttosto che a quella dei singoli redattori che comunque, come al soli¬
to. trovate qui sotto. E' più semplice per voi e, anche se sembra strano, per noi...
E' difficile che riusciamo a fornire risposte private (quindi non inviate francobolli o buste affran¬
cate): per le e-mail qualche volta succede. Voi provate, basta che non vi offendiate se non vi ri¬
spondiamo.. Vi assicuriamo comunque che leggiamo tutta la corrispondenza e teniamo nella
massima considerazione ciò che ci viene segnalato.
m.m.
Nominativo
su MC-link
su Internet
Andrea de Prisco
MC0258 1
aaDiflimciimuj
Corrado Giustozzi
MC0006
Marco Marinacci
MC0009
1 _1_ J
Rino Nicotra
MC9781
1 ... T
Paolo Nuti
MC0002 |
1 n ,| B„k; mi ,|
Luca Angelelll
MC6647 1
i.anqeieiiiwmcimk il
Giuliano Boschi
MC9706
: .. .1
Manlio Cammarata
MC29I8
1 ' a' - : 1
Francesco Carla
|
Giuseppe Casarano
MCI 754 |
ri. : -T 'I
Francesco Fulvio Castellano
-
àqroup$c"cJc il
Cesare Cittadini (Team OS/2)
MC2934
~ • i -i
Raffaello De Masi
MC 1468 |
Valter Di Dio
MC0008 1
Gaetano Di Stasio
MC7400
ò ai STBSifltmmpre i
Enrico Ferrari
MC00I2
etertarnemclinK.il
Mauro Gandim
MC0452 1
Gerardo Greco
MC4720
Dino Joris
MC9745
Massimiliano Marras
MCI 606
Massimo Novelli
MC4397 |
ni.novemiamciitiK.il
Francesco Petrom
MC8689
Sergio Plllon
MC2434
Francesco Romani
Bruno Rosati
MC4200
. :. .1
Leo Sorge
MC6750 |
>0 soraewmcimk.il
Andrea Suatoni
MC2/41
Team OS/2 Italia
MD1652
leamns/nmmcnnK n
A d essere sincero, la rigidità della sua replica
mi fa venire voglia di continuare con altret¬
tanta rigidità, ma invece cercherò di sforzarmi
per evitarlo. Quindi le dico subito che mi dispia¬
ce che lei sia stato personalmente coinvolto, vi¬
sto che, come lei stesso afferma, il sito che su
Internet si proclama del Ministero per le Politi¬
che Agricole è in realtà frutto di un'iniziativa
sperimentale, personale, volontaria e addirittura
non autorizzata.
Questo è davvero incredibile, se mi permet¬
te l'espressione. E guardi che non me la sto
prendendo con lei: è vero, l'iniziativa sua e dei
suoi colleghi è lodevole Lei si sta esponendo in
prima persona per convincere il suo Ministero a
fare quello che sarebbe logico che facesse (e
che, secondo l'articolo 22 del regolamento cita¬
to da Cammarata proprio in conclusione dell'ar¬
ticolo, deve fare a breve termine), con il rischio
di essere sgridato non per come lo ha fatto ma
per averlo fatto Quello che noi, con i nostri arti¬
coli, cerchiamo di fare è proprio quanto lei mi
chiede: aiutarla a "sensibilizzare la pubblica am¬
ministrazione. a vantaggio soprattutto degli
utenti, sui temi della rivoluzione telematica in
atto", ho usato proprio le parole della sua lette¬
ra
Dividiamo, allora, il fatto in due: uno, l'episo¬
dio La didascalia dice ''Come fare la fila anche
sul web, nell'attesa che si formi la grande e inu¬
tile immagine" Didascalia ironica? In effetti si.
Errata, offensiva e gratuita no, però E tanto¬
meno parlerei di superficialità o ignoranza relati¬
vamente all'articolo di Manlio Cammarata, "col¬
pevole" solo di non aver risparmiato alla nostra
Pubblica Amministrazione la "frecciata". Per¬
ché devo aspettare molti secondi per caricare
una home page da 100 K, si chiede Manlio?
Posso tutt'al più essere disposto a farlo quan¬
do contiene delle informazioni, come una map¬
pa sensibile o un indice. Ma non voglio aspetta¬
re a lungo per un'illustrazione che ha il solo fine
estetico E questo è giusto, tanto è vero che lo
stesso GARR (in pratica l'autorità di Internet) ha
diramato raccomandazioni sulle dimensioni del¬
le home page. Per curiosità, poiché alla fine
della pagina c'è il ringraziamento per la supervi¬
sione da parte del webmaster dell’INEA (istitu¬
to Nazionale Economie Agricole), sono andato
a vedere l'home page di quest'ultimo e, corret¬
tamente, ne ho trovata una leggera da caricare
e densa di informazioni: evidentemente, il suo
supervisore la pensa come noi. Le suggeriamo
di alleggerire per quanto possibile l'home page,
privilegiandone la leggibilità ed il contenuto
informativo. Come lei ha detto tutti siamo sog¬
getti a sbagliare, ed è anche vero che il web
pullula di schifezze, e che la sua home page
non è di certo la peggiore. Solo che. secondo
noi, quella non era la sua home page, ma quél-
continua a pag 78
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
74
Da Milano, Firenze, Roma, Napoli
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Interne!
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nevento Caserta Napoli Salerno EMILIA ROMAGNA Bologna Ferrara Forli Modena Parma Piacenza Ravenna Reggio Emilia FRIULI VENEZIA
GIULIA Gorizia Pordenone Trieste Udine LAZIO Frosinone Latina Rieti Roma Viterbo LIGURIA Genova Imperia La Spezia Savona LOMBARDIA
Bergamo Brescia Cremona Como Mantova Milano Pavia Sondrio Varese MARCHE Ancona Ascoli Piceno Macerata Pesaro MOLISE Campo¬
basso Isernia PIEMONTE Alessandria Asti Cuneo Novara Torino Vercelli PUGLIA Bari Brindisi Foggia Lecce Taranto SARDEGNA Cagliari Nuoro
Oristano Sassari SICILIA Agrigento Caltanissetta Catania Marsala Messina Palermo Ragusa Siracusa TOSCANA Arezzo Firenze Grosseto Li¬
vorno Lucca Massa Carrara Pisa Pistoia Prato Siena TRENTINO ALTO
ADIGE Bolzano Trento UMBRIA Perugia Terni VALLE D'AOSTA Aosta
VENETO Belluno Padova Rovigo Treviso Venezia Verona Vicenza.
Da dove collegarsi
Dove abbonarsi
ABRUZZO L'Aquila H.D. Sistemi via Monte Velino 32/a tei 411317 BASILICATA
Potenza Tape Service via Caserma Lucania 21/a tei. 23236 CALABRIA Roccella .Io¬
nica Ottica Frascà via Roma 24-26 tei. 85788 CAMPANIA Battipaglia (SA) Farinv
via Brodolinl 1 tei. 303675 Napoli Delta Office via Mattia Preti 37-39 tei 5784607
- Net Point via Mattia Preti 35 tei. 5561333 - Prosoft Italia via Andrea d'Isernia, 28 tei 665959 Napoli porto Tecnosoft piazzale Pisacane tei.
5547135 Portici Media Work via della Salute 19 tei. 7763084 EMILIA ROMAGNA Bologna Compagnia Italiana Computer via Emilia Ponente
56 tei. 383851 Forli Neri Punto Games piazzale della Vittoria 13 tei. 401115 Modena Compagnia Italiana Computer via Bellinzona. 49 tei.
366966 Piacenza Futura informatica srl via Scalabrini 128a tei. 334104 - Pseha computer viale D Alighieri 100 tei. 334455 Ravenna Com¬
puter House via Trieste 132 tei 423837 FRIULI VENEZIA GIULIA Colugna (UD) IDA via Patrioti 13 tei 41416 LAZIO Colleferro (RM) Info-
landia via Fontana dell'Oste 20 tei. 9701481 Latina MSC Latina via Pierluigi Nervi 204/a tei 604781 - Med & Mac via Pontina 70 tei. 666745
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5180698 - Itaca Multimedia via delle fosse di Castello 8 tei. 6861464 -Lion's Computers via Mondovi. 12 tei. 7017642 - M&C via Centurlpe,
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Mega Service via G. Miani 13 tei. 5745945 - Multisoft Pro via Giolittì 345 tei. 4457556 - Musical Cherubini via Tiburtina 360 tei. 436971 -
PCA Italia viale Lina Cavalieri 94/b tei 8801835 - PCC Computer House via Casilina 283/d tei. 2147260 - Plainform via Ugo de Carolis 97/c
tei. 35403442 - Robymax via Varvariana 14 tei. 20427234 - Selection Components via Giuseppe De Leva 9 tei. 7840118 - Sinergie Roma via
Australia 2 tei 5920804 - Strategia e Tattica via Cavour 250 tei. 4824684 - Villaggio Multimediale via Germanico 31 tei 39725125 Roma-
Flumlcino (RM) LaserLido via Foce Micina 58 tei. 6507345 LIGURIA Genova A.S A.S. via Cipro 4/3 tei 581935 La Spezia Tarn Computer
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Europa 23 tei. 720552 Castellanza (VA) Azimuth via F.lli Roselli 18/b tei 480802 Cinisello Balsamo (MI) Or.Me System via Oggioni 63 tei.
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tei. 431131 Eremo di Curlatone (MN) Caledonia via Michelangelo 40/b tei 380828 Milano Alcor 1 viale Bligny 22 tei. 58300442 - Alcor 1
viale Gran Sasso 50 tei. 2360015 - Alcor 1 via San Vittore 6 tei. 86453175 - Alcor 1 via Paolo Sarpi 7 tei 33101493 - Edimatica via Sac¬
coni 20 tei. 29514937 - MacPoint viale Certosa 182 lei. 38002943 - Megalink via S Felice 7 - Newel via Mac Mahon 75 tei 33000036 - Se-
lected Audio Components via Ferruccio Busoni 12 tei 55187073 - Sicres via Carmagnola 8 tei 66801980 - Super Games via Vitruvio 37 tei.
29536144 - Workshop via Larga 2 tei. 86454176 Monza(MI) I R I S via Galileo Galilei 36 tei. 2028092 Rho(MI) Centro Elettronica via Go¬
rizia 46 tei. 93500526 Saronno (VA) Office Market via Volonterio 31 tei. 9603253 Sesto S. Giovanni (MI) PC Superstore viale Gramsci 42
tei. 2403490 Varano Brianza (MI) Mac Work via della Cooperazione 11 tei 992271 MARCHE Ancona Compagnia Italiana Computer via De
Gasperi 78 tei 2801081 Massalermana (AP) MiGamma via Castellano tei. 760741 S.B. del Tronto (AP) Genesys via Curzi 54 tei 590028
PIEMONTE Torino DataDevice via Stradella 172/1 tei 250535 - Infosu via Tabacchi 45 tei 8995357 - Rekordata via S. Paolo 1 ang. C.so Fer¬
rucci tei. 3856656 - Silene via Volvera 6 tei. 3833083 PUGLIA Andria (BA) Sistempro via Vittoria 11 tei. 564919 Bari AD Sistemi C.so Be¬
nedetto Croce 50 tei. 5423784 Foggia S.G. Sistemi Globali piazza Cavalieri di V. Veneto 1 tei. 614614 SARDEGNA Cagliari Micro & Drive
via Logudoro 30 tei. 653227 Nuoro Granara via Mughina 41 tei. 36211 SICILIA Catania Studio Marcedone via Cosenza, 6 tei. 502322 Gela
(CL) G & G viale Cortemaggiore 108 tei 821584 Messina La Meccanografica via XXVII luglio 123 tei. 719400 Palermo Datamax via Gio¬
vanni Campolo 45 tei. 6815369 TOSCANA Firenze Audiomatica via Faentina 244/g tei. 575221 - Compagnia Italiana Computer viale don G.
Minzoni 31/a tei. 575822 - Data Pori via Guidoni 173 tei. 4220433 - Hard & Soft via S. Stefano In Pane 20R tei. 4376515 - Mac & Idea via
Giusti 15a/b tei. 2346766 Grosseto Rigel via Pepe 18 tei. 29031 Livorno A S.S.O. Informatica piazza Mazzini 62 tei. 898506 Sesto Fioren¬
tino (FI) Music Rama viale Ariosto 492/f tei. 4218730 Siena Saena Media viale To-
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Cotto di HTML p«r principiami
pc«* i* "nirvi
In questo numero
Guida alla guida di
Windows 95
La mia vita con
Office 97
Software: i trucchi
del mestiere
nel CD:
Il silo LOGIC
il silo II's LOGIC
il catalogo interattivo
il demo di Evolution
fluida alla fluida di Wlndawa (9
Tu"« «MlU •«••Ma •■mai» ««trito • •?••• ■ «imi •>••• IMI MIN
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Win-' • MhAMWéfi
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Arte & Multimedia
Dr. Focus:
l'hardware
Internet People
Corso di HTML per
chi comincia
I games che
verranno
Le classifiche dei
giochi
0»»*i* «•«»• Uni m pagina MmnM a«
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... e altro
e inoltre...
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■A PRIMA RIVISTA
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presenta
t
PER TUTTI)
CD-ROM!
Computer People, presentazione
di Marco Marinacci
Presentazione: ovvero, signore e signori ho il piacere di pre¬
sentarvi Computer People. Ecco fatto, ho detto tutto. No, cosi è
troppo breve...
Leggetela e vi divertirete, e imparerete a conoscere meglio il
mondo dei computer. Tutte e due le cose: Computer People nasce
per divertire e far capire, come dovrebbe essere sempre. 0, quan¬
to meno, per far capire senza annoiare, senza affaticare. E' una
rivista da leggere, non da studiare. Ma è una di quelle riviste che.
dopo averle lette, ti lasciano in testa qualcosa come se. anziché
leggere, avessi studiato.
Almeno questo è quello che, in un pomeriggio di giugno, abbia¬
mo pensato di fare. Eravamo in tre: Francesco Carlà. Corrado
Giustozzi ed io. MC è per chi "ne capisce", non è fatta per i princi¬
pianti o per chi è comunque troppo poco esperto. Ma di riviste per i
principianti ce ne sono già, e l'idea dì farne un'altra non ci piaceva
troppo anche perché un principiante, se è tale, difficilmente può
rendersi conto di quale rivista sia migliore e quale quindi comprare.
Però volevamo fare qualcosa per coloro per i quali MC è "troppo
difficile". Scartata a priori l'ipotesi di farla diventare una rivi¬
sta per principianti, abbiamo pensato allora di
affiancarle qualcosa di specificamente dedicato a chi vuole capirne
di più ma... senza esagerare. Ed abbiamo pensato che il modo più
adatto per questo tipo di pubblico fosse il CD-ROM e l'HTML (se
non sapete cose l'HTML. dovete leggere Computer People...).
Cosi, da questo mese sarà possibile acquistare
MCmicrocomputer da sola o con, allegata, Computer People: una
rivista su CD-ROM dedicata a chi vuole avvicinarsi al computer in
maniera non troppo impegnativa, con disinvoltura, e magari desti¬
nare un po' di tempo al gioco, argomento al quale viene dedicata
una sezione apposita. Abbiamo scelto questa formula di abbina¬
mento. in cui si può acquistare MC da sola ma non Computer
People senza MC, da un lato perché crediamo che le due riviste
siano in certo qual modo complementari, dall'altro perché gli
esperti e coloro che usano il computer esclusivamente per applica¬
zioni professionali è probabile che siano, in effetti, poco interessati
al CD. Ma. per chi non è esperto. Computer People sarà certa¬
mente un ottimo strumento per capire quello che è scritto in MC.
Mese dopo mese ne capirete, speriamo, un pezzettino di più.
Buon divertimento!
P.S. - se... sapete cosa è l'HTML ma conoscete qualcuno
che ancora non lo sa (e magari vi fa un sacco di domande), con¬
sigliategli o regalategli Computer People...
SE NON HAI ACQUISTATO
mi
CON QUESTO NUMERO DI MC,
CPQstn )
segue da gag 74
la del Ministero per le Politiche Agricole. . Però
non dica "perché proprio noi”, mi ricorda
quel politico che, accusato di aver rubato a pie¬
ne mani, si difese dicendo grosso modo "che
c'è di strano? rubano in tanti!
E qui viene il secondo punto Spesso ci si
chiede chi abbia convenienza ad investire per
essere su Internet "come si deve". E’ logico
che lo faccia ad esempio chi attraverso Internet
promuove i propri prodoni, o chi in questo mo¬
do riesce ad assistere i propri utenti meglio e
con costi minori: in questi casi, però, Internet
può essere un investimento immediatamente
remunerativo, direttamente (maggiori vendite)
o indtrenamente (risparmi). Ma ci sono casi nei
quali Internet è un costo al quale, dal punto di
vista dei ricavi, non fa riscontro un dato mone¬
tario ma qualcosa da valutare in altri termini:
immagine, nella maggior parte dei casi, e biso¬
gna allora chiedersi fino a quale limite valga la
pena ed oltre il quale vi sia una sproporzione fra
i costi (facilmente valutabili! e i benefici (difficil¬
mente valutabili). Al primo posto nella lista di
coloro che conviene che abbiano un "bel web"
nonostante si tratti di un costo, ci sono le orga¬
nizzazioni che DEVONO fornire informazioni,
come per definizione è la Pubblica Amministra¬
zione. Quindi, c'è poco da sensibilizzare: che i
Ministeri si decidano, e tutti, e in fretta. E, già
che ci siamo, che lo facciano in maniera non
solo efficace ma anche coordinata, seguendo
un'impostazione coerente visto che, oltretutto,
esiste t'AlPA (Autorità per l'Informatica nella
Pubblica Amministrazione), con tanto di sito In¬
ternet. A proposito dell'impostazione coordina¬
ta, ed a titolo del tutto personale, vorrei espri¬
mere che non sono del tutto convinto dell'im¬
postazione un po’ "fumettistica" che lei ha da¬
to al sito: è una scelta, quindi contemporanea¬
mente rispettabile e discutibile, ma quando si
opera in questo àmbito credo che non guasti
una standardizzazione e l'emanazione ed il ri¬
spetto di direttive ufficiali e comuni Cioè, si
può benissimo decidere che tutti i Ministeri ab¬
biano su Internet un aspetto "leggero", oppure
che abbiano una home page con una determi¬
nata impostazione e che poi differiscano nella
realizzazione dell'Interno del sito, o qualunque
altra cosa; quello che credo non si possa fare e
che ognuno faccia come gli pare. E se nessuno
dà direttive, ben vengano le iniziative individuali
e lodevoli come la sua, che però risentono per
forza di cose dei limiti delle iniziative personali
non adeguatamente condivise e supportate
Insomma. non so se è piu assurdo che un
Ministero non provveda istituzionalmente al
proprio web e che costringa quindi qualcuno a
fare da sé, o che gli consenta di farlo e che
quindi, su Internet, un sito che in pratica non è
ufficiale venga scambiato per ufficiale (d’altra
parte contiene informazioni utili che provengo¬
no evidentemente dall'interno del Ministero
stesso)
Spero che, anche se non si tratta propria¬
mente di una rettifica, queste considerazioni la
aiutino nella sua opera di sensibilizzazione. Mi
verrebbe di suggerirle di andare da chi deve
convincere con questa rivista in mano, e dire lo¬
ro "guardate che figura facciamo, incaricatemi
di fare il sito ufficiale e datemi le informazioni, le
strutture e le risorse necessarie" Solo cosi, ef¬
fettivamente, gli utenti (che in questo caso ..
ehm, sono i cittadini che, prima di Internet, pa¬
gano le tasse. ..Ine avranno un vantaggio.
Astraendo dell'episodio e facendo una consi¬
derazione più generale, vorrei ricordare una so-
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la frase dell'articolo di Cammarata: "per capire
bene quale distanza separi la politica e la buro¬
crazia italiana da una visione democratica del
rapporto del cittadino" Il contesto è quello in
cui Manlio confronta la situazione italiana, in
cui una legge del '90 dice che l’accesso ai do¬
cumenti amministrativi è consentito " a chiun¬
que vi abbia interesse per la tutela di situazioni
giuridicamente rilevanti", con quella america¬
na, in cui una legge di tredici anni più vecchia
(quindi ai nostri legislatori sarebbe bastato leg¬
gerla e copiarla .) dice che "ogni amministra¬
zione deve rendere disponibili le informazioni al
pubblico".
Marco Marinacci
L'uovo di Colombo
Spettabile Redazione,
la lettura dell'Editoriale del numero di set¬
tembre mi ha spinto a scrivervi alcune mie
considerazioni.
Poi ho letto anche l'articolo sulla tecnologia
x2 ed ho deciso di scrivere senza esitazioni.
Sbaglia chi ritiene che lo sviluppo della tele¬
matica non sia frenato dal 'costo della telefona¬
ta' ma sia frenato da una 'mancanza di cultura
telematica" Sono proprio i costi che impedi¬
scono resplodere del fenomeno Internet che
ritengo forza trainante.
Se le telefonate ai provider fossero gratuite
o costassero un solo scatto indipendentemen¬
te dalla posizione geografica del provider e dal¬
la durata della connessione le cose sarebbero
ben diverse.
Vorrei ricordare che il progresso nel settore
PC non è legato assolutamente alle esigenze
delle aziende Ise fosse per l'utenza aziendale e
gestionale saremmo ancora col 3861 ma è trai¬
nato dalla fascia di utenza dell'uso domestico e
ludico, cioè sono i giovani che fanno andare
avanti il settore.
Molti giovani Iquasi sempre i soliti 'studenti
squattrinati ' che rappresentano una nutrita fa¬
scia di utentiI non hanno ne' il modem ne' un
contratto con un provider proprio perchè i geni¬
tori gli vietano di installarlo spaventati dal costo
delle telefonate Da notare che spesso le te¬
lefonate al più vicino provider, per chi non abita
in città sono 'interurbane a breve distanza'
quando si è fortunati.
La mia teoria è semplice: telefonate tariffate
ad I solo scatto = molti acquisteranno il mo¬
dem e faranno un contratto con un provider =
aumenteranno i provider e ci sarà più concor¬
renza tra gli stessi (perché il costo deve essere
uguale qualunque sia la distanza) = / provider
cercheranno di superarsi a vicenda e si aggior¬
neranno continuamente alle più nuove tecnolo¬
gie = anche gli utenti saranno spinti ad acqui¬
stare modem più veloci o a passare a ISDN =
sviluppo generale nel campo dell'informatica e
continua a pag 82
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( 5 »
segue da pag 78
della telefonia.
Quando molti useranno la telematica si svi¬
lupperà inesorabilmente anche la 'cultura tele¬
matica'
Ricordate quando uscirono i primi CD musi¬
cali? Non li usava quasi nessuno perche i lettori
costavano un capitale. Quando i lettori sono
scesi di prezzo è iniziato l'acquisto di massa e
ora non si trovano più gli LP perché va rutto su
CD., e c'è anche la 'cultura del CD'.
Attenzione, non è stato l’acquisto di massa
a fare diminuire ì prezzi ma viceversa; poi è ini¬
ziata la reazione a catena per cui più se ne ven¬
dono e più costano meno, più costano meno e
più se ne vendono eccetera.
Non è un fatto di cultura ma di portafoglio
Se i lettori costassero due milioni e i CD
duecentomila lire staremmo ancora tutti ad
ascoltarci 1 33 gin.
Trovo inaccettabile il ragionamento fatto da
tutti i fornitori di servizi telematici che fanno pa¬
gare di più un abbonamento ISDN rispetto ad
un abbonamento analogico. La telefonata ha lo
stesso costo e se trasporta maggiori informa¬
zioni è tanto meglio per tutti Sarebbe come fa¬
re pagare di più un abbonamento col modem
x2 e di meno uno col modem a 14.400.
La verità è che i provider cercano sempre di
risparmiare banda 'tanto gli utenti pagano lo
stesso e se poi i dati gli arrivano col contagoc¬
ce chi se ne frega'. La auspicata concorrenza
fra i provider risolverà anche questi problemi
Fino a quando si andrà avanti con questa
mentalità anche lo sviluppo di ISDN sarà forte¬
mente rallentato E anche qui una questione di
'costi'. I costi sono alti a causa della mancanza
di cultura telematica... la mancanza di cultura
telematica deriva dai costi alti CHI DARA'
L IMPULSO INIZIALE PER LA REAZIONE A
CATENA ANCHE NEL SETTORE TELEMATI¬
CO?
Cordiali Saluti
Paolo Belila
G entile lettore, lei esprime perfettamente un
disagio che merita un'analisi tecnica e poli¬
tica. E, indirettamente, suggerisce una soluzio¬
ne che merita, a mio avviso, la massima atten¬
zione.
Partiamo dal problema dei costi della banda
passante e della telefonata
Schematizzando al massimo, il costo della
telecomunicazione può essere spezzato in tre
componenti: costo del raccordo tra utente e
centrale (coda urbana), costo di commutazione
(instradamento e ripartizione di banda), costo
della interconnessione tra nodi della rete. Cia¬
scuna di queste tre componenti si porta poi
dietro un fattore moltiplicativo per spese di
commercializzazione (fatturazione e marketing)
e di manutenzione tecnica.
Il costo della coda urbana è sostanzialmente
fisso per ogni utente, sia che il servizio venga
usato sia che non venga usato ed è quindi logi¬
co che sia comunque forfetizzato sotto forma
di canone di abbonamento. Per quanto riguarda
commutazione e interconnessione, che sono
risorse condivise tra tutti gli utenti, si può sce¬
gliere se ripartire i costi in base all'uso effettivo
delle risorse o indipendentemente da questo.
All'nizio della telefonia, si scelse, un po' in
tutto il mondo, di forfetizzare la commutazione
urbana e far pagare in base al consumo reale
l'interconnessione a lunga distanza. Negli ultimi
tre decenni, l'Europa ha scelto di suddividere in
base al consumo anche le risorse di commuta¬
zione, questo essenzialmente per consentire
l'introduzione di fasce sociali a basso consumo.
Negli Stati Uniti, viceversa, si e preferito
mantenere in vita il vecchio sistema nel quale il
fattore tempo e distanza intervenivano solo
nelle interurbane: si è cioè deciso, a livello di
cummutazione, di far pagare a chi telefona po¬
co parte dei costi di chi telefona molto E' giu¬
sto? Ognuno può esprime la sua valutazione
Sotto il profilo commerciale, la soluzione ha
funzionato benissimo fino a quando il telefono
è stato usato per la fonia perché in media gli or¬
gani di commutazione sono stati impegnati per
15-20 minuti al giorno per ogni abbonato Poi è
arrivata Internet, la lunghezza media della te¬
lefonata è quasi triplicata (non su luna l'utenza)
e la rete telefonica si è trovata ad essere forte¬
mente sottodimensionata Le compagnie te¬
lefoniche locali si sono messe le mani nei ca¬
pelli. hanno potenziato gli impianti ed adesso
sono alla ricerca di qualcuno a cui far pagare i
conti. La situazione in questo momento è con¬
fusa anche perché nel frattempo sono cadute
le barriere che imponevano la separazione tra
telefonia locale e lunga distanza e questo ha
modificato il vecchio schema di contribuzione
della lunga distanza alla locale Di certo c'e che
anche negli Stati Uniti l'ISDN è tariffato su base
tempo
Adesso bisogna fare tre considerazioni sul
costo della interconnessione Innanzitutto, con
l'avvento della fibra ottica, il costo della lunga
distanza sta rapidamente calando E questo si
è già riflesso su un calo delle tariffe interurba¬
ne In secondo luogo bisogna domandarsi se il
costo della mterconnesssione possa essere in¬
dipendente dal tempo. In terzo luogo bisogna
chiedersi se il costo di interconnessione possa
essere indipendente dalla banda occupata
Partiamo dal punto tre chi occupa, p e 2
Mbps sarebbe lietissimo di pagare quanto chi
occupa 64 kbps: ma non è evidentemente vero
il viceversa. Il problema in termini di banda, non
può essere affrontato in termini di "paghiamo
tutti uguale ", ma in termini di paghiamo tutti
meno E su questo ultimo punto ci deve esse¬
re spazio sia perche i costi della banda stanno
calando, sia perché, a parità di tecnologie, i co¬
sti europei della banda passante sono 6-10 vol¬
te maggiori di quelli statunitensi
Chiarito che, quanto meno in termini di cir¬
cuiti fissi è indispensabile una proporzionalità
tra banda e costi, domandiamoci se è ragione¬
vole che una allocazione permanente di banda
possa essere fatta pagare quanto una allocazio¬
ne temporanea Concretamente è ragionevole
che una telefonata ISDN (64 kbps) Roma-Mila-
no di 10 minuti costi quanto un anno, o anche
solo un mese di CDN (Circuito Diretto Numeri¬
co! sempre a 64K? La risposta evidentemente
è NO Al massimo, ancora una volta, si può di¬
re che il CDN dovrebbe costare 3 milioni all'an¬
no e non 30, ma non 3 000 lire, cioè quanto
una telefonata
Tirando le spiacevoli somme, si deve conclu¬
dere che il prezzo di un servizio di telecomuni¬
cazione non può essere indipendente dalla
quantità di nsorse impiegate sia come volume
che come tempo.
Venendo finalmente al caso dell’accesso ad
Internet ci troviamo in una situazione molto in¬
garbugliata: è sicuramente vero che negli Stati
Uniti ci sono più utenti Internet che in qualsiasi
altra parte del mondo, ma è anche vero che a)
la doppia forfetizzazione ha prodotto notevoli
oblemi alla rete telefonica, b) negli Stati Uniti
banda passante costa da 6 a 10 volte meno
che m Italia, c) tutta la banda passante dagli
Stati Uniti all'Europa la pagano gli europei per¬
ché sono gli europei che chiedono di connet¬
tersi ai nodi americani (pagandosi la linea tran¬
satlantica e un canone di interconnessione) e
mai viceversa.
Se poi si considera che negli Stati Uniti un
accesso forfettario ad Internet su rete commu¬
tata a 28 8/33.6 Kbps costa 19.95 dollari/mese
(circa 400.000 lire/anno) si deve concludere
che in Europa i costi della alfabetizzazione tele¬
matica ricadono largamente sulle spalle dei
provider Considerazione già ampiamente
espressa da qualificati osservatori europei
Caro Belila, i provider italiani, nel loro insie¬
me. sono già scannati. Negli ultimi 12 mesi il
costo della banda passante è diminuito, ma in
misura nettamente inferiore all'aumento del
consumo pro-capite conseguente al passaggio
da 14.4 a 33.6 kbps. Il fatto che MC-link abbia
ritenuto di offrire accesso X2 allo stesso prez¬
zo del V34, è un puro e semplice "investimen¬
to pubblicitario " La distorsione non è che
l'ISDN costi più dell'X2. ma, semmai, il vicever¬
sa Lei afferma "Trovo inaccettabile far pagare
di più un abbonamento ISDN rispetto ad un ab¬
bonamento analogico. La telefonata ha lo stes¬
so costo e se trasporta maggiori informazioni è
tanto meglio per tutti” Il problema e proprio
questo: la telefonata ha sempre lo stesso co¬
sto, ma il provider spende, in dorsali, molto di
piu.
Tornando al discorso principale, resta il fatto
della disincentivazione dovuta alla tariffa telefo¬
nica a tempo Se ci dovessimo basare sulla
esperienza tedesca, oltre tre milioni di utenti te¬
lematici in presenza di una tariffa urbana a tem¬
po più gravosa di quella italiana, dovremmo an¬
cora una volta concludere che il problema non
è questo. La sua osservazione "molti giovani
non hanno ne' il modem ne' un contratto con
un provider proprio perche i genitori gli vietano
di installarlo spaventati dal costo delle telefona¬
te" appare però molto convincente
E ci sarebbe anche una soluzione: abbona¬
menti a tempo comprendenti il costo della te¬
lefonata Andrebbe bene per i genitori, che co¬
sì sarebbero tranquilli sul budget mensile dedi¬
cato ad Internet Meno per i figlioli che si ve¬
drebbero costretti ad una navigazione a tempo.
Ma andrebbe comunque bene da un punto di
vista della alfabetizzazione perche i figlioli im¬
parerebbero ad utilizzare le mille e uno tecni¬
che che consentono di sfruttare al meglio le ri¬
sorse disponibili. In un certo senso sarebbe
molto "ecologico".
Sfortunatamente questa soluzione, che ri¬
chiede l'addebito della telefonata al chiamato,
non è proponibile con l'attuale schema tariffa¬
rio del Numero Verde Telecom Pochi lo san¬
no. ma le chiamate urbane su numero verde
vengono fatte pagare al chiamato come inte¬
rurbane settoriali. Il prerequisito perche tutti i
provider italiani possano realizzare una carta
prepagata per accesso ad Internet compren¬
dente la telefonata e che Telecom proponga
un numero verde urbano a tariffa urbana. Que¬
sto soluzione soddisferebbe il criterio, che Te¬
lecom stima irrinunciabile, di invariabilità del
fatturato a pania di servizio ed i maggiori costi
di gestione potrebbero essere compensati da
un aumento del traffico. Sembra l'uovo di Co¬
lombo, ma non è particolarmente originale: è
già stato fatto per i telefonine
Credo che il nostro lettore non pensasse
esattamente a questo, ma l’idea è buona ed il
vero problema e che. senza un intervento go¬
vernativo e/o dell’antitrust Telecom potrebbe
usarla a proprio esclusivo beneficio intascando
come Telecom Italia quel che spende di troppo
come "business unit” Telecom Italia Network.
Paolo Nuti
82
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Ideale per le applicazioni legate al mondo Internet
IBM annuncia la famiglia di server AS/400e
Con due slogan “e-series per e-business” e
“thè net generation” IBM esordisce con la
nuova famiglia di midrange server per l’era
dell'e-business: tutto all'insegna della big “e”.
Intervento del Presidente Tomaso Quattrini
“L’AS/400 è un fenomeno”
Nel suo "Spazio Aperto"
della sede di Segrate, IBM
ha presentato alla stampa la
nuova, potente famiglia di
server AS/400 sostenuti da
migliaia di nuove applicazioni
Web sviluppate opportuna¬
mente per aiutare le piccole-
medie aziende e i diparti¬
menti di grandi imprese a
sfruttare le nuove opportu¬
nità di affari (business) offer¬
te da Internet,
Andare oltre il business
generato dall'attuale base
installata dei sistemi AS/400,
rilanciandoli come piattafor¬
ma server ideale per le appli¬
cazioni legate al mondo
Internet, ma anche puntan¬
do diritto su Windows NT È
questo l'intento e la strate¬
gia che IBM persegue con il
rilascio della nuova genera¬
ti Francesco Fulvio Castellano
del fatturato IBM nell'area
AS/400. Per trovare nuova
clientela Big Blue ha deciso
di rivolgersi in prima battuta
alle piccole e medie imprese
che cercano nelle soluzioni
legate a Internet (reti
Intranet, Java, e-commerce)
nuove opportunità di svilup¬
po.
Questa la premessa: in sin¬
tesi, soluzioni pronte per I' e-
business. Una gamma di
soluzioni e-busmess "ready-
to-use" e disponibili in tutto
il mondo fanno dell'IBM
AS/400e series un sistema
di elaborazione al top. La
nuova generazione di siste¬
mi (e-systems) e di server
(e-servers), otto modelli ad
alte prestazioni, una tecnolo¬
gia per l’accesso alla rete, un
nuovo sistema operativo e
un servizio e un'assistenza
estesi, è la nuova condizione
vantaggiosa per sfruttare i
benefici derivanti dall’e-busi-
ness.
La potenza elaborativa dei
nuovi server AS/400e è data
da un formidabile aumento
delle prestazioni e da un
supporto delle più comples¬
se applicazioni di e-business,
di transazioni online.
L'AS/400e garantisce una
sicurezza in Internet senza
precedenti, oltre alla possibi¬
lità di sviluppare rapidamen¬
te e distribuire applicazioni in
un ambiente che consente
di trarre vantaggio
da tecnologie avan¬
zate quali Java,
Lotus Domino e
ActiveX.
Questi server sfrut¬
tano la potenza del¬
l'elaborazione in
parallelo di micro-
processori SMP a 8 e 12 vie,
fornendo capacità di elabora¬
zione fino a 4,6 volte supe¬
riori rispetto ai precedenti
modelli della serie AS/400s.
AS/400e series sono dei
sistemi potenti, di facile uti¬
lizzo, destinati all'e-business
che IBM ha dotato di:
- integrazione, mediante
scheda processore separata,
della migliore soluzione
firewall disponibile oggi sul
mercato. Tutti i componenti
sono contenuti in un unico
pacchetto software in modo
che gli utenti non abbiano la
necessità di acquistare sepa¬
ratamente un server che
esegua le funzioni di firewall.
Per la sua architettura basata
sulla tecnologia a oggetti,
AS/400e series rappresenta
la gamma di sistemi più sicu¬
ri e inattaccabili dai virus tra
quelli esistenti sul mercato:
- miglioramenti al sistema
zione di sistemi midrange,
90
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
La sene AS-400e
è basala su tecno¬
logia RISC, questa
potente tecnologia
tavonsce un utiliz¬
zo ottimale belle
più impegnative e
attuali applicazioni
a 64 bit.
operativo che includono fun¬
zionalità uniche sul mercato
tra cui l'estensione agli uten¬
ti Internet del controllo degli
accessi e delle liste di vaca¬
zione oggi già utilizzati dagli
utenti di sistema. In questo
modo i clienti hanno la possi¬
bilità di estendere l'accesso
alle applicazioni anche ad
ambienti Internet e extranet
controllando, mediante i
meccanismi di sicurezza uti¬
lizzati, gli accessi di utenti
esterni a dati e programmi.
Tali utenti sono riportati nelle
liste di validazione che ven¬
gono controllate per l'auto¬
rizzazione delle procedure di
sicurezza dell'AS/400;
- ampliamenti significativi
della capacità dei dischi e di
memoria - i dischi sono stati
raddoppiati e la memoria è
stata aumentata di cinque
volte rispetto ai sistemi pre¬
cedenti.
Un'altra novità è la politica
dei prezzi (si va da un mini¬
mo di 10.9 milioni di lire ai
15 milioni per una installazio¬
ne completa di tipo
client/server, e oltre), che
rende AS400e series una
soluzione economica per
imprese che nascono picco¬
le, ma vogliono crescere
rapidamente. Per semplifica¬
re, IBM ha eliminato le diffe¬
renze di prezzo in base al
numero di utenti e ha incor¬
porato il prezzo del nuovo
sistema operativo l’OS/400
Versione 4.0 Release 1
(V4R1 ) in tutti i nuovi
AS/400e, sia e-systems che
e-server.
La V4R1 fornisce alle azien¬
de uno strumento per creare
ambienti di rete client/server
totalmente integrati ed este¬
si a tutta l'azienda. AS/400e
series integra le infrastruttu¬
re dell'IT (sistemi transazio-
nali, database, server modu¬
lari) assieme ai principali
partner di IBM fornitori di
soluzioni tecnologiche, al
fine di realizzare oggi stesso
l'idea di una rete globale a
livello mondiale.
Quella che segue è una pic¬
cola panoramica delle princi¬
pali "future" caratteristiche
di AS/400e series: Java nati¬
vo, un linguaggio di program¬
mazione full-function indi-
pendente dalla piattaforma:
Lotus Domino nativo.
Domino è il Web Server per
applicazioni e posta elettroni¬
ca Intra/lnternet; Windows
NT su Integrated PC Server,
consente agli utenti di ese¬
guire applicazioni PC di pro¬
duttività senza che sia
necessario un server NT
separato: manutenzione
software e supporto che
comprende la possibilità di
ricevere gli aggiornamenti ai
programmi software AS/400
IBM e un supporto telefoni¬
co relativo a difetti e moda¬
lità d'uso (tutti disponibili dal
primo trimestre 1998)
L'applicazione Secure Web
utilizzata in associazione con
i secure Socket consente ai
clienti di realizzare applica¬
zioni di e-business rispettan¬
do gli standard relativi alla
cifratura e all'autenticazione.
L'Internet Connection Secu¬
re Server (ICSS) per AS/400
garantisce la sicurezza di cui
i clienti hanno bisogno per
poter trasmettere su Inter¬
net e nelle intranet aziendali
informazioni riservate: in
questo modo possono esse¬
re eseguite transazioni Onli¬
ne particolarmente delicate,
tra cui anche quelle per il
commercio elettronico. Per
garantire la sicurezza nella
trasmissione da un estremo
all'altro il prodono ICSS uti¬
lizza il protocollo SSL
(Secure Socket Layer). Infine
sono dotati della "sicurezza
a oggetti" contro qualsiasi
virus.
In precedenza aveva aperto
la conferenza stampa l'Avv.
Tomaso Quattrin, Presidente
e Amministratore Delegato
di IBM Semea e della
Fondazione IBM Italia, il
quale vede "una ripresa
d'autunno e il consolidamen¬
to di qualche segnale inte¬
ressante, piccolo e lieve".
Attenzione, però, "ottimista
ma cauto per l'economia in
generale e estremamente
ottimista per il futuro di
AS/400", che ha definito "un
vero fenomeno" 450.000
esemplari installati in 121
Paesi, la metà dei quali sono
usciti dagli impianti di Santa
Palomba (Roma).
L'AS/400e series ha una set¬
tantina di parti tecnologiche
innovative, 45 delle quali
escono dallo stabilimento di
Vimercate (Milano). Network
computing oggi significa - ha
proseguito Quattrin - electro-
mc business, con tutte le
complicanze strutturali, tec¬
nologiche e di sviluppo che
la nuova informatica richiede
e comporta e IBM li ha
affrontati e risolti con
AS/400e series, proprio per
venire incontro alle esigenze
di ristrutturazione e nuovo
modo di operare dell'univer¬
so tutto italiano delle picco-
le-medie aziende. Stiamo
vivendo - ha concluso il
Presidente - un momento di
grandi trasformazioni nel
commercio, nel business
mondiale, l'integrazione glo¬
bale è sempre più spinta
verso la ricerca di nuove
soluzioni informatiche per
soluzioni dei sistemi d'im¬
presa, salvaguardando sicu¬
rezza, riservatezza e ritorno
degli investimenti".
Tre notazioni per concludere
sulle novità tecnologiche, in
sintesi, dell'AS/400e series.
Memoria: la memoria di la¬
voro delle nuove piattaforme
può essere configurata par¬
tendo da una capacità di 4
GB fino a raggiungere i 20
GB. La capacità dei dischi
interni arriva a 996 GB.
Connettività: i nuovi AS/
400e integrano un adattato¬
re Ethernet a 100 Mbps.
Firewall: per garantire lo svi¬
luppo di applicazioni Internet
e di commercio elettronico
sicure, IBM ha integrato una
scheda firewall basata su
processore dedicato e indi¬
pendente dalle CPU centrali
IBM AS/400 è il sistema ela-
borativo commerciale più
diffuso nel mondo: esso può
supportare da uno a 7.000
utenti: i suoi 8.000 partner
commerciali offrono agli
utenti AS/400 28.000 appli¬
cazioni commerciali destina¬
te al Web e 2.700 applicazio¬
ni per l'e-business.
Una nota di "colore": gli
utenti AS/400 rappresentano
il 94% delle società della
rivista Fortune 100.
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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
91
Apple, il futuro è nel PowerMac
Un modello ultrapiatto con caratteristiche multime¬
diali estreme ed estetica avveniristica festeggia il
ventesimo compleanno del Mac
di Leo Sorge
piate Entrambe le macchine
avranno gratuitamente l'ag¬
giornamento alla versione 8
del MacOS, un'altra delle
stelle dello Smau. Tra le
novità di configurazione tro¬
viamo un hard disk da 4 GB,
un Iomega Zip, un CD-Rom
24x e una cache di livello 2
con bus a 100 MHz. Per
quanto riguarda le stampanti,
Apple ha recentemente fir¬
mato un accordo Oem con
HP, che ha già fruttato tre
nuovi modelli della famiglia
Color StyleWriter l'entry-
point 4100, il 4500 per la qua¬
lità fotografica e la 6500 per
l'utenza professionale. Della
6500 è disponibile anche la
versione per Windows.
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La linea “Vocal” di Gensoft presentata a Smau
Gensoft, punta sullo Smau 1997 principalmente su due fronti:
accanto alle linee di prodotti educational, di intrattenimento e per
uso professionale, sarà presentata la nuova linea vocal, con tec¬
nologia a riconoscimento vocale.
La grande novità sarà costituita dalla linea CUP (Creative Using
Phone), una linea dedicata al mercato SoHo per la telefonia con
utilizzo del riconoscimento vocale, che comprende prodotti alta¬
mente tecnologici a prezzi contenuti quali Vocal Manager E-Mail,
Vocal Fax CltentServer e Vocal Fax On demand.
Della nuova linea vocale verranno esposti Vocal Works 3,0, la
nuova release del prodotto rilasciato lo scorso febbraio, potenzia¬
ta nel parlato continuo" e alcune applicazioni ai prodotti Gensoft,
tra cui Psicologia dei Sogni e Serie A Fantacalcio. Per quanto
riguarda i prodotti educativi per bambini e ragazzi, Gensoft
esporrà la serie dedicata alla matematica, ovvero Fantasimatica,
Grande Matematica-La Giostra dei Numeri e Grande Matematica-
Gli Eroi dei Numeri, la serie dedi¬
cata allo sviluppo delle attività
intellettive costituita dalla trilogia
Giochi di Pensiero 1 -2-3; un pro¬
gramma, Diario Multimediale,
per l'impaginazione e l'elabora¬
zione dei testi, ed infine, Babe,
maialino coraggioso e Free Willy
tratti dagli omonimi film.
Ricoh per la fotografia digitale
Presentate una fotocamera ed una stampante per
f 0 t 0 d 'g itali di Enrico Ferrari
Pensate per quegli utilizza¬
tori che per la prima volta
si affacciano al mondo
della fotografia digitale, le
nuove fotocamere digitali
della Ricoh RDC-300
affiancano le già affermate RDC-
2 nella gamma delle fotocamere digitali
Ricoh, migliorandone la versatilità d'uso grazie a
dimensioni e peso più contenuto Pesano infatti solo 225
grammi e sono dotate di flash incorporato, esposizione automatica,
con bilanciamento automatico del bianco, e compensazione auto¬
matica dell'esposizione: è possibile eseguire rapidamente fotogra¬
fie solamente inquadrando e scattando, senza lunghe e difficoltose
operazioni di regolazione, con una risoluzione di 640 x 480 pixel
Grazie alla modalità shooting è possibile inoltre effettuare con sem¬
plicità riprese in sequenza di soggetti in movimento. Il Modo Testo
è una speciale modalità che serve ad ottimizzare la resa nella ripro¬
duzione di documenti stampati, è utile per esempio per archiviare
articoli tratti da giornali e riviste, oppure per dei fax da memorizzare.
Ricoh RDC-300 è dotata di una memoria interna di 4 MB che con¬
sente di immagazzinare ben 100 fotografie con il modo
"Economy", che si affianca al modo "Normal" , utilizzato per le
riprese standard e al modo "Fine", per immagini in alta qualità. Il
monitor a cristalli liquidi da 1,8 pollici consente di inquadrare e com¬
porre le immagini con maggior precisione, oltre che rivedere le foto
già scattate ed eventualmente eliminare dalla memoria le meno
interessanti. Anche per RDC-300 Ricoh ha previsto la dotazione
dell'apposito software in italiano Ricoh PhotoStudio Lite, un set
completo di funzioni per il fotoritocco e per editare le immagini cat¬
turate. RDC-300 registra e rende disponibili i file delle fotografie in
formato JPEG. Una volta registrate le immagini è adesso possibile
stamparle immediatamente a colori, passando quindi dal formato
elettronico a quello cartaceo: per far questo Ricoh ha realizzato
RXP-10, la nuova stampante digitale a colori progettata per stampa¬
re le fotografie direttamente dalla fotocamera
Funziona grazie al trasferimento termico con sublimazione dei colo¬
ri e stampa direttamente da fotocamera digitale su carta lucida
standard-formato 100x141 mm
o su etichette adesive con 16,7
milioni di colori. Il tempo neces¬
sario per ottenere una stampa è
di soli 90 secondi: il tutto in una
stampante piccola e compatta
(pesa solo 4 kg).
Lindy, gli accessori utili per il PC
Lindy Italia si presenterà con la propria ampia gamma
di cavettistica e di commutatori oltre ad un'offerta
completa di accessori per personal computer quali
tastiere, puntatori elettronici, convertitori PC/video TV
a jr M di altri produttori. Sara presentato WebShare, un dispo-
sitivo che permette di accedere ad Internet da tre per-
1,1 m sonai computer diversi in contemporanea, condividendo
un unico indirizzo IP, un unico modem e un'unica linea
telefonica. Non mancherà, infine, la gamma di prodotti AVerMedia.
tra cui spiccano AVer TV-Phone,
una soluzione hardware e soft¬
ware integrata che permette di
inviare e ricevere comunicazioni
audio e video da un qualsiasi PC
tramite le normali linee telefoni¬
che, e AVer TVGenie, un sinto¬
nizzatore televisivo esterno per
trasformare il PC in televisore.
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nel design con la
futuribile estetica del
Macintosh del ventesi¬
mo anniversario.
Prodotto in edizione
limitata, è un computer
ultrasottile del tutto futuristi¬
co pensato come centro d'in-
trattemmento con un sinto¬
nizzatore radio-TV, ingressi
video e la tecnologia sonora
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Passiamo ai prodotti più tradi¬
zionali. Il massimo delle pre¬
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8600 e 9600
Grazie alla versione a 300 e
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Java WorkShop presentate in anteprima al mercato italiano
Proseguendo nella direzione della rete geografica, la famiglia di prodotto
Solaris si arricchisce di nuove componenti. Facendo riferimento a WebTone, il
suo modello di riferimento, SunSoft propone in anteprima italiana svariati pro¬
dotti, tra i quali spiccano Solaris 2.6, Java WorkShop 2.0 e Java Studio.
1 Solaris 2.6, la nuova release del sistema operativo, è ora totalmente web-ena-
bled. Si focalizza sull'elaborazione workgroup, Internet, aziendale e desktop,
offrendo più di cento nuove funzionalità, studiate per offrire maggiore affidabi¬
lità, velocità, espandibilità, semplicità di uso, sicurezza e accessibilità. Grazie a
recenti accordi basati sulla tecnologia Java, Solaris è accessibile da qualsiasi dispositi¬
vo connesso alla rete, dalle smartcard ai supercomputer passando per Network
Computer, Windows ed NT Server. Solaris è ottimizzato per l'elaborazione in rete e
beneficia delle funzionalità dei sistemi SPARC e delle piattaforme Intel. Il prodotto è
compatibile con la problematica dell'Anno 2000.
Java WorkShop 2.0, in breve JWS 2, è la nuova versione dell'ambiente di sviluppo
Java destinato agli sviluppatori professionisti; la versione Professional mette a dispo¬
sizione un ambiente di sviluppo RAD integrato. I due nuovi strumenti consentono agli
sviluppatori di creare componenti JavaBeans, applet ed applicazioni conformi agli stan¬
dard JDK 11 Tra le componenti troviamo un compilatore Just-in-Time integrato nella
Java Virtual Machine e un Tool Profiler per analizzare le prestazioni dell'applicazione.
La versione Professional integra JWS 2 con Java
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velocizza la creazione di contenuti Java interattivi
e dinamici all'Interno di pagine web esistenti o di
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Umax PhotoRun, un oggetto di peso inferiore ai 100 grammi e
di dimensioni pari a 112x19x63 mm. L'ottica è basata su un
gruppo fisso 60 mm/F2.8 ed un CCD di acquisizione da 250
mila pixel; la memoria è in una compact flash card da 2 MB. «
L'interfaccia con il PC è attraverso l'adattatore PCMCIA Le
immagini, acquisibili in due diversi formati, 504x376 e 320x240, possono essere affida¬
te ai software in bundle, PrestolPhoto Album per la gestione e Prolmage Plus per l'edi¬
ting. L'alimentazione avviene con due batterie alcaline
tipo stilo (AAA). Le caratteristiche di PhotoRun la col¬
locano nella fascia di mercato amatoriale ma anche
in quella professionale per la realizzazione di report,
presentazioni, catalogni. Centro HL è distributore
unico di Umax Multimedia and Peripheral Group, che
tra l'altro comprende lo scanner Page Office IIC.
CentroHL
Via di Novoli 9/17,
50127 Firenze,
Tel. (055) 33790
Le gemme di Tulip fioriscono in Smau
Desktop e server saranno visibili presso gli stand dei partner
Vision Line e Motion Line sono le
linee di prodotto che comprendono le
proposte Tulip nell'area del personal
computing L'azienda è stata tra le
prime al mondo ad introdurre lo stan¬
dard Umversal Serial Bus anche sui PC
entry-level. La Vision Line comprende
desktop e server, questi ultimi in SMP
basata su processori Pentium a 200 MHz
fino al Pentium II.
DOVE & CHI-
Tulip Italia - Via G. di Vittorio 27, 20068
Peschiera B. (MI), Tel. (02) 553.861
Pad. 17-stand D17
Le novità 3Com
3Com parteciperà a Smau con una
offerta differenziata secondo le esi¬
genze, suddivisa in aree diverse.
Partendo dalle soluzioni più
tascabili verrà presentata la
nuova versione del PalmPilot,
che, grazie alle nuove caratteristi¬
che, si appresta a rivoluzionare il
mondo degli organizer.
- Soluzioni Internet/lntranet per
Grandi Aziende e Carrier:
Verranno presentati i nuovi Hub e Switch della
famiglia Superstack II: Superstack II PS HUB
50, HUB 100-Class II e Switch 3000 10/100
Questi prodotti, per workgroup di medie
dimensioni, consentono l'aumento della banda
disponibile a prezzi contenuti e, grazie al
nuovo software di management via Web,
Web-enabled Smart Agent, di gestire la rete
con un’interfaccia utente molto più semplice.
Verrà inoltre presentata la soluzione completa
Gigabit Ethernet, che consente alle reti scala¬
bili ad alte prestazioni di passare da 10 a 100 a
1000 Mbps. Il sistema è basato su scheda
NIC PCI Gigabit Etherlink, SuperStack II
Boundary Switches e CoreBuilder High-
Function Switches, della stessa 3Com.
L'altra grande novità riguarda la Digital
Subscriber Line (xDSL), la nuova frontiera del¬
l'accesso remoto. A Smau 97, 3Com presenta
soluzioni complete end-to-end di accesso con
tecnologia ADSL (Asymmetric Digital
Subcriber Line).
- Soluzioni per il Mercato Consumer e la
Piccola Impresa.
Lo Switch 140M OfficeConnect è uno switch
Ethernet a 5 porte 10/100, appositamente stu¬
diato per ambienti di lavoro di piccole dimen¬
sioni, dove vengono usate applicazioni high-
bandwidth o dove le prestazioni di rete posso¬
no essere intasate da colli di bottiglia.
Grande rilievo viene dato alle nuove schede
per notebook a cominciare da Fast EtherLink
XL, la PC Card LAN 10/100 per notebook più
veloce al mondo. Utilizza un'architettura
CardBus 32-bit.
Le caratteristiche di Paralle! Tasking e
Dynamic Access, brevettate 3Com, garanti¬
scono agli utenti di notebook prestazioni in
rete oltre i 10 Mbps o i 100 Mbps.
Nella famiglia PC Card sarà presentata anche
la Sportster Winmodem PC Card, aggiornabile
alla tecnologia x2, in grado di ricevere informa¬
zioni ad alta velocità fino a 56 Kbps, e la
Sportster 33.6 PC Card with GSM, che oltre a
trasmettere sulle normali linee telefoniche
analogiche può trasmettere anche su rete
GSM. Novità anche nella famiglia dei prodotti
per ISDN: i Courier l-modem avranno nuove
funzionalità e verranno presentati i nuovi
Terminal Adapter.
DOVE 6 CHI
3COM
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La nuova frontiera del video digitale
In anteprima mondiale al Siggraph 97 di Los Angeles (3-8 agosto) e per il mercato europeo all'IBC di Amsterdam
(12-17 settembre) la Pinnacle ha presentato ReelTime, una nuova architettura per l'acquisizione, l'editing
e il riversamento di video digitale di qualità broadcast.
di Bruno Rosali
In una scheda PCI, pienamente
pilotabile nelle sue componenti
su sistemi di classe Pentium in
ambiente Windows NT, Re¬
elTime riesce a concentrare
due canali di compressione M-
JPEG. un mixer audio, una
sezione genlock ed un bus d'e¬
spansione Tale evolutissima
mgegnerizzazione ha un triplice
scopo:
- annullare i tempi d'attesa (in
preview e nella resa della codifi¬
ca finale del materiale compres¬
so la ReelTime agisce piena¬
mente in tempo reale);
- offrire un prodotto, all-in-one,
già completo e produttivo
(senza comunque rinunciare al
supporto di sistemi preesisten¬
ti, come ad esempio il
GenieDVE con il quale la
ReelTime è pienamente com¬
patibile);
- abbassare drasticamente i
costi di un sistema Desktop
Video in ambito broadcast
(rispetto ai 100 milioni di un
sistema medio, la ReelTime
scende ad appena 14 milioni)).
Il tutto sempre mantenendo la
massima qualità audiovisiva,
migliorando la sincronizzazione
audio/video (i due segnali, sfrut¬
tando bus di uguale velocità,
vengono acquisiti con un unico
sync dalla stessa scheda) e
gestendo il quadro video con la
piu recente implementazione
dell'engine M-JPEG
Dal punto di vista hardware la
scheda dispone di due canali
video ed è equipaggiata di due
frame-buffer e due processori
dedicati, uno per canale, alla
generazione degli effetti.
Ciascuna sezione DVE, nello
specifico, è in grado di offrire
130 effetti di transizione, chiavi
cromatiche, di luminanza (gray-
scale) e di trasparenza, tutto in
tempo reale.
A livello software la ReelTime
offre piena compatibilità pratica-
mente con la totalità degli ippli-
cativi di video editing presenti
sul mercato. In particolare la
con i sistemi digitali standard
(Digital Betacam, Digital S,
Betacam SP e DVC Pro) non¬
ché. in opzione e per mezzo
della daughterboard DV/1394.
con camcorder e VTR in stan¬
dard 1394/firewire (protocollo di
trasferimento seriale) nei forma¬
ti DV. DC-CAM e DVC-Pro
Per quanto concerne l'Input/
Output delle componenti audio,
queste sono supportate sia In
connessione bilianciata (connet¬
tore XLR) che sbilanciata (con¬
nettori RCA standard) con pro¬
cessing a 64X. In editing le
componenti audio possono
essere gestite con 2 tracce ste¬
reo di qualità CDaudio
In sede sia di acquisizione che
di codifica la ReelTime supporta
ovviamente sia l'overscan full-
frame NTSC (720x486) che l'e¬
quivalente PAL (720x576) che
controlla, campo per campo,
con una compressione M-JPEG
di tipo scalabile.
Con un 'ratio' a salire da com¬
pressione "zero" (in realtà l'engi-
ne M-JPEG impone sempre
una compressione minima di
1,6:1) fino al massimo fattore di
21:1, la ReelTime ha la capacità
Primopiano sulla Pinnacle
ReelTime. Una scheda PCI a
piena lunghezza dotala di due
memorie di qudto controllate
digitalmente dagli engme M-
JPEGIchip Zoran).
La Consttuction Window di
Premiere con evidenziati i
'punti forti'della ReelTime:
130 effetti di transizione.
Alpha e Chroma Keying,
mixing stereofonico su due
tracce
ReelTime offre un perfetto con¬
nubio con l'Adobe Premiere 4.2
(dotazione completa anche di
plug-in control), FinalCut di
Macromedia, InSync Speed
Razor, Ulead MediaStudio,
Elastic Reality di Avid,
LightWave 3D, AutoDesk 3D
StudioMax, Caligari TrueSpace
e SoundForge di Sonic Foundry.
Per quanto riguarda il prodotto
finale, il video realizzato può
assumere la piena compatibilità
con gli standard Video for
Windows ( Avi), QuickTime for
Windows (.Mov) ed Acti-
veMovie.
Oltre a ciò la ReelTime garanti¬
sce la piena compatibilità all'in¬
terscambio dei file con i sistemi
hardware di Miro (dalla DC1
fino alla DC30 e la DV100), Fast
(FRS60 ed AV-Master) e
Truevision (Bravado). Esportabili
risultano essere anche le liste
EDL (Edit Decision List) in parti¬
colare tramite i protocolli CMX
di Premiere, Grass Valley e
Sony-EDL.
La connessione con il mondo
esterno è garantita Input/
Output sia con i sistemi analogi¬
ci (S-Video e composito) che
di comprimere un singolo
frame da 470 Kbyte (massima
qualità a compressione 'zero')
a soli 33 Kbyte (livello di massi¬
ma compressione 21:1),
Di conseguenza a ciò è possibi¬
le rilevare che, in un solo Gbyte
di memoria, la ReelTime è
capace di acquisire ed imma¬
gazzinare da un
minuto (compres¬
sione 'zero") ad
oltre 16 minuti
(compressione
massima) di infor¬
mazioni audiovisi¬
ve. In definitiva, in
un hard disk da
9Gbyte (attual¬
mente il taglio
massimo disponi¬
bile) con la Reel
Time è oggi possi¬
bile immagazzina¬
re da 10 minuti di video full-
broadcast fino ad oltre 2 ore di
video in compressione massi¬
ma.
A tal proposito, la Broadcast
Digital Services di Roma, impor¬
tatore ufficiale per l'Italia dei
prodotti della Pinnacle. offre un
sistema completo MPC-
ReelTime per l'editing non
lineare che in configurazione-
tipo (Windows NT, ReelTime,
64 Mbyte di RAM ed hard disk
da 9 Gbyte) costa al pubblico
lire 20 milioni 'chiavi in mano'
La confezione della sola
ReelTime è invece posta in ven¬
dita a 14 milioni di lire.
Sia come sistema MPC-
ReelTime che come singola
scheda, la ReelTime viene forni¬
ta completa dei driver per
Windows NT, programmi di dia¬
gnostica per il check-up delle
componenti elettroniche ed una
serie di plug-in per il controllo
sincronizzato delle apparecchia¬
ture Input/Output ad essa con¬
nesse
Per ulteriori informazioni è possi¬
bile collegarsi con il sito di
Pinnacle all'URL
I I
96
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
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standard, il nuovo
AS/ 400 C series
li supporta.
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JII VII
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7,250 Passlhru
l'or superno ili /liti sul
nuot o IS/lllllo sorios.
citi aula IIIM llirorl
iti \ il moro Ionio
167-017(101 * o/i/iure
risiili il silo Interi,e!
il li io.iis 100.il,ni.cum
Il iiulincs \T o Mimisi,fi suiu, „lincili Microsoft Cuiji. (lire iloiuimiiutzioni in citino /miss, mi, essere morelli ilei rispettici limimi. L'inrlirizz,,
linei nei ili IS/IIHI in linlin >■ \in ip u n n .ihnui n> wo \ ‘Se proferisci puoi Inscinrc un messaggio i~mnil n IIIM llirorl all iiulirizzn
[imi ili,et i\u u.Unii.coni l.'iniiirizzi, IIIM llirorl ni Inleriwl è http://direcl.ihm.il/ Limine page ili IIIM è liupi/licicic.ilim.coni
Sulu/,inni |»rr un |Mrcoli* [Miilni.i
Da Pioneer lettori CD-ROM e DVD-ROM
Previsti in quantità limitata per lo scorso mese di settembre, allo stand che la
Pioneer ha preparato a Smau per i propri visitatori saranno finalmente visibili
il nuovo lettore CD-ROM 24x in versione Atapi (DR-A24X), e i lettori DVD-ROM
sia in versione Atapi (DVD-A01X) che in versione SCSI (DVD-U01X): la versio¬
ne SCSI del CD-ROM 24x (DR-U24X) seguirà entro breve.
di Fabrizio Dell'Orso
Caratteristica
dei nuovi CD¬
ROM Pioneer è
certamente rap¬
presentata dai
tempi di accesso
di soli 75 ms, in
grado di rilevare il tran¬
sfer rate fino a 3600
kb/sec, alla quale si uni¬
sce il particolare siste¬
ma "Slot-in" per il carica¬
mento automatico e l'inseri¬
mento autopulente del disco.
Tra le caratteristiche costrut¬
tive invece si segnalano i
nuovi chip-set di tipo LSI per
la gestione della modalità
CAV, a cui si uniscono una
nuova generazione di pick-up
ottici, motori senza spazzole
e nuovi servosistemi. Inoltre
i nuovi lettori sono dotati
anche di un sistema di con¬
trollo capace di ridurre le
nefaste conseguenze origi¬
nate da microvibrazioni del
disco durante la lettura.
I lettori DVD-ROM invece
possono correttamente leg¬
gere supporti a singolo stra¬
to (dischi contenenti un
massimo di 4,7 Gb di dati), a
doppio strato (fino a 8,5
Gb) con un transfer rate
pari a 1,38 Mb/sec.
Assicurata ovviamente
la compatibilità in basso
con CD-ROM e CD-
Audio.
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DVD-A01X lire
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(SCSI) lire 1.127.000 IVA
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Padiglione 23/D1
Lo Smau di Aashima
Aashima ha basato la stra¬
tegia per le presentazioni
allo Smau sui videogiochi e
sui prodotti per le teleco¬
municazioni, verranno inol¬
tre presentati in ogni po¬
stazione i prodotti Trust
per il multimedia e le co¬
municazioni.
CyberGun sarà in¬
fatti uno dei dispo¬
sitivi per videogiochi
presentati alla fiera
milanese. Si tratta di
una pistola che sup¬
porta 4 tipi di armi
diverse e permette di migliorare i
riflessi grazie a Overseas
Mission, il gioco incluso nella
confezione. Aashima presenterà
anche il nuovo modem ISDN
Trust Commumcator e ViCtor II
Video Conferencing, il sistema
per videoconferenza che permet¬
te di telefonare, tramite Internet,
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Pad. 11 - stand B07
Supporto Bilingue da Executive
La caratteristica prin¬
cipale dei computer
Executive, già a parti-
: re dagli ultimi mesi di
quest'anno, sarà costi¬
tuita da una dotazione
bilingue per ciò che
concerne il software e il
sistema operativo, sino a
comprendere le iscrizioni sulla
scatola e sui vari manuali di
istruzioni. La scelta di dispor¬
re sia della lingua italiana che
della lingua tedesca permette
di ottimizzare la penetrazione
dei computer Executive in
tutte quelle regioni di fatto
bilingue, per raggiungere una
collocazione particolarmente
interessante in un settore di
nicchia oggi effettivamente
molto trascurato.
Una decisione non semplice
da mettere in pratica, special¬
mente per quanto riguarda il
sistema operativo, installato
in modalità standard nella lin¬
gua italiana, ma disponibile
anche il lingua tedesca. Per
raggiungere una maggiore
soddisfazione dei propri clien¬
ti, proprio dall'inizio del mese
di ottobre, il contatto con i
tecnici di laboratorio
dell'Executive non è più sol¬
tanto telefonico: grazie a fil¬
mati disponibili in reai time da
tecnici dotati di telecamera,
grazie alla possibilità di intera¬
gire su file comuni, e di scam¬
biare dati e commenti audio, il
contatto con l’Hot Line assu¬
me una chiarezza e una
immediatezza davvero risolu¬
trici per ogni tipo di problema
tecnico, specie se comples¬
so.
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Pad. 11 - stand A30
Risultati record per Oracle nel 1997
E’ andata bene ad Oracle Italia che nel 1997 cresce del 31%.
di Francesco Fulvio Castellano
Come poteva essere diversamente? Oracle Corporation ha
annunciato strepitosi risultati per l'esercizio 1997: il fatturato
ammonta a 5,684 miliardi di dollari, con una crescita del 35%
rispetto al precedente anno fiscale. L'utile netto è cresciuto del
33% arrivando a 845 milioni di dollari, esclusa la spesa di 24
milioni di dollari registrata nel terzo trimestre relativa all'acquisi¬
zione di Datalogix. Questo risultato si confronta con l'utile netto
di 636 milioni di dollari registrato lo scorso anno fiscale, dove
anche lì era esclusa la spesa di 33 milioni di dollari per la transa¬
zione relativa a Information Resources.
Vediamo ora l'Italia, dove Oracle ha ottenuto successi altrettan¬
to significativi raggiungendo 141 miliardi di lire di fatturato pari
ad una crescita del 31,3% rispetto allo stesso periodo del '96. Il
livello di crescita è stato bilanciato in termini di fatturato fra clien¬
ti diretti ed il volume generato dal canale di vendita tramite part¬
ner Oracle Corporation è il maggior fornitore di software per la
gestione delle informazioni e il secondo produttore di software a
livello mondiale.
La società è oggi in grado di offrire database, tool e applicazioni
con i relativi servizi di consulenza, formazione e supporto tecni¬
co in più di 145 Paesi.
98
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Philips Brilliance Monitor.
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è sprecato. I Monitor Brilliance Philips
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o semplici appassionati di videoga-
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ta fedeltà del colore, l’ottimo con¬
trasto e la nitidezza deH’immagine
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cazione professionale - CAD, Desk¬
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dimostrarlo con i monitor Philips.
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Lexmark: le stampanti a colori e monocromatiche
Intel punta sulla rete
Lexmark proporrà al grande pubblico della manifestazione fieristica
milanese gli ultimi innovativi modelli che hanno recentemente arricchi¬
to la propria offerta di stampanti a tecnologia laser e getto d’inchiostro
Hub, switch e router sa¬
ranno presenti in uno
stand separato da quello
dei chip.
Per quanto riguarda
il colore, la famiglia
Optra S propone i
modelli Optra SC,
stampanti professio¬
nali per coloro che
necessitano di produr¬
re documenti a colori di eleva¬
ta qualità per presentazioni,
esposizioni di complesse ana¬
lisi di dati, grafici e disegni,
In occasione di Smau, inoltre,
verrà annunciata la Lexmark
1000, una nuova stampante a
getto d'inchiostro in tricromia
a 600x600 dpi caratterizzata
dalla possibilità di stampare
su strisce di carta.
Lexmark esporrà anche la
nuova generazione di mono-
cromatiche Optra S ad alta
risoluzione (1200x1200 dpi
reali), progettata per l'utilizzo
professionale e aziendale,
Disponibili con tre diversi
motori di stampa (12, 16 e 24
di Enrico Ferrari
pagine al minuto), tutti i nuovi
modelli offrono elevatissime
prestazioni in termini di velo¬
cità e qualità di stampa e
sono caratterizzati dalla
modularità delle opzioni
offerte e dalla facilità
installazione. A rinnovare
completare la ricca offerta di
stampanti per il
SOHÓ, sono invece le nuove
stampanti a getto d'inchiostro
a colori Lexmark 3000 e
Lexmark 7000.
La Lexmark 3000 dispone
una serie di funzionalità che la
rendono ideale per utenti pro¬
fessionali e domestici che
richiedono la più alta qualità
dei risultati ed elevate presta¬
zioni con un'ampia varietà di
applicazioni. La Lexmark
7000, che offre una risoluzio¬
ne di 1200x1200 dpi, è stata,
invece, progettata per utenti
con esigenze sofisticate per
la stampa di immagini di qua¬
lità fotografica e di testi.
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Pad. 9/2 - stand FI 9
Presento, Vendo: il “Fai da te” è ora su Internet
Grazie a un'idea semplice e geniale, la
fiorentina Tecnoware si segnala per due
proposte di ''visibilità" sul WWW molto
attraenti. Si tratta di due pacchetti dalla
grafica e dalla confezione molto riuscite,
con le quali chiunque, in pochi minuti, può
facilmente essere visibile su Internet. La
prima si chiama "Presento", e consente di avere
una Home Page con il proprio marchio aziendale
ed un testo per la descrizione della propria atti¬
vità, una immagine, un testo per l'introduzione ad
una successiva pagina dedicata ai propri prodotti,
e ovviamente, il relativo link Nella pagina
Prodotti o Servizi, fino a 4 immagini, 4 nomi e 4
descrizioni sono disponibili per offrire ulteriori
dettagli alla propria offerta. Oltre ad un proprio
indirizzo Internet, sono offerte nel pacchetto un
indirizzo E-Mail, la registrazione su 50 motori di
ricerca, il canone di mantenimento, la presenza
su Virtual Trade e sulla
Home Page di presenta¬
zione, piu la ricezione di
ordini e messaggi per Fax.
La seconda si chiama inve¬
ce "Vendo", e in più oltre
alle possibilità concesse
di Fabrizio Dell'Orso
dalla formula
precedente
da' diritto a
una seconda
pagina per
Prodotti o
Servizi, per
un totale di 8
immagini, 8
descrizioni, e
8 prezzi, con
attivazione
della pagina Riepilogo Ordine. Quest'ultima pagi¬
na consente un immediato riepilogo dei prodotti
ordinati con indicazione importo totale, indicazio¬
ne dei dati del cliente e del tipo di pagamento
scelto con invio dell'ordine all'azienda.
Prezzi, lire 169.000 per la formula "Presento", e
lire 249.000 per quella "Vendo".
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Padiglione 11 • stand A30
La divisione Net-
working Products
fj di Intel, specializza-
ta nei prodotti di
' management e ci
4 infrastruttura (hub,
^**•1 switch e router),
sarà presente in modo autono¬
mo dalla divisione microproces¬
sori, Lo stand, sito nel padiglione
17, è arricchito da un'area dimo¬
strativa dove sarà possibile
vedere - installati e funzionanti -
almeno 50 dei prodotti del pro¬
gramma AvaLANche.
Tra le soluzioni presentate a
Smau 97 i visitatori troveranno,
ad esempio, il nuovo hub stacka-
ble Express 10/100, i nuovi Intel
Express 10 Switch+ e Intel
Express 10 Switch che dispon¬
gono entrambi di funzioni
RMON e della Intel Adaptive
Technology ed i nuovi router
Express, progettati per ottenere
dall'infrastruttura di rete geogra¬
fica, frame relay, punto punto e
ISDN un vantaggio competitivo.
In Italia i prodotti Networking
sono distribuiti da: Algol-Telcom,
Computer 2000, Ingram Micro,
Farnell, Lasi Elettronica, OPC-
Lan e dal Network Specialist
Nova ST.
La presenza a Smau '97 si inseri¬
sce coerentemente nella strate¬
gia della società volta a migliora¬
re le comunicazioni basate su
architetture client/server e a otti¬
mizzare i relativi costi di gestio¬
ne. Tale strategia ha visto Intel
effettuare ingenti investimenti
nel settore, attraverso l'acquisi¬
zione della danese Case
Technology e la partecipazione
in Xircom e SMC, tutte avvenute
nel primo trimestre del 1997.
Per quanto riguarda i micropro¬
cessori sarà sul Pentium II che si
focalizzeranno tutte le iniziative
di comunicazione nel corso dello
Smau, come già è stato nella
seconda metà del 1997.
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Intel Corporation Italia
Milanofiori Palazzo E/4,
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dell'italiano, La costruzione delle frasi, Come
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Cigraph estende la sua tecnologia ad AutoCAD
Per la rassegna milanese Cigraph fa le cose in grande e propone dimostrazio¬
ni ed anteprime tra le quali PlotMaker versione 2.0 per AutoCAD
di Leo Sorge
J^TI Vi siete mai chiesti
"' 11 1 cosa possa significa-
■j W J re fare CAD con un
vero computer mobi-
p C [ le? Grazie alla potenza
e facilità d'uso di
Newton, appena 700 gram¬
mi, è sufficiente una penna e
la versione Pocket di
HouseMap per effettuare, ad
esempio, qualsiasi rilievo d'in¬
terni in modo automatico,
semplice e senza possibilità
d'errore. Per quanto riguarda
l'anteprima si tratta di
PlotMaker versione 2.0 per
AutoCAD. PlotMaker è stu¬
diato appositamente per
migliorare l'efficienza delle
operazioni di stampa, fornire
a video la rappresentazione
completa degli elaborati,
anche in caso di più disegni, e
facilitare le successive fasi di
stampa e disegno su plotter
La nuova versione 2.0 è spe¬
cifica per i progetti realizzati
con AutoCAD, di cui assicura
l'automatica ed assoluta com¬
patibilità di tutti i formati
(DXF. DWG, BMP, TIFF,
JPEG, Windows Enhanced
Metafile, Windows Metafile,
EPS) e permette di
personalizzare le tavole
indipendentemente
dalla periferica di usci¬
ta. Tra le altre caratteri¬
stiche, PlotMaker con¬
sente l'uso sulla stessa
tavola di file di natura
diversa, vettoriale e
raster.
La configurazione mini¬
ma richiesta parte dalla
CPU 80486 DX2 con
32 MB di Ram e siste¬
ma operativo Windows
95 o Windows NT
3.51.
Ma presso gli stand
Cigraph è possibile toc¬
care con mano anche
la realtà virtuale di
ArchiCAD 5.0, che con¬
sente di creare e rappresen¬
tare in rendering modelli tridi¬
mensionali dell'edificio e di
muoversi interattivamente in
ambienti integrati di realtà vir¬
tuale, usando un semplice
PC configurazione minima
nel mondo Windows quella
già vista per PlotMaker, men¬
tre per il mondo Apple serve
almeno il Power Macintosh
con FPU, 24 MB di Ram e
System 7.1 o successivi.
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Dialogic, il nome del CTI
Presentato in occasione
dello SMAU il primo
client/server in standard
S.100
Dialogic Telecom,
principale fornito-
re mondiale di
piattaforme
0 r ' hardware e soflwa-
re per l'integrazione
'•uatta tra personal compu¬
ter e sistemi telefonici, presen¬
ta tra l'altro DM3 e CT Media
DM3 è la nuova piattaforma di
telefonia computerizzata mo¬
dulare e flessibile di questa
piattaforma, che permette di
aggiungere altre risorse ogni
volta che si presenta la neces¬
sità, senza modificare l'hard-
ware, ma agendo soltanto sul
firmware e sul software.
CT Media è il primo prodotto
client/server basato sullo stan¬
dard ECTS S.100 per server di
telefonia computerizzata, che
permette di integrare applica¬
zioni e tecnologie sullo stesso
server Windows NT e di distri¬
buirle in una LAN in ambiente
client/server.
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Arriva la versione beta di Gartner Group Advisor su Netscape Netcaster
Si tratta del nuovo componente del software Client di Netscape Communicator che consente la spedizione
"push” di contenuti dinamici.
di Francesco Fulvio Castellano
creato un canale tempestivo ed approfondito per gli utenti del
software Netscape Netcaster,
Gartner Group Advisor fornisce, gratuitamente, ai dirigenti una
panoramica delle ricerche sulle Tecnologie dell'Informazione, dati di
mercato e della formazione IT di Gartner Group.
Contenuti gratuiti vengono presi da varie fonti GG che eseguono i
link al sito web interattivo di Gartner Group.
Gli utenti possono eccedere ad informazioni gratuite addizionali e
prendere visione dei sommari delle pubblicazioni che la società
mette in vendita.
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Gartner Group Ine. ha annunciato la disponibilità della versione beta
del proprio canale Gartner Group Advisor su Netscape Netcaster, il
nuovo componente del software client di Netscape Communicator
il quale consente la spedizione “push" di contenuti dinamici: in
Netscape Netcaster, il Gartner Group Advisor è visto come canale
primario ed è accessibile gratuitamente agli utenti di Netscape
Communicator.
Con Netcaster l'utente può creare un cosiddetto "webtop" o cana¬
le privilegiato, come, ad esempio, Gartner Group Advisor, il quale
risulterà ancorato al proprio sistema desktop, Il webtop raccoglie
notizie, ricerche e dati specifici della società cui si può accedere,
successivamente, in modalità off-line secondo le esigenze dell’u¬
tente. Netscape Netcaster consentirà a Gartner Group di fornire le
proprie analisi avanzate nell'IT contenute in Gartner Group Advisor
direttamente sui desktop di migliaia di utenti Utilizzando le specifi¬
che FITML, il compilatore Java ed i JavaScript, Gartner Group ha
102
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HPC, LCD, DVD: nelle sigle il futuro di LG
Tra le altre novità dei monitor di fascia alta ed una telecamera per PC
Molti i monitor pre-
sentati in Smau. Il
kj 29i da 21" si inseri-
sce al top della
gamma LG comple-
^'**‘*55 tando l'offerta nell'a¬
rea professionale con
un prodotto per clienti che
cercano il massimo in termini
di risoluzione e prestazioni. È
l'ideale per le applicazioni
cad/cae e di desktop publi-
shmg.
Il tubo Diamondtron offre
una luminosità superiore alla
media. Derivante dalla tecno¬
logia Trinitron di Sony, con la
differenza che invece di un
solo cannone elettronico per
i tre colori ne ha tre, uno per
ogni colore, vi aggiunge un
circuito che migliora la
messa a fuoco agli angoli del
fascio di elettroni, con il risul¬
tato di immagini ben definite
anche ai bordi dello schermo.
Il 78FT da 17" usa una parti¬
colare maschera, la Fiat
Tension Mask (FTM), che
annulla la distorsione dell'Im¬
magine, un miglioramento
ulteriormente evidenziato dal
doppio sistema dinamico di
messa a fuoco e dal dot
pitch di soli 0 24 mm.
Molto interessanti, i monitor
a cristalli liquidi (LCD), rispet¬
to agli attuali monitor con
tubo catodico, hanno innega¬
bili vantaggi: minori dimen¬
sioni a parità di area visiva,
minor consumo, distorsioni
inesistenti, emissione di
radiazioni ridotta o quasi ine¬
sistente, nessun fenomeno
di sfarfallamento dell'imma-
gine. LC500 è uno dei moni¬
tor dell'ultima generazione,
un 15" di diagonale reale in
grado di riprodurre fino a
16,7 milioni di colori (24 bit) a
una risoluzione di 1024 x 768
punti. Il consumo è soltanto
di 45 W alla massima poten¬
za: le dimensioni contenute
e il basso livello di calore
generato lo rendono ideale
da impiegare in ambienti
affollati e con poco spazio a
disposizione.
Da sempre sensibile all'inno¬
vazione tecnologica LG pre¬
senta Il suo lettore DVD-
ROM, il DRD-8160C.
Può essere suddiviso ideal¬
mente in due parti, una per
la lettura dei supporti DVD
sino a 4,7 Gbyte a singolo e
doppio strato, l'altra per la
lettura dell'attuale parco esi¬
stente di CD-ROM. La parte
DVD legge il disco ad una
velocità 2X con una velocità
di trasferimento dei dati di
2,77 Mbyte/sec e un tempo
di accessq di circa 150 milli¬
secondi. È collegabile senza
problemi di compatibilità ad
una normale porta EIDE
venendo riconosciuto auto¬
maticamente dal BIOS all'av-
viamento del computer. E
compatibile con i sistemi
operativi DOS, Windows 3X,
Windows NT e Windows 95.
L'HPC di LG Electronics si
chiama GP40M. Nonostante
le piccole dimensioni è un
concentrato di funzioni.
Le dimensioni con il coper¬
chio chiuso sono di 167 x 95
x 25,4 mm, il peso senza le
batterie è di poco superiore
ai 300 grammi. Il display è
un touchscreen da 480 x
420 punti con quattro livelli
di grigio, la Ram è di 4 MB.
Oltre alla porta seriale ed a
quella ad infrarossi è in dota¬
zione una porta PCMCIA per
le funzioni di telefonia o di
espansione di memoria sino
di Leo Sorge
a 20 MByte.
Gli accessori comprendono
una coppia di batterie a stilo
agli ioni di litio, un CD-ROM
con il software per Windows
CE e un alimentatore in cor¬
rente alternata. Il modello
PTRM5 include una scheda
Fax-modem con i relativi cavi
di collegamento.
Un altro dei nuovi oggetti di
culto disponibili in Smau è la
telecamera da computer
LVC-M100NP. Il peso di 185
grammi e l'ampia base di
appoggio evitano che la tele¬
camera si sposti al minimo
urto. L'immagine acquisita
ha una risoluzione orizzontale
di 330 linee TV, il numero dei
pixel che la compongono è di
510 in orizzontale per 492 in
verticale.
L’obiettivo da 4 millimetri ha
la messa a fuoco manuale
partendo da una distanza
minima di 30 millimetri sino
all’infinito.
Sarà disponibile dal prossimo
mese di novembre.
LG Electronics Srl
Centro Direz. Il Quadrato,
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IDWare, i palmari professionali
Grandi novità per IDWare,
che presenta ben tre model¬
li particolari nell'area dei
portatili.
Si tratta del palmare
Formula 8500, del
micro-terminale
laser Formula 725 e
del radio scanner For¬
mula 715. In particola¬
re ha importanza il
primo. Formula 8500 è il nuovo
palmare con lettore laser integrato
basato su tecnologia PC realizzato
da IDWare. Il sistema operativo
standard DOS e l'architettura
PCMCIA assicurano al nuovo
Handheld Formula, super leggero
e compatto, impareggiabili doti di
apertura sistemìstica, facilità di
integrazione e di espandibilità.
nonché una maggiore facilità di
programmazione per gli sviluppa¬
tori già familiari con la pro¬
grammazione in am- •*'
biente PC. Lo slot PCM- 1
CIA tipo II accessìbile
all’utente permette una
semplice installazione dì
schede modem, adatta- I
tori Ethernet e Token j
Ring, nonché di solid
state disk in formato
standard PC Card.
È disponibile sia in versio¬
ne batch che radiofre¬
quenza, quest'ultima
usante la nuova tecnolo¬
gia Spread Spectrum a
2.4 GHz, senza licenza
d'uso, che assicura colle¬
gamenti in Wireless LAN
(WLAN) ad elevata velocità (fino a
2Mbps) nonché, grazie alla tecnica
Frequency Hopping, una assoluta
immunità ai disturbi. F8500 è in
grado di leggere tutti i più comuni
codici a barre inclusi, come opzio¬
ne, i nuovi codici bidimensionali
tipo PDF-417. Particolarmente
curata l'interfaccia utente. Per i
portatili Formula è disponibile un
software di emulazione 5250,
3270 e VT-100 Si tratta di
PowerLink per Windows 95 e NT
è un prodotto middleware potente
e facile da usare, studiato per con¬
sentire una semplice integrazione
dei terminali wireless Formula a
433 MHz o spread spectrum a 2 4
GHz con i sistemi informativi
aziendali midrange e mainframe.
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Sony presenta PlanetMedia: ovvero l’integrazione delle tecnologie
L’integrazione continua, senza la minima sosta: per questa edizione, Sony a Smau presenta novità a pro¬
fusione in ogni settore, unite da un unico filo conduttore che vede nel matrimonio e nell’integrazione delle
tecnologie la chiave di ogni sviluppo futuro.
Circa 1700 metri
quadrati per mette¬
re in mostra, presso
il padiglione 11, i
risultati già raggiunti
e quelli già disponibili
di questo inarrestabile pro¬
cesso,
La divisione dell'lnformation
Technology presenta, quale
radioso fiore all’occhiello, il
monitor GDM-W900 da 24
pollici in formato 16:10 La
sua caratteristica principale
è costituita dalla innovativa
griglia ad apertura variabile
grazie alla quale è possibile
ottimizzare l’immagine su
tutta la superficie.
Al fianco dei noti monitor
con tubo Trinitron, sono poi
disponibili un nuovissimo
lettore CD-ROM portatile, il
PRD-250, e una nuova
gamma di drive magneto-
ottici che, grazie alla tecno¬
logia del sistema Direct
Overwnte, consentono velo¬
cità di lettura/scrittura molto
vicine a quelle dei tradiziona¬
li hard-disk, che si affianca
alla linea di unità per il back-
up e per la memorizzazione
di grandi quantità di dati,
come l’SDT 9000. una unità
dati su formato R-DAT da 12
a 24 Gbyte.
Il settore professionale non
è certo da meno, considera¬
to che propone soluzioni
che vanno, nel settore della
visualizzazione delle imma¬
gini, dal piu piccolo monitor
a 14 pollici ai sistemi
JumboTron, capaci di visua¬
lizzare immagini della super¬
ficie di decine di metri qua¬
drati.
All’interno della gamma,
particolare attenzione la
meritano i videoproiettori
LCD come il nuovo VPL-
S500QM, a cui adesso si
affiancano quelli basati sul
sistema Digital Micromirror
Device (DMD) con il nuovo
VPD-S 1800. in assoluta
anteprima per l'Italia.
Nel settore della videocon¬
ferenza, invece, le novità si
chiamano Trinicom 5100
(con schermo 16:9, che
incorpora una unità di con¬
trollo capace di collegare
contemporaneamente 4
utenti utilizzando sino a 6
canali ISDN), che si affianca
al modello Trinicom 3000.
Alle soluzioni per grandi
aziende si affiancano poi
soluzioni perfettamente
individuali come, ad esem¬
pio, la nuova versione del kit
PCB-500.
In dimostrazione anche un
esempio di sistema per il
Near Video On Demand
(NVOD), il Videostore, pro¬
posto per musei, fiere e
grandi superfici.
Con la nuova Digital Mavica Sony introduce la prima fotocamera magnetica al
mondo che utilizza un comune floppy disk come supporto di memorizzazione.
E' disponibile sia in versione con fuoco fisso che con zoom lOx
di Fabrizio Dell 'Orso
Grandi impulsi
creativi sono infi¬
ne in mostra nel
settore consu¬
mer. dove su
tutto spiccano i
nuovissimi televi¬
sori con schermo
in 16:9 assoluta-
mente piatto: si
chiamano FD
Trinitron Wide, e,
dopo averli visti
all'IFA di Berlino,
possiamo assicu¬
rare che sono
davvero spetta¬
colari.
Disponibili attual¬
mente per i mo¬
delli da 32 e 28
pollici, i TV della
serie FD dispongo¬
no di doppio sinto¬
nizzatore Pai Plus e
circuito 100 Hz
Digital Plus.
Altro fronte di
grandi opportunità
è senza dubbio
quello della foto¬
grafia digitale, do¬
ve si trova la Digi¬
tal Camera Mavica,
la prima macchina
fotografica ad
impressionare... in
tutti i sensi anche
un comune floppy-
disk. basta caricare
i file (quattro foto
ad alta risoluzione,
molte di più se è
sufficiente una
risoluzione media)
da un qualsiasi
computer, e il gioco
è fatto.
Due i modelli per il momen¬
to disponibili, uno a fuoco
fisso l'altro con ottica zoom
lOx. Grazie alle batterie
all’info-litio, tecnologia
Stamina, garantiti fino a 500
scatti senza ricaricare.
24 pollici di diagonale, rapporto d'aspetto in 16 10. gri¬
glia di apertura variabile per ottimizzare la restituzione
delle immagini sull'intera superficie del display ecco
in sintesi il nuovo GDM-W900 Sony Trinitron
Sony commercializza un ampia gamma di sistemi
di videoconferenza adatti per la grande organizza¬
zione come per il singolo utente Nell'immagine il
Trinicom 5100
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La musica di Informix nei tanti accordi mondiali
E' il momento di Informix Universal Server, in
breve IUS, il primo database server che unisce
la tecnologia Object-Oriented ai vantaggi dei
database relazionali tradizionali.
Combinando prestazioni e scalabilità della Dynamic
Scalable Architecture con la tecnologia di espansione
DataBlade, IUS permette di gestire in modo efficiente
tutte le tipologie di informazioni strutturate e non, oltre a
informazioni multimediali complesse come pagine Web.
serie temporali, numeri, immagini, mappe, suoni e
sequenze video. La versione attuale è molto veloce
rispetto alle precedenti.
L'offerta di ORDBMS (Object-Relational Database
Management System) basata sull'architettura DSA di
Informix Software è completata da Informix-OnLme
Workgroup Server, database server dedicato ai gruppi di
lavoro e progettato per la distribuzione di applicazioni
basate su LAN. OnLine Workstation, la versione
monoutente del prodotto, ideale per la creazione e il rila¬
scio di applicazioni PC desktop, e OnLine Dynamic
Server, database server parallelo, multithread e ad alte
prestazioni, ottimale per applicazioni di data warehou-
sing e negli ambienti ÓLTP
Inoltre, per offrire alle aziende la possibilità di usare il
World Wide Web come un mezzo immediato e interatti¬
vo di comunicazione con gli utenti, Informix Software
presenta Informix-Umversal Web Architecture, un
ambiente innovativo, flessibile e integrato che consente
agli sviluppatori Web di creare e gestire una nuova
generazione di applicazioni dinamiche, ricche di funzioni
multimediali. L'offerta Informix continua con la nuova
versione di NewEra. strumento di sviluppo client/server
aperto, orientato agli oggetti e con interfaccia grafica, e
con la tecnologia Smart Card, nata dall'Alleanza
'Imagine Card' promossa da Informix, Gemplus e
Hewlett-Packard. Un'altra presentazione riguarda la
famiglia di prodotti Informix-Data Director. Questa stra¬
tegia è volta a consentire agli sviluppatori di sfruttare al
meglio la propria conoscenza dei più importanti ambienti
di programmazione, quali Symantec Café, Symantec
Visual Café e Visual Café Pro, Microsoft Visual Basic.
Visual C++ e Visual J ++, NewEra, Forte e
PowerBuilder Si tratta della concretizzazione della
nuova strategia Universal Tools lanciata da Informix con
l'adesione di Microsoft. Symantec. JavaSoft. Powersoft,
Forte e Seagate Software Infine software house e
value-added reseller conosceranno ’Built with Informix',
la promozione studiata per fornire ai partner le migliori
condizioni per sviluppare nuove applicazioni basate sulla
tecnologia Informix. Cuore del programma è Online
Workgroup Package, costituito dallo stato dell'arte delle
soluzioni Informix in ambito motori database e tool di
sviluppo. Il pacchetto, proposto a lire 3.400 000 IVA
esclusa tramite i distributori Strhold, Stone e Opensoft,
comprende la full development version per tre utenti di
Informix-OnLine Workstation (versione sviluppo del
Database Informix-OnLine Workgroup Server),
Informix-New Era Development Suite, Netscape Fast-
Track Web Server.
Netscape Navigator
Web Client. Informix- Informix Spa
Data Director for Visual Palazzo F. Via Roma 108.
Basic e Informix-Data 20060 Cassia de' Pecchi IMI),
Director for Java. Tel. (02) 95.45.01
Net2Phone: il telefono pubblico sbarca su Internet
È adesso possibile effettuare una chiamata telefonica su
Internet senza bisogno di usare il personal computer e il
modem grazie a una rivoluzionaria tecnologia sviluppata
da una società americana con sede nel New Jersey, la
IDT che ha infatti lanciato un nuovo tipo di software, chia¬
mato Net2Phone Direct.
di Enrico Ferrari
Che si possa trasmettere
la voce via Internet non è
certo una novità, grazie a
programmi di Chat vocali
sono milioni le persone
che ogni giorno si parlano
utilizzando il proprio com¬
puter e la rete come
mezzo di trasporto della
voce.
Il vantaggio rispetto al
telefono tradizionale è
enorme, per parlare con
chiunque si spende solo
l'equivalente di una telefo¬
nata urbana, lo svantaggio è che
gli interlocutori devono disporre di
modem e connessione Internet
Net2Phone ha da tempo lanciato
un programma che permette per
uno degli interlocutori di non
dover essere costretto ad avere
l'accesso ad Internet il program¬
ma infatti permette a chiunque si
sia registrato sul sistema di chia¬
mare un qualsiasi numero della
rete telefonica mondiale. In pratica
solo uno dei due interlocutori è
connesso ad Internet ed usa il pro¬
gramma Net2phone, che a sua
volta, tramite un server remoto,
chiama un qualsiasi numero speci¬
ficato dall'utente. Dato che il ser¬
ver è negli USA, chiamare in voce
un qualsiasi utente americano
costa molto poco, dato che non si
paga la tratta internazionale ma
solo quella interna negli USA, il
resto della chiamata è la solita
telefonata urbana al proprio provi¬
der.
Chiamare un qualsiasi numero
all'interno degli USA costa pochis¬
simi cent al minuto, contro le
diverse migliaia di lire di una tradi¬
zionale telefonata intercontinenta¬
le.
In piu è possibile chiamare gratui¬
tamente qualsiasi numero 800, l'e¬
quivalente dei numen verdi italiani
negli USA, cosa impossibile da
fare all'esterno degli USA. Anche
le tariffe verso gli altri paesi sono
estremamente competitive rispet¬
to ai tradizionali costi telefonici: il
sistema funziona cosi bene, anche
come qualità, che alcune compa¬
gnie telefoniche nazionali stanno
boicottando l'accesso dei propri
provider verso Net2phone,
Forte del successo acquisito, la
società americana ha saltato
anche l'ultimo svantaggio che
richiedeva almeno un utente con¬
nesso su Internet
Net2Phone Direct è in grado di
connettere due apparecchi telefo¬
nici attraverso la rete globale, uti¬
lizzando Internet come supporto
per il trasporto della telefonata,
Si può accedere al sistema da
qualsiasi telefono degli USA, ma
presto verranno aperte in tutto il
mondo nuove sedi per la società
che promette di dare battaglia alle
compagnie telefoniche mondiali
con dei prezzi ridottissimi
Una chiamata interna agli USA
costa solo 8 cents al minuto, men¬
tre ad esempio per chiamare
Londra da New York si spenderan¬
no 18 cents al minuto che però è
di più di quanto offerto dalla
AT&T Comunque la battaglia dei
prezzi è solo all'inizio e molte
compagnie stanno sperimentando
servizi di telefonia basati sull'utiliz-
zo di Internet per le chiamate
internazionali ed interurbane,
anche le reti cellulari beneficeran-
no di questa nuova tecnologia che
farà sensibilmente scendere i
costi per l'utente finale.
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108
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Delphi 3 Standard
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Creative Labs: il multimedia avanzato per audio, video e dati
Tra i principali attori mondiali nel mercato delle periferiche multimediali,
Creative Labs ha preparato per Smau uno stand davvero imperdibile, oltre alle
sue celebri schede audio (l'azienda è di fatto nota nel mondo per aver dato
"voce” ai Personal Computer), tra cui spicca oggi la AWE 64 Gold costruita
con componentistica selezionata e dotata di uscita digitale in standard SPDIF.
di Fabrizio Dell'Orso
Nello stand un posto
■-J di primo piano spetta
al nuovissimo kit
/ / completo di lettore
Ifl DVD. il supporto ottico
52J per dati, immagini e
audio che presto rivolu¬
zionerà (grazie alle sue
eccellenti capacità di imma¬
gazzinamento dati) l'intero
mondo dei personal compu¬
ter
Non mancheranno ovvia¬
mente anche le novità nei
settori piu tradizionali: i kit
con CD-ROM ora benefice-
ranno di un lettore 24x e
includeranno una scheda
audio AWE 64 Standard con
sistemi di altoparlanti di alta
qualità-
Su questo piano sarà inoltre
presentata la nuova linea di
altoparlanti creata dalla
Cambridge SoundWorks,
produttrice nota per i suoi
mini sistemi ad alta fedeltà.
Un altro spazio importante
lo avranno infine le schede
di accelerazione grafica 3D,
studiate per supportare tutti
i più recenti e acclamati
videogiochi, tra cui quelli
che richiedono l'interazione
con compagni di gioco diret¬
tamente sul Web. E proprio
per navigare su Internet,
ecco infine la proposta in kit
per la videoconferenza (o
per l'appunto, per il video¬
gioco in rete), basata su un
velocissimo modem esterno
a 56 kbps.
Per tutti, l’appuntamen¬
to è al padiglione 1, presso
il Multimedia World.
DOVE k CHI -
Creative Labs Srl
Strada 4. Palazzo A/3. Milanof.
20090 Assago (MI).
Tel (021 57 51 0774
Padiglione 1
Multimedia World
Microlink Display, ecco le novità
Microlink Display,
la catena informati¬
ca che in breve
tempo si è imposta
tra i protagonisti del
panorama italiano
della distribuzione
informatica, sarà presente a
Smau con novità ed intratteni¬
menti: sarà possibile misurare la
propria abilità con la macchina di
realtà virtuale e intraprendere
appassionanti sfide giocando,
nelle postazioni appositamente
attrezzate con PC Microlink, con i
giochi più avvincenti del momen¬
to. Al pubblico degli operatori del
settore, Microlink Display dedi¬
cherà. invece, uno spazio piu rac¬
colto. dove poter dialogare in
tranquillità con i propri partner
attuali e potenziali Per coloro
che saranno interessati a cono¬
scere più a fondo la realtà
Microlink Display potranno rice¬
vere in dettaglio le informazioni
riguardo l'attività della catena,
che conta oggi 56 punti vendita
distribuiti su tutto il territorio
nazionale.
& CHI -
Microlink Srl
Via Sestese 61,
50141 Firenze.
Tel. (055) 42.74.300
Pad. 11 - stand E13
Traxdata, memorie di massa e masterizzatori per ogni evenienza
In concomitanza con Smau, Traxdata presenta il suo primo masterizzatore di CD su interfaccia IDE (Atapi)
capace di scrittura 2x e 8x in lettura: si collega direttamente ad uno dei due canali del controller presente
sulla motherboard, senza nessuna interposizione di ulteriori schede.
di Fabrizio Dell'Orso
I kit è fornito del software Easy CD Pro, cavi e acces¬
sori meccanici, un disco vergine e un particolare pen¬
narello per scrivere sopra i CD-R.
A questa unità Traxdata affianca un masterizzatore per
porta parallela e un masterizzatore CD-RW
primo è un 2x in scrittura e un 6x in lettura, ed è indi¬
rizzato prevalentemente a chi ha esigenze di spostare
spesso una simile unità tra più computer aziendali, oltre a
costituire la soluzione ideale per chi utilizza prevalentemente
computer portatili: visto l'uso su porta parallela, è disponibile
solo come unità esterna.
Il secondo è un masterizzatore dell’ultima generazione,
espressione della più sofisticata tecnologia oggi applicata al
settore
È infatti compatibile sia con i normali supporti CD-R (che regi¬
stra ovviamente una sola volta) che. ovviamente, con i nuovi
supporti CD-RW, registrabili più volte. In lettura, la compatibi¬
lità tra i vari supporti prevede per i CD-R l'impiego da qualsiasi
unità (lettore o lettore/masterizzatore), mentre per i CD-RW
solo da masterizzatori CD-RW. Disponibile sia in versione
esterna che interna, propone una velocità di lettura pari a 6x,
4x in fase di scrittura e 2x per la più complessa operazione di
ri-scrittura.
Ancora, a Smau Traxdata presenta soluzioni "end to end" per
il mercato della duplicazione professionale di CD,
Sono difatti disponibili duplicatori in grado di creare 4 copie
contemporanee su CD-R in meno di 18 minuti, con il supporto
di qualsiasi formato, copiatori professionali veloci e unità di
conversione da DAT a CD-R.
Per tutti, appuntamento a Smau al padiglione 10. stand C 13.
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ScanMaker E6 acquisisce le immagini con una qualità che non avete mai visto. ScanMaker E6 è l'evoluzione
di una serie di scanner di successo, e rappresenta, dopo ScanMaker E3, il secondo
apparecchio di una nuova generazione di scanner con cui Microtek segna il passo in fatto
di innovazione e prestazioni, ad un prezzo veramente interessante. ScanMaker E6 è in
grado di analizzare ogni documento con una sola "passata": brillantezza dei colori,
precisione e profondità sono assolutamente realistiche, il tutto con una rapidità di
scansione e una qualità veramente uniche. Con ScanMaker E6 viene fornito ScanWizard, il
software intelligente di Microtek che consente di sfruttare al massimo tutti i vantaggi offerti
dallo scanner. Per consentire un miglior utilizzo dello scanner, ScanMaker E6 viene fornito
insieme ad altri software di elaborazione delle immagini e analisi dei testi. Rivolgetevi al
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The Digital Vision
Wyse Winterm 4000, ENC per le intranet
Java e Windows al contempo sui superterminali distribuiti da Ready
di Leo Sorge
I network computer si fanno enhanced. Non tutti, però: al momento si
tratta duna prerogativa dei soli modelli Wyse. importati in Italia da Ready
Informatica. I Winterm 4000 sono i primi ad essere totalmente conformi
alle specifiche NC Reference Profile, e parallelamente sono in grado di
accedere alle applicazioni Windows, caratteristica questa unica nel panora¬
ma attuale.
Wyse ha acquisito la licenza di JavaOS implementandolo sul chip
StrongARM di Digital. Inoltre sui Winterm è disponibile la suite NC Desktop di
Network Computer Ine., la consociata di Oracle.
La linea Winterm 4000 si rivolge a un pubblico di 'power user', ovvero quegli
utenti evoluti che hanno bisogno di un
browser dotato di capacità di esecuzione di
applicazioni locali, comprese le applicazioni
real-time sviluppate in Java.
Un'altra famiglia di prodotti interessanti è
quella dei monitor professionali flat-panel
WYSEvision
Wyse espone presso Ready Informatica
Ready Informatica
Viale L da Vinci 54,
Barzanò (Lecco),
Tel. (039) 92 12.121
Pad. 11 - stand G16
Congresso AICA ‘97 con un occhio rivolto ad Internet
“Internet e... oltre” è stato il tema della manifestazione milanese
svoltasi a Milano dal 24 al 26 settembre, un “must" per il mondo
dell' ICT e un confronto tra mondo scientifico e mercato per delineare
lo scenario attuale e le future applicazioni di Internet. Presentato
anche da SIRMI lo studio su “Mercato Internet in Italia verso il 2000".
di Francesco Fulvio Castellano
Elserino Piol, Presidente AICA, in apertu¬
ra ha sottolineato la novità del congresso,
che ha affiancato al rigore tipico dei con¬
vegni scientifici "una altrettanto rigorosa
analisi dello scenario applicativo ed eco¬
nomico di Internet Per raggiungere que¬
sto obiettivo, l'edizione '97 ha offerto agli
intervenuti e agli sponsor un programma
più articolato, una serie di panel di argo¬
mento vario e ospiti di tutto rilievo"
Argomento dell'incontro d'apertura e
stato "Dall'Europa alle realtà locali",
un'occasione di dibattito in cui esponenti
del mondo politico e industriale, italiano
ed europeo, si sono confrontati attraver¬
so una serie di relazioni e una tavola
rotonda sui panorami di competizione e
sviluppo della Rete. Hanno seguito il rap¬
porto tra "Internet e Media", due sessio¬
ni parallele sul ricco tema "Internet e
Tecnologia", una sessione dedicata a
"Internet ed Economia - Banche.
Industria Territorio", per chiudere con
una tavola rotonda sul tema "Oltre
Internet", alla quale ha partecipato "la
crema" del mondo dell'ICT.
In questa occasione, Maurizio Cuzari,
amministratore delegato di SIRMI, ha illu¬
strato una panoramica dettagliata su "Il
mercato Internet in Italia verso il
Duemila", da cui sono emersi sia il carat¬
tere strategico, con le prospettive di rapi¬
da evoluzione del mercato Internet nel
nostro Paese, che il fatto incontrovertibile
che siamo, rispetto al resto d'Europa, agli
albori A titolo esemplificativo, basti citare
alcuni dati che evidenziano la potenzialità
del settore: nel '96, secondo SIRMI, il
"fatturato" di Internet in Italia può essere
stimato in circa 100 miliardi di lire realiz¬
zati dagli Internet Provider, a cui si
aggiungono circa 160 miliardi, che costi¬
tuiscono il totale di spesa end-user Le
due cifre sono destinate quest'anno più
che a raddoppiare, rispettivamente a 250
miliardi e a 430 miliardi. Un altro dato
interessante secondo SIRMI, a gennaio
'97 esistevano in Italia circa 24 mila siti
WWW e un totale di circa 250 000 abbo¬
namenti Cuzari ha parlato di "digitai
technology" che avanza, nel senso che
fino ad oggi abbiamo vissuto sulle solu¬
zioni. mentre ora si va verso la "tecnolo¬
gia abilitante" Le società che hanno ade¬
rito sono Ambroveneto, Consiglio
Nazionale delle Ricerche, Engineering
Ingegneria Informatica. Factor It. Finsiel,
Global One. InfoStrada, Nokia Tele¬
comunicazioni Italia, Sirmi, Tandem
Computers, Telecom Italia.
Digital su PC e networking
Una vasta gamma di novità tecnolo¬
giche su elaboratori e router
@ Digital partecipa allo Smau con
l'intenzione di stupire Alcuni dei
fortunati visitatori potranno salire
a bordo di una monoposto di
: ormula Uno della scuderia
Villiams, di cui Digital è uno degli
ponsor, e simulare la partecipazio¬
ne ad un gran premio grazie ad un
sofisticato software di simulazione.
Tornando a prodotti e servizi, le novità maggio¬
ri si chiamano Ultra 2000 e Power Room Sarà
una stella a brillare nella costellazione Digital
all'edizione 97 di Smau al Padiglione 12, Stand
E03. La grande novità dell'azienda si chiama
Ultra 2000 e rappresenta l'offerta più esclusiva
in termini di prestazioni, ergonomia e design
nel mondo del mobile computing. Dotato di
caratteristiche assolutamente uniche quali lo
schermo LCD ad alta definizione da 14", il
nuovo Ultra 2000 Digital definisce un nuovo
criterio di riferimento per gli utenti professiona¬
li di sistemi portatili, concretizzando finalmente
il concetto di PC desktop replacement
Non solo portatili, però, per lo Smau Digital
Anche la famiglia di server Prioris riserva inte¬
ressanti novità con l'introduzione del Pentium
Il sui modelli MX, mentre il mondo desktop
vedrà il processore MMX a 233 MHz su tutti i
modelli della famiglia Venturis. l'upgrade dei
nuovi Venturis FX-2 con processore AMD K6 ai
processori a 233 e 266 MHz e un ampliamen¬
to della famiglia Celebris GL con uno o due
Pentium II Grazie alla Power Room, il cuore
pulsante dello stand Digital, inoltre, i visitatori
potranno assistere alle dimostrazioni delle fun¬
zionalità dei nuovi prodotti, tra cui quelle di
gestione e sicurezza, particolarmente avanzate
nei nuovi Celebris FX-2, e quelle di alta disponi¬
bilità offerte dal cluster Windows NT. Infine,
per i partner Digital sarà disponibile il Prioris
Solutions Sizer, un software semplice da usare
in grado di suggerire la configurazione ideale
dei server Prioris per ogni esigenza di web ser¬
ver. Oltre ai personal computer Digital propone
l'intera gamma di soluzioni per la rete La divi¬
sione Networking quest'anno non viene ospi¬
tata neH'omonima area della rassegna, bensì
insieme alle altre divisioni Digital. Qui si potran¬
no toccare con mano le novità dell'architettura
enVISN, enterprise Virtual Intelligent Switched
Networks, comprendente sia lo switching IP
su ATM che l'upgrade firmware del
GIGAswitch/FDDI. Sempre al livello aziendale
vengono esposti gli innovativi prodotti della
famiglia MultiSwitch 600/300.
Digital Equipment
Viale F. Testi 280/6,
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Tel (02) 66.181
Padiglione 12 - stand E03/E07
Padiglione 17/B
Padiglione 9/1
112
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
La libertà di stampa ha un prezzo
Basso.
Stampante NEC SuperScript 860. Cifre alla mano,
stampare non è mai stato così veloce ed economico:
600 DPI ; memorizzazione del IOO c /c del documento
prima della stampa: 8 pagine al minuto, nero su
bianco; soli 45 decibel di rumore. Il tutto compatibi¬
le con i principali sistemi operativi. Chi altri può
darvi una laser così veloce a meno di un milione?
ehe
w \v w .e uro lice coni
Venite a Smau? Acca Software vi premia
L'azienda campana continua l'aggior¬
namento dei propri software per l'edi¬
lizia e lancia delle inziative commer¬
ciali a tempo limitato
Tutte le novità Acca sono presenti allo
Smau. insieme alle proposte del pro¬
gramma qualità senza prezzò, ancora
attivo durante la rassegna milanese
Il progetto "Qualità senza prezzo" è
variamente articolato, e prevede facilita¬
zioni per chi acquista programmi ACCA
dal 1° settembre al 19 ottobre del 1997,
Tra le condizioni troviamo sconti dal 15% al 70%
sui programmi ACCA per tutti (professionisti,
pubbliche amministrazioni, etc ); competitive
Upgrade all'ultima versione di PriMus e PriMus-
PROGETTI per chi già possiede un programma di
Computo Metrico e strabilianti offerte riservate
alle Pubbliche Amministrazioni per l'acquisto di
PriMus e/o PriMus-PROGETTI.
Le nuove proposte presentate al pubblico dalla
Acca sono DocMus, CerTus e PrimusCOMPUTI.
DocMus è il programma per redigere le dichiara¬
zioni di nuove costruzioni e le denunce di varia¬
zioni da presentare al Catasto Fabbricati I risultati
sono conformi a quanto prescritto dal regolamen¬
to emanato con Decreto n 701 del 19 aprile
1994 La metodologia operativa è semplice e
veloce grazie all'input Object DRAW che consen¬
te al tecnico di inserire tutte le informazioni diret¬
tamente dal disegno. Dal semplice disegno e
dagli oggetti grafici usati, il programma riprende
tutte le notizie per produrre elaborati pianimetrici
nelle opportune scale e con le dovute informazio¬
ni.
Inoltre il programma e in grado di desumere
automaticamente dal disegno dati quali la densità
fondiaria, metri quadri catastali, vani ordinari e
non ordinari, le destinazioni d'uso, le superfici
commerciali, ecc..
CerTus è la risposta semplice e completa a tutte
le richieste del Decreto 494 Con un'unica fase di
Input visuale, in cui si indicano le attività delle
imprese su un cantiere, il programma produce
automaticamente il Piano di Sicurezza e di
Coordinamento, il Piano Generale di Sicurezza
(ove previsto), la programmazione dei lavori e la
stima dei costi di sicurezza CerTus-N è il manua¬
le della Sicurezza del Lavoro in Edilizia su CD¬
ROM, redatto non per esperti del diritto ma per
tecnici dell'edilizia
PriMus-COMPUTI è un programma di Computo
per Windows, facile e funzionale, che nasce dalla
collaborazione con la Camera di Commercio di
Milano.
Il nuovo pacchetto eredita tutte quelle innovazio¬
ni tecniche che avevano fatto di PriMus la miglio¬
re applicazione Windows sviluppata in Italia
secondo i giudici del ________
Concorso "Windows DOVE & CHI
per l'Italia '95"
A tutti i visitatori dello
stand in Smau Acca
Software darà gratis
ObiectDRAW, un
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per il disegno delle
piante degli edifici.
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Padiglione 20
stand T32
TDK presenta il suo primo CD-RW
Dopo l'affermazione mondiale del supporto CD-R come memoria
ottica di tipo Write Once/Read Many, l’universo dell'informatica
personale si prepara a recepire l’ultima frontiera tecnologica di
questo specifico settore, rappresentata oggi dal supporto CD-
RW, un vero CD ri-scrivibile garantito, attualmente, per più di
1000 operazioni. Fabrizl0 Dell 0fSO
Viste le caratteristiche del supporto, la cui capacità massima rag¬
giunge i 650 MB ed i 74 minuti di registrazione consecutiva, conside¬
rata la particolare tecnologia implementata, praticamente impossibile
soltanto immaginare che una azienda
del calibro come TDK non sia presen¬
te: a Smau. presso il padiglione 11
stand C06, la filiale italiana presenta
tutti i suoi supporti per il mercato dell'informati¬
ca personale e per quello dell'office automation,
tra cui - per l'appunto - il suo nuovo supporto
CD-RW. denominato CD-RW650EA
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TDK Italia Spa
Corso Buenos Aires 36,
20124 Milano,
Tel. (02) 29 52.20.43
Pad. 11 - stand C06
GED ‘97, riflettori sull’archiviazione dei documenti
La terza edizione della mostra-convegno di Iter espone le recenti
disposizioni di legge e le più recenti soluzioni
di Leo Sorge
Dal 22 al 24 ottobre ('Hotel Sheraton di
Roma ospiterà GED, l'annuale mostra-
convegno sulla gestione elettronica dei
documenti organizzato da Iter. Il fuoco
dell'edizione '97 è sui documenti cor¬
renti e storici. L'occasione è suddivisa
in quattro diverse aree: conferenza,
seminari, incontri con le aziende ed
esposizione. Le ultime due sezioni,
vale a dire gli incontri e l'esposizione,
sono ad ingresso libero; a pagamento
sono invece i seminari e la confe¬
renza. In effetti esiste un quinto - .
momento, la sessione spe¬
ciale del 24 ottobre * * Vf* 1 f t ■
dedicata alle^jjfW* ■l’*'***--
nuove tecnoio- fjr
gie e applicazio- f
ni per i Beni
v,
Culturali e
immagini digita¬
li. Per accedere
è necessario un
Tra i temi della conferen- 9
za troviamo la recente legge Bassanini
(59/97), la deliberazione AIPA per l'ar-
chiviazione ottica (537/93) e il provvedi¬
mento 22 luglio 1997 relativo alla firma
elettronica dei documenti.
In dettaglio i seminari sono quattro, dei
quali uno solo della durata di una gior¬
nata e gli altri estesi a due giornate II
giorno 24 ottobre si scandaglia la pro¬
blematica di come redigere un capitola¬
to di gara per imaging e workflow. Il 23
e 24 ottobre, invece, si affrontano la
GED nelle aziende private e Digital
Imaging Solutions, replicato in forma
aggiornata dopo il grande successo
riscosso nell'edizione '96 GED nelle
Pubbliche Amministrazioni è invece il
tema proposto nei giorni 21 e 22, l'uni¬
ca occasione che si svolge nel giorno
21 .
GED '97 approfondisce la scelta dello
scanner più adatto, l'archiviazione dei
documenti aziendali, ricerca e tra¬
smissione dei dati, la
stampa iri grandi volu¬
mi. In pratica si tratta
, d'una panoramica com-
* pietà sulla scelta di
componenti e sistemi
t-jSSH che migliorano l'orga-
"* mzzazione aziendale
Fin dal 1990 Iter orga¬
nizza OMAT, un punto
di riferimento interna¬
zionale per tutte le tec¬
nologie gravitanti intorno al
documento. Nel 1995 si è
affiancata GED. con l'intento di avvici¬
nare documenti elettronici e legislazio¬
ne.
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SCO su Intel, il server per lan ed applicazioni
L'Internet Way of Computing in mostra al padiglione networking
I sistemi Unix di
SCO su piattaforma
Intel rappresentano
la migliore soluzione
LAN e Application
Server oggi disponibi¬
le, sia dal punto di vista
tecnologico che da quello dei
costi. E' questo il messaggio
forte dell'azienda leader del
settore. Troppo spesso si
tende a credere che la piat¬
taforma Intel sia l'ideale per
operare come LAN Server,
ma non come Application
Server, mentre Unix viene
percepito come ottimo
Server Applicativo ma inadat¬
to per compiti di LAN Server.
I prodotti che bollono nella
pentola di SCO sono molti e
già in occasione dello SMAU
se ne potrà avere qualche
anteprima su Vision97,
Gemini e Tarantella.
Le caratteristiche multi¬
tasking, multiutente, multith-
reading e le funzionalità
esclusive dei sistemi UNIX di
SCO consentono l'implemen-
tazione di server autentica¬
mente multifunzionali: Fi-
le&Pnnt per PC Windows,
Communication, Database,
Application, Gateway. Web
per Internet/mtranet.
SCO Vision97, nella nuova
versione Internet Optimized,
è una suite di prodotti che
consentono di integrare qual¬
siasi UNIX, non solo SCO, e
Windows. Offrono nuove
funzionalità per Internet
come Internet Workgroups,
ovvero l'accesso da PC alle
risorse UNIX attraverso
browser web, supporto di
Windows Internet Naming
System (WINSI, password
crittografate, ActiveX e
JavaScript. La release iniziale
del Progetto Gemini, Gemini
I, consoliderà e potenzierà le
piattaforme SCO OpenServer
e SCO UnixWare. Progettato
specificamente per l’Internet
Way of Computing, Gemini I
integrerà le più aggiornate
capacità Internet, Java e l'ela¬
borazione aziendale.
Per soddisfare le richieste
degli utenti. SCO ha infine
accelerato il suo programma
di rilascio relativo a Tarantella,
la nuova tecnologia che con¬
sentirà alle applicazioni busi-
ness-critical esistenti di esse¬
re accessibili via Internet o
intranet da qualsiasi Client abi¬
litato a Java.
L'ambiente operativo SCO
viene fornito da ISV, VAR e
OEM come Olivetti, Compaq,
Unisys, Digital, Data General,
Siemens Nixdorf e IBM.
Quest'ultima, tra l'altro, ha
recentemente rafforzato la
propria collaborazione con
SCO ed oggi fornisce SCO
UnixWare certificato sui pro¬
pri PC Server.
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Con Micro Focus il Cobol è protagonista
Tra le novità NetExpress, la finestra sul
web per i sistemi Cobol.
Micro Focus Italia parteciperà all'edizio¬
ne 1997 di Smau presentando l'intera
gamma di soluzioni per lo sviluppo di
applicazioni mission criticai basate sul lin¬
guaggio Cobol. La novità fondamentale è
I rappresentata da NetExpress, un ambien¬
te OOP per lo sviluppo di applicazioni mis-
sion-critical distribuite su Internet ed
Intranet usando la logica di business esistente.
NetExpress combina la piu recente tecnologia dei
compilatori Cobol Micro Focus con una robusta
suite di strumenti integrati che trae pieno benefi¬
cio da Windows 95 e Windows NT, e consente di
creare in modo semplice una completa applicazio¬
ne Internet usando wizard e code assistant. Con
NetExpress è possibile progettare e creare form
per applicazioni Internet usando tecnologie stan¬
dard come Cobol. HTML e ActiveX anche integra¬
te in programmi CGI; non solo, consente di gene¬
rare automaticamente un programma web com¬
pleto (CGI) da qualunque tipologia di form (HTML
o ActiveX) Usando la business logie di un'applica¬
zione Cobol esistente, è possibile generare un
form eseguibile con un programma CGI correlato.
Relativamente alla problematica del cambio di
data dell'Anno 2000, Micro Focus presenta
Challenge 2000, il programma che include un set
di strumenti in grado di guidare le aziende attra¬
verso ogni fase dei progetti di conversione per la
fine del millennio. Challenge 2000 consente di:
effettuare l'analisi delle applicazioni mainframe e
l'inventario dei loro oggetti con Revolve. nonché
l'analisi degli impatti con Revolve/2000 per indivi¬
duare tutte le variabili coinvolte direttamente o
indirettamente nella gestione delle date.
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Padiglione 25 - stand D31
Strhold a Smau ‘97
Player di mercato
come Informix,
SCO, Specialix,
SunSoft, FTP,
1 Dynamica, Micro
Focus e Italcom
Telematica hanno
scelto di affidare la
distribuzione dei propri prodotti
a Strhold Sistemi EDP.
L'azienda emiliana presenterà ai
visitatori le diverse soluzioni tec¬
nologiche che da tempo si
occupa di distribuire su tutto il
territorio italiano. In particolare i
visitatori troveranno il net¬
working di Specialix, i fax server
di Italcom, il database Universal
Server, i sistemi operativi
OpenServer ed UnixWare, le
soluzioni internet di SunSoft ed
FTP. Per il numero di annunci la
palma d'oro spetta a Specialix.
Universal Server Communi¬
cation della famiglia JetStream
è in grado di collegare i vari
dispositivi seriali ad una rete
TCP/1P in ambiente sia Unix che
NT. Saranno inoltre introdotte
nuove schede seriali ad alte pre¬
stazioni, che garantiscono uno
scambio di dati di 230 KB al
secondo, La gamma di prodotti
per la gestione fax in ambiente
Unix di Italcom Telematica com¬
prende NFAX. ScFAX. SxFAX e
StFAX, tutti software efficaci e
di facile uso che consentono di
gestire documenti fax da termi¬
nale a caratteri, da un terminale
grafico e da un Client MS-
Windows. FTP è invece rappre¬
sentata da i prodotti di rete
TCP/IP come Network Access
Suite OnNet 32, e da Internet
Gateway per Windows NT e
per Novell NetWare, prodotti
server per reti a IP virtuali
Secure Client per Windows 95
fornisce le fondamenta per la
prossima generazione della con¬
nettività: grazie a questa solu¬
zione, la workstation Windows
95 può usare la tecnologia Vir¬
tual IP e consentire un elevato
grado di sicurezza
Ai prodotti Specialix, Italcom ed
FTP si aggiungono le note pro¬
poste di Informix (Universal
Server), SCO (UnixWare e
OpenServer) e SunSoft (Java
WorkShop).
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il video digitale avanzato con funzioni di acquisizione ed editing video, editing di
fotogrammi, video-comunicazione e riproduzione MPEG in hardware, Matrox
ha pensato a voi con il nuovo Kit Video & Grafica. La confezione comprende
l'acceleratore grafico Matrox Mystique 220 con 4 MB di SGRAM e il modulo
video Matrox Rainbow Runner Studio, con un ricco corredo software il cui valo¬
re di mercato supera i 700 dollari La dotazione software comprende i videogio-
chi Moto Racer GP di Delphine, Toy Story di Disney e le popolari applicazioni Kais
Power Goo, SoftPeg 2.2 di Compcore. Wirl di Vream, i driver ottimizzati Matrox ed una
sene di titoli giocatoli sino al primo livello. Il nuovo Kit Matrox sarà disponibile per la
vendita in Italia ad ottobre '97, ed è proposto al pubblico a Lire 749 000 (prezzo indicati¬
vo di vendita-IVA inclusa). In particolare il modulo video Matrox Rainbow Runner Studio
è una soluzione completa di facile uso per l’acquisizione e l'editing video II modulo è
facilmente inseribile sull'acceleratore grafico Matrox
Mystique 220 e si presenta come una soluzione com¬
pleta per tutte le applicazioni video, quali acquisizione
video a piena risoluzione, compressione Motion JPEG
hardware, editing video con il software Media Studio
di Ulead, acquisizione ed elaborazione di fotogrammi
con il software per l'editing delle immagini (Photo
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Da Image gli scanner Umax
Il distributore piacentino promuove tra
l'altro l'Astra 610P a 299 mila lire IVA e
software inclusi
Sempre piu basso il prezzo, sempre più alta la qualità. Sembra questo il motto di Umax,
che con lo scanner Astra 610P entra nel mercato consumer Si tratta d'un modello
piano formato A4, scansione 300x600 dpi ottici con colore a 30 bit. in vendita a 299
mila lire IVA inclusa. Compresi nel prezzo si trovano ben 7 software in italiano i cinque
di Pagemanager, un integrato per fotoritocco. OCR. archivio, lettura e fax/email/fotoco-
piatrice; e due di Adobe, PhotoDeLuxe e PhotoAlbum. I driver sono validi sia per
Windows 95 che per Windows NT L'annuncio va oltre l'offerta hardware e software
Per mantenere questo livello di prezzi, infatti, Umax sta facendo pesanti investimenti in
nuove fabbriche completamente automatizzate. Oggi disponibile solo su porta parallela,
in breve tempo arriverà anche la versione SCSI Per la fascia alta della scansione c'è poi
PowerLook 3000Pro. La caratteristica fondamentale di questo modello A4 da
3048x3048 punti hardware per pollice è la compatibilità con modelli a tamburo ma ad
una frazione del prezzo Grazie ai software ColorPro
IPM 4 0 e JobManager legge foto, trasparenti e
negativi direttamente in CYMK su 36 bit reali in usci¬
ta; insieme allo scorrimento in piano del carrello e
non del CCD si raggiunge un dynamic range di 3,5,
molto elevato per la categoria di prezzo: l'offerta
attuale pone il 3000Pro a 19 milioni 900 mila lire,
compreso software in bundle per 7 milioni.
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Il nuovo web server con tecnologia
Microsoft è un potente strumento
marketing per i rivenditori. La linea
Delta arricchita dai prodotti Casio
In uno spazio di oltre 200 mq, il
Gruppo Delta (260 miliardi dì fat¬
turato) farà mostra delle sue
aziende, la stessa Delta e le due
consociate: Software & Co (distri¬
buzione di prodotti multimediali) e
' Task! (cloni PC).
In particolare farà mostra di sé Cassiopeia.
L'handheld PC di Casio racchiude nella sua
ROM tutte le potenzialità del nuovo sistema
operativo Windows CE con l'interfaccia di
Windows 95
Cassiopeia è uno strumento preziosissimo per
chi necessita di usare i file e le informazioni del
proprio PC Desktop anche in viaggio o fuori
ufficio; Cassiopeia permette infatti di modifi¬
carle. aggiornarle e di crearne delle nuove per
poi visualizzarle con un semplice "clic"
La nuova unità portatile Casio permette anche
di esplorare Internet tramite una comunissima
scheda PCMCIA Modem ed Internet Explorer
La sincronizzazione delle informazioni contenu¬
te nel Cassiopeia con le informazioni del PC
avviene tramite connessione seriale o infrared.
L'annuncio Ufficiale USA è avvenuto al COM¬
DEX '96. il prezzo USA (per la versione base,
senza cavi di connessione e caricabatterie) è
attestato a S 500 Presso Delta il prodotto è
disponibile da subito in versione USA per svi¬
luppatori e per PR. in poche unità. E' stato
distribuito a settembre, sempre in versione
USA, in numero limitato.
Sarà ufficialmente lanciato a gennaio '98, in
versione ITA, per essere disponibile al grande
pubblico WinCE è una piattaforma aperta,
quindi dà la possibilità di usufruire di un nume¬
ro elevatissimo di programmi compatibili, risol¬
vendo m questo modo uno dei piu grossi pro¬
blemi delle periferiche tipo PDA, Agende,
Personal Orgamzer e cosi via, nate con dei
software pro¬
prietari
Le dimensioni
sono di 15x
175x 92 mm, il
peso di 380
grammi com¬
presa batteria.
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D.T.E. Group con Voice Data Manager propone l’opsys telefonico aziendale
Per il secondo anno consecutivo D T E Group sarà presen¬
te a Smau '97 con un proprio stand Nell'occasione presen¬
ta Voice Data Manager (VDM), il primo sistema operativo
per la telefonia computerizzata completamente sviluppato in
Italia. Progettato e realizzato secondo l'architettura dei siste¬
mi aperti, si integra senza problemi con qualsiasi soluzione
pre-esistente alla sua installazione, con l'obiettivo di protegge¬
re gli investimenti già effettuati dalle aziende e semplificare il proces¬
so di apprendimento da parte degli utenti
Questo sistema operativo ha già riscontrato un grande successo in
casi applicativi di grandi dimensioni: ad esempio è usato da TIM per il
sistema di gestione delle carte telefoniche prepagate Timmy, capace
di gestire oltre un milione di chiamate al giorno. Il sistema e stato svi¬
luppato da DS Telematica e DTE Group su server Digital Alpha, con
sistema operativo Unix. E’ disponibile anche la versione pacchettizza-
ta di Voice Data Manager, indirizzata al mondo delle medie aziende
Voice Data Manager viene distribuito in Italia da una serie di aziende
specializzate nello sviluppo di sistemi integrati per le grandi aziende
DS Telematica, Matra Communication, Sielda, Tema, e Think.
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L’annuncio è stato dato a Monaco di Baviera: nasce così una potenza da 5,5 miliardi di dollari
3C0M ingloba US Robotics e diventa la prima potenza mondiale del networking
La “nuova" 3Com è l'azienda più grossa al mondo totalmente focalizzata nel settore delle infrastrutture
per la distribuzione e l'accesso alle informazioni in rete locale e geografica. Già operativa la nuova struttura
organizzativa che si basa su tre business unit. Mark De Simone. un italiano, coordinerà le attività europee.
di Francesco Fulvio Castellano
Il nome 3Com è il derivato di
tre parole: Computer, Commu-
nication, Compatibilny. Ora
bisognerà aggiungere un'altra
Com: Competitività. Perché
con il "merge" è nata la "new
generation" networking
3Com e US Robotics. dopo la
fusione approvata dalle rispetti¬
ve assemblee degli azionisti,
hanno annunciato il più impor¬
tante "merging" nella storia
del networking. L'operazione
ha portato alla creazione della
più grande azienda mondiale
ed europea del settore, con
un'organizzazione e un team di
management totalmente nuo¬
vi. Create tre unità operative.
Un'autentica rivoluzione, poi¬
ché 3Com è già pronta a sfida¬
re Cisco Corp. per la suprema¬
zia del settore networking nel
mondo. 3Com è. per alcuni
settori, detentrice della prima o
della seconda posizione, per
quota di mercato, nei settori
delle schede di rete, dei mo¬
dem per PC, degli switch per
LAN, degli hub, e dei concen¬
tratori per accesso remoto.
Questa fusione è una tappa
importante per il rafforzamento
della posizione di leadership di
3Com nel settore del networ¬
king. Nasce cosi tra 3Com e
US Robotics una potenza del
networking in grado di aiutare
lo sviluppo delle reti aziendali e
dei carrier, e di aprire una
nuova era dove l'accesso alle
informazioni da parte delle pic¬
cole aziende e dei consumatori
è sempre più facile e veloce.
3Com ha aumentato il suo fat¬
turato dai 420 milioni di dollari
del 1990 ai 5,5 miliardi del '97,
opera in 45 Paesi con 13.500
dipendenti. In Europa, durante i
dodici mesi che vanno da aprile
96 a marzo '97. l'insieme delle
due aziende ha generato un
fatturato prossimo a 1,5 miliar¬
di di dollari, con circa 2.000
dipendenti.
"La prossima ondata di cresci¬
ta del settore del networking
verrà guidata dalle aziende che
saranno in grado di offrire un
accesso più veloce, di costruire
infrastrutture più intelligenti, e
di ridurre i costi di gestione” ha
dichiarato Mark De Simone.
che m Europa guiderà la busi¬
ness umt "Carrier Systems"
La combinazione tra la leader¬
ship di US Robotics nei
modem (l'unico prodotto che
manterrà il “vecchio" logo) e
nelle tecnologie di accesso
remoto, più la posizione domi¬
nante di 3Com nel settore delle
schede di rete dei sistemi
aziendali, creano l'azienda che,
più di ogni altra, è oggi in grado
di offrire ai propri utenti i bene¬
fici di un sistema di rete perfet¬
tamente integrato.
Una rivoluzione è avvenuta
anche nel management di
3Com Corporation. In pratica,
strutturata in tre business unit,
la nuova 3Com continuerà ad
essere capitanata da Eric
Benhamou, che resterà nella
posizione di Chairman e CEO.
Casey Cowell diventerà Vice
Chairman del Consiglio di
amministrazione, mentre John
McCartney e Ross Mamre -
sempre di US Robotics - diven¬
teranno rispettivamente Pre-
stdent della divisione Client
Access e Senior Vice President
della divisione Carrier Systems.
Alan Kessler e Ron Sege j
entrambi 3Com - diventeranno
rispettivamente Senior Vice
President Global Sales e Senior
Vice President Global Products
della divisione Enterprise
Systems. Sotto la guida di que¬
sto team, 3Com focalizzerà i
propri sforzi su quattro mercati
strategici: consumer, piccole
aziende, carrier, e grandi azien¬
de Anche per 3Com Europa
era inevitabile uno sconvolgi¬
mento nelle nomine del nuovo
management. Verrà guidata dai
VP delle tre Business Unit che
sono Mark De Simone, un ita¬
liano, "primus inter pares".
sarà Vice President Europe
della Business Unit Carrier
Systems, con la responsabilità
della progettazione, produzione
e commercializzazione di tutti i
sistemi di comunicazione per i
fornitori di servizi di rete: Steve
Rowley. Vice President Europe
della Business Unit Enterprise
Systems, che ha la responsabi¬
lità della progettazione, produ¬
zione e commercializzazione di
tutti i prodotti indirizzati alle
aziende: hub, switch, router e
software per il network mana¬
gement: e Clive Hudson, VP
Europe della Business Unit
Client Access, che ha la
responsabilità della progettazio¬
ne, produzione e commercializ¬
zazione di tutti i prodotti di
accesso alle reti locali (LAN) e
geografiche (WAN).
E le operazioni italiane? Nel
momento in cui prepariamo
questo servizio non è stato
ancora emesso un comunicato
ufficiale sia dall'una che dall'al¬
tra azienda, ma anche in Italia i
giochi sembrerebbero fatti.
Dunque, come negli altri Paesi,
immaginiamo che sarà replica¬
ta l'organizzazione in tre busi¬
ness unit, nelle quali confluiran¬
no le attività delle tre società
che attualmente operano nel
nostro Paese: 3Com Italia, US
Robotics NSD (Network Sy¬
stems Divisioni e US Robotics
PCD (Personal Communi¬
cations Divisioni
Gennaro Giacchetta, finora
responsabile della US Robotics
NSD. assumerà la direzione
della Enterprise Systems busi¬
ness umt e, ad interim, quella
della Carrier Systems business
unit, e coordinerà le attività
delle tre unità di business, la
terza delle quali sarà guidata da
Nino Patanè. in precedenza
channel manager di US Robo¬
tics NSD Una "rivoluzione"
anche in Italia, come si vede,
che il management ritiene una
bocciatura dei vertici di 3Com
Italia. Ritornando alle attività di
3Com Europa, operativa da
Mark De Simone Vice President
Europe
subito, il nuovo team annuncia
strategie "aggressive": non
solo non verrà licenziato nessu¬
no. ma, anzi, le prospettive
sono quelle di una crescita
ancora elevata. Ci ha dichiarato
De Simone: "Uno dei motivi
che hanno spinto 3Com a fon¬
dersi con US Robotics é da
ricercarsi nella forza che questa
ha nel settore dell'accesso
remoto. Proprio questo è il
segmento che cresce pù velo¬
cemente e verso il quale si sta
focalizzando l'interesse anche
delle imprese, sempre più
intenzionate a estendere le
connessioni verso gli utenti".
L'acquisizione di US Robotics,
che certamente è la più grande
operazione finanziaria finora
realizzata nell'ambito dell'IT
(del valore di circa 7,3 miliardi
di dollari al momento dell'effet¬
tivo scambio di azioni). Ad ogni
buon conto, ufficialmente, i
risultati finanziari combinati
saranno comunicati a partire
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Novell sempre più Intranet Hopper, la telematica... senza
L'evoluzione dell'azienda porta una serie di tool
per l'attraversamento del firewall
di Leo Sorge
Testimoniando l'at¬
tuale fase di trasfor-
r reazione del merca-
'M to, Novell è sempre
più protesa verso le
intranet aziendali con
l'obiettivo di diventare
fornitore globale di applicazio¬
ni e servizi di rete.
L'attuale famiglia di prodotti
’lnternet/intranet ready' com¬
prende IntranetWare, Group-
Wise e ManageWise.
In aggiunta a questi, durante
10 Smau verranno presentati
da Novell nuovi strumenti,
sempre più orientati al
mondo Internet/intranet:
BorderManager, Replication
Services e Directory Services
(NDS) multipiattaforma.
BorderManager è la soluzio¬
ne che permette di estende¬
re su Internet le reti locali,
mantenendo la sicurezza, la
gestibilità e le prestazioni
delle infrastrutture esistenti
Si tratta di una suite di pro¬
dotti che include firewall per
la sicurezza, proxy e memo¬
ria cache, Circuit gateway,
Virtual Private Networking
(VPN), routmg e funzionalità
di accesso remoto e una ver¬
sione runtime di Intra-
netWare come sistema ope¬
rativo per il server. Il sistema
viene gestito da un unico
punto di amministrazione.
I Novell Replication Services,
come il nome lascia intuire,
replicano, distribuiscono e
sincronizzano i dati gestiti su
reti geografiche e web server
intranet, offrendo un accesso
immediato alle informazioni
documenti in formato Win¬
dows e HTML, aggiornamen¬
ti software, immagini, filmati
e spezzoni audio.
11 prodotto è costituito da un
unico software, un NetWare
Loadable Module INLM) che
viene installato su ciascun
server dal quale o verso il
quale devono essere replicati
i file e le directory.
La gestione viene garantita
dall’utility di gestione stan¬
dard delle reti Novell, senza
bisogno di software aggiunti¬
vo.
I Novell Directory Services
(NDS) rendono possibile la
gestione e l'uso di più reti
come se fossero una sola.
La rete non è più un insieme
eterogeneo e confuso di
dispositivi variamente dislo¬
cati ma un'unica entità logi¬
ca. Grazie ai Novell Directory
Services, concetti informatici
come il Client, i server, le reti
locali o le reti geografiche
non sono più necessari. Le
caratteristiche fondamentali
sono un unico logm per l'u¬
tente ed informazioni struttu¬
rate su tutta la rete.
Gli NDS sono uno standard di
mercato: attualmente sono
incorporati nel 75% dei mag¬
giori sistemi UNIX (Caldera
OpenLinux, HP-UX. IBM-Aix.
SCO e Sun Solaris) e presto
saranno disponibili anche per
Windows NT Server
Inoltre, gli sviluppatori posso¬
no scrivere una singola appli¬
cazione che sia in grado di
usare le capacità di NDS e
portarla immediatamente su
tutte le piattaforme NDS.
Ad oggi, oltre 200 applicazio¬
ni usano NDS per la gestione
di database. E-matl, gestione
di rete, backup, memorizza¬
zione di dati di grande portata
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risolve i problemi di connessione in punti remoti non
serviti nemmeno dal comune doppino telefonico.
di Fabrizio Dell'Orso
Il sistema, che nella sua accezione più semplice richiede
due sole unità, si segnala inizialmente per l'assenza di
costi aggiuntivi: la comune linea è sostituita da onde radio
per la cui ricezione sono richieste, a seconda della distan¬
za che si deve coprire (da 200 m a 15 km), antenne stilo,
antenne omnidirezionali (per il provider) o direzionali (per il
cliente finale o per soluzioni "end to end") fino a particola¬
ri antenne paraboliche. Qualora si debbano
superare distanze maggiori, oppure qualo¬
ra si sia in presenza di ostacoli (colli¬
ne, vallate, ecc.) è anche possibi¬
le utilizzare una terza unità
/Il
III
/
/>*-
’ H °Pper
come ripetitore di segnale. ]
Diversamente, dotando più j
sistemi remoti con modem
Hopper e appropriata antenna
direzionale e il sistema centra¬
le di un modem con antenna omnidi¬
rezionale, è altresi possibile costruire una piccola
rete anche in zone caratterizzate da forti limitazioni operative.
La soluzione Hopper FD, il cui sistema di trasmissione utilizza
la banda dei 2 GHz e ha ricevuto la necessaria omologazione
PP TT. si presta sia per i tradizionali collegamenti punto punto,
sia per quelli punto a multipunto sia ancora per quelli multi-
punto a multipunto. Apparentemente piU difficoltoso da met¬
tere in opera e da utilizzare, il sistema si caratterizza in realtà
da una installazione davvero semplificata: basta collegare i
modem alle rispettive porte seriali, configurare i computer,
controllare l'intensità di segnale in antenna (specie se impie¬
gato per raggiungere le maggiori distanze) e il gioco è fatto.
Autentica spina nel fianco di ogni trasmissione a radiofrequen¬
za, il problema sicurezza nelle operazioni di trasmissione
dei dati è qui stato superato da una serie di accorgimenti di
fatto molto efficaci: la trasmissione infatti utilizza per prima
cosa un codice unico di modulazione (codice che effettua
una vera operazione di crittatura), in secondo ordine il pro¬
tocollo della trasmissione è organizzato con la trasmissio¬
ne irregolare di pacchetti di dati, e infine (per evitare l'intru -1
sione di altri utenti non autorizzati, anche se in possesso
della medesima attrezzatura) c'è anche da superare lo sco-1
glio presentato dal codice personale dell'utilizzatore. I
modem possono raggiungere velocità fino a 19200 kbps e
fino a 38400 kbps se connessi in half-duplex e sono ali¬
mentati da una tensione esterna continua compresa da 8,5
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Gli NT skys di Silicon Graphics
Nel 1998 l'azienda del visual computing esordirà con una workstation
in ambiente Windows NT su piattaforma Intel
di Leo Sorge
Una bomba di grande violenza si è abbattuta sul mondo delle workstation: Silicon
Graphics lancerà una famiglia di workstation con Windows NT e microprocessore
Intel. La notizia, uscita nei primi giorni di settembre, rimbalza dagli Stati Uniti,
Le persone che si occupano dell'argomento dalla sede della corporation forniscono
senza problemi precisazioni e commenti che rendono la notizia sicura e definita, quin¬
di al riparo da qualsiasi imprecisione e speculazione. Silicon Graphics non ha ancora
fatto un annuncio formale, tuttavia afferma che i prodotti basati su NT non saranno
disponibili durante questo anno fiscale, che termina a luglio del 1998. I nuovi sistemi
non sostituiscono l'attuale linea di prodotto basata su Unix, ma si affiancano per
meglio sfruttare le opportunità d'un settore in espansione.
Una dichiarazione ufficiale dedicata direttamente al prodotto con NT dice che "il siste¬
ma avrà alte prestazioni, si differenzierà nella gestione della grafica e della multime¬
dialità e si rivolgerà ai professionisti tecnici e creativi. Il nostro obiettivo è di essere il
numero uno nelle workstation per la progettazione, e riteniamo che il suo persegui¬
mento passi per un mix di prodotto comprendente Windows NT su piattaforma Intel' 1 .
Negli ultimi tempi l'azienda era stata duramente contestata dagli analisti per i suoi
risultati finanziari, che - nonostante in assoluto fossero interessanti - sono stati ritenuti
scarsi in quanto inferiori alle aspettative. In un ambiente nel quale si vendono speran¬
ze e talvolta illusioni questa è stata una doccia fredda. Una delle accuse è stata di
inseguire troppo chimere quali la televisione, il cinema o il supercomputing senza
focalizzarsi sul mercato hardware. In effetti molti problemi degli ultimi tempi sono
derivati dalla non disponibilità di chip Mips, che l'azienda progetta ma non produce. E'
vero che l'enorme potenziale grafico di SGI langue dietro ai problemi commerciali
della scelta risc/Unix, e che ormai Microsoft su Intel, grazie anche alle librerie
OpenGL della stessa Silicon Graphics, si è molto avvicinata alle prestazioni SGI di
fascia bassa. Negli ultimi tempi SGI si era avvicinata al mercato mainstream con
accordi di tipo vario per gli accessori hardware ma anche per i sistemi di gestione di
rete. Tornando al comunicato bisogna puntualizzare che si parla di Unix (comunque
non di Irix. la versione di SGI) ma non di Mips. La recente generazione di processori
potrebbe non aver tolto le castagne dal fuoco, lasciando irrisolti i problemi di competi¬
tività sul desktop mentre al momento non non ve ne sono né in basso, nell'embed-
ded, né in alto, con i superserver verso i supercomputer. C’è poi da chiedersi quanto
questa scelta porterà vantaggio alla causa di Microsoft: SGI sa molte cose sul multi-
processmg. Infine in un momento nel _
quale molto si gioca sulla rete va rile¬
vato che oggi Irix non supporta
Internet Explorer, ma NT lo farà.
Intanto a Santa Clara nessuno si
scompone.
Silicon Graphics Spa - Strada 6. Palazzo
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: giunge alla settima edizione
Milano, 29-30 novembre ‘97
, un convegno annuale di informatica organizzato autonomamente e senza scopi di
|lucro da un gruppo di programmatori e utilizzatori di computer, sarà dedicata alla presen¬
tazione di ricerche, esperienze e prodotti sviluppati da programmatori e utenti italiani e
stranieri delle seguenti piattaforme Amiga, BeOS, GNU, Java, Linux, TeX, tecnologie
Internet, ecc. Tra gli oltre 25 interventi previsti se gnaliamo in particolare;
- Be Europe (Parigi, http://www.beeuroDe.coml dimostrerà il nuovo sistema operativo BeOS
per architetture Intel e PowerPC _ _
- Richard Stallman della Free Software Foundation (USA, http://www.tst.orql illustrerà la sto¬
ria, gli obiettivi e il futuro del progetto GNU.
- Haage & Partner (Germania. Imtp://www.haage-partner.comi presenterà le soluzioni softwa¬
re per sistemi Amiga Pow erPC
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oftware liberamente distribuibile.
progetto AROS
più grande archivio
mondiale su Internet di soft ware liberamente distribuibile.
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(AmigaOS Replacement OS), una riscrittura exnovo di AmigaOS 3.1 indipendente dalla piat¬
taforma hardware.
I programma completo dei lavori e l'iscrizione al convegno sono disponibili sulla pagina WEB:
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CoFax Telematica: soluzioni per networking e comunicazioni ISDN
La novità Maxi 28 si affianca al listino dell'azienda romana, che comprende anche OpenLinux
La novità dello stand
Cofax è Max128,
una nuova scheda
® ISDN per personal
computer. Si tratta
d'una Plug&Play, con
driver per gli ambienti
Windows 3.1x, Windows95 e
Windows NT. Grazie al sup¬
porto del miniport driver, con
il modulo di accesso remoto
disponibile su Windows95 e
NT può essere usata anche
per accedere alla rete
Internet. Inoltre può essere
usata, in ambiente Windows
NT, sia con il software RAS
Client, sia con il software RAS
server II corredo software
della scheda Maxi 28 è rap¬
presentato dal software RVS-
COM light, che permette di
trasmettere e ricevere fax G3
e di trasferire file
Tra gli altri prodotti troviamo
le schede Sedlbauer. per il
secondo anno nel catalogo
Telecom Italia Quattro i
modelli: Speed Card, scheda
interna per bus AT, Speed
WIN, scheda Plug&Play per
Windows95, Speed Box,
scheda per porta parallela, e
Speed Star, scheda per slot
PCMCIA.
Naturalmente non manche¬
ranno i prodotti Zyxel, di cui
la CoFax Telematica distribui¬
sce con successo tutta la
gamma ISDN, e i router
Presuge, gli unici a supporta¬
re la funzione di Sigle
User Account, che
permette di far
accedere una rete
LAN alla rete Inter¬
net usando l'indirizzo
dinamico.
Tra i software distribuiti
ecco Open Linux della Cal¬
dera. Questo pacchetto è una
delle più complete distribuzio¬
ni LINUX contenenti molti
applicativi ed è inoltre com¬
pleto di supporto tecnico e
manualistica Tra gli applicati¬
vi disponibili nella distribuzio¬
ne ci sono tutti i piu avanzati
pacchetti software per la con¬
nettività Internet (Netscape
di Leo Sorge
Navigator,
Apache WWW
server, FTP Client e ser¬
ver, NFS Client e server,
Editor HTML), per la grafica e
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MCmicrocomputer n. 177-ottobre 1997
Zenith allo Smau: soluzioni a 360 gradi
Dai PC, ai server alle stampanti, Zenith
presenta tutte le anticipazioni della
prossima stagione.
di Enrico Ferrari
TT^Tl Lo Smau Zenith è in realtà composto da
una serie diversa di entità e progetti
; ■f finalizzati a coprire tutte le esigenze
, i v /• del mercato: si va infatti dal picco-
lo "Net PC", un personal semplifi-
y«, J cato ed economico progettato per inse-
rirsi immediatamente in una rete aziendale, ai
potenti server multiprocessore, passando per i notebook e i
desktop con le prestazioni più elevate, per le applicazioni multimediali e la grafica avanza¬
ta, N-Station, il primo "NET PC" di Zenith Data Systems, è la novità assoluta presentata a
SMAU: si tratta di un personal computer basato su un processore Intel Pentium MMX a
166 MHz e utilizza il sistema operativo Microsoft Windows 4.0 Workstation, ha una
memoria standard SDRAM a 32 MB espandibile fino a 128 MB e un hard disk da 1.2
GB. È dotato in configurazione standard di una interfaccia Fast Ethernet da 10 e 100
Mbit/s. Specifiche soluzioni hardware integrate nel sistema e in grado di collaborare con
il software Intel LANDesk Client Manager permettono di tenere sotto controllo costante-
mente lo stato di funzionamento della stazione di lavoro sia su base locale sia su base
centralizzata da parte dell'amministratore della rete.
Per i notebook Z-NOTE 6200 associa la potenza di elaborazione fornita da un processore
Pentium MMX a 166 MHz con un display dalle caratteristiche eccezionali: matrice attiva
per la massima brillantezza dei colori, risoluzione XGA a 1024 x 768 punti e una spetta¬
colare diagonale di 13,3 pollici, corrispondente alla superficie effettivamente utilizzabile
di un normale monitor a tubo catodico da 15 pollici nominali. Al top della gamma dei PC
si colloca la serie Z-Station Vega, con processore da 233 a 300 MHz, che si propone
come la stazione di lavoro dal rapporto prezzo/prestaziom ideale per una sene di applica¬
zioni professionali, dalla grafica, al CAD, al desktop publishing. È presente una interfaccia
Ethernet e Fast Ethernet (10 / 100 Mbit/s), una porta video, collegamenti USB o
Umversal Serial Bus, una sezione grafica Matrox Millennium.
Completano la gamma dei desktop i modelli Z-Station LX+ e la più economica serie Z-
Station EL, tutti con tecnologia MMX.
Per i server si va cosi dall'economico Z-Server EL Pro. con un processore Pentium Pro,
al piccolo ma flessibile Express5800 LE2000, che può adottare uno o due processori,
fino ai più potenti Express 5800 MT2000, sempre a uno o due processori, ed Express
5800 HX 4000, che arriva a 4 processori e ha una capacità di archiviazione fino a 56 GB.
Al top della gamma è il quadriprocessore Express5800 HX4000, con capacità di archivia¬
zione fino a 109 GB distribuiti su un massimo di 12 dischi.
Zenith Data Systems presenta quest'anno anche soluzioni a valore aggiunto, tra le quali
spiccano nuovi sistemi di videoconferenza su personal computer e i sistemi per la
gestione e l'amministrazione delle reti e dei sistemi.
Viene presentata la gamma di soluzioni basate sulla tecnologia ProShare di Intel, oggi
ulteriormente potenziata con soluzioni ottimizzate per l'ambiente Intel Pentium MMX e
Pentium II, con migliorata resa delle immagini. Per quanto riguarda le stampanti al
Padiglione 10 saranno disponibili le più recenti stampanti laser PageMaster (identificate
dalle sigle 1035ex, 1435ex, 1455ex) e alcuni dei più significativi modelli della serie
Signum, la famiglia ad impatto interamente progettata nei laboratori di Pregnana
Milanese, alle porte di Milano I nuovi modelli PageMaster, da 10 e 14 pagine al minuto,
offrono le più ampie possibilità di espansione della memoria (da 3 MB fino a 67 MB),
gestione ottimizzata della stessa grazie all'impiego della tecnologia MIT, o Memory
Improvement Technology, possibilità di controllo remoto delle stampanti con l'integrazio¬
ne del software MarkVision by Lexmark. Caratteristiche comuni a tutti i modelli sono
una stampa con risoluzione 600 x 600 dpi, con qualità
ottimizzata dall'impiego della tecnologia ERT (Edge
Refinement Technology) che consente una migliore
rappresentazione delle curve e quindi anche dei carat¬
teri più fini eliminando fastidiose "scalettature", e un'in¬
terfaccia utente evoluta, con un pannello che compren¬
de un display LCD di due righe da 16 caratteri ciascuna
e una serie di otto tasti per le funzioni di configurazione
e impostazione.
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Canon a Smau: un anniversario e molte novità
Il primo campione presentato, la nuova stampante laser di rete
Canon denominata LBP-2460, è stata disegnata tenendo in mente le
esigenze di grosse reti aziendali: è infatti capace di 24 pagine al
minuto e vanta una risoluzione di 600 dpi, unitamente ad una serie di
caratteristiche input e output, quali ad esempio la possibilità di
stampare in diversi formati, tra cui l'A3.
di Enrico Ferrari
ULLH II modello standard
della Canon LBP-2460
è provvisto di 3 siste-
mi per la gestione della
carta, inclusi due cas-
setti da 500 fogli l'uno e
un vassoio multifunzione da
100 fogli. E' disponibile anche
l'opzione da 2000 fogli che
porta la capacità totale di
gestione a 3100 fogli.
Canon espone a Smau quat¬
tro nuove stampanti Bubble
Jet che costituiscono un
aggiornamento della gamma
delle stampanti Bubble Jet
Canon di maggiore successo.
Sono: BJC-80, un modello
portatile portatile che comuni¬
ca con il computer attraverso
una porta ad infrarossi: BJC-
250, una stampante entry-
level particolarmente indicata
per le famiglie e il mercato
SOHO, che. grazie al
Fotorealismo, realizza stampe
di qualità fotografica su
un'ampia gamma di supporti,
compresa la carta per stri¬
scioni (Banner Paper); BJC
4300, un modello che stabili¬
sce nuovi standard di velocità
e qualità di stampa (Foto-
realismo) ed è destinato a chi
necessita della flessibilità e
delle prestazioni di una laser
ma che desidera anche il
colore; BJC 4650, infine, la
nuova risposta Canon mirata
a soddisfare la richiesta di
stampanti a colori per grandi
formati. Stampa infatti in for¬
mato A3 per la creazione, ad
esempio, di piccoli poster o
di altro materiale grafico.
E' dotata di interfaccia per
Macintosh e PC e offre una
risoluzione a colori di
720x360 dpi e una velocità
fino a 4,8 pagine al minuto.
Il CanonScann 300S è uno
scanner di ridotte dimensioni
a foglio singolo a colori e
monocromatico con risoluzio¬
ne ottica di 300x600 dpi,
interfaccia parallela bidirezio¬
nale, software in dotazione
Scancraft S, Canonbureau
Nel settore dei computer
portatili la novità è rappresen¬
tata da CN 600, dotato di
scheda audio, estremamente
compatto e sottile, a cui pos¬
sono essere collegate due
differenti unità modulari. La
prima incorpora una stam¬
pante Bubble Jet monocro¬
matica. un lettore CD-ROM
12x e 2 casse acustiche Hi-fi.
mentre la seconda è compo¬
sta da un CD-ROM 8x e da
una coppia di casse acusti¬
che.
Entrambe dispongono di una
scheda Ethernet integrata per
il collegamento in rete. Grazie
ai processori Intel Pentium da
133. 150 MMX. 166 MMX.
all'hard disk da 1,4 GB,
all'ampio display da 12,In, al
sistema operativo Windows
95 ed ai facili collegamenti
piug & play, il CN 600 forni¬
sce tutta la potenza di elabo¬
razione necessaria per ogni
esigenza
C'è poi il notebook BN 750,
più potente del BN 700, con
display 12,1", Hard Disk 2,0
GB, Pentium da 133,150 e
166 MMX.
Nel settore telecomunicazioni
Canon propone il fax L 800 ,è
un fax laser di fascia alta con
una velocità di stampa di 8
pagine al minuto e un
modem di 14.400 bps. Ha
una memoria standard di 80
pagine ampliabile fino a 512
pagine
Ha due possibilità di integra¬
zioni: in ambiente di rete
come stampante 600x600
dpi e sempre in abbiente di
rete come stampante, PC-fax
e scanner
DR-3020 è uno scanner fron¬
te retro dalle grandi prestazio¬
ni in grado di scandire fino a
40 pagine A4 al minuto, e di
convertirle in un formato
immagine UFF compresso.
Archidoc è la parte software
della soluzione, che operando
in ambiente Windows si
prende carico dei file UFF
creati dal DR-3020 e ne per¬
mette la memorizzazione,
l'indicizzazione, ed in un
secondo tempo l'eventuale
ricerca e stampa.
Canon, che festeggia que¬
st'anno il decimo anniversario
del lancio sul mercato della
prima fotocopiatrice digitale a
colori (CLC 1) prodotta in
sene nel mondo, presenta
tutta la sua gamma di sistemi
digitali per il colore.
E propone il nuovo Controller
Professionale ColorPASS
5000 Questo nuovo RIP
sostituisce il ColorPASS 4500
e si propone quale interfaccia
ideale per il collegamento a
CLC 700L e CLC 800 Adotta
un nuovo processore MIPS di
tipo RISC denominato R5000
che opera alla velocità di 200
MHz L'architettura XJ+ resta
invariata con l'ultimo dei
RipChips ASIC a supporto
della CPU.
Complessivamente le presta¬
zioni dell'intero sistema
aumentano del 35-40%
rispetto al modello preceden¬
te Per il bianco e nero Canon
espone PC 760, una piccola
fotocopiatrice da tavolo. NP
6045, un nuovo modello ad
alte prestazioni da 45 copie al
minuto, in fronte retro, e NP
9100, la soluzione ideale per
grandi volumi.
MS500 è uno scanner digita¬
le per Microfilm che con una
velocità di scansione di 8
fotogrammi al minuto, colle¬
gato ad un PC consente di
convertire in file UFF qualsia¬
si tipo di supporto Microfilm,
dalle Fiche alle Pellicole 16/35
mm.
— Canon cambia sede-
Quest'anno Canon celebra il 60' anniversario della fondazione della
Casa Madre in Giappone e il 25' della sua presenza in Italia e per
l'occasione cambia anche sede Dallo scorso agosto si è trasferita
in un edificio nuovo e tutto suo, nel Centro Direzionale di Milanofiori,
alle porte di Milano
L azienda, che ha l'ambizioso slogan di raggiungere i 1000 miliardi di
fatturato nel 2000, si è costruita una sede su misura, con telefoni
digitali e scrivanie ergonomiche ed un sistema di smistamento delle
chiamate e dei messaggi all'interno e anche durante gli spostamenti
in giro per l'Italia del personale
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rano su tavolette grafiche nei formati
Al e A2 Le tavolette grafiche
Wacom comprendono tre sene:
UltraPad, ArtPadll e PL-300 La serie
UltraPad è disponibile nei formati da
A2 a A5, per Macintosh Windows e
SGI ArtPad II, la piu piccola sul mer¬
cato Macintosh e Windows, è distri¬
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Pad. 11 - stand C08
Alleanza Siemens-3Com per Fintegrazione voci/dati nel networking
Al Siemens Forum di Monaco di Baviera annunciala l’alleanza strategica
tra Siemens AG e 3Com Corp.. che porterà all'integrazione voce e data
communication oltre che al grande business della telefonia.
L'annuncio in un incontro con la stampa internazionale
in contemporanea con San Francisco.
di Francesco Fulvio Castellano
Reti, sempre piu reti, nel competitivo merca¬
to globale, deregulation nelle Tic nel mondo,
più velocità nelle tecnologie LAN e WAN.
televideoconferenze. Internet-lntranet-
Extranet: è qui che si gioca la grande partita
Questi trend e la spinta ai prossimi paradig¬
mi portano alla "pervasive network ", la con¬
vergenza di quella che era la separazione
infrastrutturale della voce e dei dati
E la ''pervasive network” è la visione dell'e¬
voluzione dei network di 3Com al fine di sup¬
portare le comunicazioni commerciali e per¬
sonali.
In questa visione si sono mossi, con indovi¬
nata tempestività, nella cadenza degli ultimi
accadimenti in questo effervescente setto¬
re, i due colossi 3Com Corp di Santa Clara e
Siemens AG di Berlino e Monaco, che
hanno annunciato in un incontro stampa
internazionale congiunto, l'accordo strategi¬
co raggiunto con lo scopo di creare nuovi
prodotti indirizzati verso il mercato in rapida
evoluzione per l'integrazione "voice and
data” network.
Tale alleanza assicurerà l'mteroperabihtà tra i
sistemi di telecomunicazione Hicom di
Siemens e i sistemi di data networking di
3Com e lo sviluppo di nuovi prodotti al fine
di agevolare l'uso delle comunicazioni dati e
voce all'interno delle reti aziendali. Il piano di
integrazione fra i prodotti di comunicazione
dati e voce delle due società è finalizzato alla
creazione di nuove applicazioni, quali la
telefonia tramite Internet, e ad aumentare la
diffusione delle comunicazioni multimediali e
del telelavoro.
Questo particolare mercato mondiale 6 in
forte espansione: il tasso di crescita annuo è
di circa il 15% e un giro d'affari che supererà
i 110 miliardi di dollari entro il 2000
Relativamente alle infrastrutture di comuni¬
cazione dati, nel prossimo quinquennio si
prevede una crescita del mercato pari al 20-
40%. per un totale di oltre 130 miliardi di
dollari. Cifre da capogiro.
Siemens e 3Com, al vertice mondiale rispet¬
tivamente nelle reti di comunicazione dati e
voce, uniranno ora il proprio know-how tec¬
nologico e le risorse di sviluppo per dare un
forte impulso all'attuale stato dell'arte della
tecnologia ISDN e a tutte le altre tecnologie
di trasmissione voce-dati, una delle piu
importanti sfide nel mercato delle telecomu¬
nicazioni. L'impegno congiunto Siemens-
3Com offrirà a tutte le aziende con infrastrut¬
ture standard soluzioni di comunicazione a
"prova di futuro” nelle nuove applicazioni di
rete E. per Siemens, un passo obbligato
nella strategia di migrazione verso applicazio¬
ni multimediali end-to-end, non vincolate dal
tipo di rete esistente.
Inoltre, le due società hanno annunciato che
Siemens Private Communications Systems
Group (PN) commercializzerà, a livello mon¬
diale. la linea completa di prodotti di comuni¬
cazione dati di 3Com per le aziende La
gamma comprende soluzioni per reti LAN e
WAN di 3Com. quali la famiglia Offi-
ceConnect per la trasmissione dati e le
comunicazioni on-line in piccoli uffici; il siste¬
ma SuperStackll per gruppi di lavoro e divi¬
sioni aziendali; la famiglia CoreBuilder per
centri di elaborazione dati; la piattaforma
AccessBuilder per l'accesso remoto e le
avanzate schede di interfaccia EtherLInk
Siemens trarrà cosi vantaggio dal software
TrascendWare, di proprietà 3Com, che inclu¬
de il software di controllo avanzato di rete,
come ad esempio il Fast IP
A sua volta, 3Com integrerà altresì alcuni
sistemi di comunicazione Hicom con i propri
sistemi OfficeConnect e SuperStackll per
offrire soluzioni di telefonia LAN altamente
integrate.
A garanzia di tutto ciò, Siemens e 3Com
hanno anche concordato di rendere intero-
perabili le rispettive famiglie di prodotti di
punta ad esempio, grazie al software
TrascendWare di 3Com, lo standard indu¬
striale, le due aziende svilupperanno l'mtero-
perabilità tra i sistemi di comunicazione
Hicom e gli Switch CoreBuilder In conclu¬
sione, poiché in futuro le soluzioni 3Com-
Siemens offriranno ai clienti l'opportunità di
ottenere comunicazioni end-to-end attraver¬
so interconnessioni su reti di trasmissione
dati e voce, le due aziende sono certe di
poter incrementare l’uso di applicazioni mul¬
timediali. quali il telelavoro e la condivisane
di applicazioni voci/dati o video/daii
Ciò consentirà, ad esempio, ad un PC telefo¬
no di essere raggiunto sia dai telefoni analo¬
gici sia dai telefoni digitali
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In programma c'è anche l’apertura di una filiale italiana
D-Link presenta i nuovi workgroup switch
La nuova serie di switch D-Link offre 9 modelli di switch unmana-
ged e managed, con un'ampia scelta di dispositivi desktop e rack e
una densità di porte da 2 a 18. La società, attiva nel settore del
networking nei Paesi asiatici e nota nel mondo per la vasta gamma
dei suoi prodotti, ha deciso di consolidare la sua posizione nel
nostro Paese.
di Francesco Fulvio Castellano
La società taiwanese D-
Link, presente in tutto il
mondo e al top in
Estremo Oriente nel
mercato del networ¬
king, ha deciso di
ampliare ulteriormente
la propria presenza in
Italia attraverso un'arti¬
colata strategia di
marketing.
Nel programma c'è
anche l'apertura di una
filiale commerciale italiana, che dovrebbe essere operativa entro la fine dell'anno al
fine di fornire supporto di marketing e assistenza tecnica ai distributori, non solo, ma
perché ritiene il mercato italiano estremamente importante tanto da prevedere per la
fine dell'anno 1998 un fatturato tra i 5 e i 10 milioni di dollari. Per quest'anno la previ¬
sione è di raggiungere i 4/5 milioni di dollari.
Recentemente, D-Link ha sottoscritto un accordo con due importanti distributori italia¬
ni. Ingram e Actebis, che promuoveranno la vendita della vasta gamma di prodotti D-
Link ognuno nella propria area di competenze. Ingram, da un lato, è specializzata pre¬
valentemente nel settore delle soluzioni di networking, mentre Actebis, dall'altro, è
operativa nel settore delle periferiche, delle schede, degli hub e del mass Storage.
Questi due distributori si affiancheranno a quelli già operativi da tempo a livello regio¬
nale. E prevista la possibilità di aggiungere un terzo importante distributore con com¬
petenza esclusiva nel settore del networking.
Il consolidamento di D-Link in Italia ha già avuto un ottimo avvio. Di recente, infatti,
CAP-Gemini, che si è aggiudicata una gara d'appalto per la fornitura di hub all'Ente
Poste Italiane, ha scelto la tecnologia D-Link. La fornitura, che comprende circa 4000
"managed hub", modello serie 1800, si inserisce nell'ambito di un progetto più ampio
che prevede l'erogazione di una serie di servizi di tipo bancario presso gli uffici postali
nazionali,
"Questa azienda sta crescendo rapidamente in Europa - ha dichiarato Savio Sardo,
European General Manager D-Link - e l'Italia rappresenta un mercato dalle enormi
potenzialità, considerato anche l'elevato livello di sviluppo raggiunto dal comparto
dell'IT nel suo insieme". E vediamo ora i prodotti annunciati.
La nuova serie di switch D-Link presentata in Italia è una delle più complete disponibili
sul mercato, offre 9 modelli di switch unmanaged e managed, con un'ampia scelta di
dispositivi desktop e rack e una densità di porte da 2 a 18. Gli switch Ethernet/Fast
Ethernet di D-Lmk sono stati progettati per rispondere alla forte domanda di reti com¬
mutate Ethernet/Fast Ethernet per ambienti LAN. Tutti i modelli sono offerti a un prez¬
zo per porta molto contenuto, convenienti rispetto ai dispositivi condivisi e permettono
di fornire agli utenti di reti i vantaggi di una maggiore ampiezza di banda. La serie com¬
prende modelli con interfaccia standard Nway, che consente la connessione a reti a 10
e 100 Mbps, full o half duplex, senza necessità di effettuare alcuna configurazione da
parte dell'utente. Alcuni modelli dispongono inoltre di porte Mll, un’interfaccia flessibi¬
le e indipendente dal medium che permette il collegamento a qualsiasi media Fast
Ethernet, che si tratti di TX per la pura trasmissione
dei dati, T4 per trasmissioni miste voce/dati o FX per
la fibra ottica. D-Link è considerata, in Estremo
Oriente, la più importante società di networking.
Il suo headquarter europeo, costituito dieci anni fa con
il compito di agevolare la penetrazione di D-Link in
Europa, è a Londra e conta circa 100 dipendenti.
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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
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I nuovi scanner Microtek
Microtek proporrà a Smau tutta la gamma delle sue
novità in fatto di scanner fra cui tre nuovi prodotti
destinati a soddisfare le esigenze di creatività di
diverse tipologie di utenti.
di Enrico Ferrari
Si tratta di Color
PageWiz per l'utente
SOHO, ScanMaker
Office Plus per l'uten¬
te professionale e
ScanMaker Designer
Pro per il professioni¬
sta della progettazione.
ScanMaker Designer Pro è
uno scanner a colon dalle
caratteristiche hardware e
software particolari, infatti è
dotato del dispositivo TMA-II,
per la scansione delle diapo¬
sitive, dei negativi e delle tra¬
sparenze, e dell'ArtPad di
Wacom, una tavoletta di digi¬
talizzazione che può essere
utilizzata per disegnare, colo¬
rare o controllare la gestione
dei testi direttamente sul PC
con la stessa facilità con la
quale si utilizzano carta e
matita. Dal punto di vista del
software, ScanMaker Desi¬
gner Pro offre Adobe Photo
Shop, il famoso pacchetto
per il ritocco d'immagine pro¬
fessionale.
Color PageWiz è uno scan¬
ner a colori compatto, funzio¬
nale e di semplice impiego in
grado di acquisire qualsiasi
documento cartaceo e di tra¬
sformarlo in formato elettro¬
nico per poter effettuare ogni
tipo di modifica. Color
PageWiz offre un'ampia serie
di funzioni tra cui la possibi¬
lità di inviare documenti via
fax o posta elettronica oppu¬
re crearne più copie utilizzan¬
do una stampante.
ScanMaker Office Plus è uno
scanner piano a colori che
consente di visualizzare in
tempi brevissimi l'immagine
acquisita. In dotazione viene
fornito un CD-Rom che con¬
tiene una serie di pacchetti
per realizzare ogni genere di
lavoro grafico, oltre a diversi
strumenti per la gestione e la
manipolazione delle immagi¬
ni.
Per completare l’offerta rivol¬
ta ai creativi e ai professioni¬
sti dell'Immagine, Microtek
propone un bundle che com¬
prende lo scanner piano
ScanMaker E6 con Ulead
Photolmpact 3.0 dotato delle
estensioni Web, un sofistica¬
to strumento per la progetta¬
zione creativa delle pagine
Web.
Phantom 4800 Parallel è,
invece, un nuovo modello
rivolto al mercato SOHO: si
tratta, infatti, di uno scanner
piano la cui caratteristica prin¬
cipale è rappresentata dalla
porta di collegamento paralle¬
la estesa, che facilita ulterior¬
mente la connessione con il
personal computer.
DOVE & CHI -
Microtek Italia
Via Solferino 12a,
20052 Monza,
Tel. (039) 2302.230
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stand B10
Da Impex una razza Electa
La tecnologia AGP di Asustek è la ciliegina sul
catalogo dell'azienda emiliana
e t II 25 giugno di quest'anno Impex Italia ha festeggiato
[ dieci anni di attività nel mondo della produzione, com¬
mercializzazione e distribuzione di personal computer
e componenti periferiche. In occasione del decennale
dell’azienda si è inteso festeggiare con una linea che
rappresenti il raggiungimento d'un traguardo: si tratta di
Electa, la nuova serie dei computer e modem Gavi, un
marchio di Impex,
La serie Electa, ideata nel centro di progettazione e collaudo di
Reggio Emilia, è costituita da macchine ad alto livello qualitativo in
grado di offrire prestazioni ai massimi livelli tecnologici. Tre anni di
garanzia, supporto tecnico full Service e massima espandibilità
sono garantiti ai massimi livelli dalla certificazione ISO 9001 e 9002
verificata da DNV. I modelli comprendono Intel Pentium da 166 a
233 MHz e tecnologia MMX, mentre il top della gamma è il
GavkM2d, un dual Pentium II a 266 MHz. In mostra allo Smau,
oltre ai personal computer, saranno disponibili la tastiera/scanner
NMB e gli handheld Philips e Nec con Windows CE.
Ma la notizia più interessante ariva il 18 settembre: Impex distri¬
buirà in Italia anche le schede AGP di Asustek. Si tratta degli acce¬
leratori grafici per il Pentium II MMX, i modelli 3DePlorer 3000 ed
AGP-V264GT3: allo Smau verranno allestite delle demo all'interno
dell’area computer graphics dello stand Impex.
DOVE & CHI-
Impex Italia - Via del Paracadutista 8,
42100 Reggio Emilia, Tel. (0522) 51.85.40
Padiglione 10/1 - stand CI9
Le anteprime Eutron per la sicurezza
Presentate soluzioni di sicurezza per l'home
banking su Internet
La prima novità sarà un software per la protezione
— automatica degli eseguibili e dei dati con funzioni di
■ r; crittografia, che si chiama GSS, nella versione per
éo rr’L-i Windows NT. Questo prodotto consente di protegge-
f ..0 A re un eseguibile, senza possederne il sorgente, in
i jf ambiente NT. Per quanto riguarda le chiavi di protezio-
ne del software SmartKey, la prima novità è un modello
di chiave perfettamente compatibile con le precedenti a
livello software e hardware, ma con un restyling completo e
dimensioni ridotte. Abbinato alla chiave verrà presentato il nuovo
software di gestione SmartKey Kit, giunto alla versione 9.0 e
distribuito su CD-ROM. Durante lo Smau verrà presentata inoltre
la versione definitiva del sistema denominato Internet Key
Identification che, attraverso un driver per Java, consente di utiliz¬
zare la chiave SmartKey come token di identificazione utente su
qualsiasi Client collegato a Internet.
Il sistema viene utilizzato anche per funzioni di remote banking.
Presso lo stand di Eutron verrà simulata un'identificazione sul sito
Eutron, per mostrare come un qualsiasi browser riconosce e con¬
ferma l'identità del Client solo con la chiave inserita.
DOVE & CHI- -
Eutron Spa - Via Ghandhi 12.
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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
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Qui di seguito parliamo dei vari movimenti di mercato confermati, ma molti altri hanno
fatto il giro degli ambienti finanziari, ed alcuni li vedremo accadere.
di Leo Sorge
Microsoft
compra un
po' di Apple
Microsoft ha acquistato azioni
Apple per 150 milioni di dollari,
senza diritto di voto. In cambio
Apple inserirà in bundle niente-
popodimeno che Internet
Explorer. Si tratta d'una grande
mossa, che ha permesso a Bill
Gates di acquisire un 10% del
mercato desktop con una
mossa che toglie molta forza
all'alleanza guidata da Net¬
scape. Inoltre Microsoft conti¬
nuerà a sviluppare Office per
Mac. a partire dalla versione
'98
Gii Amelio è stato rimosso
dalla carica di CEO
Probabilmente in questo modo
le voci di cessione al miglior
offerente si allontaneranno
almeno per un po' E' molto
difficile trovargli un successo¬
re. visto l'ingombro della figura
di Steve Jobs. che ha dappri¬
ma accettato un expanded role
rifiutando di tornare in vetta,
per poi essere costretto a fun¬
gere da CEO in attesa di tro¬
varne uno definitivo.
Oggi Apple ha solo il 3% del
mercato, e dopo aver perso
1.6 milioni di dollari in due anni
adesso vale poco meno di 2
miliardi di dollari, anche se
l'anno scorso ha fatturato
quasi 10 miliardi e per il '97
dovrebbe restare sopra ai 7
miliardi. Le azioni, che vale¬
vano 30 dollari all'investitura
di Amelio, erano scese sotto
i 14, per impennarsi sopra i
26 il giorno dell'accordo con
Microsoft Gli analisti con¬
cordano che se scendesse¬
ro sotto i 10 dollari si scate¬
nerebbe una vera bagarre
per l'acquisizione.
Le prime strategie sono
state l'uscita dal settore delle
stampanti con un accordo
OEM che la stringe ad HP, e
l'agonia del licensmg del suo
hardware e software.
National
acquisisce
Cyrix
Importantissima una notizia del
mondo dei chip. Cyrix è stata
inglobata da National Semicon-
ductors per puntare al SOAC,
System-On-A-Chip che era nei
piani di entrambe.
Il progetto è quindi diretto alla
fascia bassa del computing,
senza competere con Intel ma
eventualmente con Mips o
AMD. Brian Halla, il vulcanico
CEO di National che sta pilo¬
tando questa nuova fase
dell’azienda che
rappresenta,
punta a sistemi di
prezzo oggi pari a
500 dollari, domani
a 200 Tra le altre
acquisizioni di Halla ci
sono prodotti di net¬
working, decoding e segnali
misti. Nasce un colosso del
network computing Se la
nuova filosofia e le sue impli¬
cazioni, dagli elettrodomestici
intelligenti (information ap-
pliances) ai telefoni cellulari.
Cyrix
National &
Cyrix Announce
Agreement
to Merge
avrà successo, National
potrebbe essere la Intel di
domani. Oggi però non se ne
parla neppure, come recita una
delle affermazioni ufficiali delle
parti in causa: National non
competerà direttamente con
Intel, ma occuperà il mercato
di fascia bassa fino ai PC entry.
In questo senso è più una
concorrente di AMD.
anche per dimensio¬
ni. nonostante il K6
spinga questo
primoattore
anche verso il
mercato di
fascia alta.
Pei supportare questa
crescita National sta ampliando
la sua fabbrica di Portland e
quella di Santa Clara Fatto
strano, tutte queste novità
sono iniziate da quando Gii
Amelio se ne andò alla Apple.
Da allora National ha mollato
Fairchild, la cui ricapitalizza¬
zione è costata una cifra ana¬
loga a quella necessaria
all'acquisizione di Cyrix.
La sorte di Cyrix ci sta a
cuore, perché l'abbiamo
seguita a vario titolo fin dal
1994 II suo motto. Cyrix
mstead. che ricalcava Intel
Inside, dovrebbe restare
insieme al marchio, mentre il
resto sarà inglobato in
National.
Dal punto di vista dell'azien¬
da texana l'accordo è eccel¬
lente. sia sul silicio che sul
sistema Ora avrà accesso a
tecnologie a geometrie minori,
a volumi maggiori e a basso
costo. In soldoni, quindi. Cyrix
adesso può essere competiti¬
va anche con i clienti che già
ha. Poi con le altre competen¬
ze - glue logie, reti, sistemi ibri¬
di - si va davvero verso il
SOAC. System-On-A-Chip.
Questa uniformità di vedute
darà a Cyrix un grande respiro
di sollievo, dato che il nuovo
padrone la libererà dell'enorme
ed infruttuoso sforzo finora
necessario per rendere dispo¬
nibili i chipset d'interfaccia ai
suoi microprocessori.
Infine National ha le tante
licenze di produzione necessa¬
rie per non avere ulteriori
grane legali con Cyrix, che di
suo ha già risolto una serie di
problemi.
Intanto. IBM ha concluso con
AMD per una fornitura di chip
che prima sarebbero stati pro¬
dotti internamente su licenza
Cyrix. Difficile pensare che non
ci siano rapporti con l’acquisi¬
zione.
Intel punta
sulla grafica
Lo scorso 27 luglio Intel ha
annunciato la fase finale della
trattativa per l'acquisizione di
Chips and Technologies Dal
punto di vista economico l'of¬
ferta è ben lungi dall'essere
una questione difficile, viste le
ridotte dimensioni di C&T,
soprattutto se paragonate ai
risultati del colosso di Santa
Clara: l'azienda di San Jose
diventerà una filiale all'interno
della divisione Graphics
Components.
Grazie alla tecnologia proprie¬
taria HiQColor, C&T oggi è lea¬
der nei chip di accelerazione
della grafica, specialmente per
Continua a pag. 142
Bnan Halla Ceo di National
140
MCmicrocomputer n 177 - ottobre 1997
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Segue da pag. 140
quanto riguarda i portatili. C&T
offrirà ad Intel sia la sua tecno¬
logia attuale, probabilmente
traslata anche sui desktop, che
la sua competenza più in gene¬
rale sul 3D. In questo senso è
da ritenere estremamente pro¬
babile che Intel continui la sua
ricerca di aziende da acquisire.
E' d'altronde evidente, ormai,
che di Merced si parlerà in un
futuro sempre più targato
1999 (se non oltre) e che i
prossimi passi saranno più
orientati all'Integrazione di
nuove tecnologie nei Pentium
esistenti, sui quali fare tutte le
prove anche dei futuri processi
di produzione di geometria
inferiore al quarto di micron
attuale. Molti nuovi nomi si
succederanno nei prossimi
tempi: Tillamook, Willamette,
Katmai e Deschutes si avvi¬
cenderanno in un tourbillon di
nomi in codice che probabil¬
mente resteranno sul mercato
come Pentium II se non III.
Ma c'è un altro motivo per il
quale avere una grafica di
fascia alta: i giochi. Intel fa
parte dell'Open Arcade Archi-
tecture Forum, in via di tra¬
ghettamento verso uno stan¬
dard multiprocessore basato
sui suoi prodotti. Dei grandi
produttori di chip. Intel è l'uni¬
ca ad aggredire il settore dei
giochi con i suoi prodotti più
potenti.
DVD-Ram,
si ricomincia
daccapo
Ma la bomba del mercato con¬
sumer è che Sony e Philips
sono usciti dallo standard per il
DVD Ram, tra l'altro trascinan¬
do con sé mentepopodimeno
che Hewlett-Packard
Le tre aziende intendono lan¬
ciare un prodotto da 3 GB per
facciata, non compatibile con i
2,6 GB dello standard DVD-
Ram 1.0. Fatto sta che Matsu-
shita e Toshiba stanno per lan¬
ciare i loro modelli, mentre
Sony e Philips no. La mancan¬
za d'uno standard forse lasce-
rebbe qualche mese in più al
CD riscrivibile, già oggi disponi¬
bile, mentre domani qualcuno
potrebbe lanciare ulteriori pro¬
poste di tipo DVD ma ancora
più capaci, dato che entrambe
le proposte esistenti sono tec¬
nologicamente piuttosto data¬
te: per questo è presumibile
che si verifichino altri colpi di
scena.
Network
Computer:
Sun++
Sul fronte dei network compu¬
ter la grande notizia è che Sun
ha acquistato Diba, la startup
nata per sviluppare Ideas.
ovvero apparecchi monofun¬
zione connessi ad Internet da
dare in licenza altrove.
Il fronte Java vive di grandi
possibilità future, ma sta già
diventando terra di conquista
per i soliti marpioni che premo¬
no affinché Sun lasci il control¬
lo totale del prodotto ad una
serie di comitati, la cui efficien¬
za ricorda sempre quella degli
enti italiani. Molte altre cose si
stanno sviluppando intorno a
Java, che grazie a Siemens
sarà disponibile anche sulle
smart card.
Ma il settore degli NC resta un
argomento caldissimo, da
seguire con attenzione. Ad
esempio Larry Ellison, che
voleva acquistare Sun per
farne un produttore di set-top
box, è stato chiamato da Steve
Jobs nel consiglio di ammini¬
strazione della Mela. Ma altre
seguiranno...
Nuove HASP: s’è già sparsa la notizia...
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MOLLA IL GRUPPO.
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Nuove HASP :
di più in minor spazio
Basata su un nuovo, esclusivo microcircuito
proprietario ASIC (Applications Specific
Integrated Circuit), che utilizza 2500 accessi a
tecnologia I.S micron E 1 , Aladdin annuncia la
nuova linea HASP. oggi la Chiave di Protezione
Sw più avanzata e a più spinta miniaturizzazione
a livello mondiale.
U n a su p remazi a di prodgttogia
confermata d a test di laboratorio
La superiorità di HASP è testimoniata dal test
condotti dalla NSTL ( Associazione USA di Test
Comparativi), che ha classificato MemoHasp
li Nnaaro 1 ira li chiavi di protiilon Immane sai
mercato dal pii laporiiail contutori a llvallo
mondina.
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hanno utilizzato oltre 4 milioni di chiavi Aladdin
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c
Presentati tre nuovi scanner, e molti altri prodotti che vanno ad accrescere altri settori in cui
la Logitech è particolarmente presente: l' entertainment e gli scanner
Da Logitech le nuove periferiche Senseware
Era il 1982 quando la Logitech costruì il suo primo mouse rispondendo alla richiesta di un cliente pervenuta
via Arpanet. progenitrice dell'attuale Internet.
Da quel lontano anno le periferiche Logitech, la cui famiglia avrebbe in seguito preso il nome di "Senseware".
si sono succedute con regolarità e con una crescita continua sia di prestazioni che di quote di mercato.
di Valter DI Dio
Tra le prime 20 aziende produt¬
trici di PC. ben 17 utilizzano
una periferica Senseware di
Logitech Merito di questo
successo è l'aver legato stret¬
tamente l'hardware al softwa¬
re per rendere un comune
dispositivo di puntamento
qualcosa di più, qualcosa di
dotato di una sua propria intel¬
ligenza, quindi in grado di ele¬
varsi dalla semplice funzione di
movimento di una freccia sul
video fino a divenire una vera e
propria interfaccia tra l'uomo e
la macchina.
Contemporaneamente al lavo¬
ro sul software e sulla mecca¬
nica del Senseware, Logitech
6 intervenuta anche su una
seconda e non meno impor¬
tante interfaccia, quella tra il
■contenitore" e la mano. Le sue
periferiche sono state espres¬
samente studiate per il massi¬
mo dell'ergonomicità: ogni
tasto deve sempre trovarsi
sotto al dito giusto e con il giu¬
sto angolo affinché la pressio¬
ne del dito sia la più docile e
naturale possibile. Lo stesso
concetto è stato esteso anche
alle altre periferiche, come ad
esempio gli scanner, con l'o¬
biettivo di facilitare al massimo
le operazioni di gestione e di
controllo del dispositivo
Il risultato è sotto gli occhi di
tutti, sia come eleganza e desi¬
gn dei prodotti Logitech, sia
come presenza sul mercato,
segno di affidabilità e di ottime
prestazioni a prezzi molto con¬
tenuti.
Gli ultimi nati
Nonostante le variazioni sul
tema, il mouse rimane ancora
la più comoda e versatile inter¬
faccia di navigazione. Niente di
strano quindi che Logitech
continui a migliorare ed otti¬
mizzare questo semplice e
sicuro dispositivo di puntamen¬
to per renderlo sempre più
adatto ai nuovi usi del compu¬
ter e sempre più completo ed
ergonomico.
Tre quindi i nuovi mouse, men¬
tre altri tre prodotti vanno ad
accrescere altri campi in cui la
Logitech è particolarmente
presente: ('entertainment e gli
scanner.
Dallo studio sull'uso e sull'im¬
pugnatura del mouse classico,
ecco nascere la versione ergo¬
nomica con quattro tasti ed
una forma ottimizzata per l'ap¬
poggio della mano di utenti
destrorsi. Tre tasti superiori
forniscono le classiche opzioni
di tutti i mouse, il quarto tasto
è invece posizionato lateral¬
mente per essere premuto
con il pollice. Il mouse è com¬
patibile con il software
Microsoft Intellimouse e viene
fornito con la versione 7.5 di
MouseWare che permette di
riprogrammare i tasti e di per¬
sonalizzare il cursore. Per la
navigazione in Windows 95 o
Internet due software Hyper
Jump e CyberJump permetto¬
no di associare i comandi più
usati ad uno o più tasti del
mouse.
Il collegamento al computer
avviene via filo con il nuovo
connettore Combo in grado di
adattarsi sia alla porta seriale
che a quella PS/2. Il colore del
mouse, grigio chiaro con due
piccole aree laterali viola, è
stato studiato per dare un
tocco di eleganza alla scrivania
senza tuttavia eccedere con le
tinte
Il prezzo del MouseMan è di
79.000 lire IVA inclusa.
MouseMan*
Solo un piccolo segno più
distingue questo modello dal
MouseMan appena visto, ma
in questo piccolo segno è rac¬
chiusa una novità molto
importante: una rotella grigia
posta in mezzo al pulsante
centrale che permette di effet¬
tuare Zooming e Scrolling
senza spostare il puntatore
dalla sua posizione Sotto
Windows 95 e con Internet
Explorer la rotellina
centrale permette di
agganciare al volo le
barre di scrolling
mentre i software
HyperJump e Cyber
Jump permettono
una navigazione velo¬
ce Con Microsoft
Office 97 si aggiun¬
gono le funzioni di
AutoScroll e Zoom.
La forma è identica
al MouseMan cosi
come le funzionalità
dei quattro tasti.
Anche il software,
MouseWare 7.5, è lo
stesso per tutti e due i tipi di
mouse.
Il prezzo del MouseMan+ sarà
di 99.000 lire IVA inclusa.
PilotMouse*
La forma ergonomica dei
MouseMan può rivelarsi un
problema per gli utenti manci¬
ni. in questo caso, facendo
anche a meno del tasto latera¬
le, il PilotMouse+ diventa
un'ottima alternativa.
Tutte le funzioni del Mou-
seMan+ e quindi Umver-
salScroll sotto Windows 95.
HyperJump e CyberJump,
AutoScroll e Zoom per
Microsoft Office 97 con in più
una forma classica, tondeg¬
giante ma semplice da impu¬
gnare. Connettore Combo per
attaccarlo sia alla seriale che
alla porta PS/2, Software
Logitech MouseWare 7.5 e un
prezzo ‘su strada" di 59.000 lire
completano le prestazioni di
questo ottimo mouse econo¬
mico.
Continua a pag. 144
MouseMan
144
MCmicrocomputer n. 177 -ottobre 1997
Se nella tua stampante
Cempuprint usi nastri
toner o cartucce
NON ORIGINALI
non ne risente
soltanto la qualità
*
Se nella tua stampante Compuprint usi materiali di consumo non originali - o peggio ancora contrallatti - la qualità del-
la stampa degrada immediatamente: e questo lo noti a prima vista. Ma ciò che non vedi subito è che metti a repenta¬
glio la vita stessa dei tuoi documenti, se stampati con inchiostri o nastri privi della certificazione di indelebilità richiesta
dalla Legge. Ed anche la tua stampante ne risente, perché inchiostri troppo abrasivi possono ad esempio compromette¬
re la durata delle parti tecnologiche più pregiate: non a caso la garanzia decade in caso di uso di materiali impropri.
Infine ne soffre l'ambiente, perché solo grandi Aziende possono garantire toner non tossici e altri componenti a noci- £
vita zero: per questo Compuprint - che destina più del 6% del latturato alla ricerca e sviluppo di nuovi prodotti e tec¬
nologie - partecipa attivamente al programma di tutela ambientale del Consorzio Ecoqual'it.
Qualità e indelebilità della stampa, vita della stampante, ricerca e sviluppo, rispetto dell'ambiente.
Quattro ottimi motivi per scegliere materiali di consumo originali Compuprint: quelli con l'ologramma d'argento.
Numero Verde 167- 824004
Sistema di qualità certificato ISO 9000
Segue da pag. 144
CyberMan2
La ricerca spaziale al servizio,
oggi, dei videogame e domani
della navigazione 3D. Basato
su una nuova tecnologia ottica
sperimentata dalla NASA con
le missioni dello Shuttle
Columbia, è nato CyberMan 2
un Game Controller a sei gradi
di libertà: X, V, Z, inclinazione,
imbardata e roll. Grazie all'in¬
terfaccia completamente pro¬
grammabile e alla libertà di
movimento il CyberMan 2 con¬
sente di entrare realmente nei
mondi virtuali, siano
essi un gioco o
un'applicazione pro¬
fessionale.
Il CyberMan 2 pos¬
siede ben 8 pulsanti
da utilizzare con
tutte e due le mani
e funziona con tutti i
giochi Windows 95
e DOS.
Una mano gestisce i
pulsanti, mentre l'al¬
tra serve per control¬
lare i movimenti del
pomello antiscivolo
che può essere sol¬
levato, ruotato, spin¬
to e inclinato per ottenere
appunto i sei gradi di libertà
previsti. Un software sviluppa¬
to appositamente dalla
Logitech, l'Entertainment
Software 2.2. permette di
ammortizzare eventuali movi¬
menti indesiderati o tremolìi
della mano.
Nella navigazione virtuale il
CyberMan evita l'uso contem¬
poraneo di tastiera e mouse e
permette di concentrare tutta
l'attenzione su di un unico
dispositivo.
Disponibile a novembre il
CyberMan2 costerà 149.000
lire IVA inclusa.
FreeScan
Simile esteticamente al Page
Scan uscito lo scorso anno, il
FreeScan presenta tuttavia
delle caratteristiche notevol¬
mente superiori.
La tecnologia di scansione è la
medesima che ha fatto la fortu¬
na di tutta la serie nata con il
PowerScan, ovvero una testa
mobile motorizzata che può
essere usata indipendente¬
mente e una base, non moto¬
rizzata, che funge da alimenta¬
tore automatico quando la
testa le viene agganciata sopra.
Il caricatore automatico con¬
sente la scansione di 25 fogli
A4 senza alcun intervento da
parte dell'operatore. La risolu¬
zione ottica dello scanner è di
600 x 600 dpi che vengono
portati a 4800 x 4800 dal
software di interpolazione. La
profondità di colore è tra le più
alte al mondo con ben 30 bit
per pixel. Due nuovi trattori
laterali garantiscono una mag¬
giore stabilità ed uno sposta¬
mento più fluido quando la
testa viene usata autonoma¬
mente su superfici che non
siano perfettamente piane.
Alcune caratteristiche rendono
FreeScan particolarmente sem¬
plice da utilizzare: SmartSIe-
eve, una maschera trasparente
protettiva da utilizzare per la
scansione di documenti delica¬
ti. SmartFeed, che permette la
cattura automatica di un docu¬
mento appena viene inserito
nello scanner. SmartEject, ov¬
vero l'espulsione automatica
anteriore dei documenti acqui¬
siti e, infine. SmartStack, che
effettua il riordino automatico
dei documenti acquisiti in
modo che risultino, a video,
nella giusta sequenza. Insieme
allo scanner vengono forniti il
Logitech Imageware Control
Center per la gestione delle
operazioni di scansione, copia
e Fax, Adobe PhotoDeLuxe
B er il fotoritocco. Xerox Text
ridge per l'OCR e DocuMagix
Paper Master 3.0 per l'archivia¬
zione dei documenti acquisiti.
Il prezzo di listino del FreeScan
è di 499.000 lire IVA inclusa.
PageScan
USB
Grazie all'uso di due tecnologie
innovative ecco il primo scan¬
ner Entry Level ad elevate pre¬
stazioni. La prima novità viene
dal dispositivo di lettura CIS
(Contact Image Sensing) che
consente di ridurre ingombri e
assorbimenti di corrente.
Attorno a questo sensore la
Logitech ha realizzato uno
scanner a basso consumo che
ha consentito l'uso della nuova
porta USB (Universal Serial
Bus) presente su tutte le mac¬
chine Pentium MMX. La nuova
interfaccia seriale consente un
trasferimento dati di 12 Mbit/s
e l'alimentazione di dispositivi
con meno di 500 mA di assor-
USB: Universal Serial Bus, il vero Plug&Play
Già il nome indica chiaramente la sua missione: fungere da attacco universale per tutte le future perife¬
riche da computer Nato dalla volontà delle principali aziende del settore Personal Computing e
Telecomunicazioni, l'USB risponde a precise aspettative necessarie all'entrata nel mercato home delle
nuove periferiche multimediali. Le principali caratteristiche sono la standardizzazione della porta, la pos¬
sibilità di collegare fino a 127 dispositivi ad un’unica porta (eventualmente con l'uso di un HUB da tavo¬
lo), la velocità di trasferimento (1,5 Mbit/s per |oystick e mouse e 12 Mbit/s per scanner, stampanti e
telecamere), l'alimentazione di dispositivi a basso consumo e, fondamentale, la possibilità di attaccare
e staccare le periferiche senza che sia necessario riavviare il computer.
Grazie all'USB usare il computer e le sue periferiche diventerà semplice come l'uso di un qualsiasi
altro elettrodomestico. Un comitato permanente l'USB-IF (Universal Serial Bus Implementers Forum)
si occupa di coordinare le specifiche dell'USB, lo si può raggiungere alla uri http:Wwww.usb.org.
Logitech S.A.
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bimento. Lo scanner USB
Logitech non necessita quindi
di alimentazione supplementa¬
re e funziona con un semplice
cavetto seriale collegato al
computer.
La particolare forma, unita al
caricamento frontale, consente
di posizionarlo tra la tastiera e il
monitor, riducendo quindi l'in¬
gombro sulle scrivanie già
occupate da tappetini, dischi
esterni, modem ed altri acces¬
sori.
Altra importante caratteristica
della porta USB è il riconosci¬
mento automatico della perife¬
rica, questo vuol dire che non
è necessario riavviare il com¬
puter per fargli riconoscere lo
scanner anche se si decide di
collegarlo solo quando serve.
La risoluzione ottica del senso¬
re CIS è di 300 punti per polli¬
ce, portati a 2400 per interpola¬
zione software, i bit colore
sono i soliti 24.
Grazie al sensore CIS e soprat¬
tutto all'Interfaccia USB il
PageScan è in grado di acquisi¬
re 3 pagine A4 al minuto anche
se a colori e piene. Il drive è un
Twain a 32 bit per Windows
95 e Windows 98 (Memphis),
il software a corredo compren¬
de il sistema integrato di
gestione della scansione e di
archiviazione Logitech Scan
Bank, il software per il fotori¬
tocco Adobe PhotoDeLuxe e il
riconoscitore di caratteri
TextBridge della Xerox.
PageScan USB è disponibile
da settembre al prezzo di
399.000 lire IVA inclusa
146
MCmicrocomputer n 177-ottobre 1997
La catena italiana dell'informatica di qualità
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frequenza verticale 50-120 Hz, supporta gli
standard EPA, MPRII, Nutek, On Screen Display.
CPD-200SFT
Caratteristiche: Alta risoluzione a 0.25 dot
SONY picth. Tubo Triniton 17", tecnologia Multiscan
controllata digitalmente per supportare multiple
risoluzioni PC e Macintosh fino a 1280x1024
non interlacciato, Windows '95 PnP compatibile
(DDC- 2AB), frequenza orizzontale 30-80 KHz,
frequenza verticale 50-120 Hz, supporta gli
standard EPA, MPRII, Nutek, On Screen Display.
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PHILIPS picht, Tubo Fiat Square 15”, tecnologia
Autoscan, risoluzioni fino a 1280x1024 non
interlacciato, Windows '95 PnP DDC1 (VeESA
standard) e DDC2B (12C) compatibile, frequen¬
za orizzontale 30-66KHz, frequenza verticale 50-
100 Hz, On Screen Display per la regolazione
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tenziata + ventola raffreddamento.
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Scheda Video: SVGA S3 Virgo CS 3D 2MB
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Tastiera:
Italiana 105 tasti per Windows '95.
Mouse:
Seriale.
Software:
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Audio:
Scheda Sound Card 3D 16 bit Plug and Play.
CD Player:
24X EIDE.
Monitor:
Philips 14” 0.28 non Interlacciato 1024x768.
Casse:
Kit Trust Soundwave 40.
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Case:
Proxima Minitower CE.
Scheda Madre: Intel Triton VX Pentium Pei
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CPU:
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Memoria:
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Floppy Drive 1,44MB 3.5".
Scheda Video: SVGA S3 Trio 64 V CS 3D 2MB
Q8p. 4MB.
Tastiera:
Italiana per Windows '95.
Mouse:
Seriale.
Software:
Windows '95 CD, Licenza e Manuale + Videoguida per W95, Norton
Antivirus Preload.
Audio:
Sound Blaster VIBRA 16.
CD Player:
24x EIDE.
Casse:
Kit Trust SoundWave 40.
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Aperto Sabato mattina & pomeriggio
Largo Bordighera. 37 - 95127
Tel./Fax 095-372197
Aperlo Sabato mattina & pomeriggio
SCO Forum 1997
The Tarantella Universe
Undicesimo appuntamento con lo SCO Forum, e quarta
cronaca consecutiva per i lettori di MCmicrocomputer. Il
1997 ha segnato grandi novità un po' da tutte le parti, hardware, software tradizionale,
software innovativo, filosofia informatica e spettacolo. Passiamo attraverso questi punti
in una cronaca che alternerà temi seri e momenti allegri. Sovvertendo il normale
spaziotempo partiamo da un evento verificatosi il secondo giorno.
di Leo Sorge
The Next Generation
of Software
In modo del tutto inatteso, nei panni e
nella scenografia del più noto serial di tut¬
ti i tempi, una sessione tra il tecnico e il
commerciale è diventata un'occasione di
spettacolo. In quarantacinque minuti, in
pratica la durata d'un episodio completo,
il vulcanico Ray Anderson ci ha proposto
una versione romanzata della differenza
tra la visione SCO e quella Microsoft. In
pratica la possibilità di riprendere l'attività
da qualsiasi postazione con login unico
salverebbe l'universo dalla conquista da
parte dei Borg, una chance assente in un
universo Microsoft che quindi resterebbe
asservito ai nemici metà umani e metà
cyborg. Anderson non ha limitato le sue
apparizioni a questa. In un'altra sessione
ha parlato della visione comune del
client/server, prendendo spunto dal film
"Independence Days", nel quale un ge¬
nialoide ferma l'attacco extraterrestre
usando un PC portatile per scaricare un
virus nella rete aliena... come dire che il
server è corrotto dal clienti
Il Forum
Fin dall'apertura del Forum '97 si re¬
spirava un'aria diversa. Infatti il mitico
Quarry, il teatro all'aperto dell'Univer¬
sità di Santa Cruz, era soleggiato fin dal¬
l'alba delle 8, orario d'inizio delle sessio¬
ni plenarie. La cosa è assolutamente
straordinaria per la cittadina del nord
della California, le cui colline - che ospi¬
tano il campus - normalmente restano
avvolte in una nube di azoto liquido a -
50°F fino alle ore 11, allorquando in po¬
chi minuti si passa a +28°C ma con fo-
Gruppo di Irekkies in
un Interno. Da sinistra
un vulcaniano alterante
lede razione, l'ectocar-
toplasma di Deanna
Trol, Ray Picard Ander¬
son e un imitatore
di Wort.
The Attack!
bardate 1J97.I
Tarantella Universe
Captain Picard
returns to his ship.
-
Una sessione tecnica dello SCO Forum,
Vabbe , qualche volta si può anche
scherzare!
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
late di vento freddo che segano qual¬
siasi carne umana rimanga scoperta.
Dicevamo della mattinata d'apertura,
come di consueto assegnata al presi¬
dente Alok Mohan e al direttore tecnico
Doug Michels. I proclami sono forti: a
parole si riapre la guerra santa contro
Microsoft, un proposito amplificato dal¬
le scelte spettacolari delle quali riferire¬
mo più avanti ma che nella sostanza
delle scelte tecniche è assolutamente
sconfessato Alok Mohan, ormai stabil¬
mente soprannominato Mr. Unix, parte
su Internet. 'L'approccio al network
computer è definitivamente diverso da
quello di Microsoft', e SCO vuole met¬
tere sul Web le applicazioni aziendali,
rendendole accessibili da Client ultraleg¬
geri: come dire che persa sul desktop la
guerra dei grandi volumi, Unix cerca di
rientrare con il webtop, il posto di lavo¬
ro virtuale gestito da server grossi co¬
me e più dei mainframe. Parlando di
server le affermazioni sono fortine.
"SCO conosce i server: Gemini e Taran¬
tella sono robustissimi (rock solidi', e
c'è da chiedersi se a Lars Turndal. ex
presidente SCO sostituito proprio da
Mohan per allontanarsi dal mercato dei
server, ronzino le orecchie.
Pochi giorni prima del Forum si è
sparsa la voce d'una intervista rilasciata
da Scott McNealy, CEO di Sun. secon¬
do il quale esistevano solo due sistemi
operativi, NT e Sun Solaris. Prendendo
tale informazione con il beneficio d’in¬
ventario. anche Alok ha voluto com¬
mentare, dicendo che 'McNealy do¬
vrebbe piuttosto preoccuparsi del futu¬
ro dei rise" Più avanti nel Forum abbia¬
mo avuto modo d'intrattenerci con il
CEO, e ne abbiamo ricavato altre infor¬
mazioni interessanti.
Che fine ha fatto 3DA?
Tempo fa SCO ed HP acquistarono
Unix da Novell, rilasciando un piano co¬
mune di sviluppo detto 3A. Solo pochi
mesi fa hanno difeso le scelte comuni
da un attacco di Open Group, un'asso¬
ciazione di utenti di fascia alta, con la
pubblicazione d una lista di 3000 Api co¬
muni che sono tuttora nella home page
di SCO. Il progetto prevedeva la genera¬
zione d'un solo Unix a 64 bit su Mer¬
ced, un chip a 64 bit progettato da Intel
ed HP. Inizialmente atteso per la fine
del 1998, adesso il chip Intel/HP è stato
ritardato perlomeno al 1999.
Sull'argomento, ribadendo un con¬
cetto già pubblicato su importanti riviste
statunitensi, Mohan ha detto che 'oggi
SCO ed HP su Unix seguono strade di¬
verse' La difesa ufficiale con la stampa
è stata che c'è divergenza a vari livelli, a
partire dall'ordine dei byte (little endian
o big endian). ma si trattava d'un tenta¬
tivo di depistaggio dai veri problemi In
altri incontri, Ray Anderson (vicepresi¬
dente del marketing) e Doug Michels
(vicepresidente esecutivo) hanno sag¬
giamente smentito che questo potesse
essere un problema. Tentiamo qui di
dare un’interpretazione della situazione.
Se Merced fosse uscito alla fine del '98
ci sarebbe stato un senso ad una migra¬
zione accelerata ad un solo Unix. Negli
States oggi Merced come fusione tra i
chip HP e quelli Intel viene dato addirit¬
tura in forse, per cui parlare di conver¬
genza verso un punto incerto creerebbe
sui clienti un'ansia che allontanerebbe
le vendite. Ma il futuro è nel marketing.
'Molte aziende usano SCO ma non lo
sanno: è qui che dobbiamo lavorare*.
Farsi conoscere, essere presenti nelle
grandi aziende, ampliare la catena di di¬
stribuzione. ‘Abbiamo 16 milioni di dol¬
lari in cassa e nessun debito. Possiamo
acquistare altre aziende, anche portatri¬
ci di tecnologia, ma il nostro obiettivo
principale è nel supporto e nella consu¬
lenza'.
Il cambiamento è dimostrato anche
in altri accordi 'Oggi il nostro partner è
Compaq, con il quale abbiamo un piano
commerciale - .
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■
Una guida galattica
L'ospite d'onore di quest'anno è sta¬
to Douglas Adams, il mitico autore della
'Guida galattica per gli autostoppisti",
che noi preferiamo nel titolo originale,
'A Hitchhiker's Guide to thè Galaxy"
Non appena scoperto questo fatto, la
nostra mente ha vagato per molti terri¬
tori. Il primo pensiero è andato a Corra¬
do Giustozzi, la cui attività cerebrale -co¬
si come la sua home page (www
mclink.it/personal/mc0006) - è pesante¬
mente condizionata da alcune esperien¬
ze giovanili, tra le quali l'incontro lettera¬
rio con il succitato Adams. Poi mi chie¬
do se ci sia qualche parentela con l'o¬
spite dell'anno scorso, Scott Adams.
cartoonist autore di Dilbert.
Infine cerco nella mia testa qualche
brandello della Guida, che credo d'aver
letto nella versione pubblicata su Ura¬
nia. ma nulla emerge. Douglas porta un
contributo d'ilarità in gran parte genera¬
to dalla sua fama, per il resto dovuto al
suo accento di Cambridge, Inghilterra,
che lo aiuta ad inserire in quel che dice
delle parole disusate anche nella perfida
Albione, figuriamoci negli States
Tra le tante cose che dice c'e che
'non sappiamo
cos'è un compu¬
ter, perché non è
un oggetto ma
un qualcosa di
modellabile, al
quale di volta in
volta diamo una
sostanza diversa:
calcolatrice, mac¬
china da scrivere,
televisione-con-
tastiera. adesso
catalogo'.
Douglas Adams, na¬
to a Cambridge nel
1952. Nella foto su¬
periore lo vediamo
pnma del passaggio
dei Vogons, qui a
fianco subito dopo.
A sinistra la coperti¬
na dell'edizione ita¬
liana pubblicata da
Urania.
152
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
'Non ho nessuna difficoltà a
bere tre pinle di bitter, o whi¬
sky che sia, prima di pranzo'
Iliberamente tratto da ‘A Hit-
chhiker's Guide Io thè Galaxy").
(Foto di Paolo Fasoli)
NC Pavillon
Alla sua seconda edizione l'NC Pavil¬
lon mantiene un certo interesse. Tra le
proposte più interessanti a nostro avvi¬
so c'erano emWare e Teknema. La pri¬
ma (www.emware.com) propone l'ar¬
chitettura Embedded Micro Interface
Technology, basata su skmny server e
fat Client (Windows 95 e Netscape al¬
meno 3.0). capovolgendo il tradizionale
paradigma del network computer ma
promettendo grandi vantaggi.
L'NC Pavillon
nell'edizione 1997
Di Teknema i www.teKnema.CQmi
abbiamo già parlato l'anno scorso.
La novità è che sono stati raggiunti
vari accordi di commercializzazione del¬
la tecnologia, tra i quali uno permette al¬
la stessa Teknema di vendere il suo
set-top box, InternetTV. Per non far tor¬
to a nessuno ecco l'elenco completo
delle altre proposte presenti: Applix,
Aranex, Boundless, Maxspeed, Neowa-
re, Sun, SCO, NCD, Unisys, Wyse ed
IBM.
Tutte sono reperibili sul web con il lo¬
ro nome, tranne Unisys che fa www.ac-
quanta-systems.unisys.com, ed IBM
che ha poi annunciato di uscire dal busi¬
ness degli NC.
— Le novità tecniche —
Tarantella, System V Release 5,
AIP ed 120: ecco gli elementi
fondamentali per chi non ama
gli articoli leggeri
SCO ha abbracciato definitivamente la
rete delle reti, e l'annuncio di Tarantella,
un server oggi intranet, domani full inter¬
net, ne è la parte più evidente La strate¬
gia complessiva si chiama IWOC, Internet
Way Of Computing, e si va delineando
sempre di più in un tentativo di differen¬
ziarsi dall'approccio di Windows. L'inte¬
grazione di SCO è con i Client leggeri, leg¬
gerissimi ed anoressici, mentre Microsoft
andrebbe d'accordo solo con i Client pe¬
santi come i PC con Windows.
In questo reportage tralasciamo l'esi¬
stenza degli HPC con Windows CE. degli
oggetti da 300 grammi compatibili con il
software Microsoft e con i protocolli In¬
ternet. Tornando brevemente a Tarantella
annunciamo la nascita d'un nuovo proto¬
collo, l'AlP - Advanced Internet Protocol -
che ottimizza le comunicazioni in rete: og¬
gi è implementato per far parlare i sistemi
a grafica X e quelli a grafica dava senza
buttare banda passante, ma in futuro do¬
vremmo vederne altre applicazioni
Innovazioni anche sul fronte del-
l'hardware, con il pieno supporto all'archi¬
tettura 120 che v elocizza l'input/output
Il www.i2osig.orgH Si tratta d'una proposta
di standard che aumenta le prestazioni
grazie all'adozione per l'I/O di processori
potenti che si coordinano con la CPU cen¬
trale. Sul fronte basso c'è in giro un certo
vociare sull'intenzione di SCO di collabo¬
rare anche con qualche produttore di
Network Computer i cui set-top box non
siano compatibili con Java. Dal punto di
vista più tradizionale c’è da segnalare la
versione 5 di Unix System V.
Dal punto di vista più puro si tratta d'u¬
na operazione non del tutto apprezzabile,
dato che l'emanazione delle nuove speci¬
fiche è stata fatta unilateralmente da SCO
in un momento nel quale la situazione de¬
gli standard è un po' confusa Come tutti
gli argomenti tecnici, anche SVR5 verrà
dettagliato in altre parti di MC: per ora ba¬
sti dire che l'attuale implementazione fat¬
ta su UnixWare sostanzialmente espande
la massima dimensione di processi, RAM,
dischi e si rivolge alla comunicazione,
adottando LDAP come successore del
Novell NDS. Java e il WebTop, ed offren¬
do un'implementazione di CAPI per l'I-
SDN, Molte altre possibilità sono date dal¬
l'integrazione nel prodotto base di pac¬
chetti prima disponibili separatamente:
tramite add-on sono infine disponibili nuo¬
ve funzionalità tra le quali il Reliant HA per
il clustering.
Lo sviluppo è affidato ad un ambiente
piuttosto completo, I' UDK - Umversal De-
velopment Kit.
r— Incontro con Aldo Rimondo, Country Manager per l'Italia —
*
Vista da lontano, la strategia generale può essere interpre¬
tata in modo leggermente diverso Per l'Italia l'abbiamo chie¬
sto ad Aldo Rimondo. Country Manager per l'Italia, la Turchia,
la Grecia e Cipro.
Anche voi dovrete farvi conoscere all'utenza.
Tradizionalmente SCO è un'azienda di prodotto, ma adesso
dobbiamo essere più facilmente vendibili. In quest'ottica ab¬
biamo anticipato alcune mosse. Dal punto di vista interno c'è
stata una certa attenzione alle segmentazioni di mercato e alla
forza di vendita che promuove i prodotti. Per quanto riguarda
i servizi professionali quali consulenza, supporto e training
stiamo offrendo un maggior supporto direttamente dall'Italia.
Poi dobbiamo vedere come si dipana la strategia sulle nostre
zone.
Ma in Italia che ci facciamo con i network computer?
Abbiamo già consegnato il nostro NC OS ad alcuni OEM _
Tuttavia la nostra strategia non è quella di vendere NC, bensì
di avere un prodotto orizzontale di integrazione come Tarantella basato sul concetto di
network computing ed indipendente dai Client e dai server presenti. Lo proponiamo alle or¬
ganizzazioni di grosse dimensioni che stanno pensando alle strategie future.
Come va UnixWare?
Bene, e non da poco tempo, bensì fin da settembre '96. Sui major account è passato al
30%, un valore alto se si pensa che prima era del 10%. Oggi il fatturato che facciamo con
il nuovo prodotto è superiore al 20% del totale.
UnixWare ci ha consentito di entrare nelle grandi organizzazioni più facilmente. Non è
tanto un fatto di migrazione quanto di un mercato incrementale in cui in passato eravamo
meno presenti. Il 30%, poi, è relativo alla percentuale di progetti in organizzazioni di grosse
dimensioni.
Ma non sono prodotti un po' troppo grossi per mercati quali la Turchia, Cipro, la
Grecia e anche l'Italia?
In qualche modo sì. SCO sta lavorando per offrire delle versioni più semplici, segmen¬
tando l'offerta per tipologia d'uso. In questo modo contiamo di non ridurre la nostra pre¬
senza verso il basso, bensì d'incrementarla.
UnixWare SVR5 terrà conto della base installata sotto due punti di vista, da un lato of¬
frendo configurazioni adatte anche per i mercati di fascia più bassa, tradizionali di SCO,
dall'altro seguitando a dare processi e strumenti di migrazione completi e semplici Non bi¬
sogna trascurare che la linea Open Server rimane, anzi viene ulteriormente sviluppata.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
153
HBIW f
di Corrado Giustozzi
In arrivo anche nel nostro Paese i primi HPC con Windows CE
Il mondo in tasca
E’ passato quasi un anno dall’introduzione dei primi HPC, hand-held personal
computer, ovvero I cosiddetti "palmari" piccoli quanto un organizer ma basati su
un sistema operativo "quasi vero" avente il familiare look di Windows 95.
Sembravano destinati ad un boom immediato, e probai
mercato era pronto a riceverli a braccia aperte, ma
qualcosa non ha funzionato e la temuta invasione non
ha ancora avuto luogo. Problemi di immaturità? Forse.
Problemi di costo? Anche, ma non solo. Tuttavia
l'industria non demorde e si prepara a sferrare fattacci
massiccio: cosi, proprio mentre cominciano finalmente
a giungere sul nostro mercato i primi HPC, oltreoceano
già si discute degli HPC di seconda generazione e si
vocifera del prossimo arrivo di Windows CE 2.0
Una delle (poche) cose veramente nuove
di questi ultimi anni è stata l'introduzione,
avvenuta quasi in sordina allo scorso Com¬
dex Fall, dei "palmari" HPC basati su Win¬
dows CE Ve li ricordate? Ne abbiamo parla¬
to a lungo agli inizi dell’anno, sul numero di
gennaio (MCI69) e successivi.
In un mercato che tutto sommato non fa
che riproporci sempre le stesse cose, con
grande sforzo di miglioramento tecnico ma
scarsa innovativi culturale, l’oggetto HPC
rappresenta un primo barlume di ciò che i
computer possono fare per cambiarci dav¬
vero, e probabilmente in meglio, la vita. E,
per quanto strano possa sembrare, l’innova¬
zione non è tanto nell'oggetto tecnologico
in sé. inteso sul piano hardware, quanto nel
concetto stesso di "computer amichevole"
che ci segue ovunque e soprattutto è facile
ed immediato da usare essendo basato su
una metafora oramai abituale quale quella di
Windows.
Mi spiego meglio prendendo il discorso
un po' alla lontana. Sono anni che sentiamo
dire che il computer ci cambia (e non ne¬
cessariamente in meglio ..) il modo di lavo¬
rare e vivere. Ma finora tutto quello che ab¬
biamo avuto sono stati desktop sempre più
potenti che, per quanto ci permettano di fa¬
re bellissimi giochi o stupendi progetti di ce¬
mento armato, in senso generale non è che
ci rendano la vita particolarmente migliore o
piu comoda.
Molto più importante, da questo punto di
vista, è invece la penetrazione ben più sotti¬
le e meno avvertibile, ma assai più pervasi-
va, dei microcomputer "annegati" nei vari
dispositivi di uso quotidiano. E non mi riferi¬
sco ai soli oggetti più o meno palesemente
elettronici od informatizzati, ché lì è ovvio,
ma di quelli ben lungi dall’apparire compute¬
rizzati. Ad esempio, chi ha un'automobile
recente sa bene che oramai il meccanico
chiamato ad esaminare un difetto non con¬
trolla più direttamente la macchina ma va
per prima cosa a consultare il log dei mal¬
funzionamenti, mantenuto nella centralina
di controllo responsabile del funzionamento
dell’autovettura! Un'automobile che tiene i
log di bordo come un aereo militare, ma ve
la immaginavate solo qualche anno fa? Ep¬
pure il computer in macchina c'è, ed anzi
non si limita solo a gestire il motore ma
controlla soprattutto l'interfaccia umana del
veicolo nei confronti del guidatore e dei pas¬
seggeri: regola la climatizzazione, la chiusu¬
ra delle portiere, l'accensione delle luci di
cortesia, le indicazioni sul cruscotto, il fun¬
zionamento dello stereo, incrociando i dati
provenienti da svariati sensori ambientali e
correlandoli allo stato previsto in ogni moda¬
lità di funzionamento. Insomma le nostre
macchine sono assai più “intelligenti" di
quanto possiamo immaginare, anche se a
bella posta non ce lo fanno vedere. Loro si
che ci migliorano la vita... forse. Certo è un
peccato che tutta questa "intelligenza" sia
lontana dal nostro controllo, essendo cristal¬
lizzata una EPROM che qualcun altro ha
programmato per noi coi suoi gusti ed i suoi
concetti. Ma se potessimo programmarci
da soli la nostra macchina, o almeno intera¬
gire con lei più strettamente per regolare
magari alcuni parametri di funzionamento,
non sarebbe meglio?
Una cosa analoga succede per molti altri
dispositivi già abbastanza "intelligenti" che
usiamo tutti i giorni, dal forno a microonde
alla lavatrice, per non parlare degli apparec¬
chi tecnologici quali gli hi-fi, le videocamere
e via dicendo. Molto spesso il problema più
grave di utilizzo di questi oggetti amati ed
odiati nello stesso tempo è costituito dalla
difficoltà di interfacciarsi con essi, di impara¬
re la complessa e non standardizzata se¬
mantica dei vari pulsanti, di familiarizzare
con i controlli, di memorizzare le funzionalità
di raro uso. Un bel pannellino LCD touch-
screen non migliorerebbe le cose? Forse si,
ma a patto di adottare per tutti i dispositivi
una semantica comune ed un'interfaccia
utente standardizzata, altrimenti saremmo
come prima se non peggio. Si veda ad
esempio il fenomeno delle fotocopiatrici:
avete mai incontrato in vita vostra due foto-
copiatrici con i comandi uguali o almeno
compatibili? No, infatti: eppure il processo
di copia con annessi e connessi (ingrandi¬
menti o riduzioni, scelta dei formati, copia
154
MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997
Phili ps p rende in licenza rEPOC32 di Psion
La notizia, detto francamente, ha già risuonato in tutto il mondo
come il classico fulmine a ciel sereno. Soprattutto considerato
che la Philips produce il Velo, uno dei più interessanti palmtop
Windows CE attualmente sul mercato. Il comunicato, datato 10
settembre 1997, parla piuttosto chiaro: 'Oggi Psion Software
PLC e Philips Consumer Communication IPCCI annunciano un
importante accordo per cui PCC ha preso in licenza EPOC32. il si¬
stema operativo su ROM di Psion, per un’innovativa sene di di¬
spositivi di gestione portatile di dati e di messaggi. Mike Meli¬
ghe, CEO di PCC. ha dichiarato che l'azienda da lui guidata è rico¬
noscibile soprattutto per l’innovazione e questi nuovi prodotti
non faranno eccezione. La nostra roadmap - prosegue McTighe -
richiede una piattaforma scalabile per una vasta gamma di dispo¬
sitivi, senza compromettere la facilità di utilizzo, la vendibilità, le
performance, la durata delle batterie o il tipo di applicazioni utiliz¬
zate.' Il primo dispositivo basato sul sistema operativo EPOC32
sarà lanciato entro la fine dell'anno e promette di fissare nuovi
paradigmi per i prodotti di comunicazione mobile. Supporterà
l'invio e la ricezione di fax, la gestione della posta elettronica,
l'accesso ad Internet, gestirà le informazioni personali pur posi¬
zionandosi chiaramente come telefono portatile e non come un
palmtop. adp
multipla e fascicolazione, ...) non è cosi va¬
sto e complesso. Perché allora non si stan¬
dardizza tutta la semantica dei controlli e
non il solo bottone verde di avvio?
Windows CE per i
sistemi embedded?
Il discorso che sto facendo non è peregri¬
no e soprattutto non è estraneo al tema di
queste pagine, tutt'altro. lo penso infatti
che l'apparire dei primi HPC sia solo un
mezzo con cui l'industria sta sondando il
pubblico consumer per saggiarne le reazio¬
ni di fronte ad un qualcosa che, potenzial¬
mente e paradossalmente, potrebbe finire
per essere più importante nell'elettronica di
consumo che nell'informatica. Mi riferisco
ovviamente a Windows CE, quella che in
apparenza è una versione ai minimi termini
di Windows 95 ma in effetti è tutta un'altra
cosa. L'idea geniale di CE sta proprio in
questo: apparire come un qualcosa di fami¬
liare e tranquillizzante, per mettere a pro¬
prio agio l'utilizzatore il quale capisce subito
di "trovarsi a casa" e di non dover imparare
nulla di nuovo.
Perché nessuno degli organizer proposti
dall'industria dell'elettronica di consumo ha
avuto il successo che si meritava? Sempli¬
ce: per i sottili e fastidiosissimi problemi de¬
rivanti dal dover interfacciarsi con uno stru¬
mento dalla semantica unica e non standar¬
dizzata. L’utente quadratico medio si spa¬
zientisce presto, e non c’è nulla di meglio
per irritarlo che costringerlo a memorizzare
barocche sequenze di tasti per impostare
un appuntamento sul suo organizer o im¬
porgli procedure bizantine per trasferire la
sua agendina sul PC Un organizer è certo
più comodo di un'agenda di carta, non
foss'altro perché suona per ricordarci gli ap¬
puntamenti... ma se dobbiamo diventare
Cin q ue CE
Cercateli sul web, al telefono o ( se siete fortunati) allo Smau
di Enrico Ferrari e Leo Sorge
• 320 Palmtop
lett-Packard propone il nuovo HP 320LX Palmtop
mtop PC, che vie-
hp:
Hewlett-Packard propone i
ne definito come il migliore Windows CE di prossima uscita. Que¬
sto perché è l'unico a poter disporre di un display da 640x240,
ben più largo degli altri display che non superano i 480 pixel, ed in
più è retroilluminato.
Il prezzo per questa meraviglia si aggirerà sui 639$, con una me¬
moria standard installata di 4 MB che per quanto riguarda i dati
può essere aumentata fino a 20 MB. Per quanto si sa dall'annun¬
cio del 26 marzo, il 320 sarà l'unico CE compatibile con le schede
CompactFlash, uno standard che dovrebbe essere supportato da
Windows CE. In questo modo lo slot PCMCIA resta libero per il
faxmodem. La durata stimata di funzionamento a batterie si aggira
attorno alle 30 ore con due pile stilo. Negli States HP ha annuncia¬
to la Rom di upgrade a CE2
HP, tei. 02/921991 - Smau: Pad. 22, Stand COI, D08, E06
Philips Ktp7 Avw-w ve i gU oro)
Philips Velol è la proposta Philips che si differenzia dagli altri mo¬
delli per la connettività integrata, grazie ad un modem interno a
19.2K Non è certo equivalente alle prestazioni di una scheda
PCMCIA da 33.6K, ma è certamente una soluzione più comoda e
pratica, senza contare che le schede PCMCIA consumano sicura¬
mente più energia.
Il Veld. che costa 739$, ha inoltre un registratore vocale interno,
per il quale dispone quindi anche di un altoparlante oltre che di un
microfono. Aderisce anche allo standard Intel Miniature card pre¬
cedentemente non disponibile. E' più leggero dell'HP, ma il di¬
splay è di solo 480x240 punti, sempre retroilluminato e touch-
screen. La durata stimata con due pile stilo è di sole 15 ore.
Philips ha annunciato l'upgrade a CE2.
Impex - Smau: Pad. 10/1 Stand C19
Nec hucj'Aywvi'.nec.mai)
Il nuovo NEC MobilePro 450 è praticamente identico al MobilePro
400, ma lo schermo è ora retroilluminato e costa notevolmente di
meno. In effetti il prezzo è la sua dote migliore: costa 500$. Pesa
meno degli altri due modelli e anche il consumo stimato è minore,
valutato in circa 50 ore.
Impex-Smau: Pad. 10/1 Stand C19
Casio bupj’Avyw .caSiOhJC.Cgm >
Il Cassiopeia è uno dei più famosi Windows CE Attualmente vie¬
ne distribuito nella versione A-10/A-11. Lo schermo è II classico
480x240 retroilluminato, la CPU è Hitachi SH3, funzionante a 40
MHz. Negli States costa 500$. Pesa 380 grammi comprese le bat¬
terie e l'autonomia della batteria è più di 20 ore di servizio. Fra le
opzioni viene citato il cavo SB-62 per collegarsi con una macchina
fotografica o una telecamera digitale.
Distribuito da Delta, tei. 0332/803111 - www.deltasti it
Smau: Pad 11, Stand D07
LG
L'HPC di LG si chiama GP40M. Nonostante le piccole dimensioni
è un concentrato di funzioni. Le dimensioni con il coperchio chiu¬
so sono di 167x95x25,4 mm, il peso senza le batterie è di poco
superiore ai 300 grammi. Il display è un touch-screen da 480 x
420 punti con quattro livelli di grigio, la Ram è di 4 MB. Oltre alla
porta seriale ed a quella ad infrarossi è in dotazione una porta
PCMCIA per le funzioni di telefonia o di espansione di memoria si¬
no a 20 MByte.
Il modello PTRM5 include una scheda Fax-modem con i relativi
cavi di collegamento.
Distribuito da LG, tei. 02/269681 - www.tae.co.kr
Smau: Pad. 9/1 Stand C04-D03
Prima non c'era , adesso CE
di Leo Sorge
Ho guidato tre ore alla luce della sera. Ho provato ad aiutarmi con Streets, l'atlante
stradale del mio portatile, ma con quella strana luce neanche riuscivo a leggerlo. Torno
a casa stanco. Tolgo l’HPC dalla tasca della giacca e lo ripongo nella docking station e
mi leggo le ultime notizie sul Web. Ma in realtà voglio riprovare a giocare con Zardoz,
quel maledetto che mi ha battuto a Nuk'em4D Lui fa il furbo, ma ha un desktop CE,
sta più comodo quando gioca. Prima devo mettere sul mio spazio in rete le foto prese
oggi e risentire gli appunti che ho registrato, altrimenti non ho memoria a sufficienza.
In questa ipotetica scena il protagonista ha un HPC che usa come computer, macchina
fotografica digitale, registratore audio e console per giochi, per di più in rete. Un altro
utente, invece, ha una versione desktop basata su Windows CE
Ebbene sì. io immagino che entro poco tempo qualcuno proporrà dei sistemi da tavolo
basati su questa piattaforma. Hardware economico, eccellente uso della memoria,
nessun software complesso, connessione ad Internet, giochi, memoria di massa loca¬
le o remota ed una serie di funzioni già disponibili. Con la versione 2 di CE, a colori, a
32 bit e compatibile ActiveX, possiamo fare tutto. Certo c'è ancora molto da imparare
dai palmtop degli altri, siano giapponesi od inglesi, fatto sta che le funzioni degli HPC
con CE2 sembrano proprio quello che serve a molti utenti desktop. Certo tastierina e
stilo non possono competere con una tastiera vera, un mouse ed un joystick, così co¬
me uno schermo 480x240 a 4 toni di grigio non ha senso, ma un monitor vero e piatto
(sperando che i prezzi scendano in fretta) ha il suo appeal.
Inoltre ecco un'intera generazione di Information appliance per questo sistema operati¬
vo: DVD, giochi, telefoni cellulari, Internet TV... siamo appena agli inizi d’una vera rivo¬
luzione. Ricordiamoci di Navitei Iwww navitei comil che ha lanciato un telefono che
usa Internet per le comunicazioni. In realtà si tratta d'un HPC con Windows CE inserito
in un contenitore di tipo telefonico. Oltre alle funzioni telefoniche ha quelle di posta
elettronica e vocale e d> agenda (PIMI. Costa 299 dollari, o almeno li costava a feb¬
braio.
Se siete curiosi e il vostro browser ha tutti i plugin del creato, o perlomeno Shockwa-
ve. potete provare a giocare con un HPC virtuale all'indirizzo httoV/www.microsoft.
COm/windpwsce/hpc/tryiVshQcked-htfn.
PS: Pocket Streets esiste davvero... è su un comunicato stampa ufficiale, esistono
delle schermate e da qualche giorno è disponibile per il download gratuito.
matti per ricordarci come usarlo è meglio
usare l'agenda tradizionale, che almeno si
usa in modo semplice e naturale!
Gli HPC non sono, almeno per il momen¬
to, nulla di realmente diverso rispetto agli
organizer che da anni funestano le nostre
tasche. Hanno un solo vantaggio: si usano
come il computer di casa! E questo, nella
maggior parte dei casi, fa la differenza fra
un sistema magari potente ma inutilizzabile
ed uno magari meno potente ma utilizzabi¬
le. Con un HPC noi ''crediamo" di scrivere
un testo in Word, "crediamo" di fare i conti
con uno spreadsheet di Excel questi ap¬
plicativi "pocket" sono anni luce lontani dai
loro cugini che vivono nei nostri desktop,
non foss'altro perche questi occupano cen¬
tinaia di MByte su disco mentre quelli gira¬
no su macchine che in quattro od al massi¬
mo otto MByte di memoria complessiva
mettono RAM e hard disk, ma va bene co¬
sì. Chi di noi infatti usa realmente Word o
Excel al cento per cento? E comunque chi
pretende di scrivere un libro o di gestire la
contabilità della propria azienda su un og¬
getto paragonabile per ingombro e potenza
di calcolo ad un telefono cellulare?
E' sbagliato quindi vedere gli HPC come
semplici concorrenti degli organizer. Gli or¬
ganizer probabilmente non verranno spazza¬
ti via, perché come macchine specializzate
avranno sempre la meglio... a patto di tro¬
vare gli utenti giusti, una minoranza rispetto
agli utenti "normali" Gli HPC sono invece
la prima generazione di una serie di oggetti
sempre più intelligenti che ci parleranno tra¬
vestendosi da Windows 95. Pensate ad un
cellulare, un fax, una fotocopiatrice con
Windows CE... per qualcuno è una visione
da incubo, ma l'idea che dispositivi eteroge¬
nei possano finalmente colloquiare con noi
e tra di loro usando un'interfaccia standard
e familiare è tutt'altro che funesta...
Certo c'è il pericolo dell'omologazione
culturale, col conseguente rischio di ricade¬
re nell'immobilismo che tarpa ogni progres¬
so; e c'è ancora più pressante il problema
dei diritti sull'interfaccia, con tutto ciò che
esso comporta. Di tutto abbiamo bisogno
tranne che di un Grande Fratello esteso a
tutti i nostri oggetti di uso quotidiano, dal ra¬
soio al ferro da stiro; e l'idea di dover paga¬
re le royalty alla Microsoft per il videoregi¬
stratore o la lavastoviglie non piace a nessu¬
no se non a Bill Gates stesso. Se il mondo
fosse sano non dovrebbe acconsentire a
che si pagassero i diritti sul "look&feel" di
un'interfaccia tecnica; cosi come tutti da se¬
coli usano le lancette per mostrare l'ora sui
quadranti degli orologi senza dover pagare
diritti a chi per primo ha avuto l'idea di di¬
sporle in quel modo, cosi converrebbe a tut¬
ti che l'interfaccia utente dei futuri dispositi¬
vi intelligenti fosse libera da diritti Certo
varrebbero i diritti sul software, relativi al li¬
cenziamento del sistema operativo e degli
applicativi: ma ognuno dovrebbe essere li¬
bero di utilizzare l'aspetto e la semantica di
CE senza dover nulla a nessuno, a patto di
scriversi il proprio codice. A Microsoft reste-
CE nel listino Shar p...
Anche Sharp entra nella cordata su Windows CE. Il colosso giap-
ponese i www.snaro-usa comi ha annunciato che lancerà un HPC
con il software Microsoft nientepopodimeno che entro la fine
dell'anno Inizialmente era circolata la voce secondo la quale
l'HPC sarebbe stato commercializzato nei soli Stati Uniti, ma non
c'è conferma ufficiale. La notizia, di per sé importante ma non ec¬
cezionale, va vista partendo dal fatto che Sharp è leader nel mon¬
do palmtop Ad esempio durante lo scorso Cebit è stata lanciato
in Germania il Color ZR, un incredibile organizer a colori che gra¬
zie ad una lente girevole diventa una macchina fotografica digita¬
le! Oltre a ciò puO essere usato come registratore audio digitale,
ha il fax-modem interno, scrive in formato Word ed Excel ed ha
un'interfaccia a raggi infrarossi Pesa 490 grammi, la batteria dura
circa 8 ore. Il prezzo era di 2.200 marchi tedeschi, poco più di 2
milioni di lire. Le famiglie di organizer Sharp sono oggi SE-500 e
YO, mentre nella categoria dei PC Companion -la stessa di Win¬
dows CE - cadono le linee Wizard e Zaurus: il modello Zaurus ZR
3000 costa 399 dollari, senza PCMCIA e con un fax-modem a
100 dollari che sembra trasmettere a soli 2400 bps. Difficile dire
se ci sarà interesse per un oggetto del genere.
L.S.
... e ci sara
anche nei video g iochi
La prossima generazione di giochi Sega dovrebbe usare Win¬
dows CE come sistema operativo. Il nome in codice è Sega 64
(ma il chip è a 32 bit) e la versione del sistema sarà la 2.0 II mi¬
croprocessore sarà l'Hitachi SH-4 con 16 MB RAM, un CD-ROM
12x, uno slot PCMCIA e un browser per Internet. Un modem
permetterà anche di giocare tra più persone sparse in rete III co¬
losso dell 'entertainment ha recentemente lanciato heat.net, il
suo Internet gaming network.
L'SH-4 gestirà la grafica 3D con una potenza molto maggiore
di quella dell' Intel MMX e dello Sparc Vis. Il lancio è attualmente
previsto per l'estate del 1998. Le caratteristiche di CE2 permet¬
teranno di convertire con facilità i titoli sviluppati per l'una o l'altra
piattaforma. L.S.
MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997
Il p omo di Psion
'Un oggetto bello, bellissimo, destinato a fare la fine dei Mac!'. Da
un paio di mesi ormai mi diverto come un matto con il nuovo
Psion 5 (di cui potete leggere un'approfondita. ancorché entusia¬
smante. prova su strada in questo stesso numero di MC a pag.
224) e sotto i baffi me la rido pesantemente nel sentire afferma¬
zioni di quel tipo. E' vero, il ciclone Windows CE passerà tutt'altro
che inosservato. Il fatto stesso che ci sia dietro l'energumeno Mi¬
crosoft la dice lunga al riguardo, e non credo affatto che (da alme¬
no un anno a questa parte) in Psion dormano sonni tranquilli. Fatto
sta, però, che il paragone con mamma Apple - per inciso, madre di
tutti i personal computer! - non calza proprio alla perfezione.
E per più d’un motivo.
Lo sappiamo tutti' Apple, dopo il lancio del primo Macintosh, avve¬
nuto neH'ormai giurassico 1984, ha certamente fatto il più grande
errore della sua vita: non ha concesso subito in licenza il suo genia¬
le sistema operativo per imporre la propria piattafor¬
ma come standard. Se l'avesse fatto (ovviamente
nei giusti termini), avrebbe sicuramente inondato
il mercato di macchine MacOS compatibili e og¬
gi. probabilmente, i computer funzionerebbero
meglio...
Polemiche a parte (come noto sono un "acceso"
utente Macintosh) la verità è che Apple ha avuto
il coraggio di combattere (ma non la forza di vin¬
cere) da sola contro tutti, perdendo, come era ov¬
vio attendersi, l'impossibile battaglia. Oltre a que¬
sto i Macintosh hanno sempre avuto un prezzo di
vendita molto elevato, potremmo dire "fuori merca¬
to" rispetto a quello dei prodotti concorrenti, e questo
ha inesorabilmente definito l'utenza Apple come elita¬
ria, utenti (notoriamente una minoranza) ben disposti a
spendere molto di più pur di avere un prodotto migliore.Psion, nei
confronti di Windows CE. si trova in tutt'altra posizione (ringraziando
Iddio!). Le uniche affinità le possiamo trovare nella "schiacciante su¬
periorità hardware e software rispetto a tutti i suoi attuali concorren¬
ti" e., nella infinita dose di coraggio che si è dovuta somministrare
per combattere la battaglia (apparentemente) impossibile. Dico "ap¬
parentemente" in quanto a differenza della Apple del 1984. la Psion
non sta facendo affatto gli stessi passi falsi. Per prima cosa, pur
sbattendo chiaramente la porta in faccia a Microsoft per quel che ri¬
guarda il sistema operativo del proprio hardware (non adottando
Windows CE e sviluppando in proprio un nuovo sistema operativo
multitasking a 32 bit, EPOC32, degno dei personal computer di fa¬
scia alta) il nuovo Psion Series 5 è "grande amico" di Windows 95
col quale si integra fino all'inverosimile. E' "compatibile" praticamen¬
te con qualsiasi tipo di file di "Windowsiana" provenienza (non solo
con i prodotti Microsoft), è fornito di software di collegamento e ca¬
di’ Andrea de Prisco
vetto seriale per il trasferimento e la sincronizzazione dei dati tra po¬
stazione fissa e appendice tascabile, con i suoi numerosi "assi nella
manica" è proprio agli utenti Windows 95 che si propone come part¬
ner ideale portatile. Riguardo, poi, la citata "schiacciante superiorità",
fermo restando che torneremo presto più approfonditamente sul¬
l'argomento, è da tener presente che più o meno a parità di prezzo
tra un "cinque" e un palmtop Windows CE, nel primo troviamo una
maggiore dotazione Di software, sia per qualità che per quantità. Il
word processor è veramente un word processor (con tanto di fogli
di stile, correttore ortografico italiano e funzionamento WYSIWYG);
lo spreadsheet, oltre ad essere compatibile con tutto, offre la possi¬
bilità di tracciare finanche grafici tridimensionali; il databa¬
se non è affatto un semplice indirizzario; troviamo poi una
calcolatrice aritmetica che all'occorrenza diventa anche
scientifica, un semplice programma di disegno grafico e
(last but not least) l'agenda elettronica si utilizza con
la stessa facilità di quelle in carta. Compresa la
possibilità di scarabocchiare sulle sue pagine, via
stilo grafico.Anche nell'hardware... c'è ben poco
da scherzare. Tralasciando l'eccezionale tastiera
(brevettata) e il display da 640x240 pixel (solo il
Windows CE dell'HP, pare, abbia uno schermo di pari
dimensioni) citiamo il fatto che il microprocessore
utilizzato nello Psion 5 è a 32 bit, in tecnologia
RISC, consuma pochissimo e offre performance
di calcolo paragonabili a quelle di un 486 SX a
33 MHz Tornando all'azzardato parallelismo
Psion-Apple, un'altra fondamentale differenza ri¬
spetto a quanto accaduto una quindicina d’anni fa.
risiede nel fatto che l'azienda londinese ha immedia¬
tamente messo a disposizione IL suo potente sistema
operativo a chiunque l'avesse chiesto in licenza. E se avete fatto un
salto al sito Psion in questi giorni (nel momento in cui scrivo queste
note siamo al 20 settembre) avrete certamente notato ben in evi¬
denza la notizia che la divisione Consumer Communication di Philips
- quest'ultima già produttrice, tra l'altro, del Velo, uno dei più interes¬
santi Windows CE attualmente in commercio - ha stipulato un ac¬
cordo di licenza con la Psion per l'utilizzo di EPOC32 su una prossi¬
ma generazione di "data and messaging companions" prodotta da
Philips e attesa per la fine di quest'anno. Per finire, ma non è certo
la cosa meno importante, Psion offre già da questo mese la sua
creatura versione italiana, mentre per Windows CE pare non se ne
parli prima dell'inizio dell’anno prossimo. Periodo in cui dovrebbe ar¬
rivare anche la versione 2.0 di quest'ultimo, ovviamente prima in in¬
glese e poi nelle varie versioni localizzate E, come dicono a Roma,
"siamo di nuovo da capo a dodici I"
Non chiedetemi cosa vuol dire...
rebbero pur sempre i diritti sul sistema ope¬
rativo e la soddisfazione morale di aver co¬
munque inventato uno standard utile al re¬
sto del mondo, e scusate se è poco. Uto¬
pia?...
Vecchi e nuovi HPC
Ma torniamo al presente e vediamo che
sta succedendo nel mondo degli HPC "di
prima generazione", in attesa che l'indu¬
stria sforni l'ondata successiva. Si tratta di
una specie di anticipazione dell'articolo che
vedrà la luce sul prossimo numero di MC,
nel quale esamineremo i principali HPC
realmente disponibili sul mercato italiano.
Diciamo dunque che gli HPC stanno fi¬
nalmente arrivando anche da noi, pur se un
po' a rilento rispetto a quelle che erano le
aspettative di molti. Ad esempio il Casio
Cassiopeia, capostipite e archetipo degli
HPC, verrà venduto da dopo SMAU ma in
versione americana, dato che quella italiana
non arriverà che all'inizio del prossimo an¬
no. Ritardi anche per il bellissimo Velol del¬
la Philips, che vanta una memoria doppia
ed il modem incorporato: problemi di omo¬
logazioni presso le PPTT europee fanno in¬
fatti slittare l'arrivo dell'oggetto sui nostri
mercati, dove verrà commercializzato oltre¬
tutto con un'interfaccia per cellulari GSM
(dapprima i soli modelli Philips poi gli altri) e
non un modem di tipo generale. Altri HPC
sono più o meno in dirittura d'arrivo, e giun¬
geranno nei negozi del nostro Paese in
tempo per i regali di Natale.
E dopo? Salvo ritardi dell'ultimo momen¬
to, tutt’altro che Impossibili come ci inse¬
gna il passato, nella prima metà del prossi¬
mo anno dovrebbe vedere la luce la versio¬
ne 2.0 di Windows CE e con essa una se¬
conda generazione di HPC più versatili e
capaci. Si parla di LCD a colori e non più a
soli quattro livelli di grigio, di processori più
potenti e memoria in quantità almeno dop¬
pia rispetto all'attuale, di codice a 32 bit e
supporto almeno parziale per le DirectX. Il
rischio è che gli HPC si trasformino in note¬
book, e dunque finiscano per l'essere cosi
pesanti e costosi da non risultare più appe¬
tibili come oggetti consumer. Vedremo se
la scommessa iniziale rimarrà valida: meno
di 500 dollari per un oggetto grande come
un organizer e apparentemente efficace
quanto un PC.
/se
MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997
157
Frael Leonhard 233K Multimedia
Un processore AMD K6 a 233 MHz, 32 Mb di RAM, scheda madre e controller SCSI
Asustech, scheda video Matrox Millennium, modem 33,6 Digicom Tiziano con kit
opzionale per
videoconferenza, sono gli
elementi caratteristici del
più potente computer della
serie Leonhard.
di Fabrizio Dell'Orso
A completamento della propria gam¬
ma, la fiorentina Frael ha recentemente
presentato un computer desktop desti¬
nato a soddisfare le richieste della clien¬
tela esigente, che in questo settore sono
sempre in rapida evoluzione. Per accon¬
tentare chi cerca prestazioni senza com¬
promessi da una macchina con architet¬
tura Pentium, il nuovo top di gamma
della serie Leonhard può essere la ri¬
sposta giusta: utilizza un processore
K6 con clock a 233 MHz, per spre¬
mere le migliori prestazioni possibili
dalla ben nota scheda madre Asuste¬
ch TX97 Quest'ultima utilizza un chi-
pset Intel 430 TX con controller inte¬
grato EIDE Ultra DMA capace di ope¬
rare con transfer/rate fino a 33
Mb/sec, consentendo nel contempo
all'utente le più ampie possibilità di
scelta per il banco memoria. Al fine
di bilanciare le prestazioni secondo le
proprie esigenze è difatti possibile
montare moduli SIMM o DIMM per
tutti i tipi di RAM, sia essa FPM,
EDO o SDRAM: il taglio base previ¬
sto vede il montaggio di ben 32 Mb
di RAM EDO, una buona base di par-
disk da 2 Gbyte di tipo Ultra Wide SCSI,
rivelatosi nell'uso molto veloce. In tema
di memorie di massa fornite nella confi¬
gurazione base, la dotazione vede poi a
corredo un lettore CD-ROM 12X di tipo
EIDE al cui fianco lavora un drive per
floppy disk LS 120, che gode dell'at¬
traente caratteristica di poter gestire sia i
comuni floppy-disk da 720 Kb o 1,44 Mb
che il nuovo formato da ben 120 Mbyte
Considerata la diffusione crescente di
applicazioni che impegnano fortemente
ogni sezione del computer, nel Leonhard
233K occorrevano soluzioni video e au¬
dio al di sopra di ogni sospetto: Frael,
ben consapevole di quale decisivo appor¬
to (in termini di prestazioni finali) possa¬
no recare, in questo Leonhard 233K si è
avvalsa di una scheda video Matrox
Millennium II con ben 4 Mbyte di vi¬
deo RAM (una dotazione grazie alla
quale si possono raggiungere risolu¬
zioni 1024 x 768 mantenendo la vi¬
sualizzazione con 16 milioni di colori),
e di una Sound Blaster AWE 64
"Gold" per l’audio: scelte irreprensi¬
bili sul profilo qualitativo, come testi¬
monia il favore di cui godono tali pro¬
dotti nei rispettivi settori. La visualiz¬
zazione delle informazioni e delle im¬
magini a video è invece affidata ad
un monitor di produzione AOC, con
diagonale pari a 15 pollici e dot picht
II kit per la videoconferenza Galileo, l'abbona¬
mento a Internet con due mesi omaggio e i
due /oystick all'infrarosso sono altre compo¬
nenti che arricchiscono la dotazione multime¬
diale del Frael Leonhard 233K.
tenza anche per applicazioni "pesanti".
In realtà la macchina presentata non si li¬
mita alle possibilità offerte di serie dalla
scheda madre Asustech ora ricordata:
per l'j/O verso le memorie di massa e le
altre eventuali periferiche, infatti, viene
impiegato un controller SCSI Asustech
SC875, al quale è stato collegato un hard
158
MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997
Frael Leonhard 233K
Produttore e Distributore:
Frael Italia s.r l
Via del Roseto. 50
Bagno a Ripoli (FU
Tel 055/696476
Prezzo UVA esclusa): L. 4.090.000
Opzione kit per videocon(eren 2 a
♦ software: L. 370.000
di 0,28 pm: tra le caratteristiche degne di
menzione di questo monitor vanno ricor¬
dati la famiglia di menu OSD con cui ef¬
fettuare direttamente ogni regolazione e
i ben tre anni di estensione della garanzia
forniti dalla stessa Frael.
Sotto il profilo estetico e ergonomico,
il Frael Leonhard 233K, la cui sigla do¬
vrebbe probabilmente sintetizzare sia il
clock che il tipo di processore utilizzato,
sembra avvantaggiarsi rispetto ai più co¬
muni concorrenti di un cabinet eseguito
in maniera insolitamente accurata. Le
componenti in plastica appaiono infatti
subito prive di sbavature di fusione e di
indesiderati nonché antiestetici spazi
vuoti tra l'una e l'altra. Al buon giudizio
esteriore, ricordiamo che sono presenti
anche due maniglie a scomparsa sul re¬
tro per poter spostare agevolmente il
computer senza rischiare di dover infilare
La vista posteriore denota la presenza di otto slot
di cui ben sette già occupati spiccano l'uscita digi¬
tale della scheda audio Sound Btaster AWE 34
Gold, la porta SCSI per periferiche di sistema
esterne, e anche due maniglie metalliche a scom¬
parsa, utilissime per evitare le spiacevoli conse¬
guenze spostando il computer senza nschiare di
dover infilare le dita tra cavi e connettori
le dita tra cavi e connettori, fa eco la ra¬
zionalità deH’interno: una delle caratteri¬
stiche più interessanti del cabinet adot¬
tato risiede nella possibilità di permette¬
re all'utente un accesso davvero facilita¬
to all'interno della mac¬
china, dote di indubbio
valore per qualsiasi per¬
sonal computer: a tal fi¬
ne basta rimuovere, sfi¬
landola, la parete laterale
sinistra per accedere su¬
bito agli slot disponibili e
alle varie schede installa¬
te, con spazi di manovra
più che sufficienti per in¬
serire nuova RAM o
nuove schede, oltre che
per configurare una peri¬
ferica.
Completano la dotazio¬
ne del Frael Leonhard
233K la tastiera, il mou¬
se, i joystick, un mo¬
dem/fax e altro ancora:
tra le caratteristiche da
menzionare, oltre allo
splendido software Cu-
L'ampio spazio a disposizione
garantisce una buona accessibi¬
lità per eseguire qualsiasi ope¬
razione sulla scheda madre
basis Audio versione 1.6 è praticamente
impossibile non citare l'ottima tastiera
dal feedback molto confortevole, il sim¬
patico mouse Primax Rambow (di colore
azzurro, quindi facilmente rinvenibile an¬
che sulla scrivania più disordinata . lei
due "super" |oystick con collegamento
all’infrarosso (sempre di produzione Pri¬
max). grazie ai quali ogni videogioco si li¬
bera delle limitazioni imposte al joystick
dal tradizionale cordone ombelicale ver¬
so il computer, regalando all'interazione
possibilità di movimento solo ieri impen¬
sabili. Considerata nel novero delle bra¬
mosie più gettonate del momento, non
manca la possibilità di connettersi ad In¬
ternet: ai propri clienti Frael regala infatti
anche un ottimo voice/modem/fax Digi-
com (il modello si chiama Tiziano, rispet¬
ta lo standard V 34+ ed è capace di ben
33.600 bps) e un abbonamento gratuito
ad Internet della durata di due mesi con
il provider 2F Communication, la società
del gruppo 2 F (a cui tra l'altro appartiene
anche il marchio Frael) che fornisce ser¬
vizi e connettività Internet.
In ragione di tutti questi elementi, del¬
la cura nell'assemblaggio e nella dotazio¬
ne di hardware compresa all'interno e
all'esterno del cabinet, il prezzo del
Leonhard 233 K, pari a 4 milioni (Lit.
4.090.000 per l'esattezza) + IVA, appare
come minimo molto interessante. Con
l'aggiunta di una somma molto contenu¬
ta (Lit. 370.000 + IVA), poi, è anche di¬
sponibile un eccellente kit per la video¬
conferenza, sempre prodotto dalla no¬
strana Digicom (il kit si chiama Galileo):
oltre al necessario software, ci sono un
microfono con cuffia combinata e l'indi¬
spensabile telecamera con cui integrare
in modo ancor maggiore la dotazione
multimediale di questo computer, per
provare l'ebbrezza di vedere e sentire i
propri colleghi di lavoro o amici anche a
centinaia e centinaia di chilometri di di¬
stanza Tale dotazione, infine, già da que¬
sto mese potrebbe essere migliorata da
un CD-ROM 24x e dalla nuova Matrox
Millennium con RAMDAC da 250 MHz
(per l'appunto probabilmente già disponi¬
bili nel momento in cui leggerete queste
righe), mentre chi vuole risparmiare qual¬
cosa può eventualmente richiedere una
macchina con la stessa configurazione,
ma con una soluzione più tradizionale
per la gestione delle memorie di massa,
consistente cioè nell'utilizzare il solo con¬
troller EIDE, con conseguente risparmio
nell'hard-disk e del non più necessario
controller supplementare SCSI Con qua¬
lità e prestazioni, ovviamente, sempre
garantite dal nome Frael.
159
(Hax&s!
MonolithGeovision
Un monitor con schermo completamente piatto che sfrutta tutti i vantaggi
della tecnologia dei display a cristalli liquidi, caratterizzato da un profilo
sottile a cui si aggiungono peso e
ingombri ridotti, ideale per applicazioni
desktop in uffici di rappresentanza o in
sedi dove lo spazio è davvero ridotto.
di Fabrizio Dell'Orso
Ci siamo, finalmente! Dopo la corsa
"istituzionale" nel settore dei notebook,
dove le dimensioni dello schermo solo
un paio di anni fa a malapena raggiunge¬
vano diagonali di 9,5 pollici e ora supera¬
no con rilevante frequenza gli 11 pollici, i
display LCD stanno finalmente raggiun¬
gendo anche il settore dei monitor per
desktop, da sempre appannaggio dei
modelli a tubo catodico Una tendenza
appena iniziata (di cui questa anteprima
è indirettamente testimone), eppure allo
stesso modo un passaggio più che natu¬
rale, considerato che oltre certe dimen¬
sioni - diciamo mediamente oltre i 14
pollici - il limite fisico nel settore dei no¬
tebook è praticamente dettato dagli in¬
gombri stessi del computer. Cosi, men¬
tre non ha alcun senso predisporre la co¬
struzione di notebook con schermo LCD
molto grande, considerato ciò che si de¬
ve pagare in termini di portatilità, la di¬
sponibilità di schermi LCD di maggiori di¬
mensioni sembrava non potesse trovare
applicazione concreta nel mercato della
componentistica per computer. In effet¬
ti, sebbene nel settore dei notebook al¬
cuni produttori hanno fatto autentici mi¬
racoli per superare le limitazioni dettate
dalle necessità di offrire soluzioni sem¬
pre più portatili (tanto da arrivare a esco¬
gitare perfino una tastiera ripiegabile che
in fase d'uso assume dimensioni supe¬
riori a quelle della pianta del notebook,
come quella - denominata "butterfly" - ap¬
parsa in un celebre notebook di un paio
di anni fa), purtroppo nessuno potrà però
mai realizzare qualcosa di simile per un
display LCD, da sempre un oggetto im¬
possibile da
spezzettare o ri¬
piegare (a meno
di non compro¬
metterne il fun¬
zionamento).
Non potendo
cosi trovare ap¬
plicazione nel
settore tradizio¬
nalmente di
competenza, i
produttori di display si sono però guarda¬
ti attorno: coscienti di poter utilizzare una
tecnologia comunque penalizzata da
prezzi non concorrenziali nel confronto
con le più tradizionali soluzioni a tubo ca¬
todico ma comunque in grado di offrire
nuovi termini di paragone in fatto di qua¬
lità video, per i piu grandi schermi LCD
hanno comunque ritenuto opportuno
puntare su alcune applicazioni di nicchia,
rimanendo sempre nel settore più popo¬
lare dell'elettronica per computer. Quello
dei monitor desktop con tecnologia LCD
è in effetti un settore che ha tutte le ca¬
ratteristiche per rappresentare la classica
punta dell'iceberg, sebbene con un trend
di crescita prevalentemente in relazione
alle scelte di un ristretto manipolo di pro¬
duttori: per le loro elevate caratteristiche
di brillantezza e contrasto, i display LCD
dell’ultima generazione hanno difatti rag¬
giunto prestazioni che è lecito definire
eccellenti. Ovviamente, in queste appli¬
cazioni parliamo di display LCD retro-illu¬
minati (o a diffusione laterale) esclusiva-
mente di tipo TFT: per i monitor desktop
che utilizzano tale tecnologia, non posso¬
no minimamente essere accettati com¬
promessi qualitativi visto e considerato
che i relativi risparmi non porterebbero
comunque benefici sostanziali al rappor¬
to qualità/prezzo rispetto a quello delle
soluzioni tradizionali. Velocissima a rece¬
pire le tendenze del mercato OEM e, in
ambito nazionale, ad intuire i desideri e
le segrete ambizioni degli utenti più esi¬
genti sotto il profilo della massima qua¬
lità possibile (siano essi utilizzatori "busi¬
ness" o semplici appassionati dell'ultima
tecnologia da esibire), la Monolith Italia
ha cosi messo in catalogo un monitor di
questo tipo: il modello si chiama Geovi-
sion, ed è probabilmente il primo esem¬
pio di monitor LCD per applicazioni desk¬
top attualmente disponibile sul nostro
mercato.
Geovision, il piatto-
forte
Bello e piatto, il Geovision è un vero
monolite, capace di strappare autentici
160
MCmìcrocomputer n. 177- ottobre 1997
Monolith Geovision
Produttore e Distributore:
Monolith Italia
Viale Romagna, 10
20133 Milano
Tel 167-385911
Fax. 02/70123825
Prezzo UVA esclusa)
L 5.500.000
sguardi pieni di desiderio anche da chi
non è normalmente attratto dalle tante
novità del settore. Di forme moderne e
eleganti, è caratterizzato da bordi legger¬
mente arrotondati e. visto di fianco, con
un profilo che toglie letteralmente il fiato:
nell'uso proietta l’utilizzatore in una di¬
mensione assolutamente nuova e, an¬
che per questo, emozionante. Il monitor,
una volta estratto dall'Imballo, deve es¬
sere inserito su una pesante base che
ne consente l'inclinazione entro 30°. Alle
regolazioni dei menu OSD si accede pre¬
mendo uno dei due tasti in basso sulla
sinistra: una volta entrati nel menu, con
la stessa coppia di tasti si selezionano le
varie voci, mentre con quella più a destra
si confermano le scelte. Semplice e im¬
mediato. Ovviamente, a questo punto
sarà bene snocciolare le caratteristiche
peculiari del display LCD utilizzato: la dia¬
gonale è pari a 36,83 cm, ovvero a 14.5
pollici, e come anticipato utilizza la tecno¬
logia TFT (dove ogni singolo pixel è rap¬
presentato da tre transistor differenti,
ognuno dei quali è assegnato a uno dei
tre colori fondamentali, ovvero il rosso, il
verde e il blu). Tra i vantaggi dell'adozio¬
ne di un display LCD al posto di un tradi¬
zionale CRT è bene subito ricordare che
lo schermo è in effetti più grande di un
comune monitor CRT. I 14,5 pollici del
Geovision sono infatti a disposizione in
tutta la loro estensione, visto che le di¬
mensioni dei display LCD sono totalmen¬
te sfruttabili in lungo e in largo, a diffe¬
renza dei tradizionali monitor a tubi dove
la reale porzione utile dello schermo è
determinata dal gioco di deflessione del
cannone elettronico: nei display a LCD.
infatti, i singoli pixel sono allocati diretta-
mente e univocamente sulla porzione di
schermo ad essi assegnata (sono cioè
transistor fisicamente disposti l'uno al
fianco dell'altro), mentre in quelli a tubi
sono determinati da un fascio di raggi in¬
viati dal retro sullo schermo, raggi che
possono pertanto raggiungere posizioni
diverse sullo schermo in relazione di di¬
versi fattori. Per rimanere al Geovision,
quindi, i 14,5 pollici di diagonale corri¬
spondono sempre ad un’area utile di ben
295 x 221 mm. Comune a tutti i display
LCD c'è poi la caratteristica dell'amagne-
ticità: anche avvicinando al monitor un
paio di sistemi d'altoparlanti o un altro
componente elettronico, la variazione di
campo magnetico non influirà sulla resa
cromatica, né lascerà persistenti influen¬
ze di colore ai bordi. Inoltre, a differenza
dei monitor con tubo catodico, addio ai
fastidiosi fenomeni di sfarfallio. Da un
punto squisitamente pratico, invece, i
piacevoli vantaggi sono riassumibili in
quelli derivanti dall'utilizzazione di un
monitor dalla superficie perfettamente
piatta, dove le proporzioni e le forme di
disegni e immagini raggiungono un per¬
fetto bilanciamento dimensionale. La
presenza di un display LCD, specie se
dell’ultima generazione come in questo
caso, garantisce poi ridottissimi fenome¬
ni di affaticamento visivo, considerata
anche la tìpica assenza di radiazioni, an¬
che dopo una giornata intera di lavoro.
L'adozione di recenti soluzioni nel set¬
tore degli schermi LCD permette al Geo¬
vision un contrasto tra i più elevati, e co¬
munque comparabile a certi monitor pro¬
fessionali. Tra le caratteristiche diretta-
mente attribuibili tra i vantaggi, non van¬
no dimenticate l'efficienza della retro-illu-
minazione. in grado di garantire una lu¬
minosità elevata in ogni condizione d'u¬
so, specie in pieno giorno (questa ante¬
prima è stata scritta nel mese di agosto,
un periodo dell'anno tipicamente... mol¬
to luminoso), l'interruttore di accensione
controllato via software (l'alimentatore
del Geovision può cosi essere tranquilla¬
mente lasciato collegato alla presa di re¬
te) e ovviamente il comodissimo menu
OSD specifico per i display LCD. Tra le
particolarità di quest'ultimo, oltre alle
consuete regolazioni di luminosità e con-
II pannello connessioni, nella parte bassa dello
schermo, vede, oltre al connettore video VGA. il
connettore dell'alimentazione DC e un minl-iack
per l'audio stereofonico
La vista laterale evidenzia inequivocabilmente lo
spessore ridottissimo del monitor,
trasto. sono da segnalare quelle relative
alla regolazione di fase (per mettere
sempre perfettamente a fuoco i caratteri
sullo schermo), il libero posizionamento
dell'area di lavoro utile sullo schermo
(centraggio zona attiva, per tutte le riso¬
luzioni inferiori alla massima di 1024 x
768, sia in altezza che in larghezza), la
possibilità di commutare verso una mo¬
dalità grafica espansa (sempre per risolu¬
zioni inferiori alla massima), la correzione
della frequenza di tracking e della tempe¬
ratura colore (oltre alla selezione tra 9300
e 6500 gradi Kelvin, c'è anche la possibi¬
lità di regolare il guadagno dei singoli tre
colori base), e per finire la selezione della
massima qualità possibile per il testo o
per la grafica.
Tra gli aspetti meno esaltanti, invece,
ci sono la limitata fedeltà degli altoparlan¬
ti incorporati (assoggettati però a una co¬
modissima regolazione del volume e an¬
che a una uscita cuffia), l'impossibilità,
con la risoluzione a 800 x 600, di utilizza¬
re appieno lo schermo (l'area utile si ridu¬
ce pertanto in proporzione) e ovviamente
il prezzo, tipico dei prodotti di nicchia con
elevato valore intrinseco. Piccoli nei, in
confronto alla validità delle prestazioni of¬
ferte, che non intaccano il favorevole giu¬
dizio di un simile prodotto.
Mg
161
ALTRI
coordinamento di Andrea de Prisco
Anno nuovo, vita...
di Raffaello De Masi
Dall'editoriale di Paolo Nuti del numero
di gennaio 1985: " Il primo microcom¬
puter a portata di hobbista di cui ebbi
notizia fu l'Altair, il cui progetto appar¬
ve sul numero di gennaio 1975 di Po-
pular Electronics". Il microcomputer, a
quell'epoca, ha già dieci anni di età e di
progressi, a voler ben vedere, ne ha fatti
non molti Intendiamoci, l'Altair, benché
venduto in qualche migliaio di esemplari,
poteva essere utilizzato solo per qualche
esercizio di programmazione in linguaggio
macchina. E i due anni successivi ('76 e 77)
sono ricchissimi dì novità e di migliorie sul te¬
ma. Accanto al capostipite, compare subito
’IMSAI 8080, immediatamente giunto al suc¬
cesso. con una carriera alla Naomi, per essere
comparso nel film "Wargames". splendido
esempio di cosa è possìbile far credere alle mas¬
se. E l'IMSAI, grazie alla improvvisa popolarità,
ebbe un picco di vendite interessante; per un mi¬
gliaio di dollari si poteva portare a casa un cassone
delle dimensioni (ma solo quelle) di un minicom¬
puter, per poi scoprire che quel che si vedeva nel
film era lontano come la vetta dell’Everest, e
che poteva essere ìnterfacciato solo con perife¬
riche dal prezzo catastrofico.
Ma il fatto fu sintomatico della "fame" degli
utenti; e a questa fame diedero degno cibo
una serie interminabile di case, nate dal nul¬
la e presto ivi ritornate (stiamo parlando di
una ventina abbondante di anni fa!). Ma
accanto ad esse ecco comparire la Micro¬
soft (che nello stesso 75 studia un BA¬
SIC per l'Altair e simili), la Commodore,
la Digital Research (madre del dittato¬
riale CP/M) e la Apple.
Di Commodore e Apple si parlerà molto in se¬
guito: le loro creature, il PET e l'Apple II, nate nell'77
avranno vita lunga (la seconda nel 1985 è ancora la
macchina più venduta sul mercato). Essi sono di
concezione cosi avanzata da sopravvivere ancora al¬
la data delle riviste che stiamo illustrando. Ma la ve¬
ra svolta la danno, da una parte, la riduzione dei
prezzi della componentistica, dall'altra la comparsa
di veri applicativi, come word processor (Wordstar),
spreadsheet (VisiCalc) e qualche timido database.
E’ curioso rilevare che questo picco di qualità si ha
nel giro di due o tre anni (nel 1978 tutto quanto de¬
scritto è già, bene o male, patrimonio del mercato) e
occorre passare all'anno '81-'82 per vedere la nasci¬
ta del PC IBM e delle macchinette tipo Spectrum e
Commodore. Nuti. buon profeta, nello stesso edito¬
riale, si augura che l'home computer sarà in avveni¬
re "abbastanza grosso e sofisticato da essere real¬
mente utile nelle applicazioni domestiche". Col sen¬
no di poi vediamo che la cosa si è avverata solo in
parte, vista la parte preponderante che. nelle nostre
case, i videogiochi occupano sui nostri personal; ma
l'importante è che ci siano arrivati
Ma è tempo di passare ai numeri della rivista da
sfogliare. Eccovi qualche curiosità dei tempi andati,
e qualche notizia più o meno interessante dell’aria
che tirava allora.
A gennaio il raccolto
è sempre modesto
E lo sono anche le macchine provate sulla rivista.
A proposito, miseria dei tempi, l'abbonamento vie¬
ne offerto con in regalo una confezione con 3 (di-
consi tre) minifloppy Dysan, ma bisogna pagare un
sovrapprezzo di 3500 lire. Corrado prosegue la ru¬
brica dei giochi (i soliti adventure e arcade; che vo¬
lete. questo passa il convento. Ma Corrado, manco
a dirlo, ne approfitta per proporci l'ennesima versio¬
ne del suo adorato LIFE; che la falciuta signora se li
porti tutti!). David A. Lien (guarda che nome!!!) pub¬
blica il suo "Dizionario del BASIC", che resterà a
lungo un best seller; lo possiedo ancorai. E, proprio
per non contraddire le chiacchiere della premessa,
Corrado, sempre lui, prova tre pacchetti che da soli
trasformano il PC in una macchina da ufficio. I
package, Delta, Open Access e Symphony, questi i
nomi, hanno scopi diversi anche se (specialmente
gli ultimi due) occupano aree sovente sovrapponibi¬
li. Il primo, prodotto dalla inglese CompSoft, è un
potente e sofisticato sistema gestionale di archivi
basati su una struttura transazionale Dotato anche
di un semplice editor incorporato e di un generatore
automatico di report, può lavorare in modalità batch
sugli archivi, che possono essere legati da otto livel¬
li di transazioni diverse. Il secondo, realizzato dalla
Software Products International, è un ponderoso
ambiente integrato dotato di molteplici funzioni. Do¬
vrebbe risiedere preferenzialmente su un disco rigi¬
do (allora si chiamavano Winchester, già, proprio co¬
me lo yellow boy!) e incorpora un db, uno spread¬
sheet, un buon wp, un generatore di business
graphics, un programma di comunicazione e perfino
una agenda-calendario. Punto forte dell'ambiente è
la grafica, ben integrata in tutti i moduli, e una fun¬
zione di help, che permette di elencare tutti i co¬
mandi disponibili nel sottoambiente utilizzato.
Infine Symphony, grande novità della Lotus, che
162
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
EPSON» è marchio registrato di SEIKO EPSON Co. lutti r marchiatati appartengono ai legittimi proprietari.
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L'architetto e il designer possono stampare
progetti e disegni esecutivi ma anche il
rendering dei loro lavori. Il pittore e
l'illustratore possono riprodurre facilmente le
loro opere o stampare direttamente multipli
digitali a tiratura controllata. Le agenzie di
pubblicità ed i grafia hanno dai
layout alle prove colore, anche dei
poster, già sulla scrivania. Il circolo
aziendale ha gli striscioni a colori
per la cena annuale. E tutti hanno finalmente
a disposizione una stampante veramente uni¬
ca, che sa dare come nessun'altra emozioni
veramente grandi a qualunque lavoro.
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A
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Pigliai deli,pm a ha hlutgimm aggiungere Ir periferiche. e gol trama Adori urna
Trlrlvpr ASRJJ catini* gualcata tome ! Wf dottar t II amarro Argti opponiamoti pnó
crterta. e rrrirem an.hr gurllo Arile annuir malr Ari mUr. la maggior pan. Arnione
a uontpar*, puthr Animare r Amatore form.tr mene la Murate/, thè , toltila ori
I97i il Ras* prt Alla* r IMSAt r fa Pigliai Re trarr h. rhr art 1976 premuta I CRfhA.
poma.
rn pai Ut» Atl inolino) / rateili pomo Ari mlmtompner al per,mal roropnn r baiai
tulli, ma Irrmmdr inno pomi» baila un alito anno U 1977 legna la arti il a Ari Rei. Art
TRXAtt r AtR Apple II. goni Mima i A .ometter* mi geniale da rune murra. Arpa
A ami. *• pe tubatane ma una i Irullma unioni mimmi. Menu,a a gotha originata II
f*. turni tamputrr t ormai alla panna A min Ad orna Arile afferma!*** A colmatori
ni impiumimi Arti'fponi, un, però odo nirida,Inameni, in ombrale inatta.
bAblintu a tnentifl.il Re. chi A pert.mal prua Armiate una marrhma "mille" onmgar
ottone aurmierr thr il pretto Arila menoma ftmAo guarniti baila prr mpélar*
nppbtoiUiai .Aboilonsa mfiiikau I perni umAun a , art Iti* la Muro he p. errata A
W ord Ma,in ed d Super San Nrt 1979 la ,ralla dr/hdilra mutano d ruttale e
Word** la n*mmor/a,l t tampina torrrdalo A word pretti** e A foglia
rie,immi ti d mirroromputet Amila pena.ad e può atpirnre od mirare negli uffiri
1 iMiiminoiiar.imrnlr inir fa fai r l luunr lampntr, d T 1-99)4 A t del '79.
Ari I9Mì la /XAI
Il ielle e nano dn multi gn*n, nel 19*1 amicami A »V 30 e A RC IRM nrtT»2 d
I imunmhu, M II pr,ornai i empiet e, e tnrittiAAnmu munto nella ,.ra A tulli I
Illuni Itimi I botar mmpulei tl*. m utina A Aleniate abbuiamo gru un
(fa pulir, ti ir mirre rrnhnrnlr uldt nette oppili aitami dome,tu he. il t a
i mirri
< Nati
Ileo A ma, ut
godrà di vita abbastanza lunga. Le fun¬
zioni sono abbastanza simili a quelle del
package precedente, ma l'ambiente è
un po' più amichevole; notevole la qua¬
lità dello spreadsheet, stretto parente
dell'1-2-3, anche se, ovviamente, siamo
lontani anni luce dalle capacitò di quelli
odierni.
Marco Marinacci, che non aveva più
messo penna su carta, per le prove, da
diverso tempo, riappare con un articolo
su uno strano Robo 1500, una specie di
marchingegno diabolico per disegnare
su uno schermo di Apple II attraverso
uno strano (oystick. La periferica è non
semplice da maneggiare e il software
obbliga a strani e tortuosi giri per rag¬
giungere il risultato, ma l'output, specie
su plotter, raggiunge livelli accettabili e,
sovente, gradevoli. Il prezzo è terrifican-
te;oltre quattro milioni, che divengono
sei se si aggiunge il modulo per la ge¬
stione del plotter e il Titan Accelerator,
scheda acceleratnce (si fa per dire!) a 3.
6 MHz dotata di processore 65c02
E Sinclair lancia lo
Spectrum Plus,
che di Plus ha
ben poco, se si
esclude il conteni¬
tore, chiaramente
ispirato al QL. e la
tastiera, una vera
QWERTY che
però conserva la
criptica gestione
dei comandi BA¬
SIC del predeces-
Uno sitano joystick
non per giocare ma
per disegnare con
programmi CAD A di¬
mostrazione del fallo
che non era affano un
gioco, veniva offerto
ad un prezzo al pubbli¬
co superiore ai quat¬
tro milioni Idei 198511
sore. Meglio l'MSX Spectravideo SVI
728, poco costoso e con più o meno le
funzioni dei soliti home computer forma¬
to tavoletta che hanno affollato i numeri
passati. E' dotato di una tastiera comoda
ed ergonomica, e costa cinque biglietti
da centomila Più originale e sicuramen¬
te interessante è il Canon X-07, vero
predecessore degli odierni palmtop; sta
in una mano (cosi che l’altra può essere
usata per toccare i tasti), impiega una
doppia CPU (un clone dello Z80 e un
T6834), un video a cristalli liquidi da quat¬
tro righe, con funzioni anche grafiche, e
una abbondanza di interfacce verso l'e¬
sterno, Diverse le caratteristiche origina¬
li, quali la possibilità, inusitata su questo
tipo di macchine, di definire un'area di
RAM come disco virtuale, un accoppia¬
tore ottico che permette una adeguata
comunicazione di periferiche nell'ambito
di 5 metri, la presenza di un lettore di
schede (dette Utility Card, che possono
essere riscrivigli o gestibili come ROM),
un orologio interno sempre in funzione
(in un'epoca in cui il PC IBM chiedeva,
ogni volta, all'accensione, di inserire data
e ora), la presenza di numerose periferi¬
che dedicate II prezzo è eccellente, data
la qualità della macchina; il solito mezzo
milione.
Niente di particolarmente interessan¬
te, invece, nella prova del Siprel Perso¬
nal Kid 6400, un perfetto clone dell'Ap¬
ple II, che ha come caratteristiche pecu¬
liari la presenza di un Winchester da 10
MB, un tastierino numerico, la presenza
delle minuscole e delle ottanta colonne,
e un design accattivante. Sparirà rapida¬
mente senza lasciare traccia. Altrettanto
sparita nel nulla è la Juki 3200, una mac¬
china da scrivere elettrica, capace di fun¬
zionare anche come stampante, che ten¬
ta di resuscitare il mito del bello scrivere
sulla carta intestata, magari di carta d'A-
malfi. E poi un articolo chilometrico di
Francesco Petrom sulla grafica, AdP che
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Anche lo Spectrum di
Sinclair ha avuto un pe¬
sante 'restyling' nel
corso della sua vita
Eccolo m versione
Plus, aggiornato poco
dopo l'avvento del piu
moderno QL
'escluse le BJC-70 BJC-60 e BJC-5500. Fino al esaurimento delle storie
Canon
Fantasia al lavoro.
n,
rAnmversary
INCiaOHi
Stampa o fotografia?
essere diverso. Con le slampanii Canon,
la vostra fantasia volerà verso
nuovi orizzonti. E il vostro
computer potrà contare su un
risultato di stampa ■fotograftco"cosi
perfetto da superare ogni immaginazione.
STAMPANTI BUBBLE | E T
CREATE DA CANON
DELLA QUALITÀ EOTOGRAFICA
139
tri
COMPRESO
NEL PREZZO
Con ir stampanti B|c Canon* Immagini cosi belle da sembrare fotografie: e il
il CD-ROM drll'Fnctclopedia
va a. Risoli No» Meda "fotorealismo' delle stampanti Canon Facili,
Imo al II Okembrc 1997
veloci, affidabili e in tanti modelli, in grado di
stampare in tutti i formati, fino all'A2. E. con le testine opzionali, alcuni
modelli si trasformano addirittura in scanner. D'altronde, quando si ha alle
spalle una storia ed una tecnologia come quelle di Canon, non potrebbe
( .moti Italia |lnip7/w»w canon il l'ionio < .mori 0M2492OQO ■ I J\ IQiKMMH
SMAU - PADIGLIONE 9/2 - STAND B12
Stampami Bubblc lei
CCP POSmONING
(ALTRI TEMPII)
ci intrattiene sul modello reticolare dei
dati, De Masi che ci somministra la dose
mensile di cineserie sul Forth, Andrea
che plotta allegramente con il C64, Ro¬
berto Angeletti che ci presenta ANNA,
un linguaggio di animazione per Apple II
e tavoletta MC, Per i patiti del gioco, ec¬
co nelle rubriche un programma di sco¬
pone e uno per la realizzazione di sistemi
di giocata a prova d'errore; mentre i più
Eccolo qui, probabilmen-
le. il padre di tutti i
’palmtop', oggi tanto di
moda E' il Canon X-07,
con display grafico, ta¬
stiera qwerty e, addirit¬
tura!. interfaccia opzio¬
nale a raggi infrarossi
Non ci crederete, ma il
Canon X 07 era un pic¬
colo mostro bi-proces-
sore come vedete l’alta tecnologia eia di casa già nel lontano 1985
La Commodore ci riprova, proponendo un nuovo 'Pome computer'
via di mezzo tra gli inossidabili Vic-20 e C-64 Ebbe vita breve, co¬
me il suo fratello maggiore denominato Plus 4.
secchioni avranno il loro daffare per rico¬
piare i listati dedicati allo studio di fun¬
zioni e alla soluzione di equazioni para¬
metriche.
Arriva L’Apricot,
una nova durata poco
grande interesse. Adotta del
fratello maggiore (di cui già
abbiamo parlato su queste
pagine) la tecnologia di comu¬
nicazione a raggi infrarossi,
qui con una implementazione
di tutto rispetto per quanto at¬
tiene alla affidabilità; tanto per
strafare, i collegamenti pos¬
sono essere anche eseguiti
tradizionalmente attraverso
cavi, ma questi non sono di vii
metallo, ma dotati di fibre ot¬
tiche Ovviamente c'è un pic¬
colo rovescio della medaglia;
la tastiera è alimentata da bat¬
terie a stilo che hanno, come
al solito, il difetto di abbando¬
nare l'utente nel bel meglio
del lavoro. Il sistema si pre¬
senta ben organizzato anche
dal punto di vista del sistema
operativo; accanto alle funzio¬
ni specifiche del DOS com¬
paiono una serie di utility pro¬
prietarie, quali una calcolatrice e una
agenda in linea, un reminder automati¬
co, un sistema di blocco della tastiera
Altra opzione interessante del SO è la
cosiddetta ACTivity (le prime tre cifre so¬
no l'acronimo del produttore) che offre,
sullo schermo, gli applicativi in forma di
iconette da raggiungere attraverso le
frecce cursore (un po', per intenderci,
come la tavolozza di Eudora Pro); ogni
icona può accoglierne altre e cosi via, si¬
mulando, ovviamente molto più rozza¬
mente, quella che è la nuovissima inter¬
faccia Apple, o, se vogliamo, il GEM e il
di là da venire SO Windows.
La macchina è accompagnata da un
monitor dotato di tubo Trinitron, nella
versione a colori, e l'assemblaggio è cu¬
ratissimo. Il software applicativo è rap¬
presentato da un wp (SuperWriter), uno
spreadsheet (SuperCalc) e un program¬
ma di pianificazione (SuperPlanner). La
grafica eredita GSX, una applicazione di
disegno già patrimonio della precedente
macchina.
Apncot, nonostante le qualità indiscu¬
tibili e l'eccellente fattura, non ebbe mai
fortuna (ricordiamo che ACT produceva
un altrettanto avveniristico portatile).
Probabilmente si portava appresso la fa¬
ma del capostipite, che, nel momento
del boom IBM MS/DOS, tentò la carta
(meglio dire il bluff) del sistema operati¬
vo proprietario Sopravvisse attraverso
un lungo declino, trasformando sempre
più le sue preziose macchine in sempre
più convenzionali cloni MS/DOS.
Dato l'elevato interesse del pacchetto,
vero punto di riferimento dell'epoca,
Corrado sviluppa una prova estesa di
Symphony, già illustrato nel numero pre¬
cedente. Il pacchetto è quello che è, e la
prova, lunga ben sette pagine e ricca di
foto, non può rendere giustizia alla qua¬
lità di questo sofisticato ambiente (certo
Il numero di febbraio offre subito un
interessantissimo articolo (vai la pena di
leggerlo ancora oggi, per la sua attualità)
su Afrodite, l'ambiente di previsione del
tempo della RAI, con tanto di foto del-
l'allora divo Bernacca e di Guido Caro¬
selli Le prove si aprono con una mezza
novità: il Commodore CI6, tentativo mal
riuscito di creare un ibrido tra il Vie e il
C64, ma saltiamo subito due pagine per
approdare al test di una macchina di al¬
tissima qualità, e che ha avuto solo la
sfortuna di essere nata al momento e
nel posto sbagliato.
Si tratta del bellissimo Apricot FI pro¬
dotto dalla ACT; macchina professionale
di basso costo (meno di mille sterline,
allora circa tre milioni), dotata di un 8086
a 16 bit e di sistema operativo MS/DOS,
è fornita già con un notevole corredo di
software applicativo e di linguaggi di
1
Q
f
• •
1 • 1 * 1 i li 1 ,U (t \ \
Ecco un altro 'caro estin¬
to' VApricot FI era un
prodotto tecnologicamen¬
te avanzato per quei tem¬
pi, offerto ad un prezzo
di vendita molto invitante
meno di tre milioni io lire
l'IVA) La tastiera era 'col¬
legata' all'unità base via
raggi infrarossi Se c era¬
no problemi di compren¬
sione tra le due parti si
poteva sempre ricorrere
in extremis all’allegato ca
vo a fibre ottiche Occhio,
in entrambi i casi, a non
consumare tutta l’energia
fornita dalle quattro pile
stilo dì alimentazione del¬
la tastiera, pena l’Interru¬
zione forzata dell'uso del
computai Mi si conceda
l’espressione cose da
pazzi 11 firmato adp)
166
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1 997
Canon
Fantasia al lavoro.
>Q,
rAmvtrSKi
CREATA DA UN IMPRENDITORE
CON MOLTE AMMIRATRICI
Al SUOI PIEDI. E DALLA SUA
POWERSHOT DIGITALE CANON.
La grande tradizione fotografica Canon oggi apre
nuovi universi alla vostra fantasia. Con l'innovativa
tecnologia delle PowcrShol Canon, le macchine
fotografiche diventano l'occhio digitale del computer,
con il quale si integrano perfettamente. Le PowerShot
Canon, grazie ad uno straordinario
. sensore ottico, consentono di ottenere
immagini ad altissima definizione e di
vederle direttamente a PC. con la possibilità di elaborarle o inserirle in
documenti. Inoltre Canon vi offre una dotazione completa "pronta per
l'uso": memoria, flash, batterie, cavi di
collegamento e uno speciale software per
l'elaborazione delle immagini. Se poi
volete rendere le vostre foto ancora
piu realistiche, stampatele con il
"fotorealismo" di una stampante Canon.
( «non Italia |lnlp://wwvv canon i| - I in.ni limili mirili.r'» t .ini'M~n . Pronto ». anon 02/IÌ2492000 1 ax 022824B4604
SMAU - PADIGLIONE 9/2 - STAND B12
Fotocamera digitale PowerShot
CCP POSITI
Cai tpi tfmpb)
non alla portata del dilettante, non fosse
altro per il costo, di circa un milione e
mezzo). A far da contraltare, pur nel suo
piccolo, segue una prova di Melbourne
Draw, un modesto ambiente grafico per
Spectrum, e Handic, un discreto spread¬
sheet per Commodore 64. Le rubriche
offrono come al solito elucubrazioni cer¬
vellotiche, con tanto di teoria della simu¬
lazione, algoritmi di ordinamento, adven-
ture chilometriche e l'ennesimo proget¬
to di gestione del CC (addirittura Vittorio
Ciacci, di Firenze propone un miniwp per
scrivere in verticale; chissà poi a che ser-
Eccolo qui. il 'bello in¬
cantato nel bosco'. I po¬
chi fortunati, si fa per di¬
re. acquirenti di que¬
st oggetto tpagato all'e¬
poca piu di un milione
compresa l'IVAI di li a
poco I avrebbero certa¬
mente buttato nel sec¬
chio dell'immondizia
Non era compatibile con
alcunché, probabilmente
nemmeno con se stes¬
so Scherzi a parte, il
prode Plus 4 incorporava
ben 4 programmi su ROM Un word processor, uno spreadsheet, un database e un 'utility per generare isto¬
grammi Il tutto su uno schermo a caratteri da 40 colonne per 25 righe
A meta degli anni Ottanta andavano mollo di moda gli ambienti inte¬
grali. Un unico programmone in grado di trasformarsi ora in word pro¬
cessor. ora m database, ora in spreadsheet a seconda delle necessita
Open Access offriva in piu un modulo di comunicazione e. nientepo-
podimeno che un agenda-calendario gestore di appuntamenti In al¬
tre parole, 'il caposlipile di lutti gli offices'
ve!), e Filippo Baccani, di Falconara Ma¬
rittima. presenta un corso di dattilografia
con un listato che, solo per copiarlo, si
diviene già dattilografi perfetti.
E Commodore ci
riprova
E a marzo, ecco un'altra macchina "al¬
ternativa " di CBM, il PLUS 4, ma prima
ci preme dare notizia che Osborne, spari¬
to dalla circolazione, si rifà vivo con una
nuova società nata faticosamente dalle
ceneri di quelle vecchie. Leo Sorge pro¬
va, come dicevamo, il Cplus/4, che si pre¬
senta come una macchina apparente¬
mente fatta in fretta, magari con i pezzi
avanzati sul banco di lavoro. Incompatibi¬
le con il software del C64 (in un momen¬
to in cui il software stesso sta mostrando
come possa farla da padrone), con vel¬
leità professionali sempre
esaltate e mai dimostrate,
andrà ad ingrossare il cimi¬
tero degli elefanti dell'infor¬
matica, senza rimpianti per
nessuno.
Offre uno spunto curioso la
interfaccia Midi per C64 e
Spectrum offerta dalla Siel.
Oggi di interfacce di tal tipo
ce ne sono di qualità più
che professionale ma allora
erano piante di fragole fiori¬
te in gennaio (lo stesso Cor¬
rado ammette che l'argo¬
mento è forse musuale ma
decisamente molto interes¬
sante). Ma il vero punto di
forza del numero è la prova
completa di Open Access,
di SPI, un ambiente integra¬
to raffinatissimo, costoso
(due milioncim), ma destina¬
to a gestioni di ufficio raffi¬
nate e potenti Non meravi¬
gli che tutto l'ambiente,
comprendente, lo ricordia¬
mo di nuovo, spreadsheet,
database, wp, grafica, pac¬
chetto di comunicazione, utility, sia com¬
preso su due dischi da 5" (senza alcuna
compressione - allora zip era una chiusura
lampo); chi scriveva programmi aveva il
collo appoggiato sul ceppo della gestione
della memoria e i trenta o quaranta di¬
schetti di Office di oggi, oltre tutto com¬
pressi, sarebbero stati pura follia.
In mancanza di package (ne saranno
sviluppati, anche successivamente, ben
pochi) ecco una prova dei quattro pro¬
grammi in dotazione al QL; ricordiamo
che si tratta di Quill, un discreto word
processor che, ricordo, utilizzavo anche
per scrivere gli articoli della rivista; Aba-
cus. uno spreadsheet Visicalc-hke sor¬
prendentemente veloce; Easel, un ela¬
boratore di grafica commerciale che oggi
farebbe sorridere; e Archive, forse il
package più originale dei quattro, dotato
di un linguaggio di programmazione sor¬
prendentemente avanzato. Giusto per
cambiare argomento, ecco un sintetizza¬
tore vocale per Spectrum, basato sugli
allofoni, cosa che fa superare i problemi
legati alla pronuncia delle diverse lingue
E ancora la prova di PaintStar per Apple
II, un package di grafica bitmap per Ap¬
ple II, con tanto di progettino accluso per
adattare un qualsiasi joystick alla porta
dell'Apple Saltando a piè pari una venti¬
na di pagine passiamo a un programma
che permette la datazione automatica
dei file Apple (ammesso che l'utente ab¬
bia la pazienza, ogni volta, di battere al¬
l'accensione quella giusta, o che la mac¬
china sia dotata di schedina orologio), a
uno che converte una stringa in una fun¬
zione e la calcola (pensate un po' !); e,
ancora, per VIC 20, un pacchetto che in¬
segna gli accordi per la chitarra, permet¬
te di giocare (con tanta immaginazione) a
bowling, e ci avvia in un altro arcade dei
mille che affollano l'universo del bit (cin¬
que o seicento righe da ricopiare, tanto
dopo c'è il ricovero in clinica psichiatrica,
e pensare che c'era gente che lo faceva
veramente e poi ci scriveva proponendo
migliorie!). Per Spectrum ecco una rubri-
chetta telefonica, l'implementazione del-
l'ON ERROR GOTO, e della funzione IN-
STRING, e per TI/99 un'altra scopa e una
avventura al Casino di Montecarlo.
Ecco, siamo alla fine, e come al solito
qualche curiosità pescata nelle pubblicità
e nella rubrica compra-vendita. Un signo¬
re di S. Daniele del Friuli vende, tra le al¬
tre cose una "lavagna pneumatica"
(confesso di ignorare crassamente cosa
sia!), un anonimo vende un traduttore si¬
multaneo con mille vocaboli a lire
200.000 (oggi escono nei fustini del de¬
tersivo), un altro vende Totocalcio ad Al¬
tissima Velocità, un altro offre pacchetti
per la risoluzione dei casi più difficili
(sembra la pubblicità di un chiromante),
un altro ancora svende la sua enciclope¬
dia di BASIC faticosamente raccolta fa¬
scicolo a fascicolo. Ma la più curiosa è di
un lettore che "causa sport" vende il
suo VIC 20; e un altro, causa espatrio
(chissà dove sarà adesso, e se ci legge
ancora!), vende tutte le sue macchine
informatiche. Basta cosi; a risentirci!
WS
168
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
MESSI INSIEME
DA UNO ZOOLOGO UN PO'
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In collaborazione con il Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo di Pisa
Archeologia
Informatica
a cura di Corrado Giustozzi
LE ORIGINI DELL'INFORMATICA IN ITALIA
La Divisione Elettronica Olivetti
Nel primo articolo, pubblicato sul numero di giugno di MC, abbiamo tracciato le
linee generali della nascita e della fine dell’avventura italiana nel mondo dei grandi
calcolatori, durata in tutto circa un decennio. Il pezzo di storia che vogliamo
raccontarvi corre sugli anni del boom economico, ed in particolare dalla seconda
metà degli anni ‘50 ai primi anni ‘60. Questo mese ritorniamo dunque
sull’argomento: la pausa di due numeri ci ha permesso di acquisire nuovi dettagli
storici e tecnici, e molto fotografico inedito con la collaborazione dell’Archivio
Storico Olivetti e del suo direttore, il dottor Eugenio Pacchioli, che ringraziamo. In
questo articolo proveremo a farvi rivivere quegli eventi che quarant’anni fa ci
portarono ad essere fra i primi nel mondo, e sicuramente i primi d’Europa, per
tecnologia e design nel progetto e nella
costruzione dei grandi calcolatori
elettronici. In tempi in cui questi erano
enormità ingombranti che occupavano
anche duecento metri quadri,
necessitavano di condizionamento forzato e
venivano accuditi da sacerdoti in camice
Seconda parte
di Gaetano Di Stasio
Nei primi anni '50 il computer era
ancora un oggetto assolutamente sco¬
nosciuto, non solo per le masse. Nes¬
sun dipartimento universitario o ricer¬
catore italiano si era mai avvicinato ad
un elaboratore elettronico: in quegli
anni l'Italia usciva da una condizione di
isolamento culturale molto pesante e
quelle erano primizie mastodontiche
solo dei centri di ricerca più avanzati
d'oltre Oceano e d’oltre Manica (cfr.
Archeologia Informatica MC 171 e
172).
Infatti il connubio fra trattamento
Trentamila circuiti
elementari oer un
complesso Or tre-
centomila compo¬
nenti. sono gh or¬
gani di Quell in¬
treccio di fili, di
transistori, di dio¬
di. di minuscole
luci che s accen¬
dono e si spengo¬
no continuamen¬
te Siamo a Mila¬
no nei Palazzo Oli¬
vetti sede della
Direzione Genera¬
le Commerciale Qui nel >959 fu installato il primo prototipo del calcolatore elettronico ELEA 9003
170
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Archeologia Informatica
dell'informazione ed elettronica co¬
minciava appena ad essere studiato in
alcuni laboratori universitari e applica¬
to su scala industriale da parte di po¬
chissime aziende (IBM, UNIVAC, Bur-
roughs. CRC. Ferranti)
Gran parlare ovviamente se ne face¬
va già allora sui giornali, sull'onda delle
prime missioni spaziali che preparava¬
no lo sbarco dell'uomo sulla Luna. In
quegli anni l'opinione pubblica e la fan¬
tasia popolare si formavano al suono di
meccanizzazione integrale, automatica,
cibernetica e di cervelli elettronici.
Siamo nei primi anni '50, e l'Olivetti
è una azienda florida ed in grande
espansione. I suoi prodotti meccanici
per la contabilità, la scrittura e per il
calcolo sono noti in tutto il mondo per
la genialità della concezione e l'origi¬
nalità del design.
Adriano Olivetti, dalla seconda metà
degli anni '30 presidente dell'azienda
d'Ivrea, è un uomo romantico, intra¬
prendente, dall'intelligenza brillante e
lucido nella pianificazione delle strate¬
gie. Un uomo che col suo carisma,
con la sua forte personalità e le sue
doti manageriali suppliva ad ogni ca¬
renza aziendale. Guidava l'unica vera
multinazionale italiana, non con le leve
a disposizione di una moderna struttu¬
ra azionaria e manageriale, ma con gli
strumenti propri di una "piccola azien¬
da ottocentesca".
La Olivetti dell'epoca dunque era
una azienda prettamente meccanica,
e l'elettronica era estranea non solo
alla pratica ma addirittura alla menta¬
lità dei suoi dirigenti e progettisti. Al
sentir parlare di cambiamento ci si
chiedeva: "le cose vanno a gonfie ve¬
le con la meccanica, che bisogno c'è
dell'elettronica?". Del resto questa
era la mentalità che andava per la
maggiore fra gli imprenditori nostrani,
per i quali aveva senso investire nelle
macchine ma non certo in risorse
umane, in know-how. Per Adriano non
era cosi: lui vedeva nell'elettronica un
potenziale elemento di disturbo sul
cui terreno l'Olivetti non poteva tro¬
varsi impreparata E per questo ritene¬
va importante investire in un settore
estremamente avanzato e quindi al¬
trettanto rischioso, con una risolutez¬
za ed una determinazione che alcuni
definirono "follia”
4 meta degli anni '50 un piccolo gruppo di ingegneri e Usici, selezionali fra coloro che avevano risposto ad
un annuncio pubblicato dalla Olivelli sui maggiori Quotidiani o individuali direttamente da Mano Tchou. si
trovo a lavorare a Pisa nel Laboratorio di Ricerche Elettroniche E’ un fatto di rilievo comunque che il perso¬
nale scelto fu quasi tutto italiano Una foto di gruppo ritrae i componenti del Laboratorio alla fine dell'estate
59. poche settimane prima di lasciare Barbarrema per la nuova sede a Borgolombardo, a pochi chilometri
da Milano .
Da sinistra a destra e dal basso in alto. In prima fila Giancarlo Galatmi Giorgio Maddalena. Giorgio Sacerdoti
Iaveva da poco terminato l'installazione e l'avviamento del calcolatore Ferranti al CNR di Roma). Mano Tchou
IDirettore del laboratorio!. Et¬
tore Sottsass ir tArchitetto e
designer, l'unico con una po¬
sa scherzosa a sottolineare
l’indole artistical In seconda
fila Remo Galletti icon una
decina di anni di esperienza
nell'elettronica per telecomu¬
nicazioni). Franco Filippazzi
Icon 5 anni di esperienza nel
progetto di strumentazione
elettronica!. Edmund Schrei-
ner. Paolo Grossi. Giuseppe
Calogero In terza fila Gianni
Bettolini, Giampiero Gianner-
ti. Piergiorgio Perotto Idi fre¬
sca laurea, poi progettista alla
fine degli anni 60 della Pro¬
gramma 1011. Gianfranco
Ratto, Sergio Benvenuti In
quarta lite Sergio Sibam Itisi¬
co. lavorava al progetto della
CEPI. Martin Fnedmann lIn¬
gegnere canadese, assunto
pei la sua esperienza nelle
memorie a nuclei di ferrite!.
Simone Fubini. Mariano
Speggionn. Sante Caenazzo
Nell'ultima hta. Douglass
Webb. Ottavio Guarracmo.
Giuseppe Tacchini, Amedeo
Cenai, Lucio Libero Bornello,
Albano Guzzetti
MCmicrocomputer n. 1 77
Domenica 8 novembre 1959 nel Palazzo Olivetti a
Milano il Presidente della Repubblica Giovanni
Gronchi, Adriano Olivetti e il Sindaco di Milano
Prof Ferrari inaugurano PELEA 9003 Viene latto
girare un programma dimostrativo dopo qualche
istante dalla lettura dei dati da nastro di carta l’ela¬
boratore risponde con una scarica di dati sulla tele¬
scrivente Per l'industria informatica italiana e la
consacrazione della propria capacità di produrre be¬
ni anche ad altissimo contenuto tecnologico
In rotta di
avvicinamento
Dal '33 in azienda e dal 1938 alla presi¬
denza, Adriano aveva seguito tutti i det¬
tagli dell'accordo commerciale stipulato
nel 1949 con la francese Compagnie des
Machine Bull che comportava la creazio¬
ne di una società con partecipazione pa¬
ritetica, la Olivetti-Bull, incaricata della
vendita e dell'assistenza in Italia degli
impianti meccanografici che la ditta d'ol¬
tralpe costruiva. Per la Olivetti ciò signifi¬
cava il primo incontro col trattamento au¬
tomatico dei dati, che anche se ancora di
natura prettamente meccanica rappre¬
sentava comunque un primo prepararsi
alla successiva elaborazione elettronica
delle informazioni.
Quindi nessun passo azzardato, come
le cronache del tempo tentavano di far
emergere con valutazioni approssimate,
ma un percorso graduale che con una
rotta di avvicinamento dolce portava
l'azienda ad interessarsi di problemati¬
che e di strumentazioni in realtà non del
tutto sconosciute. Già dal 1940 Olivetti
progettava e produceva macchine som-
matrici e moltiplicatrici, e nello stesso
periodo furono immesse sul mercato
anche le prime macchine contabili, to¬
talmente meccaniche, derivate dalle
macchine da scrivere in produzione.
E' bene però collocare chiaramente il
periodo storico. Il 1949 e stato infatti
171
Archeologia Informatica
l'anno della nascita del calcolo elettroni¬
co a programma registrato internamente
su linee di ritardo, invece che esterna¬
mente su nastro di carta perforato. Alla
fine del '49 infatti in Inghilterra fu inaugu¬
rato l'EDSAC.
L’anno dopo negli Stati Uniti l'EDVAC
presentava le stesse caratteristiche: era
composto da 5900 tubi elettronici e 12
mila diodi, utilizzava aritmetica binaria
con parole di 44 bit, era dotato di un oro¬
logio interno che viaggiava ad 1 MHz e
possedeva una memoria di programma a
linee di ritardo ultrasoniche a tubo di
mercurio ideate da John von Neumann
Nell'Olivetti il primo contatto con l’elet¬
tronica lo si ebbe nel 1952, quando
Adriano decise di costituire negli Stati
Uniti un Laboratorio di Ricerche Elettroni¬
che, a New Canaan (CT), con lo scopo di
creare un osservatorio che prendesse
coscienza delle nuove tecnologie là dove
esse si stavano più rapidamente svilup¬
pando, L'elettronica sposata al mondo
del calcolo automatico era una frontiera
quanto mai avanzata, basti ricordare che
in quell'anno al mondo si contano non
più di una decina di calcolatori elettronici
funzionanti
Nello stesso anno il Rettore della
Stanford University creò sui terreni
dell'Università lo Stanford Industriai
Park, che diede il via alla nascita di Sili¬
con Valley, mentre la International Busi¬
ness Machine Corporation (IBM) entrava
Nella primavera del '55 Adriano Olivelli spiegava
nella relazione di bilancio della Ing. C Olivelli SpA
"La tecnica elettronica potrà avere nel futuro note¬
voli ripercussioni sul metodo di fabbricazione di
prodotti attualmente realizzati in via meccanica
esiste quindi una ragione fondamentale di sicurez¬
za che ci consiglia di non lasciarci cogliere impre¬
parati Quando la tecnica permetterà di trasformare
alcuni nostn prodotti da meccanici a elettronici ’’
sul mercato mondiale col suo primo cal¬
colatore commerciale interamente elet¬
tronico. il modello 701 a valvole termoio¬
niche.
Il Laboratorio
Elettronico
Nel 1954, con l'accordo di collaborazio¬
ne con l’Università di Pisa per la costru¬
zione in loco della Calcolatrice Elettronica
CEP. fu costituito nella città toscana il
Laboratorio di Ricerche Elettroniche Oli¬
vetti. La struttura era inizialmente costi¬
tuita da nove giovani laureati con espe¬
rienze nelle tecniche impulsive e da gio¬
vani tecnici specializzati, e fu affidata alla
direzione dell'lng. Mario Tchou.
Mario Tchou era cinese di nascita ed
italiano di adozione, possedeva spiccate
capacità manageriali ed umane fonda-
mentali per guidare un manipolo di pio¬
nieri e soprattutto aveva un imponente
bagaglio di conoscenze e di esperienze
Sulla via Emilia alla Ime del 1958
venendo da Milano si notava una
curiosa insegna che indicava il
Laboratorio di Ricerche Elettroni¬
che Olivetti a Borgolombardo
E il 16 novembre I960 L'Ing
Mario Tchou è ripreso con alcuni
dirigenti della Krupp di Essen du¬
rante una visita alla Divisione
Elettronica Olivetti a Borgolom¬
bardo. Si nota il prototipo
dell'E LE A 6001. in Quei mesi in
avanzato stato di progettazione
che gli dava un grande carisma Nato in
Italia nel 1924 da una famiglia di diplo¬
matici, aveva infatti conseguito giovanis¬
simo il PhD degree in ingegneria elettro¬
nica alla Columbia University dove era ri¬
masto per alcuni anni come ricercatore
e docente.
Il Laboratorio di Ricerche Elettroniche,
voluto da Adriano Olivetti e costituito
grazie all'apporto del figlio Roberto, si
può a buon diritto vedere come la nasci¬
ta dell'industria informatica italiana
La prima sede del Laboratorio fu l’Isti¬
tuto di Fisica dell'Università di Pisa, in
piazza Torricelli, dove oggi ha sede il
Museo Nazionale degli Strumenti per il
Calcolo.
L'anno successivo, nei primi mesi del
1956, il gruppo dei ricercatori Olivetti si
trasferì in una propria sede: in una villa
patrizia alla periferia di Pisa, a Barbariei¬
na. Alcune persone, tuttavia, in base agli
accordi presi, rimasero all'istituto di fisi¬
ca per collaborare allo sviluppo del pro¬
getto universitario di cui abbiamo ap¬
profonditamente scritto dal numero di
marzo di MC.
Al gruppo di Barbarieina venne asse¬
gnato il compito di progettare un elabo¬
ratore generai purpose di grandi dimen¬
sioni. Questa scelta corrispondeva ad
una precorsa impostazione strategica.
La fascia di produzione fu quella me¬
dio-alta perché così imponeva lo svilup¬
po delle tecnologie elettroniche in quei
tempi: non era possibile per l'Olivetti co¬
struire calcolatori di dimensioni ridotte,
quelli che più si sarebbero integrati con i
tradizionali campi d'azione della società
La macchina "Zero" denominata an¬
che "IV", perché primo prototipo a val¬
vole, era pronta e perfettamente funzio¬
nante nelle sue componenti già dai primi
mesi del 1957. A questa fu poi dato suc¬
cessivamente il nome ufficiale di ELEA
9001
Entreremo nel merito dei dettagli tec¬
nici sul prossimo numero di novembre;
per adesso riteniamo importante soffer¬
marci su un brano di una intervista rila¬
sciata sull'argomento nel 1986 da Ettore
Sottsass jr: "L'équipe di tecnici e inge¬
gneri impegnata al progetto dell'ELEA,
lavorava in un laboratorio di ricerca a Pi¬
sa, in una villetta dell'800, in campagna,
per raggiungerla dalla stazione prendevo
una carrozza perché non c'erano quasi
taxi, questo avveniva nel 1956, e tutto
ciò era abbastanza ridicolo..
In questa villetta sembravano tutti
matti, strangolati da milioni di fili, di cavi,
di valvole; non si poteva vedere una co¬
siddetta macchina, a parte che il termi¬
ne macchina è improprio perché non
c'erano ingranaggi ma solo una libreria
di valvole connesse con una grossa me¬
moria luna piastra piena di fili che entra¬
vano e uscivano), non si muoveva men¬
te. Non è che quest'insieme di elementi
fosse già organizzato in un certo volume
o in una certa situazione, ogni gruppo di
172
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
La linea di produzione della ELEA 9003 a Borgolombardo Nella prima loro si vede l'interno dell'armadio con alcuni rack di schede elettroniche, mentre sullo ston¬
do si nota la catena di montaggio Nella seconda loto una panoramica della linea di produzione con in primo piano una lase della messa a punto
ingegneri lavorava chi alla memoria, chi
alla logica, chi alle uscite, chi alle entrate
di informazioni.
La cosa che si sapeva era che io dove¬
vo disegnare degli armadi dove gli inge¬
gneri potessero cacciar dentro questa ro¬
ba" (intervista ad Ettore Sottsass jr, En¬
rica Zanzi, op. cit.).
Adriano Olivetti, come prototipo del
moderno umanista, soleva affermare
che "il design è l'anima di un prodotto":
la sua attenzione ai dettagli era poi ma¬
niacale ed anche il buon gusto era a lui
riconosciuto anche dalla critica, Cosi an¬
che per il progetto dell'ELEA aveva chie¬
sto ad un designer di talento, giovane
ma già affermato, di studiare linee nuo¬
ve che potessero comunicare una emo¬
zione Questo perché, come soleva dire
ring, Camillo Olivetti: "una macchina
deve avere dignità ed eleganza ".
In definitiva, l'obiettivo strategico non
era certo di realizzare una alternativa
elettronica alle macchine da calcolo pro¬
dotte dall'azienda. Cosa per altro impos¬
sibile con le tecnologie dell’epoca.
L'idea di Adriano era invece di avviare
un processo di vera e propria trasforma¬
zione dell'azienda nella direzione della
elaborazione elettronica dei dati, per poi
riuscire ad avere un vantaggio competiti¬
vo rispetto ai concorrenti, prevalente¬
mente giapponesi, quando la miniaturiz¬
zazione avesse offerto soluzioni anche
per le piccole macchine da calcolo.
Non si trattava quindi di preparare una
nuova generazione delle macchine allora
prodotte dalla Olivetti con tecnologia
meccanica ed elettromeccanica, ma di
pensare al business in termini radical¬
mente diversi: non più solo piccole mac¬
chine da ufficio isolate, ma anche "si¬
stemi integrati ed aperti” per l'automa¬
zione delle attività gestionali.
La realizzazione di un elaboratore di
grandi prestazioni rispondeva a questo
disegno strategico. Purtroppo ciò signifi¬
cava affrontare le problematiche scienti¬
fiche. tecnologiche e applicative dall'al¬
to, al livello più avanzato per creare in
azienda quella ragnatela di conoscenze
ed esperienze, quel know-how. che
avrebbe messo in moto i meccanismi di
evoluzione culturale e organizzativa spe¬
rati.
Per raggiungere tali obiettivi, il proget¬
to non doveva essere concepito come
pura esercitazione, ma doveva mirare ad
un sistema commerciale valido e com¬
petitivo. da fabbricare e mettere sul
mercato.
Fu con queste linee guida che, agli ini¬
zi del 1956, il gruppetto di professionisti
radunato a Barbaricina incominciò a la¬
vorare alla macchina "Zero", come allo¬
ra era definita affettuosamente
L'attività venne focalizzata nella fase
iniziale sul disegno generale e sulla
struttura dell’unità centrale. Si ritenne in¬
fatti di utilizzare inizialmente come unità
periferiche delle apparecchiature reperi¬
bili sul mercato, alcune delle quali facen¬
ti parte dei sistemi meccanografici Oli-
vetti-Bull acquistabili a prezzi competitivi
dalla consociata, come i lettori di schede
perforate, i lettori di nastro di carta, le ta¬
bulatrici e le telescriventi.
Il progetto si sviluppò rapidamente du¬
rante il 1956, nella primavera del '57 esi¬
stevano tutti i sottosistemi fondamentali
e si poteva passare al loro assiemaggio.
La tecnologia costruttiva era basata
sull'elemento allora disponibile, ossia il
tubo elettronico. In quello stesso perio¬
do si affacciava però sullo scenario tec¬
nologico quel dispositivo rivoluzionario
che fu il transistore. Era allora un ogget¬
to ancora raro, con vistose limitazioni e
prestazioni ridotte. Il suo uso era in prati¬
ca limitato alle radioline, che costituiva¬
no a quel tempo ancora una primizia.
Fu merito di Mario Tchou intuire che
quella sarebbe stata nel prossimo futuro
la tecnologia vincente. Di conseguenza,
La fase finale di messa a punto dell'elaboratore ELEA 9003 e due aspetti del reparto produzione durante II
cablaggio
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
173
Archeologia Informatica
nel 1957 egli prese la decisione di ripro¬
gettare il sistema ormai quasi terminato,
sostituendo i transistori alle valvole Fu
una decisione coraggiosa, un rischio cal¬
colato e alla prova dei fatti la scelta giu¬
sta.
La transistorizzazione del progetto po¬
neva non pochi problemi Se le valvole
erano oggetti ben noti ai progettisti, non
altrettanto poteva dirsi dei transistori, le
cui caratteristiche di impiego erano fon¬
damentalmente diverse. Si ponevano
inoltre problemi specifici. Ad esempio, il
pilotaggio della memoria a nuclei magne¬
tici richiedeva correnti impulsive di quasi
mezzo Ampère, con fronti inferiori al mi-
crosecondo.
Tuttavia l’impresa riusci. Mentre la
macchina a tubi veniva completata per
essere usata nei test, nasceva un nuovo
sistema inizialmente ibrido (l'ELEA 9002)
e quindi completamente a transistori (la
"IT", prima macchina commerciale, de¬
nominata all'ingresso sul mercato ELEA
9003). Anche le difficoltà relative alle cor¬
renti elevate vennero superate e la me¬
moria a nuclei, basata su un sistema ori¬
ginale di selezione per anticomcidenza.
venne anch’essa transistorizzata
Intanto la macchina "Zero" dopo il pe¬
riodo di sperimentazione fu installata nel
Centro di Calcolo di Ivrea dove entrò in
servizio nei primi mesi del 1958 e vi re¬
stò fino ai primi anni '60.
Già dal 1957 ring. Mario Tchou e Ro¬
berto Olivetti dibattevano sull’idea di fon¬
dare in Italia una industria di componenti
elettronici per non dipendere più dagli
umori delle attende di settore statuniten¬
si. A questa esigenza si contrapponeva
l'evidenza, se la costituzione di un labo¬
ratorio di ricerche per apparecchiature
elettroniche era stato un traguardo ar¬
duo, avviare parallelamente la produzio¬
ne di componenti solidi appariva quanto¬
meno azzardato.
Scriveva Roberto: "Eravamo tuttavia
consapevoli di trovarci di fronte a una
scelta necessaria. Iniziammo in società
con una giovane industria che condivide¬
va i nostri ideali”.
Nacque cosi la Società Generale Semi¬
conduttori (SGS) nell'ottobre del 1957
con lo scopo principale di fornire diodi e
transistori di qualità professionale ai due
azionisti, Olivetti e Telettra, che parteci¬
pavano in parti eguali al capitale della So¬
cietà. Tanto Olivetti quanto Telettra pre¬
vedevano infatti di utilizzare forti quantità
di dispositivi a semiconduttore per la pro¬
duzione, rispettivamente, di calcolatori
elettronici e apparecchiature per teleco¬
municazioni.
Nella primavera del 1958 il prototipo di
quello che sarebbe stato il sistema com¬
merciale era vicino alla conclusione.
L'azienda decideva allora che, per la suc¬
cessiva fase industriale dell'operazione,
fosse più conveniente localizzare le atti¬
vità nell'area milanese.
Pertanto, nell'autunno del 1958 il grup¬
po di Barbaricina, che contava ormai una
trentina di persone, si trasferiva nella
nuova sede di Borgolombardo, a pochi
chilometri da Milano
Si chiudeva così la fase pionieristica
dell'operazione. Infatti la villa era bella e
la contrada incantevole ma la sede non
era adatta per un laboratorio che voleva
crescere e crescere in fretta. Cosi
nell'estate del '58 macchine, fili, memo¬
ria, valvole, tecnigrafi furono imballati e
presero la via del nord.
E' interessante notare che da questo
Contribuite al
Museo Nazionale degli Strumenti per il Calcolo
Attualmente il Museo Nazionale degli Stru¬
menti per il Calcolo è impegnato a ristruttu¬
rare la sua sede naturale (gli ex Macelli di
Pisa) ed a organizzare la raccolta del mate¬
riale. Il Ministero della Ricerca Scientifica e
Tecnologica ha infatti diramato circolari in
tutti i Ministeri, le Università, le scuole e le
aziende a partecipazione statale perché tut¬
ti gli elaboratori dismessi siano donati al
Museo Ciò ha permesso di raccogliere
non solo elaboratori di inestimabile valore
storico ma anche tutta la documentazione
ad essi allegata, di importanza altrettanto
elevata per gli obiettivi del Centro di Studi.
Ciò non di meno il Museo è interessato a
tutto il materiale legato alla storia dell'infor¬
matica: manuali, vecchi libri, documenta¬
zione. programmi, oltre ovviamente ai cal¬
colatori obsoleti che da tutta Italia stanno
giungendo copiosi.
A questo interesse unanime è però impor¬
tante che si associno anche iniziative di
studio e di restauro. Infatti il Museo e inte¬
ressato a coinvolgere in tali attività tutti co¬
loro che vogliono donare il proprio tempo
ed il proprio impegno ai vecchi dinosauri
dell'informatica, per ridare loro lo splendo¬
re di un tempo. Stiamo parlando dei tecni¬
ci. magari oggi in pensione, che hanno la¬
vorato su queste macchine e che oggi pos¬
sono dare importantissimi contributi sia in
termini di conservazione che di compren¬
sione delle macchine stesse, e gli studenti
che desiderano approfondire lo studio di
questo periodo storico con ricerche mirate
e tesi.
Per ulteriori informazioni
Museo Nazionale degli Strumenti pei il Cal¬
colo
Museo degli Strumenti Scientifici
Prof Roberto Vergara Caffarelli
Dipartimento di Fisica dell'Università di Pisa
Piazza Torricelli 2-56100 Pisa
Tel 050911212-911247
Fax 050 48277
174
La memoria a nuclei magnetici di lenite e una spe¬
cie di rete composta di sottilissimi fili di rame e mi¬
nuscoli anellini di lenite Ipolvere di ossidi di letto,
zinco, nichel, pressata e sinterizzataI La ferrite ha
Questo di particolare sottoposta a un impulso di
corrente elettrica, assume un certo stato magneti
co, che mantiene anche se la corrente cessa e fin¬
che non riceve un nuovo impulso. Per memorizza¬
re un bit occorrono quattro anelimi in figura una
porzione di un pannello della memoria centrale
dell'ELEA 9003
momento in poi Olivetti si impegnava di¬
rettamente nella realizzazione di tutte le
unità periferiche elettromeccaniche,
coinvolgendo in questo sforzo anche
gruppi di progetto di Ivrea Le caratteri¬
stiche funzionali e la tecnologia di queste
macchine erano radicalmente diverse dai
tradizionali prodotti per scrivere e da cal¬
colo in cui Olivetti si era fino allora ci¬
mentata con successo e costituivano di
per sé impegni tutt'altro che trascurabili
su un terreno sconosciuto. Questo può
dare una idea dell'ampiezza e della
profondità dell'impegno con cui Olivetti
si dovette confrontare attraverso il pro¬
getto ELEA: si accingeva a trasformarsi
in una azienda high-tech, che non produ¬
ceva più solo telescriventi ma anche
stampanti parallele da 1000 linee o 100
mila caratteri al minuto (oltre 1600 cps);
non più solo lettori lenti di nastro di carta
(fino a 100 cps) ma anche lettori ultra ve¬
loci (oltre 800 cps). Stesso dicasi per pe¬
riferiche come unità a nastro magnetico,
fatturatrici, convertitori, selezionatrici,
lettori di schede perforate e cosi via
Il punto debole stava proprio nell'am¬
piezza eccessiva del fronte su cui veniva
a dover manovrare. Ampiezza che sareb¬
be divenuta evidente dopo pochi anni at¬
traverso la crisi finanziaria del '64 che
per varie ragioni frenò bruscamente lo
sviluppo dell'Iniziativa.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Archeologia Informatica
Prima dell'avvento dei calcolatori elettronici l'esigenza di trattare
automaticamente l'inlormazione era soddisfatta da macchine
meccanografiche Tali macchine, del tutto meccaniche, erano co¬
stituite da pesanti ed ingombranti ~elaboratori' elettromeccanici,
da perforatrici, da lettori di nastri e schede perforale, da tabulato¬
ci e da vari altri componenti Nella prima foto una veduta di un
centro meccanografico attrezzato con macchine Olivettr-Bull nei
primi anni '50 Una operatrice immette i dati in una perforatrice
Questi, sotto forma di schede, sono ordinati ed elaborati I risul¬
tati sono stampati da una tabulatrice riprodotta nella terza foto In
uno dei prossimi numeri di MC descriveremo nel dettaglio anche
questi mastodonti elettromeccanici della stona del calcolo auto¬
matico che per un certo periodo hanno anche convissuto con i
primi calcolatori digitali
La Divisione
Elettronica
A Borgolombardo il sistema venne
messo a punto e alla fine del 1959 entrò
in funzione una linea per la produzione in
serie. Venne anche trovato un nome uffi¬
ciale per l'elaboratore. I pubblicitari della
Olivetti battezzarono il nuovo prodotto
col nome di ELEA 9003.
ELEA stava per ELaboratore Elettroni¬
co Automatico, ma c'era una allusione al¬
la antica scuola filosofica della Magna
Grecia.
Una particolare cura venne data, se¬
condo la tradizione Olivetti, al design. Se
ne occupò, come già chiarito, l'architetto
Ettore Sottsass |r. I cabinet erano assai
meno alti dei massicci armadi allora in
uso, in modo da facilitare la percezione
visuale dell'intero sistema, mentre i col¬
legamenti tra i cabinet erano realizzati
Bibliografia
- Vari documenti ed articoli dai fascicoli
Notizie Olivetti, pubblicati dal 1955 al 1965
dalla C. Olivetti & C.
Vari documenti scientifici sulla
descrizione delle macchine elettroniche e
sui programmi realizzati dai tecnici della
Divisione Elettronica.
- Lorenzo Soria, Informatica: un'occasione
perduta, Einaudi - Torino 1979
- Enrica Zanzi, Il calcolatore elettronico
ELEA 9003, Istituto Superiore per le
industrie artistiche - Faenza 1986
- Vari documenti dagli Atti del Convegno
Internazionale sulla storia e preistoria del
calcolo automatico e dell'informatica,
Siena 1991
mediante un originale sistema di canali
che correvano sopra di essi La console
era concepita in modo da permettere la
massima flessibilità nella composizione
dei tasti e delle segnalazioni.
Si può affermare che ELEA 9003 era
un sistema all'avanguardia per il suo
tempo, sia per le soluzioni tecnologiche
che per la concezione sistemistica. Basti
in proposito ricordare che era in grado di
operare in multiprogrammazione e aveva
capacità di interrupt in un'epoca in cui il
termine non era stato ancora coniato.
Venne presentato ufficialmente alla
Fiera di Milano del '59 e fu un successo
di pubblico e di critica che valse il premio
Compasso d'Oro per il design e le solu¬
zioni industriali adottate: il primo esem¬
plare venne installato alla Marzotto alla fi¬
ne di quello stesso anno. Un calcolatore
completamente transistorizzato che met¬
teva l’Olivetti all'avanguardia rispetto agli
altri produttori del mondo.
Nel 1961 fu quindi il turno del 6001,
una macchina con prestazioni inferiori ri¬
spetto a quelle del 9003 e orientata più
alla soluzione di problemi scientifici.
Commercializzare le macchine signifi¬
cava anche espandersi, allargare il nume¬
ro di metri quadri di uffici e stabilimenti,
assumere nuovo personale Nel 1961 co¬
si su un progetto di Le Corbusier, l'Oli-
vetti fa costruire a Pregnana un nuovo
stabilimento, dove vengono concertate
tutte le attività di ricerca e sviluppo; a Ca-
luso, in Piemonte, vengono trasferiti al-
Ringraziamo il Museo Nazionale degli
Strumenti per il calcolo di Pisa e l'Archivio
Storico Olivetti per la collaborazione e i
documenti scientifici fomiti. Tutto il
materiale fotografico è stato cortesemen¬
te concesso dall'Archivio Storico Olivetti
Siamo nel 1959 Sono passati solo due anni dalla
inaugurazione ad Ivrea della macchina "Zero ", la
ELEA 9001 a valvole termoioniche Soli due anni;
ma chi la vede dopo aver visto l'ELEA 9003. pre¬
sentata l'8 novembre '59 dall'lng Adriano Olivetti
al Presidente della Repubblica Gronchi, rimane stu¬
pito La macchina non sembra più la stessa E sot¬
to certi aspetti la 'Zero ' può essere considerata la
nonna della nuova ELEA quella che a Borgolom¬
bardo chiamano "IT" invece delle valvole ha i tran¬
sistori
cum processi produttivi e il palazzo di via
Pirelli a Milano diviene la sede principale
degli uffici tecnici e commerciali. Nasce
cosi la Divisione Elettronica Olivetti che,
tra le altre unità operative, prende sotto
di sé anche la Società Generali Semicon¬
duttori (SGS).
Nel 1964, accanto al 6001 ed al 9003
regolarmente in commercio e venduti in
centinaia di esemplari, c'erano anche in
fase avanzata di progettazione i calcola¬
tori della linea 4000 di dimensioni e pre¬
stazioni minori.
Al prossimo numero
Dopo questa analisi di carattere preva¬
lentemente storica, sul prossimo nume¬
ro di MC vi attende un resoconto altret¬
tanto approfondito sulle caratteristiche
tecniche e tecnologiche dei calcolatori
ELEA. Le prestazioni, le capacità, le no¬
vità stilistiche e funzionali introdotte per
la prima volta al mondo dalla tecnologia
"made in Italy", nonostante la nostra
inesperienza.
La descrizione sarà sostanzialmente
basata sull'analisi dei due modelli
dell'ELEA 9003 commercializzati nel
1959 e nel '60, e sull'ELEA 6001 intro¬
dotto sul mercato nel 1961, ma non
mancheranno dettagli sui prototipi IV e
IT meglio conosciuti come 9001 e 9002.
Al prossimo mese dunque.
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
175
r Informatica
, e Società
di Manlio Cammarata
Un notebook a ogni parlamentare e le nuove leggi sul Web
On-line le nuove leggi
il Palazzo scopre Internet
La pubblicazione su Internet dei testi legislativi approvati dal Parlamento è un
grande passo avanti sulla strada del diritto di accesso alla legge per tutti i
cittadini. Ma non basta: è urgente avviare un progetto per mettere a
disposizione di tutti, in una forma efficace, tutte le norme deN'ordinamento.
on è il caso di lasciarsi travolgere dall'en¬
tusiasmo e abbandonarsi a manifestazioni
di giubilo, perché l'esperienza insegna che non
sempre le rivoluzioni annunciate cambiano lo sta¬
tus quo (avete presente la legge 241/90?), ma co¬
munque quelle che giungono dal Parlamento sono
senza dubbio novità di grande rilievo.
Ecco la prima a ogni deputato e a ogni senato¬
re è stato consegnato un notebook provvisto di
modem, con già installato tutto quanto serve per
il collegamento a Internet e a diverse banche dati
che possono interessare i nostri legislatori, a parti¬
re da quelle della Camera e del Senato. Ogni ca¬
mera ha attivato un help-desk per assistere gli
onorevoli neo-cibernauti e offre tutta l'assistenza
affinché i diversi miliardi spesi per l'operazione
non vadano buttati al vento (comunque gli appa¬
recchi dovranno essere restituiti alla fine del man¬
dato).
Chi ha criticato l'iniziativa e sbeffeggiato gli ono¬
revoli neofiti del PC non ha capito nulla della so¬
stanza dell'operazione, che potrebbe avere conse¬
guenze positive non indifferenti. La prima è che
con la posta elettronica e la consultazione delle
banche dati a distanza (sono stati attivati appositi
nodi in tutta Italia) l'impegno dei parlamentari di¬
venta molto più efficace e produttivo. La seconda,
di più lungo respiro, è che si diffonderà nel Palaz¬
zo quell'alfabetizzazione tecnologica che fino a og¬
gi è mancata, con le conseguenze che ben cono¬
sciamo in termini di leggi non fatte, o fatte male,
in materia di tecnologie dell'informazione.
E' chiaro che la disponibilità di un personal com¬
puter non trasforma in poche settimane il suo
possessore in un informatico o in un accanito na¬
vigatore di Internet, e che una parte dei notebook
finirà dimenticata in un cassetto o consegnata ai
collaboratori o ai figli. Ma senza dubbio saranno
molti i parlamentari che, magari dopo qualche ten¬
tativo dovuto a semplice curiosità, capiranno l'uti¬
lità dello strumento e finiranno col non poterne
più fare a meno. Si verificherà poi il naturale effet¬
to di emulazione e di contagio quando anche i più
'tecnoscettici' si accorgeranno che gli utenti della
rete risparmiano tempo, sono più informati, pos¬
sono mantenere un più stretto contatto con gli
elettori.
A questo proposito, manca ancora un passo: la
pubblicazione sul Web degli indirizzi e-mail dei de¬
putati e dei senatori (sono già stati assegnati a
tutti) come avviene in quasi tutti i parlamenti del
mondo. Oggi non sono disponibili nemmeno i nu¬
meri di telefono, e questo è grave perché suona
tanto come un avviso 'non parlate al guidatore'...
Come al solito, basta fare un giretto in Rete per
vedere come sono organizzate le istituzioni parla¬
mentari estere, e per questo si può partire proprio
dal sito del Senato KhnoV/www senato it/altroU
Le leggi in Rete
Sotto molti aspetti la seconda novità che viene
dal Palazzo è ancora più importante: la pubblica¬
zione sul sito parlamentare di tutti i testi delle leg¬
gi appena approvate (la URL é htto://www parla¬
mento it/ pgrlgm/leg q i/hgmg.htrn) A P rim a vista
non c'è niente di eclatante: i testi sono presenti
nei sistemi informativi delle due Camere, che ci
vuole a metterli on-line?
Invece si tratta di un evento molto significativo,
per diversi motivi. Il primo è che per la prima volta
si verifica un'effettiva collaborazione tra le due
strutture informatiche, che fanno convergere i da-
176
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Informatica e Società
-
li di cui dispongono in un data base comune. Si
deve tener presente che ogni ramo del Parlamen¬
to ha un proprio sistema informativo e che. nono¬
stante siano due mainframe della stessa famiglia,
l'interoperabilità è limitata: formati di testi diversi,
procedure diverse e forse qualche rivalità... di
campanile avevano finora impedito una collabora¬
zione efficace. Prima dei problemi tecnici è stato
necessario risolvere quelli della diplomazia inter¬
na, e gli sforzi dei due vice-segretari generali (Car¬
lo Pinzam per il Senato e Fortunato Cocco per la
Camera) hanno spianato la strada agli accordi tra i
responsabili dei sistemi, che hanno messo a pun¬
to le procedure per il flusso dei documenti nel
server collegato a Internet.
Il secondo motivo dell'importanza dell'iniziativa
è il superamento di una questione di principio il
testo approvato in via definitiva dall'una o dall'altra
camera non è il testo ufficiale della legge. Prima
della pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale può su¬
bire piccole modifiche formali (per le quali sono
Falomi: un p rog resso enorme
Ecco alcune significative affermazioni di un senatore già esperto di Internet, Antonio Falomi, rese nell'intervista ri¬
lasciata a InterLex e visibile nel testo completo alla pagina I
ii«»»/f.TZ»viniiw<»3t't*iiìT/:w-t:m*?iPiwiìTiiiiriì
La pagina di apertura
del data base delle leg¬
gi nel sito del Parla¬
mento oltre diverse
possibilità di ricerca
Quello che è accaduto nell'arco di pochissimo tem¬
po è effettivamente rivoluzionario, perché siamo pas¬
sati dalla valanga cartacea della documentazione che i
senatori ricevono ogni giorno alla possibilità di utilizza¬
re il suppono elettronico come strumento normale del¬
la comunicazione. Devo dire che il progresso è stato
enorme, soprattutto in questi ultimi tempi Nella pas¬
sata legislatura ero stato tra quei pochi senatori che
avevano chiesto l'accesso alle banche dati della Came¬
ra e del Senato e con qualche rapido corso avevo im¬
parato a usare questi strumenti. Però i linguaggi di in¬
terrogazione, l'uso delle banche dati tradizionali sono
molto complicati. È chiaro che, lavorandoci, alla fine si
impara e si acquistano delle potenzialità enormi, per¬
che per il lavoro di un senatore l'accesso a tutte le
informazioni collegate con la banca dati del Senato è
una cosa utilissima. Il passaggio a Internet segna quel¬
la che si potrebbe chiamare la volgarizzazione del lin¬
guaggio. che vuol dire un accesso molto piu tacile È
un passo molto importante, adesso che è completato
anche da questa distribuzione dei PC portatili a tutti i
senatori. Naturalmente c'è da superare un problema di
alfabetizzazione informatica.
.. sto osservando che l'aver ncevuto il computer ha
accresciuto la spinta a imparare. Adesso tanti miei col¬
leghi mi chiedono di insegnar loro come si fa C'è un
corso che viene fatto in questi giorni, e penso che alla
fine la percentuale sarà abbastanza alta, perché quan¬
do si vedono le potenzialità del mezzo, con l'accesso
alle agenzie di stampa e alle banche dati e con la posta
elettronica, scatta l'interesse Quindi l'effetto della di¬
stribuzione del computer è un effetto di moltiplicazio¬
ne Non so quanti poi si arrenderanno di fronte alle dif¬
ficoltà, che per molti ci possono essere, ma secondo
me l'effetto incentivante è forte.
.. credo che rendere al massimo trasparente l'atti¬
vità parlamentare sia una delle condizioni della demo¬
crazia. Conosco tanta gente che segue attraverso In¬
ternet i lavori della Bicamerale. Credo che il fatto che
tutti gli atti della Bicamerale siano stati diffusi su Inter¬
net. dagli emendamenti al resoconto stenografico, sia
una cosa di enorme importanza. In passato avere que¬
sti documenti era una cosa complessa anche per chi
sta a Roma, non ne parliamo per tutti gli altri cittadini
Ripeto, è veramente una strada che va percorsa fino in
fondo, siamo appena agli inizi...
I siti della Camera e del
Senato contengono
tutte le schede perso¬
nali dei parlamentari,
con doversi richiami
ipertestuali Questa è
la scheda del senatore
Falomi
8 oc* RatMd He*** Setrch Gode Ptrt Secc**y
J *Boobnokj /[ Urlile
s
3
ttici cJ&Ucz
FALOMI Antonio: ~ah’. - Collegio 5 F .ma Ttburtmo PreneTlmv Labicariv
Nato il 12 Agosto 1943 a Roma
Residente a Roma
Funnonano PDS
Groppo Sm Pero -tHvc
Betto il 21 Aprile 1996
Proclamato m data 26 Aprile 1996
Membro della
c'mrmssione permanente 'Lavori pub-bba. coir
Membro della T mini-' . oc tvuslanra : croma liotrlcoiir-n
- - zi
Ut ht!p/A«icome senato 4/tenalo htm .< _ p.J
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
177
Informatica e Società
Per ogni legge approva¬
la si possono richiama¬
re le versioni dei testi
precedenti nei passag¬
gi tra le due Camere
Back Fwvwid
Beload Home Seuch Giade Pire SeciaCy
2
i^'Bootaiiki
Jfl Netnte [http /Accorre lenato </peilam/te(»/eWenum Nm
3
J*arlam&nto 'zJiolicmo
XIII Legislatura: indice cronologico delle leggi approvate faji- . delle leva
Perioda di
promulgatone:
1996
Apr
Mas.
Qui
'L'alt
Ago
Sci
Ili"
Hov
È!£
1997
.'ùen
Mai
: A|>L
M«
Giu
Lue
Ago
Sei
1- 249 9'
Ugge ri. 251 del 28 Luglio 1997, O.U. n. 178 del 1
Agosto 1997.
NulMn del piogeni di legge nelrdei pulimentare
Smalc il?? iQmuiXÌ!
Umazione dell* Autorità’ por lo garanzie nello
romunirazioni o nonno sul sistema radiotelevisivo
Legge n. 249 del 31 Luglio 1997. O.U. n. 177del 31
Luglio 1997 (Supplemento ordinano).
Numen dei piogettl di legge nelTltei pulunenlue
Senno lini lAnoibe »9 .701 ■ 1130 W Carnei 1 37}}/Sellilo
1021 B
il
Oocument Don»
-S-> £
previste particolari procedure), che possono ren¬
dere il testo finale leggermente diverso da quello
approvato. Quindi i testi disponibili separatamente
nei due sistemi, a seconda del ramo che ha
espresso l'approvazione definitiva, non sono di
fatto utilizzabili per la pubblicazione formale della
legge con strumenti telematici Infatti nella pagina
di apertura del data base si legge che "la pubblica¬
zione dei testi non ha carattere di ufficialità'. Tut¬
tavia il fatto che sia stata presa la decisione di ren¬
derli comunque disponibili in rete indica un'evolu¬
zione non trascurabile: da un'impostazione forma¬
listica (il testo non è quello ufficiale e quindi non
possiamo pubblicarlo) si è
passati a una visione "di ser¬
vizio': la legge interessa la
collettività, la sostanza e
quella della versione ufficiale,
quindi la pubblichiamo E non
è tutto.
C'è un terzo motivo di inte¬
resse: quello pubblicato non
è solo il testo approvato della
legge, ma un embrione di
ipertesto che comprende an¬
che le diverse versioni prece¬
denti, dalla presentazione del
progetto ai passaggi da una
Camera all'altra. Con un po'
di pazienza (anzi, con molta
pazienza e, per ora, solo per
quanto riguarda il Senato) si
può ricostruire tutto l'iter e
leggere anche i resoconti del¬
le sedute in cui la legge è
stata discussa, in aula o in commissione. Ho scrit¬
to 'embrione' di ipertesto, perché per ora le possi¬
bilità di ricerca sono limitate: si può passare da te¬
sto finale ai disegni di legge e viceversa, mentre
non è facile trovare in tempi ragionevoli i resocon¬
ti delle sedute in cui sono stati discussi, se non se
ne conosce la data (invece dai resoconti si posso¬
no raggiungere i testi) Manca ancora un motore
di ricerca, elemento essenziale in un sito con tan¬
te informazioni, e i tecnici sono al lavoro per rea¬
lizzarlo. Non è un compito facile, perché è neces¬
sario trattare contemporaneamente procedure e
formati diversi, ma probabilmente non è lontano il
Brugaieitaul d i ritto airinformazione
I I diritto di accesso dei cittadini alla legge anche con stru¬
menti telematici ha precisi fondamenti giuridici Lo afferma anche
Francesco Brugaletta, magistrato del TAR di Catania, in diversi
scritti e in particolare nella relazione al Forum multimediale 'La so¬
cietà dell'informazione' Ecco alcuni passaggi (il testo completo è
alla pagina |^Z^^BEES5EÉiSÌSÌBZBBiiBl£Bml un pre¬
cedente scritto sullo stesso tema è alla pagina http://www.inter-
... all’affermazione del Diritto all’informazione fin questa riflessio¬
ne visto solo nell’accezione di ’diritto ad essere informati') non può
non corrispondere a carico del Potere Pubblico un inevitabile dove¬
re d'informazione Icd 'dissemmation' o disseminazione), vale a dire
una politica attiva da parte dei pubblici poteri per favorire la cono¬
scenza degli atti e documenti ed in genere dei dati in loro possesso
da parte dei cittadini, in altre parole il dovere Icreativo) di predispor¬
re tutte le misure idonee perché cittadini e organizzazioni sociali
possano essere informati e quindi possano consapevolmente eser¬
citare la loro volta) il diritto-dovere di partecipazione alla vita politica
e sociale.
È difficile oggi negare l’esistenza di un dovere pubblico di tal ge¬
nere in grado lanche) di consentire gratuitamente a tutti i cittadini la
possibilità di conoscere leggi, sentenze e atti governativi attraverso i
nuovi strumenti informatici e telematici. La telematica, infatti, può
rendere le norme giuridiche e gli atti di interesse pubblico Isentenze,
atti amministrativi) facilmente conoscibili e reperibili da parte di tutti i
componenti la collettività. Può fare in modo, inoltre, che tale cono¬
scenza si realizzi in tempo reale rispetto al momento della adozione
e che si verifichi un facile 'feed back' Icd. interattività) con la colletti¬
vità amministrata. E attraverso l'uso della rete Internet ciò può av¬
venire da subito e con spese irrisorie (cosi come peraltro viene rea¬
lizzato negli USA, non a torto paese guida per queste cose) Proprio
in questo modo si può riempire di contenuto Ialmeno per una parte)
il Diritto all’informazione la cui base normativa è, nei confronti degli
atti amministrativi, certamente la legge n, 241 del 7 agosto 1990 ma
che si ricava agevolmente lanche per gli atti legislativi, giurisdizionali
e politici) dalla Costituzione (in particolar modo fan. 21, ma anche al¬
tri) e dalla democraticità dell'intero sistema.
Val la pena di ricordare, inoltre, che il Diritto all'informazione I è
strettamente collegato con il principio della trasparenza del potere
(pubblico e privato); 2. è parte vitale di qualunque sistema di parteci¬
pazione democratica; 3. non ha valenza meramente egoistica e ser¬
ve a 'realizzare la circolazione delle conoscenze atte a garantire deci¬
sioni il più possibile razionali, libere e non manipolate' L 'assunto
fondamentale è, in parole semplici, che un cittadino informato (oggi
si potrebbe dire informatizzato e telematizzato) è essenziale per la
creazione di un sano processo decisionale democratico e che più un
cittadino sa delle autorità che lo governano e meglio sarà governato
178
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
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-ui una vtaualx/altona Olimaia I> ornalo ano a rnalanOiia un rvonoot c Aa aijppud* '-ama a una ntoAtlona TOAOWO coaan
Ecco come dovrebbe
essere ira poco tem¬
po la home page del
Senato. Tutto il siste¬
ma è in fase di amplia¬
mento
momento in cui il sito del Parlamento italiano sarà
all’altezza di quelli di molti altri paesi e consentirà
un reale dialogo con i cittadini.
Il quarto e più importante motivo di soddisfazio¬
ne è che con questa iniziativa, anche se non anco¬
ra completa, è iniziata una specie di "rivoluzione
culturale". Con la pubblicazione su Internet dei te¬
sti di legge approvati è stato di fatto accettato il
principio che i cittadini hanno il diritto di conosce¬
re le norme, con tutti i mezzi disponibili e soprat¬
tutto con quelli di uso più comune, come oggi
possiamo dire di Internet.
Qualcuno prova ancora a obiettare che in Italia
gli utenti della Rete sono una minoranza. Prima di
tutto si tratta di una minoranza molto consistente,
se è vero che il numero degli abbonati ha larga¬
mente superato il milione ed è in velocissima cre¬
scita. Poi è anche vero che per ogni abbonato ci
sono di fatto più utenti effettivi, come per ogni co¬
pia di giornale ci sono più lettori. Si deve conside¬
rare anche che sono molte le strutture pubbliche
e private che offrono l’accesso a Internet a utenti
occasionali. Si può quindi valutare ormai in diversi
milioni il numero di potenziali (anche se forse non
tutti entusiasti...) lettori delle leggi pubblicate sulla
Rete. Qual è la tiratura giornaliera della Gazzetta
ufficiale?
Aspettando l'ipertesto
Se con la pubblicazione su Internet dei testi del¬
le leggi approvate si compie un notevole passo
avanti verso quella trasparenza dell’azione legisla¬
tiva che è una componente essenziale della "de¬
mocrazia elettronica", sembra ancora lontana la
messa a disposizione di tutti i cittadini dell'intero
sistema normativo della Repubblica. Ne ho parlato
molte volte in queste pagine e continuerò a insi¬
stere fino a quando sarà necessario.
I termini della questione sono noti e li riassumo
in breve: la produzione normativa è enorme: oltre
al Parlamento e al Governo ci sono le amministra¬
zioni centrali e locali (e non trascuriamo l'Unione
europea) che emanano in continuazione norme di
ogni genere; la conoscibilità di questi testi è limi¬
tata dalla difficoltà non solo di ottenere una copia
della Gazzetta ufficiale, ma soprattutto di indivi¬
duare in quale numero un provvedimento sia sta¬
to pubblicato. Non ci sono indici analitici, manca
un repertorio generale delle leggi in vigore e nes¬
suno sa dire con precisione quante siano. Le valu¬
tazioni oscillano tra le cento e le duecentomila,
una quantità pazzesca, mgestibile
Ha ragione Renato Borruso, direttore del Centro
elettronico di documentazione della Corte di Cas¬
sazione, quando dice che anche se si mettessero
gli archivi a disposizione del pubblico, nessuno sa¬
prebbe come trovare le disposizioni che gli inte¬
ressano (vedi l'intervista pubblicata sul numero
173, maggio '97, di MCmicrocomputer). Il fatto è
che gli archivi della Cassazione, del Poligrafico e
delle Camere sono pensati per gli specialisti, han¬
no sistemi di interrogazione che risalgono al perio¬
do giurassico dell'informatica e, soprattutto, ri¬
chiedono pesantissimi pedaggi di accesso.
Per superare questa situazione e far entrare nel¬
la società dell'informazione anche il nostro ordina¬
mento giuridico è necessario lavorare su due fron¬
ti. Il primo è quello dell'adeguamento degli archivi
alle nuove tecnologie, mantenendo gli elementi
positivi esistenti (il thesaurus e la ricerca per lem¬
mi della Cassazione, per esempio, o il sistema di
classificazione TESEO del Senato). Con questa
operazione si potrebbe costituire l'ipertesto gene¬
rale dell’ordinamento, che consentirebbe anche di
capire quali norme sono in vigore e quali no, e
quindi di sfoltire non poco tutto l'insieme. Un la¬
voro enorme, ma non impossibile con un uso cor¬
retto delle tecnologie, da realizzare però affidan¬
dosi più all'intelligenza umana che a sue improba¬
bili imitazioni digitali.
Il secondo fronte è ancora più difficile. Si tratta
di cambiare il modo di operare del legislatore. La
legge - e qui ha ancora ragione Borruso - deve es¬
sere formulata come un algoritmo. Non in senso
tecnico, ma in senso logico ogni passaggio deve
avere una sua ragione sia all'interno del testo, sia
in relazione all’ordinamento nel suo insieme. Di
fatto ogni singolo comma, ogni periodo di un te¬
sto normativo, ha uno o più riferimenti nell'ordina¬
mento: norme costituzionali, leggi di portata gene¬
rale, leggi precedenti sulla stessa materia, norma¬
tiva comunitaria e via discorrendo. Ognuno di que¬
sti legami dovrebbe essere indicato espressa-
mente nei lavori preparatori. In particolare il legi¬
slatore dovrebbe ricercare tutte le norme prece¬
denti che si riferiscono allo stesso campo, e ren¬
dere esplicite tutte le eventuali abrogazioni. Nello
stesso modo ogni volta che un testo viene modifi¬
cato da norme successive, dovrebbe essere ri¬
pubblicato integralmente nella nuova stesura. Si
eviterebbero cosi labirinti normativi come questo,
tratto dalla legge di riforma delle telecomunicazio¬
ni (della quale si parla nelle pagine che seguono)
ai sensi di quanto previsto dal comma 1 dell'arti-
colo 9 della legge 6 agosto 1990, n. 223, come
180
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Informatica e Società
sostituito dall'articolo 11-bis del decreto-legge 27
agosto 1993, n. 323, convertito, con modificazio¬
ni. dalla legge 27 ottobre 1993. n, 422. e. da ulti¬
mo. dall'articolo 1. comma IO. del decreto-legge
23 ottobre 1996, n, 545. convertito, con modifica¬
zioni, dalla legge 23 dicembre 1996, n. 650. .
In questo modo sarebbe anche facile scoprire
ed evitare le norme 'clandestine', imbarcate sulla
rotta di una legge qualsiasi, di solito per farle arri¬
vare in porto prima del tempo o senza che nessu¬
no se ne accorga. Un altro esempio di questo tipo
è nella legge 249/97: l'articolo 1 istituisce l'Auto¬
rità per le garanzie nelle telecomunicazioni e ne
descrive le funzioni, in ben 32 commi, 3 sotto¬
commi e 44 sotto-sotto-commi. Ma il comma 2
cambia il nome del Ministero, il comma 8 detta
norme per i bilanci delle aziende destinatarie di
concessioni e di autorizzazioni, il 24 istituisce un
forum per le comunicazioni presso il Ministero,
mentre i commi dal 29 al 32 prevedono sanzioni
per i soggetti che forniscono all'autorità dati falsi
o non obbediscono alle sue prescrizioni. Se si fa¬
cesse una flow-chart del testo ci si accorgerebbe
che si tratta di passaggi estranei al flusso delle
informazioni contenute nell'articolo e che dovreb¬
bero quindi essere compresi in articoli diversi, se
non addirittura in altre leggi.
E cosi torniamo al punto di partenza: la "rivolu¬
zione informatica' delle nostre assemblee parla¬
mentari, con la distribuzione a tutti i componenti
dei PC pronti per l'accesso alle banche dati, mette
ogni deputato e ogni senatore di buona volontà in
condizione di verificare facilmente almeno i riferi¬
menti normativi esistenti per ogni provvedimento
in discussione. E magari di ripassare il testo con
un correttore ortografico e di verificare l'uso di
termini impropri o non comuni e sostituirli con
espressioni corrette e comprensibili.
A questo punto la pubblicazione della legge in
formato ipertestuale, con i link a tutte le norme ri¬
chiamate (nel testo vigente), diventerebbe un'o¬
perazione pressoché immediata. E consentirebbe
di verificare in un attimo come la pubblicazione
delle leggi in formato digitale sia molto, molto più
efficace di quella su carta...
Un’ultima, ma non per questo meno importan¬
te, considerazione riguarda la trasparenza dell'a¬
zione legislativa che queste innovazioni rendono
possibile: se si dà ai cittadini la possibilità di segui¬
re passo per passo la formazione dei provvedi¬
menti, diventano più difficili le azioni non sempre
trasparenti che in molti casi portano alla produzio¬
ne di norme confuse e contraddittorie: un comma
aggiunto qui per far contenta questa lobby, un al¬
tro aggiunto là per far contenta quest'altra, e la
legge è fatta. Male. WS
Borruso: le g rida sono tante...
—• d ecco l'opinione del direttore del Centro di do¬
cumentazione elettronica della Corte Suprema di Cas¬
sazione, il magistrato Renato Borruso. Sono due rispo¬
ste tratte dall'intervista pubblicata sul n. 173 di MCmi-
crocomputer.
In Italia c'è questo vezzo, antidemocratico nella ma¬
niera più assoluta, e ipocrita, di ritenere di mettere in
grado il cittadino di conoscere i suoi diritti e i suoi doveri
solo indicandogli gli estremi della legge da applicare
Occorre sottolineare che trovare una legge, al di fuori
dei mezzi informatici, è veramente difficile Ho fatto un
esperimento, al corso di informatica giuridica della
Luiss: ho provato a chiedere loro di procurarsi una certa
legge che era uscita da appena due mesi. E' stato diffi¬
cilissimo per loro procurarsela, perché in realtà è diffici¬
le reperire, anche in una grande città come Roma, le
Gazzette Ufficiali del passato. Non si è ancora posto il
problema sul piano politico della facile reperibilità delle
leggi, lo però penso che. con l’affinamento della sensi¬
bilità. questo problema si porrà, e cioè si riterrà compito
dello Stato quello di portare le leggi all'effettiva cono¬
scenza dei cittadini. Dire 'ignoranza legis non excusat'
è un aforisma crudele, ipocrita, che ormai urta contro la
sensibilità che fortunatamente noi abbiamo acquisito.
Ne è prova la sentenza della Corte costituzionale n. 364
del 1988. che apri una breccia al riguardo proprio nel di¬
ritto penale. Riconobbe l'esistenza di casi in cui non
può non riconoscersi l'estrema difficoltà di conoscere la
legge e di interpretarla correttamente. Il principio è inte¬
ressante, anche perché apre una sene di problemi sul
rapporto tra cittadino e legislatore. Si scnvono le leggi in
maniera sempre più oscura, sempre più orientata agli
addetti ai lavori, e in questo modo si escludono sempre
più dalla conoscibilità della legge larghissime masse di
cittadini..
Non credo che Internet sia una parola magica grazie
alla quale risolvere tutti i problemi. Il CEO della Corte di
Cassazione, a giorni, sarà accessibile su Internet, però
rimane sempre il fatto che. per entrare nelle banche da¬
ti del CEO, bisogna dare il codice di utenza II problema
è delicato, perche si dovrebbe anche stabilire la gratuità
assoluta della ricerca Ma - perché non dirlo? - la gra¬
tuità sarebbe un siluro contro l'editoria giuridica privata.
E’ noto che il grosso dei guadagni dell'editoria giuridica
privata non è dato dai libri di alto valore scientifico, ma
dalle pubblicazioni di immediata informazione. In tutti i
paesi del mondo e cosi, che io sappia. Ciò non vuol dire
che io non mi auguri un attenuazione delle tariffe prati¬
cate dal CED e un aumento dei soggetti ammessi a
fruire gratuitamente dei suoi servizi. Ma, anche ad am¬
mettere che il servizio sia gratuito, rimane il fatto che
sia accessibile a chi ha una conoscenza approfondita
del dintto. lo vorrei tanto essere capace di inventare un
sistema così semplice da poter essere accessibile an¬
che all'uomo della strada Questo dovrebbe essere il
traguardo, però, almeno per il momento, ne siamo mol¬
to lontani, per tutte le ragioni che ho detto. Il paradosso
della nostra società è che per capire la legge bisogna
andare all'università Non dimentichiamo il monito del
dottor Azzeccagarbugli nei Promessi Sposi: 'Le grida
sono tante, a saperle ben maneggiare siamo tutti inno¬
centi e tutti colpevoli'.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
181
Informatica e Società
Varata la prima "legge Maccanico 11
Manca l'informazione
nella legge sull'Autorità
Alla fine di luglio il Parlamento ha approvato la prima parte della riforma delle
telecomunicazioni, istituendo l'Autorità per le garanzie e stabilendo le norme
per le infrastrutture liberalizzate. Ma non ha risolto molti dubbi che riguardano
la convergenza multimediale e l'informazione in rete.
di Manlio Cammarata
Si intitola "Istituzione dell'Autorità per le garan¬
zie nelle comunicazioni e norme sul sistema delle
comunicazioni e radiotelevisivo" la legge n. 249
del 31 luglio scorso, che costituisce la prima parte
del progetto di riforma presentato dal ministro
Maccanico un anno prima (il secondo disegno di
legge giace al Senato con il numero 1138).
Due provvedimenti per la stessa materia e un
anno di discussioni solo per approvare il primo
rendono l'idea della difficoltà di tracciare una nor¬
mativa organica per il settore più importante per
la società del futuro prossimo, e anche del pre¬
sente, perché ormai nessuno dubita più del fatto
che nella società dell'informazione siamo già en¬
trati in pieno.
Nella situazione politica italiana sarebbe stato da
ingenui aspettarsi un progetto di grande respiro,
proiettato al futuro, in linea - seppure in ritardo -
con quelli già in atto in molti paesi industrializzati. Il
testo risente degli sforzi fatti per conciliare interes¬
si di parte consolidati e ben protetti con il più forte
interesse generale di uno sviluppo coordinato ed
efficace del sistema delle telecomunicazioni, del
quale la televisione costituisce una parte destinata
ad avere sempre minore rilevanza, fino alla definiti¬
va convergenza con gli altri media digitali. Il princi¬
pale difetto della nuova legge è proprio quello di
mettere una serie di "pezze" sulla situazione attua¬
le (peraltro indispensabili e urgenti) e di non porre
basi chiare per gli sviluppi futuri Ancora una volta
siamo di fronte a un testo complesso e di non faci¬
le interpretazione, che rimanda a provvedimenti ul¬
teriori per completare la disciplina del sistema.
Vediamolo negli aspetti che ci interessano di
più, contenuti in particolare nell'articolo 1 (il testo
completo è su InterLex alla pagina http://www.m-
ISllg.xxoni/.tg. gt /| 249 . 97.htm ).
L'Autorità tuttofare
L'articolo 1 della legge istituisce quella che vie¬
ne definita “Autorità per le garanzie nelle comuni¬
cazioni" articolo omnibus per un organismo omni¬
bus, perché il testo contiene anche disposizioni
che non riguardano l'Autorità e questa si occupa
di molte altre cose oltre alle garanzie. Fra l'altro, il
comma 2 cambia il nome del ministero compe¬
tente, che non si chiama più Ministero delle poste
e telecomunicazioni ma "Ministero delle comuni¬
cazioni": forse le poste sono state cancellate per
una forma di pudore, visto il livello vergognoso dei
servizi che forniscono,.
Ma parliamo della nascente Autorità, i cui otto
membri devono essere eletti dal Parlamento,
mentre il presidente è di scelta governativa, an¬
nullando sul nascere II concetto stesso di "autorità
indipendente" che dovrebbe essere la prima qua¬
lità di un organismo di questa natura, Sono organi
dell'Autorità il presidente, la commissione per le
infrastrutture e le reti, la commissione per i servizi
e i prodotti e il consiglio Ciascuna commissione è
organo collegiale costituito dal presidente dell Au¬
torità e da quattro commissari. Il consiglio è costi¬
tuito dal presidente e da tutti i commissari, recita
il terzo comma ponendo le basi per il funziona¬
mento dell'organismo. Ciascun organo ha una lun¬
ga lista di compiti da svolgere.
La commissione per le infrastrutture e le reti
deve occuparsi prima di tutto del piano nazionale
di ripartizione delle frequenze e delle relative as¬
segnazioni, delle misure di sicurezza, degli stan¬
dard per i decodificatori e deve curare la tenuta
del registro degli operatori, del quale parliamo piu
avanti. Inoltre definisce i criteri e le tariffe per l'in¬
terconnessione e l'accesso alle infrastrutture e re-
182
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Informatica e Società
gola le relazioni tra i gestori delle stesse e gli uti¬
lizzatori, dirimendo eventuali controversie e inter¬
venendo nei casi di interruzione dei servizi. Parti¬
colarmente importante è il compito di definire gli
ambiti del "servizio universale" e i criteri di riparti¬
zione del suo costo (su questo argomento stanno
per arrivare le indicazioni dell'Unione europea). In¬
fine promuove l'interconnessione dei nostri siste¬
mi con quelli di altri paesi, determina i criteri per la
definizione dei piani di numerazione, interviene
nelle controversie tra "l'ente gestore" dei servizi di
telecomunicazioni (ma non ci dovrebbero essere
piu gestori?) e vigila sul rispetto dei tetti massimi
di onde elettromagnetiche compatibili con la salu¬
te umana.
La commissione per i servizi e i prodotti si
occupa dei contenuti E quindi in primo luogo
emana direttive concernenti i livelli generali di
qualità dei servizi e per l'adozione, da parte di
ciascun gestore, di una carta del servizio recante
l'indicazione di standard minimi per ogni compar¬
to di attività e inoltre vigila sulle modalità di distri¬
buzione dei servizi e dei prodotti, inclusa la pub¬
blicità in qualunque forma diffusa, fatte salve le
competenze attribuite dalla legge a diverse auto¬
rità, e può emanare regolamenti, nel rispetto del¬
le norme dell'Unione europea, per la disciplina
delle relazioni tra gestori di reti fisse e mobili e
operatori che svolgono attività di rivendita di ser¬
vizi di telecomunicazioni.
Il cablaggio in tibia ot¬
tica delle città va aven¬
ti sema sosta
Errata Corrige
Pubblica Amministrazione
Software per la semplificazione delle comunicazioni scritte
della pubblica amministrazione
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I collaborazione
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Dipartimento della Funzione Pubblica
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progettata per l'impiego durante la
stesura e correzione di documenti
che devono rispettare le indicazioni
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nelle comunicazioni scritte della
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Informatica e Società
Multimediali là: sono
ormai molli i giornali e
le riviste che olirono
un'edizione su Inter¬
net, ma la legge
249/97 separa l’edito¬
ria elettronica da quel¬
la tradizionale.
Poi si occupa del rispetto del diritto d'autore, di
pubblicità e di televendite, anche per quanto ri¬
guarda le acquisizioni di informazioni dall'utente
(sovrapponendosi con questo al Garante per la
tutela dei dati personali).
Poi un punto (il sesto) da leggere con attenzio¬
ne: verifica il rispetto nel settore radiotelevisivo
delle norme in materia di tutela dei minori anche
tenendo conto dei codici di autoregolamentazio¬
ne relativi al rapporto tra televisione e minori e
degli indirizzi della Commissione parlamentare
per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi ra¬
diotelevisivi.
E Internet? Qualcuno potrebbe rallegrarsi del
fatto che il legislatore si sia dimenticato del pro¬
blema dei contenuti critici della Rete e delle posi¬
zioni europee in materia di contenuti critici ('ille¬
gali e nocivi", secondo la definizione comunitaria),
ma c'è da sperare che si tratti solo di una dimen¬
ticanza e non della riserva di una futura e più re¬
strittiva disciplina.
Dopo aver assegnato alla commissione anche
la vigilanza sul rispetto della tutela delle minoran¬
ze linguistiche, la legge le attribuisce anche il
compito di verificare il rispetto nel settore radio¬
televisivo delle norme in materia di diritto di retti¬
fica. Anche qui la precisazione 'nel settore radio-
televisivo" esclude che la commissione per i ser¬
vizi e i prodotti si debba occupare dell'informazio¬
ne telematica e si ignora il fatto che il confine tra
televisione e altre forme di informazione e comu¬
nicazione è sempre più labile: tanto per fare un
esempio: se in un prodotto di informazione multi¬
mediale diffuso via Internet ci sono notizie ine¬
satte o errate che danneggiano qualcuno, non
valgono le norme sul diritto di rettifica? E se val¬
gono. a chi compete di verificarne il rispetto?
Dov'è la multimedialità?
Andiamo avanti La commissione garantisce
l'applicazione delle norme in materia di informa¬
zione e propaganda politica, propone al Ministero
delle comunicazioni lo schema della convenzione
annessa alla concessione del servizio pubblico ra¬
diotelevisivo e verifica l’attuazione degli obblighi
previsti nella suddetta convenzione e in tutte le
altre che vengono stipulate tra concessionaria del
sen/izio pubblico e amministrazioni pubbliche (sul¬
la quale deve esprimere un parere obbligatorio la
commissione parlamentare di vigilanza), inoltre,
vigila m ordine all’attuazione delle finalità del pre¬
detto servizio pubblico. E cosi il rischio di conflitti
con la commissione parlamentare è assicurato.
L'elenco prosegue assegnando alla commissione
anche la rilevazione degli indici di ascolto e di dif¬
fusione e la vigilanza sulle rilevazioni compiute da
altri soggetti (che, se imbrogliano, sono puniti ai
sensi dell'articolo 476, primo comma, del codice
penale; ne parliamo nel riquadro) e verifica che la
diffusione dei dati sia conforme al regolamento
che essa stessa dovrà emanare. Per di più la
commissione deve irrogare le sanzioni, prima di
competenza del ministero e del Garante dell'edi¬
toria per l'inosservanza delle disposizioni della
legge 223/90, l'immortale "Mammi". Infine, favori¬
sce l'integrazione delle tecnologie e dell'offerta
dei servizi di comunicazioni: e questo è tutto o
quasi in materia di convergenza multimediale, nel¬
le quasi dodicimila parole che compongono la leg¬
ge.
Veniamo al consiglio che, come abbiamo visto,
è composto dagli otto membri dell'autorità e dal
presidente. Le sue competenze sono di ordine
generale in materia di segnalazioni al Governo
dell'opportunità di interventi legislativi, garantisce
l'applicazione delle norme sull'accesso ai mezzi e
alle infrastrutture, promuove ricerche e studi,
adotta le disposizioni sul rilascio di concessioni,
autorizzazione e licenze, verifica i bilanci delle im¬
prese concessionarie e autorizzate e via discor¬
rendo. Rischia di entrare in conflitto con l'Autorità
anti-trust verificando la sussistenza di posizioni
dominanti ed esprimendo pareri sui provvedimen¬
ti di quest'ultima. Infine assume le competenze
del Garante per la radiodiffusione e l'editoria, che
chiude i battenti.
L'articolo 2 della legge si intitola "Divieto di po¬
sizioni dominanti", ma in buona parte continua
con l'elenco dei compiti dell'Autorità. Da notare il
comma 1, che finalmente parla di comunicazioni
sonore e televisive, anche nelle forme evolutive,
realizzate con qualsiasi mezzo tecnico, della multi¬
medialità, dell'editoria anche elettronica. E' quan¬
to meno curiosa la forma scelta per stabilire le
quote di mercato che possono essere coperte da
singoli soggetti. Invece di prescrivere direttamen¬
te "un singolo operatore non può raccogliere pro¬
venti per una quota superiore al tot per cento", la
legge dice: "Nell'esercizio dei propri poteri l'Auto¬
rità adotta i seguenti criteri" e via con le prescri¬
zioni, il che potrebbe far sorgere qualche proble¬
ma nel momento in cui si dovessero verificare
184
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Informatica e Società
contrasti nell'applicazione delle norme.
L'articolo 3, "Norme sull'emittenza radiotelevisi¬
va" ridefinisce l'assetto di tutto il settore. Lo trala¬
sciamo perché non ci riguarda direttamente e la
stampa d'informazione ne ha parlato in abbon¬
danza.
L'articolo 4, "Reti e servizi di telecomunicazioni"
prepara il mercato liberalizzato delle infrastrutture
e dei servizi. Di fatto, senza abrogarlo né citarlo
espressamente, si sovrappone al famigerato de¬
creto legislativo 103/95, le cui prescrizioni in ma¬
teria di notificazioni e richieste di autorizzazioni si
devono quindi considerare ancora in vigore La
materia sarà di competenza della commissione
per le infrastrutture e le reti e c’è da prevedere
che non mancheranno le polemiche. Per il resto,
come nel successivo articolo 5, "Interconnessio¬
ne, accesso e servizio universale", è fatale il riferi¬
mento alle norme dell'IJnione Europea
I problemi dell'editoria
digitale
Nel testo si parla di televisione, si parla di reti e
solo di sfuggita delle prospettive e dei problemi
della digitai collision, la convergenza digitale che
è il fondamento della cosiddetta "rivoluzione mul¬
timediale", i cui effetti sono già visibili.
Ma non sembra che il legislatore se ne sia ac¬
corto. Già oggi è difficile distinguere l'editoria tra¬
dizionale da quella "elettronica", gli stessi giornali
si pubblicano sulla carta e su Internet e su Inter¬
net passa ormai una quantità di informazione di
gran lunga superiore a quella della carta stampa-
Inqeq neria le g islativa
G
hi continua a criticare il modo in cui è formu¬
lato il testo della legge 675/96 sulla tutela dei dati per¬
sonali. non ha ancora letto quello del Maccanicum pri-
mjm, come qualcuno incomincia a chiamare la
249/97
Solo cinque articoli per una materia di grande com¬
plessità (il 6 e il 7 contengono norme "di servizio"), di¬
visi in una ingovernabile quantità di commi, lettere e
numeri, nei quali si prescrive di tutto, anche su situa¬
zioni che non sono direttamente legate all'istituzione
dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni o alla
riforma del sistema. Infatti nel bel mezzo dell'elenco
dei compiti dell'Autorità si trovano prescrizioni che ri¬
guardano gli operatori, mentre tra le norme che ri¬
guardano le concessioni e quelle che regolano l'in¬
stallazione dei ripetitori sono stati piazzati due commi
sull'installazione delle antenne condominiali e cosi via
Un duro compito si prospetta per chi si proponga di
ricostruire il quadro organico della regolamentazione
del sistema radiotelevisivo la legge 249 non abroga
né la riforma del '75 né la "Mammi" del '90, ma ne ri¬
chiama alcune norme Altre si devono ritenere abro¬
gate implicitamente, perché in contrasto con le nuo-
RAI
«APIO
TELEVISIONE
ITALIANA
]
ente
TrumMicM c«Jev}«tv» • jcr
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Salone del Beni
Artistici e Culturali
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• ... ultin:a uifcmocrc
IlM'ipo»* fiiHr: • oox.TiE-'iriK.
Documtm Don»
■
!
ta. In tutto questo il legislatore tace sull'applica¬
zione - con le necessarie modifiche - della norma-
Un altro esempio di
multimedialità, nelle
pagine weo della tra¬
smissione televisiva
Media_Mente Televi¬
sione e InterneI sono
ancora mezzi diversi,
ma per quanto tempo?
ve, ma molte continuano ad aggirarsi come morti vi¬
venti nella disciplina generale.
La comprensione del testo è poi subordinata alla
consultazione di una grande quantità di altre disposi¬
zioni sono più di novanta i richiami ad altre leggi, de¬
creti e articoli dei codici civile e penale. Tra i quali si
trova un'autentica "perla": i soggetti che. in mala fede,
forniscono dati errati sulle rilevazioni degli ascolti, so¬
no puniti - dice la legge - ai sensi dell'articolo 476. pri¬
mo comma, del codice penale II fatto è che l'articolo
in questione punisce la falsità materiale del pubblico
ufficiale in atti pubblici, e applicare la stessa norma a
un soggetto privato, come sono quelli che rilevano gli
indici di diffusione o di ascolto, viola il pnncipio fonda-
mentale della tassatività della norma penale. Forse il
legislatore voleva dire che si applica la stessa pena,
ma allora avrebbe dovuto usare una formula diversa
o, piu semplicemente, indicare la pena stessa da uno
a sei anni di reclusione. Ma questo avrebbe fatto gri¬
dare allo scandalo e parlare di "pena islamica", cosi ha
scelto il rinvio crittografico Incorrendo in quello che
su un campo di calcio sarebbe un fallo da cartellino
rosso.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
185
Informatica e Società
Uva sulla stampa all'informazione telematica, ma
separa i due aspetti nella confusa formulazione
delle disposizioni sul registro che deve essere
tenuto dalla commissione per le infrastrutture e
le reti (vedi anche gli articoli pubblicati su Inter-
Lex alle pagine innpy/www mteriex com/tid
m c1Q21.htm e nnp://www 'mene*.com/tiu
mc 24 9 , htm),
Istituisce infatti all'art. 1. comma 6. lettera a),
n. 5 il registro degli operatori di comunicazione al
quale si devono iscrivere in virtù della presente
legge i soggetti destinatari di concessione ovve¬
ro di autorizzazione in base alla vigente normati¬
va da parte dell'Autorità o delle amministrazioni
competenti, le imprese concessionarie di pubbli¬
cità da trasmettere mediante impianti radiofonici
o televisivi o da diffondere su giornali quotidiani
Ancora correzioni alla 675/96
InterLex
Il «battito tuia legga 675/96
n secondo decreto legislativo, dopo quello emanato il giorno dopo l'entrata in vigore della legge,
modifica la 675/96 sulla tutela dei dati personali. Il provvedimento, che porta il numero 255 del 28 luglio
1997, contiene rilevanti semplificazioni ed esoneri per quanto riguarda l obbligo di notificare i trattamenti al
Garante e rinvia i termini delie notificazioni stesse In pratica nessuna notificazione deve essere fatta prima
del 1. gennaio 1998.
I cambiamenti sono rilevanti e
appaiono dettati dal buon senso
Di fatto sono esonerati dalla notifi¬
cazione o ammessi alla notificazio¬
ne semplificata i trattamenti che
rientrano nella normale attività di
un soggetto, non riguardano dati
sensibili, sono svolti temporanea¬
mente per finalità limitate e non
prevedono la comunicazione o la
diffusione Resta valida, natural¬
mente. la disciplina della notifica¬
zione ordinaria per i dati trattati a
scopo commerciale
L'unico problema è che in que¬
sto modo il testo della legge è di¬
ventato ancora piu complesso, per¬
ché il numero delle eccezioni supe¬
ra quello dei casi normali, sicché è
necessario fare una specie di som¬
ma algebrica delle disposizioni per
capire chi è obbligato alla notifica¬
zione
Per saperne di più si possono consultare
le numer ose pagine che InterLex de dica
alla legge li/irrn /Awvvt interle\ nomi erre
contengono anche tutte le comunicazioni
dei Garante, i testi legislativi aggiornati e
anche un quadro riassuntivo degli adem¬
pimenti e delle scadenze thttp/Mww in-
terlex com/675/esonen html
Notificazioni, semplificazioni ed esoneri (sintesi)
*907 97
Premessa
Le legge 31 dicembre 1996. n 675 obbbge coloro che eleboreno informenom e corettore pereonele e
dome noi decitone ol Gerente per te proteirone dei deli personal,
Le pubòbctie ommmttreiiorw e , pmel, che srolgono te ennee indicete none pagine seguenti Qfip sono
tenute e tele edempimenlo o possono eSetluerto e seconde dei cesi, m torme semplAcela. purché in
entrambi t cesi si oseenmo M condmom usbeca del decreto legisletrro apprettalo e 36 07 1997
m ogni altro ceso e necci seno utamaie e modulo predisposto deH'LSkio del Gerente, che leolita
ledemp*nento ed » eccompiilo da istruzion* operative
Notificazione del trattamenti
Tran amenti iniziati primi dal 1. gennaio 1996
Tran amenti avoli anche m pane con rauaào d> mezzi elettronici o
comunque automatizzati
Tran ameni, non automatizzati di dati tenuti* lari 24)
Trattamenti non automatizzati di dati "comuni* (onero divera. da qua*
tenuteti o non attinenti a detemwral. provvedimenti pwfrzian)
Dai 1 gennaio
al 31 marzo 1996
Trattamenti edettuat.
■ per ragioni di giustizia. presto uftcì giudiziali CSM a Minuterò di grazia
e gwttiZ'a
* castrano giudiziale servizio carichi pendenti
’ per *naHa d. po*;ia e ddesa dnerte da quatte dei CED del Ch> art mento
di P S e araccordo di Schengen
Dall apnle
al 30 gnigno 19»
(automatizzati e non)
Prima deBVw-io del
trattamento
Oggetto della notificazione
i stesa iteheseszi
• rem la miai* r
C»r.e%e»«»erfa f*«.i
o periodici, le imprese di produzione e distribu¬
zione dei programmi radiofonici e televisivi, non¬
ché le imprese editrici di giornali quotidiani, di
periodici o riviste e le agenzie di stampa di carat¬
tere nazionale, nonché le imprese fornitrici di
servizi telematici e di telecomunicazioni ivi com¬
presa l'editoria elettronica e digitale; nel registro
sono altresi censite le infrastrutture di diffusione
operanti nel territorio nazionale. Ora qualcuno ci
dovrebbe spiegare perché l'editoria elettronica e
digitale (a rigore i telegiornali e i vecchi dischi in
vinile sarebbero editoria elettronica. .), di fatto gli
editori di CD-ROM e di giornali telematici, debba¬
no essere compresi tra le imprese fornitrici di
servizi telematici e di telecomunicazioni, cioè tra
i fornitori di connettività Internet, trasmissione
dati, reti private virtuali e simili, e non tra i pro¬
duttori e distributori
di contenuti.
Sarebbe bastata
un'espressione co¬
me "le imprese edi¬
trici di quotidiani e
periodici, diffusi
con qualsiasi mez¬
zo' per fare una
norma più sempli¬
ce, più chiara e più
efficace, anche nel¬
la prospettiva del¬
l'evoluzione del
settore
Ma, evidente¬
mente. non è nelle
intenzioni del legi¬
slatore tracciare le
linee dello sviluppo
della società del¬
l'informazione in
Italia. Anche consi¬
derando i contenuti
del secondo dise¬
gno di legge e le
modifiche che do¬
vranno subire in
conseguenza della
prima normativa
approvata, siamo
ben lontani da un
progetto organico e
da una visione lun¬
gimirante del setto¬
re economico che,
secondo la defini¬
zione europea, può
determinare più di
altri 'crescita, com¬
petitività. occupa¬
zione'.
<4i ieri Iran<4*. li*' Zj
186
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
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Internet: ummi.tally.lt
Parola di lucky
Informatica e Società
À
Vicino airapprovazione il regolamento attuativo
Firma digitale, sicurezza
e requisiti del certificatore
Il Governo ha approvato, con alcune modifiche, lo schema di regolamento
predisposto dall'AlPA sul documento e la firma digitale. Si aspettano i pareri del
Consiglio di Stato e delle Commissioni parlamentari, ma un passaggio fa
discutere: la forma societaria e il capitale richiesti ai certificatori privati.
di Manlio Cammarata
Il 5 agosto scorso il Consiglio dei Ministri ha ap¬
provato il regolamento attuativo del secondo com¬
ma dell'articolo 15 della prima "legge Bassanini", la
n. 59 del 15 marzo scorso, e lo ha inviato al Consi¬
glio di Stato e alle competenti commissioni parla¬
mentari per il prescritto parere. Il testo apporta al¬
cune modifiche non sostanziali al secondo schema
preparato dall'Autorità per l'informatica nella pubbli¬
ca amministrazione, tranne una, sulla quale molti
hanno espresso fondate perplessità.
Per mettere bene a fuoco i termini della questio¬
ne è opportuno riassumere i fatti. Il primo schema
pubblicato dall'AlPA sul suo sito
anno fa presentava molti aspetti positivi. Infatti ac¬
coglieva in pieno l'impostazione dei sistemi di au¬
tenticazione e certificazione in uso su Internet e po¬
neva le basi non solo per un efficace sviluppo delle
attività economiche in rete (in particolare il com¬
mercio elettronico), ma soprattutto per il funziona¬
mento della futura rete unitaria della pubblica am¬
ministrazione e quindi per un effettivo migliora¬
mento dell'attività degli uffici e dei rapporti con i cit¬
tadini. Due punti si prestavano a critiche (vedi MC-
microcomputer nn. 168 e 169): il primo era la pos¬
sibilità del key escrow, cioè dell'affidamento della
chiave pubblica di ogni cittadino a un'autorità, per
rendere possibile, in determinati casi, la decodifica
dei documenti; il secondo l'istituzione di un'impo¬
nente gerarchia di autorità certificatrici. che sovrap¬
poneva un'inutile burocrazia a un meccanismo di
per sé molto semplice.
Burocratese Da alcuni anni i vari Ministri della funzione pubblica ci
- assicurano che sono state avviate azioni serie e defi¬
nitive per abolire il linguaggio "burocratese" e rendere comprensibili le comunica¬
zioni della pubblica amministrazione, anche con l'uso di espressioni di uso co¬
mune al posto di quelle, a volte anche ridicole, tanto care ai burocrati. Con risul¬
tati assai modesti, se si deve giudicare dai fatti. Un aggiunta governativa al testo
dell'AlPA sul documento digitale parla di "dichiarazione asseverata", mentre la
stessa AIPA cosi comunica il proprio ind irizzo: 'via Po. 14, palazzina tergale"
La seconda versione del progetto ( http://www.in-
terlex.com/testi/attielet.htm ). resa pubblica e tra¬
smessa al Governo all'inizio dell'estate, accoglieva
in pieno le critiche avanzate sulla prima. Non solo
escludeva il key escrow, con un riferimento esplici¬
to all'articolo 15 della Costituzione, ma faceva piaz¬
za pulita di tutta la burocrazia prevista all'inizio. Un
testo chiaro, evidentemente formulato da veri
esperti della materia, al quale mancava un solo par¬
ticolare: la definizione dei requisiti degli enti privati
di certificazione Un aspetto forse non essenziale
sul piano tecnico, ma importante per la sicurezza
delle transazioni Perché è vero che la certificazione
consiste nella pubblicazione della chiave pubblica
dell'interessato, e di conseguenza qualsiasi falsifi¬
cazione si smaschera da sé, ma un certificatore in
mala fede può comunque compiere "inghippi" sulle
date o sulle sospensioni della validità della chiave,
rendendo possibili raggiri e truffe
Questa lacuna è stata colmata dal Governo nel
testo inviato al Consiglio di Stato e alle Camere
[hup //www inlerlpx.cQm/ig,sti/9U!gdQC.!llm). md
con quello che potremmo definire un eccesso di
zelo: l'articolo 8, comma 3, prescrive non solo che i
soggetti preposti aH'amministrazione del soggetto
certificatore debbano avere i requisiti di onorabilità
richiesti ai soggetti che svolgono funzioni di ammi¬
nistrazione, direzione e controllo presso le banche,
e che i responsabili tecnici abbiano la competenza
e l'esperienza necessarie per l'attività di certifica¬
zione. ma che i certificatori stessi siano società per
azioni con un capitale sociale non inferiore a quello
necessario per l'autorizzazione dell'attività bancaria:
12,5 miliardi di lire.
In questo modo si toglie la possibilità di svolgere
l'attività di certificazione a quasi tutti gli Internet
provider italiani (i soggetti che per competenza tec¬
nica e strutture possono fare meglio questo lavo¬
ro). senza una ragione accettabile. E' noto che la ci¬
fra necessaria a mettere in piedi un sito Internet ef¬
ficiente è nell'ordine delle centinaia di milioni, non
di miliardi, e che l'onestà e l'affidabilità degli opera¬
tori non sono in relazione al capitale sociale.
E allora, a chi giova questa norma? s®
188
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Informatica e Società
In novembre il secondo convegno del Forum multimediale
L'evoluzione del diritto
nella società deirinformazione
Dalla discussione telematica all'incontro "multimediale", per fare il punto sul
quadro legislativo per il settore delle tecnologie. Le norme di recente
emanazione e quelle in discussione sono adeguate ai prevedibili sviluppi del
mondo della comunicazione e deirinformazione?
di Manlio Cammarata
Sono passati più di due anni dal primo conve¬
gno del Forum multimediale 'La società del¬
l'informazione" e molte cose sono cambiate.
Guardiamoci intorno' i tetti e le terrazze si po¬
polano di antenne paraboliche per ricevere i ca¬
nali televisivi satellitari, per le strade i percorsi
delle trincee scavate e richiuse a tappe forzate
segnano l'avanzata del cavo a fibra ottica verso
le abitazioni e gli uffici. E nelle abitazioni e negli
uffici si diffonde a gran velocità l'uso di Internet.
Si delinea con sempre maggiore evidenza l'as¬
setto socio-economico e politico di quella che
chiamiamo “la società deirinformazione*. Da tre
anni, da quando è incominciato il Forum multi¬
mediale "La società dell'informazione’, cerchia¬
mo di capire come l'ordinamento giuridico possa
adeguarsi alle nuove situazioni sociali, economi¬
che e politiche determinate dalla diffusione delle
tecnologie. Il nostro primo incontro, il 28 giugno
1995, si concluse con un’osservazione desolan¬
te: “la tecnologia avanza, il diritto arranca"
Oggi il quadro normativo è in evoluzione La
riforma dell'informazione radiotelevisiva ha final¬
mente iniziato il suo cammino, sono in arrivo le
norme per il documento informatico, il Parlamen¬
to ha iniziato a diffondere su Internet i testi delle
leggi e ampie notizie sulla sua attività, c'è la nor¬
mativa sulla tutela dei dati personali: quattro in¬
novazioni di importanza fondamentale, delle quali
si devono valutare con molta attenzione i possi¬
bili sviluppi
Già a prima vista si può intuire che gli effetti
della riforma del sistema radiotelevisivo - che
avrà un forte impatto anche sul resto dell'infor¬
mazione - dipenderanno in buona parte dalle poli¬
tiche della nascente Autorità di garanzia, ma il
progetto nel suo insieme non risolve molti dei
problemi aperti nel campo della multimedialità.
Le norme sul documento informatico, da una
parte completano il progetto della rete unitaria
della pubblica amministrazione, che potrebbe
avere un effetto addirittura "miracoloso" sulla
funzionalità degli uffici e sui rapporti con i cittadi¬
ni, e dall'altra aprono interessanti prospettive in
campo economico.
Le informazioni sull'attività parlamentare e i te¬
sti delle nuove leggi diffusi su Internet costitui¬
scono un importante passo avanti verso la "de¬
mocrazia elettronica*. La distribuzione dei perso¬
nal computer ai deputati e ai senatori contribuirà
a diffondere quella conoscenza reale dei proble¬
mi dell'informazione che fino a oggi sembra la
grande assente nelle assemblee parlamentari.
Infine, ma certo non ultima, la legge sulla tute¬
la dei dati personali. Al di là delle inevitabili diffi¬
coltà iniziali, potrebbe dare un contributo molto
importante all'uso corretto delle tecnologie del¬
l'informazione, in particolare con i codici deonto¬
logici dei giornalisti e degli Internet provider e
con la normativa sulla sicurezza dei dati.
La domanda che ora ci poniamo è se tutto
questo sia sufficiente per determinare un quadro
normativo completo e coerente per il settore del¬
l'informazione. Una risposta, non definitiva e per
Un momento del pri¬
mo convegno del Fo¬
rum multimediale 'La
società dell'mlorma-
none' 128 giugno
19951
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
189
Informatica e Società
molti aspetti generica, verrà dai lavori di questo
convegno. Ma le perplessità sono molte.
L'insieme delle due leggi di riforma dell'infor¬
mazione e delle telecomunicazioni, quella già in
vigore e quella ancora in discussione, sembra
orientato più a sistemare l'esistente e a porre le
basi per un sistema televisivo più avanzato, che a
favorire uno sviluppo equilibrato delle "autostrade
dell'informazione".
E ci sono altri punti da discutere, come quello
dell'ormai urgente aggiornamento del decreto le¬
gislativo 518/92 sulla tutela del software e della
legge 547/93 sul crimine informatico.
C’è, importantissimo, anche il problema del
controllo dei contenuti critici di Internet, in bilico
tra le esigenze di libertà e quelle di tutela dei sog¬
getti più sensibili. A questo si aggiunge la difficile
questione della protezione della riservatezza nella
InterLex
SECONDO CONVEGNO DEL FORUM MULTIMEDIALE
LA SOCIETÀ DELL'INFORMAZIONE
LA LEGGE E LA RETE
Seguendo l'esperienza della prima edizione, e anche di molte iniziative che si sono realizzate negli
ultimi tempi, il convegno è già iniziato. Nel Forum multimediale "La società dell'informazione' alla pa¬
gina rlW,//.Yy.VY.VV.IP.lSfISTS.^giriirilgJU^f.Siagtf/.mi sono già pubblicate le prime relazioni Altre segui¬
ranno nelle prossime settimane.
L'incontro, che si svolgerà a Roma intorno alla metà di novembre, sarà un evento multimediale con
largo uso delle tecnologie telematiche. Non saranno svolte relazioni, ma ci sarà una discussione ser¬
rata, con interventi molto brevi (al massimo dieci minuti) sui testi già pubblicati
La partecipazione alla discussione telematica è aperta a tutti: l'unica condizione e che relazioni, in¬
te rventi e comunicazio ni di qualsiasi genere devono essere inviati per e-mail all'indirizzo
lÌQ.'umfeiiiigil£.vr.tìnl
La partecipazione all'incontro - la sede sarà comunica ta al piu presto - e gra tuita su invito Chi è in¬
teressato a intervenire può inviare una e-mail aH'indirizzo imeloorano&mclink iti
Le richieste saranno accolte fino all'esaurimento dei posti disponibili
I programma aggiornato è su InterLex, seguendo il link in prima pagina IKHri //www interiex coTH
e
FORUM MULTIMEDIALE
LA SOCIETÀ' DELL'INFORMAZIONE
Rete. Le soluzioni di questi problemi avranno
conseguenze rilevanti sullo sviluppo e sulla diffu¬
sione delle attività telematiche.
Dobbiamo anche considerare che questi temi
sono collegati a un diritto fondamentale nella "de¬
mocrazia elettronica", il diritto all'informazione,
che la nostra Costituzione non definisce e che
deve comunque essere considerato anche in re¬
lazione a un altro delicato problema, quello del
servizio universale.
Un aspetto particolare del diritto all'informazio¬
ne è l'accesso dei cittadini ai testi delle norme
La pubblicazione delle nuove leggi sul sito del
Parlamento è solo un primo passo: è necessario
che l'intero sistema normativo sia messo a dispo¬
sizione della collettività, con gli strumenti di inter¬
rogazione facilitata offerti dalle tecnologie più re¬
centi. E' un'operazione di dimensioni enormi, le
cui prevedibili difficoltà im¬
porranno di mettere mano
a un riordino dell'intero si¬
stema di produzione e ri¬
cerca dei testi normativi,
con l'uso accorto delle tec¬
nologie dell'informazione
Se osserviamo da una
certa distanza l'insieme di
questi problemi, ci accor¬
giamo che essi sono stret¬
tamente connessi l'uno al¬
l'altro e che la loro soluzio¬
ne deve essere coordinata
E non solo a livello naziona¬
le, perché la globalità delle
reti rende troppo spesso
aggirabili le norme dei sin¬
goli stati. Occorre un con¬
certo internazionale più va¬
sto possibile.
Il risultato di questo con¬
certo potrebbe essere - o
dovrebbe? - l'ordinamento
comune di una parte delle
attività che interessano le
reti: quello che oggi chia¬
miamo "ciberspazio" e che.
dal punto di vista giuridico,
potrebbe essere considera¬
to un territorio particolare o
un "meta-territorio".
C’è molto, molto da di¬
scutere sul tema “la legge
e la rete". «g
I SEMINARI
Si terrà a Roma il 13 e il 14 novembre
prossimi la terza edizione dei seminari del _
Forum, che si svolgeranno con le stesse /
modalità delle precedenti edizioni
Una giornata sarà dedicata alla legge
sulla tutela dei dati personali, con tesarne degli ultimi aggiorna¬
menti della normativa e delle comunicazioni del Garante, con le
norme definitive in materia di notificazioni (che saranno obbligato¬
rie dal 1 gennaio 1998) e di sicurezza
FORUM MULTIMEDIALE
LA SOCIETÀ' DELL'INFORMAZIONE
L’altra giornata sarà dedicata
al regolamento sul documento
informatico e la firma digitale,
con una sene di indicazioni pra¬
tiche e di esercitazioni per il
corretto uso dei programmi di
crittografia
I programmi dettagliati delle
due gi ornate e le modalità di partecipazione so no su InterLex. alla
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richiesi a Melograno Congressi, tei (06/ 8080892 fax (06)
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190
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
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I grafici del TG1 RAI
Tutti i giorni siamo abituati a vedere il telegiornale, ascoltiamo le
notizie, guardiamo i servizi giornalistici e, senza riflettere molto,
apprezziamo la presentazione grafica che con poche, essenziali
forme e colori, ci fa capire meglio l’avvenimento descritto, e ci fa
entrare nel mondo delle immagini costruito con professionalità e
armonia.
di Ida Gerosa
Un mondo da scoprire
Dietro ogni "prodotto giornalistico" c'è
un mondo che non vediamo e non co¬
nosciamo.
Il giornalista firma il testo e sostanzial¬
mente si assume la responsabilità di
tutto il servizio, sia per la parte visiva
che per la parte audio Ma il lavoro fina¬
le è il risultato, spesso imprevedibile,
del contributo apportato singolarmente
dagli specialisti dei vari settori
Dall'operatore che ha fatto le riprese,
al giornalista che ha scritto un testo, al
montatore che ha messo insieme le
cose, al consulente musicale che ha
suggerito i temi per la parte sonora, al
grafico che è intervenuto in vari modi e
a vari livelli.
Ma "nessuno - come dice Enrico Co-
cuccioni, grafico del TG1, ma anche
studioso di arte elettronica - si rende
conto con precisione dei meccanismi
linguistici che arrivano nel prodotto ri¬
sultante ".
Meccanismi linguistici determinanti per
la buona riuscita finale, in parte ideati e
organizzati proprio dai grafici. Ogni te¬
stata giornalistica ha il suo gruppo, a
RAM operano, tra gli altri, Corrado Sen-
zasono, Enrico Cocucciom e Giuseppe
Rogolino.
Veri artisti, non solo grafici.
La pratica giornaliera permette loro un
approfondimento specifico di una
realtà produttiva con il computer e so¬
prattutto una riflessione teorica costan¬
te che li porta a creare un contesto cul¬
turale intorno a quello che fanno.
Sono artisti ed "osservatori" che lavo¬
rano con abilità e passione.
Li ho incontrati nel loro spazio operati¬
vo e sono rimasta affascinata dalla di¬
versa realtà "dietro le quinte".
Stanze piccole e grandi si affacciano su
lunghi corridoi. Dovunque televisori,
sofisticati computer nelle stanze dei
grafici, che operano con sicurezza qua¬
si fossero dei piccoli maghi.
Abbiamo cominciato a parlare e ci sia¬
mo trovati ad argomentare sui diversi
aspetti dello specifico di quest'altro la¬
voro con il computer.
La comunicazione è un servizio, ed è il
loro quotidiano. Per questo mi incurio-
192
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Arte Informatica
nea, naturale, creata poco per volta da
persone come Senzasono, che con co¬
stanza e determinazione proporranno
espressioni "nuove" per alcuni, ma
che già ben rappresentano i tempi.
Sul tramonto del nuovo millennio sem¬
bra che emergano i componenti di una
nuova casta, quella che - e lo dico con
una punta di provocazione - riesce ad
usufruire di mezzi eccellenti per la co¬
municazione.
Quella che riesce ad avvantaggiarsi con
le enormi possibilità di diffusione offer¬
te dall'utilizzo della telematica. Una tec¬
nologia non alla portata di tutti, non fa¬
cilmente accessibile perché costosa, e
soprattutto all'apparenza difficile da
usare.
Sembra perciò, che solo un pìccolo
gruppo sia in grado di gestire tutto que¬
sto. Quindi che abbia un potere in ma¬
no.
In realtà, di frequente, sono persone
che credono nella comunicazione e nel¬
le sue possibilità future. Sono persone
che. quasi con fervore mistico, speri¬
mentano individualmente, con fatica,
circondati da difficoltà. Forse convinti
di poter consegnare a tutti, i risultati
della propria ricerca e della propria
esperienza.
Penso che ogni "grafico" della RAI cre¬
da nella nuova comunicazione e abbia
desiderio di contribuire con la sua per¬
sonale creatività. E forse per questo,
IDA GEROSA
Artista di computer art, è anche fondato¬
re e direttore di "Artnet-Tentra", pagine
per l’arte in Internet.
Indirizzo
ritto ://www.mclinK-iVmclinK/antl
Una nuova
casta
Si. sono d'accordo con lui.
E' probabile che la meta¬
morfosi avverrà gradata-
mente, in maniera sponta-
CORRADO SENZASONO IStudio scenografia elettronica per studio TG 11
ENRICO
COCUCCIONI
ITGII
ti delle ricerche compiute dagli artisti.
La grafica oltre ad essere beninteso
una tecnica, è l'espressione ultima
dell'arte, ultima in guanto viene dopo.
Il mondo della comunicazione e spe¬
cialmente delle telecomunicazioni si è
molto modificato in questi anni. Lo
dobbiamo piu alle "macchine " che alle
idee. Noi "grafici" dobbia¬
mo ancora sedimentare
mezzo secolo di videoar-
te, che fino a poco tempo
fa era totalmente ignorata
anche dagli addetti ai la¬
vori. Sono convinto che
sarà la conoscenza e la di¬
vulgazione delle ricerche
fatte da oscuri tecnici, vi¬
deoartisti, ingegneri che
creerà un nuovo linguag¬
gio grafico della comuni¬
cazione.
sisce molto il
punto di vista
di questi es¬
perti.
Personalmen¬
te credo che
la maniera di
comunicare
sia cambiata,
soprattutto
quando è ri¬
volta ai giova¬
ni. e che sia
cambiata
specialmente
"l'estetica"
dell'informa¬
zione.
Gli articoli
lunghi sono
stati sostituiti da pensieri flash, da ra¬
gionamenti sintetici e impressivi, men¬
tre le immagini sui giornali sono ingran¬
dite fino a diventare preponderanti sul
testo Lo vedo in particolare nei servizi
giornalistici in televisione. E' logico, è
la sede della "visione". Quindi penso
che per la buona riuscita del prodotto
finale l'operatore, il montatore, il grafi¬
co abbiano un'importanza primaria.
Anche se vedo la grafica televisiva an¬
cora vincolata a canoni antichi, pur
nell'evoluzione in atto.
Corrado Senzasono ribatte che
"L'evoluzione dei sistemi che usiamo
per comunicare modificheranno certa¬
mente anche i parametri dell’estetica
nella comunicazione. La grafica non ha
vincoli - può averne fino ad un certo
punto nella ricerca artistica, ma solo co¬
me conseguenza - e si serve dei risulta¬
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
193
Arte Informatica
tutu insieme hanno costituito un'asso¬
ciazione, la VEA, per diffondere i loro
pensieri e il loro lavoro
Chiedo ancora a Corrado Senzasono :
"Con i mezzi che la RAI ti mette a di¬
sposizione ti senti un privilegiato o un
infaticabile ricercatore, qualche volta
anche incompreso ?"
Mi risponde Sono ottimista di natura
Non sono d'accordo quando affermi
che la nuova casta è composta solo da
chi, come noi, ha avuto mezzi cosi raf¬
finati a disposizione.
Credo invece che sono pochi i fortunati
che oggi affrontano con facilità l'effet¬
to incalzante delle nuove tecnologie.
Fra di essi ci sono quelli che allora ave¬
vano intuito come queste macchine
potevano dire qualcosa di nuovo. Per¬
tanto hanno rivolto fin dall'inizio la loro
attenzione nel campo specifico
dell'evoluzione tecnologica della comu¬
nicazione Avevano capito che ci pote¬
va essere una crescita anche nel cam¬
po economico-sociale Di conseguenza
un nuovo lavoro che dallo sfruttamento
di essa poteva nascere.
Questa intuizione l‘abbiamo avuta an¬
che noi Ifondatori della VEA) alla fine
degli anni 80 Fino allora si pensava
ancora di appartenere a una fortunata
casta, come tu dici, di privilegiati.
Però passati t primi anni di "euforia
tecnologica " ci siamo posti un proble¬
ma, cioè se la conoscenza dell'uso del¬
le "macchine" fosse l'unico elemento
necessario per crescere professional¬
mente La risposta ce la siamo data nei
primi anni '90 quando abbiamo speri¬
mentato con il nostro primo corso VEA
che non era sufficiente C'era la ne¬
CORRADO SENZASONO iStudio scenografia elettronica per studio TC V
Iklnlm L*
GIUSEPPE ROGOUNOITGI mattinai
cessità di approfondire alcune materie
di estrazione umanistica
Il nostro primo obiettivo fu quello di da¬
re un contributo alla RAI Pensammo e
proponemmo una nuova figura profes¬
sionale piu adatta ai tempi, che conte¬
nesse m sé le caratteristiche professio¬
nali più adeguate alle tecnologie che
piano piano si andavano imponendo
nelle aziende che facevano comunica¬
zione
E' anche vero che questa spinta deri¬
vava dalla nostra esigenza di trovare
una nuova identità in relazione alle po¬
tenzialità che i nuovi sistemi di produ¬
zione esprimevano.
Confrontandoci con l'esterno, infor¬
mandoci all'estero, partecipando a se¬
minari, convegni, avevamo
capito che qualcosa stava
cambiando, e radicalmen¬
te, nel nostro modo di lavo¬
rare.
Lo stesso fenomeno avve¬
niva nelle post produzioni
esterne alla RAI E' stato il
contatto con quelle realta,
andare a "cercare " umil¬
mente, aprirsi all'esterno,
che ci permise di mettere a
fuoco cosa stavamo diven¬
tando Eravamo maturi per
poterci chiamare professio¬
nalmente “Videodesigner"
In conclusione
Oggi i mondi virtuali sono
ancora conosciuti da pochi
ricercatori, di frequente ar¬
tisti. e la comunicazione, anche quella
m rete, è ancora un'estensione del
pensiero scritto
Ci sono, però, molti segni che dicono
che la maniera di informare, come pure
10 scrivere in Internet, stiano cambian¬
do per diventare un linguaggio nuovo
specifico. Ma soprattutto si percepisce
che l'influenza dell'irreale sul reale è
sempre più sensibile.
Appare evidente, quindi, che anche
l'esistente subirò una radicale ristruttu¬
razione per l'effetto, sempre più perce¬
pibile, dell'azione dei mondi virtuali sul¬
la nostra psiche e sulla condizione ma¬
teriale della nostra esistenza
E, come scrive Enrico Cocucciom sulla
rivista della VEA del luglio 1995, "l'inte¬
ro corso di eventi della stona planetaria
sembra li a testimoniare con persuasi¬
va evidenza alle attonite moltitudini del
nostro tempo che la tecnica può facil¬
mente manipolare in profondità anche
ciò che la coscienza morale o le norme
etiche considerano intoccabile".
Questi artisti che lavorano in un servi¬
zio pubblico a larga diffusione si collo¬
cano, a diritto, in questo periodo di tra¬
sformazione. appartengono alla grande
onda di rinnovamento che contribuisce
ai cambiamenti spirituali, materiali e
soprattutto visivi
Tanti sono ancora gli argomenti toccati
insieme ai nostri professionisti della
comunicazione visiva
11 prossimo mese continueremo ad en¬
trare nel loro mondo lavorativo per ap¬
profondire la conoscenza del loro am¬
biente. dei loro pensieri, delle loro
aspettative, dei loro sogni ia S
194
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
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L e Architettura
a cura di Paolo Martegani
e Riccardo Montenegro
La parola ai lettori
Informazione, divulgazione e mutamen¬
ti nel campo della progettazione
Ho avuto occasione di conoscere la sezione
"Informatica e architettura" che curate per
"MCmicrocomputer”, in quanto diretta¬
mente coinvolto nel programma di coopera¬
zione universitaria di cui avete parlato nelle
vostre pagine Per questo, il mio giudizio
sull'iniziativa vostra (e della direzione della
rivista, che si conferma attenta e lungimi¬
rante) potrebbe essere un po' partigiano;
cercherò per quanto possibile di evitarlo
Ho potuto anche apprezzare l'attività più
chiaramente specialistica che svolgete con
la pubblicazione di "Archimedia"; e mi so¬
no chiari i problemi, le implicazioni e le dif¬
ficoltà di uno spazio più divulgativo, rivolto
ad un pubblico generalmente interessato
all'informatica, e per questo anche ad
aspetti specifici della sua evoluzione.
Per questo, se da un punto di vista discipli¬
nare posso essere in maggiore o minor
sintonia con i progetti presentati (e la cosa
é ovviamente diversa per gli articoli, in cui
l'interesse prevale in ogni caso sui diversi
punti di vista, o nelle recensioni di CD-Rom
e libri ), ritengo in ogni caso assolutamente
meritoiia l'attività di divulgazione che state
svolgendo.
Nel cambiamento generale di coscienza
del mondo che viene determinando l'infor¬
matica, compaiono particolari mutamenti di
atteggiamenti, di relazione con le immagini
e con il lavoro sulla forma, che vanno mol¬
to al di là del fatto "tecnico"(è quanto ap¬
punto indaga, ad esempio. Martegani nel
suo interessante articolo sulla costruzione
del modello di Ronchamp) e che riguarda¬
no l'architettura come le arti visuali più in
generale
Al livello del progetto di architettura, mi
piace sottolineare due aspetti del lavoro
con gli strumenti dell'informatica che stan¬
no influenzando direttamente la didattica,
la messa in crisi del concetto di specificità
della scala, e la infinita possibilità di corre¬
zione. la scomparsa insieme della sacralità
dell'originale e delle tracce del percorso
In questo senso, riterrei molto interessante
che avviaste un lavoro di "raccolta dei pro¬
blemi e dei mutamenti" determinati dai
nuovi strumenti in diversi settori, attraver¬
so il concorso di diversi operatori, per sta¬
bilire analogie, per individuare punti di vi¬
sta, confrontare esperienze: proprio una ri¬
vista generale "di settore" credo sia il luo¬
go migliore per questi confronti.
Credo che a questo punto siano chiare le
richieste che credo di potervi fare, pur co¬
noscendone la difficoltà e la fatica: vorrei
che il vostro spazio sulla rivista diventasse
un luogo di confronto e di incontro per i
problemi del progetto; una vostra attività di
promozione e redazione, di ricerca e orga¬
nizzazione dei contributi, di incontro, nello
spazio fisico o informatico della redazione.
con i responsabili di altri settori, muoversi
tra le informazioni e i cambiamenti, e colle¬
gati. Nel frattempo, vi ringrazio.
Arch. Gianni Accasto [
WMaMBSfflmmiBim
A Torino un corso su Internet e la Realtà
virtuale
Sono tra gli organizzatori del corso dal tito¬
lo 'Realtà virtuale e Internet: applicazioni
per la progettazione, produzione, distribu¬
zione e intrattenimento', che si svolgerà a
Torino il 20-22 Novembre, del quale sarem¬
mo lieti deste notizia nella Vostra rubrica
"Informatica e Architettura”.
Il corso fornisce un quadro aggiornato degli
strumenti per creare oggetti e mondi vir¬
tuali in Internet. Sono analizzate le applica¬
zioni nspettivamente per la progettazione,
produzione, distribuzione ed intrattenimen¬
to. Sono presentati i linguaggi HTML e Vir¬
tual Reality Modelling Language (VRML).
Del VRML sono affrontati in dettaglio la
sintassi, la generazione di geometrie e sor¬
genti luminose, le proprietà dei materiali, i
collegamenti a documenti HTML e l’anima¬
zione di oggetti.
Altre informazioni relative al corso e la
scheda di partecipazione sono reperibili nel
sito:
www.comune.torino.it/-spina2/corso
Grazie per l'ospitalità e buon lavoro.
Arch. Luca Caneparo (media@centauro.po-
lito.it)
Inviate le vostre lettere per posta alla redazione indicando il titolo della rubrica “ Informatica e Architettura
o direttamente ai curatori via e-mail: \martegan(g>uniroma3.it ric_mont(g>mix.i\
Cosa succede
Una nuova collana di saggi che indagano sull'uso dell'Infor¬
matica in architettura
Nella "Universale di Architettura" diretta da Bruno Zevi si è
aperta una nuova sezione diretta da Antonino Saggio dal titolo "La
rivoluzione Informatica’. Si tratta di una serie di volumi (sempre
editi dalla Testo&lmmagme di Torino e in vendita dal 1998 in edi¬
cola e libreria a 12.000 lire), che ha lo scopo di analizzare e diffon¬
dere le novità dell'informatica nel campo della ricerca architettoni¬
ca e della cultura del progetto. Prima nel suo genere, questa arti¬
colazione di volumi tratta l'argomento sotto angolature diverse
come lavora uno studio d'architettura d'avanguardia, l'impatto del¬
l'elettronica nella concezione spaziale e fisica degli edifici, le possi¬
bilità tecniche di una simulazione critica dell'architettura, le modifi¬
che nella comunicazione, alcune esperienze di ricerca formale e
costruttive condotte sino alla creazione dell'opera, eccetera Co¬
me nelle altre articolazioni della "Universale" dedicate a Gli Archi¬
tetti. Gli Scritti. Le Guide Urbanistiche, le immagini a corredo sa¬
ranno prevalentemente a colori e i testi rivolti a un vasto pubblico.
Si inaugura a Bilbao il nuovo Guggenheim Museum proget¬
tato da Frank Gehry
Con una mostra che presenta le opere in dotazione al Gug¬
genheim Museum di Bilbao, in gran parte di artisti spagnoli e ba¬
schi in particolare, si inaugura in questo mese di ottobre il nuovo
edificio progettato dall'architetto americano Frank Gehry. Colloca¬
to in un lotto triangolare che si affaccia sul fiume Nervion, il mu¬
seo si trova lungo l'asse di uno degli accessi principali alla città
Non diversamente da altre opere dell'architetto americano le varie
parti dell'edificio, ricoperto di pietra calcarea e titanio, si incastrano
dinamicamente luna nell'altra circondando l'atrio principale
Gehry è risultato vincitore di un concorso internazionale a inviti
al quale avevano partecipato Arata Isozaki e Coop Himmelblau
196
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
Informatica e Architettura
Alle origini della "domotica"
La cucina è un ambiente che è stato sempre all’avanguardia nelle trasformazioni del-
l’habitat domestico. Il progressivo sviluppo delle attrezzature, gli studi sull'ergonomia
e il diffondersi degli elettrodomestici hanno trovato qui, e in altre zone della casa, oc¬
casioni di applicazioni sperimentali, attivando un processo evolutivo tuttora in corso e
dando luogo a una nuova disciplina: la domotica.
di Maria Grazia Rossetti
Nel 1913 con felice intuizione l'ameri¬
cana Cristine Frederick introduce nell'ir¬
razionale habitat domestico, ed in parti¬
colare nell’ambiente cucina, la tecnica
del lavoro aziendale proposta da W. Tay¬
lor (vedi pag, 197), Tali teorie saranno
successivamente (Olanda 1928) pubbli¬
cate nella: "La Casalinga Riflessiva", un
libro teso a promuovere l'uso delle mac¬
chine nel lavoro domestico come ausilio
per la donna Lo studio tratta anche della
disposizione migliore dei mobili nell'am¬
biente cucina, vengono stabiliti i tempi e
la successione delle fasi del lavoro fem¬
minile in casa, ma anche i tracciati più
convenienti dei percorsi e la giusta ubi¬
cazione delle attrezzature.
Per la prima volta viene riconosciuto il
valore e l'importanza del lavoro femmini¬
le nella casa e si riconosce, per merito di
una donna, il valore economico di questo
lavoro. Le teorie della Frederick hanno il
risultato di varare la scienza dell'econo¬
mia domestica, modellata sulla realtà
della società americana e sulle sue pos¬
sibilità produttive ed economiche, che
concentra l'attenzione sulla macchina. In
Europa le stesse teorie produrranno mo¬
delli abitativi innovativi e rivoluzionari
La cucina
di Francoforte
Progettata nel 1926 dall'architetto te¬
desco Grette Shutte Linhotzy per l'edili¬
zia sociale, rappresenta uno dei maggio¬
ri contributi al miglioramento del lavoro
domestico femminile; ma fornisce an¬
che soluzioni alla produzione in serie di
arredi componibili per la casa.
La Shutte progetta complessivamente
10.000 cucine con caratteristiche inno¬
vative e razionali: dalla porta scorrevole
nella cucina verso la stanza bambini per
la sorveglianza, al ripostiglio per scope e
Modello digitale della 'Cucina di Fran¬
coforte ~ vista di un angolo e assono¬
metria zenitale
Elaborazione dì Francesco Lore. Fran¬
cesco Micozzi, Alessandro Mundo e
Francesco Perì
immondizie comunicante con l'ingresso;
dai rubinetti orientabili, al lavello in legno
con due vasche rivestite in zinco; dal pia¬
no di lavoro con vaschetta mobile smal¬
tata per gli scarti della pulizia delle ver¬
dure, alla lampada scorrevole su una gui¬
da orizzontale per l'illuminazione; dai
pensili della dimensione dei piatti con
cassettini di zinco porta alimenti, alla ta¬
vola per stirare ribaltabile sullo sportello
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
197
Informatica e Architettura
1
"Arredo Totale "realizzato da Joe Colombo
nei primi anni 70 L'unità è composta da
quattro blocchi attrezzati, da sinistra verso
destra: blocco bagno, blocco notte-studio,
blocco contenitori armadi, blocco cucina
Modello digitale Morgana Biaggi, Anna
Boccacciari. Cinzia Capitani e Flavia De
Stefanis
del mobile e all'armadio delle provviste
dotato di presa d'aria con l’esterno. Tutti
i mobili sono laccati in azzurro, colore che
si ritiene allontani le mosche, e vengono
forniti direttamente con l'alloggio. Com¬
pletano l'arredo uno sgabello rotabile co¬
me seduta e un fornello misto gas e elet¬
tricità, a richiesta dell'utente.
L’ergonomia
Un'altra donna architetto
fornisce un ulteriore con¬
tributo alla definizione ed
alla realizzazione dell'ha-
bitat moderno: Erna
Meyer (Germania). Teori¬
co e tecnico del controllo
organizzativo del lavoro,
studia le altezze giuste
dei piani di lavoro, secon¬
do i tipi di attività lavorati¬
va e le posizioni ottimali
per svolgere ogni opera¬
zione Determina la pro¬
fondità dei mobili in base
alle dimensioni degli og¬
getti d'uso. Propone mi¬
sure unificate, standard,
per i contenitori e per lo
spazio-lavoro. Fornisce tra l'altro consu¬
lenza a Pieter Oud per le sue cucine. È il
tempo dell'impegno e della cultura so¬
ciale per le masse che dalle campagne si
trasferiscono in città per lavorare nelle
industrie, il problema di trovare alloggi
adeguati si coniuga con quello della loro
ottimizzazione organizzativa ed economi¬
ca.
Dopo la guerra
Negli anni '50 nasce in America la cuci¬
na armadio o cucina in nicchia che in poco
più di un metro lineare organizza tutti gli
apparecchi e i contenitori necessari. Il
Le posizioni di lavoro, le distanze e gli ingombri de¬
gli arredi in una tavola del manuale "Spazi a Misura
d'Uomo" di Julius Panerò e Martin Zelnik IBe Ma
Editorel
principio della massima attrezzatura nel
minor spazio è stabilito Sono gli anni del
boom del design, delle apparecchiature
tecniche e della macchina. Nascono nuo¬
vi sistemi di comunicazione e di trasporto
che permettono alle industrie produttrici
di effettuare consegne ovunque. Si tra¬
sforma il vivere e il pensare dell'uomo e
soprattutto della donna
Negli anni '60 predomina il laminato
plastico e sempre dall'America arriva la
"dream kitchen”. definita dalla rivista
House Beautiful la Rolls Royce delle cu¬
cine. A questa segue la "cucina atomi¬
ca" di Disneyland, in California, prodotta
dalla Monsanto Chemical Company e
dotata di macchinari sofisticati dal costo
proibitivo. I materiali dominanti sono la
"fòrmica" e il metallo stampato II colore
preferito è il bianco, ma anche il famoso
rosso della cucina Fly, la più diffusa delle
cucine americane.
In libreria
"Complotto alla Corte del Re Sole".
Réunion des Musées Nationaux - CRYO
- Canal + Multimedia, 1996. 2 CD-Rom in
italiano per PC e Mac. Distribuito da
C.T.O., tei. 10511 6167711
"Un CD-Rom è un mezzo incredibilmente
efficace per ricostruire una Versailles che
non esiste più. CI permette di esplorare il
castello esattamente come lo si sarebbe
fatto nel 1685, ma anche di infondere nuo¬
va vita alle nostre ponderose documenta¬
zioni e di riportare, quindi, nel castello vibra¬
zioni e pulsazioni vitali”. Sono parole di Bea-
trix Saule, curatrice capo del castello di Ver¬
sailles, che nell'introduzione a questa sin¬
golare opera, in piacevole equilibrio tra gio¬
co e documentazione storica, esprime tutta
la sua ammirazione per le nuove tecnologie
multimediali perché ”... è stata la ricostru¬
zione di cose ormai completamente scom¬
parse. come il labirinto o la Scalinata degli
Ambasciatori, a dimostrarsi una autentica ri¬
velazione. Per la prima volta possiamo ve¬
ramente capire come Versailles funzionas¬
se realmente, e guardarla come non la ab¬
biamo mai vista, poiché essa trascende
qualsiasi immaginazione. Dopo venti anni di
lavoro a Versailles, ciò che vedo sul video
sorpassa tutto ciò che avevo immaginato. E
addirittura piu bello"
Guardando questi due CD-Rom non si può
che concordare con la signora Saule anche
perché alla esatta ricostruzione degli am¬
bienti, della vita di Corte e dei personaggi
che si aggirano lungo le scalinate, le galle¬
rie e le lussuose stanze si intreccia una tra¬
ma gialla, un complotto che mira alla distru¬
zione del castello di Versailles nel quale Lui¬
gi XIV con tutta la sua Corte si era trasferito
solo tre anni pi ima, al termine della costru¬
zione della straordinaria Reggia progettata
da uno stuolo di architetti, pittori e artigiani
capitanati dal pittore Le Brun, dagli architet¬
ti Le Vau e Hardouin-Mansart e dal proget¬
tista di giardini Le Nótre a cui si deve il gran¬
de parco.
Il complotto ai danni del Re viene scoperto
la mattina del 21 giugno 1685: il primo val¬
letto di stanza di Luigi XIV, Monsieur Bon-
temps, entra in possesso di un libello che
annuncia la distruzione di Versailles. Bon-
temps, che è anche il responsabile della si¬
curezza. affida a Lalande, un valletto suo
sottoposto, il difficile compito di fermare
l'attentatore sconosciuto., e non rimane
che un giorno I
Chi gioca assumerà la parte di Lalande en¬
trando nel gran mondo della Corte del Re e
vivendo una giornata tra ambienti e perso¬
naggi autentici alla ricerca dell'ignoto libelli¬
sta... si salverà Versailles?
La giornata del Re Sole è suddivisa, come
in una rappresentazione teatrale, in sette at¬
ti: Il risveglio del Re, Dalla vestizione al Con¬
siglio, Dal Consiglio alla messa, Pranzo, Il
Re al lavoro. La passeggiata. Dalla cena al
riposo. Durante queste attività Lalande ve¬
de persone, ascolta dialoghi, osserva com-
G irtamenti raccogliendo sospetti e indizi.
na serie di funzioni e una gradevole inter¬
faccia permettono al giocatore/Lalande di
interagire con gli ambienti, modellati in 3D,
avvicinarsi agli oggetti e prenderne alcuni,
accedere al profilo biografico dei protagoni¬
sti, ascoltare musiche e conversazioni pri¬
vate, dialogare con i personaggi Gli oggetti
prelevati e gli indizi accumulati sono imma¬
gazzinati in una barra d'inventario, mentre
in una zona di documentazione è possibile
accedere a materiali d'archivio e informa¬
zioni per ulteriori approfondimenti.
Alla fine del gioco chi non avrà scoperto l'at¬
tentatore potrà comunque consolarsi per¬
ché avrà vissuto con Luigi XIV e la sua Cor¬
te a Versailles una intera giornata: il 21 giu¬
gno 1685. RTM.
Nella pagina precedente e a lato, versione chiusa,
aperta e dettaglio della “Cucina su ruote ", mono¬
blocco mobile e a geometria variabile, progettato
da Masanon Umeda e vincitore del Premio Braun
nel 1968
Il modello digitale e stato elaborato da Monica
Bianchini, Marco Furiosi. Alessandra Incarnati e
Federica Nobili
Il contributo italiano
Negli anni '50 e '60 nasce e si sviluppa
l'industria della cucina italiana. Architetti
e designer vedono nello studio della cuci¬
na l'occasione per applicare e verificare le
teorie sulla componibilìtà fino ai suoi limi¬
ti: la cucina nella parete attrezzata Per
mezzo della normalizzazione e degli stan¬
dard è possibile coordinare gli elementi
del "mobile" cucina, con le attrezzature
acqua e fuoco, caldo e freddo: gli "elet¬
trodomestici", provenienti da industrie di
altri comparti; si ottengono degli insiemi
complessi, diversi e interessanti. Prende
consistenza la cucina ad elementi autono¬
mi componibili. Le basi sono sollevate da
terra, poggiate su piedini regolabili o so¬
spese a strutture metalliche portanti, per
facilitare la pulizia del pavimento Negli
anni 70 viene sperimentato il monobloc¬
co in vetroresina autoportante Joe Co¬
lombo propone con le sue "Visiona", spa¬
zi futuribili con all'interno arredi innovativi
costituiti da elementi autonomi di forma
chiusa e arrotondata: "oggetti-funzione"
da disporre liberamente nello spazio do¬
mestico. Questi nell'uso vengono aperti e
cambiano geometria, con la conseguente
modifica funzionale dello spazio circo¬
stante.
Prototipi di questo genere compaiono
in anteprima a Milano nella mostra "Visio¬
na 69" Poi ottengono l'attenzione inter¬
nazionale nel 72, al Museum Of Modem
Art di New York, in occasione della mo¬
stra "Italy: The New Domestic Landsca-
pe". L'oggetto emergente in questo pe¬
riodo è il monoblocco in ABS (una specia¬
le vetroresina a stampo meccanico). In
queste sperimentazioni alla cucina è riser¬
vato sempre un ruolo protagonista.
Wmstow Taylor (1856-19001 6 il fondatore della
scienza aziendale moderna frantumazione del lavo¬
ro in parti autonome da eseguirsi con movimenti
lenti e sempre uguali.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
199
Informatica e Architettura
a
Tra gii infiniti argomenti presenti in Internet
l’architettura e il design si offrono in
una molteplicità di proposte, anche
come periodici di informazione.
Vediamo come si presentano e, so¬
prattutto, in cosa si differenziano dalle
pubblicazioni su carta.
di Riccardo Montenegro
Arch on line: i periodici
e design in Rete
di architettura
Che in Italia si legga pochissimo è un
dato che non ha bisogno di verifiche, ma
di chi è la colpa 7 Ad altri problemi ende¬
mici si è aggiunta la spasmodica ricerca
di spettacolarizzare e banalizzare ogni
cosa che ha fatto precipitare, a volte fino
alla chiusura, parecchie testate dal glo¬
rioso passato spiazzando e disamorando
anche i lettori più affezionati.
Come entrare in Rete
Con l'avvento di Internet e il suo tra¬
volgente successo si è determinato un
progressivo affollamento di presenze
editoriali: quotidiani, periodici d'informa¬
zione e riviste specializzate attirati dalla
novità del mezzo e nel tentativo di cattu¬
rare nuovi lettori non hanno esitato a en¬
trare nella comunicazione virtuale. Ma
non tutti si mostrano convinti perché
nelle pagine di molte testate i temi ri¬
guardanti i mezzi informatici e la Rete
occupano spazi spesso modesti
Va comunque riconosciuto che alcuni
quotidiani hanno fatto un ottimo lavoro
nel concepire un giornale che avesse le
caratteristiche giuste per le potenzialità
offerte dalla Rete Basta visitare i siti del¬
la Repubblica <http://www.repubbli-
ca.it), del Corriere dell a Sera Ihttp://
www.rcs.it/corriere/il de l Manifesto
I http://www.mir. it/mani/t o de II Sole
24 Ore (http://www.ilsole24ore.it), so¬
lo per fare gli esempi più noti, per ren¬
dersene conto.
I problemi che si devono affrontare
quando si decide di entrare in Rete sono
numerosi e complessi. Primo fra tutti co¬
me trasformare la carta stampata per
renderla fruibile in Internet: un metodo è
quello di utilizzare il formato pdf che per¬
mette la conservazione della linea grafi¬
ca originale e la stampa del materiale
con Acrobat Reader; un altro sistema,
assai utilizzato, è quello ipertestuale che.
utilizzando appieno le risorse àeW'Html
con la creazione di link, necessita di una
totale reimpostazione del materiale, che
apparirà svincolato dall'originale sia dal
punto di vista grafico che fruitivo
Le riviste specializzate
E le riviste che si occupano di archi¬
tettura e di design? Quante di loro hanno
aperto delle pagine web?
La risposta non è molto consolante, vi¬
sto che sono abbastanza poche rispetto
alle testate presenti in edicola e in libre¬
ria e per almeno due ragioni. La prima è
che probabilmente non è ancora ben
chiara agli editori la funzione di un perio¬
dico che si presenti oltre che nella tradi¬
zionale veste cartacea anche in Rete. La
seconda e che
esiste una dif¬
fidenza di fon¬
do, oltreché
una diffusa di¬
sinformazio¬
ne, nei con¬
fronti di Inter¬
net che. mal¬
grado il gran
parlare che se ne fa, appare ancora, per il
suo vertiginoso evolversi, qualcosa i cui
contorni risultano sempre sfuggenti.
Così tra le grandi testate italiane che si
occupano di architettura e di design si
contano sulla punta delle dita quelle che
hanno accettato la sfida aprendo un sito
web, con un risultato però che sembra
essere spesso solo qualcosa di più delle
locandine che si trovano nelle edicole,
dove oltre ai sommari è possibile trova¬
re. nel migliore dei casi, qualche articolo,
delle immagini o degli abstracta dei testi
In genere, non si va oltre il materiale
contenuto nell'ultimo numero della rivi¬
sta. e ovviamente in quelli precedenti
Inoltre è praticamente ignorato l'uso dei
motori di ricerca interni che potrebbero
svolgere un utilissimo servizio ai letto-
ri/naviganti e che, non dimentichiamolo,
è una delle grandi potenzialità della Rete.
Una delle prime pubblicazioni a entra¬
re in Internet è stata "Abitare", infatti è
pre sente fin dal 1995 con "A bitare on li¬
ne" [TRttfinZw^wTaEìtarijti] il sito pre¬
senta numerose sezioni con articoli iper¬
testuali ed è ricco di informazioni e noti¬
zie.
"L'Arca”, offre i contenuti delle tre ri¬
to allo, videata della dome
page di “Area, rivista inter¬
nazionale di architettura e
arti del progetto"
In basso, una pagina del sito
web dedicato ad 'Archime
dia", la rivista che per pu¬
ma si è occupata di informa¬
tica e architettura
200
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Informatica e Architettura
Le pubblicazioni
virtuali
Diversa è invece la situazione dei pe¬
riodici che sono stati concepiti specifica¬
tamente per il web. Essendo più liberi (e
spesso più poveri) appaiono meno con¬
dizionati dalla carta stampata riuscendo a
volte a offrire informazioni specìfiche e
mirate.
Come il periodico "Grafill" (htttp://
iwww.gratili.iti che, con una grafica
spartana, si occupa di normative, formu¬
lari, appalti, prezzi e gazzette, ecc., relati¬
ve alla Regione Sicilia.
Ad argomenti analoghi fa riferimento il
nuovo sito "Zephiro" (http://www.
zephiro.rgn.it) che dispone anche di
una possibilità di ricerca a pagamento su
argomenti specifici non disponibili in Re¬
te che saranno recapitati presso la casel¬
la postale privata del richiedente.
Di altro tenore è il sito "La D olcevita"
h http://www.dolcevita.com1 che tra gli
altri argomenti ha una sezione dedicata
al design con servizi e informazioni e un
museo con tutti gli oggetti premiati con il
"Compasso d'oro".
Per chiudere vale la pena di segnalare
una nuova rivista virtuale di architettura
"Casa'emmerda" (http://www.yi.
com/home/BottaEnrico/), che non è
fatta a Napoli, come suggerirebbe il tito¬
lo, ma a Venezia (senatore Bossi, non se
la prenda., cosi è la vita). «e
viste internazio¬
nali di architettu¬
ra, design e co¬
municazione vi¬
siva che pubblica
in edizione carta¬
cea nel sito web
(http:// www.
tin.it/arca/) sud¬
diviso in vane se¬
zioni e con i
sommari e arti¬
coli tratti dalla
carta stampata.
Anche "Area"
(http://www.
area, progetto-
ed.it) è presente
in Internet, la sua pagina web tratta di
architettura, arredamento e design dan¬
do i sommari dei numeri pubblicati e al¬
cuni articoli il cui testo è ^caricabile
"Archimedìa" ) http://www.mix.itl
Archinet/I è la prima rivista italiana che
si è occupata di coniugare l'informatica
con la progettazione. La sua pubblicazio¬
ne è stata sospesa ma in Rete è possibi¬
le vedere l'ultimo numero pubblicato.
Ancora più semplice è il meccanismo
del sito realizzato dalla storica "Domus"
|(http://www.edidomus.it/domus/)|
nel quale, con una interfaccia molto rat-
finata, vengono presentate alcune im¬
magini e gli articoli del fascicolo in edi¬
cola
Molto scarni sono anche i siti di "Uf¬
ficiostile" e "L'ambiente cucina"
(http://www.newmedia.it/ arre¬
damento/)
Per dovere di cronaca va citato an¬
che il sito drCasaviva" (http://
l www.casaviva.com , ) | nel quale,
tuttavia, non è stato possibile
entrare per mancata connessione.
Dall 'alto in basso, una
pagina di ’Domus" con
la presentazione di una
intervista a Sottsass
Alcune copertine de
■ L'Arca ” in una pagina
dell'elegante sito della
pubblicazione
Presentazione di un nu¬
mero di ~Abitare ~ in una
pagina dalla grafica deci¬
samente "pesante“
La sezione riservata al
design del periodico vir¬
tuale "La Dolcevita “
In basso, un articolo de¬
dicato a Michael Craves
nella rivista virtuale
americana "Architronic~
Assai ampia e articolata è la presenza di siti dedicati al¬
l'informazione progettuale negli altri paesi e in particolare
quelli anglosassoni. Ecco alcuni indirizzi interessanti:
VITRUVIUS ON LINE llhttp://www. inloramp.net/ vitruv/l
Si occupa di architettura, industriai design e tecnologia con periodi¬
cità mensile. _
ARCHITRONIC |(http://www.saed. kent.edu/Architronic)
Periodico quadrimestrale, realizzato estivamente per Internet,
dalla Facoltà di Architettura dell 1 Università del Kent (Ohiol.
PLAN NET l(http://www.plannet.coml
Dedicato ai professionisti Ricco di informazioni sull'architettura, il
design e il mondo CAD.
METROPOLIS MAGAZINE |(http://www.metropotismaq.com|
Prestigiosa rivista di architettura e design americana realizzata in
edizione cartacea e in Rete.
TOTEM l(http://www.totemweb.com1
Periodico inglese di architettura e design realizzato solo per Inter¬
net ___
CADENCE MAGAZINE |(http://www.cadence-maq.coml
Pubblicazione specialistica dedicata all'uso del CAD.
TRADITIONAL BUILDING (http://www.traditional-
building.com)
Sito americano dedicato a edifici storici e al loro restauro
ARCHITECTURE-
TODAY
(http://www.archi-
tecture-today.com)
Sito giapponese dedi¬
cato ai profes sionisti _
NAI ARCHIS |(http://www, nai.nl. /archis/1
Mensile olandese sull'architettura, urbanistica e arti visive.
DESIGN COST & DATA [lfittp:7'/wwwHca:c5ml
Sito w eb dedicato all'ana isi economica del progetto.
ZQBG )http://mirror.syr.edu/zqbglabs/|
Periodico realizzato presso la Syracuse School of Architecture con
un indinzzo prevalentemente teorico-critico
E.SCAPE MAGAZINE Hhttp://www.desiqnwave. comi
Sito particolarmente interessato al design
ASCE I unto://ce. ecn.purdue.edu/ns.htmlf
Pubblicazione dedicata ai sistemi strutturali.
SPRAWL khttp:// www.pd.org/topos/theory/sprawl-trame.html)
Si occupa di urbanistica, architettura, design e tecnologia della
”new city"_ _
ELLIPSIS )http://www.qold net/ellipsis/|
Interessante sito che si occupa di informare e recensire su editoria
e periodici specializzati.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
201
FloorPlan Plus 3D
150.000
’ , MasterClips
CON Garden Demlgner
Progetta la casa e il
giardino dei tuoi sogni,
e passeggiaci dentro!
Con MoH n G p l 150.000 troverò» tvt*3 Torte per ogni
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Alla fine di agosto tutta
la Rete si è riempita, con
il solito effetto in tempo
reale che me la fa tanto
cara, di dispacci a propo¬
sito di una notizia strana
e insieme incredibile:
Lord British, protagonista
indiscusso della mega¬
saga di Ultima, era stato
appena assassinato (seb¬
bene fosse ritenuto
immortale) da uno dei più
di 100.000 betatester di
Ultima Online, la versio¬
ne online di Ultima che
da molti è considerata il
vero potenziale mezzo di
decollo dei sistemi di
gioco via Internet che
stanno languendo un po'
nella difficile fase del
pionierismo.
L'avvenimento è stato
immortalato da un captu-
re screen di passaggio e
qui ve ne offro un'imma¬
gine.
A parte la brutale
aggressione al povero
Lord British, la faccenda
mi fa venire una serie di
riflessioni sul futuro del
gioco interattivo che vor¬
rei dividere con voi.
Che giocare in Rete sia
la nuova vera frontiera
del software interattivo è
convinzione assai diffusa.
Gli investimenti ci sono e
i luoghi dove si gioca già
così, moltissimi: Engagé,
TEN, Mpath e tantissimi
altri. Ma ci sono anche
una bella
serie di
problemi e
il killerag-
10 di Lord
ritish ne
ha eviden¬
ziato uno
molto sot¬
tovalutato:
se il gioco
è davvero
interattivo
e coinvolge
cosi tante
persone
contempo¬
raneamen¬
te come nel caso di
Ultima Online www.ulti-
m apnline.com (anche
5000 nello stesso
momento...), come si fa
ad evitare che succedano
cose per nulla previste
da chi ha progettato il
Internet People Di Giulia Mei (http://www.mciinK.it/personai/MC39Zbj
Questo mese, dopo molti personaggi stranieri e soprattutto americani, volevo assolutamente trovare qualcuno che abitasse
nello Stivale e che fosse di sesso femminile. Per sfatare in un colpo solo due miti: che Internet sia roba da americani, e comun¬
que non da italiani, e che, in ogni caso, non sia roba da donne. Giulia Mei è italiana, donna e pure simpatica. Buona lettura.
"La mia scoperta di Internet è avvenuta in modo decisamente
casuale, anche se è stata la inevitabile conseguenza dell'ambiente
in cui sono “cresciuta" a livello dì conoscenze tecnico-informatiche.
Il computer è stato per me un nemico inawicinabile fino a circa
tre anni fa. allorquando mi trovavo in netta difficoltà soltanto all'idea
di avviarlo.
Soprattutto per necessità, essendo inserita nel campo dell'inge¬
gneria elettronica e delle telecomunicazioni, ho dovuto avvicinarmi
a questo strano apparecchio, cercando di impadronirmi giorno dopo
giorno dei suoi segreti e delle sue possibilità lottando con tutte le
mie forze contro un cervello non "umano" e quindi spesso prevedi¬
bile ma estremamente freddo.
Ad essere sincera non saprei ancora dire chi l'ha avuta vinta, mi
capita ancora spesso di soccombere di fronte a crash imprevisti del
disco rigido o di dovermi arrendere ai momenti di ribellione dì
Windows’95, circostanze favorite anche dalla mia estrema curiosità
verso le "interiora" di questa macchina.
Credo sia ormai chiaro che il computer è diventato oggi parte
integrante della mia vita, l'odio si è trasformato in amore e con l'av¬
vento di Internet la mia esistenza è quasi cambiata.
Il mio approccio con la rete è avvenuto in maniera del tutto
casuale, mi è capitato di leggere delle riviste specializzate, dei testi
sull'argomento e infine di sperimentare direttamente il collegamen¬
to alla B8S a cui ora sono abbonata, e l'esplorazione del Web.
Il mio primo contatto con Internet è avvenuto a marzo di due
anni fa, e la mia reazione è stata inizialmente di stupore e smarri¬
mento per la vastità delle fonti accessibili e soprattutto la sempli¬
cità di interazione tra i navigatori.
Non ho mai creduto che i Netsurfer costituissero una grande
famiglia, e che potesse esistere un livello di collaborazione e aper¬
tura cosi elevato.
Dopo quell'esperienza ho deciso che. assieme al computer, avrei
acquistato un modem e che mi sarei immediatamente abbonata ad
un provider, ma questo non mi bastava, di solito io non accetto
quasi mai il prodotto "a scatola chiusa", mi piace capire come fun¬
zionano le cose, che cosa si nasconde dietro a quello che vediamo
sul monitor o ricerchiamo in rete con un browser
Ho quindi cominciato ad interessarmi al Web oltre che dal punto
di vista tecnico, quindi della teoria dei protocolli di trasmissione e
della struttura della rete, anche dal punto di vista grafico-realizzati-
vo, imparando il linguaggio HTML per la realizzazione delle pagine
Web e potendo così vedere in rete le mie creazioni, soprattutto il
mio tributo al ricordo del grande Ayrton Senna.
Della realizzazione di pagine Web ne ho fatto ora parte della mia
attività lavorativa.
I siti che visito con più frequenza sono quello della NASA
llhttpy/www.nasa.qovl e dell'ESA thttp://www.esrin.esajT7l mentre
quello che giudico uno dei più belli come grafica è il sito della
Ferrari |lhttp://www.terrari.iTTl
L'aspetto che però vorrei sottolineare con maggiore enfasi resta
quello "umano" legato alla mia esperienza in Internet, e soprattutto
la "vita di BBS”,
Mi parve molto strano la prima volta che entrai In un "chat”, il
modo di fare così amichevole di persone che in fondo non si sono
mai incontrate e che sembrano invece sviluppare una confidenza
ed una sincerità proprie di solito di un'amicizia decennale.
Non ci credevo, mi pareva un gioco, ed invece ho trovato molti
amici, persone con gli stessi interessi e con molta voglia di comuni-
204
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
gioco? Quando dico cose,
voglio dire cose che
fanno finire il gioco stes¬
so, tipo l'omicidio del
signore di Ultima.
Affascinante vero?
Credo di si. Anzi sono
quasi certo di una cosa:
questo sarà il vero scopo
dei prossimi game online
della nuova generazione:
dare ai giocatori un
mondo (simulato) e
lasciare che se lo governi¬
no da soli. Più o meno
come accade in quello
nostro di tutti i giorni.
Saranno sempre sul
punto di distruggerlo,
forse, ma troveranno
anche il modo per conser¬
varlo. Spero.
» ✓
Titolo: Daikatana
Autore: John Romero IION
Storm Usa)
Editore: Eidos Uk
Format: Pc Cdrom
Giud: ++++ 1/2
E' assolutamente normale
che quando un "genio"
come Rome¬
ro, co-autore
con Carnack di
3 dei massimi
successi degli
ultimi 3 anni e
cioè Wolfen-
stem, Doom e
Quake, decide
di andarsene
per la sua stra¬
da, è nella
natura delle
cose che il
suo progetto
successivo
attiri l’attenzio¬
ne di tutti gli
appassionati
più di qualun¬
que altro titolo
in uscita E’
questo il caso
di Daikatana.
Romero e
soci alla Id
Software non
inventarono
soltanto un
nuovo motore
e un nuovo
stile di video¬
game per il Pc
(anzi è assai
discutibile che
abbiano fatto questo visto
che System Shock e
Underworld di Lookmg Glass
sono assai precedenti a
Wolfenstem...); i ragazzi
texani ebbero soprattutto il
coraggio di sfruttare la
nascente Rete e il naturale
network degli appassionati
per lanciare in grande stile il
concetto e la distribuzione
shareware che proprio con
Wolfenstein si dimostrò
assai redditizia soprattutto in
una cosa: la pubblicità, la
comunicazione. Cosi non
può sorprendere che
Romero stia usando in modo
intensivo la Rete per svilup¬
pare incandescenti voci
attorno alla sua prima creatu¬
ra lontano dalla Id e cioè
Daikatana. Lo sta facendo in
•{•(disastro). ++ (non simulare).
-H- (interagire con cautela),
-H--H- ida simulare) 4-H-++
(interagisci o muonl
tutti i modi possibili apren¬
do un sito ad hoc
I .v’.y.Y ii.Hir a lana itomi che
segue passo passo lo svilup¬
po del titolo (più o meno);
facendo volontariamente
trapelare voci e commenti
non autorizzati dalla ION
Storm (il nome della sua
nuova casa di produzione); e
soprattutto in un modo ine¬
dito e intelligente: negando
demo e addirittura immagini
(i pochi screen disponibili li
vedete in queste pagine),
Insomma tutto pur di rende¬
re l'attesa di Daikatana palpi¬
tante e ansiosa come furono
quelle di Doom e soprattut¬
to di Quake.
A proposito di Quake, la
prima cosa che devo ricor¬
darmi di dire è che
Daikatana usa il motore 3d
proprio di Quake. Per que¬
sto difficilmente vedremo
novità rivoluzionarie almeno
dal punto di vista stretta-
mente tecnico-visivo Ma le
novità ci sono e dipendono
care, anche se. come in tutto, non mancano i casi limite e cioè indi¬
vidui con grossi problemi di socializzazione che, facendosi scudo
del monitor, costruiscono un personaggio inesistente e vivono delle
situazioni ai confini della realtà
Con i miei "amici telematici" ci incontriamo spesso e consideria¬
mo il chat come un punto di incontro “comune" che sostituisce la
telefonata a due. una pausa per scambiare due chiacchiere nell'in¬
tervallo del pranzo o dopo cena.
Su questa base sono nate molte iniziative che hanno sfruttato il
mezzo telematico con la funzione, insostituibile, di poter riunire
nello stesso luogo "virtuale" persone che si trovano a distanza fisi¬
ca notevole
10 personalmente ho partec ipato alle Commedie Chat
Khnp;//www.mclink-it/mclinkAeatro)| realizzate su MC-lmk. durante
le quali ciascun "attore" non aveva un copione stabilito, ma improv¬
visava sulla base del "canovaccio" fornito dalla regista regolandosi
sulle battute degli altri attori.
11 risultato è stato decisamente interessante, sono nate delle
vere e proprie storie dall'idea di una decina di persone che digitava¬
no quello che gli veniva in mente sul momento, senza porsi limiti di
timidezza o di pronuncia.
Un'altra esperienza divertente è stata la Caccia al Tesoro
Telematica, sempre ospitata da MC-link (http://www.mclink it/n/cac-
cia), che metteva in competizione squadre composte da concorren¬
ti abbonati di qualsiasi città chiamati a risolvere i quesiti proposti
nelle varie tappe per trovare il tesoro.
Le edizioni sono state finora 4, ed io ho partecipato come con¬
corrente caposquadra a tre di queste, vincendo la terza, ho poi deci¬
so di passare dalla parte dell'organizzazione per soddisfare la mia
sete di curiosità e rendermi conto di come funzionavano le cose
La quarta edizione, della quale ho realizzato la parte di gara sul
Web )http.//www.mclmk.it/n/caccia/cdo4/tappe/tapU1/start ntml| e
stata completamente innovativa ed ha assunto le dimensioni di un
vero e proprio gioco di avventura.
Molto ancora potrei raccontare su quanto Internet abbia accre¬
sciuto le mie conoscenze e la mia bolletta telefonica! ”,
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
205
lune dalla creatività di
Ramerò e dei suoi collabora¬
tori alla ION e questo nel
tentativo di seguire il nuovo
trend del videogame: ne
uccide più la creatività che la
tecnica. Assioma inaugurato
da Myst che e stato in grado
di svettare (è tuttora II) nelle
classifiche di vendita per 4
anni, cosa inaudita nella sto¬
ria del velocissimo mercato
dei game.
Insomma il tentativo di
Romero con Daikatana è
quello di mettere avanti a
tutto la narrazione e l'intrigo.
Vediamo insieme come.
Daikatana (il nome è cen¬
trato di sicuro e di una sola
parola come nella tradizione
di Doom e Quake...) è un
ibrido di azione e rpg (rpg
significa role playing game,
ma dovreste saperlo. ) ed è
centrato su 4 periodi storici
e temporali diversi: l'antica
Grecia, il Medioevo, San
Francisco post-apocalisse
nucleare (2030 circa) e un
mondo futuristico e compu¬
terizzato (2455). Ogni perio¬
do ha le sue caratteristiche
definite: armi, nemici, arte,
musica, effetti sonori, con
una sene diversa di espe¬
rienza di gioco e di scoperte
avventurose durante il
game. L'altra innovazione
importante, eclettica rispet¬
to alla tradizione dei game
d'azione in prima persona, è
che Daikatana è un game
basato sulla cooperazione
fra 3 diversi elementi di un
team Schierati ai nostri lati,
i fratelli digitali aggiungeran¬
no molti elementi di strate¬
gia e gestione alla nostra
avventura nel tempo
I personaggi di Daikatana
svilupperanno, come in ogni
rpg che si rispetti, una serie
di skill e di abilità speciali,
durante l'avventura e pro¬
prio grazie agli eventi della
medesima I 5 skill chiave
sono velocità, ricarica delle
armi, hit point, salto e arse¬
nale a disposizione. Sono
tutti numerati in una scala
da uno a dieci e man mano
che la scala sale i personag¬
gi cambiano anche aspetto
fisico Ma a parte tutto que¬
sto Daikatana è un game in
prima persona alla Quake,
con un bellissimo nome che
allude alla spada dei samurai
che veniva usata, in varie
versioni, nelle arti marziali
giapponesi e che qui è il
deus ex machina e focus
numero uno del game. Un
bellissimo game con straor¬
dinarie texture e innovativi
giochi di luce e splendidi
ambienti che usano sistemi
di sviluppo grafici interni
della ION Storm di Romero
e che quindi non potrete
vedere in nessun altro
gioco.
Ma la cosa più interessan¬
te di questo titolo, molte
volte annunciata e mai effet¬
tivamente realizzata in un
videogame o almeno non In
queste proporzioni, è che
I ambiente è modificabile
dall’azione del giocatore Per
esempio: in un livello ho
sparato ad un'insegna al
neon e quando, in conse¬
guenza del mio tiro, l'inse¬
gna è caduta al suolo e ha
preso a bruciare, ha creato
un'apertura nel terreno. In
cui è possibile entrare e
continuare il gioco per quella
via. Intuizione gemale
i /
Titolo: Riverì
Autore: Cyan Usa
Editore Red Orb Usa
Format Pc & Mac
Giud: -i-i-r-i- 1/2
Myst ha molti meriti nella
stona dei videogame. Il più
grande di tutti è quello di
aver rivelato al mondo che
non è sempre necessario
avere il motore 3d più
potente del mondo per pro¬
durre un capolavoro. Anzi E
adesso con Riven, il seguito
di Myst, provano a riaffer¬
marlo
Riven e un'antica parola
inglese che significa divide¬
re, anzi, ancora meglio, è la
traduzione inglese di una
parola che gli indigeni D'ni
usano per dare un nome al
proprio paese. Insomma
trattasi di un arcipelago da
qualche parte in un mare
lontano e desiderabile
Fonte di tutti gli esoterismi
e gli esotismi e che in qual¬
che modo, come Myst, mi
ricordano tutte le volte
Corto Maltese e le sue
Ballate del mare salato Un
viaggio per il quale non si
vede l'ora di partire.
I fratelli Miller sono sem¬
pre gli autori di questo
nuovo viaggio, due america¬
ni che, strano a dirsi, hanno
a cuore piu lo spirito che la
materia lo direi che Myst
può essere visto anche
cosi: il primo viaggio interat¬
tivo spirituale che abbiamo
mai fatto. E devono essere
anche lettori di Umberto
Eco se gli viene in mente di
dichiarare, come fa Rand:
"Siamo solo traduttori di
vecchie carte D'ni, un popo¬
lo vivo e reale che esiste
davvero da qualche parte
sulla sua isola Myst"
Riven, infatti, è giusto una
continuazione di Myst "Dal
nostro punto di vista - dice
Rand - la fine di Myst era
un buon punto per smette¬
re, ma a dire la verità erava¬
mo si e no a metà della sto¬
na che avevamo in mente di
racconta¬
re".
Insomma
Riven è la
seconda
parte della
storia
l'avventu¬
ra comin¬
cia nella
stanza
finale di
Myst,
completa
con la gra¬
fica originale di Myst (fanta¬
stico che sia rimasta di cosi
straordinario valore quell'im¬
magine anche se meno det¬
tagliata di quella possibile
oggi). Del resto non è asso¬
lutamente necessario esse¬
re stati nel mondo di Myst
per imbeversi di quello di
Riven Un manuale di
marketing, ma anche di nar¬
razione, non potrebbe sug¬
gerire di meglio. I Miller
sono diventati assai famosi
anche fuori della cerchia
degli appassionati di game
(e questo succede molto di
rado) E questo anche gra¬
zie ad una serie di libri che
sono stati pubblicati e che
sono basati su Myst e sul
suo universo fantastico.
Ma qual è la stona dietro
a Riven e a Myst? Un'antica
civiltà conosciuta come
D'ni, vive in un universo
parallelo alla Terra Un D'ni
può viaggiare di realm
(reame o qualcosa di simile)
in realm semplicemente
scrivendo un libro che
descrive il nuovo universo e
teletrasportando lì il lettore.
Non creano universi, li
descrivono.
Sfortunatamente Gehn,
un narratore D’ni un po'
distratto, si sente un dio
dell'universo che ha descrit¬
to e combina un mucchio di
guai. Guai in cui viene coin¬
volto anche Atrus, perso¬
naggio principale di Myst e
la sua progenie. Atrus è in
206
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
realtà figlio di Gehn.
Insomma un guazzabuglio
E soprattutto, la chiave vin¬
cente di Myst e probabil¬
mente di Riven che l'ha ere¬
ditata. la sensazione di tro¬
varsi al centro di un piccolo
cosmo rinchiuso in un
immenso universo Di esse¬
re, in piccolo, in piccolissi¬
mo, attori di un grande
piano. Insomma, un po'
come vivere.
Ed ecco Riven Alla fine di
Myst abbiamo (quelli di voi
che ci sono arrivati) incon¬
trato Atrus che ci ha recluta¬
ti. Nella nuova storia Atrus
(che sta andando soggetto,
come nella tragedia greca
che insegna che le colpe
dei padri ricadono sui figli, a
turbe divinatorie divine...) ci
parla di Riven, una terra
dove suo padre Gehn è
stato abbandonato senza via
di fuga alcuna e per la bel¬
lezza (si fa per dire) di 33
anni. Anche Catherine,
moglie di Atrus, potrebbe
essere intrappolata da qual¬
che parte. E Atrus ci incari¬
ca di rintracciarla fornendoci
una guida per andare a
Riven e uno strano oggetto
che ci garantisce essere di
grande importanza se trovia¬
mo Gehn cui è sempre con¬
sigliabile non dare fiducia
Lui stesso, Atrus, ci rag¬
giungerà appena localizzia¬
mo Catherine.
A questo punto comincia
la nostra esplorazione di
Riven che, al contrario di
Myst, è popolata di strane
creature, abitanti e oggetti
(anche se quel senso di
silenzio e desolazione di
Myst era grande parte del
suo fascino). Riven, scopri¬
remo, è situata su 5 isolotti
che sono piu o meno tutti
esplorabili. E moltissime
semi-storie si nascondono
nei frequentissimi incontri e
nelle investigazioni che pos¬
siamo fare a Riven. "Quello
che m'interessa davvero -
dice ancora Randy Miller - è
raccontare una storia con
questo mezzo E comincio
solo adesso a capire come
posso farlo. Nel mondo di
oggi è difficile trovare un
luogo dove andarsene in
giro, esplorare, capire e
vivere sentendosi felici.
Riven è quel luogo".
dalla nostra
stessa stra¬
tegia e dal
modo in cui
ci aggirere¬
mo per que¬
sto universo
il risultato nel
combattere
le altre due
specie.
Le specie
sono i
Terrans, una
razza uma¬
noide che
usa tecnolo¬
gie tradizio¬
nali; i Protos,
che usano
una tecnolo¬
gia più mec¬
canica (l’os¬
sessione per
le tecnologie
si vede in
qualunque
cosa gli ame¬
ricani svilup¬
pino in questi
anni, inclusi i
game...); infi¬
i /
Titolo: Starcrafl
Autore . Blizzarci Usa
Editore: Blizzard/CUC Usa
Format: Pc
Giud: ++++
La Blizzard e i suoi autori
è stata protagonista, in
pochissimi anni, di una irre¬
sistibile ascesa nel mondo
dei videogame rpg. E sicco¬
me nel frattempo gli rpg
sono diventati uno dei gene¬
ri di maggior successo, la
casa americana, con
Warcraft, Warcraft II e
Diablo, si è trovata al centro
di uno dei più grandi boom
degli ultimi anni, realizzando
il sogno di molti autori; infila¬
re 3 successi uno via l'altro.
Qualcuno potrebbe obiet¬
tare che l'ha fatto standose¬
ne sempre al riparo del
primo Warcraft e sul suo
mondo riuscito e pieno di
orchi e gnomi. Insomma del
fantasy che ha reso tanto
felice un novero gigantesco
di appassionati. E cosi ecco
che arriva Starcraft, balzo
nell'iperspazio delle astrona¬
vi, regno di Masters of
Orion.
Ovviamente alla Blizzard
non si sono bevuti il cervelli¬
no digitale e così non hanno
mollato il confortevole
ambiente di Warcraft e il
miracoloso equilibrio dell'in¬
terfaccia che avevano sapu¬
to mettere assieme. Ma non
si può nemmeno dire che
Starcraft, a dispetto del
nome che ha un sano senso
di marketing vista la pletora
di game del genere che
stanno prorompendo sugli
scaffali dei computershop,
sia un Warcraft nello spazio.
In Starcraft il focus da tene¬
re d'occhio è la distinzione
tra le specie aliene e la loro
diversa esistenza.
Dipenderà dalla specie che
sceglieremo per giocare,
ne gli Zurg, dotati di tecnolo¬
gie interamente biologiche e
naturali. Come nell'antico
gioco della Morra, le tre tec¬
nologie e quindi le tre spe¬
cie sono avvantaggiate in un
caso e svantaggiate in un
altro nella lotta contro le
altre specie. In un bilancia¬
mento efficiente e intelli¬
gente che è molta parte del
fascino di Starcraft.
Il resto è assolutamente
mutuato da Warcraft con i
prevedibili aggiustamenti
delle migliorate tecnologie
digitali: stessa interfaccia
con il mouse; stesso motore
grafico con qualche migliora¬
mento visivo e più enfasi sul
rendering; e il Battle.net ser¬
ver che ha avuto così tanta
importanza nel successo di
Diablo e degli altri game
multiplayer di Blizzard.
Per me poi, che notoria¬
mente non vado pazzo per il
fantasy, le stelle e i loro oriz¬
zonti infiniti suonano musica
che è arduo non ascoltare.
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
207
I GIOCHI PIU' ATTESI del 1997/98
(prima parte)
Ottobre mi pare il mese
ideale per fare un po' d'ordi¬
ne nell'incredibile numero di
nuove uscite, molte interes¬
santi sul serio, previste nei
prossimi mesi da qui a gen¬
naio. Ho pensato che avre¬
ste gradito un riepilogo per
evitare di perdervi qualcosa
di importante, anche se
sapete meglio di me che
non sempre le date di usci¬
ta previste e garantite ven¬
gono poi rispettate davvero.
Qui di seguito troverete i
titoli più importanti, di vari
generi, con uscita prevista
in ottobre e novembre. Nel
prossimo numero dì
Playworld quelli relativi a
dicembre e gennaio.
Potete chiedermi, come
già moltissimi di voi fanno
regolarmente, che fine
hanno fatto titoli di cui non
si sa piu nulla oppure qua¬
lunque altra info rmazione a
|f.carla(a)simul.itl Corro.
Rebellion
Publisher: LucasArts
Developer Coolhand
Interactive
L'attesissimo rpg ambienta¬
to nel mondo di Guerre
Stellari. Il primo game che
George Lucas abbia accet¬
tato di non realizzare In casa
(opera dì Coolhand).
Jedi Knight
Publisher: LucasArts
Developer: LucasArts
Il seguito di Dark Forces,
celebrato Doom-clone della
fabbrica di Guerre Stellari.
War Ine.
Publisher Interactive Magic
Developer: Optic
Guerra autoprodotta e
customizzata in questo tito¬
lo realizzato dalla nuova
casa del fondatore della
Microprose.
Warlords III
Publisher: Broderbund
Developer: Strategie
Studies Group
Gli australiani della SSG che
molti appassionati conside¬
rano i migliori in questo
genere di game strategici,
ritornano con la terza parte
di una lunga serie.
Black Dahlia
Publisher: Take 2 Interactive
Developer: Take 2
Interactive
La Take 2 ha messo a
segno una serie di buoni
titoli nel passato, ma mai un
vero successo. Ci riprova
con questa avventura
ambientata negli anni '40 e
vicina alle atmosfere di
Hammet e Chandler.
CyberStorm 2: Corp Wars
Publisher: Sierra On-Line
Developer: Dynamix
Uno dei titoli da tenere
d'occhio per gli appassionati
dei Robottoni alla Me-
chwarriors.
Dark Colony
Publisher SSI
Developer: Gametek
Questo della SSI, una delle
più antiche case di produ¬
zione americane con decine
di titoli al suo attivo, è uno-
dei candidati più seri al tito¬
lo di miglior rpg in tempo
reale del 1997/8.
Dark Reign
Publisher: Activision
Developer: Activision
L'Activisìon fa grande affida¬
mento su Dark Reign per
raggiungere le vette della
classifica di vendite. La sto¬
rica casa americana, secon¬
da casa di produzione di
videogiochi in senso crono¬
logico dopo l'Atari, non ha
ancora avuto un buon titolo
in questo genere di game.
Flight Unlimited 2
Publisher: Looking Glass
Technologies
Developer Looking Glass
Technologies
Dopo il grande successo di
Flight Unlimited, la Looking
Glass ha lavorato durissimo
per rendere questo sequel
in grado di competere con
Flight Simulator della
Microsoft. Ci sono riusciti
proprio bene.
Flight Simulator 98
Publisher: Microsoft
Developer: Microsoft
Forse il titolo più atteso in
assoluto La prima versione
di FS che usa il force feed¬
back (cioè i joystick che ti
fanno sentire sotto la mano
l'effetto delle tue manovre),
e le Direct 3d Un successo
annunciato.
Pro Pilot
Publisher: Sierra On-Line
Developer: Dynamix
Per imparare a volare e
simulare di farlo. Il terzo
concorrente al trono di
simulatore di volo dell'anno
almeno nel genere "civile"
Hexen II
Publisher: Activision
Developer: Raven Software
Dopo essersi beccati una
trentina di miliardi per ven¬
dere la Raven alla Ac-
tivision, questi fortunati
autori americani escono con
il seguito del loro action¬
magico più famoso.
Outpost 2
Publisher: Sierra On-Line
Developer: Dynamix
Il seguito (quanti seguiti ci
sono in giro, ma è normale
nel mondo del software...) di
Outpost, uno dei re della stra¬
tegia e conquista spaziale.
Red Baron II
Publisher: Sierra On-Line
208
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
Developer: Dynamix
Dopo mollissimi anni ritor¬
nano le avventure di volo
del Barone Rosso della
Dynamix. Una delle non
moltissime avventure stori¬
che della simulazione di
volo su Pc.
Sid Meiers Gettysburg
Publisher EA
Developer: Firaxis
Dall'autore di Civilization,
Meier è da 15 anni e più
nella top 10 dei grandi auto¬
ri del videogame, il suo
punto di vista sulla più
famosa e sanguinosa delle
battaglie della Guerra Civile
Americana.
Starcraft
Publisher: Blizzard
Developer: Blizzard
Le idee della Blizzard sulla
conquista dello spazio e din¬
torni,
Unreal
Publisher: GT Interactive
Developer: Epic
Megagames
Uno dei concorrenti di
Quake II al titolo di miglior
game action dell'anno.
Broken Sword:
The Smoking Mirror
Publisher Virgin Interactive
Developer: Revolution
La serie di Broken Sword ha
detto alcune delle pochissi¬
me cose nuove nel genere
delle adventure interattivea
cartoni. Qui ritornano con le
peripezie di George e Nico
e lo specchio fumante.
F-22 Air Dominance
Fighter
Developer Digital Image
Design
Il seguito di EF2000, l'unico
simulatore di volo europeo
in grado di competere con
la concorrenza americana.
Lands of Lore: Guardians
of Destiny
Publisher- Virgin Interactive
Entertainment
Developer: Westwood Studios
C'hanno messo un numero
imprecisato di anni e cosi
l'attesa si è fatta spasmodi¬
ca sul serio. Insomma trat¬
tasi del seguito di Lands of
Lore, il dungeons etc. della
Westwood di Las Vegas
Populous: The Third
Corning
Publisher: Electronic Arts
Developer: Bullfrog
La terza puntata di Popu¬
lous, un vero must per tutti
gli autentici appassionati
Riven: The Sequel to Myst
Publisher. Broderbund
Developer: Cyan
Dopo Myst c'è Riven.
SimCity 3000
Publisher: Maxis
Developer: Maxis
Tutti i sindaci del mondo
sono in pericolo un’altra
volta, visto che sta arrivan¬
do la nuova versione del
simulatore amministrativo
più famoso del mondo.
Eccovi la Top 20 USA (vere vendite non stime né sondaggi e con il prezzo di vendita americano), la Top 10 estratta dalla
Top 100 di Internet e relativo mio commento. Infine la Top 10 most downloads con i 10 game più scaricati dalla Rete.
Buona lettura
TOP 20 PC GAMES: i più venduti nei negozi USA
i
1
Myst (CD Win)
Broderbund
$20
2
2
Diablo (CD Win95)
Blizzard
$45
3
19
Dungeon Keeper (CD Win)
Electronic Arts
$45
4
*
Links LS 1998 (CD Win95)
Access
$39
5
6
Microsoft Flight Simulator (CD DOS,CEWin95)
Microsoft
$45
6
*
X-Com: Apocalypse (CD Win 95)
MicroProse
$50
7
5
Monopoly Game CD-ROM (CD Win)
Hasbro Interactive
$31
8
4
Command & Conquer Red Alert(CD DOS/Win95)
Virgin
$48
9
3
X-Wing vs Tie Fighter (CD Win95)
LucasArts
$47
10
*
Warcraft Battle Chest (CD MS-DOS)
Davidson
$50
11
9
Need For Speed II (CD Win95)
Electronic Arts
$45
12
18
Barbie Fashion Designer (CD Win)
Mattel
$38
13
15
Tomb Raider (CD Win)
Eidos
$37
14
8
Command & Conquer Counterstrike (CEWin95)
Virgin
$21
15
11
Microsoft Return of Arcade (Win 95)
Microsoft
$29
16
7
NASCAR II (CD Win95)
Sierra On-Line
$46
17
13
Redneck Rampage (CD MS-DOS)
Interplay
$43
18
12
Quake (CD MS-DOS)
GT Interactive
$49
19
★
Escape From DeVil Manor (CD Win95/Win)
Disney
$34
20
16
Lords of thè Realm 2 (CD Win95/Win)
Sierra On-Line
$47
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
209
Commento alla Top 100 di Francesco Carlà
(la top 100 completa la trovate su litto://www.worl
3
1
2"
33 Diablo (W)
Blizzard RP
1
[2154]
2
1
8 Dungeon Keeper
Bullfrog/Electronic Arts RP
1
[2322]
3
3
40 Heroes of Might & Magic 2/add-on
New World/3DO ST
2
[2091]
4
4
39 Command & Conquer .'Counterstrike (Red Alerti
Westwood WS
1
[2101]
5
5
77 Civilization 2 (W)
MicroProse ST
1
[1879]
6
7 A
4 X-Com 3 (Apocalypse)(!)
Mythos/MicroProse ST
6
[2351]
7
6
56 Quake/add-o
Id/GT SH ‘
1
[1999]
8
8
90 Warcraft 2/add-on (Tides of Darkness)
Blizzard WG
2
[1817]
9
9
39 Master of Orion 2 (Battle at Antares)
MicroProse ST
3
[2095]
10
10
9 Carmageddon (M)
Stainless/SCI/Interplay RA
10
[2310]
Praticamente nulla o quasi da segnalare questo mese, visto che la classifica riflette ancora il periodo estivo un po' sta¬
gnante come tradizione. Credo che l'unica cosa che mi viene in mente di farvi notare possa essere il perdurante succes¬
so di Carmageddon, cnticatissimo (e in Italia perfino denunciato) videogioco inglese in cui dovete spiattellare più passan¬
ti che potete, lo lo trovo più che criticabile idiota. E purtroppo molto venduto visto che si è sistemato al decimo posto. Il
vero rischio qui è che nasca un trend e che molte altre case si mettano ad immaginarsi scemenze simili credendo di
poter riscuotere un successo analogo.
Per il resto c’è X-com Apocalypse. la terza puntata della saga degli alieni e delle spie, che è già al sesto posto dopo
appena 4 settimane dall'entrata in classifica, sintomo che X-com può contare ormai su un nucleo sostanzioso di aficiona-
dos e che quindi può essere ormai considerata una serie consolidata come Warcraft o Command & Conquer.
Credo che le vere novità e i veri rivolgimenti in classifica si cominceranno a vedere già il prossimo mese con l'uscita di
tante delle attese novità autunnali. Intanto Dungeon Keeper. l’ultima creatura di Molineux alla Bullfrog (se ne 6 andato
dopo più di dieci anni e con un sacco di dollari in tasca per fondare la sua casa di produzione, Lyonhead Studiosi, lascia
di nuovo il numero uno a Diablo di Blizzard, vero trionfatore di questo scorcio di 1997.
Ci vediamo a novembre
Top 10 Most Downloads
(i 10 demos e sharegames più scaricati dalla Rete)
1
1
60
Ancient Domains of Mystery
Thomas Biskup RP
1
[1976]
2
2
62
SubSpace (W)
Virgin AC
1
[1955]
3
3
78
Quake
Id SH
1
[1876]
4
4
34
Furcadia
Dragon's Eye RP
3
[2141]
5
7*
113
VGA Planets/WinPlan
Tim Wisseman ST
2
[16511
6
5
22
Carmageddon (M)
Stainless/SCI/Interplay RA
4
[2217]
7
6
15
X-Com 3 (Apocalypse)
Mythos/MicroProse ST
6
[2266]
8
11 A
82
Duke Nukem 3D
3D Realms/GT SH
1
[1863]
9
12 A
16
Exile 3 (Ruined World)
Spiderweb RP
8
[2251]
10
10
14
Shadow Warrior (M)
3D Realms/GT SH
5
[2272]
210
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
ALTA RISOLUZIONI AUTOSCAN DIGITALE
0,26 dot 1600X1200 TRINITRON TC091 IS09241-3
PERFEZIONE NE LIA GEOMETRIA TECNOLOGIA CYBERSCREEN
MONITOR PER GRAFICA 20 n /21
LA GARANZIA E L AFFIDABILITA
DI UN GRANDE MARCHIO ITALIANO
Numero Verde
167-018116
htt[)://nni'u\niiibit.it aiutili iiifo@miibit.it
INIBII by D.Top Europe s.r.l. - Via Tezze 20G - 36073 Comedo Vie. (VI) - Tel. (0445) 424.936 - Fax (0445) 428 998
Intelligiochi
L
ai v.orraao oiustozzi
Internet batte il DES
Internet è il vero Multivac di Asimov: un supercomputer ultraparallelo esteso a
tutto il globo, attivo tutto il giorno e tutti i giorni, costituito da decine di migliaia
(potenzialmente milioni) di nodi indipendenti ma cooperanti. Quando anche una
minima frazione dei computer connessi alla Rete donano ad una causa comune
i propri cicli inutilizzati di CPU il risultato è lo sviluppo di una potenza di calcolo
mai vista sulla Terra. Questa potenza, impiegata in un grande sforzo congiunto
analogo a quello della GIMPS, ha infine avuto la meglio del venerabile DES, il
cifrario federale americano lar¬
gamente utilizzato in tutto il
mondo da vent anni. E a propo¬
sito di GIMPS è notizia freschis¬
sima la scoperta di un ulteriore
gigantesco primo di Mersenne.
La potenza del Multivac è ora¬
mai inarrestabile...
«.c, We cracked thè code!
La notizia già ve l'ho anticipata lo scorso
mese, nel primo numero raggiungibile a
causa della pausa estiva: il DES, l’algoritmo
di cifratura standard americano, è stato for¬
zato mediante un "banale" attacco a forza
bruta operato da alcune migliaia di computer
coordinati via Internet nel cosiddetto proget¬
to DESCHALL Si tratta di un risultato stori¬
co, di fondamentale importanza nell'attuale
dibattito sulle moderne tecniche crittografi-
che Certo la sua valenza, chiariamolo subito,
6 essenzialmente teorica: nella pratica non
significa che il DES vada istantaneamente
abbandonato o che tutto ciò che nel mondo
è attualmente cifrato col DES sia irrimediabil¬
mente compromesso- Anzi, in qualche
modo il DES esce rafforzato da questa
prova, nel senso che l'idea e la tecnica che
lo hanno ispirato si sono rivelate ancora vali¬
dissime dopo esattamente vent’anm di ono¬
rato servizio, tant'è che l'unico attacco tutto¬
ra possibile rimane ancora quello a forza
bruta Ma proprio qui sta il punto: la lunghez¬
za della chiave di cifratura del DES, conside¬
rata più che sicura nel 1977, è oramai troppo
insufficiente per resistere ad un motivato
attacco a forza bruta Lo si sospettava da
tempo, ma solo ora l'iniziativa DESCHALL lo
ha dimostrato in maniera certa ed evidente.
La conclusione dunque non è che il DES in
sé sia fatto male, tutt'altro; è certo invece
che per avere una reale sicurezza dei sistemi
crittografici non bastano più chiavi "corte”,
considerate sufficienti solo pochi anni fa, ma
occorrono chiavi lunghe almeno il doppio se
non ci si vuole crogiolare in un falso senso di
sicurezza.
Questo mese vedremo dunque nel detta¬
glio come sono andate le cose. Naturalmente
prima di poter fare la cronaca della "sfida"
lanciata dalla RSA, cui ha risposto con suc¬
cesso l'iniziativa DESCHALL, sarà opportuno
riprendere brevemente il discorso sin dall'ini¬
zio a beneficio di quanti non si trovino a loro
agio con la materia. Faremo dunque per
prima cosa un breve passo indietro per rinfre¬
scarci la memoria sul DES e la sua struttura
Maggiori informazioni su di esso, compresa
la sua storia, si trovano su Intelligiochi del
gennaio 1994 (MC136) e qui non posso
ovviamente ripeterle tutte, oggi tuttavia sono
in grado di aggiungere notizie sul DES che si
sono rese disponibili alla comunità crittologi-
ca internazionale solo in tempi assai recenti e
non sono ancora state diffuse ampiamente
presso il grosso pubblico.
Naturalmente nel discorso sarò anche
costretto ad usare un minimo di terminologia
tipica della crittografia e qualche concetto
fondamentale di questa disciplina: chi fosse
proprio digiuno della materia può utilmente
andarsi a rileggere le varie serie di articoli
che in passato ho dedicato all'argomento,
anche al di fuori di Intelligiochi.
Il DES, una pietra miliare
Siamo dunque nel 1977 quando l'ammini¬
strazione federale degli Stati Uniti compie un
atto assolutamente nuovo e fuori dagli sche¬
mi precedenti: l'NBS (National Bureau of
Standards) pubblica come standard tecnico
un algoritmo di crittografia, raccomandandone
l'uso neH'Amministrazione per tutti i dati riser¬
vati ma non classificati, ed anche per applica¬
zioni commerciali. Le motivazioni dietro que¬
sta mossa risalgono ad alcuni anni prima, e
vanno ovviamente viste nell'ottica di poter
armonizzare ed omogeneizzare in un'unica
struttura standard tutte le necessità di prote¬
zione dei dati che emergevano sia in vari set¬
tori della società (banche, aziende ,) che nel¬
l'ambito stesso dell'Amministrazione dello
Stato. Il vasto diffondersi dei computer e delle
comunicazioni elettroniche, infatti, aveva por¬
tato ad una crescente richiesta di sistemi atti
a mantenere la riservatezza delle informazioni
memorizzate e trasmesse in forma digitale,
ma le soluzioni proposte dall'industria non
godevano tutte delle necessarie garanzie di
sicurezza ed affidabilità richieste dalla delica¬
tezza della materia, oltre ad essere assoluta-
mente disomogenee come implementazione
e quindi incompatibili tra loro Uno standard
federale era dunque quanto di più utile ed
auspicabile per favorire la crescita del settore
dell’EDI (Electronic Data Interchange) e delle
212
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Intelligiochi
transazioni computerizzate.
Questo standard, maturato in circa tre anni
di studio a partire da un prodotto originaria¬
mente sviluppato dall'IBM e chiamato LUCI-
FER, si concretizza infine nel gennaio del 1977
quando viene pubblicato sul FIPS PUB 46 col
nome di Data Encryption Standard, o piu sem¬
plicemente DES. Nato esplicitamente per
essere implementato efficientemente in
hardware, ma suscettibile anche di implemen¬
tazione in software, il DES si basa su una
struttura iterativa a blocchi nella quale diverse
tipologie di trasformazione e permutazione
operate a livello di bit si alternano e si concate¬
nano in modi piuttosto complicati. Ed ecco il
primo giallo: lo standard descrive m dettaglio
tutte queste trasformazioni, attuando cosi in
pieno i dettami del cosiddetto "Principio di
Kerchoffs" sulla trasparenza dei metodi critto¬
grafici. ma non spiega i motivi teorici che
hanno portato a scegliere ed utilizzare proprio
quelle particolari trasformazioni e non altre
Ricordo che il principio enunciato da
Kerchoffs sul finire del secolo scorso, e che
da lui prende il nome, afferma che la sicurezza
di un sistema crittografico deve risiedere per
intero nelle chiavi di cifratura e non nella
segretezza del procedimento, il quale deve
anzi ritenersi di pubblica conoscenza
Oggigiorno nessun crittologo serio si fidereb¬
be a scatola chiusa di un sistema dal funziona¬
mento sconosciuto: solo profondi studi teorici
possono giustificare la bontà o meno di un
algoritmo di cifratura Ciononostante, le moti¬
vazioni di fondo sulle scelte implementative
del DES rimarranno classificate per molti anni
dando origine ad una vasta sene di congetture
relative ad ingerenze più meno profonde della
NSA (National Security Agency) nella definizio¬
ne della struttura del sistema. Si disse tra l'al¬
tro che l'NSA, che vi ricordo essere l'ente
federale americano responsabile della critto¬
grafia e della sicurezza nelle comunicazioni,
aveva inserito a bella posta nell'algoritmo
delle debolezze ben nascoste che consentiva¬
no ai suoi agenti di decrittare con facilità mes¬
saggi cifrati col DES.
Solo assai di recente la verità ha cominciato
a venire a galla, e credo di essere tra i primi a
raccontarla su un mezzo di comunicazione
rivolto al grosso pubblico e non agli addetti ai
lavori In effetti la stranezza delle trasformazio¬
ni impiegate nel DES aveva un senso preciso
era mirata a rendere l'algoritmo resistente ad
un tipo di attacco molto potente, del tutto
nuovo e ancora sconosciuto in quell'epoca
alla comunità crittologica mondiale. Si tratta di
quella che oggi viene chiamata crittanalisi dif¬
ferenziale, una disciplina riscoperta indipen¬
dentemente da Eli Biham e Adi Shamir (que¬
st'ultimo è la "S" nella sigla del ben noto
algoritmo a chiave pubblica RSAI e descritta
solo agli inizi degli anni '90 Bene, i crittologi
della IBM assieme a quelli della NSA avevano
scoperto e studiato questa nuova fenile tecni¬
ca crittanalitica durante gli studi sul DES, ma
le autorità avevano deciso di mantenerla
segreta perché la sua diffusione avrebbe
potuto minare la supremazia cnttologica degli
Stati Uniti e costituire un grave rischio per la
sicurezza nazionale. Il DES fu cosi reso immu¬
ne alla crittanalisi differenziale scegliendo con
estrema cura le trasformazioni interne, uno
DATA
ENCRYPTION
STANDARD
CAIEGORr AOP OPERATIONS
SUBCATEGOR» COMPUTER SECURIt»
La copertina dei famoso fascicolo FIPS PUB 46 in
cui, nel gennaio 1977, fu pubblicato il DES
dei suoi autori ha recentemente confessato
che per mettere a punto la struttura delle
cosiddette S-box (per la cui descrizione vi
rimando al citato MCI36) furono impiegati
speciali programmi di simulazione che giraro¬
no ininterrottamente per mesi e mesi sui piu
potenti elaboratori di cui all’epoca i laboratori
IBM disponevano! La descrizione di tali tra¬
sformazioni fu ovviamente resa pubblica
assieme allo standard perché in caso contra¬
rio nessuno avrebbe potuto implementare
davvero l'algoritmo, ma le motivazioni teori¬
che sottostanti alla scelta delle
trasformazioni stesse furono
mantenute rigorosamente
segrete perché dalla loro cono¬
scenza si sarebbe potuto risali¬
re alla teoria della crittanalisi dif¬
ferenziale
Il risultato fu comunque un
sistema crittografico assai
robusto e praticamente impe¬
netrabile, che ha resistito
imperturbabile ad un ventennio
di attacchi di tutti i tipi Altri
sistemi successivi al DES ed
apparentemente altrettanto
robusti sono recentemente
caduti sotto i micidiali colpi della crittanalisi dif¬
ferenziale; nel caso del DES. invece, si è
dimostrato che questo attacco ha un'efficien¬
za praticamente pari a quella della ricerca della
chiave a forza bruta, il che lo rende in pratica
del tutto inattuabile. In altre parole ciò signifi¬
ca che la crittanalisi differenziale non rappre¬
senta affatto una ''scorciatoia" per forzare il
DES. e che fra tutti i sistemi di attacco il piu
efficiente rimane ancora quello di mettersi
semplicemente li a provare tutte le chiavi pos¬
sibili. una ad una. fino ad azzeccare quella giu¬
sta!
Il problema della chiave
E qui, appunto, casca l'asino. Anche in un
sistema crittografico praticamente perfetto,
tale cioè da non offrire il fianco ad alcun tipo
di forzatura basata su tecniche crittanalitiche.
è sempre possibile tentare di. indovinare la
chiave di decifratura. Infatti, a parte il caso del
cifrario teoricamente perfetto basato sul
cosiddetto one-time pad, nel quale la chiave
è lunga quanto il messaggio cifrato e non
viene riutilizzata mai più, in ogni altro cifrario
reale la chiave è costituita da un insieme limi¬
tato di bit, quindi l'esplorazione di tutte le
possibili combinazioni avviene senz'altro in
un tempo finito E' dunque sempre disponibi¬
le al decrittatore l'ultima risorsa della ricerca
"a forza bruta", consistente nel provare in
successione tutte le possibili chiavi di decifra-
tura fino a trovare quella giusta. Chiaramente
si tratta di un lavoro improbo ma a volte,
come nel caso del DES, sembrano non
esserci strade migliori e dunque si fa buon
viso a cattivo gioco.
Il problema dunque di chi costruisce siste¬
mi crittografici è anche quello, banalmente, di
rendere particolarmente scomoda (ossia
lunga e dunque costosa) la ricerca della chia¬
ve per forza bruta. Come si fa?
Semplicemente rendendo estremamente
ampio il cosiddetto "spazio delle chiavi",
ossia il numero di chiavi da sondare, di modo
che all'attaccante necessiti un tempo impro¬
ponibilmente lungo per affrontare una ricerca
fruttuosa. Ciò è tanto più importante quando
l'avversario è un computer, che può stolida¬
mente provare migliaia di chiavi al secondo
per giorni interi senza stancarsi.
Una misura rozza della difficoltà di questo
genere di attacco è data dunque dalla dimen¬
sione dello spazio delle chiavi. Il PIN del
vostro Bancomat, costituito di sole cinque
cifre, è praticamente impossibile da indovina¬
re per caso al pnmo colpo (c'è una probabilità
su 100000) e resiste abbastanza tranquilla¬
mente anche ad una ricerca sequenziale,
infatti volendo impostare a mano sul termina¬
le tutti i possibili numeri di cinque cifre, anche
supponendo di riuscire a provarne ininterrot¬
tamente uno al secondo, ci vorrebbero quasi
28 ore per terminare il compito! Pur conside¬
rando che in media basterà sondare solo la
metà circa delle chiavi possibili per incappare
in quella giusta la meno di non essere sfortu¬
nati come Paperino né fortunati come
Gastone . I si vede che anche le "sole" 14
ore medie di tentativi sono del tutto inattuabi¬
li sul piano pratico. Ne consegue che le chiavi
del Bancomat sono adeguatamente dimen¬
sionate in rapporto all’uso per il quale il siste¬
ma è progettato, e dunque l'attacco a forza
bruta non e la scelta migliore. (E comunque,
tanto per non indurre nessuno in tentazione,
il terminale Bancomat provvede a trattenere
la tessera dopo l'inserimento di tre sole chia¬
vi errate...).
des Help crack thè code!
Chalengc *
Il logo dell'iniziativa DESCHALL durante il lavoro diceva "aiutateci a
forzare il codice " In apertura il logo adottato dopo il successo
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
213
Intelligiochi
Com'e invece la situazione nel caso del
DES? Come dicevo prima, il DES attua una
cifratura a blocchi sui byte di ingresso, a
gruppi di otto alla volta. La chiave è anch'es-
sa di otto byte, ma il bit alto di ciascuno di
essi viene utilizzato come controllo di parità
(come si usava una volta) e non partecipa alla
struttura della chiave In pratica dunque la
chiave del DES è composta da 56 bit, Sono
tanti o pochi? Facciamo un rapido conto lo
spazio delle chiavi è formato da 2*® elementi,
che in notazione decimale equivale a circa
7,2x10'® ossia oltre settantadue milioni di
miliardi di combinazioni distinte Un ipotetico
computer con clock a 500 MHz che potesse
sondare una chiave ad ogni ciclo di clock ci
metterebbe centoquarantaquattro milioni di
secondi ad esaminarle tutte; anche conside¬
rando probabilisticamente sufficiente l'esa¬
me della sola metà delle chiavi, il tempo
mediamente necessario per trovare quella
giusta sarebbe comunque di ben 834 giorni,
pan a due anni e tre mesi di lavoro continua¬
tivo! Se questo ragionamento appare convin¬
cente oggi, quando una macchina come
quella ipotizzata è quasi alla portata della tec¬
nica, figurarsi vent'anni fa quando le potenze
di calcolo disponibili erano enormemente
inferiori. Eppure,..
Eppure sin da pochissimi anni dopo la
prima introduzione del DES la comunità crit-
tologica mondiale cominciò a lanciare l'allar¬
me. Ben consci del rapidissimo progresso
della tecnologia elettronica, alcuni ricercatori
valutarono come possibile in un prossimo
futuro la costruzione di un supercomputer
specializzato, basato su chip progettati appo¬
sitamente, che potesse tentare con succes¬
so l'approccio a forza bruta in tempi ragione¬
voli e con costi alla portata del governo di
una superpotenza come gli USA o l'allora
URSS. Diffie ed Hellman (li abbiamo incon¬
trati il mese scorso, ricordate?) in un docu¬
mento del 1977 valutarono che entro qual¬
che anno sarebbe stato tecnologicamente
possibile costruire un chip LSI in grado di
sondare una chiave ogni microsecondo,
ossia 8,6x10'° chiavi al giorno; benché un
singolo chip del genere avrebbe impiegato
circa un milione di giorni per sondare l'intero
spazio delle chiavi, ad una macchina super¬
parallela costituita da un milione di chip
come questo sarebbe bastato un solo giorno
per farlo. Il costo stimato all'epoca per un
oggetto del genere era di 20 milioni di dollari,
che ammortizzato in cinque anni corrisponde
a diecimila dollari al giorno; considerando che
in media solo la metà dello spazio delle chia¬
vi viene sondato in ciascuna ricerca, ciò porta
il costo specifico a soli cinquemila dollari pei
ciascuna soluzione trovata Numeri, come si
vede, enormi ma sicuramente alla portata di
una grande potenza commerciale mossa da
una forte motivazione
Un ulteriore studio del 1993 portò a ritene¬
re fattibile la costruzione di una macchina
forza-DES dal costo di un solo milione di dol¬
lari ed in grado di trovare una chiave in tre
ore e mezza di media. Secondo Winn
Schwartau. la NSA costruì effettivamente
una macchina del genere sin dalla metà degli
anni '80; sembra inoltre assodato che anche
la Harris Corp. ne avesse una, la quale utiliz¬
zava un Cray Y-MP come front-end.
La sfida della RSA
Sin da allora le discussioni sulla possibile
debolezza del DES dovuta alla dimensione
troppo ridotta della chiave sono continuate
praticamente senza sosta nella comunità crit-
tologica, ma senza approdare realmente a
nulla di concreto Da una pane cerano l'NSA
e il governo che. per il tramite del NBS, insi¬
stevano che 56 bit andavano più che bene
per ogni tipo di sicurezza non militare; dall'al¬
tro c'erano gli scienziati che ritenevano tale
lunghezza ormai insufficiente alla luce del
prodigioso progresso dei sistemi di calcolo.
In effetti il DES ha passato già ben tre ''revi¬
sioni" periodiche, una ogni cinque anni, che
ne hanno riconfermato la validità come stan¬
dard federale La quarta avverrà entro la fine
di quest'anno, ma come vedremo il suo risul¬
tato è ora assai incerto.
Da notare comunque che tutte le discus¬
sioni sulla chiave del DES non sono solo teo¬
riche ma hanno anche una valenza assai pra¬
tica il governo degli Stati Uniti mediante
CITAR (International Traffic in Arms
Regulations! ha infatti sempre proibito l'e¬
sportazione di tecnologie crittografiche con
chiave di lunghezza superiore a 56 bit, consi¬
derate di interesse strategico a fini militari, di
fatto bloccando per un lungo periodo ogni
progresso dell'industria civile in tale campo
Qualcuno dice che in ciò si vede lo zampino
della NSA, la quale era senz'altro in grado di
forzare sistemi fino a 56 bit ma non oltre
Fatto sta che le aziende statunitensi impe¬
gnate nel mercato della crittografia vedevano
sempre più di cattivo occhio questa limitazio¬
ne, che faceva perdere loro di competitivita
nei confronti di concorrenti europei o asiatici
non sottoposti alle regolamentazioni ITAR II
nascere poi di sistemi di crittografia a chiave
pubblica, nei quali la chiave deve struttural¬
mente essere piu lunga rispetto a quella
usata nei sistemi tradizionali, ha contribuito
ad aumentare la tensione e le discussioni
anche in sede governativa
Giungiamo cosi agli inizi di quest'anno
quando la RSA, ditta americana che detiene i
diritti dell'omonimo sistema crittografico a
chiave pubblica (inventato da Rivest, Shamir
e Adleman e considerato unanimemente il
migliore di tutti) decide di verificare sul
campo se davvero i 56 bit del vecchio DES
sono ancora un valido baluardo contro l'attac¬
co a forza bruta. Il 28 gennaio scorso, duran¬
te la tradizionale conferenza sulla sicurezza
dei dati che organizza annualmente, la RSA
lancia pertanto una pubblica sfida estesa via
Internet a chiunque ed avente come oggetto
la decrittazione di alcuni brevi testi cifrati col
DES e con l'RC5 secondo chiavi di varie lun¬
ghezze. Per la cronaca il cifrario RC5 è un'in¬
venzione di Ron Rivest (la "R" della RSA); si
tratta in effetti di un'intera famiglia di cifrari
che differiscono tra loro per la dimensione di
alcuni parametri fra cui la lunghezza della
chiave, ed è il sistema di cifratura usato tra
l'altro da Netscape e Internet Explorer per
gestire transazioni sicure su Internet tramite
SSL (Secure Socket Layer).
I messaggi da decrittare consistono in una
prima parte nota, in modo che al decrittatore
sia possibile accorgersi di aver trovato la giu¬
sta chiave di decifrazione, ed in una seconda
parte segreta che costituisce la prova dell’av-
venuta decrittazione I testi vengono pubblica¬
ti alle nove di mattina del 28 gennaio sul Web
della RSA, e subito parte la caccia In palio,
oltre la fama, premi in denaro neanche tanto
simbolici: mille dollari per la forzatura del cifra¬
no RC5 con chiave di 40 bit, cinquemila per la
forzatura dell'RC5 a 48 bit, diecimila per la for¬
zatura dell’RC5 con lunghezze di chiave supe¬
riore la passi di otto bit fino a 128 bit) e per
quella del DES (chiave fissa di 56 bit).
A mezzogiorno e mezza dello stesso 28
gennaio, solo tre ore e mezza dopo l'apertura
della sfida, cade ingloriosamente l'RC5 a 40
bit, forzato da uno studente armato di work¬
station Che 40 bit fossero davvero troppo
pochi lo sospettavano tutti, ma che ci volesse
davvero cosi poco a forzarli lo immaginavano
forse in pochi. Il passo successivo, la forzatu¬
ra dell'RC5 a 48 bit, arriva poco dopo: per la
precisione il 10 febbraio alle 10 di mattina, a
sole 313 ore di distanza dalla pubblicazione
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
La GIMPS col p isce ancora!
Ebbene, l'iniziativa GIMPS (Great Internet Mersenne Prime Search) ha colpito ancora!
Vi ricordate della GIMPS, vero? Ne abbiamo parlato su MC171 lo scorso marzo si tratta
di quel gruppo di persone, coordinate da George Woltman, che utilizza i propri compu¬
ter collegati via Internet per cercare i numeri primi di Mersenne Lo scorso novembre la
GIMPS trovò quello che quasi certamente è il 35mo primo di Mersenne, ora ha ripetuto
il successo con il 36mo numero trovato il 24 agosto In simboli il nuovo primo di
Mersenne si scrive 2 297622 '-1 ma si può indicare più brevemente come MI2976221);
esso è in assoluto il più grande numero primo conosciuto, essendo composto di
895.932 cifre. La primalità di questo numero è stata confermata da David Slowinsky, il
più grande cacciatore di grandi numeri primi della stona, che con il suo fido Cray si è
assunto il compito di verificare i risultati ottenuti dalla GIMPS II nuovo numero primo di
Mersenne da ovviamente origine ad un nuovo numero perfetto, il 36mo noto, che si
scrive 2 2976220 (2 297622, -1) ed ha la bellezza di 1.791 864 cifre!
Nel corso della sua ricerca la GIMPS ha anche confermato di recente che MI859433I
ed M(1257787) sono rispettivamente il 33mo ed il 34mo primo di Mersenne, che
M11398269) ed M(2976221) siano realmente il 35mo ed il 36mo non è ancora del tutto
certo, dato che i relativi intervalli non sono stati ancora esaustivamente sondati, ma la
cosa sembra molto probabile e comunque verrà verificata tra breve.
Per maggiori informazioni fate un salto su intov/www mersenne ora da cui potete
anche saltare alla pagina italiana della GIMPS curata da Luigi "ET" Morelli
214
DESCHflLL fkxr* 9 * host speed <estiutrd>
558
150
Intelligiochi
KSCMRLL Host* p«r d*y
MarlS IUr29 Apri 2 Apr26 rt»yie tl«y24 Jun07 Jun21
D»v <tO n.i*i.ght, Junl4>
DESCHflLL K«V« p*r <J*y
D*y <to (liOiight. Junl7>
Tre grafici che danno la
misura dell'attività
svolta dal progetto
DESCHALL In alto a
sinistra la potenza
complessiva sviluppata
dagli host partecipanti
sopra il numero di host
coinvolti nella ricerca,
qui a fianco il numero
di chiavi sondate per
giorno
dei messaggi cifrati da parte della RSA. Un
intero campus universitario si è mobilitato per
questa prova. La comunità antologica gongo¬
la. il governo americano comincia a provare
un certo imbarazzo, le aziende come
Netscape. IBM e Microsoft alzano la voce
affinché sia loro concesso di utilizzare chiavi
piu lunghe per i loro sistemi destinati all'e¬
sportazione
Tocca ora ai cifrari a 56 bit. Fra DES e RC5
c'è tuttavia una profonda differenza psicologi¬
ca: tutto il mondo attende di vedere quanto
ci metterà a cadere il vecchio DES Certo 56
bit cominciano ad essere tanti, non basta un
supercomputer e nemmeno i calcolatori di
un'intera università a spazzolarli tutti. Cosi il
13 marzo Rocke Verser, un programmatore
di Loveland nel Colorado, fa partire una
gigantesca iniziativa, chiamata DESCHALL.
con la quale mira a demolire il DES utilizzan¬
do la potenza di calcolo altrimenti inutilizzata
di migliaia di computer sparsi per il mondo. Il
progetto prevede la partecipazione cooperati¬
va, volontaria e disinteressata, di migliaia di
partecipanti, singoli utenti od organizzazioni,
costoro, coordinando i propri sforzi via
Internet, si suddividono lo spazio delle chiavi
scandagliandone ciascuno un pezzetto a
seconda delle proprie disponibilità di hardwa¬
re e di tempo macchina. Verser scrive un
apposito Client di ricerca che viene distribuito
gratuitamente a tutti i partecipanti
La fama via via guadagnata dall'iniziativa fa
aumentare di giorno in giorno il numero dei
volontari che si dedicano all'impresa: la chia¬
ve giusta viene trovata infine la sera del 17
giugno da un programmatore di un'azienda
dello Utah utilizzando un ''misero" Pentium
90 Sono passati 140 giorni dall'apertura della
sfida ma solo 96 giorni dall'inizio del proget¬
to E' bastato cercare appena il 24,6% dello
spazio delle chiavi, un notevole colpo di for¬
tuna rispetto alla durata attesa La ricerca ha
coinvolto complessivamente circa 70.000
computer ed ha proceduto ad un ritmo
costantemente crescente: la velocità media
negli ultimi giorni era di circa sette miliardi di
chiavi esaminate al secondo, ossia circa lo
0.7% dell'intero spazio delle chiavi al giorno:
se si fosse mantenuto questo ritmo sin dall'i¬
nizio l'intera ricerca sarebbe durata solo 32
giorni. Da notare comunque che i piu impor¬
tanti "ricercatori" in ordine di chiavi esamina¬
te sono state università e grandi organizza¬
zioni. che hanno partecipato al progetto in
pieno spinto scientifico: ai primi quattro posti
si sono cosi piazzate rispettivamente le
Università dell'lllinois. la Penn State, la
Carnegie Mellon ed il Georgia Tech, al quinto
la Sun Corporation, al sesto il MIT
Per la cronaca il messaggio segreto era:
"Strong cryptography makes thè worid a
safer place", ossia "una crittografia robusta
rende il mondo più sicuro ", I diecimila dollari
del premio sono stati suddivisi, come da
accordi iniziali, in due quote il 60% a Rocke
Verser che ha ideato e coordinato il progetto
DESCHALL ed il 40% a Michael Sanders che
ha effettivamente trovato la chiave giusta
Ed ora?
Chiaramente il risultato dell'iniziativa
DESCHALL ha gettato un peso non indiffe¬
rente sulla attualità e validità del DES. A que¬
sto punto non è del tutto scontato che esso
passerà indenne alla quarta revisione periodi¬
ca da parte del NIST (National Institute of
Standards and Technologies, l'organismo che
ha sostituito il National Bureau of Standards)
programmata per quest'anno. Sarà poi una
n»y <to Midnlght, Junl7>
coincidenza, ma proprio pochi giorni dopo
l'annuncio della forzatura del DES il governo
americano ha rilasciato dapprima a Netscape
poi anche ad altri la possibilità di esportare
prodotti di crittografia, in particolare incorpo¬
rati nei browser Internet, con chiave a 128
bit. Per ora si tratta di una speciale deroga al
regolamento dell'ITAR, ma sembra un buon
precedente e lascia presagire un sostanziale
ammorbidimento alle rigide regole imposte
dagli USA contro l'esportazione di tecnologie
aittografiche II mercato chiede a gran voce
di poter usare e vendere sistemi con chiavi a
128 bit. le uniche che rimarranno sicuramen¬
te inviolabili alla forza bruta per parecchio
tempo: la pratica ha dimostrato che 56 bit
sono troppo pochi, e 64 potrebbero esserlo
altrettanto, tanto vale passare decisamente
ad una lunghezza del tutto fuori della portata
di qualsiasi supercomputer attuale o futuro.
Per quanto riguarda il DES, comunque, la
sua sorte non e necessariamente segnata
Già da anni, infatti, diversi crittologi avevano
proposto ingegnosi sistemi atti ad aumentare
di fatto la lunghezza della sua chiave senza
stravolgerne l'ottima struttura essenzialmen¬
te si basano sull'applicazione ripetuta del DES
con chiavi diverse in successione, ed utilizza¬
no algoritmi più o meno efficienti per combi¬
nare tra loro le iterazioni e le chiavi parziali
Alcuni di questi sistemi raddoppiano effettiva¬
mente la lunghezza della chiave del DES e ne
aumentano inoltre la robustezza anche nei
confronti di nuovi tipi di attacchi crittanalitici
recentemente scoperti Uno dei migliori sem¬
bra essere il "triplo DES" proposto da
Tuchman, che in realtà usa due sole chiavi
combinate in un'alternanza di cifrature e deci¬
fratore che irrobustiscono parecchio il sistema
(questa variante è già stata adottata negli
standard internazionali X9 17 e ISO 8732)
Probabilmente il NIST si limiterà a raccoman¬
dare uno di essi come nuovo standard federa¬
le, lasciando magari il DES "normale" alle
sole applicazioni meno sensibili Certo non è
possibile abbandonare il DES da un giorno
all'altro: la soluzione migliore sembra dunque
essere quella di utilizzarlo in forma compatibi¬
le ma irrobustita, in attesa magari che la situa¬
zione internazionale si chiarisca e venga pro¬
mulgato qualche nuovo standard basato su
algoritmi magari migliori e comunque con
chiavi di maggiore lunghezza.
Noi ci rivediamo il prossimo mese MS
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
215
L Avvisi ai Naviganti
a cura di Corrado Giustozzi
Il Tour delle Piramidi
Vi interessa un Tour delle Piramidi? Sapere quando, come, perché
e da chi sono state costruite? In poche parole: vi interessa
confrontarvi con le affermazioni scientifiche che si combattono,
Se i misteri dell'Antico Egitto sono nella
sfera dei vostri interessi, sia culturali che
turistici, la prima cosa da fare è lanciare
•'URL: rmp://wwwApps Qrq/w,fl50/P.a
oes/nova/pyramid poi... aspettare che si
carichi la bellissima home page della No¬
va Research e quindi godersi lo spetta¬
colo. Spettacolo che è veramente note¬
vole, sia per le immagini che si comin¬
ciano subito a vedere che per i contenu¬
ti che vengono elencati.
L'immagine stilizzata si offre a mappa
per i collegamenti verso le Piramidi di
Cheope, Chefren e Micerino, nonché la
Sfinge A seguire, in lista, ci sono poi
tutti i collegamenti verso i riferimenti
storici al riguardo dell'Antico Egitto, la
storia della piana di Giza e la prima serie
di domande sul tema "le Piramidi": chi
le ha costruite? Come sono state co¬
struite? Quanto sono antiche?
ma
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Who Built thè Pyramids?
The qucction
of who buih
ihc pyramidi,
and how, ho»
long been
debated I
In primo piano ve¬
diamo l'invitante
trame con il linking
verso il tour virtuale
(in QuickTime VR)
che ci porterà a vi¬
sitare l'interno della
Piramide di Cheo¬
pe. Andando avanti
per gradi (sembra
quasi che, in virtua¬
le, si senta il gran
caldo che pesa sul¬
la piana!) m'intro¬
duco nella pagina "Esplora le Piramidi",
corrispondente all'URL: http://www2
PbS.org /wg bh/pa.ge s /n QVa /PVra mid /ex
olore . Qui, oltre alle solite descrizioni
storico-introduttive, c'è anche l'interes¬
sante studio, step by step, con il quale
vengono esemplificate, con grafici e cal¬
coli matematici, le
ardite teorie geo¬
metriche che sem¬
brano essere poste
alla base della rea¬
lizzazione delle
strutture piramidali
messe a punto da¬
gli antichi egizi. Le
rivelazioni matema¬
tiche sono tante e
cosi profonde che
ritorna il dilemma: è
possibile che una
civiltà di cinquemila
L'Home page su cui puntare la bussola per Iniziare II nostro "Tour delle Piramidi"
anni fa potesse prima pensare e poi in-
gegnerizzare cosi tanto?
Pun tando la bussola del v ostro browser
su: LimXwww^.I?!2&-QIl
Chi costruì le Piramidi?
In questa page "tutti i
particolari in cronaca’
tuna cronaca ancora da
scrivere completamen¬
te...).
nova/Dvramid/aeometrv/ ... a voi il piace¬
re di studiare trigonometria egizia e so¬
luzioni d arditissima ingegneria precri¬
stiana! Come ulteriore riferimento vi
serve anche la seguente URL
IL'im 77 w w ,vv 2 _ PUS- Jig/vv g b' ■/!> ■> g &s7Ik|
va/Dv r amid/aeometr v/anale, hi ini cTie
puntualizza andando in profondità nella ri¬
cerca trigonometrica. Come puro spunto
si pensi che ciascun lato di ogni piramide
segue un angolo di degradazione verso
la sommità precisissimamente tagliato a
51.1° e che ciascuno dei lati è allineato
esattamente con il nord, il sud, l’est e
l'ovest, Le Piramidi come bussole?
Nel frattempo che vi incuriosite a que-
st'altro enigma, da questa passo ad
un'altra, incredibile page che personal¬
mente ho ribattezzato del ' Piramidi? Fai-
da-te!". La pagina che richiamo è la se¬
guente: | niip.iZwww 24 Jb 3 . ■ £ 4 )/w g
aes/nova/Dvramid/aeometrv/model urrii
dove, con mia massima sorpresa, sco¬
pro la presenza di vere e proprie "istru¬
zioni on-line" su come è possibile co-
ciascuna la propria fetta di verità, su uno
dei più affascinanti misteri della civiltà?
di Bruno Rosati
216
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
Avvisi ai Naviganti
struirsi la propria, piccola piramide. Ci
sto poco, mi domando: "vuoi vedere
che qualcuno ci proverà davvero a co¬
struirsi la propria piccola piramide?", e
poi cedo alla domanda che mi frulla in
testa fin dall'home page del sito della
Nova, chi ha costruito le piramidi?
Eccoci alla domanda piu affascinante
che, linkandosi all'URL: htto://www2.
Dbs.orq/wabh/Daaes/nova/ovramid/ex
olore/builders.html è possibile soddisfa¬
re La questione è stata (è, e lo sarà an¬
cora chissà per quanto!) dibattuta da
egittologi e storici di ogni latitudine e
corrente filosofica. Nella pagina che ve¬
do caricarsi, sempre con bella grafica, il
punto d'incaglio è subito evidenziato
com'è stato mai possibile costruire ogni
singolo monumento nel corso della vita
naturale di ogni faraone che le ha impo¬
sto il proprio nome?
Da Erodoto fino agli storici e ricercatori
odierni il dibattito s'incentra sul numero
di "manovali" preposti alla realizzazione
della Piramide di Cheope. Saranno stati
centomila o solo ventimila? E poi, con
quali mezzi? Possibile che usarono solo
scalpelli e primitivi argani di sollevamen¬
to’ Ovvero, i soli strumenti che fino ad
oggi è stato possibile rinvenire?
L'egittologo Mark Lehner e il direttore
del Museo di Giza Zahi Hawass stanno
lavorando su questa ipotesi intrufolando¬
si negli scavi degli antichissimi cimiteri
che, almeno sembra, custodiscono i re¬
sti degli operai che lavorarono alla co¬
struzione del grande faraone. Presumi¬
bilmente si tratta degli scheletri delle
masse di manovalanza che si affaccen¬
darono intorno alla costruzione della Pi¬
ramide! Voi, se volete, potete seguire le
loro "rilevazioni", oppure puntare verso le
"rivelazioni" di altri ricercatori che riten¬
gono impossibile trovare i resti di venti¬
mila operai, semplicemente perché
non ce ne furono mai cosi tanti. Motiva¬
zione? Semplicemente quella che le Pi¬
ramidi, ben più antiche di quanto la ricer¬
ca ufficiale riesca a comprovare, furono
costruite con altri strumenti (quelli che
non si trovano, perché scalpelli ed arga¬
ni di legno non sarebbero bastati!) in al¬
tre epoche (assai più antiche, addirittura
prima della grande mondazione: forse il
'diluvio universale"?) e da altri esseri
(Atlantide oppure extraterrestri?).
La domanda, che squarcia i troppi veli di
ipocrisia e punta sui troppi interrogativi
mai risolti, è semplice, quanto allarman¬
te: quanto sono antiche le Piramidi? La
risposta, o meglio i tentativi di risposta
possono essere letti ed aggiornati (per¬
ché le testimonianze dell'osservatorio
realizzato dalla Nova Research cambiano
continuamente ad ogni nuova scoperta!)
all'indirizzo: rntp://vywwz pos orqt
wab.h/p.ageg/nQvg/pyramicl/ex.plQreyhQvv
Quanto sono antiche le
Piramidi? Secondo voi
chi ha ragione, tra la
•scienza ufficiale‘ che
dice tremila anni e la
‘new wave’ che affer¬
ma che il datario va
spostato ad oltre dieci¬
mila anni AC.?
H
How Old Are Thè’Pyramids?
73
j;Cyr<in in I l «IMOVAO^I. 3
Qlfl html . L'introdu¬
zione testuale a
quest'aura pagina
di (fanta)scienza è
tutto un program¬
ma.
L'età precisa delle
piramidi di Giza.
lungamente dibat¬
tuta, neanche la
scienza ufficiale rie¬
sce a fissarla con
precisione. Ci sono studiosi che puntano
il datario della storia intorno al 3200 a.C.;
altri che invece affermano che. pur non
avendo ancora dati particolarmente pre¬
cisi, tale data va anticipata almeno del
triplo! Ma anticiparla cosi tanto, ovvero
portarla intorno al diecimila Avanti Cristo
(!) significherebbe buttar via centinaia di
anni di studi e tonnellate di libri che at¬
tualmente parlano del contrario!
Il dibattito qui è davvero infuocato. C'è
di nuovo il direttore del Museo di Giza,
Zahi Hawass, che mena fendenti, ma ci
sono anche i (fanta?)ricercatori che af¬
fermano le teorie-bomba: le Piramidi so¬
no state costruite diecimila anni fa e con
i punti di riferimento di tre precise stelle
della costellazione di Orione. Perché?
E non solo questo: se l'orientamento
delle tre Piramidi è confermato (studian¬
do e traslando la posizione tridimensio¬
nale della volta celeste, le tre stelle di
Orione coincidono perfettamente con la
posizione delle tre Piramidi proprio a do¬
dicimila anni fa!), la Sfinge che è vicina a
queste, dove puntava il suo sguardo?
The precìse *|C of thè
pyramidi of Oi» h»i
ioni becn debutti
becausc, unni now, therc
hss been little evidente
lo prove when thè
pyramids wcrc buflt The
hiftory hook» gcncndly
poini lo 3200 B.C. ai die
approntiate date «ben
die pyramid of Kinifu
wai under eonitmction.
n.« —-ri,. 4„
BT
I EP**tlieoPio I 4 **• I
13
Un grafico (ce ne sono centinaia e centinaia!) che
illustra l'inclinazione precisa al millimetro data ad
ogni parete di ogni Piramide: 51.5 gradi!
Esattamente verso il sole! Un po’ come
se l'insieme delle costruzioni ci dicesse:
noi, che veniamo da quelle tre stelle las¬
sù, diecimila anni fa, abbiamo costruito
questi meravigliosi simboli e con essi
realizzato un vero e proprio orologio stel¬
lare. Vengono i brividi e credo che per
nessuno sia possibile resistere al fasci¬
no di tale teoria: sul nostro pianeta, die¬
cimila anni fa scese (o già vi abitava?)
una colonia di extraterrestri che insegnò
agli uomini la civiltà!
Le cose che sto leggendo ed assimilan¬
do come interrogativi sono troppe e si
accalcano nella mente. Ho bisogno di un
qualcosa che mi distolga un po'. Cosa
c'è di meglio, visto che è tutto pronto, di
fare un tour all'interno della Piramide di
Cheope? Un tour virtuale (sul tipo, per
chi l'ha visto, di quello delle Stanze di
Nefertari) da effettuarsi per mezzo di un
modulo QuickTime Virtual Reality. L'indi¬
rizzo pe r entrare nella Piramide è il se-
guente: lutto //wwwZ pbs orci/wcibn/qj
ge 5 /n Qva7pyrami . d/e x pi . ó r eykhJtu . ent e^
mj. Muniti del proprio plug-in QTVR sarà
possibile muoversi, mouse alla mano e
volgendo lo sguardo digitale su 360 per
360 gradi su angoli, anfratti nascosti e
bui come su stanze e pareti luminose e
da "bocca aperta". Il consiglio è di carica¬
re il percorso ad Alta Risoluzione (l'High-
Resolution da circa 400K) e quindi il per¬
corso fotografico (da 360°) composto da
immagini ad altissima risoluzione. Per
tutto il resto, la visita alle Piramidi di
Cheope, Chefren e Micerino, non voglio
certo togliervi il gusto.
Avevo preventivato, per il prossimo an¬
no, di farci una puntatine nella piana di
Giza. Ora che so cosa mi aspetterebbe,
sono ancora più deciso. Facciamo grup¬
po?
MS
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
217
a cura di Corrado Giustozzi
Cyrix 6x86 MX PR166 e PR 200
Indubbiamente è la sfida del momento: AMD affronta con decisione Intel che
risponde proponendo la versione a 233 MHz del suo Pentium MMX,
ribassando i prezzi e accelerando l’introduzione sul mercato dei nuovi
Pentium II e dei loro successori. In pratica la situazione è più fluida che mai,
ma a trarne vantaggio è l’utente finale che ha la possibilità di scegliere ed
acquistare processori potenti a costi sempre più bassi. In questo rapido
susseguirsi di annunci di nuovi prodotti e ribassi di prezzo abbiamo deciso di
provare le “ammiraglie” ovvero quanto di più potente offrano AMD e Intel per
il “vecchio” Socket 7.
di Luca Angelelli
Sul numero 175 di MCmicrocomputer
abbiamo riportato l'annuncio del nuovo
processore Cyrix dotato di estensioni
MMX: il 6x86 MX. Le versioni commer¬
cializzate sono per ora tre, distinte dal di¬
verso Pentium Rate: PR166, PR200 e
PR233 rispettivamente con clock interno
di 150, 166, 188 MHz. Già comunque so¬
no annunciate versioni con frequenza di
lavoro interno fino a 233 MHz e quindi
con PR molto più alto.
Rispetto al 6x86 già in produzione i mi¬
glioramenti introdotti sono notevoli: oltre
aH'aumento della dimensione della cache
di primo livello, 64 KB unificata per dati e
istruzioni, tutta la struttura interna è stata
rivista e affinata.
Lottando contro il tempo siamo riusciti
ad avere le due unità piu piccole, il 6x86
PR166 e il 6x86 PR200, e a sottoporle ad
alcuni test per verificarne le prestazioni.
Purtroppo non siamo riusciti ad ottenere
il modello PR233 ed a confrontarlo con i
diretti concorrenti della Intel e della AMD.
Nella tabella riportiamo come oramai
di consueto le caratteristiche significative
dei processori in esame. E' interessante
notare come la frequenza di funziona¬
mento raccomandata sia ottenuta varian¬
do il clock della scheda madre mentre il
fattore di moltiplicazione rimane lo stes-
Figura I - Con il codice a
16 on della nostra Suite
le CPU Cyrix 6x86 MX
PR166 e PR200 otten¬
gono punteggi inferiori
al riferimento Pentium
200 soprattutto a causa
della FPU dalle presta¬
zioni interiori a Quelle
della unita di Intel
Figura 2 - I 6x86 MX
non hanno certo un
buon rapporto con i ben-
ch di Intel ottenendo dei
risultali assai deludenti
so Le frequenze ef¬
fettive di funziona¬
mento sono 150
MHz per il PR166,
166 MHz per il
PR200 e 187 5
MHz per .1 PR233.
Nei test effettuati
abbiamo rispettato
le indicazioni della casa ma ci permettia¬
mo di consigliare, qualora fosse possibile,
di utilizzare il PR166 impostando la fre¬
quenza della scheda madre a 75 MHz ed
utilizzando il moltiplicatore 2x. In questo
modo la frequenza nominale di funziona¬
mento del processore è rispettata ma le
prestazioni generali del sistema sono
molto più alte (a questo proposito potete
leggere l'articolo "schede madri e Pro-
218
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Figura 3 - Macromedia Art Director 5 In questo caso sono i Cyrix a rendere la
pariglia a Intel riuscendo a generare un numero superiore di fotogrammi al se¬
condo.
Figura 4 - L'indice di prestazioni delle Norton Utilities e sostanzialmente lo
stesso per le tre CPU. risultato inatteso per quanto riguarda il 6x86 PRI66 che
in questo caso eguaglia il Pentium
Ctack (Miti)
SWlt*hc»»n
li»— .
■«ir. noi
(Vi
Caci» LI.
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(KB)
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JMS
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Sorta» 7
7Ss23
SI
MB con bu. *
75 MH:
Tabella riepilogativa sintetica delle caratteristiche dei processori Cyrix 6x86 MX
cessori "su questo stesso numero).
I test effettuati sono gli stessi che ab¬
biamo utilizzato nell'articolo pubblicato
sul numero 176 pag. 186 ("K6 contro
P233 MMX") ovvero, nell'ordine, la Suite
di MC, gli Intel Media Benchmark, Ma¬
cromedia Art Director 5 e Norton Utilities
II, In tutti i casi abbiamo considerato co¬
me processore di riferimento il Pentium
200 MMX ed i valori ricavati sono stati
normalizzati rispetto a questa CPU
I risultati ottenuti con la nostra Suite
sono riportati in figura 1 In generale il
Cyrix 6x86 MX, come pure il 6x86 nor¬
male, ha una FPU meno prestante di
quella del Pentium e questo riduce le
prestazioni nei test di Render e nel pun-
Facal Proxima
C‘ e questa prova è stata possibile gran
parte del merito si deve alla Facal di
Roma che ci ha messo a disposizione sia le
CPU sia la macchina per il test in tempi che
definire ristrettissimi sarebbe poco.
II sistema è composto da una scheda madre
Asus P55T2P4, 512 KB di cache LI. 32 M di
EDO RAM. scheda video Matrox
Millennium con 2 M di WRAM, CD ROM
12x, HD Western Digital 3.2 G. Il cabinet
Big Tower con apertura rapida laterale è
stato molto apprezzato per la sua praticità
nel corso delle prove
LA.
Facal Products s.r.l.
Via Sihcella 84
00169 Roma
Tel. 06/2389887, fax 06/2389899
Internet iwww tacàHl
teggio complessivo Alle prese con le
operazioni su interi (Amazzoni e Regine)
l'unità dimostra una efficienza superiore
al riferimento.
Alle prese con il test di Intel (figura 2)
le prestazioni risultano assai inferiori a
quelle del Pentium 200 MMX in tutte le
sezioni di prova
La situazione si ribalta con Macrome¬
dia Art Director 5 (figura 3). che utilizza
anch'esso le estensioni MMX, con i 6x86
MX che prevalgono sul Pentium 200
MMX. Indicazione molto interessante
che ribadisce ancora come le moderne
CPU siano molto sensibili al tipo di codice
utilizzato e in un certo qual modo al tipo
di applicativo che si va ad utilizzare.
In figura 4 riportiamo l'indice Norton di
prestazioni del sistema che considera
l’efficienza della CPU e l'interazione con
la RAM e con la scheda madre. In questo
caso a sorprendere e il risultato del 6x86
MX che praticamente eguaglia quello del
Pentium pur con una differenza nella fre¬
quenza di funzionamento interna di ben
50 MHz, in pratica un 25% in più.
I prezzi nei negozi al momento della
redazione di queste note non si sono an¬
cora assestati ma risultano inferiori sep¬
pur di poco ai concorrenti di pari Pentium
Rate.
In pratica siamo di fronte ad ottime
CPU in grado di rivaleggiare ad armi pan
con la concorrenza, il cui unico punto de¬
bole. almeno in base ai test effettuati fi¬
nora, risiede probabilmente nella FPU in¬
feriore a quella, ottima, del Pentium
MMX.
«e
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
219
a cura di Corrado Giustozzi
Facal Proxima Multiprocessor
Quando si parla di un computer
multiprocessore spesso ci vengono in
mente o i sistemi appositamente sviluppati
per calcoli scientifici, costituiti da decine e
decine (quando non centinaia) di CPU che
lavorano in parallelo, oppure i mini utilizzati
come server nelle aziende, basati su due o
quattro processori RISC. Da qualche tempo
tuttavia anche nel mondo dei personal
computer si sta facendo strada la
possibilità di creare un sistema che utilizzi
più processori, adatto ad usi particolari,
dove la potenza di calcolo è un requisito
prioritario.
di Luca Angelelli
Per accrescere la velocità delle CPU
l'industria ha sempre puntato verso
l'aumento della frequenza di clock del
processore, arrivando oramai al 300
MHz (Pentium II) con la promessa di
nuovi limiti da raggiungere nei prossi¬
mi due anni Questa ovviamente non è
l'unica strada percorribile alla ricerca di
prestazioni sempre più elevate Vi sarà
certo capitato almeno una volta nella
vita di dover traslocare o spostare una
certa quantità di materiale: in questo
caso avrete sicuramente avuto modo
di apprezzare l'aiuto di più amici, ma
solo se questi si sono adattati di buon
grado a seguire le vostre direttive. Nel
caso contrario sicuramente avrete rim¬
pianto la richiesta di aiuto, disperati di
fronte al caos creato da un consesso di
uomini di buona volontà lasciati a se
stessi Allo stesso modo facendo coo¬
perare più processori allo stesso pro¬
blema è possibile ridurre enormemen¬
te i tempi di elaborazione, sempre che
il sistema operativo sia in grado di or¬
ganizzare il lavoro dei processori divi¬
dendo le sequenze di operazioni sulle
varie CPU Ovviamente è necessario
che il problema in questione, ovvero il
codice, sia organizzato in modo da es¬
sere divisibile.
Ebbene fino a qualche tempo fa
l'hardware e il software necessari per
realizzare sistemi multiprocessore era¬
no appannaggio di poche ditte specializ¬
zate e i costi ovviamente erano elevati.
Ora con l'avvento del Pentium di Intel e
di Windows NT le cose sono cambiate
drasticamente: da una parte la prima ha
realizzato la sua CPU prevedendo la
possibilità di utilizzare più processori in
parallelo con la logica necessaria ridotta
e inglobata nei chipset, dall'altro Micro¬
soft ha previsto per il suo sistema ope¬
rativo "professionale" la possibilità di ri¬
conoscere la presenza di più processori
e la possibilità di gestirli. Così quasi
senza che ce ne accorgessimo le mac¬
chine multiprocessore sono diventate
una realtà anche nel mondo dei perso¬
nal computer, ma soprattutto una realtà
che ognuno può acquistare nel negozio
sotto casa e gestire con la massima
semplicità.
Un chiaro esempio è rappresentato
dalla macchina in esame, Facal Proxima
Multiprocessor della quale vi invitiamo
fin d'ora a guardare il prezzo di acquisto
per avere immediatamente l'idea
dell'ordine di grandezza dei costi.
Costruzione
Il Facal Proxima Multiprocessor si ba¬
sa su di una scheda madre Asus P/E-
P55T2P4D in grado di ospitare due pro¬
cessori Pentium. Il chipset è l'Intel Tri-
ton 430HX con 512 KB di cache di se¬
condo livello La scheda è in formato
baby AT decisamente dedicata ad im¬
pieghi "prò" con i suoi 4 slot EISA, 3
slot PCI, un Asus MediaBus (in pratica
uno slot PCI con un ulteriore pettine in
grado di ospitare schede audio-video
Asus) ed un solo slot ISA Questa sche¬
da madre può montare fino a 512 M di
RAM (SIMM EDO) sui 4 banchi disponi¬
bili (per un totale di otto pettini). Il con¬
troller per le unità EIDE e per le porte
seriali e parallela è integrato sulla sche¬
da madre.
Il riduttore di tensione per la alimenta¬
zione delle CPU è di tipo switching ed è
posto vicino agli zoccoli dei processori
di tipo Socket 7
La macchina monta 64 MB di RAM
EDO, quantità adeguata per un uso
"professionale" con applicativi pesanti
e con Windows NT4. La scheda video è
la Matrox Mystique con 4 M di SGRAM
mentre il disco rigido è un Quantum Fi-
220
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Facal
Proxima Multiprocessor
Produttore e distributore:
Facal Producis s r i
Via Silicella 84, 00169 Roma
Tel 06 2389887
Fa* 06 2389899
Internet ESEZZZa
Prezzi (IVA compresal
Facal Proxima Dual Pentium 166 MMX, 64 MB
Ram, HD 3.2 GB, SVGA Matrox Mystique 4 M, CD
ROM 16x Mitsumi
Monitor Philips Brilliance 105 £.4 790 000
reball da 3,2 GB, Il CD ROM è un' unita
16x della Mitsumi. Completano la dota¬
zione hardware una buona tastiera W95
ready, il vivace mouse seriale della TDK
e l'indispensabile unità floppy da 1.44
MB
Il Facal Proxima ci è arrivato con due
Pentium MMX 166, che noi abbiamo al¬
ternato con un Pentium 233 MMX per
effettuare le varie prove.
Il cabinet è un bel tower in grado di
ospitare senza problemi tutte le even¬
tuali espansioni che l'utente riterrà ne¬
cessarie per il proprio lavoro.
La dotazione di manualistica è com¬
pleta come ottimo costume di questo
OEM romano, mentre la dotazione
software si limita al solo sistema opera¬
tivo, il già citato più volte Windows
NT4 Questa scelta minimalista è moti-
Chipset. Intel e sistemi multi p rocessore
La scheda madre e una Asus P55T2P4D m grado di accogliere due CPU Pentium oppure un solo processo¬
re per Socket 7 dei concorrenti di Intel Questo perché solamente il Pentium è stalo pensalo e realizzato
per l'uso in parallelo con unità dello stesso tipo
a Intel è l'unica produttrice di processori e chipset che ha
—. creduto nei sistemi multiprocessore Già dalla sua
presentazione il Pentium era stato pensato e realizzato per il
funzionamento in parallelo di piu unità con la minima dotazione di
elettronica accessoria. La logica di gestione multiprocessore è stata
inserita nel chipset Triton HX tanto che è possibile realizzare schede
madri con due CPU in pratica con una minima aggiunta di
componentistica. Questa possibilità è stata ovviamente sfruttata
dalla Intel stessa e da molti produttori in tutto il mondo. In realtà lo
standard promulgato da Intel prevede la possibilità di far funzionare
il sistema con CPU funzionanti a diverse velocità di clock, possibilità
che. a quanto ci risulta, non è stata implementata da nessun
produttore per ragioni di costi e semplicità costruttiva.
La possibilità di costruire sistemi con due processori utilizzando la
componentistica comunemente impiegata per i sistemi
"consumer" ha portato ad una riduzione dei costi e aU'ampliamento
delle aziende in grado di produrre sistemi di questo tipo.
Questo fatto, accompagnato dall'avvento di Windows NT, il primo
sistema operativo di grande successo e diffusione in grado di
sfruttare effettivamente la presenza di piu processori, ha
definitivamente portato questa tecnologia nel negozio sotto casa
con i conseguenti ed immaginabili benefici in termini di semplicità
operativa e costi.
Intel non è stata seguita su questa strada dai concorrenti che
evidentemente pensano a questa tipologia di personal come ad una
nicchia del mercato. Purtroppo però il nuovo chipset di Intel per
processori su Socket 7 rappresenta una involuzione in quanto il 430
TX non implementa la logica di controllo necessaria alla gestione di
più processori. Di fatto con il prossimo pensionamento dell'HX
l'Intel mette la parola fine al multiprocessing per i Pentium e
Pentium MMX. invero prematuramente visto l'incredibile rapporto
prezzo/capacità di calcolo raggiunto.
Il presente e il futuro dei sistemi che utilizzino più CPU è basato sul
Pentium Pro. sul Pentium II e sui suoi successori Sono in
commercio già da qualche tempo schede madri in grado di ospitare
2 o 4 Pentium Pro utilizzando il chipset Intel 440FX Da poco è
disponibile sul mercato il nuovo chipset Intel 440LX in grado di
gestire un massimo di 2 Pentium II Le capacità di calcolo di questi
sistemi sono ovviamente molto elevate come pure il loro costo:
basti pensare alla cifra necessaria all'acquisto di una coppia di
Pentium II
Dal punto di vista della realizzazione di sistemi multiprocessore il
Pentium Pro é avvantaggiato rispetto al Pentium II mentre con il
primo possono essere realizzati sistemi che utilizzano fino a 4 CPU
in parallelo (con chipset Intel), con il secondo è previsto un
massimo di due unità. Questa limitazione sarà superata con il
successore del Pentium II, atteso per il prossimo anno.
Nelle pagine seguenti troverete, a cura di Corrado Giustozzi, alcune
note ''teoriche” sulla tecnica della elaborazione parallela. Come
avete avuto modo di apprezzare in questa prova la tecnica è molto
interessante come pure gli sviluppi futuri. Ne parleremo ancora
Luca Argelelli
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
221
Abbiamo utilizzato la nostra Suite per evidenziare i vantaggi del vero multita¬
sking su di un sistema multiprocessore a confronto ' risultati ottenuti lancian¬
do contemporaneamente due sessioni con quelli ottenuti da una singola ses¬
sione In questo caso uno o due processi attivi non fanno assolutamente diffe¬
renza Come riferimento unitario abbiamo preso un Pentium 200 MMX su
scheda madre con chipset Intel TX e Windows 95
MoM IMMMp *»
1 » ■ , - — ■■
Abbiamo fissato una certa sequenza di operazioni su di una immagine con
Adobe Photoshop 4 eia abbiamo eseguita utilizzando una o due CPU Succes¬
sivamente abbiamo montato un Pentium 233 MMX, una delle CPU più pre¬
stanti al momento su Socket 7 I risultati riportati in figura mostrano indubita¬
bilmente che la soluzione con 2 Pentium 166 MMX porta ai risultati migliori
Egualmente evidente e come non tutti i procedimenti sfruttino la presenza dei
due processori ad esempio la maschera di contras lo. che sfrutta le esrens/oni
MMX, risulta piu veloce con il P233 É evidente che con applicativi non multi-
thread i vantaggi di una simile configurazione sarebbero nulli Con il giusto
software le prestazioni del sistema sono molto elevate senza raggiungere ov¬
viamente il raddoppio delle prestazioni visto che comunque gran parte delle ri¬
sorse della macchina sono ovviamente unificate IRAM, L2 cache, HD I.
vata dall'uso presunto che si farà della
macchina: chi decide di acquistare una
macchina con più processori certo non
è un neofita ma probabilmente un pro¬
fessionista capace di sfruttare tutta la
potenza disponibile con applicativi che
effettivamente traggono vantaggio dal¬
la presenza di più processori, program-
Simmetria e sincronizzazione
O ggigiorno, come dimostrato dall'arti¬
colo. si può avere una macchina a due
processori ad un costo praticamente irriso¬
rio rispetto alla potenza sviluppata. In passa¬
to invece i sistemi a due o più processori
erano riservati ai soli mainframe di fascia al¬
tissima. L'architettura multiprocessore è in¬
fatti assai più critica, e dunque costosa, ri¬
spetto a quella monoprocessore per via dei
molti problemi implementativi che pone sia
a livello di hardware che di sistema operati¬
vo: si pensi alle problematiche connesse al¬
la divisione dei compiti fra le vane CPU ed
alla sincronizzazione tra di esse, del tutto
inesistenti in un sistema tradizionale Una
soluzione efficiente a questi problemi è sta¬
ta trovata solo in anni recenti: poi, con l'affi¬
namento della tecnica realizzala, è arrivata
la standardizzazione ed infine l'abbassamen¬
to dei costi implementativi
Multiprocessing simmetrico
Un primo passo è stato la messa a punto del
multiprocessing cosiddetto "simmetrico"
All'inizio tutti gli studi si concentrarono sui
piu semplici sistemi "asimmetrici" o "ma¬
ster-slave". in cui un processore "comanda"
sugli altri. In essi una sola CPU fa girare il
kernel del sistema operativo ed ovviamente
lo scheduler, mentre le altre fanno girare so¬
lo pezzi di software applicativo Sistemi del
di Corrado Giustozzi
genere sono abbastanza facili da realizzare
perché poco critici: la loro struttura infatti
evita a monte tutti i problemi causati dalla
presenza di codice non rientrante nel siste¬
ma operativo, e soprattutto quelli dovuti a
"deadlock" o aggiornamenti concorrenti del¬
le strutture chiave del sistema operativo
stesso da parte di piu CPU. Tuttavia non so¬
no affatto efficienti quanto a throughput: una
CPU (quella master) è quasi sempre sovrac¬
carica mentre le altre, pur essendo magari li¬
bere. non possono alleviarla in quanto non
possono far girare codice privilegiato
La soluzione del multiprocessor "simmetri¬
co" (SMP. Symmetric Multi Processing), do¬
ve tutte le CPU sono paritetiche e fanno gi¬
rare anche parti del sistema operativo, è na¬
ta in seguito. Essa è molto più efficiente ma
assai più critica da realizzare: il sistema ope¬
rativo deve infatti essere "a prova di bom¬
ba" ed appositi meccanismi devono evitare l
citati problemi di deadlock causati dal fatto
che più CPU assieme possono accedere e
modificare le sue strutture chiave
Sincronizzazione della memoria
Un nuovo problema creato dall'uso delle
moderne CPU nei sistemi multiprocessore
è dovuto alla presenza delle cache locali. Il
contenuto di tutte le cache va infatti sin¬
cronizzato per evitare che una stessa loca¬
mi certamente specializzati e costosi.
Non avrebbe dunque senso gravare
l'utente del costo di uno di quei pac¬
chetti di applicativi a metà strada fra lu¬
dico e serio che non sarebbero comun¬
que sfruttati dall'utente tipo che abbia¬
mo immaginato.
Se piU CPU accedono alla memoria direttamente
non si creano problemi di sincronizzazione
zione di memoria centrale, qualora copiata
nelle cache di due CPU differenti, possa
subire in queste ultime modifiche indipen¬
denti; in caso contrario si creerebbe una
grave incoerenza, dato che almeno una
CPU agirebbe su un dato sbagliato. E’ ov¬
vio che il problema non si porrebbe se tut¬
te le CPU avessero accesso diretto alla
RAM è la presenza della cache a crearlo
Per risolverlo, i più recenti processori Intel
(Pentium Pro e Pentium II) contengono al
proprio interno sia la cache di secondo li¬
vello sia la logica di sincronizzazione verso
altre CPU, essi consentono dunque di im¬
plementare sistemi a più processori utiliz¬
zando motherboard semplificate, e dunque
in modo facile ed economico, I normali
Pentium invece, benché predisposti per il
funzionamento multiprocessore, non pos¬
siedono tale logica che deve dunque esse¬
re implementata nella motherboard
Le specifiche standard
Dunque per fare un sistema SMP servono
Ecco i due Pentium MMX
montati fianco a fianco La
dotazione originale è costi¬
tuita da due processori In¬
tel da 166 MHz ai puah ab¬
biamo affiancato una CPU
Pentium 233 MMX per
eseguire le prove a diversi
clock
Prestazioni
Questo è un capitolo particolare e un
poco delicato. Per prima cosa dobbiamo
dire che la macchina ha funzionato per¬
fettamente in tutte le configurazioni nel¬
la quale la abbiamo utilizzata: alla par¬
tenza il BIOS prima e il sistema operati¬
vo poi riconoscono la presenza di uno o
due processori in modo del tutto traspa¬
rente all'utente.
La presenza delle cache locali, contenenti copie
indipendenti dei dati della memoria, crea invece
problemi di sincronizzazione fra le varie CPU
almeno due cose "speciali", il BIOS ed il
sistema operativo stesso, che devono an¬
che interfacciarsi in modo opportuno se si
vuole che il tutto funzioni. Fortunatamente
l'industria, per impulso di Intel ma con la
collaborazione dei principali OEM e co¬
struttori di BIOS e motherboard, si è re¬
centemente allineata su una piattaforma
multiprocessore standardizzata descritta
da rigide specifiche Windows NT le rispet¬
ta, e dunque può girare sulle motherboard
con esso compatibili e mettersi a funziona¬
re in modo SMP del tutto automaticamen¬
te e senza interventi dell'utente.
E' l'introduzione di queste specifiche, giun¬
te attualmente alla versione 1.4, che con¬
sente oggi di realizzare sistemi SMP aperti
ed economici, basati su componenti stan¬
dardizzati e dunque intercambiabili.
Windows NT permette l'utilizzo di
quasi tutti gli applicativi DOS, W31,
W95. In questo caso non esistono van¬
taggi rispetto ad un sistema monopro¬
cessore soprattutto nel caso che si la¬
vori con una sola applicazione alla volta.
Ovviamente le cose cambiano se si uti¬
lizzano più programmi contemporanea¬
mente: in questo caso i vantaggi del ve¬
ro multitasking sono evidenti. In figura
1 abbiamo riportato i risultati ottenuti
con la nostra Suite nel caso della esecu¬
zione di due sessioni contemporanee a
confronto con una eseguita singolar¬
mente. Certo è un caso assai particola¬
re perché è un assurdo tecnologico uti¬
lizzare codice di questo tipo su questo
tipo di sistema. In pratica i risultati otte¬
nuti sono gli stessi, ovvero i due pro¬
cessi sono distribuiti sui due processori
ed eseguiti contemporaneamente. Le
piccole variazioni rispetto al caso di un
solo applicativo in esecuzione sono do¬
vute al fatto che comunque esistono ri¬
sorse condivise come ad esempio la ca¬
che di secondo livello.
L'altra prova che abbiamo eseguito è
una sene di manipolazioni di una imma¬
gine con Adobe Photoshop 4. un appli¬
cativo in grado di sfruttare al meglio la
presenza di due processori. Fissata la
sequenza di operazioni il test è stato ri¬
petuto con una sola CPU 166 e in se¬
guito con un Pentium 233 MMX I risul¬
tati sono visibili in figura 2
Per prima cosa i tempi relativi al cari¬
camento del file JPEG sono sostanzial¬
mente simili in tutti i casi perché co¬
munque la scheda madre lavora ad un
clock di 66 MHz e conseguentemente
le prestazioni inerenti il trasferimento
dei dati non sono influenzate della pre¬
senza di uno o due processori. È molto
interessante osservare come traggano
vantaggio dalla presenza di due proces¬
sori solo alcune operazioni mentre altre
risultano addirittura più lente. È ad
esempio il caso della maschera di con¬
trasto il cui codice sfrutta le estensioni
MMX ed evidentemente non può esse¬
re eseguito parallelamente dalle due
CPU. Al contrario operazioni come la
conversione dal modo RGB-CMYK sono
un tipico esempio dei vantaggi della
esecuzione parallela con un aumento
della velocità di esecuzione esattamen¬
te pari al 100%. Negli altri casi il vantag¬
gio non è cosi marcato ma è comunque
evidente. In pratica, quando il codice lo
permette. 2 Pentium 166 vanno meglio
di un Pentium 233. Purtroppo non ab¬
biamo al momento la possibilità di con¬
frontare questo sistema con uno basato
su di un Pentium II o su di un Pentium
Pro. Chissà che due processori sul vec¬
chio Socket 7 non possano prendersi
qualche tardiva soddisfazione sul novel¬
lo processore per Slot 1 ?
I vantaggi sostanziali di un sistema
multiprocessore sono evidenti con pro¬
grammi multithread mentre in pratica
non si ottengono miglioramenti con ap¬
plicativi scritti e compilati si da essere
visti dal sistema come un unico thread.
Ahinoi, questa evenienza è ancora piut¬
tosto comune ma non va ascritta alla
sola cattiva volontà dei programmatori
ma anche a quella dei produttori di si¬
stemi operativi e compilatori che spes¬
so forniscono prodotti che. pur promet¬
tendo mirabilia, alla prova dei fatti si ri¬
velano appena (o per nulla) superiori ai
precedenti. Perché una software house
dovrebbe spendere tempo e denaro per
riscrivere del codice già ottimizzato per
ottenere vantaggi mimmi o nulli?
Considerazioni finali
Il rapporto prezzo-potenza di questo
personal è ottimo ma va puntualizzato
ancora che la grande capacità di calcolo
è sfruttabile solamente con applicativi
adatti I campi di applicazione che possia¬
mo identificare sono quelli grafici, tecni¬
co-scientifici e gestionali. In questo caso
un sistema multiprocessore è sicura¬
mente avvantaggiato rispetto a personal
basati su di una sola CPU funzionante ad
un clock molto elevato, anche e soprat¬
tutto da un punto di vista economico In¬
fatti l'insieme scheda madre e 2 CPU
Pentium MMX ad oggi costa meno di un
sistema basato su di un Pentium II.
Purtroppo per ragioni di politica com¬
merciale Intel ha deciso in pratica di ab¬
bandonare i sistemi multiprocessore ba¬
sati su CPU per Socket 7 visto che il
chipset 430HX è prossimo al pensiona¬
mento e il successore 430TX non è in
grado di gestire più di una CPU. Questo
non toglie che il vero multiprocessing
accessibile ad un amplissimo pubblico è
una realtà come testimonia questa otti¬
ma macchina della Pacai. Una realtà che
va promossa e fatta conoscere viste le
grandi possibilità offerte.
«e
223
di Andrea de Prisco
Psion Series
E' molto probabile
che all'interno di quest'articolo, entusia¬
smi. congratulazioni e superlativi a dir
poco si sprechino. Fatto sta che voi sta¬
te iniziando a leggere ed io sto iniziando
a scrivere... la prova su strada le nel ve¬
ro senso della parola!) di una nuova
"stella del firmamento informaticolo
Psion Series 5. che d ora in avanti chia¬
merò per brevità Sua Maestà Suprema
Illustrissima Psione Quinto d'Inghilterra.
Principe di Palmtop.
Scherzi a parte, in questo preciso
istante mi trovo sul Pendolino Ila ' stra¬
da ‘ di cui sopra è ferrata), di ritorno da
un consueto viaggio milanese e reduce
da due delle infinite conferenze stampa
settembrine preSMAU
Indovinate un po' che cosa sto utiliz¬
zando per scrivere quest'introduzione
mentepopodimeno che Irullo di tambu¬
ro...) lo Psion 5! Medesimo di persona,
come direbbe il Grande Totò.
Grazie alla sua tastiera a dir poco ec¬
cezionale (nonostante le ridotte dimen¬
sioni) e al suo display a cristalli liquidi
estremamente ampio (continua a valere
il commento racchiuso nelle precedenti
parentesi) offre una digitazione veloce e
una completa gestione anche di testi
medio-lunghi. Questo, in barba a quanti
ingenuamente pensano che un moder¬
no 'palmtop' sia da considerare solo ed
esclusivamente come una più o meno
evoluta agendina elettronica tuttofare.
Mi perdonerete, en passant, qualche
ingenuo errore di battitura: lo Psion 5 in
prova m queste pagine, come visibile
nelle illustrazioni, è un esemplare anco¬
ra m lingua inglese, ma quando leggere¬
te queste righe sarà disponibile in ver¬
sione localizzata per il nostro paese
Correttore ortografico compreso!
Già, il programma di trattamento testi
(continuo con alcune anticipazioni asso¬
lutamente fuori scaletta: è il bello della
diretta!), pur non essendo la sezione
software più interessante di Sua Mae¬
stà ha ben poco da invidiare perfino ai
mostri sacri di ’Wmdowsiana' memoria
E mi riferisco ai prodotti per PC. non a
quel banale editor di noticme accluso a
Windows CE e fregiato dell'immeritato
titolo di Microsoft Pocket Word (tanto
224
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Psion Series 5
Psion Series 5
Produttore:
Psion PLC
London - UK
Distributore:
Video Computer SpA
Via Antonelli, 36
Collegno (TOI - Tel 01 1/4034828
Prezzi al pubblico (IVA esclusa):
Psion Series5 -4 MB RAM Ut. 1 198.000
Psion Series 5-8 MB RAM Ut 1.398 000
NB: i prezzi includono il cavetto seriale e il softwa¬
re di comunicazione PsiWin 2 0 per Windows
di cappello, di contro, per la versione da
cui derivai.
Dopo le mai sedate diatribe Coppi-Bar-
talì, Alfisti-Lancisti, Nordisti-Sudisti. Ro¬
manisti-Laziali <o Juve-Toro/Milan-
Inter/Genoa-Samp se preferiteI è la volta
di Psion 5 contro l'intero universo di Win¬
dows CE, adottato a furor di Microsoft
da "decinaia" di costruttori di elettronica
palmare in tutto il mondo Se vogliamo, il
prode Davide contro il gigante Golia, cor¬
si e ricorsi storici di sempre sui quali è
facile scommettere, ma come sempre
l'evoluzione effettiva degli eventi può ri¬
servare più d'una sorpresa. Pagine di
storia ancora da scrivere, delle quali si sa
solo che la discussione in atto, appena
iniziata, andrà avanti per le lunghe.
Il dispositivo di apertu¬
ra dello Psion 5 e tan¬
to raffinato quanto ge¬
male La tastiera si ab¬
bassa e si melma ver¬
so l'utente Comodo il
Supporto per lo scher¬
mo. non fa ribaltare il
palmtop utilizzando la
penna di puntamento
Psion, nei con¬
fronti degli attuali
prodotti Windows
CE. come avrete
modo di rendervi conto leggendo que¬
ste pagine, ha una schiacciante superio¬
rità tecnologica sia nel software che
nell'hardware. Microsoft, dal canto suo,
è notoriamente padrona assoluta dell'u¬
niverso informatico ed è ben in grado di
decidere perfino il buono e cattivo tem¬
po nel passato, presente e futuro del
mercato consumer.
Una lotta, se vogliamo, ad armi impari
Provate a digitare qualcosa Non sentirete il feeling dei tasti, ma l'abbiamo riprodotta per voi a grandezza naturale Come vedete è piu grande di quel che sembra
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997 225
Psion Series 5
ora in un verso ora in un altro a seconda
dei punti di vista. Sempre a favore di
Psion, pour parler, troviamo milioni di
utenti pienamente soddisfatti dei prece¬
denti modelli (il sottoscritto, ad esem-
ln alto il comparto per
le pile stilo, a lato il
planisfero sul quale
Indicare la nostra po¬
sinone sul gioito
pio, è allo stato attuale un felice pos¬
sessore del Series 3a) ben lieti di passa¬
re alla nuova generazione lungamente
attesa. E poi (altra anticipazione), dicia¬
molo francamente: lo Psion 5 sarà an¬
che il più acerrimo nemico di Windows
CE, ma al contempo è forse il miglior
partner di Windows 95, col quale si in¬
tegra amalgamandosi fino all'inverosi¬
mile. Grazie al software PsiWin 2.0 e al
cavetto seriale accluso al sistema, il li¬
bero e immediato interscambio dati tra i
due mondi (con tanto di sincronizzazio¬
ne file e traduzione automatica dei for¬
mati utilizzatiI diventa proprio un gioco
da ragazzi. Immediatamente dopo l’in-
giornati nei due sistemi. Automatica¬
mente, volendo senza far altro che col¬
legare il cavetto seriale tra Psion e PC,
entrambi accesi e ben consci di quel
che sta per succedere.
Dopo il mouse, lo Psion 5 ha proprio
tutte le carte in regola per diventare
l'appendice elettronica più importante
del vostro computer da tavolo.
Checché ne dicano i più quotati anali¬
sti di mercato di tutto il mondo...
Un gioiello
ra stile notebook e un display a cristalli
liquidi grande quasi come l’intero co¬
perchio superiore, il paragone appare
ancora più calzante, Se poi meditiamo
sul fatto che il suo sistema operativo,
Epoc, è a 32 bit; di analoga "portata' è il
microprocessore RISC utilizzato (un
ARM 710 cioccato a 18.432 MHz, equi¬
valente - dicono - a un 486 SX a 33
MHz); la RAM interna può essere di 4 o
8 megabyte e utilizza dischi a stato soli¬
do da 4 o 10 MB (in attesa che tagli an¬
cora più grandi si rendano disponibili)
sarà anche un cucciolo, ma promette
proprio benel
stallazione software, Windows 95 mo¬
strerà sulla sua scrivania un 'icona in più
denominata "My Psion". Con questa ac¬
cederemo senza problemi al nostro or-
ganizer collegato (è sempre troppo ri¬
duttivo indicarlo come tale), come fosse
un " banale " disco di rete cui si ha acces¬
so. Così i nostri file di Office (Word, Ex¬
cel, Schedu!e+. Access) e non solo di
Office, diventeranno file di Psion e vice¬
versa. Per avere sempre a portata di
mano (e senza tante storie) tutti i nostri
file più importanti, vicendevolmente ag-
Ammettiamolo apertamente: lo Psion
5 è senza tema di smentita (nonostante
la soggettività dell’affermazione) uno
degli oggetti più belli mai partoriti dal¬
l'industria dell'elettronica di consumo
Non c'è stata una sola persona, alla
quale ho mostrato l'oggetto, che non
sia rimasta letteralmente affascinata
dal design "mozzafiato" proposto dal
nuovo modello, Già del precedente 3a
scrissi a suo tempo che sembrava pro¬
prio un "cucciolo di computer". Ora che
il nuovo nato sfoggia una geniale tastie¬
Fiato alle trombe
In posizione aperta, la tastiera scivola
magicamente in avanti, inclinandosi
verso l'utente e posizionandosi ad una
"quota" dal piano d'appoggio qualche
millimetro più bassa offrendo conte¬
stualmente una migliore ergonomia
d'utilizzo. Il display, durante la sua rota¬
zione, si sposta anch’esso in avanti ap¬
poggiandosi al corpo posteriore che
A sinistra i pulsanti pei l'attivazione "esterna" del registratore digitale. Al centro l'alloggiamento per le CompactFlash Card, a destra la batteria di backup
226
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Il display dello Psion Series 5. come quello di molli altri concorrenti moderni, è debolmente retroillummato
Si tratta, In realtà, di un'arma a doppio taglio in quanto in condizioni di illuminazione normale la pannello
spentoI lo sfondo non riflette a sufficienza la luce ambiente disponibile
contiene l'elettronica e il comparto per
le due pile stilo di alimentazione. Gra¬
zie a questo raffinato meccanismo di
apertura e soprattutto grazie al fatto
che il display una volta aperto poggia
Su un solido supporto, utilizzando l'ac¬
clusa penna sul touch screen per sele¬
zionare oggetti o per disegnare si evita
che il palmtop, non trattenuto manual¬
mente. ruoti all'indietro facendo leva
sul piano d'appoggio. In tutta sincerità
non mi ero accorto di questo prezioso
benefit fino a quando non ho visto ca¬
tapultarsi sotto i miei occhi un altro or-
ganizer (non faccio il nome per ovvi
motivi... tanto sono tutti affetti dallo
stesso problema) che doveva essere
trattenuto con la mano sinistra mentre
la destra era impegnata ad utilizzare
con la pennina il touch screen.
Torniamo alla tastiera. Completa sot¬
to ogni aspetto, offre una disposizione
tasti assolutamente standard in scala
ridotta. Righello alla mano, tra la Q e la
P (comprese) del nuovo Psion ci corro¬
no 14.5 cm contro i 19 cm di una ta¬
stiera da tavolo (sempre prendendo co¬
me riferimento le due lettere di cui so¬
pra). Per gli utenti dalla calcolatrice fa¬
cile, equivale ad uno scarto percentua¬
le del 23.7 per cento. Inoltre, dividen¬
do 14.5 cm per 10 (il numero dei tasti
tra la Q e la P) otteniamo uno spazio
tra le lettere di ben 14.5 mm, sufficien¬
ti anche a chi ha le estremità cicciottel-
le (considerate che si digita con la pun¬
ta dei polpastrelli, quindi se vi state mi¬
surando le dita - certi vizi non si perdo¬
no mai! - cercate di non barare!).
La barra spaziatrice è, sempre in rap¬
porto alle grandezze in gioco, di gene¬
rose dimensioni (come si addice ad
una tastiera vera), la corsa dei tasti è
più che sufficiente e offre una precisio¬
ne di funzionamento più che accettabi¬
le. L'unico tasto un po' sacrificato è il
TAB, mentre apprezziamo la presenza
dello SHIFT di destra e i comandi di
controllo cursore giustamente disposti
a *1* rovesciata e posizionati in basso a
destra dove è naturale incontrarli. Il
BackSpace preceduto da SHIFT ha fun¬
zioni di Delete (cancella i caratteri da¬
vanti al cursore), mentre la consueta
quartina PageUp, PageDn, Home ed
End è disponibile in seconda battuta
utilizzando il tasto Fn. Con questo si
accede a tutte le funzioni serigrafate in
basso, da alcuni segni di interpunzione
secondari agli operatori matematici.
Sempre tramite tasto Fn accediamo al-
l'Help in linea, alla composizione auto¬
matica dei numeri telefonici (basta av¬
vicinare la cornetta telefonica alla ta¬
stiera per effettuare la chiamata), pos¬
siamo regolare elettronicamente il con¬
trasto del display o attivare la sua re-
troillummazione.
La superficie sensibile del touch
screen è maggiore dell'area visualizza¬
bile (695x280 pixel contro 640x240) e
questo ha permesso ai progettisti dello
Psion 5 di includere alcuni comandi at¬
torno al display. Sono attivabili anche
con le dita, stando attenti solo a non
lasciare impronte sullo schermo (di¬
pende anche da quanto siamo emozio¬
nati...). Partendo dall'alto troviamo il
comando per la visualizzazione dei me¬
nu (richiamabili, come per i precedenti
modelli, anche da un omonimo tasto
situato accanto alla barra spaziatrice),
una scorciatoia per le operazioni di Ta¬
glia & Incolla, la regolazione dello
Peter Pan e l'isola che non CE
Se vogliamo, è tutta colpa della WindowsCE-mania, che ha ispira¬
to (ma non contagiato) la Psion Computer PLC di Londra. E' stato un
bene. 6 stato un male, solo ai posteri (molto prossimi, quando si par¬
la di informatica) Thardua" sentenza
Volendo essere molto critici, lo Psion 5, della filosofia di Windows
CE, ha adottato solo... la parte peggiore: il touch screen, la pennina
prét-à-porter e l'amata/odiata reiroillummazione del display Ringra¬
ziando Iddio la nuova interfaccia utente non rinnega piu di tanto la ra¬
pidità e l'immediatezza di quella precedente (dei modelli 3a. 3c. Sie¬
na) tant'è che fino a quando non
dobbiamo disegnare qualcosa sul¬
lo schermo possiamo benissimo
fare a meno di utilizzare lo scomo¬
do strumento di puntamento. Tutti
i menu e le funzioni principali sono
richiamabili anche tramite scorcia¬
toie da tastiera, a tutto vantaggio
della rapidità d'uso una volta presa
la mano (è sufficiente al massimo
un breve apprendistato di qualche
decina di minuti..,).
La pennina la possiamo anche
dimenticare per sempre (o quasi)
nel suo alloggiamento laterale, ma
siamo costretti a subire comunque
di Andrea de Prisco
la presenza del touch screen davanti al display che ruba non poca vi¬
sibilità per la sua eccessiva riflettenza.
A peggiorare ulteriormente la visibilità, per quanto strano possa
sembrare, concorre non poco il pannello di retroillummazione. Quan¬
do è spento (nella maggior parte dei casi se non siamo sonnambuli)
riflette molta meno luce ambiente di uno schermo assolutamente
passivo, qual era quello presente nella precedente 3a. Risultato: nella
stragrande maggioranza dei casi, tutti questi nuovi palmtop con aspi¬
razioni "Wmdowsiane' (la lamentela vale sia per il nuovo Psion che
per tutti i modelli Windows CE pre¬
sto sul mercato) offrono una visibi¬
lità dello schermo . soggettiva
Fossi Psion proporrei anche per il 5
(come avviene per il 3c nel Regno
Unito) una versione non retroillumi¬
nata. Al touch screen è davvero dif¬
ficile rinunciare, speriamo solo che
riescano presto a realizzare sovra-
schermi assolutamente trasparenti.
Oppure optare per un altro sistema
di rivelazione di posizione, ad esem¬
pio una rete di sensori lungo il peri¬
metro del display, come avveniva
tanti, tanti anni fa sull'HP 150.
Quello, però, era un desktop...
A confronto il display del Series 5 con quello del precedente 3a La visibi¬
lità è peggiorata, tutta colpa del touch screen e del pannello backlite.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
227
Psion Series 5
zoom di schermo (per caratteri e icone
di maggiore o minore dimensione, non
ha effetto sulla stampa dei documenti)
La fila in basso dà accesso alle applica¬
zioni di sistema e ad altri programmi
eventualmente presenti
Da sinistra troviamo System, per la
gestione file e tutte le impostazioni di
sistema; Word, potente programma di
elaborazione testi; Sheet, foglio elet¬
tronico Excel/Lotus compatibile; Data,
programma di archiviazione per qual¬
siasi tipo di utilizzo; Agenda, basta la
parolai, Time, per impostare data, ora.
sveglie e fuso orano internazionale.
Cale, calcolatrice aritmetica o scientifi¬
ca; Sketch, per disegnare direttamente
sullo schermo dello Psion 5 L'icona
Extras fa emergere ulteriori programmi
a corredo e tutti quelli inseriti successi¬
vamente: Record è il registratore digi¬
tale utilizzabile anche esternamente
tramite i tasti disponibili sul lato ante¬
riore della macchina; Speli è il corretto¬
re lessicale richiamabile anche dall'ela¬
boratore testi (in italiano nelle macchi¬
ne m vendita nel nostro paese);
Comms è un emulatore di terminale;
Bombs è lo stesso gioco presente in
Windows e li denominato ‘Campo mi¬
nato’. OPL dà accesso al linguaggio di
programmazione residente (per chi
non si accontenta)
Manca all'appello, come avrete cer¬
tamente notato, un valido gestore di
posta elettronica, un software di navi¬
gazione Internet tipo Netscape (Explo¬
rer di Microsoft sarà difficile vederlo da
queste parti... anche se non è detto
Bill Gates dopo l'affare Apple potrebbe
comprarsi anche delle quote della
Psion PLC) e uno di ncezione/invio fax
Niente paura: tutt'e tre le applicazioni
saranno presto disponibili gratuitamen¬
te per tutti gli utenti direttamente sul
sito della casa madre o su quello della
Video Computer, distributore esclusivo
per l'Italia dei prodotti Psion.
Ti vo g lio bene... , , ,
di Andrea de Prisco
... dobbiamo stare vicini-vicini Paperissima Sprint (tutte le sere
: d'estate, su Canale 5, dopo il TG) potrebbe aver contagiato finan¬
che la Psion nella realizzazione di queiraltro diadema di PsiWm 2.0
Software, tra l'altro, fornito a corredo del Series 5 assieme al ca¬
vetto di collegamento seriale di tipo ’light" (senza interfaccia in
mezzo come avveniva per i precedenti modelli 3 e 3a). che se fos¬
se venduto separatamente a due o trecentomila lire le varrebbe si¬
curamente tutte, fino all'ultima
Terminata sulla macchina Windows la rapida installazione da CD¬
ROM. è sufficiente collegare (anche ‘a caldo') lo Psion 5 alla porta
seriale. Nessun settaggio particolare da compiere, nessuna compli¬
cazione a sorpresa, come sarebbe logico attendersi quando due
mondi diversi si incontrano. Perfino l'identificazione iniziale dell'u¬
tente avviene automaticamente, prelevando l'informazione dallo
stesso Psion collegato.
Sul desktop di Windows 95 compare una nuova icona, 'My
Psion' che ci permette di accedere alla memoria del Series 5 e alle
utility di backup dati e sincronizzazione file con una semplicità ope¬
rativa senza precedenti Inoltre, ogni volta che trasferiamo un qual¬
siasi file dal 5 al PC (o viceversa) PsiWm 2.0 automaticamente ne
analizza il contenuto per proporre la conversione di formato Ad
esempio (preparatevi a leggere interminabili liste) per un documen¬
to di tipo testuale,
creato con il pro¬
gramma di word
processing dello
Psion 5. ci verrà
proposto di conver¬
tirlo nei formati
AmiPro 3.0/3 1.
Works for Windows
3 0 WP, Works for
Windows 4.0 WP.
WordPerfect
5.1/5.2, WordPer¬
fect 6 0, WordPer¬
fect 7.0, Word for
Windows 2.0, Word
for Windows
6 0/95, RTF, TXT
(MS-DOS), TXT
(Windows ANSI).
Un foglio elettronico
potrà essere con¬
vertito in formato
Lotus 1-2-3 WK1. Lotus 1-2-3 WK3/WK4. Excel 4 0, Excel 5 0/95.
QuattroPro 5.0, QuattroPro 6 0, QuattroPro 7.0, Works for Win¬
dows 3.0 SS. Works for Windows 4 0 SS Vi risparmio la lista di
conversione dettagliata dei file archivio, convertibile sia in formato
Access che in varie versioni di dBase e FoxPro (oltre, naturalmen¬
te. all'universale CSV) Stesso discorso per i dati memorizzati nel¬
l'agenda, sincronizzabili con il nostro Lotus Orgamzer 2.1. 97 e
Schedule+ 7 0/7. Oa, per avere sempre appuntamenti e impegni vi¬
cendevolmente aggiornati sia sul palmtop che sul PC da tavolo.
Il 'banale' backup dei file Psion può avvenire su richiesta dell'u¬
tente o automaticamente una volta la settimana, una volta al mese,
ogni volta che colleghiamo le due macchine. Da segnalare, per fini¬
re. due particolarità: possono essere conservate sino a sei prece¬
denti sessioni di backup (in modo da poter ripescare anche vecchie
versioni di file) e durante l'operazione automatica sia lo Psion che il
PC possono continuare ad operare singolarmente e comunicare tra
loro. In altre parole, se abbiamo impostato il backup automatico ad
ogni connessione, appena colleglliamo i due apparecchi partirà la
copia di sicurezza dei file (dura al massimo un paio di minuti) ma
non per questo non possiamo, parallelamente, copiare e convertire
documenti per conto nostro tra Psion 5 e PC.
E il bello è che funziona' FUNZIOOONAAAA! I!
Installato PsiWm 2.0 abbiamo a disposizione la nuova icona "My Psion che
dà accesso al palmtop e permette il backup e la sincronizzazione dei dati
Psion Series 5
Connettività
L'interfacciamento dello Psion 5 col
mondo esterno è assicurato da un'in¬
terfaccia seriale (a 115.000 bps!). da
una porta a raggi infrarossi compatibile
IrDA (inspiegabilmente inutilizzabile per
lo scambio file con i fratelli minori 3c e
Siena. . ci penserà qualche accanito
programmatore PD a colmare la lacuna)
e dalla presenza di un alloggiamento
per schede di memoria in standard
CompactFlash Card, utilizzabili come
hard disk rimovibili a stato solito. La
stampa dei file può avvenire tramite
porta seriale, porta a raggi infrarossi o
tramite computer da tavolo (cui è ovvia¬
mente connessa una stampante) colle¬
gato via cavetto e software PsiWin 2.0,
forniti a corredo, al Series 5.
Quella che può apparentemente
sembrare una grave mancanza, l'as¬
senza di un alloggiamento interno per
schede (in particolare modem) in for¬
mato PCMCIA, presente invece nelle
macchine Windows CE, è in realtà una
precisa scelta progettuale della casa
madre londinese. Le cosiddette PC-
card, infatti, essendo progettate per i
notebook (sui quali pure 'pesano' signi¬
ficativamente) hanno un consumo
energetico troppo elevato per la fonte
di alimentazione di un palmtop, noto¬
riamente basata su una coppia di pile
stilo o analoga capacità ricaricabile. In¬
serire un dispositivo PCMCIA in un
palmtop a pile vorrebbe dire ridurre
drasticamente l'autonomia elettrica, ri-
ducendola da molte ore a poche deci¬
ne di minuti, sicuramente insufficienti
per un utilizzo accettabile dell'oggetto.
Psion ha in catalogo un adattatore
esterno per PCcard. non a caso ali¬
mentato da ben quattro pile stilo, col
quale è possibile utilizzare qualsiasi ti¬
po di fax/modem disponibile in questo
formato, senza gravare minimamente
sulle pile presenti nella macchina.
Tutta questa premessa, però, per ar¬
rivare a ben altra conclusione (e taglia¬
mo la testa al topo!). E' assai probabile
che chi utilizza un oggetto tascabile co¬
me uno Psion 5 non abbia più di tanto
la necessità di collegarlo alle linee te¬
lefoniche domestiche, ma sia interes¬
sato (ben più appetibilmente) ad utiliz¬
zare il proprio telefono cellulare GSM
per mandare fax o consultare rapida¬
mente la posta elettronica. I cellulari
GSM più recenti, come il Nokia 8110 (il
telefono-schiaffo) o l'Ericsson GF788
(il telefono-accendino), permettono
l'interfacciamento diretto via software
e porta seriale senza bisogno di
hardware in mezzo (era ora!). Quanto
scommettiamo che Psion (o i corri¬
spondenti costruttori telefonici più lun¬
gimiranti) nasceranno al più presto
software e cavetti di collegamento di¬
retto se non addirittura proposte di
vendita in bundle dei due apparecchi?
Chi vivrà vedrà...
Information for experienced Psion Users
( lasciamo p arlare il manuale)
Il 'Series 5' è il primo di una nuova serie di handheld computer
Psion. Alcuni dei suoi programmi condividono gli stessi principi di
base di quelli inclusi nei computer della precedente 'Series 3'. ma
ci sono nuovi programmi e nuove caratteristiche da tener presente.
• Lo Psion 5 è piu potente, più veloce e dispone di una maggiore
quantità di memoria. Lo schermo è sensibile alla pressione, molte
azioni e comandi si effettuano più facilmente toccando con la pen¬
na sull'empia area di schermo (ad esempio per evidenziare e sele¬
zionare).
• La schermata iniziale (System) mostra sullo schermo cartelle e
file invece di una lista di file sotto ogni icona-programma. E' possi¬
bile aprire un'applicazione cliccando su un suo file o sulla sua icona
alla base dello schermo.
• Per ottenere un aiuto su ogni possibile aspetto dello Psion 5 è
sufficiente premere Fn+Help e digitare l'argomento al quale siamo
interessati. L'Help System dello Psion 5 è un database di schede ri¬
chiamabili in ogni momento e non è limitato al programma attual¬
mente m uso.
• Diversamente dal 3/3a/3c/Siena i file del modello 5 non hanno
estensioni e non vengono obbligatoriamente memorizzati nelle di¬
rectory specifiche dei programmi.
• Per chiudere da System un programma o un file si richiama la
funzione 'List Open Files' (sempre presente in alto a destra) sele¬
zionando da questa i documenti o le applicazioni da chiudere Del.
nella schermata System, si utilizza per cancellare i file (è richiesta
conferma)
• I nomi dei file non sono limitati ad otto caratteri e possono con¬
tenere spazi. Dato che i documenti non sono differenziati da esten¬
sioni, non e possibile avere all'interno della stessa cartella due file
con lo stesso nome, creati da differenti programmi.
• Le 'scorciatoie' sono state aggiornate per essere compatibili
con quelle generalmente utilizzate in molte applicazioni PC. Ad
esempio Control+X non chiude il programma, ma effettua l'opera¬
zione di 'Taglia'.
• I file di archivio e dell'agenda sono ora compressi automatica¬
mente quando necessario e quindi non c'è piu lo specifico coman¬
do in queste applicazioni.
• E' possibile utilizzare wild card ('*' e '?') per effettuare ricerche
nei file di agenda e di archivio.
• Non è più necessario installare i nuovi programmi è sufficiente
inserire il disco a stato solido sul quale è fornita l'applicazione per
vedere comparire automaticamente la sua icona nella barra 'Extras'.
• Il modello 5 ha un suo proprio adattatore di rete e non è possi¬
bile utilizzare quello degli altri modelli. Lo stesso accade per i pre¬
cedenti Solid State Disk e, in generale, per qualsiasi prodotto
software. Solo il cavetto di collegamento del Series 3c può essere
utilizzato con lo Psion 5.
• E' possibile utilizzare PsiWin 2.0 per trasferire file dal 3c o dal
Siena, con traduzione automatica nel nuovo formato. Questo pro¬
cesso di conversione può avvenire solo in questo verso.
• La comunicazione a raggi infrarossi tra il Series 5 e il 3c o il Sie¬
na non è supportata.
• Alcune periferiche come la porta parallela, il Travel Modem e il
PCcard Modem Adapter sono compatibili con la nuova macchina e
verrò indicato sulle rispettive scatole.
Nota di ADP, autore della traduzione/nassunto; PsiWin 2.0 con¬
verte anche i file del Series 3a (del resto questi ultimi sono compa¬
tibili con quelli del 3c). Non può essere utilizzato il cavetto accluso
con lo Psion 5 ma è comunque possibile la conversione Addirittu¬
ra, nel mio caso, i file sono stati prima trasferiti su Mac (dal mo¬
mento che disponevo solo di un cavetto di questo tipo per il 3a) e
poi trasportati su dischetto sulla macchina Windows collegata allo
Psion 5. Li sono stati automaticamente riconosciuti come file del
3a (nonostante provenissero da dischetto) e correttamente conver¬
titi nel nuovo formato 5 da PsiWin 2.0.
Infine, per la gioia di tutti gli utenti dei precedenti modelli, prima
di chiudere c'è un'altra importantissima novità da segnalare. Quan¬
do si ritarda un allarme in azione (agendo sulla barra spaziatrice o
esternamente sui tasti di registrazione audio) non blocchiamo con¬
testualmente per un pan lasso di tempo l'uso della macchina come
avveniva in precedenza Lo Psion 5 resta completamente operati¬
vo, e gli allarmi ritardati si faranno sentire nuovamente solo quando
sarà il momento.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
229
Psion Series 5
Quattro "schermate ' relative al nuovo sistema operativo dello Psion 5 lEpoc 32) e due riferibili al potente word processor in¬
corporato Quest'ultimo prevede /‘utilizzo di "ospiti * nei suoi documenti Itabelle. grafici, disegni, suoni e perfino alto testi!).
Le Applicazioni
Ciò premesso, diamo uno sguardo
più approfondito alle principali applica¬
zioni residenti nelle ROM - ben 6 me¬
gabyte! - dello Psion 5 Altri programmi
(tantissimi) sono in arrivo: prodotti sha¬
reware, prodotti commerciali, utility,
estensioni di sistema. Tra le applicazioni
esterne più corpose già disponibili se¬
gnaliamo 'En Route’, un utile atlante eu¬
ropeo con completa ed esauriente car¬
tografia in linea, una potente calcolatri¬
ce finanziaria, un gestore delle spese
sostenute (‘Expense Manager - ) e. per
i religiosi una versione elettronica della
Sacra Bibbia per comporre facilmente
omelie o, più semplicemente, per mo¬
menti di meditazione e di preghiera
(non sto scherzando!).
Torniamo ai programmi inclusi, di se¬
rie, nello Psion 5.
•Word - Tra le caratteristiche princi¬
pali del programma di elaborazione testi
presente all'interno dello Psion 5, oltre
al già citato correttore ortografico italia¬
no, è da segnalare la possibilità di inse¬
rire nei documenti oggetti (vivi, vegeti
ed editabili) di diversa natura, come fo¬
gli di calcolo, grafici, disegni, annotazio¬
ni sonore e finanche altri documenti te¬
stuali. Inoltre offre un funzionamento di
tipo WYSIWYG (what you see is what
you get), ovvero la visualizzazione a vi¬
deo corrisponde all'effettiva stampa su
carta del documento editato. Formatta¬
zioni, font, dimensioni caratteri compre¬
si. Non manca, inoltre, la possibilità di
utilizzare i fogli di stile, proprio come nei
prodotti di calibro desktop.
• Sheet Anche nel programma di fo¬
glio elettronico, rispetto a quello (già
completo) presente nei modelli prece¬
denti, è stato compiuto un altro signifi¬
cativo balzo in avanti Com'era da atten¬
dersi, anche lo spreadsheet è di tipo
WYSIWYG, abbiamo la possibilità di uti¬
lizzare font e caratteri differenti nello
stesso foglio, colorare con diversi livelli
di grigio le celle, disporre
di oltre cento funzioni tra
matematiche, finanziane,
statistiche, alfanumeri¬
che. logiche, temporali,
per ogni possibile esi¬
genza. I grafici possono
essere tracciati sia in 2D
che m 3D e grazie alla
maggiore potenza di cal¬
colo offerta dallo Psion 5
il ricalcolo dei fogli avvie¬
ne in una frazione del
tempo impiegato dai
precedenti modelli Stra¬
namente manca la possi¬
bilità di effettuare il sort
per righe o per colonne
(il primo era possibile fi¬
nanche con il Series 3a).
• Data - Compieta-
mente aggiornato (per
non dire riveduto e cor¬
retto) anche il program¬
ma di archiviazione che
mostra i dati memorizza¬
ti sia in forma tabellare
che come singole sche¬
de memorizzate. Nelle ri¬
cerche è ora possibile
utilizzare a volontà carat¬
teri jolly (*** e "?") posi¬
zionati anche all'interno
delle parole. Le ricerche
precedenti vengono
"messe da parte" in un
apposito menu pop-up,
dove possono essere ra¬
pidamente chiamate al-
l'occorrenza. Non man¬
ca, anche nel programma di archiviazio¬
ne, la possibilità di inserire oggetti
esterni come annotazioni sonore e im¬
magini Che ve ne pare di un indirizzario
con foto e saluto vocale di ogni archivia¬
to?
• Agenda - Rispetto alla release pre¬
cedente, l'agenda è stata compieta-
mente rivista graficamente ma offre
un'interfaccia utente altrettanto rapida
ed immediata. Possiamo inserire imma¬
gini, testi, icone e commenti sonori in
ogni annotazione, sincronizzare i nostri
dati con quelli di analoghi programmi
per PC, creare una o più "To-do list" per
segnare tutte le cose da fare, con o
senza scadenza temporale.
• Time - E' il programma gestore de¬
gli eventi temporali e tiene conto della
nostra posizione geografica sul globo
(specificata manualmente o "puntata",
via penna, sul planisfero visualizzato)
onde evitare di svegliarci a Los Angeles
alle tre di notte per ricordarci dell'ap¬
puntamento di mezzogiorno inserito
230
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Psion Series 5
quando stavamo in Italia.
Contestualmente la vi¬
sualizzazione dei numeri
telefonici memorizzati
nell'archivio viene com¬
pletata di prefisso inter¬
nazionale in modo da
avere la stringa numeri¬
ca aggiornata, pronta per
la composizione sonora.
Buona anche la gestione
delle sveglie, che preve¬
de la ripetizione giorna¬
liera, settimanale o limi¬
tata ai soli giorni lavorati¬
vi (manca solo la selezio¬
ne tipo "ogni terzo lunedi
del mese - , "solo quando
la luna è piena - , "non
suonare quando mi gira
male - , ecc,).
• Sketch - Permette di
disegnare a video utiliz¬
zando la penna dello
Psion 5 Gli strumenti a
disposizione consentono
di tracciare rettangoli ed
ellissi (vuoti o pieni), li¬
nee spezzate, di utilizza¬
re un semplice aero¬
grafo, la matita, la gom¬
ma per cancellare, inseri¬
re testi e icone precon¬
fezionate (ce ne sono 72
disponibili, di ogni tipo).
L'undo, la possibilità di
tornare indietro sui pro¬
pri passi, è a cinque livel¬
li: sono consentiti, in al¬
tre parole, cinque ripen¬
samenti sul lavoro svolto. Non male!
• Record Per la registrazione digita¬
le di eventi sonori attraverso il microfo¬
no incorporato nello Psion 5 Ovvia¬
mente "consuma" molta memoria RAM
(256 o 512 kilobyte per minuto, a se¬
conda della compressione impostata) e
quindi non è il caso di abusarne Le re¬
gistrazioni audio possono poi essere
utilizzate come sveglie ("Alzati, pelan¬
drone di un pigrone! ! !") o inserite, co¬
me detto, nei documenti del word pro¬
cessor, in quelli dell’archivio o nelle an¬
notazioni dell'agenda ("ricordati che de¬
vi morire... - ).
• Comms - Sebbene, dallo scoppio di
Internet, siano passati un po' di moda,
gli emulatori di terminale sono tuttora
indispensabili per il collegamento "in
modalità carattere" alle BBS (come av¬
viene ad esempio per MC-link Classic
Edition). Il programma presente nello
Psion 5 offre sia l'emulazione VT100
che TTY, la possibilità di creare script
per automatizzare le procedure con il
Dall'alto verso il basso II programma di archiviamone (non un semplice indirmiariol. la calcolatrice software Iaritmetica o scien¬
tifica!, il programma di disegno, il gioco Bombs (identico a "Campo Minato"I e un bel grafico di Excel Iopsl di Psion Sheetll.
computer host, di trasmettere e riceve¬
re file secondo i protocolli XMODEM e
YMODEM.
Conclusione...
con sorpresa!
Non sono un masochista (ci manche¬
rebbe altro). Fatto sta. però, che non vi
ho aggiornato su un trascurabile detta¬
glio. Due sere fa, nel Pendolino, ho
scritto l'intera introduzione di quest'ar¬
ticolo (circa 5.000 battute). Non è stata
affatto una sofferenza, tant'è che all'In¬
domani. nonostante fossi rientrato in
redazione, ho voluto ‘continuare la
scommessa - . Cosi ho proseguito con lo
Psion 5 la scrittura dell'intero articolo
(riquadri compresi, oltre 30.000 battu¬
te) proprio per vedere come sarebbe
andata a finire. Bene, ha vinto Lui, il
‘Principe di Palmtop - . e non poteva es¬
sere diversamente. Al sabato (sotto
SMAU non c'è festività o semifestività
che tenga) ho continuato a lavorare a
casa, a finestre spalancate (visto il cal¬
do di questi giorni) godendomi il silen¬
zio della tranquilla zona in cui abito. Era
dai tempi del Commodore 64 - una
quindicina d'anni fa a momenti - che
non digitavo qualcosa di corposo nel
più assoluto silenzio. Senza ventole e
hard disk rompiscatole di sottofondo, in
grado di trapanarti il cervello (per non
dire qualcos'altro) con la stessa delica¬
tezza di uno strumento odontoiatrico.
Con questo non voglio certo afferma¬
re che lo Psion 5 è la macchina ideale
per scrivere articoli, ma per favore non
chiamatelo 'organizer" (potrebbe arrab¬
biarsi!).
Lo slogan Psion di lancio della nuova
macchina in Inghilterra recita più o me¬
no cosi: - E' arrivato il momento di pren¬
dere in mano il tuo computer". Qualco¬
sa mi dice che hanno proprio ragione:
carpe diem!
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
231
di Corrado Giustozzi
tempo passa, le
mode cambiano, la tecnologia avanza. In
questo irrequieto mondo dell'Informatica
i processori si susseguono ormai in un
Vòrtice sempre piu accelerato, non dan¬
doci neppure il tempo di prendere fiato e
fermarci a ragionare. Ci sono voluti anni
per passare dall'80286 all'80386. parlia¬
mo di cose accadute ormai diverse ere
geologiche fa; ed oggigiorno saltiamo dal
Pentium al Pentium II (ovvero, dal 586 al
686 se vogliamo continuare la numerazio¬
ne abbandonata da Intel) in una manciata
di mesi, senza quasi farci neppure caso.
Fortuna che ogni tanto ci sono dei punti
fermi, stelle fisse cui riferirsi quando ser¬
ve di fare il punto, Nomi che non svani¬
scono, ma che al momento opportuno
sono presenti per dare un senso del tem¬
po ad un'evoluzione altrimenti disordinata
e caotica. E sarà pure una coincidenza
ma. almeno nel nostro caso, questo batti¬
to cardiaco marcatempo ci viene dato an¬
cora una volta da un blasonato costrutto¬
re americano, quello che della competi¬
zione ad altissimo livello ha fatto la pro¬
pria missione aziendale. Compaq
Coincidenza o predestinazione, sta di
fatto che al momento della svolta epoca¬
le fra 286 e 386 (e che svolta: sedici bit
contro trentadue, modo reale contro mo¬
do protetto..,), avvenuta giusto una deci¬
na d'anni fa, il primo desktop provato su
queste pagine basato sul nuovo piccolo
mostro di casa Intel era proprio un Com¬
paq, per giunta Deskpro. Eravamo sul nu¬
mero 62 di MC. ad aprile 1987, e la mac¬
china in prova era un Deskpro 386: pen¬
sate, ben 16 MHz di clock e 1 MByte di
RAM. hard disk da 40 MByte . e quasi
quattordici milioni (di allora!) in configura¬
zione base con schermo a colon, IVA
esclusa. Esageriamo? Dai. esageriamo
Solo tre anni dopo arrivava il 486, libidine
delle libidini, oggetto inawicinabile dai co¬
muni mortali. Il primo 486 provato su MC
(maggio 1990, MC96) era ancora una volta
Compaq, il Deskpro 486/25 Si, clock a 25
MHz, 4 MByte di RAM, 120 MByte di
hard disk... e venticinque milioni abbon¬
danti con monitor a colori, sempre senza
IVA, che diventavano trentacinque volen¬
do il disco da 650 MByte. Ed oggi eccoci
qui, a distanza di pochi anni e molti MHz, a
232
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Compaq Deskpro 6000
Compaq Deskpro 6000
Produttore e distributore:
Compaq Computer S p A
Milano Fiori
Strada 7. Palazzina RI
20089 Rozzano |MII
Tel (02) 5759.01
Prezzo indicativo UVA esclusal
Deskpro 6000 6266X/4200/CD L. 7 325 000
Monitor V50 L 700.000
A sinistra, i numerosi connettori per le mtedacce incorporate, da notare la porta IrDA per sensore infraros¬
so e la doppia connessione IBNC/BJI per la LAN lOBase-T A destra, i controlli elettronici del monitor V50
parlarvi dell'ultima (per ora!) incarnazione
della longeva famiglia Deskpro. quella ba¬
sata sul micidiale Pentium II. Oramai i
MHz si misurano a centinaia e i MByte a
decine (o migliaia, se su disco), mentre i
milioni di lire scendono abbondantemente
sotto la decina. Il modello in prova, top del¬
la gamma, ha un Pentium II a 266 MHz.
32 MByte di EDO RAM espandibili a 256
MByte. un hard disk UltraSCSI da 4,2
GByte, una Matrox Millennium ed alcune
cosette graziose quali la porta per un'inter¬
faccia infrarossa IrDA ed una scheda
Ethernet incorporata a 10 Mbit/s (o 100
Mbit/s con un’apposita espansione).
Ma non indulgeremo troppo nell'incen-
sare i progressi della tecnologia del sili¬
cio: troppi anni e troppi chip hanno ormai
reso miope la nostra percezione e distac¬
cato il nostro giudizio. Non è piu tempo di
acclamare le strepitose potenze di calco¬
lo di un nuovo chip, quando due mesi do¬
po ne uscirà uno di potenza doppia e co¬
sto dimezzato. E' invece il caso di ragio¬
nare sul reale valore aggiunto che un co¬
struttore può dare ai propri prodotti, al di
là di adottare semplicemente i processori
pòi veloci o i dischi più capaci del mo¬
mento Quando è un'azienda a comprare
un PC (o magari alcune decine di PC) la
potenza non è tutto, anzi forse è il meno,
perché sono ben altre le cose che servo¬
no. affidabilità, sicurezza, gestibilità, ver¬
satilità... Il tanto sbandierato TCO (Total
Cost of Ownership) dipende solo da que¬
ste cose, ed in ultima analisi è il parame¬
tro che più preoccupa chi gestisce i centri
di costo aziendali. Al di là della spesa di
acquisto, infatti, un PC in azienda costa
giorno dopo giorno, che lavori o che resti
fermo: e questo costo sommerso, imper¬
cettibile, può essere di gran lunga mag¬
giore rispetto al costo d’acquisto Se non
si minimizzano i costi fissi di gestione il
PC diventa dunque una spesa mutile, un
aggravio che non si ricompensa con ciò
che produce. E un'azienda non può per¬
metterselo.
I Deskpro indirizzano proprio questo
genere di problematiche, presentando
tutta una sene di caratteristiche tese a
minimizzare il TCO ed a semplificare la vi¬
ta agli amministratori del parco personal
aziendale. E questo è, al di là della tecni¬
ca, il punto di forza della famiglia Desk¬
pro. fatta di macchine professionali pen¬
sate per l'inserimento in un'azienda mo¬
derna.
Descrizione esterna
Solo poche parole per descrivere
l'estetica di questo Deskpro, estrema-
mente rigorosa come quella di tutti i suoi
predecessori da dieci anni a questa par¬
te. Il frontale è tuttavia ingentilito da un
andamento sinuoso nella parte inferiore.
Al centro una fessura nel pannello corri¬
sponde al drive per floppy incorporato,
mentre sulla destra sono posti due allog¬
giamenti standard per memorie removi-
bili da 5,25" di cui quello superiore occu¬
pato di serie dal drive per CD-ROM. A
seguire l'interruttore di accensione e due
□ otti m~n otti rrr
COMPAQ.
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Il TI li
La singolare tastiera con barra spaziatrice sdoppiata Appositi avvisi minacciano l'utente che è necessario leggere il manuale prima di usarla
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
233
Compaq Deskpro 6000
led spia, relativi allo stato dell'alimenta¬
zione (compreso il modo stand-byl ed
all'attività del disco fisso,
Posteriormente il pannello è diviso in
due sezioni: a sinistra l'alimentatore con
relativa ventola e cambiatensione ma
non la presa asservita, proibita dalle nor¬
me di sicurezza europee; a destra, in un
comodo incavo salvacavi, i connettori
delle interfacce presenti di serie e le feri¬
toie relative agli slot di espansione. Que¬
sti ultimi sono disposti orizzontalmente,
affiancati a due a due, nella parte alta; i
connettori incorporati sono invece situati
in basso, e la loro funzione è riepilogata
da un adesivo posto al di sotto, Da sini¬
stra a destra troviamo: il connettore per
un'unità di comunicazione infrarossa Ir-
DA, quelli per mouse e tastiera (tipo
PS/2), due porte seriali ed una parallela,
la connessione per rete locale Ethernet.
Le connessioni audio e video sono inve¬
ce su scheda di espansione.
Sui fianchi, in due rientri, si trovano al¬
trettanti pomelli scorrevoli che consento¬
no di sbloccare il coperchio rapidamente
e a mano; basta solo svitare una vite go¬
dronata posta sul pannello posteriore e
l'interno della macchina è immediata¬
mente accessibile.
La tastiera che equipaggia questo De¬
skpro è... abbastanza particolare. Tanto
per cominciare riporta, serigrafata, una
scritta minacciosa che invita a leggerne
attentamente il manuale di uso per farla
funzionare al meglio! Sinceramente cre¬
diamo che per una tastiera il manuale
non dovrebbe essere necessario... In se¬
condo luogo essa è equipaggiata di una
speciale barra spaziatrice sdoppiata, pra¬
ticamente due tasti affiancati: ciascuno
II “mostro" Pentium II II robusto dissipatore 6 to¬
talmente passivo, ossia senza ventolina Si nota an¬
che il cavetto del sensore di allarme termico.
di essi può funzionare da spazio o da
backspace, a seconda di come li si confi¬
gura, e di ciò viene data ampia notizia
mediante un vistoso autoadesivo aran¬
cione. Ora, non capiamo l'utilità di una
tale perversione: o stravolgiamo davvero
le tastiere in cerca di qualcosa di migliore
ma radicalmente diverso, come ha fatto
Microsoft con la "Naturai", oppure è
probabilmente meglio lasciare le tastiere
come sono da anni senza applicare ad
esse sottili variazioni sulla base di gusti
personali. A dire il vero dubitiamo che il
backspace sotto il pollice sia di utilità co¬
si fondamentale...
Il monitor che abbiamo ricevuto è
un'unità da 15" a controllo elettronico,
compatibile VESA DDC e Plug&Play, in
grado di arrivare alla risoluzione di
1024x768 punti.
L’interno
L'interno del Deskpro 6000 è decisa¬
mente denso. La costruzione è ordinatis¬
sima. ma lo spazio di manovra piuttosto
risicato. La motherboard è praticamente
confinata alla sola metà sinistra dello
chassis, e l'ingombro verticale viene con¬
tenuto con la soluzione tecnica di dispor¬
re le schede di espansione orizzontal¬
mente una sull'altra mediante una "raiser
card" verticale che replica il bus. Poste¬
riormente a destra si trova l'alimentatore
(da 160W). mentre a ridosso del frontale i
cestelli per le memorie di massa fisse e
removibili.
Sulla motherboard campeggia il gros¬
so cartridge del Pentium II, dotato di un
vistoso dissipatore passivo di colore blu
elettrico dal quale si diparte il cavetto del
sensore di temperatura. Piu in là si nota¬
no i regolatori, mentre la RAM di sistema
è piuttosto nascosta sotto alle memorie
di massa Inutile cercare i chip della ca¬
che. dato che quest'ultima è contenuta
all'interno del cartridge assieme alla CPU
Notiamo che molti slot di espansione
sono già impegnati con le varie schede
fornite di serie: è il caso dell'adattatore
grafico (viene usata una Matrox Millen¬
nium), del controller SCSI (di produzione
Adaptec) e dell'adattatore audio.
Utilizzazione
Inutile dire che tutto questo ben di
Dio è un po' mortificato sotto Windows
95, ed infatti il sistema operativo conse¬
gnato di serie col Deskpro 6000 è Win¬
dows NT 4 0 versione workstation.
Un'apposita procedura preinstallata di
startup si occupa, alla prima partenza del
computer, di installare e configurare la
corretta versione nazionale di NT in mo¬
do quasi del tutto automatico. Peccato
solo che l’hard disk venga ripartito in tre
partizioni FAT e non, come sarebbe assai
più logico ed efficiente, in un'unica parti¬
zione NTFS.
Ma passiamo alle note di utilizzo occu¬
pandoci soprattutto delle questioni cui
accennavamo nell'introduzione, ovvero
le soluzioni che questo sistema offre ai
problemi di gestione dei costi e delle ri¬
sorse tipici di un ambiente aziendale. La
chiave di tutto è la cosiddetta Intelligent
Manageability, un'iniziativa Compaq che
234
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Compaq Deskpro 6000
comprende strumenti e caratteristiche fi¬
nalizzati a rendere il PC piu semplice da
gestire e piu economico da possedere.
Quattro sono le aree di intervento
dell’iniziativa: gestione deH'inventario
(parco macchine aziendale), gestione dei
guasti, gestione della sicurezza e gestio¬
ne del software di supporto. Vediamone
brevemente i punti più importanti.
La gestione del parco macchine viene
facilitata perché i dati identificativi di cia¬
scun Deskpro 6000 e dei suoi principali
componenti possono essere letti da
software anche remotamente via rete: è
quindi facile costruire un database dei
cespiti ammortizzabili (per la gestione fi¬
nanziaria) ed anche conoscere in ogni
istante posizione e stato di ciascun PC in
azienda (per la gestione tecnica) I dati
identificativi accessibili includono: nume¬
ro di serie del PC; sigla del costruttore e
numero del modello; livello di revisione
della motherboard; livello di revisione del
BIOS; costruttore, modello e numero di
serie dell'hard disk, costruttore, modello
e numero di serie del monitor. E' anche
possibile assegnare a ciascun PC una
stringa identificativa supplementare scel¬
ta dall'utente (codice di inventario), che
può essere modificata solo da chi cono¬
sce la password di supervisore e può es¬
sere anch’essa letta via software. Oltre a
questi dati amministrativi, è possibile co¬
noscere lo stato "tecnico" di ciascun PC
anche remotamente; le informazioni re¬
peribili includono cose tipo: caratteristi¬
che della motherboard. tipo di processo¬
re, quantità di RAM e di cache, numero
e tipo di schede di espansione presenti,
utilizzo degli IRQ e dei DMA, caratteristi¬
che dell'hard disk, caratteristiche e stati¬
stiche di funzionamento della scheda di
rete, e perfino temperatura all'interno
dello chassis.
Per quanto riguarda la prevenzione dei
guasti, basti dire che l’hard disk utilizza la
tecnologia IntelliSafe (SMART), che gli
consente di monitorare con continuità le
proprie prestazioni rilevando ogni ten¬
denza al degrado delle stesse ed antici¬
pando una presumibile rottura. I proble¬
mi vengono dunque previsti e annuncia¬
ti, prima del loro verificarsi, all'operatore
locale o. via rete, all'amministratore. Un
sensore interno di temperatura protegge
invece l'unità contro possibili surriscalda¬
menti, mentre l'alimentatore incorpora
una protezione contro transitori e picchi
di sovratensioni. La sicurezza viene man¬
tenuta mediante imposizione delle pas¬
sword a livello di BIOS ma anche con al¬
tri strumenti quali il blocco del funziona¬
Una vista generale dell'interno della macchina Notare la costruzione molto compatta ed ordinala
Altro dettaglio dell'interno. Si nota, in alto a destra
sul longherone metallico, il microswitch che si ac¬
corge dell'apertura del coperchio
mento del floppy per evitare ingressi di
virus o fuga di dati riservati, oppure il
blocco delle porte seriali e/o parallele per
evitare collegamenti via modem non au¬
torizzati. E' stato previsto persino un ap¬
posito sensore di apertura del coperchio
che registra in un'apposita locazione del¬
la CMOS, consultabile da software, la
data dell'ultima apertura di computer; a
seconda della configurazione di questa
caratteristica, il PC può addirittura "chia¬
mare aiuto" via rete segnalando all'am¬
ministratore ogni tentativo di smontag¬
gio presumibilmente non autorizzato!
Conclusioni
In definitiva questo Deskpro 6000, no¬
nostante le idee di Intel che sta cercan¬
do di spacciare il Pentium II per un pro¬
dotto consumer, è nato quasi esclusiva¬
mente per un impiego aziendale. Non
che non ve lo possiate portare a casa, in¬
tendiamoci; ma certamente tutte le sue
caratteristiche piu peculiari hanno senso
soprattutto se sfruttate adeguatamente
per migliorare la gestione di un parco
macchine aziendale e contenere il costo
di manutenzione delle stesse.
Vediamo dunque quant'è almeno il
costo fisso relativo all'acquisto In man¬
canza di un listino prezzo ufficiale vi dia¬
mo il prezzo medio indicativo fornitoci da
Compaq, che si aggira sui sette milioni e
mezzo (IVA e monitor esclusi) Non po¬
chissimo in assoluto ma davvero nean¬
che tanto se si pensa che parliamo pur
sempre di un Pentium II e si portano in
conto la mitica affidabilità e robustezza
Compaq. ras
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
235
di Valter Di Dio
Notebook Hyundai HN-5
Pentium 166 MMX
po le prestazioni dei notebook stanno cre¬
scendo quasi al passo con quelle delle
unità da tavolo. Display a milioni di colori
sempre più grandi e sempre più luminosi,
hard disk da due Giga ed oltre. RAM a vo¬
lontà, CD-ROM incorporati, modem inter¬
ni, schede audio stereo surround, schede
video accelerate e, non ultimi, processori
Pentium che nulla hanno da invidiare a
quelli installati nella maggior parte delle
macchine "fisse" Con caratteristiche si¬
mili, la battaglia tra "fisso " e "portatile "
sta per risolversi nettamente a favore di
quest'ultimo. Al momento c'è ancora in
ballo la questione economica, ma è rima¬
sta davvero solo quellaI Se si pensa al
vantaggio di poter avere sempre a portata
di mano tutta la potenza del nostro com¬
puter da tavolo, il fattore economico pas¬
sa in secondo luogo; soprattutto nei casi
in cui sarebbero necessari due computer
Iad esempio uno a casa e uno in ufficio).
Probabilmente un Pentium 166 MMX
può sembrare un 'esagerazione in una
macchina da portare in giro, ma non lo è
più se si pensa al portatile in un'ottica più
vicina all'agenda elettronica che non al
computer per scrivere una relazione in tre¬
no o fare due conti con Excel in albergo.
Questa generazione di computer va vi¬
sta come Personal Computer nel vero
senso della parola: tutti i nostri dati lanche
quelli grafici, / filmati, le presentazioni ani¬
mate e i suoni) sempre a disposizione, a
casa come in ufficio, in albergo come nel¬
la casa al mare. Tutta la potenza di un
Pentium 166 MMX sempre pronta al toc¬
co di un dito. Tutto il mondo a portata di
mano grazie alla possibilità di collegarsi
via modem da qualsiasi posto in cui sia di¬
sponìbile un telefono le magari nemmeno
quello se sì sceglie un'interfaccia GSM)
Resta, in verità, un problema per un si¬
mile uso dei portatili: la scarsa possibilità
di trasferire file con i computer fissi II
floppy da 1.44 è ormai insufficiente lei
vorrebbe lo ZIP Drive di serie) e l'interfac¬
cia infrarossa non è ancora diffusa nem¬
meno tra i computer fissi di nuova gene¬
razione. L'ideale sarebbe di poter utilizza¬
re l'infrarosso per un collegamento di rete
Windows anche con i computer fìssi.
Quel giorno nascerà finalmente un nuovo
modo di usare il computer, un computer
davvero portatile e con cui andare in giro
scambiando i dati senza nemmeno con¬
nettere un filo.
Descrizione esterna
La forma dei portatili dell'ultima gene¬
razione è dettata da caratteristiche fun¬
zionali ormai praticamente standardizza¬
te e quindi alla fin fine si assomigliano un
236
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Notebook Hyundai HN-5000 Pentium 166 MMX
po' tutti. Nero il colore, formato A4 l’in¬
gombro. abbastanza alti da poter conte¬
nere Floppy e CD contemporaneamente.
Quello che alla fine li distingue è la quan¬
tità e la posizione di sportelli, cassetti e
feritoie. Questo Hyundai, in particolare,
sembra un secrétaire dell’800, in cui
ogni lato e ogni superficie nasconde al¬
meno uno sportello segreto.
Cominciamo dalle cose evidenti.
Quando è chiuso si nota il piccolo display
a cristalli liquidi, spostato sulla sinistra,
che un'apposita scanalatura nel corpo
del computer permette di vedere anche
a computer chiuso. Sulla destra, sempre
dal lato delle cerniere, due LED indicano
rispettivamente lo stato della batteria e
l'accensione del computer
Un bottone a slitta, uno solo, frontale,
permette di aprire il display che può es¬
sere ribaltato quasi completamente. Per
quanto ormai abituale sulle macchine di
questa classe, la dimensione del display
fa ancora una certa impressione, soprat¬
tutto quando è acceso Dodici pollici
(12,1 per la precisione) TFT e milioni di
colori ben reggono il confronto con qual¬
siasi monitor CRT da 15", soprattutto se
si considera l'assoluta linearità, la man¬
canza di sfarfallio e il fatto che, al contra¬
rio dei tubi catodici, viene utilizzata tutta
l'area disponibile. I soliti bollini ai bordi
del display ci informano che è da 12,1
pollici, che abbiamo un Pentium MMX e
Windows 95.
Sotto a questa vera e propria "fine¬
stra" sono posti gli altoparlanti (stereo), il
microfono e il tasto d'accensione
Standard la tastiera, con il classico ta-
stiermo numerico e alcuni comandi au-
dio/video in seconda funzione II simbolo
della mezzaluna, in seconda funzione sul
tasto ESC, permette la messa in stand-
by della macchina che può essere risve¬
gliata dalla pressione di un tasto qualsia¬
si Buono e preciso il tocco, anche se lo
scatto meccanico del tasto è molto mor¬
bido. al punto da far notare che la tastie¬
ra è del tipo in gomma.
Sotto la tastiera l'amato/odiato touch-
pad. Personalmente mi ci trovo molto
bene, ma chi non lo usa spesso, all'inizio
si trova davvero male. Oltretutto questa
nuova generazione di touchpad non è
Notebook Hyundai HN-5000
Pentium 1 66 MMX_
Costruttore:
Hyundai Electrics
Distributore:
Data Pool
L.go del Caireto 28 - 00040 Roma
Tel/Fax 06/72989255
Indirizzo Internet mito ;>www ctncomouteimarnet i|
Prezzo IVA esclusa!
A macchina
chiusa si noia il di¬
splay dello stato del
computer e t due LED di
alimentazione
sensibile alla pressione ma esclusiva-
mente al "contatto" col dito umano:
se avete le mani sudate sono
guai. I due tasti posti sotto al
touchpad sono molto am¬
pi (cosa giusta) ed
hanno un profilo a
rilievo che do¬
vrebbe faci¬
litarne la
pressione
con la falange
del dito "puntato¬
re" ma rischia inve¬
ce di farli premere an¬
che col palmo della ma¬
no mentre si scrive
E passiamo agli sportelli¬
ni. Sulla sinistra s'inizia, dal re¬
tro, con lo sportello della batteria
(da 12 V 3,5 Ah Nl-Mh) tenuta fer¬
ma da una clip che forse era preferi¬
bile incassare o nascondere meglio.
Sopra la batteria, uno sportellino a ribalta
protegge uno slot PCMCIA singolo. A
fianco della batteria, ben a portata di ma¬
no. trova posto il lettore dei floppy. Una
clip, posta sul fondo della macchina, per¬
mette di estrarlo e di sostituirlo con un
adattatore (a corredo) per la seconda bat¬
teria.
Sopra al floppy/batteria si trova l'Hard
Disk da 2.1 Giga, della Hitachi, facilmen¬
te estraibile (a computer spento ovvia¬
mente). Impressionanti le sue dimensio¬
ni: 75 x 113 x 12 mm.
Sulla destra del computer, sempre dal
retro, troviamo invece i tre mi¬
ni-jack audio (ingresso microfonico,
ingresso linea e uscita cuffia) con, sot¬
to, le ampie feritoie per la ventilazione
del Pentium. Proseguendo verso il da¬
vanti troviamo, in basso, il lettore TEACH
CD-211E da ben 11 x.
Sopra al CD ci sono la finestra semitra¬
sparente dei LED infrarossi e lo sportello
del doppio slot PCMCIA, per un totale,
quindi, di tre schede PCMCIA installabili
contemporaneamente.
Sul retro, l'unica cosa in vista è la pre¬
sa dell'alimentazione dotata di un con¬
nettore fuori standard a quattro poli.
Aprendo invece lo sportellino che occu-
La tastiera, gli altoparlanti stereo e il microfono
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
237
Notebook Hyundai HN-5000 Pentium 166 MMX
pa tutto il posteriore del computer, si ac¬
cede ai classici connettori presenti su
tutti i PC. Da sinistra: la seriale COM-1 a
nove pin, la connessione al BUS di siste¬
ma (accessibile anche da un'antina scor¬
revole senza che sia necessario aprire lo
sportellone), l'uscita video TV, l'uscita
per un monitor SVGA esterno, l'attacco
Joystick/MIDI, l'uscita parallela e il con¬
nettore mini-din PS/2 per un mouse o
una tastiera esterna. Sempre posterior¬
mente ma lateralmente e incassati si tro¬
vano i due piedini che servono per solle¬
vare leggermente il computer dal tavolo
e consentire un adeguato flusso d'aria al
ventilatore di raffreddamento di questa
macchina che, non dimentichiamolo,
cammina a 166 MHz.
Finito? Naturalmente no. c’è ancora il
fondo! Sotto al computer non ci sono
per fortuna altri sportellini, ma una gros¬
si destra del computer c'è il lettore per i CD. l'inter¬
faccia ottica IR e le prese audio
Sulla sinistra l'alloggia¬
mento della batteria,
uno slot PCMCIA, l'HD
da 2,1 GB e il floppy
sostituibile con la se¬
conda batteria
sa sezione del fondo può essere rimossa
togliendo quattro viti.
L’interno
Sotto a questo coperchio (riconoscibi¬
le dalla feritoia della ventola) si trova il
microprocessore. O meglio, lo si trove¬
rebbe se non fosse nascosto dal pode¬
roso sistema di ventilazione. Smontare
la sezione di raffreddamento non è diffi¬
cile. Due viti bloccano una coppia di la¬
mierini che servono da convogliatori
d'aria. Sotto ai lamierini un insolito ven¬
tilatore, che funziona parzialmente da
assiale e parzialmente da tangenziale,
estrae l'aria attraverso una piastra di al¬
luminio "chiodata" che è avvitata diret¬
tamente sullo zoccolo del Pentium
MMX. Il sistema si rivela particolarmen¬
te efficiente, tanto che dopo alcune ore
di funzionamento, e nonostante i 166
MHz di clock, lo Hyundai si riscalda po¬
chissimo, al contrario di altri suoi consi¬
mili di prestazioni anche inferiori. Ri¬
mosse le quattro viti che tengono fer¬
mo il blocco d'alluminio, dopo aver stac¬
cato il filo di alimentazione del ventilato¬
re, si accede, finalmente, al micropro¬
cessore. L'impatto, anche solo visivo, è
notevole; 50 x 45 mm di intelligenza
compressa in un mattoncino di un seris¬
simo colore antracite chiaro! Lo zoccolo
ZIF (Zero Insertion Force) permette
l'eventuale sostituzione rapida del Pen¬
tium P55C MMX con un altro Pentium
(la piastra madre accetta microproces¬
sori fino a 200 MHz) o con una CPU Cy¬
rix.
Vicino al microprocessore si trovano
le ROM del BIOS e il convertitore per
l'alimentazione del microprocessore (da
2,2 a 3,2 volt). Completano il contorno,
uno zoccolo per una daughter board e
un banco di switch che farà sicuramen¬
te la gioia degli smanettoni
L'altro accesso alla macchina è da
sotto la tastiera. Si rimuove uno sportel¬
lino piazzato proprio sotto al display di
status e poi, liberando due piccoli ma vi¬
sibilissimi fermi, si solleva la tastiera.
Li sotto trovano, infatti, posto i due
connettori per le RAM. uno già occupa¬
to dai 32 Mbyte EDO pre-mstallati, e la
circuiteria audio e video. A proposito di
quest'ultima sono vistosamente indicati
i quattro dip switch che permettono di
selezionare il tipo di uscita TV, a scelta
tra PAL ed NTSC (di default la macchina
è già impostata su PAL),
L’alimentazione
Un capitolo a parte merita l'alimenta¬
zione di questa macchina per una sua
originale soluzione. L'alimentatore è il
classico scatolotto nero da 150 x 70 x 40
mm, con l’ingresso rete tipo VDE e 125
cm di cavo verso il notebook (con tanto
di filtro antidisturbo finale). Già ad una
prima occhiata si notano però alcune par¬
ticolarità: ci sono due LED sull’alimenta¬
tore e la spina non è il solito connettore
coassiale
I due LED
portano la dici¬
tura Power e
Charge e sono
verde il primo e
arancione il se¬
condo. Sul note¬
book il LED
dell'alimentazio-
ne ha tre colori:
rosso indica la
connessione
con l'alimentato¬
re e la ricarica
Il retro della macchina è interamente occupato dai connettori per le periferiche
esterne tra cui si nota il pin jack del segnale Video PAL
238
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Notebook Hyundai HN-5000 Pentium 166 MMX
Rimossa la piastra di copertura e il dissipatore con
l'originale sistema di ventilatone forzata si accede
all’alloggiamento del Pentium MMX a 166 MHz
della batteria a computer spento, aran¬
cione indica la carica della batteria a
computer acceso e verde indica lo stato
di computer acceso e batteria carica. Un
secondo apposito LED verde indica la
completa ricarica della batteria. Sull'ali¬
mentatore, la ricarica completa della bat¬
teria è indicata dallo spegnimento del
LED arancione.
Questa gestione differenziata della ri¬
carica della batteria (o delle batterie) è
possibile perché l’alimentatore dispone
di due uscite separate. Una a 19 V e 2,6
A serve per l’alimentazione da rete del
notebook, l’altra, variabile tra i 12 e i 19
volt e 1,4 A, serve esclusivamente per ri¬
caricare le batterie
Questo significa che mentre si utilizza
il notebook collegati alla rete, tutta l’ali¬
mentazione viene ricavata dalla 220
mentre la batteria è attaccata esclusiva-
mente al circuito di ricarica. In due paro¬
le: ricarica più veloce e con tensione co¬
stante perché non influenzata dall’assor¬
bimento, variabile, del computer. Nessu¬
na paura però, in caso di caduta di ten¬
sione il passaggio su batteria e istanta¬
neo ed è a cura della sezione di alimen¬
tazione del notebook stesso.
Caratteristiche
Trattandosi di un portatile MMX da
166 MHz è evidente che si sia prestata
una particolare attenzione affinché tut¬
ta la macchina risultasse equilibrata.
Audio, Video, Memoria e accessi alle
periferiche devono essere tutti adegua¬
ti alle prestazioni che ci si aspetta da
una macchina prettamente multimedia¬
le. Ecco quindi più che giustificati i 32
MB di RAM, il lettore CD da 11x e l’HD
da 2.1 GB. La sezione video è suppor¬
tata da un’ottima scheda PCI Trident
Cyber 9385 Linear Accelerated con
ben 2 MB di video RAM che consente
800 x 600 pixel a 24 bit (16 milioni di
colori). Il display TFT da 12,1" ha una
risoluzione e una qualità di tinta che
permettono di sfruttare adeguatamen¬
te le prestazioni della scheda Trident.
L'uscita per un monitor esterno, che
può anche essere pilotato contempora¬
neamente all'LCD, permette
di collegare il notebook ad
uno schermo da 17" mante¬
nendo in ogni caso migliaia
di colori. Ancora più interes¬
sante l'uscita PAL che, sem¬
pre m contemporanea con
l’LCD, permette di collegarsi
ai sistemi di videoproiezione
delle sale conferenza.
L’audio è gestito da una
scheda ESS ESI 788
Plug&Play che oltre a gestire
anche l'interfaccia Joystick e
MIDI esterno permette di
eseguire file MIDI in sintesi
ES-FM
Tutta la gestione dei suoni
può essere governata da un
classico "audio-rack" conte¬
nente anche il mixer, il MIDI
player, il CD player e la se¬
zione surround a tre livelli.
Manca, di serie, il modem
che su macchine di questo
genere è quasi d’obbligo
Per accedere agli slot delle RAM si deve sollevare la tastiera
Sotto, oltre alle RAM si trova anche il dip switch che permette di
scegliere tra Video PAL e Video NTSC
Conclusioni
Il software
Con lo Hyundai HN-5000 viene fornito
il CD di Windows 95, che comunque è
già precaricato, i driver delle periferiche
specifiche di questa macchina e un CD
demo che fa anche da manuale interat¬
tivo del notebook. E’ comunque proba¬
bile che il distributore italiano voglia ag¬
giungere qualche pacchetto software in
versione lite o Shareware, almeno per
dare un'idea all’acquirente delle poten¬
zialità di questa macchina. Sarà poi
l'utente stesso a scegliere il software
più adatto in funzione dell’uso che vorrà
fare di questa macchina. Sicuramente,
qualsiasi sia il prodotto utilizzato e qual¬
siasi possa essere l'uso predominante,
è ben difficile che l’utente riesca a met¬
tere in difficoltà un Pentium MMX da
166 MHz
L'alimentatore dello Hyundai HN-5000 presenta la
particolarità della doppia uscita 19 V per il compu¬
ter e 12/19 V per ncancare le batterie
Con un notebook di questa portata non
si può più parlare di un oggetto accesso¬
rio, da usare solo quando si è fuori casa o
lontano dall’ufficio. Queste macchine non
solo sono abbastanza potenti da potersi
sostituire completamente al computer
principale, ma sono anche più pratiche da
gestire e più sicure da usare. Tutto quello
che serve è già dentro, e se non c'è ba¬
sta inserire una card PCMCIA per aggiun¬
gerlo. Nessuna radiazione nociva dal vi¬
deo e niente sfarfalli! delle immagini, si la¬
vora per ore senza alcun affaticamento vi¬
sivo. Nessun pericolo di perdita del lavoro
per mancanza di alimentazione o perché
qualcuno è inciampato sul cavo Massi¬
ma sicurezza dei propri dati perché il
computer sarà sempre vicino a voi.
Ci sono naturalmente anche alcune
controindicazioni per questi notebook ad
alte prestazioni. La prima è sicuramente il
peso che ci si deve portar dietro; legata al
peso c'è anche il problema dell'autono¬
mia che, comunque, arriva quasi a due
ore con una sola batteria. Non ultimo il
costo dei portatili che non è ancora pro¬
priamente da discount. Sono tuttavia pro¬
blemi non gravi, ben ripagati dai vantaggi
d'uso. Sicuramente saranno superati in
pochi anni grazie ad una sempre maggior
diffusione dei notebook ed ai prevedibili
miglioramenti della tecnologia.
Resta il fatto indiscutibile che avere un
computer, anzi un "vero" computer,
con un Pentium 166 MMX, 32 MB di
RAM, un display da 12" e un disco da
oltre due GB sempre a portata di mano
è un piacere che è difficile raccontare:
bisogna viverlo. Se poi si tratta di una
macchina ben calibrata ed amalgamata
come questo Hyundai HN-5000 MMX
allora, il piacere, è anche doppio. «e
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
239
di Andrea de Prisco
TVC Italia Winqs
puter da tavolo, tranne rare eccezioni,
sono più o meno tutti uguali Idifferisco¬
no >, nella maggior parte dei casi, solo
per il tipo di processore utilizzato e/o
per la quantità di RAM/harddisk installa¬
ta) lo stesso non può dirsi per i note¬
book. Rappresentano, intatti, un merca¬
to sempre a parte, in continua evoluzio¬
ne. Offrono praticamente la stessa po¬
tenza elaborativa (multimedialità com¬
presa!) di una macchina da tavolo, di
solito non costano più ‘uno sproposito '
come una volta e, soprattutto, non sono
più da considerare come macchine di
second'ordine, semplicemente da af¬
fiancare al grosso desktop che si utilizza
in ufficio o a casa.
Grazie alla possibilità di collegare
qualsiasi tipo di monitor e tastiera ester¬
na, schede di rete in standard PCMCIA
di ogni tipo, docking station o semplici
duplicatori di porta per semplificare al
massimo l'utilizzo su tavolo, le macchi¬
ne portatili di oggi possono comoda¬
mente (nel vero senso della parola) so¬
stituire anche il più potente ed accesso¬
riato computer fisso. Con in più l'ovvio
vantaggio di poter staccare ‘il nocciolo"
in qualsiasi momento, e disporre di tutti
i nostri dati e tutte le nostre applicazioni
in esterno, senza noiose operazioni di
backup pre-post allontanamento, ac¬
compagnato sempre dal dubbio "avrò
copiato tutto?".
TVC Italia, fondata nel 1994 a Visinale
di Pasiano (PN), come essa stessa si
definisce è "un'azienda giovane e dina¬
mica che importa e commercializza una
linea versatile e modulare di computer
portatili in grado di soddisfare tutte le
esigenze". E per dimostrarlo, ci ha invia¬
to in prova il loro notebook più "perfor-
mante', il neonato Wings dallo schermo
gigante (13.3 pollici di diagonale, quasi
34 cm di colore a matrice attiva!) e po¬
tenza di calcolo, espandibilità, modula¬
rità tale da intimorire più d'un computer
da tavolo di fascia alta.
Il tutto in un cabinet (ammesso che
sia lecito continuarlo a chiamare tale)
estremamente compatto, 31x26x4.5
cm, particolarmente leggero, 3.1 kg, do¬
tato di ogni bendiddio per non rimpian-
240
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
TVC Italia Wings
gere il desktop in alcuna occasione.
Aggiungiamo subito, tanto per comin¬
ciare alla grande, che il TVC Wings è il
primo portatile da noi provato a disporre
"on board" di una porta standard USB
IUniversaI Serial Bus) e questo già la di¬
ce lunga circa l'attualità dell'oggetto.
Tra non molto, infatti, saremo letteral¬
mente sommersi da periferiche di ogni
genere che adottano un interfacciamen¬
to di questo tipo. Logitech, tanto per
"non fare nomi", ha già presentato un
scanner formato A4, tanto compatto e
portatile da non richiedere nemmeno
l'alimentazione esterna: sarà la stessa
porta USB a fornire la giusta cor-
rente/tensione per la digitalizzazione ve¬
loce dei fogli
Sul lato Oestro troviamo ingressi e uscite audio Come di¬
spositivo di puntamento e utilizzata una classica traci pad.
posizionata al centro della zona antistante la tastiera
TVC Wings
Ma torniamo al prodotto in prova e al¬
le sue caratteristiche tecniche. Ovvia¬
mente il processore utilizzato è MMX
(Pentium P55CLM a 2.6 V) nelle sue
versioni "mobile” - basso consumo - da
133/150/166 MHz. Alternativamente
(leggi: "allo stato attuale", non è affatto
escluso che questo non sarà possibile
anche con la futura versione multime¬
diale "mobile" del chip Intel) e possibile
spingersi a quota 200 MHz con il
P54LM/SLM (a 2.9-3.1 V) ovvero il "vec¬
chio" Pentium a basso consumo senza
estensione MMX. La memoria può es¬
sere di 32/48/64/128 megabyte EDO-
RAM grazie a due alloggiamenti DIMM
a 144 pin Tra memoria centrale e mi¬
croprocessore (oltre, ovviamente, a
quella di primo livello interna a quest'ul¬
timo) troviamo 256 K di cache sincrona
Il BIOS offre il supporto per il Plug and
Play e, come di consueto, è contenuto
all'interno di una flash RAM da 256 K,
aggiornabile da floppy disk
Il già citato display a colori LCD a ma-
TVC Italia Wings
Produttore e distributore:
TVC Italia Srl
Strada del Mobile 16/C
330B0 Visitiate di Pasiano (PNl
Tel 0434/612711 ra
Inno /fwv.'iv n. ’ cori!
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Wings 166 MMX, display TFT 13.3'. 32 MB RAM.
HD 2 1 GB, CD-ROM 20X, unità floppy disk, batte¬
rla Ll-lon, Windows 95 premstallato L 7 950 000
trice attiva da ben 13.3 pollici fa capo ad
una scheda video XVGA a 64 bit colle¬
gata via locai bus PCI: utilizza 2 me¬
gabyte di videoram, consente la visua¬
lizzazione simultanea sia su LCD che su
monitor esterno II display integrato of¬
fre come risoluzione massima il forma¬
to 1.024x768x64k colori, su monitor
esterno ci si può spingere fino a
1.280x1.024x256 colori. Non male!
E passiamo alle memorie di massa.
L'hard disk è rimovibile, è da 2 5 pollici,
è disponibile in "tagli" da 1.1 a 3.1 gi¬
gabyte Anche per questo l'interfaccia¬
mento è PCI, con controller di tipo IDE
Il lettore di CD-ROM a corredo (può es¬
sere installato al posto dell'unità floppy
disk, a sua volta collegabile esterna¬
mente tramite cavetto) è un ottimo
TEAC ATAPI "1 lx" accreditato di una
velocità di trasferimento di 1.65 me¬
gabyte/s Non manca, inoltre, la con¬
sueta predisposizione per schede ac¬
cessorie PCMCIA (di tipo I, Il e III) an¬
che di tipo Zoomed Video per la massi¬
ma velocità di trasferimento dati col mi¬
croprocessore
Infine la batteria ricaricabile, disponi¬
bile sia in tecnologia Ni-MH che agli ioni
di litio, consente un'autonomia di utiliz¬
zo di oltre due ore e mezza: un risultato
più che accettabile considerate le "po¬
tenze" in gioco.
Uno sguardo esterno
Tra le caratteristiche ergonomiche di
maggior rilievo del TVC Wings, segna¬
liamo soprattutto il design compatto ca¬
ratterizzato da una linea estetica molto
pulita e squadrata II colore utilizzato è il
consueto grigio-notebook, né troppo
chiaro, né troppo scuro.
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La tastiera e simile a quella di molti suoi concorrenti Criticabile il posizionamento di alcuni tasti Ivedi testo/
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
241
L'alloggiamento per l'unità floppy disk
o il lettore di CD-ROM è situato sul lato
destro del portatile Sul manuale della
macchina leggiamo che nella medesima
sede sarà possibile installare, non appe¬
na disponibili, anche periferiche diffe¬
renti, come un ormai indispensabile dri¬
ver per dischi ZIP (100 megabyte di 'dif¬
fusa trasportabilità"). Accanto a questa
troviamo ingressi e uscite audio (digital¬
mente parlando,., a 16 bit compatibili
Sound Blaster Pro e Windows Sound
System); un potenziometro per regolare
al volo, e senza cercare il controllo
software chissà dove, il volume sonoro;
la sede per la grossa batteria ncaricabi-
le. Sul lato opposto della macchina tro¬
viamo il già citato alloggiamento per le
schede d'espansione PCMCIA I. Il, III
più un’uscita videocomposita TV OUT.
L'espansione di memoria è accessibi¬
le sul fondo della macchina (è sufficien¬
te svitare due sole viti) dove troviamo
anche un'ampia griglia di aerazione che,
coadiuvata dalla piccola ventola termo-
automatica presente posteriormente,
provvede al raffreddamento del proces¬
sore e di tutta l'elettronica interna.
Sul retro, le uniche connessioni non
coperte da sportellini di sicurezza sono
la porta per mouse/tastiera esterna
(PS/2), l’interfaccia USB e l'ingresso per
A sinistra l'uscita videocomposita disponibile late¬
ralmente In alto si noti il profilo "nbassato" tagile
e scattante') del notebook TVC
l'alimentatore esterno che provvede an¬
che alla ricarica della batteria. Sopra a
questo è ben visibile la porta seriale a
raggi infrarossi compatibile IrDA. E' un
vero peccato che i computer fissi non
siano equipaggiati di analoga interfaccia:
sarebbe infinitamente più comodo, via
raggi infrarossi, effettuare semplici tra¬
sferimenti di file, completi backup o sin¬
cronizzazione dati tra le due macchine.
Protetti da due sportelli di plastica,
troviamo i rimanenti connettori per il
mondo esterno. Da sinistra: la grossa
porta a 120 pin per il collegamento del
replicatore di porte opzionale, la presa
per l'unità floppy disk quando non è uti¬
lizzata nella sua sede interna, una porta
parallela bidirezionale compatibile
EPP/ECP, una porta seriale veloce
UART 16C550, l'uscita video XVGA per
monitor esterno.
Tastiera e display
Sollevando il coperchio-display acce¬
diamo alla tastiera, al dispositivo di pun¬
tamento integrato (una trackpad), alla
coppia di altoparlanti stereo e al piccolo
display LCD di servizio che visualizza lo
stato di funzionamento del portatile ac¬
censione, carica delle batterie, stato di
standby, attività
delle memorie di
massa e delle card
PCMCIA, Num-
Lock, CapsLock,
ScrollLock.
La trackpad, po¬
sizionata come di
consueto al centro
della zona antistan¬
te la tastiera (Apple
docetl), ha una
precisione di fun¬
zionamento più
che soddisfacente ed è sensibile sia al
singolo che al doppio click (i tasti de¬
stro-sinistra del mouse sono natural¬
mente presenti anche in 'carne ed os¬
sa' poco più in basso). La zona periferi¬
ca della trackpad implementa lo scroll
automatico degli oggetti o del testo se¬
lezionato. 'Agganciando' ad esempio
un'icona e portandoci con il dito all'e¬
stremità della tavolettma, il movimento
continua fino a quando non lasciamo
l'oggetto selezionato o ci allontaniamo
di qualche millimetro dal bordo attivo.
Il display a colon ha una visibilità a dir
poco ottima Inoltre, grazie alle sue ge¬
nerose dimensioni (13 3 pollici) e alla ri¬
soluzione di ben 1.024x768 pixel a
65mila colori non fa mai rimpiangere i
monitor CRT da tavolo. Se a questo ag¬
giungiamo che su un display LCD l'im¬
magine visualizzata è priva di qualsiasi
forma di sfarfallio, sempre perfettamen¬
te a fuoco, rigidamente piana e senza la
minima distorsione è facile rendersi
conto che in realtà l'uscita XVGA per
monitor esterno verrà utilizzata solo in
rarissime occasioni. In pratica solo per
sfruttare risoluzioni ancora maggiori o
per collegarci a un videoproiettore per
conferenze
La tastiera, dal canto suo, è sufficien¬
temente completa, ha una precisione di
funzionamento e un feeling dei tasti più
che soddisfacente, mentre è criticabile
(anche questo, purtroppo, capita in mol¬
ti portatili provati) la disposizione dei ta-
Tra le connessioni "per il mondo esterno~ disponibili sul retro, la più interessante 6 la porta USB permette il collegamento di ben 127 nuovi dispositivi esterni
242
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
TVC Italia Wings
MMX a 200 MHz in versione "desktop"
(a consumo non ridotto).
Morale: come è facilmente prevedibi¬
le, fidatevi poco dei MHz sbandierati in
quanto la velocità complessiva di un
computer (non si misura certo "solo"
con l'Intel Media Benchmark, lo sappia¬
mo benissimo!) è influenzata da un’infi¬
nità di parametri non sempre ben indivi¬
duabili e controllabili.
Nel complesso (anche tralasciando
l'ottimo risultato dei nostri test) il TVC
Wings ci ha soddisfatto pienamente
Non ha mai fallito un colpo, nonostante
l'avessimo "plunmassacrato" pesante¬
mente durante la prova, installando e di-
smstallando numerose applicazioni
grosse ed eterogenee
Per finire, come è nostra consuetudi¬
ne. diamo uno sguardo al listino prezzi.
Il TVC Wings, con processore Intel Pen¬
tium MMX a 166 MHz, 32 megabyte di
RAM, hard disk da 2 gigabyte, Win¬
dows 95 preinstallato, batteria ricarica-
bile agli ioni di litio, floppy disk e lettore
di CD-ROM 20X costa poco meno di ot¬
to milioni (oltre l'IVA) Considerata la do¬
tazione di partenza (soprattutto riguardo
la memoria, notoriamente molto più ca¬
ra nei portatili che nelle macchine desk¬
top), e senza sottovalutare il fatto che il
display LCD a matrice attiva da 13.3
pollici è tra i piu grandi disponibili sui
notebook, non possiamo che valutare
quantomeno invitante il prezzo di vendi¬
ta all'utente finale di questo prodotto.
E' evidente che la guerra al ribasso tra i
produttori hardware, anche quando si
tratta di notebook di alte prestazioni, è
tutt'altro che terminata Come dire: "ne
vedremo delle belle...".
Intel Media Benchmark
sti di controllo PageUp, PageDn, Home,
End che relegano in seconda fila tasti
ben più importanti come il BackSpace e
l'Enter Non mancano, infine, i tasti spe¬
cifici di Windows 95, l'ormai tipico tasto
Fn, serigrafato in blu, per il controllo di
alcune funzioni hardware della macchi¬
na, come la visualizzazione a video dello
stato di carica delle batterie, la commu¬
tazione tra display integrato o monitor
I risultati dell'Intel Me¬
dia Benchmark riportati
dal TVC Wings IPen¬
tium MMX a 166 MHz)
rispetto alla nostra
macchina desktop di ri¬
ferimento, con analogo
processore cioccato,
però, a 200 MHz
La differenza riscontra¬
ta è assolutamente giu¬
stificabile vista la mino¬
re velocità di sistema
Molto potente, il TVC
Italia Wings, ma anche
estremamente modula¬
re In alto la batteria U-
lon, a sinistra il lettore
di CD-ROM intercam¬
biabile con l'unità
floppy disk, a destra
l'alloggiamento per le
espansioni <Ji memoria
esterno (o la visualizzazione simulta¬
nea), l'utilizzo del programma di Setup
per quel che riguarda il power manage¬
ment della macchina (per attivare il Se¬
tup completo è necessario riavviare il si¬
stema e premere F8 prima del boot-
strap di Windows 95).
Prezzo/prestazioni
Molto interessanti, se non addirittura
entusiasmanti, i risultati dell'Intel Media
Benchmark sulla macchina in prova. Ha
eguagliato, sostanzialmente, i risultati
raggiunti dal Toshiba Tecra 740 CDT,
sempre Pentium MMX a 166 MHz. pro¬
vato sullo scorso numero di MC. Di
questo avevamo evidenziato l'esube¬
rante "velocità multimediale" del tutto
paragonabile a quella di altri portatili
precedentemente provati di fattura ben
più economica e dotati di Pentium
Video
ImageProc
Audio
OveraB
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
243
di Enrico M. Ferrari
L'andamento del mer¬
cato dei PC destinati all'utente finale è
oramai consolidato da tempo verso un
solo obiettivo: costruire la macchina più
veloce non appena Intel e i suoi concor¬
renti commercializzano un nuovo chip
Il fanatico che vuole la macchina più
potente esiste in tutti i campi da chi
trucca il motorino in maniera esasperata
per avere il mezzo più veloce della città
a chi segue le ultime evoluzioni esoteri¬
che del mercato Hi-Fi, tralasciando chi
mira al telefonino piu leggero e all'auto¬
mobile con più cavalli.
Nel campo dell'informatica avere una
macchina sempre più veloce non è solo
un capriccio dell'utente "fissato", pur¬
troppo l'evoluzione dei sistemi operativi
e dei programmi è tale che gli applicati¬
vi sono sempre più pesanti ed esosi di
prestazioni; far funzionare ad esempio
l'ultima versione di Office su un 486
vecchio di pochi anni sarebbe pratica¬
mente impossibile, a meno di non fer¬
marsi a mangiare una pizza tra una
schermata e l'altra.
Sono le case produttrici di CPU che
sfornano processori più veloci per asse¬
condare i nuovi applicativi o sono le
software house che si permettono il
lusso di programmare dei "mostri" sa¬
pendo che uscirà una CPU sufficiente-
mente veloce da supportarli?
La questione è vecchia e probabil¬
mente la spiegazione è a metà strada,
unita al fatto che l'utenza moderna vuo¬
le giustamente macchine semplici da
usare, che per essere tali devono quindi
riempire lo schermo di avvisi, icone e
grafica m movimento L'informatica non
sarebbe diventata popolare se fosse ri¬
masta ancorata all'ostica interfaccia a
carattere del DOS. economica si in ter¬
mini di risorse, ma lontanissima dall'uso
intuitivo introdotto dai sistemi ad icone
=£«=
244
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
PC Win AMD K6 233 MMX
Basta un processore a
400 MHz?
No, la velocità della CPU non è tutto
e non è l'unico parametro da conside¬
rare quando si valutano le prestazioni
della macchina; se abbiamo una CPU
velocissima ma una scheda video lenta
come una lumaca le prestazioni saran¬
no comunque ridotte, cosi come se la
CPU non è supportata da una valida
scheda madre che eviti il più possibile i
colli di bottiglia il processore non verrà
sfruttato al meglio.
Così più che valutare quanto è velo¬
ce il processore adottato da una mac¬
china preferiamo vedere come si com¬
porta tutto l’insieme, se cioè i singoli
elementi sono combinati al meglio fra
di loro per esaltare al massimo una
CPU veloce. La modularità degli attuali
PC è tale da consentire upgrade rapidi
del sistema anche in varie fasi, si cam¬
bia una volta la CPU, poi il CD-ROM, si
aumenta la memoria e cosi via.
Sono vincenti in questo caso le filo¬
sofie degli assemblatori che, anziché
distribuire prodotti rigidi, costruiscono
il PC su misura dell'utente, privilegian¬
do magari l'aspetto economico o quel¬
lo delle prestazioni, lasciando la scelta
all'utente stesso che in futuro potrà
decidere di cambiare tutti i pezzi che
vuole.
PC “Win”
PC "Win" è il classico esempio del
computer "fatto su misura", come di¬
cono alla Umware Sistemi, una casa ro¬
mana specializzata nell'assemblaggio
ad hoc di hardware che distribuisce il
prodotto che presentiamo oggi.
La macchina in visione è basata su
CPU AMDK6 MMX da 233 MHz; la
AMD sta dando filo da torcere alla Intel
con i suoi processori sopra i 200 MHz
di classe MMX, processori che al mo¬
mento sembrano avere una compatibi¬
lità pressoché completa con tutto ciò
che gira anche sull’Intel, naturalmente
non è possibile garantire una compati¬
bilità al 100%, del resto nel campo dei
processori, come il bug dei primi Pen¬
tium insegna, può sempre saltare fuori
qualche cosa che non va
Una breve descrizione della configu¬
razione di questo PC "Win" ci fa capire
che non è un entry level, ma un'ottima
macchina dalle grandi capacità multi¬
mediali 32 MB RAM, hard disk da 3.2
PC WIN AMD K6 233 MMX
Produttore
UNIWARE SISTEMI s.f I - Via Malera, 3 Roma •
Tel 10617024544
Distributori:
UNIWARE SISTEMI s.r.l - P za Casalmaggiore, 12
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Tel (06188642775
Prezzo VA esclusa!
PC WIN AMD K6 233 MMX Ut 2 995 000
Monitor 15” SONY 100SFT Ut 840 000
Giga Ultra ATA, CD-ROM Mitsumi 16X,
Scheda Video Matrox Millenium II con
4 MB, SoundBlaster AWE 64, monitor
e casse staccabili Sony.
L’esterno
PC "Win" è contenuto in un cabinet
midi-tower di solidissimo aspetto: il
midi-tower è un ottimo compromesso
tra i grossi tower e i troppo piccoli mi-
ni-tower. si può lasciare anche sulla
scrivania perché non è troppo alto, e si
può posizionare a terra senza dover
piegarsi troppo per usare floppy e CD.
Dicevamo della apparente solidità,
che viene confermata non appena si
apre la macchina; due pesanti paratie
laterali mascherano un'ossatura solida,
volendo ci si po’ tranquillamente sede¬
re sul cabinet, noi lo abbiamo fatto, ma
non é certo la maniera ortodossa per
utilizzare un computer Le due paratie
laterali sono agganciate al case con
Particolare di uno dei due diffusori sonori Sony: so¬
no staccabili e dotati di appoggio da tavolo
Il monitor Sony con le particolari orecchie ' staccabili.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
245
PC Win AMD K6 233 MMX
II mldtower . poco ingombrante ma con molto spa¬
no disponibile
Particolare del retro notare i numerosi lori di Bora¬
none.
due viti ognuna, accedere all'interno è
un'operazione di pochi minuti.
Il frontale del cabinet è abbastanza
anonimo, in alto ci sono tre scomparti
per periferiche da 5" (CD, masterizza-
tori, ecc.l, subito sotto c’è lo spazio
per due unità da 3,5”. A destra l'inter¬
ruttore di accensione è in serie con
quello presente sul retro del pannello,
dove si trova l’alimentatore; sotto c'è
una striscia di plastica scura che na¬
sconde i led di funzionamento, poco vi¬
sibili in realtà, ed il pulsante di reset a
forma di bottoncino, difficile da preme¬
re per sbaglio ma anche difficile da tro¬
vare volontariamente, se il computer è
tenuto per terra.
Il retro è caratterizzato nella parte al¬
ta dalla sezione dell'alimentatore, con
l'uscita del ventilatore e la presa per il
cavo elettrico, mentre la parte centrale
ospita le uscite standard, seriali, paral¬
lela e tastiera, con la possibilità di apri¬
re altre finestrelle sul cabinet nel caso
ce ne fosse bisogno.
Sotto si trovano le uscite corrispon¬
denti alle schede inserite negli slot del¬
la scheda madre, sono previste fino a
sette uscite, numerosi buchi sul retro
contribuiscono all'aerazione interna.
Molto particolari gli altoparlanti Sony,
costruiti per poter essere posizionati in
varie maniere: con uno speciale attac¬
co Velcro possono essere poggiati ai
lati di un monitor, come delle orecchie,
oppure con un supportino di ferro pos¬
sono essere messi sul piano di lavoro.
L’interno
Eccoci finalmente al clou della mac¬
china, sia per quanto riguarda l'ottimiz¬
zazione dello spazio che per le schede
installate. All'interno l'impressione è che
ci sia un sacco di spazio a disposizione
per lavorare in comodità, inserire e to¬
gliere le schede senza dover graffiarsi le
mani o con manovre da equilibrista.
Anche l'inserimento delle periferiche
da 5" è molto facilitato; basta inserire
il CD, ad esempio, dall'esterno facen¬
dolo scivolare sul suo binario e fissare
le viti ai lati. Dietro il CD, solitamente
una delle periferiche interne più lun¬
ghe. c'è parecchio spazio per collegare
con tranquillità i cavi e l'alimentazione,
i bmarietti consentono di sovrapporre
più unità senza che queste fisicamente
si tocchino
Il cestello per le unità da 3.5" ha un
accesso ugualmente facile, vi trovano
posto senza problemi due floppy e due
hard disk uno sopra l'altro.
Da notare che su un lato del case, in
corrispondenza degli slot ISA della
scheda madre, ci sono delle guide per
alloggiare eventuali schede ISA molto
lunghe, non si sa mai.
L’hardware
Passiamo ad esaminare innanzitutto
la scheda madre, la Asustek TX-97 E
con 512 Kb di cache. E' completa di
ventola intelligente per il controllo della
temperatura della CPU ed è una sche¬
da madre sufficientemente potente da
supportare le performance della CPU,
la già citata AMD K6 a 233 MHz
3 bus ISA e 4 PCI garantiscono sette
possibilità di inserire schede all'Interno
del computer, uno degli slot PCI è in
tecnologia MediaBus per il collegamen¬
to di schede proprietarie Asustek. Sono
presenti gli alloggiamenti per le RAM
EDO o SDRAM fino ad un massimo di
256 MB installabili, mentre il controller
per hard disk è un ULTRA ATA tipo UL¬
TRA DMA utilizzato per pilotare l'hard
disk da 3.2 Giga ULTRA ATA da 33
Mbit/sec.
Sulla grandezza dell'hard disk inutile
pronunciarsi, sappiamo bene tutti ora¬
mai che più spazio c'è meglio è, e che
non basta mai; nessuno ha oramai il co¬
raggio di dire frasi tipo "a cosa servi¬
ranno 2 GB" perché a saturarli non ci si
impiega poi molto, grazie anche agli ap¬
plicativi dell'ultima generazione, che se
non occupano almeno 30 MB neanche
vengono realizzati.
Il lettore CD-ROM è un Mitsumi El-
DE da 16X: oramai anche i lettori CD
aumentano le loro performance a vista
d’occhio, se pochi mesi fa un 8X era un
CD molto veloce oggi, oramai, un 18X
non desta meraviglia
I lettori CD cosi veloci hanno un tem¬
po di reazione leggermente superiore a
quelli della precedente generazione,
non tanto per il tempo d'accesso, quan¬
to proprio per la messa in moto e rota¬
zione, fanno un preoccupante rumore di
turbina, dovuto al meccanismo di so¬
spensione necessario per gestire un'al¬
ta velocità di rotazione, rumore genera-
246
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
PC Win AMD K6 233 MMX
lo pochi secondi dopo l'inserimento del
CD e la sua messa in rotazione.
La scheda video fornita è la Matrox
Millenium II con 4 MB WRAM RAM-
DAC 220 MHz, naturalmente con bus
PCI, la scheda audio è la collaudata
SoundBlaster AWE 64 standard che for¬
se meriterebbe qualche cosa di più de¬
gli altoparlanti Sony, pratici da usare ma
con una resa insufficiente, naturalmen¬
te sono disponibili altre configurazioni.
Il monitor a colori è il Sony 15" SV¬
GA, modello CPD-15SFII, un monitor
digitale dalla risoluzione 1280x1024 pit¬
ch 0.25, davvero nitido e luminoso.
La tastiera fornita è una Mitsumi edi¬
zione italiana estesa compatibile Win¬
dows '95, dal tocco forse troppo morbi¬
do e "plasticoso". non troppo adatta a
chi scrive molto ed in fretta.
Impressioni d’uso
Il software installato in dotazione
comprende Windows 95, Netscape
3.01. MICROGRAFX Picture Publisher
7. MICROGRAFX Simply 3D 2. Kodak
Colorfic e CompCore SoftPEG MPEG
player 2.2.
La versione installata di Windows 95
è la "b", quindi quella con FAT32. for¬
se anche per questo l'enorme hard di¬
sk è stato configurato con una sola
unica partizione, senza spreco di spa¬
zio come avveniva con la precedente
FAT, che costringeva a partizionare
notevolmente per ridurre gli spazi vuo¬
ti inutilizzabili generati dalla particolare
allocazione dei file.
Usare un disco cosi grande con una
sola partizione è una comodità unica.
L'interno, non molto spazioso, consente un facile accesso alia scheda madre e a tutte le periferiche
perché non si rischia di disperdere le
applicazioni per sei-sette partizioni e di
conseguenza diventare matti quando
si deve trovare un file.
Viceversa il pericolo maggiore dato
dalla partizione unica è che se “C:"
per qualche motivo si danneggia non
si recupera nulla, naturalmente anche
tutti i programmi di scansione e de-
frammentazione del disco risentono
del fatto che operano su una sola gi¬
gantesca partizione e impiegano quin¬
di parecchio tempo per terminare le
operazioni.
Lo stesso dicasi per la ricerca di file:
immaginiamo cosa voglia dire cercare
un file, od una stringa, all'interno di
decine di migliaia di file presenti su un
disco cosi grande pieno per tre quarti.
C'è da dire che con una macchina
veloce come questa anche tali proble¬
mi in realtà sono poca cosa, ricerche e
movimenti di file sono velocissimi: ab¬
biamo eseguito una scansione ap¬
profondita con ScanDisk dell'intero
hard disk, un mostro con centinaia di
migliaia di cluster, impiegando circa 40
minuti, decisamente poco se si consi¬
dera le dimensioni analizzate.
Impressioni finali
Come detto sin dall'inizio la valuta¬
zione da fare è sulla globalità della
macchina, "carrozzata" davvero con
periferiche di alto livello; in questo
senso va giudicato anche il prezzo to¬
tale, comprensivo di tutto. Abbiamo
già chiarito che non è sicuramente
una macchina di fascia bassa, ma
piuttosto un PC configurato per usi
professionali.
Incide molto sul prezzo totale il mo¬
nitor, ma non ci sentiamo di consiglia¬
re un risparmio in questo senso; è la
parte che più influenza il nostro stato
di salute, dovendoci passare molte
ore davanti, sono quindi soldi ben
spesi.
Il prezzo di un simile PC è sicura¬
mente nella media; si risparmia di più,
senza dubbio, comprando i pezzi ed
assemblandoli da sé, ma naturalmen¬
te configurazione, installazione di
software ed assistenza hanno un co¬
sto che va ad incidere sul prezzo fina¬
le. C'è da dire che al momento in cui
scriviamo il dollaro è alle stelle e per
la data in cui questo MC sarà in edico¬
la nessuno può dire quale sarà l'anda¬
mento dei prezzi, che tendenzialmen¬
te scendono col tempo, ma su questo
proprio non possiamo dare nessuna
garanzia.
MS
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 19997
247
di Bruno Rosati
Mario Meqa P233 MMX
ì Unità centrale, monitor
e tastiera. Da una configurazione essen¬
ziale (sulla quale ogni singolo utente era
ormai allenato a fare i suoi bravi calcoli
prima di acquistare un PCI il mercato,
per via del multimedia prima e di Inter¬
net poi, ci ha imposto d ampliare l'oriz¬
zonte e spostare attenzione ed interes¬
se verso il sistema completo.
Un sistema che. sull'essenziale inne¬
sta espansioni e periferiche ormai im¬
prescindibili per poter considerare vera¬
mente tale un Personal Computer
E' cosi che, dapprima il CD-ROM e la
scheda audio, poi il modem, hanno ride-
fimto il PC Ovviamente è venuta fuori
una nuova configurazione che, a sua
volta, è diventata a neh essa 'essenzia¬
le' Offrire di meno oggi non esiste. Sa¬
rebbe come vendere una macchina in¬
completa.
Tutto questo perché, ormai, il multi¬
media ed Internet sono parti integranti
di ogni Sistema Operativo e non se ne
può fare a meno
Ma se oggi è quindi normale aspettar¬
si un sistema completo, il cosiddetto
'chiavi m mano', dov è che ogni singolo
produttore prova a differenziare la pro¬
pria offerta da quella della concorrenza?
In principal modo andando a delmeare
nella maniera più precisa possibile il tar¬
get d'utenza e, di conseguenza a ciò,
arricchendo il sistema dell'hardware e
del software più adatti
Cosi facendo, chi produce per l'ufficio
proporrà la propria offerta potenziando il
sistema con un hard disk di capacità
maggiore ed eventualmente innestando
un drive ZIP Quindi completerà il corre¬
do software andando ad integrarvi un
elaboratore di testi ed un foglio elettro¬
nico particolarmente evoluti. Chi, al con¬
trario, produce per il settore home pun¬
terà all'inserimento dì una scheda grafi¬
ca particolarmente adatta al 3D ed ai vi¬
deogame m genere, ed opterà per una
scheda audio di maggiore qualità sono¬
ra. Dal punto di vista del corredo
software infine ci sarà da sbizzarrirsi, tra
enciclopedie elettroniche e videogame
a profusione II mercato odierno è cosi
che funziona, ma per avere l'offerta vin¬
cente. in entrambi i casi, ogni singolo
produttore deve e dovrà sempre dare
un 'qualcosa' in più.
Cosa, però?
Nel caso dell'Athena (che con la for¬
tunata sene PC Mario per la casa ha
preparato dei sistemi 'chiavi in mano'
248
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Athena PC Mano Mega P233 MMX
particolarmente completi e dal prezzo
decisamente concorrenziale) questo
"qualcosa"per la verità corrisponde a va¬
ri "plus" che si rilevano essere una sorta
di rilancio continuo (per superare la con¬
correnza) in direzione di ogni ambito ho-
me che si vuole raggiungere
A partire dal processore, un Pentium
MMX, scelto nella sua versione piu po¬
tente da 233 MHz, passando per la
RAM, 32 Mbyte di serie, i plus sono su¬
bito riscontrabili nella presenza e nelle
prestazioni della scheda grafica luna
Matrox Mistique, dotata dell'estensione
Rainbow Runner Studio con la quale è
possibile acquisire da VCR, leggere Zi-
deoCD e rivedere dal televisore), in
quelle della scheda audio (una Sound¬
Blaster 32 AWE, dotata quindi delle sin¬
tesi da "wavetable" e capace di rendere
un MIDI di qualità) e in un modem da
33 6 in grado di garantire il full-duplex
data-voice e che può sbrigarsela anche
da segreteria telefonica o portarci subi¬
to sulla rete.
Nella somma delle tre componenti vi
è la conferma che con l'Athena Mario
Mega è possibile farci davvero di tutto.
Dal Desktop Video alla videoconferenza
su Internet, ascoltare Compact Disc o
vedere dei VideoCD direttamente dal te¬
levisore. Ovviamente, vistane la dotazio¬
ne, è anche possibile gustarsi degli otti¬
mi videoglochi nei momenti di relax e,
laddove l'informazione manca, sfogliare
un'ottima enciclopedia elettronica 1
Descrizione
dell'insieme
Il sistema, che è possibile osservare
nella completezza dell'offerta, è il più
ricco insieme produttivo (ed ovviamen¬
te fruitivol che ultimamente mi sia capi¬
tato di estrarre dagli imballi. Allo stesso
tempo, una volta posizionatolo dove ci
è più comodo, con il fatto che tutto è
già preinstallato, risulta ovviamente an¬
che d'utilizzo immediato
L'offerta, se continuiamo ad osserva¬
re la foto d'apertura, è davvero a 360
gradi.
Sul bel cabinet desktop, con le linee
di colore a rompere il solito design mo¬
nocromatico e la tastiera, tanto originale
nel contrasto cromatico imposto ai ta¬
sti, quanto ottima alla digitazione, tro¬
neggia un notevolissimo monitor da 17
pollici.
In questo modello (opzionale ed alter¬
nativo a schermi da 14 e 15") al pari dei
più moderni TV-color, la serie dei con-
Athena PC MARIO MEGA
P233 MMX
Produttore e distributore:
Athena Informatica S.r.l
Via alla Costa. 4 - 1 7047 Vado Ligure ISV)
Tel 019/216091
Numero verde 167827158
Indirizzo Internet | i::t .'..va j:' en,> |
Prezzo UVA esclusaI I 730 000
trolli sui parametri cromatici e di posi¬
zione dell'immagine è attivabile on-
screen. Ciò è reso possibile, oltre che
facile, da una mascherina elettronica
che appare in sovrimpressione al qua¬
dro VGA. Su questa, agendo per mezzo
dei bottoni posizionati vicino al led del¬
l’alimentazione. è possibile controllare
l’intensità, il contrasto e la saturazione
della palette VGA come il valore di cia¬
scuna singola componente RGB
Sempre continuando nella descrizio¬
ne dell'insieme, particolarmente appari¬
scente è la coppia di diffusori amplificati
che Athena fornisce con il sistema. Nel¬
lo specifico si tratta di un sistema
speaker della Hi-tex capace di erogare
36 watt, con una banda passante com¬
presa tra i 30 ed i 16 kHz e con equaliz¬
zatore a tre bande (alte, medie e basse)
incorporato nella base di una delle due
casse insieme al contatto mini-jack per
l'ascolto alternativo in cuffia A corredo
anche l'alimentatore dedicato.
Un altro componente esterno è l'ov¬
vio joystick In dotazione al PC Mario
Mega abbiamo trovato il Fighter 2000.
Un buon modello (a sentir dire) capace
Primo piano sul monitor da IT AtbenaViSion ì 771
CE a bassissima radiazione
di offrire tre bottoni di fuoco, il trigger e
due trimmer di posizionamento piazzati
sulla base.
Continuando nell'elenco è poi la volta
della comoda cuffia con microfono in¬
corporato che. provatolo sia in sede di
audioconferenza sia in fase di registra¬
zione vocale, ha dimostrato una resa
qualitativa più che discreta
Quella che poi vediamo apparecchiata
è l'interminabile serie di applicativi che
compongono il corredo software al si¬
stema. In ordine sparso troviamo a
riempire la nostra scrivania
- Microsoft Windows 95 Internet Ex¬
plorer
- Norton AntiVirus (versione trial, regi¬
strabile ed aggiornabile via Web)
- Microsoft Works (elaboratore di te¬
sti. spreadsheet, agenda e database
La tastiera del PC Mano Mega Tanto originale nella resa bicromatica dei tasti Quanto ottima alla digitazione
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
249
Primo piano sul frontale dei desktop. Si noti il controllo mfraved posto subito dopo il logo 'Mano'
Sul retro della macchina sono visibili, da sinistra verso destra, le connessioni della porta parallela, mouse,
remote ad infrarossi, porte seriali, Input/Output del blocco VGA/Vìdeo, mini-jack audio e porta-joystick della
SoundBlaster ed infine le connessioni deI modem
personale di prima utilità)
- L'enciclopedia '97 della Rizzoli New
Media
- Destruction Derby 2, MechWarrior
2, Scorched Planet (tre videogame par¬
ticolarmente dedicati alla Matrox Misti-
que)
- Il videocorso interattivo all'uso di
Windows 95 (prodotto dalla stessa
Athena)
- Internet Phone (per le teleconferen¬
ze sul Web).
A seguire i CD-ROM di "sistema",
quali quello della Mistique, del modulo
Rambow Runner Studio, il Blaster CD
della Creative ed infine l'Asus-kit per
l'upgrade del BIOS.
Dal contenitore in cartone che contie¬
ne tale insieme, estraiamo infine tutti i
cavi di collegamento che fanno parte
del corredo Dalla cavetteria per raccor¬
dare la scheda audio ai diffusori, a quel¬
la video per l'Input/Output del modulo
Rambow Runner con videoregistratori,
camcorder e TV-color, nonché, buon ul¬
timo, il cavo per la connessione alla li¬
nea telefonica del modem,
Tornando al cabinet, prima di aprirlo e
vederne le componenti interne, va se¬
gnalato che questo, oltre che in versio¬
ne desktop, è disponibile anche in ver¬
sione Midi-tower e che, al pari di tastie¬
ra e mouse, è ordinabile anche in altre
due colorazioni alternative (rosso-aran¬
cio e verde). A vostro piacere la scelta
per il miglior accostamento nell'ambien¬
te domestico. Nell'insieme, PC, moni¬
tor, tastiera e mouse, sono di un origi¬
nale, ma accattivante aspetto esteriore
Descrizione
dell'interno
Aperta la macchina, le solite 3 viti, ciò
che si rivela subito alla vista è la densità
delle componenti assemblate. In parti¬
colare sono le quattro schede che carat¬
terizzano la propensione "tele-multime¬
diale" del PC Mario Mega a spiccare ed
attrarre la nostra attenzione. Tra queste
spiccano ovviamente la Matrox Misti¬
que e la sua daughterboard Rainbow
Runner, delle quali parleremo più nel
dettaglio nella sezione dedicata di que¬
sta prova. Nel frattempo estraiamo ad
una ad una tutte le schede dalle slot
che le ospitano e portiamo finalmente
alla luce le componenti di base. A vista
appare subito la sagoma del blocco ven¬
tola-dissipatore sotto al quale batte il
Pentium MMX 233, quindi, disposte la¬
teralmente, 2 SIMM da 16 Mbyte cia¬
scuna. Il tutto, periferiche, connessioni,
CPU e SIMM, poggiano peso e preroga¬
tive sulla nobile scheda madre Asus TX-
97E
Il Pentium 233 MMX, che chi compra
il PC Mario Mega si inebrierà di guidare,
è probabilmente l'ultimo della serie
MMX per Socket-7 che la Intel ha fin
qui sfornato Va comunque detto che il
PC in questione, oltre che con il P-233
MMX, è disponibile anche con il P-200
MMX leggermente meno dotato (me¬
diamente il 16% in meno, come risulta
nelle prove effettuate sul numero scor¬
so di MC nella rubrica della Tecnica),
ma ovviamente più conveniente dal
punto di vista economico.
Passando alla RAM, come già segna¬
lato, questa è disponibile nella quantità
di 32 Mbyte Più delle usuali configura¬
zioni che si trovano in offerta. Il fatto ci
conforta. Senza farsi vincere dalla spet¬
tacolarità di un prezzo ridotto all'osso
ed a tutti i costi, all'Athena hanno pro¬
babilmente valutato che un sistema
completo (produttivo e fruitivo) come
quello in questione vuole essere, non
può prescindere dai 32 Mbyte. Fornirlo
con metà capacità (tanto per tenere il
prezzo un po' più basso) avrebbe anche
potuto allettare più utenti, ma poi, gli
stessi, dovendo pur farci qualche cosa
con cotanto PC, avrebbero dovuto subi¬
to provvedere all'acquisto di altri 16
Mbyte,
Sotto a CPU. SIMM, cestello-dischi e
cavetteria di connessione, finalmente
sorgono le fattezze dell’inconfondibile
Asus TX-97E. Tale scheda madre, dota¬
ta del chip-set Ì430TX di Intel, dispone
di 3 slot ISA (di cui due attualmente oc¬
cupate dalla SoundBlaster e dal mo¬
dem-fax) e di 4 PCI (una occupata dalla
Matrox, le altre tre libere, ma con una
slot pronta per la condivisane con l'A-
sus Media Bus) e di due differenti grup¬
pi di socket-RAM II classico banco da 4
per i 72 pin dei moduli SIMM (con pos¬
sibilità di supportare tagli compresi tra 8
e 64 Mbyte, per un totale di massimo di
256 Mbyte) ed un secondo banco di 2
soli Socket per l'eventuale uso alternati¬
vo di moduli DIMM (Dual Inline Me¬
mory Module) anch'essi in grado di sup¬
portare fino a 256 Mbyte di RAM.
La duttilità dell'Asus TX-97E, oltre
che dalla possibilità di usare moduli
SIMM oppure DIMM, viene confermata
250
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Athena PC Mario Mega P233 MMX
dal range di frequenze supportabili che
vanno dai 75 ai 233 MHz e, di conse¬
guenza a ciò, dal numero elevatissimo
di CPU innestabili. A partire dai vetusti
P75, passando per gli AMD K5 e K6 ed i
Cyrix 133/166/233+, l'Asus copre anche
l’intero range dei Pentium, MMX e non
In definitiva ogni CPU compatibile alla
piedinatura del Socket-7 può essere in¬
nestata su questa ottima scheda. Una
scheda che, come ulteriore qualità, pos¬
siede un sistema di monitoraggio in gra¬
do di controllare ciclicamente la stabilità
dell'alimentazione e, con particolare no¬
ta di merito, la temperatura di esercizio
della CPU Rilevando un eccesso au¬
mento di calore interno al sistema (il ti¬
pico surriscaldamento delle CPU) il con¬
trollo presente sull'Asus TX-97E è in
grado di abbassare il clock della CPU
ospitata per poi riaumentarlo gradual¬
mente al diminuire della temperatura in¬
terna. I parametri di alimentazione e
della temperatura limite di surriscalda¬
mento sono settabili da BIOS. Un BIOS
superprotetto tra l’altro dall'attacco dei
virus, mediante la disabilitazione della
scrittura della Flash-ROM che avviene
in automatico subito dopo il boot.
Facendo un ultimo "volo panoramico"
saldamente ancorata all’Asus notiamo
la presenza della schedula d’estensione
USB (Universal Serial Bus) della stessa
Asus. Alla USB, oltre al mouse attual¬
mente connesso ed alle periferiche ve¬
loci di prossima produzione, è possibile
anche connettere un remote control se¬
condario per periferiche "infra-red" di
puntamento.
Dall'USB ci spostiamo sul controller
dei dischi (tipico ormai nella sua versione
a due canali ciascuno con master e sla¬
ve) e da questo risaliamo infine alle peri¬
feriche di massa. Il floppy disk drive, che
incontriamo per primo, è un 3,5" della
Mitsubishi onesto ed affidabile (ed anco¬
ra più che accettabile nelle attività casa¬
linghe). L'hard disk, sistemato subito sot¬
to al piano del floppy disk, è invece un
Quantum ULTRA-DMAda 3,1 Gbyte.
Durante le nostre prove pratiche ab¬
biamo insistito molto sulle performance
del Quantum. Un sistema come il PC
Mario Mega, proprio perché dotato di
periferiche di acquisizione/riproduzione
video come la Rambow Runner. non
può prescindere da periferiche veloci e
stabili. E questo, il produttore, evidente¬
mente l'ha tenuto in piena considerazio¬
ne. I risultati si vedono e si sentono. Il
Quantum, girando come Ultra-EIDE e
prendendo una spanna anche ai più ve¬
loci tra gli SCSI, è in grado di tenere bel¬
lamente il passo d'acquisizione di una
scheda MJPEG senza perdere un frame
e garantire (nella delicata fase di riversa¬
nella confezione del PC), la Mistique,
ed ovviamente il Mano Mega, si adatta¬
no perfettamente alle esigenze dell'in¬
tera famiglia.
Non bastando l'aver soddisfatto sia
l'area "office" che quella puramente lu¬
dica, l'Athena ha pensato bene di inne¬
stare sulla Mistique le caratteristiche
aggiuntive del modulo Matrox Rainbow
Runner Studio. Con la magica daughter-
board ben infilzata negli appositi pettini
presenti sulla Mistique, il PC Mario Me-
Per quanto riguarda l’adatta¬
zione grafica, ciò che attual¬
mente offre la Matrox Mistique
è difficile trovarlo, per somma
di qualità e per costo d'acqui¬
sto, nelle altre schede concor¬
renti E a dirlo, più di chi scrive,
sono indubbiamente i numeri.
La scheda presente nel PC in
prova è quella che implementa
il rinnovato processore MGA-
1164SG, con 4 Mbyte di me¬
moria grafica SGRAM a doppia
pagina (espandibile fino ad 8
Mbyte), RAMDAC da 220 MHz,
L interno macchina con te schede 'tele-multimediali' nmosse
mento su videotape) una riproduzione
in piena fluidità e con nessuna perdita
di frame (effetto drop nullo).
Per quanto poi concerne la lettura ot¬
tica. mentre nel PC Mario Mega in pro¬
va il CD-ROM è un modello 16X della
TechMedia High Technology, dalla casa
madre ci hanno tempestivamente avvi¬
sato che, nelle configurazioni già poste
in vendita dello stesso PC, è al contrario
presente un ancora più versatile 20X.
Un'ultima occhiata al blocco di alimen¬
tazione (un supply da 200 watt,
con una ventola leggermente ru¬
morosa) ed è tempo di annesta¬
re le schede multimediali, chiu¬
dere il cabinet e cominciare a
vedere come il PC Mario Mega
può servirci, sia dal punto di vi¬
sta creativo che fruitivo.
La sezione
multimediale
risoluzione massima di 1620x1200 a 24
bitplane e controllo onboard sulla resa
del 3D (supportati in hardware il Gou-
raud Shading e il texture mapping pro¬
spettico). Al banco, come certifica la
stessa Matrox, tale versione ha fatto re¬
gistrare circa 100 milioni di winmark alla
risoluzione di 1024x768 (8 bit) su di un
Pentium 233 I numeri, a quanto sem¬
bra, ci sono tutti. Numeri che, senza an¬
darli effettivamente a contare con le so¬
lite prove di laboratorio, si manifestano
nettamente durante l'utilizzo pratico
della macchina ospite. A partire dal più
"banale" refresh video e dall'evidente
stabilità delle immagini e del colore, per
arrivare infine al vero banco di prova
rappresentato dai tre videogame custo-
mizzati.
Mouse alla mano nell'uso con gli ap¬
plicativi più diffusi, e joystick in resta
per sfidarsi al Destruction Derby 2. op¬
pure con il MechWarrior 2 o nel Scor-
ched Planet (i tre videogame customiz-
zati per la Matrox Mistique e compresi
ga allarga definitivamente l'orizzonte ap¬
plicativo di chi lo acquista ed indubbia¬
mente fa la differenza. In effetti è pro¬
prio il modulo Rainbow quel "qualcosa
in più" che distingue il PC Mario Mega e
per mezzo del quale quest'ultimo non
può che aumentare la sua visibilità sul
mercato.
In un colpo solo con il modulo Rain¬
bow Runner Studio è difatti possibile
garantirsi:
- una base di acquisizione video (con
compressione in M-JPEG)
- un sistema di editing digitale (l'U-
lead MediaStudio non presente però
nel PC in prova)
- un codificatore di segnale (da VGA a
PAL, videocomposito e supervideo)
- un decodificatore MPEG (per vedere
i film in VideoCD).
Per quanto riguarda la fase di acquisi¬
zione, il modulo è in grado di salire fino
ai 704x576 pixel in standard PAL con
flussi non superiori ai 3 MB/sec e rap¬
porti di compressione M-JPEG compre-
MCmicrocomputern. 177 -ottobre 1997
251
Athena PC Mario Mega P233 MMX
si tra il 5:1 (232 MB minimi d'occupazio¬
ne su disco) e il 20:1 (1,8 MB mimmi di
occupazione).
Per ciò che concerne, al contrario, l'u¬
scita verso il video analogico, il Rain-
bow è in grado di codificare il Desktop
di Windows 95, oltre che alla stessa ri¬
soluzione del segnale acquisito (fino a
704x576, ma solo su Mistique 4 Mb,
ovvero la scheda grafica di cui è dotato
il PC in prova) anche nei più classici
640x480 dello schermo VGA.
I programmi DirectX (in particolare i
videogame) possono essere riversati su
VCR o rivisti su TV-color solo nelle riso¬
luzioni di 640x400 e 640x480
Supportata è anche la modalità DOS
a partire dai 320x200 fino alle modalità
grafiche della classica 640x480
Dal punto di vista della qualità visiva
(veramente ottima) l'intero sistema di
codifica viene controllato da un filtering
d'uscita capace di garantire stabilità di
scansione e resa cromatica di grafica e
testi ed è gestibile via software dal Ma¬
trox PowerRemote. Tale controllo è tra
l'altro in grado di gestire anche schermi
multipli (suddivisi ovviamente in fine¬
stre sul desktop di Windows) particolar¬
mente dedicati alle videoconferenze.
Anche l'MPEG è ben trattato dal
Rainbow Runner ed oltre alla decodifica
in hardware del formato MPEG-1, il mo¬
dulo è già predisposto per l'upgrade al
formato MPEG-2. Già in modo MPEG-1
comunque il ridimensionamento degli
assi X-Y e il controllo sull'overlay offerti
garantiscono un'ottima resa sia sul mo¬
nitor del PC che su TV-color.
Conclusioni
Non è assolutamente difficile trarre le
conclusioni. Chiudendo l'articolo e stac¬
cando l'alimentazione al PC Mario Me¬
ga P233 MMX, chi scrive non può che
ritenersi soddisfatto. La configurazione
provata offre un ottimo equilibro di
componenti, certamente frutto di un'at¬
tenta valutazione sia teorica che pratica.
Dal Pentium 233 MMX all'hard disk
ULTRA-DMA, dalla scheda audio wave-
table a quella grafica (potenziata dal mo¬
dulo video di acquisizìone/riproduzione)
fino al modem-fax-votce ed ai 32 Mbyte
di RAM che fanno buona scorta, non si
è riscontrato nessun limite applicativo
in nessun ambito affrontato. Dalla con¬
nessione sul Web ai nostri piccoli espe¬
rimenti di teleconferenza, è garantito il
surfing su Internet a tutti i livelli. Per
mezzo della scheda audio oltre che
ascoltare al massimo (grazie alla coppia
di ottimi diffusori in dotazione) ci è stato
possibile fare dell'HD-Recording e del
sequencmg musicale ai massimi livelli
ed infine, grazie al modulo Rainbow,
non ci è mancato assolutamente nulla
per fare il Desktop Video e, soprattutto,
farlo bene (ottima, veramente ottima
l'uscita a video e TV-color),
E veniamo finalmente al fatidico in¬
crocio tra le prestazioni ed il prezzo
d'acquisto.
Il PC Mario Mega P233 MMX, nella
configurazione da noi provata (con il let¬
tore per CD-ROM in versione 20X) co¬
sta 4.740.000 lire monitor 17" compre¬
so. Il prezzo, visto le singole componen¬
ti il sistema e la loro resa applicativa,
non è certo elevato. A parità di configu¬
razione è facile riscontrare offerte mag¬
giori di almeno un 10-15%.
Eppure, su tale PC che alle prove pra¬
tiche da noi svolte non ha denunciato li¬
mite alcuno, se un limite è comunque
riscontrabile questo è proprio nel costo.
Si badi bene, la cifra non è assoluta-
mente alta per quello che il sistema
possiede e ci rende, malgrado ciò taglia
inevitabilmente fuori una buona fetta di
utenza sicuramente affascinata da simi¬
le PC e praticamente pronta all'acqui¬
sto Ma questi non sono i limiti del Ma¬
rio Mega P233, bensì quelli della lenta
discesa verso il mercato piu orizzontale,
quello veramente di massa che ancora
non si può certo dire che sia stato rag¬
giunto come target. E forse sono anche
i limiti della nostra, ancora non comple¬
tamente informatizzata mentalità. Una
mentalità che ci porta a dire che trenta-
milioni per una berlina (benché priva di
airbag e climatizzatore) non sono certo
tanti, mentre meno di cinque per un PC
risultano eccessivi. Si dice che l’auto¬
mobile è indispensabile e questo è ve¬
ro, ma poi si comprano telefonim all’ulti¬
mo grido (che sono solo utili e neanche
sempre!) pagando le cifre che la moda
impone e si afferma che un PC, appena
supera il costo di un videoregistratore,
costa troppo.
Con Mario Mega però il PC si veste
da elettrodomestico e comincia la di¬
scesa nel mercato orizzontale. E' un
PC, ci si può lavorare, giocare, vedere e
fare film, sentire e fare musica, chiama¬
re e rispondere via Web. E' un PC. ma
anche una macchina da scrivere, una
console per videogame, un videoregi¬
stratore, una sala di montaggio, un TV-
color, un telefono ed altro ancora.
MS
252
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
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il formato DV su PC
Torniamo a parlare di
video digitale, e lo facciamo con l'ultima
produzione Fast Multimedia sul mercato,
quella che alcuni addetti ai lavori hanno de¬
finito 'ultimate solution for digitai video pro-
sumer...". Cattura, compressione, elabora¬
zione "all digitai video" dello standard DV,
tutto in tempo reale e ad una qualità estre¬
ma, in sintesi l’esatto "riversamento" di dati
video su PC, senza degrado o conversioni.
Merito, senza dubbio, delle nuove caratteri¬
stiche IrVOut FireWire a cui la DV Master si
appoggia, nonché della sua compressione
hardware DV
Le nuove frontiere del video, sia consu¬
mer che professionale, stanno prepotente-
mente avviandosi verso concetti "all digitai",
dalla ripresa all'editing al playback. Quando
una delle prime videocamere consumer in
standard DV, come la Sony VX!000 DVC, è
stata presentata al pubblico ha suscitato
delle indubbie invidie tra i molti professioni¬
sti del settore, ancora in qualche modo an¬
corati a strumenti "vecchi' tecnologicamen¬
te ma standard per ogni uso consentito
(parto di caratteristiche broadcast, quindi,
da non confondere con altre soluzioni, ma¬
gari piu avanzate, ma non standard!. Essa,
infatti, e le altre venute in seguito non sol¬
tanto offrono una eccezionale qualità di im¬
magine ad un prezzo abbordabile, ma il for¬
mato DV. con il suo ulteriore pregio di es¬
sere molto compatto Isia nelle dimensioni
del nastro che dell'unità), ha dalla sua an¬
che una notevole capacità di essere vera¬
mente portatile, offrendo all'utenza interes¬
sata un potente strumento di acquisizione
che ben rivaleggia con unità più costose e
pesanti, nonché spesso difficili da mano¬
vrare. E mentre la comunità professionale
omaggiava la qualità di immagine era an¬
che profondamente delusa dalla totale
mancanza di strumenti di editing video che
ne salvaguardassero l'integrità originale
Infatti, chi era in grado di trasferire le im¬
magini DV in formati come S-VHS notava
immediatamente la degradazione delle
stesse, oppure gli utenti che volevano evi¬
tare perdite di "informazioni" erano obbligati
ad usare sistemi broadcast molto costosi
In ultima, tutti quelli che invece già usavano
suite di editing non-lmeare di livello notava¬
no con rammarico che gli indubbi vantaggi
del DV diminuivano fortemente quando,
per ovvi motivi, erano forzati a convertire il
segnale digitale in analogico, con conse¬
guente ri-compressione per differenti co-
dec (MJPEG. MPEG-2 ecc.) introducendo
inevitabilmente nuovi "artifacts", ai pur mini¬
mi dell'originale, ben più evidenti
A valle di tutto ciò, e sentendo la neces¬
sità di poter utilizzare al meglio il nuovo for¬
mato video, la Fast Electronics, una indi¬
scussa veterana nel desktop video su PC,
ha messo a punto una sua precisa strategia
in questo ambito produrre un device che,
con l'adatta interfaccia In/Out in standard
DV (e la sua conseguente elaborazione nel¬
lo stesso formato), possa catturare, com¬
primere. immagazzinare ed uscire in perfet¬
to formato DV. senza conversioni o tran-
scodifiche. In sintesi la prima scheda di cat-
254
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
La splendida fattura della DV Master, seppure da pochissimo in produzione, mostra un grado di accuratez¬
za encomiabile in primo piano a mo' di piggy-bacl. e sotto una nobile copertura trasparente, il codec DV
proprietario Sony DVBK-1
tura con compressione hardware DV E‘ in¬
fatti la DV Master
La confezione
Data la natura dell'oggetto, non poteva
non essere che monumentale; all'interno
della voluminosa scatola troviamo la sche¬
da (full size PCI con la presenza, in piggy-
back, del codec Sony DVBK-1), un versati¬
le, nonché necessario, box di In/Out audio
e video (per il suo collegamento con il mon¬
do analogico), cavetteria varia (tra cui l'indi¬
spensabile in standard FireWire), adattatori
pin jack, floppy di installazione, driver di cat¬
tura, un essenziale ma esauriente manuale
e software in bundled di alto livello (nelle
prime confezioni veniva fornito il Media
Studio 2,5 della U-Lead, con upgrade gra¬
tuito alla nuovissima 5.0, molto piu poten¬
te, mentre da questo mese è presente di¬
rettamente quest'ultima)
La sua installazione hardware non ha
problemi di sorta, essendo rigorosamente
PnP, e le risorse di sistema necessarie ad
un suo 'corretto' uso sono ormai comuni a
molte configurazioni sul mercato, ho parla¬
to a ragione di uso corretto, poiché la sua
potenza, per esserne goduta fino in fondo,
ha bisogno di sistemi ospiti molto capaci e
veloci In fin dei conti stiamo parlando di
Fast Multimedia DV Master
Produttore:
Fast Multimedia AG
Landsberger Str 76
80339 Monaco - Germania
Distributore:
Fast Multimedia Italia srl
Via Monte Sabotino 69
41100 Modena
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cattura di 'dati audio/videodigitali', con flus¬
si che potete immaginare e che richiedono
CPU all'altezza, memoria almeno 32/64
MB, HD specifici per usi audio/video (se
non proprio AV, almeno SCSI). In ultimo,
ovviamente, Windows95 o NT (quando
sarà pronta la release per quest'ultimo)
La nuova versione del software di ge¬
stione (la 1.1), tra le altre cose, sarà in gra¬
do di fare preview di materiale, loggmg,
cattura e playback all'interno di una sola ap¬
plicazione, con m più integrato il famoso
MediaCache, software di gestione cache fi¬
le video intelligente Sarà altresì totalmente
supportato il lime code (come pure sofisti¬
cati Mark-in e Mark-out di sequenza) insie¬
me al completo controllo dei device colle¬
gati (in RS422 o FireWire) siano essi came¬
re o VTFt, ed ancora, sofisticate possibilità
in ambito 'Play List' con playback di diverse
sequenze come se fosse una unica, in mo¬
do trasparente, consentendo il playback di
materiale di lunga durata composto da sin¬
goli brani, evitando le limitazioni in 'file size'
di Video for Windows e di ActiveMovie.
Un chiarimento sul
formato FireWire (e DV)
Per avere tutti i vantaggi del formato
DV. almeno due cose saranno necessarie:
per prima una connessione FireWire e per
seconda un codec DV (molte volte infatti si
genera una deteriore confusione tra i due
termini).
La connessione FireWire, anche cono¬
sciuta come standard IEEE 1394, è un
avanzato standard di trasmissione designa¬
to come una 'rete' ad altissima velocità per
trasferire dati tra device aderenti allo stes¬
so. Non ha nulla a che fare con il formato
DV, è invece un modo molto efficiente di
mandare avanti e indietro informazioni codi¬
ficate DV, in tempo reale. Il comune cavo
FireWire usa sei conduttori ed un piccolissi¬
mo connettore, che non gli impedisce di
poter anche alimentare elettricamente i de-
vice collegati (nello standard fino a 60 watt
di potenza totali) ed inoltre, a differenza di
altre architetture network, non vi sarà nes¬
sun problema a connettere o disconnettere
device mentre siamo al lavoro (quindi con
alimentazione elettrica presente) cosi come
l'assenza della necessità di terminazioni
(come lo SCSI) ci consentirà di aggiungere
o togliere device senza interferire minima¬
mente nell'operatività del resto della rete.
Ancora, usando connessioni FireWire
non vi sarà necessità di convertire video di¬
gitale in analogico per cattura o editing, e le
sue velocità di trasmissione vanno dai 100
MBit/sec ad 1 GBit/sec (tra l'altro, il codec
presente nella DV Master, nell'interfaccia
DV Sony, ha capacità fino a 100 MBit/sec).
Il Digital Video - DV -, invece, è solo un
formato di videoregistrazione Quando la
camera a CCD converte la luce nelle infor¬
mazioni dei tre colon primari si avrà un data
rate di almeno 248 MBit/sec, che significa¬
no sempre troppe informazioni da trattare
senza una costosa processione. Quindi, le
immagini saranno preventivamente trattate
(con poche, semplici fasi di compressione)
prima di essere pronte alla registrazione. La
prima fase converte i dati RGB in VUV
Oltre alla DV Master nella confezione 6 presente
anche Questo desktop box. adatto a colloquiare con
il mondo yideoanalogico; sono cosi presenti ingres¬
si e usate composito, component. audio e cosi via
campionando le informazioni di luminanza
quattro volte ed i valori colore due volte (ot¬
tenendo così un sampling a 4:2:2, tra l'altro
è la stessa cosa che accade nei formati
analogici 'component" classici, come il Be-
taCam SP o Panasonic Mll), e questa 'color
space reduction", basata oggettivamente
nel modo in cui i nostri occhi operano, non
produce nessuna visibile degradazione
mentre riduce il data rate a circa 165
MBit/sec Ma non basta. Per ridurre ancora
questo pieno data rate necessiteremo di
una ulteriore conversione YUV da 4:2:2 a
4:1 1 (arrivando a circa 124 MBit/sec). di¬
mezzando quindi le informazioni colore ma
lasciando inalterata la piena luminanza. Ora
che i dati originali sono stati ridotti di circa
la metà, entra in azione il chip compressore
DV, abbattendo ancora il data rate ad un va¬
lore costante di 25 MBit/sec (tra l'altro le
prime operazioni sui dati sono anche di
flusso non costante, ma variabile sulla
complessità della scena).
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
255
Al contrailo, il (inveì
compatibile VIW o olire
tutta una sene di infor¬
mazioni, anche usate
come test board, in cui
Ancora, nell'installazione dovremo scegliere tra / due standard TV di default, vengono evidenziale le
orincpali voci di moraliz¬
zazione della scheda
sia PAL che NTSC
Infine, le informazioni video, combinale
con il time-code e l'audio, risulteranno in un
flusso finale registrabile di circa 41
MBit/sec. Il formato DV in sintesi è un flus¬
so di dati ad almeno 40 MBit/sec.
A questo punto avverrà la registrazione
vera e propria, su nastro; da notare comun¬
que che poiché il "video data rate" è stato
fissato a 25 MBit/sec. la ovvia variabile nel¬
l'equazione "più compressioni concorrenti"
sarà la qualità video. In sintesi, nel girare
immagini con poche informazioni, le stesse
saranno meno compresse che altre con più
informazioni, da cui potrebbero risultare fa¬
stidiosi "digitai artifacts", variabili in quantità
e dimensioni al variare della complessità
delle sequenze. Tutto è stato fatto per evi¬
tare il più possibile una simile sciagura (è in
verità ci sembra ci si sia riusciti), ma van¬
taggio non comune al fixing del data rate,
d'altro canto, sarà che l'utenza avrà sempre
una esatta correlazione tra quantità di dati
occupati e durate delle sequenze (per fare
un esempio, potremmo dire che 60 minuti
di video occuperanno 11 GB di spazio HD.
sempre e comunque)
DV Master: le
impressioni
Come detto prima, la Fast DV Master è
il primo device che ottiene tutti i vantaggi
del formato DV; mentre altre case hanno
g ià annunciato produzioni DV compatibili, la
V Master attualmente è la sola ad avere a
bordo il sofisticato codec Sony DVBK-1 (tra
l'altro abbastanza costoso) e ciò significa
che la stessa è l’unica scheda capace di
compressione/decompressione reai time in
DV Altre produzioni che reclamano una
certa compatibilità DV, ma che non hanno
l'hardware necessario, debbono appoggiar¬
si a versioni codec software, con tutte le
conseguenze del caso (dalla ridotta velocità
di intervento alla mancanza quindi del reai
time, e cosi via) Ed i benefici dell'hardware
si fanno sentire, se abbiamo operato, in si¬
tuazioni reali di editing (come taglio di se¬
quenze e montaggi semplici), in assoluto
reai time, mentre nelle transizioni, al di là
della processione hardware, in tempo rea¬
le, sarà il software a fare la differenza (nel
caso in questione dovrà farne un rendering,
più o meno lungo in durata) In ogni caso, e
tra l'altro, possiamo dire che la compressio¬
ne DV genera sulla DV Master flussi di cir¬
ca 3.6-3.8 MByte/sec e che la stessa e fis¬
sata al rapporto di 5:1.
La DV Master, al di là del suo specifico
corredo software (driver e VidCap) viene
con un bundled di tutto rispetto, quella sui¬
te di applicativi diversi (dalla grafica all'au¬
dio, al morphing all’editing video ed altro)
che va sotto il nome di Media Studio della
U-Lead (nella versione 5 0) già in qualche
modo conosciuto ed apprezzato; nella fatti¬
specie, e proprio nell'ambito video, alla
stregua dell'altrettanto famoso Adobe Pre¬
miere, le sue caratteristiche ne fanno un
prodotto di punta solido e ben organizzato,
potendo contare su chiare timelme delle
tracce audio/video, transizioni, effetti, print
to tape, preview e quant'altro
Il tutto è stato testato su una unita mol¬
to aggiornata (Pentium MMX 166, 32 MB
di RAM, HD SCSI da 2 GB via controller
3
—’-3!
M 0 iJ W tl
PAI 3*M. On loc
r Wl MM Sto©
Una delle ampie possibilità offerte dallo standard
FireWire e anche Quella di governare m modo re¬
moto i devi ce presenti, ecco il remote control DV
Master all'opera Semplice e sicuro nel funziona¬
mento
DV Maatei D
Fast Multimedia DV Master
Adaptec) ed è stata una vera esperienza
Pronti per la cattura, dopo aver connesso il
FireWire ad una camera DV gentilmente of¬
fertaci per l'occasione, abbiamo avuto l'o¬
verlay delle immagini, in tempo reale, sen¬
za dropped trame, a piena risoluzione (quin¬
di a 720x576), cosi come la cattura (ed il re¬
lativo playback), che si è svolta senza incer¬
tezze o difficoltà e che. con i nostri seppur
minimi strumenti a disposizione, non ha
evidenziato differenza alcuna tra l'originale
ripreso dalla camera e l'elaborato dalla DV
Master.
Ma un altro vantaggio dato dall'avere a
bordo circuitazione DV. e che è anche un
diretto risultato della compressione/decom-
pressione in tempo reale, sarà che la stes¬
sa potrà agire come un vero transcoder di
segnali video, convertendone la sua natura
digitale simultaneamente in composito
analogico, V/C e YUV component (Beta-
Cam SPoMII)
E questa è davvero una buona notizia,
significa che saremo in grado di convertire
direttamente sequenze in analogico S-VHS,
VHS, Hi-8 o 8mm al DV, senza la necessità
di trasferirle su PC. Potremo quindi crearci
un archivio digitale di tutto il nostro girato,
m formati diversi, verso il DV. oppure la ca¬
pacità di miscelare, nella stessa sessione di
editing non-lineare, sequenze girate in for¬
mati diversi dal DV, oppure ancora di tra¬
sferire direttamente le sequenze montate
in ogni formato voluto, magari proprio
broadcast come BetaCam SP o Mll
E per ottenere tutto ciò, nella versatilità
di fondo della DV Master, la Fast ha aggiun¬
to alla confezione proprio un "desktop box"
adatto allo scopo, dotato di connessioni
Y/C In/Out, audio In/Out e component YUV
Out. nonché una uscita cuffia per monitora¬
re l'audio, il che equivale all'avere a portata
di mano, facilmente, tutte le tipologie di
connessione per lavorazioni complesse, da
fonti diverse. Il box, poi, sarà connesso alla
DV Master mediante un semplice cavo
multipolare
La Fast, inoltre, ha dedicato particolare
cura anche ad altri dettagli, come la musua-
le sagomatura fisica della scheda (che non
dovrebbe presentare alcun problema di in¬
serimento sulla motherboard, senza dover
fare i conti con ventole di CPU troneggiami
sulla traiettoria degli slot PCI, rendendoli
spesso inutilizzabili), cosi come nelle con¬
nessioni FireWire, ben tre (due esterne ed
256
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Fasi Multimedia DV Master
Stiamo net VidCap e ci accingiamo a catturare una sequenza in questo caso ab¬
biamo la scelta sul tarmato audio la 12 bit e 32 KHz di samplingI cosi come le
modalità stereo dei quattro canali consentiti dallo standard DV
La selezione dell'ln/Out della DV Master, con scelte tra il digitale li due ingres¬
si esterni o l'internoI e l'analogico, tra composito o V/C.
Ancora nel VidCap, ec¬
co in evidenza l'ampia
selezione delle moda¬
lità display, tra cui
l’uso del bus maste-
rmg per la massima
velocita di retresh
meno. Sarebbe invece un prodotto con tar¬
get per consumatori molto evoluti, profes¬
sionisti del settore della comunicazione,
ma non necessariamente broadcast, creati¬
vi di ogni genere, che vogliano abbandona¬
re un certo Y/C di media qualità per appro¬
dare ai fasti del vero 'digitai video"
Conclusioni
Sgombrando il campo da facili entusia¬
smi. seppure tutti perfettamente ortodossi,
potremmo dire solo che è il miglior hardwa¬
re di cattura/compressione video mai pro¬
vato su queste pagine.
Merito di tutta una serie di soluzioni: dal¬
l'adozione del formato DV come standard
d'ingresso/uscita alla scelta di integrarne a
bordo lo stesso codec di produzione Sony
per i suoi modelli di video DV, dal desktop
box gemale (e molto professionale) per il
dialogo con l'analogico alle connessioni Fi¬
reWire (uno standard ancora poco diffuso
ma che sarà la prossima "svolta" multime¬
diale e non), dalla solidità e concretezza di
intervento nella cattura/compressione/scrit-
tura dei dati DV alla sua flessibilità senza
pari.
E se non basta per farvi venire voglia di
acquistarlo, provatene almeno l'ebbrezza in
uno dei centri Fast Silver Dealer autorizzati
(diversi in Italia), oppure negli altrettanto ef¬
ficienti Fast Training Center, vere sedi di
training sulla AV Master e DV Master
Nessun difetto, quindi? Invece si, ed è
quello più dolente, alla voce "prezzo" Inutile
parlarne, comunque, se non per puntualiz¬
zarne la componente Sony (notoriamente
costosa e preziosa) cosi come un bundled
di alto livello come Media Studio 5.0. In ulti¬
mo. l'ebbrezza del video digitale in tutto e
per tutto, con dietro la tradizione Fast nel
desktop video.
£3S
una interna alla scheda), le prime due nor¬
malmente utilizzate dai device video DV In
e Out e l'altra quasi dedicata, che consente
le stesse prerogative degli esterni, ma con
il vantaggio di essere inserita all'Interno di
un PC, offrendo cosi una felice soluzione
"chiavi in mano" per iniziare subito sessioni
di editing DV
Un'altra delle caratteristiche base del
formato FireWire ci sarà di indubbia como¬
dità, ed è quella di poter governare in modo
remoto il trasporto dell'unità DV, avvenen¬
do tutto ciò sullo stesso cavo, insieme al
flusso di dati L'applicativo FAST ne è un
esempio, ma sono allo studio anche altre
possibilità,
Ma i risultati?
E veniamo al clou del test a cui abbiamo
sottoposto la DV Master, ossia alla sua ca¬
pacità di "digerire senza appesantirsi" il diffi¬
cile formato DV Armati di strumenti adatti
allo scopo (monitor TV broadcast con tasto
- analisi rumore video - waveform monitor -
oscilloscopio dedicato al segnale video - ed
un paio di occhi "professionali") abbiamo ri¬
preso diverse scene con la camera DV e
trasferito il video e
l’audio avanti ed in¬
dietro su PC diverse
volte. Abbastanza
stupiti, ci siamo fer¬
mati alla ottava ge¬
nerazione. ossia alla ottava copia dell'origi¬
nale, e continuavamo a non notare alcuna
degradazione del segnale video originale. I
minimi "artifacts" presenti, e che erano
parte dell'originale, oltre a non esserne in¬
crementati in quantità non ne avevano in¬
trodotto alcun rumore video di sorta, sia
random che di fondo (se non altro possibili
nello scorrere dati in cosi tale quantità
avanti ed indietro) Anche i colori erano
esattamente conformi agli originali, renden¬
doci partecipi dal fatto che avevamo in ma¬
no un perfetto clone delle sequenze origi¬
nali Stupefacente Ma sinceramente non
ci aspettavamo niente di meno, forse per¬
ché fuorviati dalle specifiche e dalla natura
dell'oggetto in questione, rimanendone
molto impressionati, La DV Master sarà ve¬
ramente "thè ultimate solution,..’? Credia¬
mo fermamente che ci si possa avvicinare.
Siamo stati anche molto favorevolmente
impressionati dal fatto che, giustamente, la
Fast, a differenza di altre produzioni magari
ben piu ottimistiche, non commercializzi la
DV Master come un completo rimpiazzo di
post-produzioni, seppure ancora analogi¬
che, ma di alto livello, cioè non entri con
questo prodotto in merito alla natura del¬
l'ambito editing video broadcast o poco
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
257
di Francesco Petroni
Microsoft Visual Basic 5.0
Enterprise EditionEssentials 97
Microsoft Visual Ba¬
sic 5.0 è la nuova versione del piu popola¬
re tool di sviluppo disponibile per l'am¬
biente Windows. Presenta, rispetto alla
precedente versione 4.0. numerose no¬
vità, che provvederemo a descrivere, no¬
vità sia di tipo interno, quelle che interes¬
sano chi realizza applicazioni chiuse, tutte
VB, che di tipo esterno, quelle che inte¬
ressano chi realizza applicazioni che spa¬
ziano in tutto l'ambiente Windows, attra¬
verso OLE Automation oppure applica¬
zioni per Internet, e che per far questo
voglia sfruttare la tecnologia ActiveX
Questo articolo è la prova del prodotto,
di cui peraltro abbiamo già avuto occasio¬
ne di parlare in varie occasioni. Inoltre in
questo stesso numero parliamo della co¬
struzione di Controlli ActiveX con VB 5.0
Ivedere la rubrica Windows) e di come si
possa utilizzare il Visual Basic for Applica¬
tion, versione 5.0, con un altro importan¬
te prodotto, non Microsoft, che sfrutta la
tecnologia OLE Automation. Parliamo di
AutoCAD 14, per Windows 95 e VBA
compatibile, con il quale abbiamo realiz¬
zato una serie di 'procedutine' scritte in
Visual Basic, che vi presentiamo nella ru¬
brica Grafica.
Microsoft Visual Basic
5.0 - Un po’ di storia e
di versioni
In pochi anni (e quattro versioni) di vita
il Visual Basic della Microsoft è diventato
lo strumento per la programmazione vi¬
suale più noto e piu utilizzato (tre milioni
di sviluppatori) per la realizzazione di ap¬
plicazioni in ambiente Windows.
La prima versione, la 1.0 (prova su MC
novembre 1991). ha avuto il merito inau¬
gurare una nuova categoria di prodotti,
categoria che potremo chiamare Tools di
Sviluppo Object Based, la cui caratteristi¬
ca principale è quella di proporre un am¬
biente operativo "visuale", in cui non si
scrive solo codice ma si disegna, e di in¬
trodurre e rendere facilmente praticabile
l'utilizzo di Componenti.
La seconda versione (2.0 anno 1992) è
stata una versione interlocutoria e poco
significativa, in attesa della versione 3.0,
ancora per Windows 3.x (prova su MC
novembre 1993), la prima che dispones¬
se di strumenti per eseguire l'accesso ai
dati, necessità fondamentale in qualsiasi
258
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Microsoft Visual Basic 5.0
applicazione di tipo gestionale.
La nascita di Windows 95 ha portato
con sé Visual Basic 4.0 (prova su MC
marzo 1996) che si divide in due prodotti,
uno a 16 bit, per chi sviluppa applicazioni
per Windows 3.x, e uno a 32 bit. per chi
sviluppa applicazioni SOLO per Windows
95. In pratica di tutte le librerie e di tutti i
controlli esistono le due versioni, 16 e 32.
Importanti novità presenti in Visual Ba¬
sic 4 0 sono state l'adozione del nuovo
standard OCX per i componenti a 32 bit,
in sostituzione dei vecchi VBX. la disponi¬
bilità di tool per lo sviluppo di applicazioni
Client/Server, la possibilità di costruire dei
Componenti, sotto forma di OLE Server,
sia in formato di libreria DLL che di file
eseguibile EXE (vedi articolo su MC mag¬
gio 1997).
Ed arriviamo quindi a Visual Basic 5.0,
ormai solo a 32 bit e disponibile in tre
versioni, la Standard, Professional ed En¬
terprise. La Standard ha finalità didatti¬
che, la Professional dispone delle funzio¬
nalità per la creazione dei componenti e
delle funzionalità di accesso ai dati. Noi
utilizzeremo per la prova la versione En¬
terprise, la più completa, che dispone di
tutti i tool necessari per lo sviluppo di ap¬
plicazioni Client/Server
Le novità della
versione 5.0
Le principali novità presenti in Visual
Basic 5.0 sono una ventina, la più impor¬
tante delle quali consiste nella possibilità
di costruire dei componenti ActiveX, in
pratica dei file OCX utilizzabili come com¬
ponenti in altre applicazioni VB o compati¬
bili VB, attività non possibile con la prece¬
dente versione 4.0 e riservata, fino ad
ora, ai soli sviluppatori in linguaggio C.
In sostanza mentre prima con VB si po¬
tevano prevalentemente usare compo¬
nenti, con VB5 è possibile costruire com¬
ponenti di tutti i tipi, come risulta eviden¬
te anche dalla significativa Box che appa¬
re al comando New Proiect (figura 2).
Come detto dedicheremo al Visual Ba¬
sic 5.0, in questo stesso numero, due ar¬
ticoli, la qui presente prova, nella quale
descriveremo le principali caratteristiche
della nuova versione dello strumento più
diffuso per la programmazione in ambien¬
te Windows, ed un secondo articolo, che
vi proponiamo nella rubrica Windows (ba¬
sta andare avanti di qualche pagina), in
cui proporremo una serie di esercizi "ini¬
ziali' dedicati alla costruzione di controlli
OCX ed al loro utilizzo, anche al di fuori di
Visual Basic.
Come al solito, quando si parla di una
nuova versione di un prodotto molto dif¬
fuso si comincia a parlare delle novità, ar¬
gomento che interessa i molti che utiliz-
Microsoft Visual Basic 5.0
Enterprise EditionEssen tial 97 1
Produttore e distributore:
Microsoft - Centro Direzionale S Felice
Palazzina A • Via Rivoltana 13
20090 Segrate - Milano
Tel 02/703921 - a* 02/70392020
Prezzo indicativo (IVA esclusa) L 1 000 000
zavano la versione precedente. Non ci
sottrarremo a questa regola descrivendo¬
vi le novità più significative
L'Ambiente di Lavoro È stato arric¬
chito e riorganizzato (figura 3) Innanzitut¬
to la finestra principale ha ora uno sfondo
neutro, che non fa vedere le applicazioni
retrostanti o il desktop, per cui tutto l'am¬
biente diventa più pulito. Le numerose fi¬
nestre operative possono ora essere po¬
sizionate in maniera precisa (docking) nel¬
la videata, in pratica vengono agganciate
l'una alle altre. C'è una nuova finestra
che si chiama Form Layout Window e
che serve per definire la posizione nello
schermo delle Form che costituiscono
l'applicazione. La tradizionale finestra
Project ha ora un'organizzazione gerarchi¬
ca. tipo Explorer, che facilita la classifica¬
zione e l'individuazione dei vari elementi
presenti nell'applicazione.
L'Editor del codice è assistito, nel senso
che vengono via via proposti gli elementi
di codice sotto forma di ComboBox dina¬
miche. Vengono proposte le proprietà, i
metodi degli oggetti, oppure viene propo¬
sta la sintassi delle istruzioni VB o delle
funzioni. Se viene proposto proprio l'ele¬
mento che serve basta premere la barra
spaziatnce per completare l’istruzione.
Ai programmatori, abituati ad un lavoro
Figura I - Windows 9x - Verso
TAcwe Desktop
La parola d'ordine introdotta,
non solo con il Visual Basic 5 0.
ma con tutti i prodotti tecnici
della Microsoft dell'ultima ge¬
nerazione. e Active Tutto de¬
ve diventare Active. i docu¬
menti. le pagine Internet, i
componenti di una applicazio¬
ne Tutto ciò che è attivo può
essere visualizzato ed utilizzato
dall'interno di un applicazione
Host. per ora solo Internet Ex¬
plorer 3.0 e MS Binder. suc¬
cessivamente direttamente dal¬
l'interno del Desktop Con la
prossima versione di Windows
95 Inome in codice Memphis)
sarà infatti host attivo io stesso
Desktop ai punto che diventerà
esso stesso un vero e proprio
Explorer, dal quale cercare e
nel quale vedere documenti
*
Jl 5
tmcoémaon
rtmnd
9
& '3
“Ote Mom
Pannello di
controllo
&
mmt W«
S*rw
Figura 2 - MS Visual Ba¬
sic 5 0 - Scelta del tipo
di progetto.
In questo collage vedia¬
mo due cose le nove ti¬
pologie di progetto, pro¬
poste quando si inizia un
nuovo lavoro, ed il ramo
di menu che mostra i va¬
ri Add-ln che. una volta
decisa la tipologia del
progetto, aiutano nella
realizzazione di questo o
di quel componente Per
sfruttare completamen¬
te tutte queste possibi¬
lità e tutti questi tool oc¬
corre avere ben chiare le
possibilità offerte dal
VB5 e le finalità richieste
alla propria applicazione.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
259
Microsoft Visual Basic 5.0
visualizzazione (Icone. Grandi e Piccole,
Elenco e Dettagli).
Si chiama Explorer perché è identica a
quella del Gestore delle Risorse di Win¬
dows 95, è facilissimo da usare e si pre¬
sta a tantissimi tipi di utilizzo.
Altro tipo di Wizard riguarda quelli che
servono per realizzare delle nuove Form.
Ce ne è uno molto potente che serve per
le Maschere di Acquisizione e che produ¬
ce anche Form di tipo Master Detail (si
chiama Data Form Wizard e lo vediamo
in figura 6). Poi c'è un Wizard che costrui¬
sce un Browser per Internet, completo di
tutte le funzionalità necessarie per una
efficace navigazione (figura 7).
Altri Wizard sono quelli che servono
per operazioni specifiche (ad esempio
quello che crea la pagina delle proprietà
quando si costruisce un Controllo aggiun¬
tivo) o per conversioni (ad esempio quel¬
lo che converte un normale progetto in
un Documento Attivo).
Da citare, per completare il discorso, il
Setup Wizard, che serve per confeziona¬
re i file, ed eventualmente i dischetti, per
l'installazione dell'applicazione. Novità di
questa procedura è la possibilità di com¬
pilare progetti Downloadabili in Internet
Componenti I possibili ambiti di utilizzo
della nuova versione del Visual Basic sono
tantissimi. Si possono costruire applicazio¬
ni a sé stanti e si possono costruire com¬
ponenti di vario tipo (librerie DLL, librerie
EXE, OLE Server, componenti ActiveX,
oggetti OCX, ecc.). L'ambiente operativo
ora permette di gestire progetti multipli
(se si crea un nuovo progetto non si deve
necessariamente chiudere il precedente)
e questo facilita proprio lo sviluppo dei
componenti, in quanto si possono attivare
sia il progetto del componente sia quello
dell'applicazione che usa il componente e
quindi ne testa il funzionamento. Con VB
4.0, che non permetteva progetti multipli,
occorreva lanciare due istanze del prodot¬
to quando, ad esempio, si realizzava un
componente OLE Server
Altra novità importantissima, di tutt'altro
genere, è costituita dal fatto che ora VB
compila in Codice Nativo e non più in P-
Code (figura 8). Questa novità ha come
conseguenza principale un aumento gene-
Figura 4 - MS Visual Basic - Que¬
sto non è VB 5 0. ma è VBA 5 0
utilizzato per programmare Excel
97
Il fatto che I ambiente operativo,
che le istruzioni, che i componenti
utilizzabili, siano praticamente gli
stessi Sia che si sta lavorando con
il Visual Basic 5 0 che con il Visual
Basic for Application di Office 97 o
Icome vediamo in Questo stesso
numeroI con il VBA di AutoCAD
14. e rivoluzionano Non esiste più
il programmatore Excel, il pro¬
grammatore AutoCAD, il program¬
matore VB. non esiste questo tipo
di specializzazione La differenza
tra le varie situazioni di lavoro
Ichiamiamole cosll consiste nel
fatto che se si lavora con Excel si
potranno usare anche Oggetti pro¬
pri di Excel, come Fogli, Intervalli.
Celle, se si lavora con Word si po¬
tranno usare Documenti. Paragra¬
fi, Parole, e cosi via
Figura 5 - MS Visual Ba¬
sic 5 0 ■ Esempio di ap¬
plicazione realizzata in
Autocomposizione
Compito della procedura
di Autocomposizione
I Wizard! è quello di pre¬
parare lo scheletro di
un applicazione, comple¬
to di tutti gli elementi ne¬
cessari Compito dell'uti-
hzzatore è quello di sosti¬
tuire ai ‘ segnaposto ' la¬
sciati dallautocomposi-
zione le proprie routine
In questo esempio ab¬
biamo preso un applica¬
zione di tipo Explorer,
che ha una TreeView
sulla sinistra e una Ust-
View sulla destra, e I ab¬
biamo implementata in¬
serendovi una routine
per popolare la TreeView
e una seconda ruotine
per popolare la ListView
con un elenco di nominativi, presi da una grossa tabella, e relativi a quella provincia e quella qualifica Tree¬
View e ListVtew sono un 'must' quando si sviluppano applicazioni in stile Windows 95
rude e pesante, questa facilitazione ope¬
rativa può sembrare più un gadget diver¬
tente che una funzionalità vantaggiosa.
Ma è indubbio che, una volta messo a
fuoco il semplice meccanismo con la ta¬
stiera, si raggiunge una certa velocità (si
deve digitare di meno) e si può godere
del piccolo help che, passo passo, propo¬
ne la giusta sintassi dei vari comandi.
Va ancora una volta detto che questo
ambiente IDE è del tutto identico a quello
disponibile per i prodotti Office, che sono
anch'essi programmabili con il VBA. An¬
che il linguaggio è lo stesso ed è in prati¬
ca lo stesso anche l'Editore delle Form
(lo vediamo in figura 4)
Wizard a volontà Esistono Wizard at¬
tivabili quando si crea un nuovo progetto
(Application Wizard), e che costruiscono
l'ossatura dell'applicazione secondo il
modello scelto tra SDÌ (per chi non lo sa¬
pesse è il progetto a finestre slegate).
MDI (le finestre multiple che vivono all'in-
Figura 3 - MS Visual Ba¬
sic 5 0- L Ambiente IDE
L ambiente di lavoro, nel
quale si disegnano gli
elementi dell'apphcazio-
ne e si scrive il codice, è
alquanto articolato Ci
sono una decina di fine¬
stre operative che vanno
attivate a seconda dell'o¬
perazione che si sta
compiendo e che spesso
'ingombrano' la videata
lasciando poco spazio al¬
la Form che. ovviamen¬
te. costituisce l'aspetto
esteriore dell applicazio-
ne stessa
terno di una finestra madre), ed Explorer,
in pratica una finestra (ne vediamo un
esempio in figura 5) che presenta a sini¬
stra una TreeView e sulla destra una List-
View, quella tipica di Windows 95 e che
permette le classiche quattro modalità di
260
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
i vtam ìaa ~
Figura 6 - MS Visual Basic
5 0 - Applicazione MDI
Questa applicazione è
stata realizzata in meno di
cinque minuti sfruttando
iApplication Wizard
per realizzare la struttura
MDI Icon una finestra
esterna ed una sene di fi¬
nestre internet, e il Data
Form Wizard per le va
rie maschere di accesso
ai Dati La procedura pro¬
duce due maschere per
ogni Tabella, una con una
vista in colonna ed una
con una vista tabellare
Su ognuna delle due ma¬
schere sono già attivi pul¬
santi per la ricerca, per
l'ordinamento e per la ge¬
stione dei dati (inserimen¬
to. modifica, cancellazio¬
ne). Il menu presente nel¬
la finestra padre già con¬
tiene le voci che servono
ad agganciare le Form figlie sottostanti
ralizzato delle prestazioni delle varie routi¬
ne di calcolo, aumento che dipende, ovvia¬
mente, dal tipo di calcolo eseguito, e che,
in certi casi, può essere sensibile Atten¬
zione questo non significa che l'applicazio¬
ne finale, il file EXE. non necessiti più delle
librerie di VB, la principale delle quali è la
MSVBVM50.DLL che occupa 1 303 kbyte.
Manuali,
documentazione in
linea, esempi di
applicazioni e Wizard
Il pacchetto Microsoft Visual Basic 5.0
contiene tantissimo materiale in forma
cartacea (i manuali) ed in forma digitale,
distribuito tra i quattro CD inseriti nella
confezione.
Il primo CD è quello del VB che parte in
AutoRun. Una delle opzioni principali in
fase di installazione riguarda al solito cosa
installare (figura 9). Il componente più vo¬
luminoso è proprio costituito dalla docu¬
mentazione On-Line, che è disponibile
nel comodo formato interattivo proprio
del materiale Technet della Microsoft (fi¬
gura 10). Conviene installare tutto meno
la documentazione On-Line che può es¬
sere consultata direttamente sul CD
Anticipiamo la considerazione che tutto
questo materiale rappresenta un patrimo¬
nio che si rivela utilissimo e, in molti casi,
risolutivo sia per gli esperti che debbono
sviluppare applicazioni importanti, sia per
i neofiti che debbono innanzitutto "impa¬
rare a programmare in maniera visuale".
MS Visual Basic Programmer's Gui¬
de (800 pagine). È il manuale principale
che descrive le funzionalità di base del
prodotto. È organizzato in 20 capitoli de¬
dicati ciascuno ad uno specifico argo¬
mento. La trattazione risulta essere pro¬
gressiva, si parte dalla programmazione,
viene descritto l'ambiente operativo, vie¬
ne introdotta l’oggettistica standard, ecc.
Si parla anche degli argomenti "di secon¬
do livello", come le applicazioni Multiform
(SDÌ e MDI) e la generazione dei menu
dell'applicazione.
Per quanto ricco non arriva a trattare gli
argomenti più evoluti ai quali sono dedi¬
cati specifici manuali.
MS Visual Basic Component Tools
Guide (800 pagine). È il manuale che
parla dei numerosi controlli aggiuntivi
OCX disponibili (occupano le prime 200
pagine). Quelli più interessanti (ma an¬
che più complessi) sono quelli che deri¬
vano da Windows 95 (es. TreeView, List-
View, Finestre Tabbed, ecc.). I singoli og¬
getti sono trattati a fondo, con frequenti
esempi di listati, per cui il loro utilizzo, in
una propria applicazione, non presenta
difficoltà.
Poi si parla della costruzione dei com¬
ponenti DLL, dei componenti EXE, dei
componenti OCX, poi della costruzione
di Active Documents.
È chiaro che la realizzazione di un com¬
ponente attivo, di qualsiasi tipo esso sia,
non è un'operazione banale. Il manuale
tratta l'argomento con la necessaria chia¬
rezza ed il necessario approfondimento e
diventa uno strumento indispensabile
soprattutto quando si fanno i primi espe¬
rimenti.
MS Visual Basic Guide to Data Ac-
Figura 7 - MS Visual Ba¬
sic 5 0 - Un Browser
ideale per le Intranet
Anche questa applicazio¬
ne è stata realizzata con
una procedura di Auto-
composizione Si tratta di
un Browser Internet, che
sfrutta il controllo aggiun¬
tivo WebBrowser già
completo di tutte le fun¬
zionalità più classiche ed
immediatamente operati¬
vo, se sul sistema su cui
si usa e attivo un collega¬
mento Internet o Intra¬
net. Può essere proposto
come Browser in una si¬
tuazione Intranet in cui i
Siti visitabili siano prede
finti Può essere usato in
applicazioni in cui l'acces¬
so ad Internet sia una
delle tante funzionalità e
non la sola
O l‘ S« «ntoi M>
Disiai fi » 1*1*1
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ETHHE=a
Projects compiied to Native Code stili
require MSVBVM50.DLL (ReadMe)
All projacti creatad mth Vnual Bitte un Ih* larncai of tha
«un timo DLL (MSVBVM50 DLL) Among Ih# lame ai prondad
by IN* DLL it» «tariup and «butdown coda to* yogi appheabon.
fvncttonaWy to* torm# and mtnniic control» and run-tima
tane tinnì Irka Format and CLng
Comptltng a projact *«th ih# Nativo Coda oplioo maan» thal tha
coda yoo wtt ta wtB ba lully compdod to tha natwa mitructtom o*
tha proceiio» chip, mitaad of b*mg compitati lo pcoda Tto
wrfl gnatly tpaad up loop* and mathamatical cakulation*. and
may lomavrfiat «paad up calli lo tha tanncti ptowiad by
MSV8VM50 DLL Howavar. ri doai noi ahmmata tha naad lo*
non necessiti più delle librerie di VB, la principale delle quali è la MSVBVM50.
Figura 8 - MS Visual Ba¬
sic 5 0 ■ Opzioni di com¬
pilazione.
Una novità importantissi¬
ma e costituita dal tatto
che ora VB compila in
Codice Nativo e non più
solamente in P-Code
Sono inoltre possibili una
serie di varianti, ad
esempio l'ottimizzazione
del codice per il proces¬
sore Pentium. Questa
novità ha come conse¬
guenza principale un au¬
mento generalizzato del¬
le prestazioni delle varie
routine di calcolo, au¬
mento che dipende, ov¬
viamente. dal tipo di cal¬
colo eseguito e che, in
certi casi, può essere
sensibile. Attenzione
queste varianti non signi¬
ficano mai che l'applica¬
zione finale, il file EXE.
DLL che occupa I 303 kbyte
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
261
«*? MtctotoH ViumI Biuc S 0 (rrfeipmr I «khan Srtup
Figura 9 - MS Visual Ba¬
sic 5 0 ■ La scelta dei
componenti da installare.
L installazione completa
di tutti i componenti ne¬
cessita di uno spazio di
oltre 200 MB Si può evi¬
tare di installare la docu¬
mentazione On-Lme, co-
munque consultabile di¬
rettamente dal CD. e si
risparmiano circa 100
MB Per quanto opziona¬
li. tutte le categorie di
componenti, ad esempio
gli ActiveX Custom Con¬
trols. gli strumenti per il
Data Access, quelli per
creare i dischetti per il
Setup dell'applicazione
realizzata, sono indispensabili per chi lacca un
professionale e produttivo del Visual Basic 5 0
Microsoft Visual Basic 5.0
cess e Crystal Report for Visual Basic
(320+150 pagine)
Le tecnologie che riguardano, in varie
maniere, l'accesso ai dati con Visual Ba¬
sic sono tantissime Le sigle coinvolte
sono DAO, RDO. ODBC, e poi API e VB-
SQL. Questo manuale, approfondito e
ricco di esempi, come gli altri due appe¬
na citati, ci aiuta sia nel primo accosta¬
mento alle tecniche DAO, sia nei neces¬
sari e successivi approfondimenti
Visual Basic in molte situazioni, anche
di tipo Mission Criticai, può essere propo¬
sto come strumento di sviluppo di appli¬
cazioni gestionali, che manipolano e ge¬
stiscono anche grossi quantitativi di dati,
sia su singoli PC, sia su piccole LAN, sia
su complesse architetture Aziendali. In
questo caso è di aiuto il quarto manuale,
che si intitola MS Visual Basic Guide to
Building Client/Server. La parte iniziale
del manuale (che raggiunge le 400 pagi¬
ne) introduce aspetti teorici legati alla tec¬
nologia Client/Server, quella tecnologia
che prevede la collaborazione tra compo¬
nenti che risiedono sul Server e compo¬
nenti che risiedono sui Client. Viene spie¬
gato il modello ’three-tiered’ in cui vengo¬
no identificati tre livelli di servizi: gli Users
Services (in pratica i servizi necessari per
l'interfaccia utente e residenti sulle varie
Workstation), i Business Services, che
sono gli intermediari tra gli utenti e i dati,
in pratica la raccolta delle varie attività ri¬
chieste degli Utenti sui Dati e svolti da
componenti installati sul Server. L'ultimo
livello è costituito dai Data Services, si
tratta delle attività necessarie per la ge¬
stione dei dati memorizzati nei complessi
database.
Per Client/Server, nel caso del Visual
Basic, si intendono due tecnologie, quel¬
la. detta Distribuited COM, che consiste
nell'installare sul Server i componenti
dell'applicazione distribuita, e quella che
comporta l'accesso remoto ai dati che.
anche in questo caso, risiedono sul Ser¬
ver. La tecnologia sottostante si chiama
RDO, Remote Data Object.
Microsoft Visual Source Code. L'ul¬
timo manuale è di uso generale, parla
del Visual Source Code, prodotto acces¬
sorio che serve per la gestione dei pro¬
getti complessi ai quali lavorano più per¬
sone e per i quali sono previste varie e
successive versioni.
Non esiste più il Reference Manual
quello, per intenderci, che elenca in ordi¬
ne alfabetico tutte le istruzioni. È ben
sostituito dai vari Help in Linea, il più ric¬
co dei quali è quello che si chiama Book
On-Line Lo abbiamo visto e descritto in
figura 10. Anche dal menu di VB5, come
da quelli dei vari prodotti di classe Offi¬
ce. è previsto un aggancio diretto al sito
Microsoft dedicato al Visual Basic. Il co¬
mando di menu è Help Microsoft on thè
Web e contiene vari sottomdirizzi diffe¬
renziati per specializzazione. Fateci un
giretto comunque.
Avevamo detto di quattro CD Sono:
MS Visual Basic - Enterprise Edition
MS SQL Server - Developer Edition
MS Transaction Server - Developer
Edition
MS Developer Network - Library Vi¬
sual Studio 97
Del secondo e terzo CD parliamo tra
un po', quando parleremo dell'accesso
ai Dati.
Il quarto CD contiene documentazione
tecnica di alto livello relativamente all'in¬
tera famiglia Visual Studio, che com¬
prende tutti gli strumenti di sviluppo del¬
la Microsoft, VB compreso.
Figura 10 - MS Visual Basic 5 0 -
Documentazione On-Lme
La manualistica, gli esempi di ap¬
plicazioni scaricati m fase di in¬
stallazione. la documentazione
On-Lme. sono eccellenti e sono
in grado di soddisfare le neces¬
sita di un utente evoluto, che
debba, ad esempio approfondire
un particolare argomento Qui
vediamo la documentazione On-
Lme che usa il motore organizza-
rivo del Technet Ha Bibbia della
documentazione tecnica della
MicrosoftI che prevede la ricerca
attraverso I indice ad albero, la ri¬
cerca per parola chiave e la ricer¬
ca di un testo libero II risultato
della ricerca può essere un arti¬
colo tecnico, con illustrazioni ed
esempi di codice, oppure anche
esempi di programmi scancabili
Figura 11 - MS Visual Ba¬
sic 50- Data Form Wizard
Esistono Wizard che im¬
postano applicazioni
complete e Wizard che
servono per realizzare gli
elementi a sé stanti da
inserire in una applicazio¬
ne. Ad esempio se, co¬
me é probabile, nell 'ap¬
plicazione che si sta svi¬
luppando servono Form
per interfacciare Tabelle
o Ouery di un Database,
si può sfruttare il Data
Form Wizard, che propo¬
ne Form di tipo sempli¬
ce, di tipo tabellare e di
tipo Master/Detail Si
possono agganciare Da¬
tabase di tutti i tipi e la
procedura utilizza i vari
controlli di Visual Basic
legabili, in varie maniere,
ai dati di un Database.
262
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Microsoft Visual Basic 5.0
L'accesso ai dati
La prima versione di VB che disponeva
di strumenti per l'accesso ai Dati è stata
la 3.0, che ha anche introdotto la tecnolo¬
gia DAO. Con le successive versioni la
strumentazione per l'accesso ai dati si è
ulteriormente arricchita fino a diventare
un vero punto di forza del Visual Basic,
ed a tale argomento sono dedicati ma¬
nuali specifici ed esempi specifici nel ma¬
teriale.
E' possibile lavorare con tutte le tipolo¬
gie di Database 'esistenti in natura' e
possono essere sfruttati almeno una doz¬
zina di controlli adatti a dialogare con i da¬
ti del Database. Aiutano il lavoro dei pro¬
grammatori una serie di Wizard, che pro¬
ducono "gratis", Form o Applicazioni che
già interagiscono con i database, che
possono costituire la prima bozza, già
funzionante, dell'applicazione finale. Ne
vediamo esempi nelle figure 11 e 12. e in
alcune viste prima.
Molto interessante è anche la 'tradizio¬
nale" applicazione VisData. fornita tra il
materiale di esempio, che contiene la
’summa" delle tecniche di accesso ai dati.
Abbiamo detto che VB può lavorare
con tutte le tipologie di Database E que¬
sto è importante nel caso in cui la struttu¬
ra dati sia già esistente.
Nel caso in cui si stia progettando una
nuova applicazione e si debba decidere
quale Database utilizzare e si voglia rima¬
nere nel mondo Microsoft, esistono due
possibilità.
La prima e quella di utilizzare una strut¬
tura dati Access (un file MDBI, che è
quella standard di VB ed è adatta per ap¬
plicazioni stand alone e per applicazioni in
rete che gestiscano volumi di dati non ec¬
cessivi. La seconda strada, suggerita dal¬
la Microsoft per applicazioni Aziendali cri¬
tiche, con numerosi Client collegati, con
grossi volumi di dati e grossi volumi di
transazioni, è quella che passa per SQL
Server. Tale soluzione richiede una rete
impostata su BackOffice con un Server
NT 4.0 e con SQL Server 6.5.
Per favorire questa soluzione, all'inter¬
no del pacchetto VB 5.0 è stato inserito il
TSQL, uno strumento per il Debug delle
Figura 12 - MS Visual Ba¬
sic 5 0 - Form di Accesso
ai Dan coslruita quasi au¬
tomaticamente
Nell esempio che vi mo¬
striamo vediamo una
Form di tipo Master/De-
tail che mostra dati pro¬
venienti da un Database
Access composto da
quattro tabelle relaziona-
te tra di loro Nella parte
Master della form Iquella
in altol vediamo i dati de¬
gli Ordini e del Cliente
che ha eseguito l'Ordine
In basso Iparte Detaill ve¬
diamo le Righe che costi¬
tuiscono l ordine con le
specifiche di ciascun Arti¬
colo venduto II grosso del lavoro è fatto dal Wi¬
zard. l'utente deve solo eseguire piccole rifiniture
applicazioni SQL Client/Server E per con¬
vincere anche i più indecisi della bontà
della soluzione, nel materiale è stata inse-
Figura 13 - MS Visual Basic 5 0 -
L applicazione VisData
L applicazione VisData la parte
tradizionalmente del matenale di
esempio del VB E' un applica¬
zione imporrante per il fatto che
sfrutta a fondo tutte le possibi¬
lità. in termini di accesso ad Dati,
del Visual Baste Ci sono anche
due file MDB 'ormato Accessi
di esempio molto ricchi di tabelle
e di dati Imigliaia di recordI, ma
È anche possibile attivare colle¬
gamenti verso DB disponibili in
altri formati raggiungibili anche
attraverso i dover ODBC La Mi¬
crosoft ha messo a punto una
precisa strategia sulle vane pro¬
blematiche di accesso ai dati e.
come diciamo meglio nel testo,
Visual Basic 5 0 con la sua stru¬
mentazione e con la sua vocazio¬
ne verso il Client/Server fa parte
di questo disegno
nta anche una versione Demo delI'SQL
Server che a sua volta contiene materiale
di esempio.
Nel caso di utilizzo di Database SQL, o
comunque raggiunti tramite driver
ODBC, è possibile utilizzare controlli "re¬
moti". che fanno lavorare il Server, e la
tecnologia RDO, che in pratica è la tecno¬
logia DAO in ambiente Client/Server.
Lavorare per
componenti
Il concetto di componente sta alla base
non solo del Visual Basic ma anche di tut¬
ta la programmazione Object Based.
In una applicazione Visual Basic si pos¬
sono usare due tipi di elementi ‘esterni". Si
possono inserire controlli ActiveX (il co¬
mando è Project Components) e ci si può
collegare a librerie esterne (il comando è
Figura 14 - Crystal Report
versione 4 6 10 - Un
partner fedele negli anni.
Del Crystal Report dalla
versione 3 0 allealo fede¬
le del VB. vogliamo co¬
gliere due aspetti II pri¬
mo è la facilità con cui. in
maniera guidata, si realiz¬
zano passo passo report
di bassa e media com¬
plessità partendo dai dati
di un Database La se¬
conda sono le possibilità
in termini di 'complicazio¬
ni'. ad esempio nel caso
occorrano eseguire degli
ordinamenti, delle sele¬
zioni, dei raggruppamenti
con calcoli, oppure nel
caso occorra creare dei
campi calcolati A tutte
_ _ _ _ _ queste corrispondono
1 -. - -" ■■■ -* i i il t i\mri - funzionali ta supportate
direttamente
Report e quindi il pro¬
grammatore non deve non solo programmare la routine di stampa ma neanche preparare i dati II Report.
salvato come struttura, può essere richiamato direttamente dall'interno dell'applicazione VB 5 0.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
263
Proiect References). disponibili e registra¬
le sul sistema nel formato EXE o DLL.
In figura 15 vediamo, in un collage, le
due rispettive finestre. In secondo piano
notiamo anche come sia possibile orga¬
nizzare la Toolbox, che mostra gli OCX di¬
sponibili in più pagine, utili quando i con¬
trolli siano molti.
I controlli ActiveX si concretizzano in fi¬
le OCX, che, attenzione, non sono del
tutto compatibili con quelli della versione
precedente del Visual Basic. C'è anche
da dire che in VB 5.0 sono scomparsi, o
sono stati sostituiti, alcuni dei controlli
OCX presenti in VB 4.0. Per garantire il
funzionamento delle vecchie applicazioni,
Figura 15 - MS Visual Ba¬
sic 5 0 - Aggiunta di com¬
ponenti e di librerie
In una applicatone realiz¬
zata con Visual Basic 5.0
o con Visual Basic lor Ap¬
plication 5 0 si possono
usare due tipi di elementi
'esterni'. Si possono inse¬
rire controlli ActiveX (Il co¬
mando è Proiect Compo¬
nente) e ci si può collega¬
re a librerie esterne hi co¬
mando é Project Referen¬
ces). disponibili e registra¬
te sul sistema nel formato
EXE o DLL Vediamo, in
un collage, le due rispetti¬
ve finestre In secondo
piano notiamo anche co¬
me sia possibile organiz¬
zare la Toolbox. che mo¬
stra gli OCX disponibili, in
più pagine, utili quando i
controlli siano molti
a <a
o Pi»- C#k* Piata*
nota»
|Ma Un \vtAAdocM03 vM
Divina Commedia - Lettura Integrale
di no*tra vita
mi ritrovai par una «erte mcura
itW la dritta via ara «marrtta.
Art quanto a rtr qual ara * rota diva
wta w*va irtvaoai* r *S»a 0 tori»
eh# nel pemler nuova la paivai
lant'è amara eh* poco è più morte;
ma per trattar dei ben chY vi trovai,
•Arò de raltre cote ctiT v'ho Morte,
lo non 10 ben nd» com’l* v'mtrai,
tant'era pian di tonno a quei punto
et» la verace via abbandonai
Ma poi chT fui al piè «rivi code giunto,
U dove terminava que«a vede
«he m'avea di paura è cor compunto,
guardai m alto, t vKI le tue tpade
vettite gli de' raggi del pianeta
che mena dritto altrui per ogne cale.
Ador fu la paura ivi poco queta
3
Figura 16 - MS Visual Basic 5.0-11
concetto di Active Document L'Ho-
st è Internet Explorer
Come detto con Visual Basic si pos¬
sono creare Active Documents
ovvero applicazioni che possono es¬
sere viste all'interno di un program¬
ma che fa da Shell, come il Bmder di
Office o lo stesso Internet Explorer
Qui vediamo proprio dentro il Micro¬
soft Explorer 3.02 un'applicazione di
chiara origine VB che mostra tre og¬
getti. una Freme con tre Pulsanti di
Opzione, una ListBox che propone
una sene di Item e una seconda Li-
stBox che viene riempita con dati
letti da un file testuale scelto in fun¬
zione del Pulsante di Opzione e del-
l'Item selezionato Ragionando in
ottica Internet invece di costruire
100 pagine, ciascuna con un Canto
della Divina Commedia, si costrui¬
sce un'unica pagina attiva che legge
100 file testuali
nel CD di VB 5,0, sono disponibili le nuo¬
ve versioni dei vecchi OCX, che vanno in¬
stallate e registrate nel sistema in cui si
installa VB 5.0 Ad esempio il problema si
pone per il MS Grid Control che in VB 5.0
è stato sostituito dal MS FlexGrid Control
5.0. che è più versatile soprattutto per
quanto riguarda il caricamento dei dati da
un database, ma che non permette di vi¬
sualizzare immagini.
La possibilità di caricare controlli e utiliz¬
zare librerie esterne è comune a tutti i pro¬
dotti VB e VBA compatibili che ovviamen¬
te mettono a disposizione degli altri pro¬
dotti le proprie librerie. In figura 15 vedia¬
mo proprio le librerie dei vari prodotti della
suite Office, che vanno caricati quando si
realizzano applicazioni interprodotto.
Tutto quanto detto riguarda il caso in cui
si sfruttino nella applicazione VB controlli
esterni e librerie esterne già disponibili.
La novità, come detto più volte, è che
ora si può usare VB anche per costruire
controlli ActiveX e librerie esterne. La co¬
struzione di componenti era già praticabi¬
le con la precedente versione di VB 4.0.
Era una funzionalità un po' nascosta ed
era limitata alla costruzione di Server OLE
e di Librerie DLL, riutilizzabili, nel rispetto
della tecnologia OLE, sia da applicazioni
VB che da applicazioni costruite in altri lin¬
guaggi. La nuova versione allarga il pro¬
prio campo di azione anche alla realizza¬
zione di Controlli ActiveX e alla realizza¬
zione di Documenti ActiveX.
Altra novità è che lo sviluppo componen¬
ti è proposto direttamente dalla finestra Fi¬
le New Project, che propone ben nove va¬
rianti. Alcuni di questi richiedevano, prece¬
dentemente, l'uso del linguaggio C.
Al di là dei fatti operativi, ad esempio di
come si costruisca un ActiveX, quanto e in
cosa un progetto di ActiveX differisca da
un progetto normale, come si possa testa¬
re, come si possa rendere disponibile per
altre applicazioni, anche in rete e attraver¬
so Internet, è importante entrare nella filo¬
sofia dell'Object Based, per cui sia quando
si costruisce che quando si usa un compo¬
nente, se ne comprendano le sue caratte¬
ristiche, i suoi vincoli, e soprattutto i suoi
rapporti con l'applicazione che lo ospita.
Da un punto di vista operativo la costru¬
zione di un componente (vedi l’articolo
specifico nella rubrica Windows) è un po'
più difficile della costruzione di un'applica¬
zione normale, soprattutto perché entra¬
no in gioco altri elementi, ad esempio, nel
caso di un OCX, occorre progettare e pro¬
grammare le sue Proprietà, i suoi Metodi
ed i suoi Eventi. I manuali, e soprattutto i
numeri Wizard, danno una mano.
Considerazioni finali
Quando, nel 1991, usci la prima versio¬
ne del Visual Basic, i tecnici della program¬
mazione lo snobbarono, ritenendolo piu
un prodotto per hobbisti intraprendenti
che non un prodotto per sviluppare appli¬
cazioni importanti, lo stesso, nel mio pic¬
colo, lo definivo "il piccolo chimico di Win¬
dows', soprattutto per il fatto che era ef¬
fettivamente facile fare piccoli esperimen¬
ti di Grafica, di DDE, di Drag and Drop, di
accesso alle DLL di Windows, ecc. I critici
non avevano, all'epoca, torto, soprattutto
per il fatto che VB 1.0 non disponeva di
funzionalità di accesso ai dati, anzi ripropo¬
neva quelle dei primi Basic di 15 anni pri¬
ma (le istruzioni Open, Write, Read, ecc.).
I critici più attenti colsero invece i due
aspetti innovativi presenti nel prodotto: la
concretizzazione e la volgarizzazione della
tecnologia Object Based. che diventava
immediatamente utilizzabile, e la creazio¬
ne di un vero ambiente Visuale, in cui, più
che programmare, occorre disegnare gli
elementi dell'applicazione
Con il passare delle versioni MS VB
non si è mai del tutto scrollato di dosso
la fama di prodotto di serie B, snobbato
dai puristi della programmazione, e rite¬
nuto pericoloso per lo sviluppo di applica¬
zioni aziendali "mission criticai".
Se analizziamo il Visual Basic 5.0 pro¬
prio in questa particolare ottica ci rendia¬
mo invece conto di come sia stato pe¬
santemente migliorato (parliamo delle
funzionalità di accesso ai dati, ed in parti¬
colare della sua familiarità con SQL Ser¬
ver, parliamo della possibilità di creare
delle applicazioni Client/Server, parliamo
delle problematiche Component e Re¬
mote Component, che rendono praticabi¬
le l'architettura "three-tiered', a tre livelli,
che oggi rappresenta il top in termini di
sicurezza e di manutenzionabilità delle
applicazioni aziendali.
Altre due caratteristiche vincenti del
VB 5.0 sono l'allineamento, più volte sot¬
tolineato, ai prodotti Office 97 e ad Inter¬
net. verso i quali le applicazioni VB pos¬
sono diventare degli efficaci collaboratori.
MS
264
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Trust
OMPUTER PRODUCTS
Trust: nuova tecnologia
per il tuo computer '
TRUST COMMUNICATOR
33K6 PC CARD
BaMa una telefonata e la comunicazione mobile diventa
realti Con Communlcalor 33K6 PC Card è possibile
rimanere in contatto con il proprio ufficio sempre e
dovunque Esplorare Internet, collegarsi ad un servizio
Online o inviare via fan un documento importante, tramite
questa scheda fax/modem PCMCIA 33K6, tutto ciò
diviene facile Questa scheda si connette ad uno slot
PCMCIA Type 2 ed è estremamente semplice da installare
grazie alla funzione Plug t* Play Commumcator 33K6 PC-
Card può essere inserito e rimosso in qualsiasi momento,
senza problemi Sono compresi software, driver per
Windows 95, cavo e spina telefonica
TRUST 9636 SCSI CONNECT
E‘ il modello piu sofisticato delta sene Imagery estrema
queliti professionale L'alta nsoluzione di 9600 DPI e la
profonditi dei colon a 36 bit gli consentono di essere lo
scanner ideale per i lavori che richiedono un'elevata
queliti e professionalità lo scanner funziona tramite la
scheda SCSI fornita m dotazione, il che gli garantisce
anche un alta velociti di digitalizzazione Oltre alla scheda
di interfaccia vengono fomiti in dotazione software per
feiaborazione delle immagini, software per il
riconoscimento ottico dei caratten (OCR) ed i driver per
Windows 3 1 ■. 95 e NT a 0 Viene inoltre fornito un driver
PowerMac per • computer Machintos di Apple E'
disponibile separatamente un modulo per la
digitalizzazione di originali trasparenti
-IXCIILINCE SERIES-
TRUST COMMUNICATOR
56K ESP
Questo velocissimo modem/fax esterno consente di
trasfenre i dati da Internet ad una velocità di 56 kbps
Grazie a questo modem è inoltre possibile utilizzare il
computer come segreteria telefonica, inviare fa« e
telefonare utilizzando la funzione viva voce. a tale scopo
viene fornita m omaggio una cuffia con microfono
incorporato II modem supporta lo standard V 80 ed é
quindi estremamente adatto per le video conferenze Tutti
i cavi ed i software necessari vengono fomiti in dotazione
L installazione multa estremamente semplificata grazie alla
funzione Plug & Play.
Atuchan <9 continenti C3? gMICASOFT*» MFOTVCA sr^aqA
POWER YOU CAN COITMT nivi
phcomedia |
Incomedia della INCO Now
per Windows
Vi presentiamo una breve
prova del prodotto Incomedia della INCO
Now di Torino. Purtroppo la copia che ci
è stata inviata è solo una versione dimo¬
strativa, limitata nei moduli e nei volumi
di materiale trattabile; conseguentemente
la prova risulta, in un certo senso, parzia¬
le
Fatte questa premessa cominciamo a
vedere il prodotto dicendo subito che si
tratta di un software per la creazione di
presentazioni multimediali. L'obiettivo è
di quello di rendere lo sviluppo della pre¬
sentazione quanto più veloce possibile,
con uno strumento facile da usare, orien¬
tato agli oggetti, e senza necessità di ri¬
correre ad un linguaggio di programma¬
zione.
La multimedialità oggi
La multimedialità è stata introdotta, a li¬
vello di sistema operativo, con Windows
3.1 ed ha comportato, nel corso di questi
anni, l'affermazione di una serie di stan¬
dard tra gli elementi multimediali manipo¬
labili con i vari strumenti ed inseribili in
una applicazione multimediale.
A livello di prodotti per lo sviluppo delle
applicazioni, o dei cosiddetti 'Titoli Multi¬
mediali', non si è consolidato uno stan¬
dard, anche per il fatto che le possibili fi¬
nalità di un tale tipo di applicazione sono
tante: si può andare, ad esempio, dalla
semplice presentazione di tipo sequenzia¬
le, all'applicazione fortemente interattiva
I prodotti variano da quelli tipici della De¬
sktop Presentation, che oggi dispongono
tutti di funzionalità interattive, a quelli di
Authoring evoluto, che sono anche sup¬
portati da sofisticati linguaggi di program¬
mazione. Limitandoci ai più diffusi citia¬
mo, tra i primi, MS PowerPoint e Lotus
Freelance Graphics e, tra i secondi,
Asymmetrix ToolBook, che sfrutta la me¬
tafora del Libro, e Macromedia
AuthorWare, che con i suoi vari moduli
avvicina la produzione di un titolo MM a
quella di un film, in cui è importante la
coordinata tempo
Tutte le grandi case editrici tradizionali
hanno ormai una propria sezione MM e
realizzano opere che appartengono alle
varie materie dello scibile, l'arte, la storia,
la geografia, la letteratura, la musica, ecc
Opere i cui prezzi stanno via via dimi¬
nuendo e che vengono diffuse ormai an¬
che nelle edicole a costi sufficientemente
ridotti in considerazione del voluminoso
contenuto.
Obiettivo di Incomedia, in un panorama
cosi vasto ed articolato, è quello di pro¬
porre un prodotto utilizzabile direttamente
dall'autore del contenuto dell'applicazio¬
ne, autore che in genere non è anche un
Produttore e distributore:
inco Now Corso Peschiera, 233 - 10141 Torino
I- 011/3853369 Indiri zzo Interne!
|' i /l'.vww inconow.com/lnconovl
Prezzo (IVA esclusa) L 860 000
Per le scuole L 640 000
Versione bght L 380 000
Versione Light scuole L 280.000
tecnico informatico, e che abbia come fi¬
nalità soprattutto la comunicazione azien¬
dale Le occasioni in cui una azienda può
comunicare in modo multimediale, sono
tante: mostre e conferenze in cui si illu¬
stra la produzione, riunioni interne in cui
si decidono strategie, informazioni ai
clienti, alla stampa, ecc
Alcune caratteristiche
di Incomedia
Tornando al nostro Incomedia possiamo
dire che e, in buona sostanza, un assem¬
blatore di materiale multimediale disponibi¬
le in qualsiasi formato standard. Si compo¬
ne di due moduli principali: Incomedia
Show, che serve per preparare la singola
slide, e Incomedia Integrator, che invece
serve per raccogliere slide create con
Show e per creare (‘interattività, e di alcuni
moduli accessori, come Incomedia Text,
specializzato nella preparazione delle parti
testuali e il Setup Creator, daH’owio signi¬
ficato
Il CD presente nel pacchetto contiene,
oltre all'applicazione, che sembrerebbe rea¬
lizzata con II Visual Basic o con un prodotto
similare, abbondante materiale, in termini
di ClipArt, sfondi, e soprattutto in termini di
demo di applicazioni sviluppate con Inco-
media.
Un'applicazione Incomedia si concretizza
in un file separato dai vari componenti MM,
che vengono caricati solo all'occorrenza.
Questa organizzazione permette una buona
velocità nell'esecuzione della presentazio¬
ne, soprattutto in quei casi, parliamo della
diffusione su CD, in cui il supporto scelto
non è il più veloce
E' stata inserita una utile funzionalità che
permette di sviluppare la presentazione
contemporaneamente in più lingue, che poi
possono essere selezionate, molto sempli¬
cemente, all'inizio della presentazione.
Ci sono funzionalità interne di collega¬
mento ai database. E' quindi possibile vi¬
sualizzare nelle slide campi di archivi. Ci so¬
no funzionalità che permettono, dall'interno
di Incomedia, di eseguire applicazioni ester¬
ne, e che permettono anche il contrario, da
altre applicazioni permettono di lanciare
una presentazione Incomedia.
266
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
IICAWn IlA/Wm ICA DMI
&
* A
à m
Colici H» 0(0 e pietre
preziose risalenti ol tetX
da chiese Bizantine
tour urniAio
Incomedia Inco Now per Windows .
OverView
Figura 1 - Incomedia - Esempio di enciclopedia
Incomedia, della INCO Now di Torino, è un prodotto per lo sviluppo di applicazioni
multimediali presentazioni aziendali, presentazioni di prodotti, training interattivo, en¬
ciclopedie. ecc E stato realizzato non da una software house, ma da una società che
opera nel campào della comunicazione aziendale, che ha Quindi messo a punto uno
strumento basato sulle proprie necessità più che su necessità generiche Per Questo
motivo Incomedia non può essere considerato un prodotto software tradizionale
I componenti principali
di Incomedia
Abbiamo detto che i moduli principali so¬
no due: Incomedia Show 2.0 e Incomedia
Integrator 4 0 Compito di Incomedia
Show è quello di preparare la singola Slide,
che si concretizza in file con desinenza PLY
e che può contenere, al suo interno, piu ele¬
menti MM, dotati di proprie caratteristiche
di animazione, propri effetti speciali, ecc
Più file PLY possono essere assemblati
in un semplice slide show sequenziale
L'ambiente operativo di Show (lo vedia¬
mo in figura 1 ) dispone soprattutto di stru¬
menti per inserire elementi (immagini, te¬
sti, testi in movimento, testi ruotati, figure
geometriche, sfondi, suoni, ecc.). Ad ogni
elemento viene associato un nome, che lo
contraddistingue, ed una serie di proprietà,
ad esempio l'effetto, scelto tra gli oltre
100, che deve avere quando appare nella
diapositiva, oppure i vari effetti grafici, co¬
me bordo, riempimento, ombra, ecc
E' possibile gestire, all’interno della sin¬
gola slide, l'ordine di apparizione dei vari
elementi presenti.
Un maggior grado di interattività, e quin¬
di di complessità, nella applicazione che si
sta sviluppando, può essere raggiunto se
si utilizza Integrator.
Incomedia Integrator può, non è obbli¬
gatorio, assemblare materiale sviluppato
con Incomedia Show 2.0. Può vivere di vi¬
ta autonoma se si assemblano gli elementi
Figura 2 - Incomedia Show
2.0-11 menu con il campio¬
nario dei pulsanti
Cosi si presenta l ambiente
operativo del modulo
Show, il primo dei due in
cui si scompone Income-
dia In alto il menu e la bar¬
ra degli strumenti, in basso
la riga di stato che indica
Quale elemento, tra Quelli
inseriti nella slide, sia stato
selezionato Singolare I as¬
senza delle barre di scorri¬
mento, sostituite da un
pulsammo su e giù che
sposta la slide per far appa¬
rite le sue vane parti Ve¬
diamo anche il menu grafico che mostra il catalo¬
go degli elementi da inserire, m Questo caso mo¬
stra il campionario dei pulsanti
Alami lavori
Le sturile CIUM, he rretixale U celemu temere relative
elle esposizioni:
morizzare percorsi tra i nodi, si possono in¬
serire pulsanti per gestire in maniera dina¬
mica la navigazione all’interno della pre¬
sentazione, ed altro ancora.
Figura 3 - Incomedia Show
2 0 - Effetti.
Lo Show permette di realiz¬
zare slide composte da ele¬
menti multimediali di base,
ad ognuno dei Quali può es¬
sere associato un particolare
effetto grafico in fase di 'ap¬
parizione
L'Integrator. il secondo mo¬
dulo di Incomedia, permette
sia di assemblare slide realiz¬
zate con il modulo Show (file
con desinenza PLY) sia di as¬
semblare direttamente ma¬
teriale di base su file. Inte-
grator si basa sul concetto di
nodo che può essere eguipa-
rato alla singola unità di infor¬
mazione multimediale
direttamente nel formato originano, e quin¬
di file grafici, testi, ecc. In questo caso si
può utilizzare la pulsantiera che permette
di accedere ai vari tipi di elemento, ed an¬
che a contenitori OLE ed a contenitori di
dati letti da database (il formato riconosciu¬
to è Access 2.0).
Si lavora con la metafora dell'albero, co¬
stituito da nodi e da collegamenti tra nodi
Un nodo rappresenta un gruppo di infor¬
mazioni, ha un padre e può avere dei figli.
Lo strumento principale, che differenzia
tra le altre cose Integrator dallo Show, è il
collegamento che serve per mettere in re¬
lazione i vari elementi della presentazione.
Si possono collegare slide, testi, applica¬
zioni, suoni, ecc Si possono creare e me¬
[*MzJ
Conclusioni
MC prava Incomadia
li n
Penso che molti programmatori in am¬
biente Windows abbiano avuto, qualche
volta, la tentazione di realizzare un prodotto
di Authoring con il quale assemblare mate¬
riale multimediale.
La Inco Now, ha sviluppato il suo prodot¬
to Incomedia, lo ha usato per realizzare, co¬
me azienda di consulenza più che come
azienda software, una serie di presentazio¬
ni per i propri clienti, alcune delle quali sono
presenti, a livello demo, nel CD con il pro¬
dotto Ora ne ha realizzato una versione
commerciale che propone a chi voglia svi¬
luppare applicazioni MM in proprio
Certo la versione commerciale risente
del 'peccato originario' (esser nato come
prodotto per uso privato), ad esempio mol¬
te delle funzionalità sono eccessivamente
spartane, mentre altre, alle quali i vari pro¬
dotti standard ci hanno abituati, sono del
tutto assenti (una tra tutte: la Undo).
Altra limitazione è data dalla bassa com¬
plessità ed interattività raggiungibile, per
cui Incomedia risulta più adatto allo svilup¬
po di applicazioni sequenziali o poco movi¬
mentate .
Per contro ci sembrano ben assemblagli
i van elementi MM presenti nelle slide e
nella presentazione, che risulta essere, tut¬
to sommato, ben fruibile in fase di esecu¬
zione finale
Gli esempi presenti nel CD sono, da que¬
sto punto di vista, molto significativi. MS
267
Preview - Corel WordPerfect
Suite 8 e Suite 8 Professional
Nel numero di luglio di
MC abbiamo presentato la versione 7
in Italiano della Corel WordPerfect Sui¬
te, ed ecco che, a fine agosto, prece¬
duta dalla versione Standard, è uscita
anche la nuova WordPerfect Suite 8
Professional, in inglese,
Per quanto riguarda le versioni italia¬
ne, seguono sempre di qualche setti¬
mana quelle americane, per cui diamo
questa anteprima per valida anche per
le versioni in italiano.
Va subito detto che la Suite 8 convi¬
ve comunque con la Suite 7, di cui esi¬
stono versioni per Windows NT e ver¬
sioni per Windows 3.11. E' chiaro però
che la Suite 8, che è disponibile, per
ora, esclusivamente per Windows 95,
è il prodotto più evoluto e più interes¬
sante.
Nel sito t ww w.corel.CQiri è mostrata
una 'matrice' prodotti/versioni che
esplicita in maniera chiara ed inequivo¬
cabile la situazione versioni dei prodot¬
ti, piattaforme supportate.
Vediamo quindi i componenti della
Suite, sottolineando le novità rispetto
alle precedenti e le differenze tra la
versione Standard e quella Professio¬
nale.
Novità e prime
impressioni
In sede di conclusioni, nel citato ar¬
ticolo dedicato alla versione 7, aveva¬
mo lamentato ancora un certo disalli¬
neamento tra i componenti della Sui¬
te, che risentono della differente ori¬
gine e provenienza. Ebbene, una pri¬
ma favorevole impressione sta nel mi¬
glioramento della situazione, ad
Produttore:
Corel Corporation -1600 Carlmg Avenue - Ottawa
Ontano K1Z8R7. Tel. 16131728-8200
Distributori:
Computer 2000-Tel i 02/625781
J Soft • Tel. 039/6899802
Ingram Micro Italia - Tel : 02/953*13604
Computer Discount - Tel 0587/72882
Delta - Tel.: 0332/8031
Prezzo non disponibile
esempio in termini di finestre operati¬
ve in comune.
La seconda impressione, che non è
un'impressione ma un fatto oggettivo,
è il totale adeguamento della WP Suite
ad Internet. Innanzitutto sono presenti
tutti i componenti Netscape (Netscape
versione 4, Navigator, Communicator,
Messenger Mailbox, Collabra Discus-
sion Group, Page Composer, Confe-
rence), poi sono disponibili una serie di
strumenti sia per chi crea pagine
HTML, ogni componente della Suite
può salvare in HTML, sia per chi gesti¬
sce Siti WEB. Il software è l'ottimo
WEB.SiteBuilder.
In termini di componenti ce ne sono
di nuovi. Il più utilizzato sarà il Corel-
CENTRAL, un PIM dalle buone caratte¬
ristiche ben integrato con gli altri mo¬
duli e con quelli della famiglia Netsca¬
pe.
Poi, solo nella versione Professional,
troviamo una novità frutto di una re¬
cente acquisizione: il Time Line, che è
un prodotto di classe Project Manage¬
ment dalle buone caratteristiche.
Se si confrontano i componenti della
Suite della Corel con quelli della Micro¬
soft, nella prima troviamo in più il
WEB.SiteBuilder (che corrisponde, in
casa MS, al FrontPage) ed il TimeLine
(che corrisponde all'MS Project).
Stimolanti sono le novità nel Paradox
8. Una su tutte: la possibilità di interro¬
gare i Database Paradox via Internet.
Del Paradox 8 sono previste, a breve,
una versione Enterprise e, udite udite,
una versione Client totalmente scritta
in Java.
268
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Preview-Corel WordPerfect Suite 8 e Suite 8 Professional
OverView
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438 15 MB
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Figura t - Corel WP Suite 8 Pro - Le matrice tra le
versioni e le piattaforme software
Una delle caratteristiche tradizionali del classico
WordPerfect, parliamo dei tempi del DOS. era quella
di essere un prodotto per tutte le piattaforme La Co¬
rel sta conservando quella tradizione proponendo va¬
rie versioni della Suite WP. e dei suoi componenti,
per tutti i Windows 195, NT, 3 x1 e per DOS. Mac e
Unix Come al solito il modo migliore per documen¬
tarsi e consultare le pagine Internet, dedicate dalla
Corel alle varie Suite Nell'articolo parleremo solo
della Suite 8 per Windows 95
Figura 3 ■ Corel WP Suite 8 Pro - DAD e Core
Export
In questa figura vediamo due cose II DAD. De¬
sktop Application Director, che e il gestore del¬
la Barra delle Applicazioni di Windows 95, tra¬
mite il quale si possono inserire iconcine, sulla
parte destra della barra Ile vediamo in una del¬
le altre figure), per lanciare direttamente le va¬
rie applicazioni, anche quelle non Corel. Vedia¬
mo anche il Corel Export, l'applicazione, comu¬
ne ai vari componenti, che serve quando si ini¬
zia un nuovo lavoro, decidendo il tipo di lavoro
piuttosto che il prodotto con il quale eseguirlo
Elenco sintetico dei
componenti della
Suite Professionale
Rimandando comunque alle figure
ed alla prova, meno succinta dell'ante¬
prima, che seguirà l'uscita delle versio¬
ni italiane, elenchiamo i componenti e
qualcuna delle novità, scelte qua e là,
CorelCENTRAL 8 PIM con funzio¬
nalità al gran completo: Calendario,
Agenda degli impegni, Rubrica, Sche-
duling delle attività, personali e di grup¬
po, ecc. Integrato con Netscape Com-
municator per lo scambio dei messag¬
gi ed integrato, in caso di esportazione
di materiale per il WEB, ad esempio
calendari, anche con Corel Barista.
Corel WordPerfect 8 WP è presen-
Figura 2 - Corel WP Suite 8 Pro - L'installazione per¬
sonalizzata
I due concorrenti della Corel WP Suite 8 sono, come
noto a tutti. Office 97 della Microsolt e SmartSuite
97 della Lotus. Rispetto ai due ' nemici ' la Corel pro¬
pone alcuni componenti in più. Ad esempio c'6 il
WEB SiteBuilder e il Time Line I corrispondenti pro¬
dotti della Microsoft, il FrontPage e il Proiect. non
fanno parte della Suite Office La Lotus invece non
dispone di prodotti di categoria Proiect Management,
mentre per la costruzione di Siti Internet piopone al¬
tre tecnologie, ad esempio Lotus Notes e Domino
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Figura 4 - Corel WP Suite 8 Pro - CorelCENTRAL e
Netscape Commumcator
In questa figura, un po' affollata, vediamo due cose
e mezzo Sullo sfondo vediamo il nuovo PIM della
casa, che si chiama CorelCENTRAL. mentre in primo
piano vediamo il modulo di posta elettronica che la
parte della Suite Netscape e che si chiama Commu-
mcator Quando si inserisce, in una delle viste di Co¬
relCENTRAL un'attività che coinvolge un altra perso¬
na. e possibile attivare direttamente la rubrica della
Suite Corel, dalla quale prelevare gli indirizzi dei desti¬
natari del messaggio e poi il Commumcator
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MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
269
OverView
Preview-Corel WordPerfect Suite 8 e Suite 8 Professional
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Figura 6 - CoreI WP Suite 8 Pro - Presentations 8
Stranamente la Corel WP Suite Professional non
contiene nessun prodotto Corel, in senso stret¬
to. nessun prodotto che era della Corel prima
dell'acquisizione della WP Le attività grafiche
sono tutte delegate al Presentations Iche nasce
in WPI. Si tratta di un prodotto di categoria Pre¬
sentanone che perù dispone di strumenti di
composizione evoluti, come questo, che vedia¬
mo in figura, per la creazione di Organigrammi
La versione Standard, invece, contiene Corel
Pnnt House.
Figura 8 - Corel WP Suite 8 Pro - Il Data Model di
Paradox 8
Anche il Paradox è nato in casa Borland, ed an¬
che il Paradox ha un glorioso passato da difende¬
re. Si tratta di un DBMS basato sulla teoria rela¬
zionale In figura vediamo la finestra Fteference
Data Model, che mostra i rapporti relazionali tra
te vane tabelle. In secondo piano vediamo la vi¬
sta del progetto, con a sinistra le categorie di
componenti ed a destra l'elenco degli stessi
Con la versione 8, Paradox si apre a Internet ed
alla programmazione 'attiva' E' possibile intatti
interrogare le tabelle Paradox da Internet e, in fa¬
se di costruzione delle Form, utilizzare compo¬
nenti ActiveX
Oty. SltitfPiuvnrt PoHelCbto
If *>«) to»« ow» * motore eompttn, •" «otkjp* uaWi • i»
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Socetely.
Figura 5 - Corel WP Suite 8 Pro ■ WordPerfect 8
Il nome della Suite deriva dal suo prodotto di
punta; il classico WordPerfect Qui lo vediamo al¬
l'opera, mentre stiamo componendo una sempli¬
ce lettera commerciale, aiutati dal Perfect Ex¬
port. una finestrella che ci affianca nelle varie fasi
del lavoro, per la definizione della pagina, per la
scelta degli aspetti estetici del documento, fino
alla scrittura del testo, proponendo una serie di
frasi tipiche, specifiche per il tipo di documento
che si sta creando.
te in un ideale Guinness dei Word Pro¬
cessor per alcuni primati:
primi link ipertestuali (giugno 1993)
primo testo verticale (novembre
1994)
Figura 7 - Corel WP Suite 8 Pro - QuattroPro 8
Anche al Quattro Pro Eight dedichiamo una sola
figura Le maggiori novità consistono nella sua
integrazione con i moduli condivisi della Suite e
con gli altri componenti della Suite stessa. Si
tratta di uno spreadsheet, nato m casa Borland,
dalle solide tradizioni, adatto anche allo sviluppo
di complesse applicazioni basate sul foglio elet¬
tronico
primo testo attorno alla grafica irre¬
golare (settembre 1993)
prima ricerca e sostituzione degli at¬
tributi morfologici (novembre 1994)
primo editing HTML (maggio 1996)
primi strumenti avanzati per il dise¬
gno (settembre 1993).
Presenta ulteriori novità come il Cur¬
sore Ombra, che permette di comin¬
ciare a scrivere od a tracciare disegni
in un punto qualsiasi della pagina, la
possibilità di impostare i margini diret¬
tamente a video, i nuovi Hyperlink ver¬
so Internet, la possibilità di tenere trac¬
cia delle versioni, ecc. ecc.
Corel QuattroPro 8 C'è la nuova
Page View, che mostra la pagina di
stampa in modo WYSIWYG, ci sono
nuove funzionalità per il check delle
formule e dei riferimenti. E' stato intro¬
dotto lo strumento che permette di as¬
segnare i livelli agli elementi delle cel¬
le, ecc. ecc.
Corel Presentations 8. Interessante
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Pereto» Deie Moto»
Pereto. Crete Motor
1KB Pereto» Oele Moto!
1KB Pereto» Dele Motor
1KB Pereto» Due Motoi
1KB Pereto. One Motor
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08AB/07 9 00 00
08A38/97 8 00 00
06/08/97 8 00 00
06/06/97 B 00 00
06/08/97 B 00 00
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270
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Preview-Corel WordPerfect Suite 8 e Suite 8 Professional
OverView
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Personal Website
Figura IO - Corel WP Sulle 8 Pro - WEB SueBuil-
der
La Suite della Corel, rispetto a quelle proposte
dalla concorrenza, e senza dubbio la piu ricca di
componenti Ad esempio contiene lin più rispet¬
to alla concorrenzaI il WEB.SiteBuilder che e, a
sua volta, composto da un sofisticato HTML Edi¬
tor e da una serie di strumenti , ad esempio ve¬
diamo nella finestra 'a galla' Il SiteManager, che
servono a costruire ed a gestire Siti WEB, anche
complessi WEB.SiteBuilder dispone di funziona¬
lità sofisticate per la generazione di Script CGI,
per dare interattività all'applicazione Internet
Permette di vedere, in varie forme, il
contenuto del Sito, permette di inseri¬
re nella pagina Applet Java, permette
un immediato controllo a video del ri¬
sultato, ecc. ecc.
Altro Nel CD della versione Stan¬
dard c'è anche il ben noto Corel Print
House, mentre ambedue le versioni, la
Standard e la Professional, mettono a
disposizione dell'utilizzatore una buona
selezione del famoso materiale ClipArt
della Corel, facilmente raggiungibile da
qualsiasi componente.
Conclusioni
Si tratta del prodotto più voluminoso
che ci sia mai capitato di installare, sia
in termini di numero di componenti,
che di volume fisico di MByte richiesti.
Anche una semplice elencazione delle
novità di ciascun componente richiede¬
rebbe molto più spazio di quanto ne
abbiamo normalmente a disposizione.
Ci riserviamo di approfondire alcuni ar¬
gomenti che ci sono parsi stimolanti,
primo tra tutti l'analisi dei componenti
della Suite WP della Corel che hanno a
che fare con Internet.
MS
Figura 11 - Corel WP
Suite 8 Pro - Utilizzo del
materiale ChpArt
Il secondo dei due CD
che costituiscono il
pacchetto Corel WP
Suite 8 Professional
contiene, tra le altre co¬
se, una versione Demo
di Ventura Publisher ed
il classico materiale di-
pArt della Corel Si trat¬
ta di IO 000 immagini,
suddivise in varie cate¬
gorie. immediatamente
richiamabili da qualsiasi
componente della Suite
con il comando Inseri¬
sci ClipArt, che propo¬
ne una comoda fine¬
strella grafica dalla qua¬
le si può prelevare il di¬
segno scelto e trasci¬
narlo a destinazione
Figura 9 - Corel WP Suite 8 Pro - Corel Time Line
per il Pro/ect Management
Vediamo, per la prima volta nella Suite della Co¬
rel. il Time Line Si tratta di un prodotto per il
Pro/ect Management, acquisito dalla Time Line
Solutions Corporation, dalle buone caratteristiche
e già integrato con gli altri componenti della Sui¬
te Qui ne vediamo una significativa videata ope¬
rativa In una vista mista, tabellare a sinistra e
Ganti a destra, stiamo definendo i dettagli di una
Attività Si tratta, evidentemente, di un prodotto
verticale, destinato cioè ad un pubblico specializ¬
zato.
novità è il supporto al processore
MMX. Nuovi tipi di disegni, nuovi stru¬
menti per la navigazione, possibilità di
personalizzazione, anche 'al volo" du¬
rante la proiezione, degli sfondi e del
layout della slide, nuove funzionalità
per la pubblicazione su Internet, per la
distribuzione della presentazione su di¬
schetti, ecc. ecc.
La Suite Netscape 4.0 è fornita al
completo, con tutti i componenti: Navi¬
gator. per il surfing, il Commumcator,
per la posta, il Collabra, per i gruppi e
le discussioni, ecc. ecc.
Corel Paradox 8 Può pubblicare
maschere e report statistici su Inter¬
net, anche in modo dinamico. Interagi¬
sce più efficacemente con gli altri
componenti della Suite. Nuovi stru¬
menti di aiuto per la creazione di appli¬
cazioni chiuse pronte per l'uso, ecc.
ecc.
Corel Time Line 8 Strumenti per il
Project Management con tutte le tradi¬
zionali viste grafiche (Pert e Gantt),
con il controllo di attività, risorse, costi,
ecc. Possibilità di comunicare diretta-
mente, via E-mail, con le altre risorse
coinvolte nel progetto, ecc. ecc.
Corel WEB.SiteBuilder 8 Si tratta
di un Editor HTML molto evoluto e
completo Dispone di una ricca galleria
di componenti dalla quale pescare i
propri modelli di pagine precostruite.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
271
PROVE & PRODOTTI
di Andrea de Prisco
Fujix DS-300
Erari trecento (mila), eran giovani e
forti (si fa per dire...) e sono morti (tiè).
Di ritorno da un lungo viaggio pan-euro¬
peo, non è la mia insolita vena patriotti¬
ca a farmi esprimere in tal modo, ma la
contentezza di avere tra le mani (non
per la prima volta, ma le emozioni sono
sempre emozioni) una fotocamera digi¬
tale dotata di un sensore CCD in grado
di fornire una qualità immagine, sebbe¬
ne ancora non propriamente "fotografi¬
ca', quantomeno entusiasmante nell'at¬
tuale panorama di mercato. Risultati lon¬
tani anni luce, si badi bene, da quelli ot¬
tenibili con la stragrande maggioranza
degli apparecchi digitali di fascia bassa -
dal costo al pubblico spesso tutt'altro
che consumer - notoriamente basati su
dispositivi CCD di chiara derivazione vi¬
deoamatoriale e accreditati di un nume¬
ro di pixel compreso tra duecento e cin-
quecentomila (di solito trecentomila)
Valori con i quali è possibile sì e no otte¬
nere immagini formato 320x240, suffi¬
cienti a mala pena per la pubblicazione
in Internet, magicamente gonfiati a suon
di interpolazioni software più o meno
sofisticate fino a quota 640x480 se non
addirittura 800x600. Come se la fotogra¬
fia digitale non fosse anch essa figlia
delle basilari leggi della fisica antica e
moderna in cui, notoriamente, nulla si
crea e nulla si distrugge Nella fattispe¬
cie, a distruggere (eliminare pixel) siamo
tutti bravi passando da una risoluzione
più alta ad una più bassa, ma come è
possibile creare ulteriori dettagli immagi¬
ne quando un sensore CCD offre solo
poche centinaia di migliaia di elementi!’
Il tutto SENZA MAI DIMENTICARE
(scusate, se volete saltate a piè pari
questo "comma", ma lo continuerò a ri¬
petere - gridandolo se possibile a gran
voceI - in ogni mio articolo riguardante
apparecchi di questo tipo, almeno fin¬
tantoché non mi arrestino per... vilipen¬
dio dell'elettronica digitale), dicevo sen¬
za mai dimenticare che il numero di
pixel di un'unità CCD - trecentomila, ot-
tocentomila, seimiliom, sedicimilioni - si
riferisce SEMPRE agli elementi mono¬
cromatici. Fino a quando non realizze¬
ranno dispositivi di lettura in cui ogni sin¬
golo pixel è in grado di riconoscere an¬
che le caratteristiche cromatiche (e non
solo la luminosità), per ottenere una co¬
difica a colori è necessario sovrapporre
al sensore una rete di microfiltri RGB
(rosso, verde, blu) che in un certo senso
"sprecano" ben tre pixel adiacenti diver¬
samente colorati secondo la sintesi ad-
ditiva per conoscere le caratteristiche
cromatiche di ogni singolo punto della
nostra immagine digitale. E' vero che
grazie ad alcuni artifici software si riesce
ad ottimizzare al massimo la composi¬
zione dell'immagine finale a colon a par¬
tire dalla sovrapposizione di tre immagi¬
ni RGB ottenute dalla microfiltratura
(perdipiù leggermente sfasate tra loro
proprio per la distribuzione dei microfil¬
tri), ma non al punto tale da riuscire ad
eguagliare la reale risoluzione monocro¬
matica del sensore CCD alla risoluzione
dell'immagine digitale a colori effettiva¬
mente ripresa E quando dico "risoluzio¬
ne", intendo dire proprio capacità di di¬
stinguere, risolvere, punti o linee del co¬
lore originario sull'immagine digitale. In¬
tendo dire, in altre parole, che se una
determinata fotocamera dichiara una ri-
272
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
■Sgelili]
rar
Produttore:
Fuji Photo Film Co
Tokyo IJapanl
Distributore:
ONCEAS SpA
Via De Sanctis, 41
20141 Milano
Tel 02/89582241
Fax 02/8464121
Prezzo al pubblico (IVA esclusa):
Fujix DS-300 L. 5 200.000
Fujix DS-300 + RAM 15 MB ♦ kil seriale
+ alimentatore L 6.970.000
Extension Unii SCSI - 3 scatti in sequenza
L 1 760.000
Extension Umt SCSI -12 scatti in sequenza
L. 2 400.000
soluzione di 640x480 pixel DEVE essere
possibile fotografare un tabellone forma¬
to da 640x480 punti di colore diverso
per ritrovarli tali e quali Icome avverreb¬
be utilizzando uno scanner) sull'immagi¬
ne digitale ripresa. Allo stato attuale, in¬
vece. quel che otteniamo è una disgu¬
stosa marmellata di pixel (tendente al
marrone... tanto per restare in tema!)
avendo letteralmente messo in crisi il
sensore CCD e con esso le vergognose
falsità di chi vi ha promesso, buggeran¬
dovi, la luna digitale. Fidarsi è bene, veri¬
ficare è meglio.
Parola di MC!
Fujix DS-300
La fotocamera digitale in prova que¬
sto mese è prodotta dal colosso giappo¬
nese Fuji, è dedicata prevalentemente
all'utenza professionale pur essendo of¬
ferta ad un prezzo di vendita alto, si, ma
non stratosferico. A seconda della con¬
figurazione (accessori, memoria, inter¬
facciamento col computer) ha un prezzo
di vendita compreso tra i cinque e i set¬
te milioni più IVA. Ben al di sopra, dun¬
que, di molti altri prodotti oggi in com¬
mercio. proprio come le sue caratteristi¬
che tecniche e t risultati fotografici og¬
gettivamente ottenibili
Il sensore CCD utilizzato è da due ter¬
zi di pollice e conta un milione e trecen-
tomila pixel: probabilmente è lo stesso
utilizzato nella versione reflex ad ottica
intercambiabile prodotta in joint venture
con Nikon (tanto di cappello). Circa un
anno fa abbiamo recensito, sempre nel¬
le pagine della rubrica Digital Imaging. il
modello E2s (per gentile concessione
della Nital di Torino, importatore ufficia¬
le di tutti i prodotti fotografici e fotodigi¬
tali Nikon) analogo all'apparecchio pro¬
dotto dalla Fuji, distribuito dalla ON¬
CEAS di Milano e marchiato DS-515.
La DS-300, ad un costo che è circa un
terzo della versione reflex, dal punto di
vista digitale promette e mantiene risul¬
tati eccellenti e del tutto paragonabili a
quelli ottenibili con quest'ultima. In più
ha dimensioni molto compatte (se para¬
gonate a quelle della DS-515/E2s), è an¬
I comandi della Fu/ix DS-300 sono mollo simili a
quelli di una fotocamera tradizionale Qui vediamo
il pulsante di scatto e la ghiera dei modi operativi
cor più facile da utilizzare, integra un
piccolo flash elettronico automatico, di¬
spone di un obiettivo zoom la cui escur¬
sione focale ha effetto anche nel mirino
ottico a prisma di Porro.
Certo, l'ottica non intercambiabile li¬
mita un po' le applicazioni professionali
più spinte: niente tubi di prolunga o sof¬
fietti per riprese in macrofotografia, né
è offerta la possibilità di utilizzare poten¬
ti teleobiettivi o ottiche supergrandan¬
golari. Insomma la DS-300 è una bella
’compattona", automatica o compieta-
mente manuale alla bisogna (esposizio¬
ne, messa a fuoco, bilanciamento cro-
Ouando accendiamo la fotocamera Un una delle modalità di ripresa! l'obiettivo
zoom 'esce allo scoperto ", pronto ad otfnre tutte la sua escursione focale, da
9 a 27 mm, comspondente a 35-105 mm nel formato fotografico 135
273
L‘Extension Unii mene a disposizione una porta SCSI e consente riprese in rapida sequenza, a 4,5 fotogrammi al secondo Ivedi testoI
matico del bianco), con la quale - ringra¬
ziando Iddio! - è lasciato al fotografo, a
sua discrezione, il completo controllo
delle numerose funzionalità dell'appa¬
recchio. E da questo punto di vista, la
DS-300 si becca un meritatissimo dieci
e lode senza tante storie.
Il sensore CCD ha una sensibilità
equivalente di 100 ISO (come una pelli¬
cola 'normale") ma, in condizioni di illu¬
minazione ridotta, può essere aumenta¬
ta a 400 ISO attivando un circuito analo¬
gico di amplificazione. Naturalmente
non fa miracoli e a maggior sensibilità
corrisponde anche un maggior disturbo
(rumore) nelle zone d'ombra: da utilizza¬
re solo quando è proprio strettamente
necessario.
L’ottica zoom conta nove lenti in no¬
ve gruppi, ha un'escursione focale 3x
variabile tra 9 e 27 mm, corrispondente,
nel tipico formato fotografico tradiziona¬
le (135), a un obiettivo 35-105 mm. La
luminosità massima varia da f/3.5 in po¬
sizione grandangolare, a f/5.6 in quella
tele. Il diaframma mimmo utilizzabile è
rispettivamente f/11 e f/19 (in funzione
sempre della focale), mentre il range
dei tempi di esposizione varia da 1/4 a
1/1000 di secondo (su tutti i valori è
possibile la sincronizzazione flash). La
misura dell'esposizione è TTL (avviene
attraverso l'ottica, tenendo così effetti¬
vamente conto della focale utilizzata),
multizona (su nove aree, con commuta¬
zione automatica tra lettura media e
As pettando il futuro
di Andrea de Prisco
J olendo, anche utilizzando sensori CCD da cinquecento-
mila pixel potrebbe essere possibile ottenere immagini digitali di
qualità 'quasi' accettabile. Bisognerebbe però utilizzarne tre in
ogni apparecchio, ognuno filtrato secondo la sintesi cromatica ad-
ditiva RGB: un apposito prisma ottico - come già accade in molte
telecamere professionali e in alcune amatoriali di fascia altissima -
grazie alle sue superfici semiriflettenti triplicherebbe l'immagine
inquadrata spedendone una al sensore CCD del rosso, una a quel¬
lo sensibile al verde, una verso l'elemento recettore del blu. Ot¬
terremmo, cosi, cinquecentomila pixel veri a colori, con i quali è
possibile ottenere un'ottima
immagine SVGA 800x600, ec¬
cellentemente stampabile in
formato 10x15 cm a 130-140
punti per pollice, risoluzione
reale ben gestita da qualsiasi
stampante a getto d'inchiostro
di recente produzione. Per otte¬
nere un dignitoso A4 (21x29.7
cm) ognuno dei tre sensori
CCD dovrebbe avere quasi due
milioni di pixel, generando in tal
modo file immagine da quasi
sei megabyte (di verità, non di
bugie!), sempre nell'ipotesi di
riservare 'solo' 24 bit per ogni
pixel.
A dirla tutta, con la moderna
tecnologia dei cristalli liquidi è
già possibile utilizzare un solo
sensore CCD e ottenere ugualmente, in uscita, un numero di
pixel a colori esattamente pari al numero di elementi monocroma¬
tici di cui è formato il dispositivo senza effettuare alcuna alchimia
di Interpolazione matematica. Non si tratta di fantascienza, la Di-
comed l'ha già adottato per il suo eccezionale dorso digitale Big-
Shot da sedici milioni di pixel: è un filtro in grado di commutare
immediatamente il suo colore tra il rosso, il verde e il blu, lascian¬
do passare a seconda dello stimolo elettrico ricevuto, ora l'una,
ora l’altra, ora l'altra ancora componente cromatica. La fotocame¬
ra, in questo caso, riprenderebbe in rapida sequenza tre esposizio¬
ni successive (il tutto in pochi mil¬
lesimi di secondo) commutando
per ognuna di esse il colore del
filtro LCD posto davanti al senso¬
re CCD o davanti all’obiettivo.
Ora, provate ad immaginare un
filtro di questo tipo all'interno di
una fotocamera in tutto e per tut¬
to simile alla Fujix DS-300, utiliz¬
zando il medesimo sensore CCD
da 1.3 milioni di pixel in versione
assolutamente monocromatica
(privo, cioè, della microfiltratura
RGB). Vinceremmo, in un sol col¬
po, una risoluzione tre volte mag¬
giore. con la quale generare im¬
magini a colori tre volte più nitide
o, se preferite, tra volte più grandi
a parità di qualità.
Futuro, fai presto!
274
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
L'usata videocomposita Iper l'anteprima su monitor
a colori) e la porta serate per il computer
spot), mentre potrebbe sembrare un
po' limitata la sensibilità dell'esposime-
tro, in grado di funzionare solo tra EV
5.5 ed EV 17. In realtà tale range è co¬
munque sufficiente per operare corret¬
tamente tra 1/4 di secondo a f/3.5 (mas¬
simo tempo d'esposizione e massimo
diaframma) e 1/1000 di secondo a f/11,
minimi valori utilizzabili, quindi semmai
la critica va mossa all'otturatore che. di¬
rei inspiegabilmente, non è in grado di
rimanere aperto più a lungo (né è previ¬
sta la posa B). La lettura esposimetrica
può essere compensata manualmente
dall'utente tra -0.9 e +1.8 EV. operazio¬
ne necessaria per la corretta ripresa di
soggetti in controluce o su fondo scuro.
Il flash incorporato, anch’esso zoom
(la sua copertura varia in funzione della
focale utilizzata), ha un numero guida
massimo variabile tra 11.5 e 14.8 suffi¬
ciente per illuminare in automatico sog¬
getti compresi tra 40 cm e 3.3 metri.
Per distanze maggiori, o per esigenze
più specifiche, è possibile utilizzare un
normalissimo flash elettronico automa¬
tico installato sulla slitta standard ester¬
na: peccato non sia possibile la misura¬
zione TTL anche della luce lampo, né
sia presente un contatto sincro per ca¬
vetto (per un collegamento di questo ti¬
po, ad esempio per utilizzare un flash a
torcia, è necessario ricorrere ad un co¬
mune adattatore da installare sulla slitta
porta-accessori). Ovviamente il piccolo
flash integrato può essere sia attivato
sia disattivato manualmente, indipen¬
dentemente dalle condizioni di illumina¬
zione rilevate dal sofisticato controllo
esposimetrico della DS-300.
La messa a fuoco automatica, da 40
cm all'infinito, come si conviene alle più
sofisticate telecamere a telemetro elet¬
tronico, è di tipo ibrido attivo/passivo. In
condizioni di illuminazione favorevole la
massima nitidezza è riconosciuta attra¬
verso la ricerca del massimo microcon¬
trasto (in tal caso la misurazione è im¬
propriamente detta passiva), quando la
luce a disposizione risulta insufficiente
si attiva automaticamente un invisibile
servo-illuminatore a raggi infrarossi che
Accanto al mirino il pulsante per regolare i parame¬
tri di setup e per impostare i tempi d'esposizione.
schiarisce le idee al dispositivo di misu¬
razione della distanza. Il blocco della
messa a fuoco, contestualmente alla
memorizzazione della lettura esposime-
trica corrente, avviene premendo a
metà corsa il pulsante di scatto: più che
sufficiente la sensibilità del sistema au¬
tofocus, in grado di funzionare da LV
(Light Value) 0 a LV 17. In tutte le condi¬
zioni maggiormente critiche, la messa a
fuoco può essere operata anche ma¬
nualmente e, commutando la funziona¬
ta batteria ricaricabile è agli ioni di litio, del tutto simile a quelle utilizzate nelle moderne videocamere A destra la scheda di memoria PCMCIA da 15 megabyte
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
275
parecchio. Al mantenimento dì data e
ora dell'orologio interno, memorizzate
assieme agli altri dati di ripresa assieme
ad ogni immagine, provvede una piccola
batteria al litio CR2025 (anche questa
piuttosto diffusa) da sostituire una volta
l'anno.
La 'pellicola' è rappresentata da una
scheda di memoria estraibile in stan¬
dard PCMCIA (ATA o SmartMedia), di¬
sponibile in tagli da 2, 5, 10, 15 e 40
megabyte. A seconda del fattore di
compressione impostato (Hi, Fine. Nor-
mal, Basic) e del formato immagine uti¬
lizzato (la DS-300 offre sia il 1280x1000
che un più moderato 640x480) in dieci
megabyte di RAM è possibile immagaz¬
zinare da un mimmo di 4 ad un massi¬
mo di 227 immagini. Utilizzando il for¬
mato di compressione Fine, il più indica¬
to per non impegnare troppa memoria
e, al contempo, non massacrare l'imma¬
gine ripresa, ogni scatto occupa appros¬
simativamente 640 KB alla massima ri¬
soluzione e 167 KB a 640x480. In tal ca¬
so in una memory card da 10 megabyte
si riescono a memorizzare rispettiva¬
mente 16 o 64 immagini (o una quantità
intermedia utilizzando ora l'uno ora l’al¬
tro formato). Utilizzando la modalità Hi, i
file sono salvati in formato UFF non
lità di ripresa macro (da 20 a 40 cm), è
possibile verificarla in diretta su monitor
esterno, utilizzando l'apposita uscita vi¬
deocomposita disponibile lateralmente.
L'apparecchio in prova in queste pagine
è un prototipo della versione giappone¬
se. in grado di fornire esclusivamente
un'uscita video NTSC (visualizzazione in
bianco e nero sui TV color nostrani, co¬
munque utilizzabile per il controllo della
messa a fuoco) ma le macchine in ven¬
dita nel nostro paese saranno ovvia¬
mente dotate anche dì uscita video¬
composita in standard PAL, utilizzabile
per visualizzare a colori le immagini ri¬
prese prima ancora di trasferirle, in digi¬
tale, sul computer.
L'alimentazione è fornita da una bat¬
teria ricaricabile agli ioni di litio, in un
formato già visto per alcune telecamere
di recente produzione (semplificando
notevolmente la reperibilità di tali ele¬
menti), la tensione è di 7.2 V, capacità
dichiarata di 1.250 mA/h con la quale è
possibile riprendere da 200 a 800 im¬
magini a seconda dell'impiego del flash
elettronico integrato. E' ovviamente
possibile anche l'alimentazione esterna,
utilizzando come alimentatore lo stesso
caricabatterie fornito a corredo con l'ap-
Grazie alla slitta universale porta accessori possia¬
mo utilizzare un flash aggiuntivo standard
Quattro "schermale" tratte dal piccolo display LCD della Fu/ix DS-300 per la regolazione di alcuni parametri
di setup Normalmente il display mostra i valori di esposizione e l'autonomia residua di npresa
276
Il driver TWAIN per¬
mette di avere un pre-
view di tutte le imma¬
gini riprese e di acce¬
dere alle informazioni
relative ad ogni singolo
scatto. Data e ora di ri¬
presa, tempo d'esposi¬
zione, diaframma, riso¬
luzione più un even¬
tuale commento de¬
scrittivo Icon tanto di
copyrightI
Imago Slze
1280H 1000
Camera Model
FUJIHLM OS- 500
Date 0 Time
09:08:199? 10:36:48
Shutter ipeed
1/90
Aperture
3.5
Oetcrlptlon
000000
Copyright-1
Copyright-2
I 0* 1
compresso, per Fine, Normal e Basic è
utilizzato il consueto JPEG a fattori di
compressione/decadimento qualità via
via crescenti.
Funzioni e comandi
Per quel che riguarda l'estetica, come
già anticipato e come è ben visibile nel¬
le immagini che accompagnano que¬
st'articolo. la Fujix DS-300 ha proprio le
sembianze di una fotocamera tradizio¬
nale compatta... ma non troppo. Più che
una 35mm ricorda una "medio formato"
d’altri tempi naturalmente il display
LCD sul lato superiore, il flash integrato
e la presenza di comandi logici in luogo
di pulsanti e ghiere meccaniche dichia¬
rano marcatamente la sua natura tecno¬
logicamente avanzata, già prima di la¬
sciar intendere (a chi la osserva solo di
sfuggita) che si tratta di un apparecchio
assolutamente digitale, che mai ha co¬
nosciuto né mai incontrerà sulla sua
strada alcun tipo di pellicola fotografica.
Il fatto di avere un look assolutamen¬
te tradizionale (per alcuni anche troppo)
è comunque un fatto apprezzabilissimo
Si usa come una macchina fotografica
tradizionale, con le sue ghiere, il suo
pulsante di scatto, tutti i comandi situati
al posto giusto, dove chi fotografa da
tempo già sa di trovare. Insomma. si
vede che la DS-300 è costruita da chi di
fotocamere (tradizionali) se ne intende,
ed è già abituato ad assecondare ogni
esigenza ergonomica dei fotografi.
Tra gli accessori opzionali troviamo
addirittura "un motore" da installare sul
fondello Ovviamente di meccanico ha
ben poco, ma proprio come i winder od
i motor driver delle fotocamere tradizio¬
nali permette di riprendere immagini in
rapida sequenza: fino a 12 scatti alla
ragguardevole velocità di 4.5 fotogram¬
mi al secondo. Probabilmente contiene
una cospicua quantità di memoria tam¬
pone nella quale le immagini vengono
rapidamente memorizzate senza opera¬
re alcuna compressione sulle stesse,
operazione che viene compiuta solo al
termine della "raffica" impegnando per
alcuni secondi l'intero apparecchio (non
utilizzabile in questa fase). Sul medesi¬
mo accessorio, non a caso denominato
Extension Umt, troviamo anche una
porta SCSI che consente il collegamen¬
to ad alta velocità col computer per il
trasferimento delle immagini Alternati¬
vamente è possibile utilizzare la porta
seriale presente sull'apparecchio, oppu¬
re leggere direttamente le schede di
memoria PCMCIA attraverso un apposi¬
to lettore di card, come quelli ormai di¬
sponibili su tutti i computer portatili
(perfino sui palmtop Windows CE).
Una critica possiamo muoverla solo
riguardo il mirino, attraverso il quale
l'immagine appare di dimensioni piutto¬
sto ridotte. Inoltre, se non centriamo
bene l'oculare (possiamo utilizzare indif¬
ferentemente sia l'occhio destro che il
sinistro) l'immagine si scurisce lateral¬
mente fino a scomparire completamen¬
te dalla vista.
In compenso troviamo, all'interno del
mirino, numerosi segnali in sovraim-
pressione (tecnologia LCD) che appaio¬
no solo quando necessario. Si va dalla
ricarica del flash agli stati di sovra o sot¬
toesposizione, dalla corretta o impossi¬
bile messa a fuoco alla distanza di ripre¬
sa (schematizzata da una fila più o me¬
no lunga di trattini), dalla cornice del du¬
plicatore di focale (viene ripresa, a più
bassa risoluzione, solo la parte centrale
dell'Immagine inquadrata) alle cornici
supplementari per le riprese a distanza
ravvicinata (sono due: a seconda della
vicinanza del soggetto compare solo
quella necessaria alla corretta inquadra¬
tura) per compensare il ben noto errore
di parallasse dovuto alla distanza tra gli
assi ottici del mirino e dell'obiettivo di
ripresa. Esternamente, ma sempre visi¬
bile durante le inquadrature, troviamo
due LED colorati: quello verde segnala
l'avvenuta messa a fuoco e lo stato di
pronto a scattare, quello rosso un'even¬
tuale condizione di errore.
Il lato superiore della DS-300, come
in ogni fotocamera di impostazione tra¬
dizionale, è quello più ricco di particolari
interessanti Ovviamente troviamo il
pulsante di scatto: premuto per metà
attiva, come di consueto, la messa a
fuoco e la lettura esposimetrica. Accan¬
to a questo una prima ghiera si utilizza
per selezionare le diverse funzioni. Pos¬
siamo scegliere l'esposizione manuale,
automatica a priorità dei tempi, a prio¬
rità dei diaframmi, programmata (la fo¬
tocamera seleziona automaticamente
entrambi i parametri di ripresa), attivare
il setup della macchina, il collegamento
al PC. la riproduzione a video delle im¬
magini in memoria, spegnere l'apparec¬
chio. La posizione di OFF è l'unica pro¬
tetta da azionamenti involontari tramite
un piccolo pulsante di sblocco situato lì
vicino. Una seconda ghiera, di dimen¬
sioni leggermente più ridotte e priva di
qualsiasi indicazione, si utilizza per ef¬
fettuare la quasi totalità delle regolazio¬
ni della macchina e la sua funzione è di¬
versa a seconda della posizione della
ghiera principale Ad esempio in ripro¬
duzione seleziona l'immagine da visua¬
lizzare, nell'automatismo a priorità dei
diaframmi regola quest'ultimo parame-
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
277
tro, seleziona la voce del setup e, azio¬
nata insieme al pulsante SET posto ac¬
canto all'oculare, regola ulteriori parame¬
tri Altri pulsantini li troviamo a fianco al
display: con questi possiamo effettuare
le riprese a distanza ravvicinata, attivare
o disattivare il flash integrato, cancellare
l'ultima immagine ripresa o procedere
all’inizializzazione (cancellazione) com¬
pleta di una scheda di memoria. Infine,
accanto alla ghiera di regolazione, trovia¬
mo il comando per lo zoom elettrico,
sempre a portata di dito pollice.
Roma, Fontana di Tre¬
vi La qualità immagine
6 davvero entusia¬
smante. Notare l'otti¬
ma resa sia dei partico¬
lari in ombre che al so¬
le. Quale pellicola foto¬
grafica 6 m grado di of¬
frire altrettanto?
Nella foto qui a destra,
il flash è entrato auto¬
maticamente in funzio¬
ne per schiarire il sog¬
getto in primo piano
Una "pennellata" di lu¬
ce, al momento giusto
Setup dell'apparecchio
Le funzioni svolte dalla fotocamera,
nonostante il ridotto numero di pulsanti,
sono davvero tantissime ma di facile ed
immediato utilizzo Posizionando la
ghiera principale sulla voce SETUP ab¬
biamo la possibilità di regolare o sele¬
zionare numerosi parametri di funziona¬
mento.
Possiamo, ad esempio, impostare
una compensazione manuale dell'espo¬
sizione, passare da messa a fuoco auto¬
matica a manuale (o viceversa), effet¬
tuare il bilanciamento manuale del bian¬
co. Quest’ultima operazione è necessa¬
ria in condizioni di illuminazione partico¬
lare, ad esempio utilizzando normali
lampade ad incandescenza (la luce fla¬
sh, come noto, offre la medesima tem¬
peratura colore di quella solare e dun¬
que non necessita di alcuna taratura
specifica). Come per le telecamere a
colori, il bilanciamento manuale del
bianco si effettua inquadrando un foglio
di carta illuminato dalla luce disponibile
nell'ambiente di ripresa e agendo su un
apposito comando. Da non dimenticare
attivato quando si passa alle condizioni
di ripresa standard.
Sempre con la ghiera principale sulla
posizione SETUP possiamo scegliere la
sensibilità equivalente del CCD, impo¬
stare la compressione delle immagini (e,
conseguentemente, la loro qualità fina¬
le), la risoluzione utilizzata. Possiamo,
ancora, impostare la ripresa monocro¬
matica, inserire il moltiplicatore di focale
digitale, utilizzare la ripresa con preview
che ci permette di visualizzare a monitor
l'immagine "scattata" prima di procedere
alla sua compressione e registrazione in
memoria. La modalità di ripresa in bian¬
co e nero si utilizza per riprendere og¬
getti monocromatici (ad esempio testi)
sfruttando la massima risoluzione offer¬
ta dal CCD e senza disturbi cromatici in¬
desiderabili (pseudocolori).
278
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
A spasso
con la DS-300
Un altro del vantaggi di disporre di
una fotocamera digitale di dimensioni e
forma più o meno tradizionali, consiste
nel fatto di riuscire a effettuare riprese
fotografiche finanche in mezzo alla gen¬
te e senza attirare troppa attenzione
(con la versione reflex, precedentemen¬
te provata, era un 'tantino' più difficile).
Cosi, fotocamera a tracolla, pantaloncini
corti, zoccoli olandesi, camicia hawaia¬
na e collana di fiori, mi sono mimetizza¬
to tra folla dei turisti di Fontana di Trevi,
passando al massimo per profugo alba¬
nese in cerca di guai
Fatto sta che la Fujix DS-300 funziona
proprio bene, il suo sistema esposime-
trico non fallisce mai un colpo, grazie
anche all'eccezionale latitudine di posa
(la tolleranza entro la quale si riescono a
compensare eventuali variazioni di
esposizione) del sensore CCD che per¬
mette di riprendere correttamente, nel¬
la stessa immagine, sia soggetti in om¬
bra che ben illuminati dal sole. Con una
pellicola fotografica tradizionale, nelle
medesime condizioni, non dico che sia
impossibile riuscire a fotografare, ma
quantomeno i risultati sono discutibili.
Buona la risoluzione: con un
1.300.000 pixel si comincia davvero a
ragionare. Certo, se fossero ancora di
più non ci dispiacerebbe affatto, ma co¬
me potete osservare dalle immagini
pubblicate in queste pagine non ci pos¬
siamo proprio lamentare (una volta tan¬
to!). Ovviamente non è possibile spin¬
gersi a dimensioni maggiori, diciamo ol¬
per memorizzare le immagini. In questo
stato può essere acquistata solo da chi
dispone di altre fotocamere digitali della
stessa marca, con le quali condividere
gli accessori fondamentali. Il prezzo di
listino da prendere in considerazione è
quello del kit completo (poco meno di
sette milioni, oltre l'IVA), nel quale tro¬
viamo la fotocamera, una scheda di me¬
moria da 15 megabyte, software e ca¬
vetti per l'interfacciamento attraverso la
porta seriale. A parte, poi, è possibile
acquistare l'extension unit da 3 o 12
scatti in sequenza rispettivamente con
un sovrapprezzo di 1.760.000 o
2.400.000 lire.
Certo, come già anticipato in introdu¬
zione, non si tratta di prezzi "popolari": la
Fujix DS-300 non si propone affatto co¬
me fotocamera per utilizzo consumer,
ma è rivolta a chi ha esigenze professio¬
nali non troppo spinte. A chi può como¬
damente fare a meno dell'ottica inter¬
cambiabile e del mirino reflex ed è inte¬
ressato principalmente ad una fotoca¬
mera di dimensioni compatte in grado
di fornire risultati di tutto rispetto.
Altrimenti, una bella DS-515 o una
Nikon E2s non gliela nega proprio nes¬
suno...
Kg
Ancora due scatti digita¬
li con l'ottima Fu/m DS-
300 In alto sempre la
Bellissima Fontana di
Trevi, ripresa in pieno
sole tetano da poco
passare le 141 A destra
un'immagine m interni,
ripresa durante la conte-
rema stampa Logitech
tre i 10-12 cm di base, se non vogliamo
accontentarci di una risoluzione finale
modesta Questo per quanto riguarda la
stampa tipografica, notoriamente 'sinto¬
nizzata' sui 300 punti per pollice. Se
stampiamo a getto di inchiostro, com¬
plice la minore risoluzione reale (non
quella dichiarata, s'mtende!) della mag¬
gior parte delle periferiche di questo ti¬
po, possiamo ottenere 'uscite' ancora
decenti spingendoci fino al formato A5
(15x21 cm circa).
Ottima, infine, la resa del piccolo fla¬
sh integrato, in grado di schiarire corret¬
tamente le ombre in luce esterna e di il¬
luminare perfettamente soggetti posti a
breve distanza o comunque ripresi in
ambienti di ridotte dimensioni. In tutti
gli altri casi ci viene in aiuto la slitta por¬
ta-accessori sulla quale montare un fla¬
sh separato di qualsivoglia potenza. Bra¬
va Fujifilm!
In conclusione
Terminiamo quest'articolo sulla Fujix
DS-300 con il consueto sguardo al listi¬
no prezzi. La macchina 'nuda e cruda'
costa poco più di cinque milioni, ma
non dispone né del caricabatterie né
dell'indispensabile scheda di memoria
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
279
a cura di Corrado Giustozzi
Il Server di Accesso Remoto
Sul numero di settembre abbiamo iniziato a parlare del Server di
Accesso Remoto: il dispositivo che, installato in Windows 95,
permette di configurare il computer su cui è residente come server,
consentendo l’accesso di utenti esterni a periferiche e file.La scorsa
volta ci siamo limitati ad esaminare quale sia la parte del sistema
operativo interessata, quale dispositivo installare e come
configurarlo. In questa seconda ed ultima parte, invece, ci
occuperemo dell’utilizzo vero e proprio del dispositivo, verificando
cosa accade quando due computer si “contattano” telefonicamente.
Seconda parte
di Rino Nicotra
Per effettuare una connessione te¬
lefonica tra due computer è necessario
che uno di essi (quello che riceverà la
chiamata) sia configurato come server:
in pratica in grado di rispondere al com¬
puter chiamante (definito "Client") of¬
frendo accesso ad una parte dei propri
file.
Come configurare il server di Acces¬
so Remoto lo abbiamo visto la volta
scorsa, cosi come abbiamo visto la pro¬
cedura per condividere le periferiche al¬
le quali vogliamo consentire l'accesso.
Configurato il tutto ed attivato il di¬
spositivo "Server" (stato di "Monitorag¬
gio", vedi MC 176 pag 245), possiamo
tentare un primo collegamento,
Naturalmente è indispensabile che
anche il Client utilizzi come sistema
operativo Windows 95 e che vi sia stato
installato Accesso Remoto. Non è, inve¬
ce, necessario che sia installato anche il
dispositivo "Server di Accesso Remo¬
to": esso è fondamentale solo sul com¬
puter che deve assumere l'incarico di
server.
Creare una nuova
connessione
Per contattare un server e utilizzarne
le risorse condivise dobbiamo creare
una procedura di connessione con Ac¬
cesso Remoto. Per creare una nuova
connessione procediamo come segue:
apriamo la cartella di Accesso Remoto
e clicchiamo sull'icona "Crea nuova
connessione", visualizzeremo la fine¬
stra in figura 1; in questa finestra dob¬
biamo assegnare il nome alla connes¬
sione (ad esempio "Ufficio"), verificare
che il modem sia correttamente ricono¬
sciuto e poi cliccare su "Avanti". Nella
finestra successiva (fig. 2) dobbiamo in¬
dicare il prefisso telefonico, la località
ed il numero da chiamare. Cliccato an¬
cora su "Avanti” arriviamo alla finestra
conclusiva (fig 3), dove, per conferma,
si visualizza nuovamente il nome della
connessione e dove, per concludere la
procedura, dobbiamo cliccare su "Fi¬
ne". A questo punto, nella cartella di
Accesso Remoto apparirà l'icona della
nuova connessione
Configurazione della
nuova connessione
Naturalmente non è sufficiente creare
la connessione ed indicare il numero te¬
lefonico da chiamare, al sistema dobbia¬
mo anche dare le informazioni relative al
tipo di server e ai protocolli da utilizzare,
per fare ciò dobbiamo entrare nelle pro¬
prietà della nuova connessione cliccan-
do con il tasto destro del mouse sulla
nuova icona (fig. 4).
In parte la configurazione è identica a
quella impiegata per accedere a Internet
(server PPP Windows 95, Windows NT
3.5, Internet) mentre il protocollo da uti¬
lizzare non è il classico TCP/IP, come
nella grande rete, ma il NetBEUI (fig. 5).
Quindi niente indirizzi IP, DNS, Ga¬
teway, eccetera, perché in questo tipo
di connessione non ne esistono.
280
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Figuia I - Per collegarsi ad un com¬
puter configurato come "Server ", la
prima operazione da eseguire e quel¬
la di creare una connessione di Ac¬
cesso Remoto per effettuare il colle¬
gamento telefonico Nella prima
schermata di preparazione della nuo¬
va connessione, oltre a definire il no¬
me della stessa, è bene controllare
che il modem sia correttamente rico¬
nosciuto
Ciea nuova connessione
i
Culaie in nome pei i computei a cu connetterli
>
Selezionale ui modem
|XUNK V336E VoeeVaw.Voee.Speakeipho^J
Coni*.* I
Il collegamento
La procedura di collega¬
mento è quella tipica di Ac¬
cesso Remoto doppio clic
sull'icona della connessione, _
inserimento del nome uten¬
te, della password e clic su
"Connetti",
Avviata la connessione. Accesso
Remoto mizializzerà il modem ed ef¬
fettuerà la chiamata al server Ottenu¬
ta la risposta inizierò la procedura di
negoziazione del nome utente e della
password. Se questi non fossero stati
inseriti precedentemente nei campi
previsti, apparirà una finestra (fig 6)
dove è possibile effettuarne l'inseri¬
mento in fase di negoziazione
Il nome utente non è importante,
può essere una parola qualsiasi, per¬
ché nel sistema non viene predefmito
da nessuna parte. La password, inve¬
ce. rappresenta la vera chiave di ac¬
cesso ed è assegnata dal gestore del
server. Nella stessa finestra è presen¬
6v«nH> | Amila |
te un campo definito "Dominio": non
tenetene conto, nella connessione
che stiamo effettuando non è rilevan¬
te
Una volta attivato il collegamento
dobbiamo visualizzare le periferiche
condivise per poter accedere ai file
che ci interessano, per farlo dobbiamo
"registrare" il server a cui siamo colle¬
gati utilizzando il comando "Esegui"
del menu "Avvio" (fig. 7), Procediamo
scrivendo nell'apposito campo la riga
Figure 2 e 3 - Nella schermata successiva si de¬
vono indicare il prefisso, il numero telefonico e
la località da contattare Nell'ultima finestra si
deve cliccare su 'Fine ~ per concludere la proce¬
dura
NNnome—dal_computer
(nell'esempio il nome del
computer è "Prova") e clic-
chiamo su OK, il sistema
cercherò il server con il no¬
me "Prova" e, una volta indi¬
viduato, aprirò una finestra
con l'elenco di tutte le peri¬
feriche condivise come
nell'esempio in figura 8. In
figura 9, invece, si intravede
la cartella che rappresenta
l'unica periferica condivisa
in questo caso il disco C del
computer contattato Una
volta individuata la periferica
condivisa dobbiamo poterla
utilizzare come un normale
hard disk, per farlo clicchia-
mo con il tasto destro del
mouse sull'icona interessata
e selezioniamo la riga "Connetti unità
di rete”, questo perché tutte le perife¬
riche non appartenenti al nostro com¬
puter vengono "viste" dal sistema
operativo come unità di rete.
Il sistema operativo assegnerà auto¬
maticamente una lettera alla nuova
unità (è possibile intervenire manual¬
mente sulla scelta della lettera) e ag¬
giungerà nella cartella "Risorse del
computer" un'icona relativa alla nuova
periferica (fig 10). Durante questa fa¬
se il sistema richiederà anche la pas¬
sword di accesso alla periferica defi¬
nendo il livello di ammissione (sola let¬
tura o lettura/scrittura, vedi ABC scor¬
so).
A questo punto la connessione è
Ciea nuova connetirone
r
Creazione dola cornei
nuova cerne*none »
* compiei ala II nome dela
| i; :•*??
Pei letale i nome dela connatnone naie caltela
Accano remolo, scesele Fra
Pei comeOero. icegkere I nome dela come m one
Faie eie ula comeetione pei modfrcaile, qund
tcegbaie Propneli dal menu Pie
< Intano | Fne ~| Amia
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
281
Accesso lemoto
Eie Modifica Visualizza
2
Connessioni
/ s
Dea nuova
connessione
Visualzza le proprietà degl oggettr
!•
Connetti
Dea cfllegamento
£lmna
R nomina
oggetti
Pioppeti
Figura 4 • Creala la nuova connessio¬
ne è necessario configurarla Per pro¬
cedere con la sua configurazione dob¬
biamo cliccare con il tasto destro del
mouse sulla nuova icona che, nel frat¬
tempo. 6 comparsa all'interno della
cartella di Accesso Remoto e succes¬
sivamente selezionare la riga prò-
pnetà
limonare la paitvrad per effettuale la comeiwme
Home utente [Pppc~
Anrtia
Genetale To d server | Esecuzione procedute |
Tipi di jeiver pei la connessione:
|PPP Windows 95. Windows NT 35. Internet
[-Opzioni avanzate
r Recedala rete
P Attica cotroesnone software
r Btchtedi crtratura passvrotd
~3
■ Protoco# ó roto consentiti
P NetBEUI
r jpinipattafe IPX/SB<|
T ICP/IP
Imposta zvr TCP/iP
OK
Amia
Figura 5 - Il tipo di server da selezionare tra quelli
possibili nella configurazione è il classico "PPP
Windows 95. Windows NT. Internet", come per la
grande rete II protocollo da utilizzare, invece, e il
NetBEUI Quindi mente TCP/IP e relative imposta¬
zioni Iindirizzi IP. DNS, GatewayI
Eanvrord
Corano d accerto f
-
Figura 6 - Per effettuare il collega¬
mento 6 necessario inserire nella fi¬
nestra di dialogo della connessione il
nome utente e la password di acces¬
so Se questi non fossero stati inse¬
riti, durante lo scambio di informazio¬
ni tra i due computer in collegamen¬
to. appare una finestra dove è possi¬
bile inserire le informazioni mancan¬
ti Il nome utente non è importante,
può essere una parola qualsiasi lan¬
che nulla), perche nel sistema non
viene predetinuo da nessuna parte.
La password, invece, rappresenta la
vera chiave di accesso ed è asse¬
gnata dai gestore dei server Nella
stessa finestra è presente un campo
definito "Dominio", non tenetene
conto, nella connessione che stiamo
effettuando non è rilevante
completata, abbiamo accesso
ai file della periferica condivi¬
sa del server a cui ci siamo
connessi, potendo diretta-
mente dal nostro computer consultare
l'hard disk remoto, come se l'avessi¬
Figure 7 e 8 - Una volta stabilito il collegamento è
necessario "registrare" il computer remoto tra le
periferiche alla quale abbiamo accesso Per farlo
dobbiamo utilizzare la funzione "Esegui " del menu
di avvio di Windows 95 II comando da eseguire e
“Wnome del computer " Successivamente si aprirà
una finestra con l'elenco delle periferiche condivise
a cui abbiamo accesso
£
Diglate i nome del piotammo, dela cattala o del
documento che si desidero apnre
àpn l'AProvri
OK
Amia
Sfoglia
mo sulla nostra stessa macchina Na¬
turalmente i tempi di accesso sono le¬
gati alla velocità dei modem ed alla
qualità della linea telefonica.
In funzione del tipo di accesso a cui
siamo abilitati possiamo eseguire ope¬
razioni diverse: se siamo abilitati in let¬
tura/scrittura abbiamo il pieno control¬
lo della periferica e
possiamo, quindi,
aprire qualsiasi tipo
di file, copiarlo,
modificarlo a no¬
stro piacimento ed
eseguire trasferi¬
menti dal nostro
computer a quello
remoto.
Se, invece, sia¬
mo abilitati in sola lettura non possia¬
mo modificare in alcun modo i file re¬
moti. Possiamo aprirli, prendere visio¬
ne del loro contenuto ma non modifi¬
carli. E' consentito eseguirne una co¬
pia sul nostro computer ma, anche in
questo caso, se volessimo eseguire
delle modifiche dovremmo salvare il
file con altro nome e solo sul nostro
computer. Non è possibile trasferire
file dal nostro computer a quello re¬
moto, questo proprio perché il limite
di sola lettura non ci consente di scri¬
vere sul disco remoto.
Ciò consente al gestore del server
di poter mettere a disposizione del
Client il contenuto della periferica
condivisa senza correre il rischio che
esso venga danneggiato da usi impro¬
pri.
Stampare in remoto
Come abbiamo
già visto la volta
scorsa, è possibile
anche condividere
una eventuale
stampante collega¬
ta al computer re¬
moto. Questa pos¬
sibilità viene spes¬
so utilizzata negli
uffici dove i com¬
puter sono collega¬
ti in rete ma non è
presente una
stampante di rete
La condivisione
della stampante
consente a più
utenti (quelli abili¬
tati) l'uso della sola
stampante presen-
282
E Piova
Eie Modifica tfajafcza 2
gestione lisoise
Addio gip
Connetti unità di rete
Dea copegamenlo
Eiopridà
Assegna una lettela di unità ad una risata di tele.
Figura 9 - Per accedere dehnitivamerte alla peri¬
ferica condivisa dobbiamo acquisirla come disco
di rete chccando sulla sua icona con il tasto de¬
stro del mouse e selezionando il comando " Con¬
netti unita di rete"
Questo perche tutte le periferiche non residenti
sul nostro computer vengono "viste " dal sistema
operativo come unita di rete.
te attraverso il com¬
puter alla quale è
collegata, a patto
che questo sia ac¬
ceso,
Grazie al Server di
Accesso Remoto
ciò è possibile an¬
che via modem. A
questo punto, come
diceva un presenta¬
tore televisivo, la
domanda sorge
spontanea: a cosa
serve stampare a di¬
stanza?
In effetti stampa¬
re in remoto per poi
dover, comunque,
raggiungere la
stampante in un se¬
condo momento per
recuperare le stampe, non sembra
avere molto senso: tanto vale portarsi
il file su un floppy e stampare diretta¬
mente dal computer a cui è collegata
la stampante.
Può avere senso, invece, se il file da
stampare è abbastanza grande da non
poter essere contenuto su un floppy,
o se il programma da utilizzare è pre¬
sente sul nostro computer e non su
quello a cui è collegata la stampante.
Figura II - Il trasfe¬
rimento di file tra
periferiche locali e
remote si esegue
normalmente, co¬
me se il disco a cui
siamo collegati gra¬
zie alla linea telefo¬
nica sia fisicamen¬
te sul nostro com¬
puter Anche dalla
finestra di dialogo
di Windows 95. re¬
lativa al trasferi¬
mento in corso,
non appare nessu¬
na differenza ri¬
spetto ad un tra¬
sferimento tutto in
locale. Naturalmen¬
te il tempo di copia
è legato alla velo¬
cità dei modem ed
alla qualità della li¬
nea telefonica.
USE
_I Oppure, un'altra ipotesi potrebbe
essere quella di dover stampare
per l'ufficio documenti che devono es¬
sere utilizzati da altri a cui non voglia¬
mo consentire accesso al file di origi¬
ne. Quindi, meglio stampare diretta-
mente anziché trasferire il file.
Conclusione
dem fosse una
operazione da
esperti e che di
tale opportunità
non avremmo
mai sentito la
necessità, ecco
che Windows 95
ci offre l'occa¬
sione di tentare,
anche solo per
divertimento, a
scambiare file
con un amico senza bisogno di incon¬
trarsi con floppy a corredo.
L'operazione d'installazione e confi¬
gurazione dei vari dispositivi necessari
è alla portata di molti. Inoltre, un tra¬
sferimento di file a livello di telefonata
urbana non costa molto (a patto che si
tratti di pochi Mbyte). Non dimenti¬
chiamo, poi, la grande comodità di po¬
ter trasferire documenti da e per l'uffi¬
cio da casa o dal portatile (se si è in
viaggio), sostituendo definitivamente il
fax e, in alcuni casi, anche il servizio
postale.
Non che tutto questo prima non fos¬
se possibile, ma dobbiamo dare a
Windows 95 il merito di avere reso
estremamente semplice l'utilizzo di un
tale servizio, soprattutto perché il
software necessario è in parte resi¬
dente nello stesso sistema operativo
e in parte reperibile gratuitamente su
Internet.
Buon divertimento.
Figura 10 - Effettuata
l'acquisizione della peri¬
ferica condivisa, all'in¬
terno della cartella "Ri¬
sorse del computer ",
apparirà l'icona relativa
al nuovo hard disk A
questo punto potremo
utilizzare il suo contenu¬
to /limitatamente al tipo
di accesso al quale sia¬
mo abilitatil come se
tosse sulla nostra mac¬
china
Se fino ad oggi abbiamo pensato
che collegare due computer via mo¬
tte
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
283
LulLlLLìlu-^(1LllLT)
La lingua batte.
••
MEDICINA
E BIOLOGIA
Medicine & Biology
in CD-ROM
...dove il dente duole, dice l'adagio. In questo caso per
lingua intendo il settore linguistico, che nel mondo
multimediale sembra davvero ben battuto, come
testimoniano i numerosi corsi d'inglese, francese,
spagnolo e tedesco, ma anche gli altrettanto numerosi
dizionari "parlanti", dedicati sia agli adulti sia ai bambini.
Esistono tuttavia anche opere che non sono classificabili
né come corsi di lingua né come
dizionari, ma che hanno in ogni
modo delle chiare finalità
d'insegnamento linguistico. Oggi
esploriamo qualche aspetto di
questo settore. Poi, per rilassarci,
ci occuperemo anche di
argomenti meno impegnativi.
Mkal Eaglishl
ALPHABETICAL INDEM
ATLA:
CO'
BODYTALKINM
EXERC4S,
T*
KARAOK
di Dino Joris
‘ 0K j
Quando decidiamo di studiare una lin¬
gua straniera sappiamo tutti di dover af¬
frontare diversi livelli d'apprendimento:
base, intermedi ed avanzati. Quello che
probabilmente non sappiamo è che la
nostra conoscenza effettiva della lingua
rimarrà, normalmente, piuttosto mode¬
sta anche dopo avere raggiunto la piena
padronanza del livello avanzato (indipen¬
dentemente dalla qualità del corso se¬
guito, multimediale o tradizionale che
sia).
Questo non ci sorprende se consideria¬
mo che la conoscenza della nostra stes¬
sa lingua rimane assai imperfetta anche
dopo avere raggiunto livelli d'istruzione
superiore. È provato da recenti ricerche
che.il processo d'arricchimento lingui¬
stico continua sino a tarda età
Consideriamo anche il fatto che esisto¬
no, annidati nelle lingue principali, nu¬
merosi altri linguaggi, classificabili come
'popolare', 'comune", 'dotto', 'scientifi¬
co*, 'letterario' e cosi via, e diventa faci¬
le capire quanto complesso possa di¬
ventare il processo d'apprendimento di
una lingua.
Nella maggioranza dei casi scopriamo
però che, dopo avere superato il livello
avanzato di un corso di lingue, siamo
quanto meno in grado di esprimerci con
qualche disinvoltura per farci capire ed
ottenere quello che vogliamo. Insom-
ma, siamo in grado di comunicare con
gli altri su argomenti che sono patrimo¬
nio comune di tutti: cibi, divertimenti,
viaggi, case, alberghi, denaro, cinema,
eccetera Ma non appena entriamo in
specifiche aree di linguaggio, allora pos¬
siamo trovarci in difficoltà
Pazienza se, al ristorante in Inghilterra,
scambiamo il fegato (liver) per il
284
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Lc^li.1 UxX^ LLì-Lu-(-AlÌ<aìlO
rene/rognone (kidney): al massimo
mangeremo un piatto che non ci piace
o lo manderemo indietro. Tutt'altro im¬
patto avrebbe lo stesso errore linguisti¬
co se la nostra veste tosse quella di chi¬
rurghi in visita in un ospedale inglese...
Per aiutare i nostri medici, ecco "Medi¬
cai English", un corso sulla terminologia
medica e scientifica. L'opera è total¬
mente in lingua inglese ed è quindi de¬
dicata a chi ha già raggiunto un livello
avanzato di conoscenza di questa lingua
e voglia disporre di uno strumento d'ap¬
prendimento specifico.
Non ho una sufficiente conoscenza del
settore medico (neanche come pazien¬
te, per mia buona fortunali, per poter
esprimere un giudizio compiuto sull'o¬
pera, ma la mia prima reazione è stata:
"Ammettiamolo, in campo medico gli in¬
glesi ci sanno proprio fare" Potete im¬
maginare la mia sorpresa quando ho
scoperto che si tratta di un'opera confe¬
zionata dalla Facoltà di Medicina
"G D'Annunzio" di Chieti?
IMkal EmIÌsIi
Co.™ ». «Udlr.l ni S.I-lUlTEr-l.olof,
ALPHABETICAL INDEr^H
CD-* 1 *
Medicai English
Medicai English è composto da due
CD-ROM: il primo è dedicato ad anato¬
mia e fisiologia, il secondo agli ospedali
(struttura, organizzazione, colloqui tra
medici e pazienti, eccetera).
Il menu d'apertura offre la scelta tra gli
indici alfabetico (Alphabetical Index) e
sistematico (Systematic Index) e offre
anche l'accesso all'atlante del corpo
umano (Atlas).
L'attivazione dell'indice alfabetico porta
a schermo un elenco di argomenti che.
al click, attivano delle vere e proprie
presentazioni scientifiche lo speaker il¬
lustra l'argomento con l'aiuto d'anima¬
zioni. Non è improbabile che almeno al¬
cune parole dello speaker non siano
comprese al primo ascolto. Vi sono
Medicai English
Produttore:
Consorzio Multimedia - Chieti
Distributore:
Ariete Telemedia
Vla della Spiga. 9
20121 Milano
Teletono 02/76003516
Telefax 02/76003678
Prezzo lire 199 000
da sene di lettere disposte a caso, nel
risolvere cruciverba.
Quanto detto sopra vale anche per l'ap¬
proccio agli argomenti effettuato attra¬
verso l’indice sistematico: si arriva, an¬
che se con modalità diverse, alle stesse
schede di conoscenza ed esercitazione.
L'approccio diventa diverso con l'atlan¬
te (Atlas) del corpo umano, che mette
m condizione di individuare rapidamente
le terminologie specifiche nelle varie
aree: scheletro, muscolatura, sistema
nervoso, sistema arterioso. Per ogni
SISTEMATICA!.
Bone Irwue
C adii «9» Barar
Centi «il nervo in system
Londurlion rn.
Contiortion. irUxEotr»
indocilite System
tiyihiocyies
luphegu*
»emale i»|» exteinjl oiqeiis
I «mele top: mirtini oiqam
G» firhinqi
Hermodynemin
lUemoqlobin
HypoUUrmn
Hydnjjn
I 41 qe intestine
l eukoiylrs
livoi. pincien end bile
BLOOO
CARDIOVASCUIAR SYSTEM
DIGESTIVE SYSTEM
ENDOCRINE SYSTEM
MUSCLES
NERVOUS SYSTEM
REPRODUCTIVE SYSTEM
RESPIRATORY SYSTEM
SKELETAL SYSTEM
URINARY SYSTEM
l'encipe»
P. ti.ttliyli.nl i|Und
PunUqliimlin*
noscenze ricorren¬
do alla funzione "ka¬
raoke": le parole
dello speaker sono
evidenziate in giallo
quando pronunzia¬
te. cosi che lo stu¬
dente possa fare
esercizi di com¬
prensione del parla¬
to con l'ausilio della
scrittura.
La serie delle eser¬
citazioni è comple¬
tata da prove inte¬
rattive che consi¬
stono nell'accop¬
piamento di parole oppo¬
ste, nell'inserimento delle
parole corrette negli spazi
lasciati in bianco, nell'indi-
viduare le parole fuori con¬
testo. nell'mdicare l'esat¬
tezza o inesattezza di certe
affermazioni, nell'individua-
re l'identità di pronuncia in
parole diverse da un punto
di vista ortografico, nell'in-
dividuare le parole giuste
Ambiente Windows
Requisiti multimediali standard
però a disposizione degli
strumenti di studio che
possono aiutare Lo stru¬
mento "Tutorial" attiva una
schermata di testo con
collegamenti ipertestuali al
vocabolario ed al glossano:
diviene cosi possibile leg¬
gere ampiamente sull'ar¬
gomento, chiarire i dubbi
sul significato delle parole
con i collegamenti al voca¬
bolario ed ascoltare la pro¬
nuncia delle singole
parole d'interesse
ricorrendo al glos¬
sario. Successiva¬
mente sarà possibi¬
le rafforzare le co-
YSTEMATIC INDE
r /■
•W- TZm
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Stale which of thè lollowmg are trae and urtileh are talse.
EXERCIS:
PrcL^'aL LJi.L,LLÌ.Lu-o(lLcalO
dici alfabetico e sistematico, un glossa¬
rio generale (General Glossary) e una
sezione delle patologie (Pathologies).
Le sezioni disponibili nell'indice siste¬
matico danno un'idea di quanto si può
trovare: l'ospedale (The Hospital), il rico¬
vero (Admissions), il pronto soccorso
(Emergency Uniti, il dipartimento di me¬
dicina interna (Internai Medicine Dept.),
la camera operatoria (Operating Room),
eccetera.
In questo disco 2 troviamo lunghe de¬
scrizione verbali dei sistemi di funzio¬
namento dei vari reparti, delle attrezza-
SYSTE
IVI
area appare una schematizzazione ap¬
propriata del corpo umano che al click
sulla regione d'interesse, fa apparire un
elenco di voci di cui è possibile ascolta¬
re la corretta pronuncia.
La prima parte dell'opera, dedicata a
medicina e fisiologia finisce qui. con il
disco 1. Non sono assolutamente in
grado di dire se manchi qualcosa del
punto di vista medico o se vi sia qual¬
cosa d'errato, ma sarei pronto a scom¬
mettere che even¬
tuali mancanze od
errori possano es¬
sere solo margina¬
li, visto l'ottimo li¬
vello generale di
professionalità
dell'opera
Per quanto riguar¬
da l'impianto ge¬
nerale debbo dire
che la navigazione
potrebbe essere
migliorata renden¬
do accessibili il vo¬
cabolario ed il
glossario da ogni
sezione e consen-
L Ih* >n<r*m*4f««r loh* 9» Ni* fi«M » «•** «
kMMM
]. Ih» pn«M.My flM.4 Im Kh»« Mm tfi* MftMiui «N
«. A puma •■ampi* el n
CV STE
tendo il ritorno alla schermata
principale da ogni livello di con¬
sultazione.
Mi sembra inoltre che certi
esercizi possano rivelarsi d'uti¬
lità marginale rispetto allo sfor¬
zo richiesto (vedi i cruciverba,
ad esempio) Visto però che lo
studente/medico non è per nul¬
la obbligato a risolvere i quiz-..
La seconda parte dell'opera,
quella dedicata alla pratica in
ospedale, propone, oltre agli in-
SYSTE
f'M'l !
«VI
firn*
UttMI
286
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
C Pfu.du.i.1 LU!hh^dS^tt)
ture presenti, del personale addetto e
anche alcuni colloqui tra dottore e pa¬
ziente. Il tutto è accompagnato da am¬
pia documentazione fotografica, che
aiuta nel superamento della barriera lin¬
guistica.
I giornali ci informano che i medici in
Italia sono oggi in sovrannumero e per¬
tanto stentano a trovare sistemazioni
adeguate. E se la risposta ai loro pro¬
blemi di occupazione si potesse trova¬
re con lo studio delle lingue e un lavoro
all'estero, magari cominciando con l’or¬
ganizzazione Medécins Sans Frontiè-
res? Certo occorrerà conoscere bene
anche il francese, se non altro-per evi¬
tare di parlare di medicina (medécine)
anziché di medici (medécins) senza
frontiere, come ha fatto di recente un
noto politico italiano in TV. Ma per fare
politica non occorre conoscere le lin¬
gue. A volte neanche l'italiano...
MEDICINA
E BIOLOGIA
Medicine & Biology
in CD-ROM
Dizionario
Enciclopedico di
Scienze Mediche
e Biologiche e di
Biotecnologie
A rigore, non dovrei parlare di quest'o¬
pera, visto che non v'è in essa nulla di
multimediale, come dichiarato in co¬
pertina: "Il presente CD-ROM non
riassumibile in fat¬
to d'abbreviazioni
relative a riviste
scientifiche, sigle
d'organizzazione
internazionali del
campo medico,
elenco dei premi
Nobel per la chi¬
mica e la medici¬
na, principali inno¬
vazioni anno per
anno, composizio¬
ne degli alimenti,
e così via
contiene né fonogram¬
mi, né videogrammi, né
sequenze d'immagini in
movimento. Non è per¬
tanto soggetto all'obbli-
go di vidimazione della
SIAET
Mi è parso tuttavia op¬
portuno segnalare l'esi¬
stenza di questo dizio¬
nario anche per¬
ché potrebbe es¬
sere un utile
complemento a
Medicai English
(anche come
strumento di ve¬
rifica). in virtù
delle sue 41.000
voci e delle
45.000 accezioni.
Questo dizionario
non 'parla', ma
consente ricer¬
che anche allar¬
gate ed è accom¬
pagnato da un
volume cartaceo
che riassume il
nediastlno
1 medi asti num
StBo mr.lurr> o partitane riaperti tu 4* catrporwrii 4 ima cariti o di in ergano
2 mediastino™, mediastinti septum . mediastinal space; Interpleural space;
inter puimonary septum; septum mediasti naie
In murra* mura Stinte* !'(firmilo tra i faceta plurali Sturo « imi Uro. eh* n etfandr dal limite
fupmcr* dell* cariti Ieratici al diabrnn*. t dallo stono dorsalmente ano le rertetrr toraciche
Sutdmso m frttre> compirti i sigariere, mediai*, rienorr • post «ocre ). corifene il cuore, il pencvdio,
noi di calibro maggiore r atto rucen toracici
o»"»l
Dizionario Enciclopedico
di Scienze Mediche e
Biologiche e di
Biotecnologie
Produttore e distributore:
Zanichelli Editore
Via Irneno. 34
40126 Bologna
Telefono: 051/293265
Telefax 051/243437
Prezzo lire 98.000
Ambiente Windows
Insomma, anche questa è un'opera
che può essere più che utile per quei
medici che hanno una visione globale
ed internazionale della loro professio¬
ne.
Il sistema di ricerca consente l'uso dei
vari operatori AND, OR, NON, eccete¬
ra e porta risultati immediati. In caso
di dubbi sulla correttezza del lemma (il
programma di ricerca non accetta jol¬
ly) è possibile ricorrere all'indice, indi¬
viduando cosi la parola desiderata per
‘incollarla’ nel riquadro ed avviare la ri¬
cerca.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
287
I'*«''*l *
Presentazioni.
In 9v»i»o prima unita vagiamo • aggrega-a i *ag*mti ob latti*'.
INTRO (ONSEJOS
Pepato
Por el Mundo Hispànito 4
I •>
Unidad vi
Cjertitios [ntonativos
Mecanismos Gromotitalos
Die,ado
Tento de Lettura
Test de Autoevoluotión
Hemos aorendido a:
Unidad Vi I
-*■> ih l O;
Unidad
Lettión
Lettión
Lettión
lettión %>
& Unidad 1
^ Unidad 2
( Pl-v^ìIo-li.L LhUlLli^udLalBj
viso su due CD¬
ROM, ognuno con
quattro unità di
quattro lezioni cia¬
scuna.
L'inizio d'ogm le¬
zione prevede la vi¬
sione di un filmato
introduttivo, segui¬
to da altri filmati
"situazionali" (si co¬
mincia dalle pre¬
sentazioni di per¬
sone nella lezione
^ » •nidad i
Unidad U
^ & Unidad 4
15 1,- - —
Questo evento mi
ha indotto a studia¬
re rapidamente la
prima unità. Ho im¬
parato subito che
lo spagnolo sem¬
bra facile e uguale
all'italiano, ma
quando qualcuno
parla di "corner" in¬
vece di mangiare...
si corre il rischio di
morire di fame. Si¬
curamente il linguaggio
dei gesti potrà evitarcelo,
ma esprimersi a parole mi
sembra quanto meno più
elegante. Ora, bando alle
ciance, torno ad usare
mio "ordenador" (in Italia
lo chiamiamo all'inglese,
computer) per indicarvi a
sommi capi com'è impo¬
stato questo corso, suddi-
Produttore:
AURA Interattiva. Madrid e DPI Multimedia
Distributore:
DIDA-EL
Via Lamarmora, 3
20122 Milano
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Internai: http //www didael it/
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acquistati contemporaneamente.
P-AIOGO /
Contacto 1 e 2
Rimaniamo in ambito linguistico, occu¬
pandoci ora del corso di spagnolo pro¬
posto da DIDA’EL, una società di Mila¬
no impegnata nel settore delle "tecnolo¬
gie multimediali per la comunicazione
della conoscenza".
Una peculiarità del corso l’aiuto allo
studio è dato, a scelta dell'utente all'av¬
vio, sia in lingua italiana sia in inglese Si
tratta certamente di una buona scelta
commerciale per vendere in molte na¬
zioni senza bisogno di predisporre più
versioni. In ogni caso è uno strumento
linguistico in più per chi vuole imparare
lo spagnolo basandosi sul supporto in¬
glese, traendone quindi un doppio be¬
neficio.
Nell'esammare il corso ho subito ricevu¬
to una lezione efficace (sono uscito,
senza volerlo, dal programma appena
lanciato.,.): "salir" non significa salire,
ma uscire
Contacto 1 e 2
288
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
SALIR AYUDA ( VOLVIR
L Diporto
— I
) «.•
a-
segnare lo spagnolo agli
studenti stranieri nell'uni¬
versità di Valladolid; la
produzione è madrilena.
Azzardo una nota più per¬
sonale: nella sezione vo¬
cabolario avrei preferito la
possibilità di consultare
non solo la versione 'spa-
gnolo/italiano" ma anche
quella ’italiano/spagnolo'.
Inoltre, mi sembra che
l'inclusione delle sole pa¬
role contenute nelle lezio¬
ni sia limitativa.
Sono riuscito a ‘scorrere’ tutte le lezio¬
ni. Da questa scorribanda ho ricavato
la sensazione che l'apprendimento
una visita in un paese spagnolo e collo¬
quiare nella lingua locale con moderato
accento italiano (e non in ‘italiano spa¬
gnolizzato". alla Totò o alla Fantozzi, co¬
me facciamo di so¬
SAPETt DIRLO IN SPAGNOLO 7
S**I mfUM 1.1.
hOMUMUdlMMn
4. DRi<MiM«r4UM«u
m U Uwr—« mA»4
5- Di» tfw «t* «rgH*no
1. unità 1 e si finisce con... comprare
casa nella lezione 4 dell'unità 8).
Dopo avere "vissuto’ le situazioni attra¬
verso i (brevi) filmati, si passa agli eser¬
cizi che prevedono la possibilità di veri¬
fica immediata.
La sezione vocabolario e grammatica
prevede delle rivisitazioni ai filmati per
analizzare, con l'aiuto di sottotitoli, i
contenuti grammaticali della sezione.
Una volta esaurite le lezioni si può ac¬
cedere alla sezione del "repaso\ che
prevede numerose attività di ripasso: il
dettato, il test d'autovalutazione (che
analizza i risultati e indica il punteggio
conseguito), gli esercizi di pronuncia,
l'esame dei meccanismi grammaticali,
una lettura.
Dove è opportuno, appaiono dei pul¬
santi che consentono di ascoltare la
pronuncia delle frasi da parte dello
speaker ed anche i controlli che con¬
sentono di incidere e riascoltare la pro¬
pria voce, per gli esercizi di confronto
tra la pronuncia corretta e... la propria.
C'è anche un'utile sezione chiamata
"Hemos aprendido a:' (già ho voglia di
sfoggiare il mio spagnolo!) in cui si ri¬
passa tutto quanto visto, con l'aiuto di
filmati sottotitolati.
La struttura del corso ed il software
che la governa sono progettati per con¬
sentirne una gestione facile ed intuiti¬
va. Infatti, non ci vuole molto per impa¬
dronirsi dei meccanismi di navigazione
di questo prodotto.
La suddivisione in unità e lezioni è 'ca¬
nonica' e fa asso¬
migliare questo a
tutti gli altri corsi di
lingue, almeno da
questo punto di vi¬
sta. Le distinzioni
potranno essere
quindi fatte sui
contenuti. Bene,
visto che non mi
qualifico per analiz¬
zarli (solo oggi ho
'aprendido a corner
y salir"), dovrete
accontentarvi di
queste indicazioni:
questo corso è sta¬
to adottato per in-
289
( frfc^tl^Lì.1 /.JuiLLLiu^LalLiair)
lito).
Generalmente i cor¬
si di lingue presen¬
tano almeno tre li¬
velli: base, interme¬
dio e avanzato. In
questo caso i livelli
sono due: Contac-
tol è dedicato ai
principianti mentre
Contacto2 è inteso
come corso di ap¬
profondimento.
Il livello di apprendi¬
mento raggiungibi¬
le, come accade
con tutti i corsi di
lingue, non consen¬
tirà di padroneggia¬
re completamente
la lingua, ma potrà
mettere lo studente nella migliore con¬
dizione per approfondire le sue cono¬
scenze successivamente, con altri stru¬
menti (i migliori sono quelli naturali:
parlare con la gente del posto!). Visto
che la Spagna è ‘dietro l'angolo', la
prossima estate. .
dello spagnolo possa es¬
sere un impegno non
troppo gravoso, una me¬
ta raggiungibile abba¬
stanza rapidamente sen¬
za spargimento di 'lacri¬
me e sangue’. In un solo
inverno (gli autori sugge¬
riscono mezz'ora al gior¬
no, ma tutti i giorni), pos¬
siamo prepararci ad af¬
frontare serenamente
AvseqOG dal
/.^LLÙLi^e-dL(J.iT)
A quanto offerto
dai videoclip tradi¬
zionali, Video Juke
Box aggiunge l’in-
terattività, che con¬
sente non solo di
scegliere quale vi¬
deoclip vedere, ma
anche di visualizza-
Intrattenimento
re dei sottotitoli
informativi sui can¬
tanti. sui testi delle
canzoni, sugli stessi
video. Inoltre ogni
videoclip offre un
gioco a quiz che in¬
terroga sino a quat¬
tro giocatori sui vari
gruppi musicali.
Sui due CD forniti
nella confezione si
trovano una ventina
di brani, tra cui
■Heart of Glass' di
Blondie, 'Love Will
Tear Us Apart' di
Joy Division;
"Sweet Dreams (are
made of this) degli
Eurythmics, "Man-
dmka' di Sinead O'-
Connor, "I Wanna
Do It To Ya' di Barry
White, per citare
quelli a me piu noti.
Se avete dubbi sulla
qualità dell'ascolto,
voglio solo ricordar¬
vi che questa è limi¬
tata non certo dal
prodotto, ma dal si¬
stema, nato nella
maggioranza dei ca¬
si per soddisfare le
esigenze del fruito¬
re dei prodotti multi¬
mediali e non del-
l'audiofilo.
Non è difficile tutta¬
via immaginare che,
con la diffusione dei
prodotti di questo ti¬
po. cresceranno le
esigenze di qualità
d'ascolto e inevita¬
bilmente divente¬
ranno più facilmen¬
te disponibili dei si¬
stemi atti a soddi¬
sfare anche chi non
si accontenta facil¬
mente.
Molti si troveranno d'accordo con me
nel definire la musica come uno dei più
diffusi mezzi d'intrattenimento e di pia¬
cere. Naturalmente vi sono gusti e gu¬
sti: 'Cos'è quest'orrendo chiasso-’!' - di¬
ce il genitore al figlio impegnato ad
ascoltare il suo pezzo preferito. Il figlio,
a buon diritto, potrà replicare alla prima
occasione utile: 'Ma che è sto strazio?'
- quando sorprende il genitore impe¬
gnato nell'ascolto di musica da camera.
Chi ha ragione? Tutti e due, natural¬
mente: a ciascuno il suo. Con i video¬
clip che vi presento oggi non è impro¬
babile però che si possano contempo¬
raneamente soddisfare sia i giovani sia i
non più giovani.
Video Juke Box
Video Juke Box è una collezione di vi¬
deoclip di canzoni di successo degli ulti¬
mi anni, che offre una qualità video tele¬
visiva e qualità audio da compact disc.
Video Juke Box
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290
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
fregile, li_l_ /.v.'i.LLLLt-i—^,J-L( jìKS^}
Diario Multimediale
Occupiamoci ora anche dei più piccoli,
come è oramai diventata nostra buona
abitudine.
Diario Multimediale viene suggerito per
bambini dagli otto anni, ma non sono
fornite indicazioni sui limiti superiori
d'età. Mi pare però opportuno indicare
come limite superiore i dodici anni, rite¬
nendo che un teen-ager debba essere
incoraggiato ad usare programmi piu
complessi, anche se per gli stessi fini
(gli strumenti messi a disposizione da
Office della Microsoft, ad esempio).
Sino all'età indicata, Diario Multimedia¬
le si qualifica molto bene come gioco
interattivo stimolante e costruttivo, per¬
ché consente al bambino di creare con
facilità il suo libro multimediale, in cui
può raccontare quello che meglio crede
attraverso testi, immagini ed anche
suoni, disponibili in una gamma suffi¬
cientemente vasta.
Quando i disegni disponibili non sono
sufficienti per soddisfare le 'esigenze
Diario Multimediale
Produttore:
IONA Software
Distributore:
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alveare 3ll
C'è anche la possibilità di stam¬
pare una pagina su quattro fogli
formato A4 (da attaccare poi as¬
sieme. per creare grandi forma¬
ti come poster o murali.
Non è improbabile che i bambi¬
ni più piccoli e quelli che hanno
poca familiarità con il PC possa¬
no richiedere, almeno inizial¬
mente, l'aiuto dell'adulto. Mi
del copione', il bambino può ri¬
correre agli strumenti di dise¬
gno libero, che consentono non
solo la creazione di immagini
del tutto originali, ma anche la
loro combinazione con quelle
esistenti.
Pur presentando un menu sem¬
plice quanto si addice ad un
mr- rdIGf«31
*□□□ ULIUUbJUULJ
! .M. CV
sembra che questo possa esse¬
re un aspetto positivo di Diario
Multimediale, che offre ai geni¬
tori un'occasione in più per sta¬
re con i figli in una situazione di
comunicazione e di scambio, da
cui possono trarre beneficio gli
uni e gli altri.
Ultima e conclusiva nota: il pro¬
gramma consente anche l'ac¬
cesso automatico ad Internet
software dedicato ai piccoli, le
funzionalità mettono in condizio¬
ne di effettuare tutte quelle ope¬
razioni di base che la scrittura
dei testi richiede: selezione del
testo, totale o parziale, taglia e
incolla, scelta dello stile e del
carattere, dimensionamento e
giustificazione testi, eccetera.
Inoltre sono presenti le funzioni
di correttore ortografico e di ri¬
cerca sinonimi ('Thesaurus' sa¬
rebbe poi cosi sbagliato chia¬
marlo 'sinonimario'?).
Una volta creato il libro è possibile
stamparlo utilizzando delle tecniche di
stampa facilitate che ne consentono la
corretta impaginazione con la stampa
fronte-retro. Le finestre di dialogo sug¬
geriscono quale pagina stampare e l'u¬
tente si deve solo preoccupare di girare
il foglio nel modo corretto.
(naturalmente dovete avere la vostra
possibilità d'accesso, che il software
non include), per accedere ad un sito
dedicato in cui potrete pubblicare i vo¬
stri libri il primo passo verso il succes¬
so come scrittori? Chi sa, intanto diver¬
tiamoci a creare delle belle storie, poi...
«e
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
291
Una favola per la rete
Digerito l'HTML ed acquisita un po' di confidenza con JavaScript, ci siamo
avventurati nella realizzazione di un prodotto ipermediale per la rete.
Nello specifico, come dice il titolo, si tratta di una favola (Biancaneve e
l'Aritmetica!) ristrutturata in maniera che le scene principali si colleghino in
qualche maniera con alcuni momenti didattici.
Piu' in generale, piaccia o meno il soggetto, è comunque il raggiungimento
dello scopo prefissoci -realizzare un prodotto ipermediale per il Web!- che
ci pare giusto evidenziare. Invitandovi pertanto a fare "un giro" su C&Vweb
n. 10 (dove troverete già in linea la versione demo della favola) in questo
articolo cercheremo di analizzare la serie di risvolti tecnici che hanno
caratterizzato la fase realizzativa del prodotto.
di Bruno Rosati
Biancaneve e l'Aritmetica: è questo il ti¬
tolo imposto alla fatica estiva che il sot¬
toscritto. grazie pure al contributo del
Webmaster Marco Tau che ringrazio
pubblicamente per la preziosa supervi¬
sione, è riuscito a compiere.
Nel prodotto, pensato per la rete, ma
ovviamente giocabile anche in locale, ci
sono molte cose interessanti da eviden¬
ziare. A partire dall'uso massiccio di vari
costrutti JavaScript (counter, procedure
di caricamento casuale, controlli su
"click-event", ecc I per arrivare alle "tro¬
vate - poste alla base di ogni pagina di
gioco. Lo scopo di tutto ciò è quello di
arrivare a dimostrare quanto è possibile
realizzare d’ipermediale per il Web.
Vediamo insieme su queste pagine (e
su quelle telematiche di C&Vweb n. 10)
cosa siamo stati capaci di realizzare.
La struttura principale
L'idea di base era quella di prendere la
favola, dividerla per scene (scritte, reci¬
tate vocalmente come estratte, previo
liberatoria, da qualche
filmi ed inserire, tra una scena e l'altra,
dei moduli di gioco.
I moduli di gioco a loro volta, potevano
essere strettamente attinenti ai conte¬
nuti della scena (com’è nei moduli "A
domanda ... rispondiI", l'Anagramma e il
Paroliere.., con i quali, saltando su
C&Vweb n. 10, potrete interagire) oppu¬
re esulare completamente. In quest'ulti¬
mo caso, idea nell'idea, si è
pensato di realizzare un gioco aritmeti¬
co. Una sorta di espediente didattico
con il quale "interrogare" il concorrente
per verificare le sue capacità di
calcolo (le quattro operazioni servite in
tutte le salse!) ed il livello di deduzione
logica applicata alla risoluzione di alcuni
semplici problemi (tipo:
Al mercato la mamma ha comprato,,.).
Letta, vista o sentita ogni singola scena
(nel demo ne abbiamo inserite cinque)
parte la pagina di gioco. Per ciascun gio¬
co (ne abbiamo messi a punto ben sei)
si è cercato di realizzare almeno tre va¬
rianti, in modo che la giocabilità della fa¬
vola interattiva risultasse più varia e pro¬
lungata nel tempo. In ogni gioco biso¬
gna dare risposte (digitandole diretta-
mente oppure cliccando su di una serie
di bottoni). Le risposte giuste devono
dare dei punti, quelle sbagliate delle pe¬
nalità (tentativi),
Da questa rapida elencazione dei criteri
stabiliti, deriva immediatamente l'intera
lista delle cose che si è dovuto fare, sia
a livello di codice che a livello di creati¬
vità multimediale
Dal punto di vista del codice ciò che an¬
dava realizzato, era una serie di controlli
in grado di gestire:
- un totalizzatore di punti (risposte giu¬
ste) e di tentativi (risposte sbagliate);
- il caricamento casuale delle varianti
previste (tre) per ciascun modulo di gio¬
co ideato;
- la verifica delle risposte date (via mou¬
se o digitate in campi prefissati).
Questo, ovviamente, in generale. Nel
particolare sono state realizzate almeno
una dozzina tra funzioni, variabili ed ar-
ray per le specificità portate dall'ideazio¬
ne di ogni singolo gioco.
A sua volta, dal punto di vista multime¬
diale, lo sviluppo della favola ha richie¬
sto la creazione di:
-una serie di GIF animate (alcune pura¬
mente estetiche, altre in funzione del
gioco e quindi con controlli più particola¬
reggiati sulle temporizzazioni delle sin-
292
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
tHrar-rto* F-
gole immagini che le compongono);
- dei brani MIDI (tagliati nella giusta du¬
rata richiesta oppure mandati in loop. In
quest'ultimo caso facendo attenzione
ad istruire la page ai rispettivi TAG usati
da Explorer e Navigator;
-delle acquisizioni audio (in WAV-True-
Speech) ed altre video (dei single-frame
da convertire poi in GIF);
-una serie di titoli, logo ed altri clip di
varia natura.
Cosa si è utilizzato per realizzare tutto
ciò?
Per quanto riguara il codice è parso su¬
bito naturale fare ricorso al JavaScript,
con il quale (tra variabili, funzioni, gesto¬
ri di eventi mouse/tastiera, ecc.) si è in¬
tegrata la scarsa dinamicità dell'HTML.
Per quel che concerne il supporto mul¬
timediale. oltre al-
l'irnnunciabile Paint
Shop Pro, si è ricor¬
si ai servigi del Mi¬
crosoft GIF Amma-
tor per quanto ri¬
guarda il montaggio
delle GIF animate;
al Microsoft Music
Producer per elabo¬
rare i brani MIDI ed
al semplice, ma
prezioso Sound Re¬
corder di Win95
(l'unico, che io sap¬
pia, che consente
di acquisire ed edi¬
tare il Wav-True-
Speech).
Codice JavaScript
da un lato ed appli-
Figura 1 ■ L Pome page
di 'Biancaneve e l'Arit¬
metica' presente all'indi¬
rizzo telematico di
C&Vwebn IO
□ (2 <a B> & 42 £&>
W—• 'W. C»M UH IMM CMM-> rw
Biancaneve- v. VAatiiu.-Uca
U tank M«tfW.
*ooo tmVfea nuova p*t 1 Wafcl
Uii'rU». che "tor a verticale
U v*no M tr*x*, tu**,
latita a Con»* omvv
■ }*.•*.*/tu
Ortmntr»
« Onta» ri» Ofl-bMl
Bwwvxmeve .• ivti-inturnca.
Figura 2 - La struttu¬
ra a cornici della pagi¬
na di gioco Nel tra¬
me superiore i dati
variabili lnome. punti,
tentativi!, in anello in¬
feriore le vane situa¬
zioni di gioco
F~
UVUMM.»
sii oro
ha-ruzzo
I NCR IP PC
l'Anagramma!
mu »«m qutl* rat
tUtt « N • putti
GUSTO o MAGUfcTO’l
Figura 3 - Il modulo di
gioco dell'Anagramma.
cativi multimediali dall'altro, vediamo al¬
lora un po' più nei particolari cosa e co¬
me si è dovuto realizzare. Lo spazio, co¬
me al solito tiranno, non ci consente
che rapidi excursus.
L'organizzazione
delle pagine
L'impostazione data ai criteri interattivi
della favola ha subito richiesto d'orga¬
nizzare le pagine su due distinti frame.
In tal modo ci siamo ritrovati a poter di¬
sporre di una prima cornice costante-
mente dedicata alla zona dei dati (i
campi di testo relativi all’eventuale in¬
serimento del nome, il contatempo e
l'aggiornamento di punti e tentativi) ed
una seconda cornice, piu ampia della
prima, a disposizione delle scene o dei
giochi. Tale impostazione è schematiz¬
zata in figura 2.
Nel particolare, la struttura cosi derivata
viene gestita attraversola page principa¬
le (identificata come frammg.htm) nella
quale sono settati tutti i parametri che
governeranno le pagine. Per avere un'i¬
dea sul tipo di controlli applicati alla
struttura delle pagine è sufficiente os¬
servare la tabella 1 In questa è possibi¬
le rilevare la presenza di tutti i TAG indi¬
spensabili per stabilire il settaggio del
numero di righe/colonne e per l'asse¬
gnazione delle cornici.
Nello specifico la cornice superiore,
quella pari al 24% e denominata "main-
game", è stata assegnata al caricamen¬
to stabile della pagina principale, la
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
293
Struttura della tabella di gioco
- , l'Anagramma!
sn oro
UÀ-RUZZO
iNCR i r ri
!■ —I IWèMtofÉgKOWCaMMl
liNtHir TYPt-"tnUlon" NAMI -"imunclo" VALUt-TtmunctoT;
onCfcck-'lofi. domando Joc «Ootu opUct<lop.|M oc 7))“’»
Figura 4 - La struttura
schematizzata posta
'dietro' la tabella del
gioco de L Anagram¬
ma Per avere un im¬
mediato riscontro delle
funzionalità di ogni
controllo è bene osser¬
vare contemporanea¬
mente anche la tabella
n 2
-WPU1 IYPI-tnjroo' NAMf --1 itpodn" VUlK-ltoVMoTtonCIKk'-Vagd.Anoglor'
Figura 5 - Terza variabile
della parte 'didattica'
della tavola interattiva e
questo momento arit¬
metico incentrato sulla
risoluzione di alcuni
'problemmi' Come ap¬
pare evidente, oltre ai
dati ed ai campi dove di¬
gitare le proprie rispo¬
ste, c'è una serie di bot¬
toni di controllo. Ciccar¬
ci sopra costa sempre
un tentativo, ma non ab¬
bandona mai il 'piccolo
giocatore'!
l-lalxl
m«, «1 mutrto, ha <om|iM«lo 2 K| di w«nr« • i K* di mila. «pandtndo in tulio fi 300 tot
Sa unKf di «•»*• corta2000 tu», quanto tono rollati3 K$ di
Corto
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CON» ERMA 1
-«•
IMUcoU |
fe* agnoli
OmKg?|
J
Corto
■Mia
F™ -
Sm nuli |
r
|«000
Corto (Ma etneo
• |ooo
|
'mamgame.htm', appunto dedicata alla
visualizzazione della serie dei campi di
controllo.
Quella inferiore, d'ampiezza pari al
76%, è stata a sua volta assegnata alla
visualizzazione di tutte le altre pagine (di
scena e di gioco) che compongono la
favola.
Per assegnare tali posizioni s'è fatto ri¬
corso all'usuale TAG:
<FRAME SRC="nome_del_file'' na-
me="nome_della_cornice">
comprensivo dei controlli su margini,
possibilità di scrolling e presenza o me¬
no delle barre del menu e di stato.
Sempre comprese tra i TAG '<SCRIPT>
... </SCRIPT>", nell'head dello stesso fi¬
le principale "framing.htm", sono pre¬
senti le istruzioni JavaScript relative alla
definizione delle variabili globali (che
controlleranno il numero dei punti e dei
tentativi), la funzione per il caricamento
random delle pagine dei giochi e la fun¬
zione che individua il tipo di browser uti¬
lizzato dall’utente.
Nel caso specifico di quest'ultima (vedi
sempre la tabella n. 1) appare evidente
che la nostra funzione si limita alla sola
distinzione tra il Netscape Communica-
tor 4.x e il Microsoft Internet Explorer
4,0x per Windows 95. Va comunque
evidenziato subito il fatto che 'Bianca¬
neve e l'Aritmetica" funziona perfetta¬
mente con tutte le versioni di Navigator
(a partire dalla 3.xx) e di Explorer (a par¬
tire dalla versione 3.01)
Fatta questa doverosa introduzione,
scendiamo un po' più in profondità an¬
dando finalmente a vedere il funziona¬
mento generale delle funzioni di con¬
trollo del gioco.
La prima domanda che ci poniamo è su
come funziona il controllo per l'asse¬
gnazione dei punti. Ovvero com'è ope¬
rata la distinzione tra risposte giuste e
risposte sbagliate?
Osserviamo di nuovo la tabella n. 1 (re¬
lativa al file principale frammg.htm).
Proprio come prima serie di istruzioni
JavaScript abbiamo definito delle sem¬
plici variabili.
Tra queste evidenzia¬
mo ovviamente quelle
che in tale parte di arti¬
colo ci interessano,
var punti=0,tentati¬
vi^;
A tali variabili, a secon¬
da di come è struttura¬
to ogni singolo gioco,
vi fanno continuo rife¬
rimento le funzioni (es:
■function Nome_Fun-
zioneOC ), le condizioni
(if...) ed i gestori di
eventi (OnClick, On-
MouseOver, ecc.) che
lo JavaScript pone co¬
me struttura di con¬
trollo ad ogni specifica
situazione di ogni spe-
TaMT.TA 1
(Script estratti dal file principale)
//definizione variabili globali
var punti=0,tentativi=0;
//funzione che cambia le "domande"
function procedi(livello)(
var tempo 1 = 0 ;
var temp02="";
//livello 0 (dal bottone VAI!):doman01-03
if (livello==0)(
tempOl=Math. f loor (Math. random ( ) *3) -*-1 ;
temp02= "domano "-ftempOl*" .htm" ;
return temp02; )
<frameset rows="24%, 76%" cols="l** border="4" onLoad="tipo_browser()">
<frame src="maingame.htm" name="maingame" scroiling="no" toolbar=0 menubar=0 border="0"
frameborder="no“>
<frame src="doman038.htm" name="domande" scrolling="auto" border="0" frameborder="no">
[La versione completa del fraine principale FRAMING.htm è scaricabile da C&Vweb n.10)
294
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
Figura 6 - Un modello
Ida valutare ancora se
preferire a quello at¬
tualeI relativo al mo¬
dulo di gioco 'A do¬
manda rispondi '■ In questo caso la domanda comporterebbe il ’checkmg‘ di piu risposte Forse verri
preferito al precedente
cifico gioco.
Esemplifichiamo andando ad osservare
sia la forma estetica (Figura - 3) che gli
‘estratti’ dal codice operativo (tabella n.
2) del gioco L'Anagramma.
Com’è possibile dedurre sia osservando
la schermata che il codice stesso, tale
gioco basa essenzialmente sulla solu¬
zione di tre distinti anagrammi Tali so¬
luzioni vanno digitate nei relativi campi
di testo posti subito alla destra degli
anagrammi (stilizzati come GIF da Pamt-
Shop Pro). Accanto a ciascun campo è
poi posizionato il relativo bottone di
controllo 'Giusto o... Sbagliato?'. Nella
dinamica del gioco, una volta che si è
digitata la soluzione di un anagramma,
si può cliccare sul relativo bottone di
controllo per vedere se la risposta è giu¬
sta oppure errata.
Premendo ad esempio il bottone di con¬
trollo relativo al primo anagramma (nella
tabella n. 2 corrisponde all'istruzione
’d') l'evento, cioè il click, lancerà (on-
Click='Rispostal()') il controllo di quan¬
to scritto nel campo. Il controllo è asse¬
gnato alla funzione denominata 'Rispo-
stalO* (che, sempre nella tabella n. 2.
corrisponde all'insieme delle istruzioni
'a')
Tale funzione verifica se. nel campo di
testo costituito dall'istruzione ’c", il valo¬
re digitato (cioè il 'value') corrisponde
alla parola esatta.
A tale compito, in questo caso, vi assol¬
ve una semplice condizione IF. che
istruita dov'è posizionato il value da
controllare (la posizione viene specifica¬
ta segnalando i parametri document,
nome del FORM e nome dell'INPUT
TYPE) va a vedere se la parola è uguale
(==) a quella corretta ('pisolo').
Se queste effettivamente corrispondo¬
no verrà incrementato (top.tentativi++;)
ed assegnato
(top.maingame.document.score.tentati-
TABELLA 2
(Script estratti dalle funzioni di controllo dell’ANAGRAMMA)
a) funzione che verifica se la Prima Risposta (pisolo) è giusta o sbagliata
function Rispostai () (
if(document.Terzogioco.anagOl.value»»'pisolo")(
window.alert('OK. risposta esatta!');
top.tentativi»♦;
top.maingame.document.score.tentativi.value=top.tentativi; )
else (
window.alert('No. la risposta è sbagliata!");
top.tentativi*2;
top.maingame.document.score.tentativi.value=top.tentativi; ) )
b) funzione di controllo sull'esattezza dei tre anagrammi (pisolo, azzurro, principe)
function Valid_Anagl() (
if(document.Terzogioco.anagOl.value»»"pisolo")(
if(document.Terzogloco.anag02.value= = "azzurro■)(
if(document.Terzogioco.anag03.value»»"principe")(
window.alert("OK. risposta esatta; prendi 3 punti!");
top.punti»top.punti*3;
top.maingame.document.score.punti.value»top. punti;
top.domande.location.replaceltop.procedi(7)); )
else (
window.alert("Oh no! Risposta sbagliata: hai sprecato 3 tentativi!");
top.tentativi=top.tentativi«3;
top.maingame.document.score.tentativi.value=top.tentativi; ))))
c) Primo Campo di scrittura delle parole (relativo a "pisolo")
<INPUT TYPE="text" NAME="anag01" VALUE»■• SIZE="10" >
d) Bottone di controllo sul singolo campo ("GIUSTO o..-SBAGLIATO?")
«INPUT TYPE»"button" NAME="giusto_sbagliatol" VALUE»"GIUSTO o... SBAGLIATO?"; onClick»"Rispostal()■>
e) Bottone di controllo su tutti i campi ("Ho Vinto?")
«INPUT TYPE»"button" NAME="risposta" VALUE="Ho Vinto?"; onClick="Valid_Anagl();•»
f) Bottone di "salvataggio" per uscire dal gioco
«INPUT TYPE="button" NAME=*uscita" VALUE»"Rinuncio!"; onClick»"top.domande.location.replace(top.proce¬
di!?))"»
(La versione completa del frame principale FRAMING.htm è scaricabile da C&Vweb n.10)
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
295
Ql^fH-pl/i/iyl^Wwl^l'Al-oiAl lai
f;'V .Sct’na
Figura 8 - sul quale
sono già posizionali il
numero della scena ed il
lipo di azione a cui si ri¬
ferisceI
Figura 9 - Un momento
d estro di Music Produ¬
cer Riposizionando gli
strumenti, diminuendo
oppure aumentando il
tempo e provando vari
stili, stiamo per realizza¬
re un brano da dedicare
alla presentazione delle
singole scene che ca¬
ratterizzano la favola in
questione I
Buon. H«k>
—3
Curai
Pkjc*ed Stingi
d
Strthtwffi
iti
1BI1IS
9
leroo 210
Kv C
r Ér
Ov
Forila*.».., Fi
vi value=top.tenta¬
tivi;) il numero dei
tentativi aggiornati.
Ciò avverrà nel tra¬
me superiore
(dov'è posizionato,
nel file "mamga-
me.htm, il value del campo denominato
tentativi e relativo al form score).
Oltre a ciò verrà anche visualizzato (wm-
dow.alerti un messaggio di conferma.
Se al contrario (else) la condizione IF
non sussiste, invece di incrementare di
un valore il numero dei tentativi, proprio
per dare una distinzione tra giusto/sba¬
gliato, aumenterà di due (top.tentati-
vi+2;). Oltre a ciò verrà visualizzato un
messaggio negativo.
Sempre nello specifico del gioco dell'A¬
nagramma, al bottone "Ho Vinto" è as¬
sociato a sua volta un controllo "onClick"
che lancia la più complessa funzione
(function Valid_Anag1() {)
per mezzo della quale vengono control¬
lati, sempre via IF, tutti e tre i campi di
scrittura.
Se tali campi risultano corretti (==) vie¬
ne visualizzato un messaggio di confer¬
ma ed assegnati 3 punti ( top.punti =
7*7tt:
L«lt | 1“^ 55 T|
DO 08 E
11 ■ || il | ri»
top.punti+3: ) invocando la giusta posi¬
zione del campo "punti" allo stesso mo¬
do di come, più sopra, il controllo aveva
intercettato il campo dei tentativi.
Se il controllo dà esito negativo al con¬
trario (else) verrà visualizzato un mes¬
saggio negativo e quindi assegnati tre
tentativi sbagliati.
Solo nel caso che l'IF viene soddisfatta,
con un'ultima istruzione (inserita prima
della graffa che separa dall'ELSE) viene
infine chiamata la funzione per il carica¬
mento di una delle tre pagine che costi¬
tuiscono il gioco successivo. La funzio¬
ne invocata si chiama "Procedi" ed è
strutturata (vedi di nuovo la tabella n. 1 )
da due variabili temporali (tempOI, ini-
zializzata a zero, e temp02) e gestite da
una serie di IF che verificano il valore
assegnato al parametro (livello) della
funzione "procedi" e che, di conseguen¬
za a questo valore, vanno a conteggiare
le due variabili.
Ad esempio, se (IF) il livello invocato è
pari a zero, verrà istruita un’istruzione
che valorizza la variabile tempOI come
segue:
tempOI = Math.floor(Math.ran-
dom()*3)+1;
Se, al contrario, il livello invocato è pari
a 1, l'istruzione valorizzerà la variabile
sommandovi un valore tre volte (cioè 3
numeri di pagine) superiore;
tempOI = Math.floor(Math,ran-
dom()*3)+4;
In ciascuna di queste due circostanze
esemplificative verranno ricostruite le
URL delle pagine assegnate alla variabi¬
le temp02.
Nel primo caso (livello zero) l'operazio¬
ne generale
(temp02="doman0"+temp01 +".htm"; )
darà come risultato doman001.htm (op¬
pure doman002/doman003).
Nel secondo caso (livello 1) darà invece
come risultato: doman004.htm (oppure
doman005/doman006),
Andando a denominare con tale succes¬
sione cronologica tutte le pagine che si
realizzano ed assegnando un valore cre¬
scente per ogni livello della funzione
"procedi", si riesce a realizzare una strut¬
tura a ricerca casuale ogni tre, specifi¬
che pagine.
Ovviamente, aumentando il numero
delle pagine alternative (per dare cioè
più "vivibilità" al gioco in questione) biso¬
gnerà aumentare anche il fattore "X" da
inserire nell'operazione.
Math.floor(Math.random()*X).
Benché ancora in fase di "limaggio", tali
istruzioni costituiscono una base inte¬
rattiva già sufficientemente collaudata
che, per la sua flessibilità è riadattabile
alle situazioni più varie.
Va comunque precisato il fatto che tali
strutture logiche, nel corso delle ultime
revisioni del codice della favola, poteb-
bero subire alcune modifiche. In realtà
quanto stiamo scrivendo avviene intor¬
no alla seconda metà del mese di ago¬
sto (i tempi di compilazione degli artico¬
li!) e non coincide ancora con il prodotto
finito. Malgrado ciò, le variazioni di codi¬
ce non saranno più strutturali, ma solo
marginali.
Passiamo ora a vedere il lato multime¬
diale della faccenda (anche qui trovere¬
te ad attendervi delle applicazioni Java¬
Script sicuramente interessanti.
Le GIF animate
Quelle che andavano realizzate erano
sia GIF di pura estetica dogo, titoli stiliz¬
zati, clip d'abbellimento, ecc.) che piu
296
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
complesse animazioni, d'armonizzare
poi al contesto di una scena o di un gio¬
co. Banali le prime, preferiamo sfruttare
l'intero spazio di questo capitolo per de¬
scrivere più dettagliatamente le secon¬
de.
Diversamente da quanto teorizzato in
sede di progetto (e da quanto prospet¬
tato nell'articolo "propedeutico" apparso
sul numero di settembre) le GIF anima¬
te non le abbiamo più utilizzate per cer¬
care di fondere la parte grafica con i ri¬
ferimenti testuali delle singole scene
Tale tecnica, al momento pratico, s'è di¬
mostrata talmente complessa e lunga
nella sua fase di applicazione da richie¬
dere uno slittamento della pubblicazio¬
ne. Ci abbiamo rinunciato e preferito
imboccare un'altra strada,
In realtà, la soluzione adottata per la
presentazione di ogni singola scena
(com'è possibile verificare su C&Vweb
n. 10) è organizzata in maniera più razio¬
nale e per certi versi più interessante
Di certo è più completa.
Osservando difatti la figura 10 possia¬
mo vedere una struttura tabellare all'in¬
terno della quale, sono presenti:
- una GIF animata (composta da un
identificativo statico relativo al numero
della scena attuale, l'effettivo quadro
animato, e di nuovo un identificativo
statico per il titolo della scena stessa);
- una semplice GIF, usata per l'ancorag¬
gio alla tabella del gioco collegato alla
scena specifica;
- il testo in HTML della specifica scena
(e quindi via via "copiabile" fino a rico¬
struire l'intera favola);
- il player multimediale per poter ascol¬
tare la ripresa audio (estratta da un film
concessoci, con un colpo di fortuna, in
licenza!). Tale riproduzione avviene in
automatico grazie all'utilizzo di una nor¬
male istruzione "embedded" del tipo:
<EMBED SRC="audio/audscn01 wav"
NAME="snd" WIDTH="143" HEI-
GHT="33" MASTERSOUND>
Credo che appaia subito evidente (so¬
prattutto a chi ci naviga dentro!) quanto
sia più completo tale assetto che non
quello preventivato. Invece di animare
in un'unica GIF i frame del film e il testo
della favola, la soluzione adottata per¬
mette al giocatore di disporre di tutto il
tempo che gli necessita per leggere la
favola, di godersi il loop dei frame e. se
vuole, d'ascoltare la colonna sonora del
film grazie al player incorporato nella ta¬
bella.
Dal punto di vista del codice, la realizza¬
zione del modello base prima e di tutte
le specifiche scene poi, è quanto di più
semplice possa esistere nell'ambito
dell'HTML.
Figura 10-11 gioco nella
fase di presentazione di
una scena Da notare,
oltre al blocco delle GIF
ed al player 'embedded'
nella cella dedicata, la
presenza della GIF 'Ini¬
zio del gioco' Quest ul¬
tima è ancorata alla pri¬
me parole FA doman¬
da' I del titolo assegna¬
to alla tabella del gioco
che segue Un semplice
click sulla GIF in que¬
stione
V Aritmetica
Figura 11 - ed ecco
posizionarsi in schermo
la tabella del gioco.
Dimensionata la tabella (da 500 pixel e
composta di quattro celle disposte su
due righe) e sistemati testo e GIF, le
uniche parti di codice più "complesse"
risultano essere quelle per il link in "em-
bedding' con il file audio da riprodurre e
quella per l'ancoraggio dalla tabella in
questione alla tabella del gioco annesso
alla scena.
Una complessità comunque relativa se
si è un poco infarinati sui TAG e se so¬
prattutto si dispone di un editor HTML
di tipo WYSIWYG Personalmente ho
usato il Composer di Netscape Commu-
mcator 4.01 e. per quanto riguarda il
settaggio dell'Anchor (Figura - 12) tut¬
to è avvenuto in pieno automatismo ri¬
chiamando dei semplici menu.
Per chi non lo sapesse, gli Anchor
sono dei comandi che vengono uti¬
lizzati per andare da un punto ad un
altro specifico punto detto "target",
presente sia più avanti nella pagina
che su altre pagi¬
ne.
Nel caso della sce¬
na in questione la
GIF statica denomi¬
nata "Inizio del gio¬
co" è stata ancorata,
sulla stessa pagina
della scena, alla pa¬
rola "domanda" pre¬
sente nel titolo assegnato al gioco "A
domanda... rispondi!". Tale titolo è po¬
sto in testa alla tabella contenente lo
schema del gioco.
L'Anchor che n'è derivato, a soddisfa¬
zione dei puristi, è il seguente;
<AHREF = '#domanda"xlMG
SRC="botgame.GIF" BORDER=0 HEI-
GHT=23 WIDTH=160x/A>
ed ha come riferimento il TAG:
<A NAME="domanda'x/A>
collegato a sua volta alla riga d'intesta¬
zione della tabella del gioco che è la se¬
guente:
<FONT SIZE=+3>A domanda ...<l>ri-
spondi ! </lx/FONT >
Con tali istruzioni il codice HTML, una
volta cliccato sulla GIF "Inizio del gioco"
(Figura - 10) ci ha permesso di spostare
la visione della pagina (cosi come mo¬
strato in Figura - 11) direttamente sulla
tabella del gioco.
Un altro, interessante uso delle GIF ani-
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
297
COMPONENTE TESTUALE
tai
■ or stane*
aoAOCM «nm-ta vnom-iM w*>
Figura 12 - La struttura
della tabella di presenta¬
zione alle scene qui
schematizzata con tutti i
riferimenti ai controlli in¬
seriti sia in HTML che in
JavaScript
monetar «jomt *-ir tuannouno*
Figura 13 - Netscape
Composer a! lavoro sul
pannello delle pro¬
prietà di un'immagine
per fissare un 'anchor'
r*. e* y— ►—* > 9 — l«* c—
Tastai ài &
Ita. Ita* SM Itata -- ■ r~
■ |n^—3 1 -caìcas*
I- ta- U* llta
a /a ^ »
t-— r—• i -•
E3 - 3
- U I — ' —
Ita»
Ita».*
r e».
r= stata*.
ElUHII*.
*. ta W V,
mate, è quello che abbiamo organizzato
per l’ultimo gioco della favola (Figura -
14).
Tale gioco, denominato 'Il Trovarispo-
ste", si basa sulla cosiddetta tecnica del
bottone rotante. Un bottone cioè, sul
quale appaiono sequenzialmente le va¬
rie risposte tra cui scegliere (in realtà si
tratta di link che. se cliccati, possono
portare ciascuno verso una specifica pa¬
gina o URL), Tra queste risposte, che si
visualizzano una dopo l'altra ogni V se¬
condi, solo una è ovviamente quella che
soddisfa la domanda e che fa procedere
nel gioco. Le altre, un po' com'è nel
"gioco dell'oca", portano indietro verso
le pagine delle scene e dei giochi prece¬
denti.
Da quello che abbiamo potuto verifica-
re, in un quadro dinamico cosi articolato
(dove anche la domanda a cui risponde¬
re è esposta in modo abbastanza sub¬
dolo), oltre che per abbellire la scena, la
GIF animata di ‘turno" poteva benissimo
rappresentare un momento di aiuto
Quello che abbiamo allora pensato di
realizzare è una specie di lavagna scola¬
stica dove un gessetto invisibile dise¬
gna ciclicamente numeri, segni aritmeti¬
ci e spunti di vario genere, in modo da
costituire un continuo suggerimento ed,
al tempo stesso, un'altra fonte di ap¬
prendimento. Lo storyboard di tale svi¬
luppo animato (Figura - 15) è in grado
di rendere più evidente tale soluzione.
Audio: dal VCR è
meglio!... filmati che
diventano GIF animate
e creazioni MIDI!
Lo strano titolo di questo capitolo (Au¬
dio: dal VCR è meglio!) fissa in una fra¬
se quanto ho potuto verificare in sede
di acquisizione ed editing delle parti del¬
la colonna sonora che abbiamo avuto la
fortuna di utilizzare. Partito con l'acqui¬
sire in Wave-PCM per poi convertire o
in Wave-TrueSpeech oppure in MPEG-
mp2 (quest'ultimo ora leggibile per
mezzo dell'ActiveMovie anche dal Net¬
scape Communicator 4.x) mi sono pre¬
sto trovato nella situazione di dover
operare una scelta:
-scegliere la conversione in Wav-True-
Speech, codec rapidissimo al carica¬
mento (un vero streamer. ovvero già in
riproduzione via via che il file viene sca¬
ricato), ma anche di qualità notevolmen¬
te inferiore al formato mp2?
-oppure scegliere il formato mp2, di
maggiore qualità, ma anche di maggiori
tempi di attesa per il caricamento?
Dovendo scegliere... non ho scelto! Fat¬
to un'altra serie di prove, riacquisendo
dall'output audio del VCR direttamente
in TrueSpeech, ho potuto constatare
che tale formato (grazie ai tagli imposti
dal filtro posto all'output del VCR) quan¬
do acquisce direttamente sforna una
qualità di sintesi decisamente superiore
ad un file equivalente derivato da una
conversione.
La scoperta dell’acqua calda! Comun¬
que sia i file in Wav-TrueSpeech che
parlano dalle page della favola sono
miei testimoni. Navigando su C&Vweb
n.10 lo potrete constatare per vostro
conto.
Per quanto poi concerne le sequenze vi¬
deo, sempre prese dagli spezzoni del
film concessoci di utilizzare, queste, do¬
po averle acquisite in Avi-full frame, le
abbiamo desequenziate in GIF,
estrapolando quindi i fotogrammi più si¬
gnificativi (un primo piano, uno stacco
di scena, un movimento diverso, un'e¬
spressione che cambia, ecc.) per inca¬
stonarli via via in un quadro preesisten¬
te. nel quale sono già inseriti i riferimen¬
ti statici relativi al numero della scena e
del titolo relativo all'azione che. per la
specifica animazione, si svolgerà in es¬
so.
Tale lavoro s’è svolto utilizzando, in fase
di acquisizione la mia fedele, VideoBla-
ster RT-300
in congiunzione con il VidCap32 e l'inos¬
sidabile VidEdit.
In ambiente di cattura ho provveduto ad
acquisire con un iniziale quadro video
pari a 240x180, con un frame rate pari a
15 frame al secondo e con metodo di
compressione escluso (full-frame).
In sede di editing, il quadro video, ripuli¬
to dalle linee periferiche eventualmente
disturbate (effetto shifting), è stato ri-
298
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Figura 14 - Modulo di
gioco 'Il irovarlsposte'
La domanda è un 'pic¬
colo enigma'... la ri¬
sposta giusta si alter¬
na ogni due secondi
Isu di un bottone ro¬
tanteI ad una sene di
risposte sbagliate Se
si sbaglia risposta si
viene portati indietro
nel gioco Come se ne
esce fuori?
»
->
v»
o
□
fi
p «r*
Q
8i ancanrw e LAiUmetico.
n t rn t ytrispnstc!
pigiano].
jaaa. ibi.
»- H*
[|:|i;[.:| | Jl»|BI|0|,
HaJlllT
ìeiaa
ia-r- 3 ®-
Figura 15 - magari
con l'aiuto di una GIF
animata che, in loop,
prova a dare consigli e
suggerimenti!
dotto a soli 160x120 dot per poi proce¬
dere all'estrazione da questo dei foto¬
grammi più significativi. Quest'ultimi,
una volta salvati come dib, l'ho infine
caricati in ambiente PamtShop Pro 4.12
per convertirli definitivamente in GIF
(256 colori "ditherati"). A questo punto è
cominciata l'opera finale, ovvero l'inseri¬
mento di ogni GIF-frame all'interno del
quadro preesistente. Ogni file cosi otte¬
nuto (composto dalla denominazione
della scena, dal singolo frame significa¬
tivo e dal commento all'azione) l'ho
quindi salvato con una denominazione
cronologica.
A completamento dell'opera le GIF pre¬
parate dal Paintshop Pro sono state ca¬
ricate nel GIF Animator di Microsoft e
settate ciascuna per durata in schermo,
fino a costituire il file animato finale.
Dall’audio e dal video un salto, infine,
nel mondo dell'elaborazione musicale
per la realizzazione della colonna sonora
originale. Al riguardo ci siamo saggia¬
mente avvalsi dell'apporto (determinan¬
te!) del Microsoft Music Producer.
Avremmo potuto utilizzare dei brani MI¬
DI già belli e confezionati e probabil¬
mente più d'atmosfera. Ma avremmo
sfruttato il lavoro di altri (tali Chopin,
Schumann, Haydn, ecc.!).
Standoci l'opportunità abbiamo preferi¬
to utilizzare il Music Producer e ricavare
dei tessuti musicali in tutto e per tutto
originali e tutt'altro che scontati!
Tutti i file musicali che accompagnano il
caricamento delle pagine (per le scene
uno specifico genere musicale, per i
giochi un altro genere ancora) sono stati
realizzati dal Music Producer. Ridisposi-
zione stereofonica degli strumenti, scel¬
ta del tempo, della chiave, dello stile e
della personalità del brano, nonché gli
eventuali tagli ad hoc della durata. Il ri¬
sultato finale è in circa 30 brani MIDI di¬
versi per un totale di appena 150-200
Kbyte di musiche originali. Se volete, vi
passo i file-progetto...
Conclusioni
OK, lo confesso: realizzare ‘una favola
per la rete" mi ha entusiasmato.
In realtà s'è trattato di una vera e pro¬
pria sfida che ho lanciato a me stesso,
al Web ed all'HTML! Quelle che ritengo
di aver ottenuto sono tutte risposte po¬
sitive. Il Web può essere conquistato
anche dall'ipermedialità, purché questo
sia il frutto di ideazioni che sappiano
conciliarsi con i limiti del solito "doppino
telefonico" che condiziona la vita di ogni
navigatore.
Va subito detto che con il solo HTML
saremmo riusciti a tirar fuori cose mo¬
deste. Corroboratolo invece col suppor¬
to del JavaScript, anche il semplice lin¬
guaggio della rete, s'è come rivitalizza¬
to. E' stato possibile discernere tra le ri¬
sposte, assegnare punti, far apparire
messaggi, aiuti e dare consigli. Insom-
ma. introdurre una buona dose d'inte-
rattività.
Facendo tutto ciò non abbiamo certo
segnato una tappa fondamentale nella
storia del Web ma, forse un po’ immo¬
destamente, già applicato ciò che fra
non molto con l’avvento dell'Explorer
4.0 (quale estensione verso Windows
98 dell'attuale Windows 95!) sarà pos¬
sibile. anzi quasi obbligatorio fare. Ov¬
vero, scrivere il codice dei prodotti iper-
mediali di ogni produzione di Desktop
Presentation, in HTML. Meglio ancora,
in Dynamic-HTML.
Tra non molto difatti tutto ciò che è pre¬
sentazione ipermediale verrà realizzato
abbandonando i famigerati runtime o gli
(in)eseguibili da 100 Mbyte. Diventerà
tutto Dynamic-HTML e potrà indifferen¬
temente girare su Internet oppure in lo¬
cale, sul PC oppure sul Mac o altri Si¬
stemi Operativi.
Vi sembra poco?
Noi, la nostra brava esercitazione l'ab¬
biamo fatta e su C&Vweb n. 10 ne ri¬
schiamo giudizi e lazzi. Al riguardo una
precisazione: se siete ancora imbarcati
su vecchie versioni di Navigator (la
2.00) e di Explorer (la 3.00) è ora di di¬
smetterle. Non solo perché non rispon¬
dono pienamente ai controlli JavaScript
da noi utilizzati, ma anche perché è ora
che facciate l'upgrade!
In definitiva... navigate sulla favola gen¬
te, e se eventualmente v'interessa pro¬
varla off-line, mandate un messaggio al
mio solito recapito su MC-link e vedre¬
mo cosa si può fare¬
ste
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
299
coordinamento di Andrea de Prisco
La prima Oasi WWF del cyberspazio
Un mondo virtuale in VRML accessibile via
Internet anche ai non vedenti
Questo mese scriveremo di
ambientalismo, biodiversità, specie in
estinzione, valorizzazione di ambienti
naturali da mantenere incontaminati.
Cosa centrano questi temi con la
realtà virtuale e la computer grafica
interattiva?
Gli attori di questa puntata?
World Wildlife Fund Italia ovviamente,
Telecomunicazioni per il Sociale di
TELECOM Italia e la divisione Web &
Networks di Infobyte Spa. Che cosa li unisce e cosa permette loro di meritarsi
spazio su pagine tanto specialistiche come quelle di Realtà Virtuale?
La risposta giusta è: il primo mondo virtuale tridimensionale italiano nel
cyberspazio di Internet accessibile anche ai non vedenti, dedicato all’Oasi
naturalistica WWF del Lago di Burano, realizzato con l’ultima versione del
Virtual Reality Modeling Language di Silicon Graphics.
di Gaetano Di Stasio
L’Oasi del WWF del Lago di Burano e
un luogo storico per l'ambientalismo italia¬
no. La sua apertura nel 1967 fu uno dei
primi ani concreti realizzati dal WWF Italia
all’indomani della fondazione avvenuta nel
1966.
A trent’anm dalla sua nascita il Lago di
Burano non poteva mancare di rinnovare
la difficile sfida per la salvaguardia e la di¬
vulgazione del nostro patrimonio ambien¬
tale dotandosi di strumenti di comunica¬
zione adeguati ai tempi.
Capofila per diritto di nascita delle oasi
gestite dal WWF in Italia (se ne contano
oggi ben 78. distribuite su tutto il territorio
nazionale), è toccato dunque alla riserva
naturale toscana a due passi da Capalbio,
in Maremma, il privilegio di sbarcare per
prima nel cyberspazio. E non solo con un
normale sito Web, per quanto assai ricco
d’informazioni, immagini e contributi mul¬
timediali sulla complessa vita dell’Oasi. La
progettazione e lo sviluppo del sito si è in¬
fatti basata sull’uso degli strumenti più
avanzati per proporre non solo un attratto¬
re tecnologico dell'interesse, ma risultare
più concretamente una palestra per la
sperimentazione avanzata nel settore so-
cio-educativo.Nel Centro Visite. all'Interno
dell'Oasi di Burano, viene da sempre dif¬
fuso materiale informativo sull’area ed or¬
ganizzato l'attività dedicata alle scuole in
visita: uno degli scopi principali del WWF
è l’educazione nel rispetto della natura
delle nuove generazioni ed in tal senso
vengono organizzate gite e corsi a scopo
didattico, curate e coordinate da persona¬
le specializzato o dallo staff dell'area pro¬
tetta. Ciò è realizzato anche attraverso il
300
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Foto di Fabio Carichi oer WWF Italia
Centro di Educazione Ambientale dove,
oltre alla visita e allo studio sul campo, si
svolgono incontri informativi e lezioni teo-
riche.Questa forte connotazione divulgati¬
va e formativa ha spinto a realizzare da un
lato un sito Web tridimensionale ipertec-
nologico in cui riprodurre l'ambiente, la
flora, la fauna per permettere di organiz¬
zarvi visite guidate anche in multiutenza
ed in modalità remota tramite rete Inter¬
net, e dall'altro di sfruttare le potenzialità
dell'innovazione per permettere ai porta¬
tori di handicap, ed in particolare ai non
vedenti, di accedere al materiale informa¬
tivo ivi immagazzinato.
Ciò è stato realizzato nell'ambito di una
collaborazione tra WWF, TELECOM Italia
e Infobyte. L'obiettivo era portare l'Oasi a
chi - per ragioni geografiche o per proprie
limitazioni fisiche - non avrebbe mai potu¬
to andarci di persona. Il primo passo è
stato da un lato la creazione di un "filo di¬
retto" videotelefonico con l'installazione
di una telecamera brandeggiabile in remo¬
to puntata sul Lago di Burano e collegata
ad una linea ISDN, dall'altro l'allestimento
in loco di un sentiero facilitato per i disabili
entrambi realizzati a cura di Insieme - Te¬
lecomunicazioni per il Sociale, il settore
delle Pubbliche Relazioni TELECOM im¬
pegnato appunto nelle iniziative d'interes¬
se sociale.
Sulla base di queste esigenze Infobyte
è stata chiamata a realizzare un sito Web
che offrisse contenuti accessibili a chiun¬
que - e comunque mirati in special modo
su un'utenza giovanile in età scolare - pre¬
sentandoli in modo attraente e dinamico,
e che fosse anche un momento forte¬
mente interattivo e tecnologicamente up-
to-date, volto al tempo stesso a recupera¬
re all’utilizzo di Internet chi normalmente
ne è escluso per problemi di handicap.
Per informazioni e contatti:
Rifugio faunistico WWF "Lago di Burano"
Capalbio - Tel. (0564) 898829 Rifugio
faunistico WWF "Laguna di Orbetello" -
Tel. (0564) 862439. WWF Italia - Tel. (06)
844971
URL. http.//burano.intobyte~i1
Ed inoltre alcuni indirizzi utili: Centro visite
di Alberese, località Pianacce, 58010
Alberese (GRI - Tel. (0564) 407098
Azienda di promozione turistica (ATP), Via
Monterosa, 206 - 58100 Grosseto - Tel.
(0564) 454510 - 454527 Per escursioni in
canoa sull'Ombrone rivolgersi alla
Cooperativa Albatro -Tel (0564) 410121
Estremamente sug¬
gestivo e peculiare
per torma e posinone
geografica, adagiato
lungo la costa a poca
distanza dal mare da
cui lo separa solo un
sottile tombolo Imon-
ticello di renai, il Lago
di Burano è una delle
zone umide piu inte¬
ressanti della Provin¬
cia di Grosseto
L'area di oltre 400 et¬
tari e la prima Oasi
istituita dal WWF in
Italia, che risale al
1967 Molto piu este¬
so originariamente si
6 ridetto di circa un
terzo per le opere di bonifica del secolo scorso Nel 1977 viene riconosciuta come zona umida di impor¬
tanza intemazionale m base alla Convenzione di Ramsar. e nel 1980 diviene Riserva Naturale dello Stato,
gestita dal WWF Italia con personale stabile che si occupa della sorveglianza e delle visite guidate
500 m
— tmono futura
W 0»ur»atorl
Panoramica
sull’Oasi di Burano
Il World Wildlife Fund (Fondo Mondiale
per la Natura), con sede in Svizzera a
Morges dal 1961, anno della fondazione,
è la più grande associazione ambientalista
del mondo con oltre 6 milioni di sostenito¬
ri.
Gli obiettivi del WWF. che si definisce
"internazionale indipendente", sono la
conservazione della natura e dei processi
ecologici attraverso: la conservazione del¬
la diversità biologica a livello di geni, spe¬
cie ed ecosistemi; la promozione di un
uso sostenibile del¬
le risorse naturali
per il beneficio di
tutta la vita sulla ter¬
ra; la lotta all'inqui¬
namento. allo spre¬
co. all'uso irraziona¬
le delle risorse natu¬
rali e dell'energia.
Per il consegui¬
mento di questi
obiettivi il WWF fi¬
nanzia, ogni anno, circa 1000 progetti di
conservazione in 1 00 paesi per oltre 200
miliardi di lire.
In Italia il WWF è nato nel 1966 con
758 soci ed una quota di iscrizione di
1000 lire. Oggi con oltre 300 mila soci è la
più grande associazione ambientalista del
nostro Paese e attraverso 300 sedi perife¬
riche fornisce strumenti a tutti i cittadini
che vogliono adoperarsi per la salvaguar¬
dia dell'ambiente, stimolando il volontaria¬
to e la partecipazione alla vita dell'associa¬
zione.
Il WWF in Italia gestisce 78 oasi e ri¬
serve naturali. Organizza campagne per la
salvezza delle specie in pericolo. Diffonde
La home page del sito
dell'Oasi di Burano Si
notano i tre pulsanti
per la visita alle pagine
semplificate per non
vedenti, per la visita
virtuale e per il salto ah
la pagina "Occhio
sull'Oasi " per la visio¬
ne in diretta delle im¬
magini provenienti dal¬
la telecamera posta in
prossimità del lago.
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MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
301
Guida rapida al parco del Lago di Burano
Posizione geografica: Toscana, lungo la costa tirrenica nel
Comune di Capalbio (GR)
Estensione: 410 ettari.
Vincoli di protezione: Zona umida di importanza internazionale
(Convenzione di Ramsar); Oasi di protezione su delibera
dell’associazione intercomunale che gestisce l'area faunistica
Orbetello-Capalbio; Riserva naturale dello Stato dal 1980.
Gestione: a cura del WWF Italia sulla base di una concessione
della proprietà (Burano Agricola Srl).
Attrezzature: Percorsi-natura, percorso per dìsabili motori, orto
botanico dunale, foresteria, capanni e torre di osservazione,
giardino delle farfalle, area faunistica, acquano.
Vi sono due ingressi, uno ad Alberese e l’altro a Talamone. Da
Alberese è possibile percorrere sette itinerari Per alcune visite è
previsto il pagamento di un biglietto di ingresso e l'utilizzo di mezzi
di trasporto del Parco. Due itinerari partono invece da Talamone.
Per le auto private e i pullman esistono dei posteggi a Marina di
Alberese, ad Alberese e poco prima di Talamone.
Ambiente: Il lago, profondo al massimo 2,1 metri ed in media 1
metro, è in realtà uno stagno costiero separato dal mare da uno
stretto tombolo. La salinità del lago varia dal 15 al 32%. Dune
sabbiose ricoperte da una fitta vegetazione; campi
temporaneamente allagati e campi coltivati, macchia mediterranea,
chiari e stagni fra il lago e il mare.
Flora e fauna: Ricca è la flora dunale costituita dal giglio di mare, la
santolina, l'eringio marittimo, l'ammofila arenaria, ecc. La sommità
delle dune e la zona retrodunale sono fittamente colonizzate dal
ginepro coccolone e dal ginerpo fenicio, associati a lentisco, mirto,
alaterno, filliree, leccio e sughera, roverella e farnetto. Vari capanni
e una torretta permettono di osservare la ricca avifauna: mestoloni,
marzaiole, alzavole, moriglioni, morette e morette tabaccate,
folaghe, aironi di più specie, fenicotteri, cormorani, oche selvatiche,
garzette, pantane, pettegole, porciglioni, falchi di palude, cavalieri
d'Italia, ecc. Il lago ospita una ricca fauna ittica, che comprende
cefali, spigole, orate e anguille. Nella macchia vivono testuggini
terrestri, volpi, tassi, istrici, donnole, ricci, upupe, tortore dal collare
orientali, cuculi dal ciuffo, picchi verdi. Tra gli insetti tre rarità: i
Coleotteri Ceratophius rossii e Erynebria complanata, e la falena
delle zone umide Lelia coenosa.
Visite: Il parco può essere visitato durante tutto l'anno tranne che
nel periodo estivo (1 maggio - 31 agosto), allo scopo di evitare il
disturbo alla fauna in riproduzione e di permettere la manutenzione
delle strutture di visita. I visitatori sono ammessi individualmente o
in comitiva La percorrenza di alcuni itinerari è però consentita solo
in alcuni giorni della settimana e per un numero limitato di visitatori
(contattare il Centro Visite di Alberese). Tutti gli itinerari sono
percorribili dalle nove del mattino fino ad un'ora prima del
tramonto. Itinerari e strutture per disabili
Cosa portare: Manuali sulla fauna e la flora locale, calzature tipo
trekking, borraccia, cappelletto per proteggersi dal sole Essenziale
il binocolo e una carta del luogo Nella bella stagione portare
repellenti per gli insetti.
Come arrivarci: In auto percorrendo la Via Aurelia fino al bivio per
Alberese al km 167 È possibile anche utilizzare gli autobus che
partono da Grosseto (Soc. Rama, Tel 0564/454169) o la stazione
ferroviaria di Capalbio Scalo, linea Roma-Genova.
attraverso 5 mila Panda Club programmi
di educazione per la scuola. Realizza inizia¬
tive per la difesa del territorio attraverso
una costante azione legale di denuncia
degli abusi. Esercita continue pressioni
sulle istituzioni perché si ottengano leggi
efficaci, come quelle sui parchi nazionali e
per l'applicazione della Convenzione di
Washington sul commercio delle specie
protette. Contrasta i provvedimenti che
ledono la natura e l'ambiente
Delle 78 oasi e riserve naturali quella
del Lago di Burano ha una collocazione
speciale essendo stata la prima inaugura¬
ta nell'ormai lontano 1967. La decisione di
fondare II la prima oasi naturalistica italia¬
na fu estremamente coraggiosa in quanto
inaugurava una via del tutto nuova per il
nostro Paese, ma che già vantava diversi
esempi in particolare in Gran Bretagna.
Inizia cosi la storia del WWF Italia e Bu¬
rano è oggi fra le più importanti aree del
Sistema delle Oasi italiane che, un po' co¬
me avviene nel deserto, sono state pen¬
sate come luoghi dove gli stormi di uccelli
migratori potessero riposare e ritemprarsi
senza divenire facile bersaglio per caccia¬
tori, e dove potessero trovare ambienti
ancora incontaminati adatti alle proprie
esigenze.
Da allora ad oggi molte nuove aree si
sono aggiunte, dapprima lentamente, poi
in modo sempre più veloce, fino a forma¬
re un vero e proprio Sistema di Oasi,
composto attualmente da 78 piccole e
grandi aree protette diffuse su tutto il
Paese e rappresentanti quasi tutti gli eco¬
sistemi italiani in cui si svolgono inoltre
importanti attività educative e scientifiche.
Il lago costiero di Burano, uno degli ulti¬
mi della costa tirrenica, è tra gli ambienti
centrali dell'oasi omonima e, assieme alle
incantevoli e lussureggianti dune litora¬
nee, ospita un'alta diversità faunistica
(250 sono le specie di uccelli).
L'accordo fu realizzato con la proprietà
dei terreni, la Burano Agricola Srl, alla qua¬
le il WWF paga da trent'anni un affitto' il
rapporto fra i due Enti, seppure modifica¬
to nel tempo, rimane tuttora valido, ed è
rinnovato periodicamente. Nel 1977 un
Decreto Ministeriale classificò Burano co¬
me "Zona umida d'importanza internazio¬
nale", in base alla Convenzione di Ramsar
sottoscritta da molti Paesi, compreso il
nostro, sancito per la protezione delle
aree umide fondamentali per gli uccelli
migratori. Mentre dal 1980 è divenuta Ri¬
serva Naturale dello Stato, affidata al
WWF per la gestione naturalistica e didat¬
tica. Dal 1981 poi il WWF cura anche l'at¬
tività di pesca nel lago, effettuata da un
numero limitato di pescatori le metodolo¬
gie utilizzate sono sottoposte a controllo,
in modo da evitare un eccessivo e distrut¬
tivo prelievo e favorire, al contrario, un
uso non intensivo ed equilibrato delle ri¬
sorse ittiche.
Seppure la concessione demaniale per
il tratto di mare fronteggiante l'Oasi, da
destinare ad Oasi blu, non è ancora una
realtà, il WWF è stato però incaricato di
curare l'accesso controllato dei bagnanti
al litorale durante l'estate e di effettuare la
sorveglianza della spiaggia. La sorveglian¬
za è affidata a guardie che curano anche
le visite guidate e si occupano inoltre di ri¬
cerca sull'avifauna, in collaborazione con
Enti e associazioni preposte, e della ge¬
stione delle strutture.
L’Oasi si estende per circa 410 ettari,
di cui 140 occupati dal lago. Il resto è co¬
stituito dalle zone dunali e da campi colti¬
vati. Oltre l'Oasi vera e propria, il WWF
protegge anche una fascia esterna, dedi¬
cata all'agricoltura con sistemi agricoli
compatibili con la conservazione delle vici¬
ne aree allo stato naturale, estesa per cir¬
ca 600 ettari. Infatti non tutta l'area agrico¬
la viene contemporaneamente coltivata,
ma, al contrario, gran parte di essa viene
tenuta a riposo, divenendo cosi anche di
grande utilità per molte specie animali
(soprattutto insetti) che non troverebbero
condizioni idonee nella zona dunale, ma
anche per uccelli e mammiferi con dieta
varia, che qui trovano insetti, lombrichi e
semi: è molto facile osservare infatti (ad
esempio mentre si percorre il viale di ac¬
cesso) aironi cenerini, aironi bianchi mag¬
giori e garzette che sollevano le zolle di
terra col becco alla ricerca di qualche boc¬
concino, oppure che riposano; gabbiani
reali e comuni, cornacchie, gazze, volpi
Su questi terreni, alcuni casali abbandona¬
ti divengono rifugio di barbagianni, di ge¬
chi e di pipistrelli.
L'area è posta, nel comune di Capal¬
bio, tra il fiume Chiarone (a sud) e Anse-
donia (a nord). Il lago, un tempo più am¬
pio, è da considerare oggi piuttosto uno
stagno retrodunale salmastro lungo quasi
4 km e profondo mediamente un metro.
È collegato al mare da un canale munito
302
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
di chiusa, che viene aperta a secondo del¬
le esigenze di gestione ittica. Le acque
del lago sono alimentate da acque dolci e
salate provenienti dai canali di bonifica re¬
trostanti, dalle acque di falda e da occasio¬
nali mareggiate.
Nonostante le dimensioni non grandis¬
sime, l'Oasi di Burano ospita una fauna
estremamente ricca, grazie a diversi e
complessi fattori che possono essere, in
poche parole, riassunti con: un'ampia di¬
versità ambientale; la sua posizione geo¬
grafica lungo la costa tirrenica; l'isolamen¬
to fra campi coltivati e litorali meno inte¬
gri; la protezione operata dal WWF Le
rotte migratorie di moltissimi uccelli toc¬
cano questo tratto di costa, dove trovano
più di un'area per la sosta o per la nidifica¬
zione: oltre a Burano, infatti, la grande la¬
guna di Orbetello (dove è presente un'al¬
tra oasi del WWF) offre spazi e risorse per
molte specie acquatiche o comunque le¬
gate alle zone umide. Naturalmente, co¬
me in quasi tutto il pianeta, anche a Bura¬
no sono gli insetti il gruppo di animali pre¬
sente con il maggior numero di specie,
adattate a quasi tutti gli ambienti e alle
condizioni più estreme. I mammiferi con¬
tano una ventina di specie, la maggior par¬
te delle quali di abitudini notturne; mentre
un'altra ventina sono in totale le specie di
anfibi e di rettili. Circa 17 le specie di pe¬
sci, fra le quali alcune di interesse econo¬
mico. che vivono nel lago. Molti altri grup¬
pi di animali sono presenti, soprattutto nel
fango del fondale la¬
custre (in particolare
Molluschi. Anellidi,
Crostacei).
Si può senz'altro
affermare che quel¬
la di Burano è ormai
l'ultimo esempio di
macchia mediterra¬
nea dunale integra
delle coste italiane.
Questa caratteristica, assieme alla ric¬
chezza della flora e della fauna, la rende
dunque particolarmente importante sia
dal punto di vista della conservazione de¬
gli ambienti, sia da quello della ricerca
scientifica
Mondi virtuali 3D e
Muggine doralo
Handicap
Ambiente e tecnologia è in questo ca¬
so sinonimo di WWF. TELECOM Italia ed
Infobyte Spa insieme per un progetto che
mira alla realizzazione di un laboratorio
sperimentale per la salvaguardia, lo svilup¬
po e la valorizzazione del territorio che po¬
ne particolare attenzione alla fruizione e
all'accessibilità dei beni ambientali anche
per le categorie socialmente più deboli
(portatori di handicap, anziani, ecc ). L'ab¬
battimento delle barriere nella comunica¬
zione, riveste un aspetto estremamente
importante ed il progetto che stiamo de¬
scrivendo mette in risalto un'area di inte¬
resse del tutto nuova.
L'Oasi del Lago di Burano è il territorio
individuato per questa sperimentazione:
per le sue caratteristiche geografiche, la
valenza naturalistica ed il primato che gli
spetta di prima oasi italiana, a trent'anm
dalla nascita.
Il passo iniziale è stato realizzato con
un percorso didattico di studio e osserva¬
zione floro-faunistica percorribile anche da
anziani e persone con disabilità motoria,
in particolare su carrozzella. Questa azio¬
ne in loco è stata portata avanti parallela-
mente alla creazione di un mondo virtuale
dell'Oasi di Burano accessibile via Inter¬
net e su cui possono essere tratte infor¬
mazioni sulla flora e la fauna che popolano
l'area protetta, realizzate osservazioni e
sviluppate percorsi con una guida virtuale
eventualmente insieme ad altri amici con¬
temporaneamente in linea.
Target prioritario di questo progetto è
Nonostante la presema di numerose specie appartenenti a vari gruppi sistemati¬
ci, commisurata alla ricchezza dell'ambiente naturale, la componente faunistica
più evidente e numericamente importante del lago di Burano è sicuramente co¬
stituita dagli uccelli La maggiore concentrazione di specie si ha soprattutto
dall'autunno alla primavera, essendo rappresentata principalmente da migratori
Le acque più profonde, al centro del lago, ospitano le anatre tuffatoci e gli svas¬
si. mentre le anatre di superficie si trovano più frequentemente in prossimità
delle rive o dei canneti, là dove l'acqua è più bassa Tra gli uccelli più rari e pos¬
sibile osservare l'airone bianco maggiore, la gru ed i fenicotteri Nei campi e nei
prati adiacenti al lago, durante l'inverno, coppie di oche si nutrono a terra poma
di affrontare, verso la fine di febbraio, il viaggio che le porterà verso nord Vol¬
teggiante sulle aree aperte dell'Oasi in atteggiamento di caccia, il falco di palude
è qui il rapace più diffuso, facilmente riconoscibile per le ah tenute tipicamente a
"V durante il volo e per la presenza, nella femmina, di un "cappuccio " di penne
più chiaro del colore di tondo del piumaggio
IMI ENTI
Pesci
'^MBIENTE
HO* PACI
L’ambiente dell’Oasi di Burano
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
303
la scuola con la possibilità data dalla tec¬
nologia di far entrare in contatto i ragazzi
con le tematiche ambientali pur rimanen¬
do nell'ambito educativo scolastico. Ciò
attraverso uno strumento interattivo ed
accattivante che possa rendere l'oasi ac¬
cessibile al mondo intero ed anche e so¬
prattutto a coloro che hanno gravi diffi¬
coltò motorie o visive. E' stato infatti rea¬
lizzato un ambiente di navigazione anche
per non vedenti adottando le raccoman¬
dazioni del progetto TRACE.
La soluzione del problema dell'integra¬
zione della versione bidimensionale (Web),
della versione tridimensionale e di quella
per non vedenti è stata sintetizzata con al¬
cune opzioni, corrispondenti a pulsanti
speciali che si affiancano al menu stan¬
dard nella home page del sito dell’Oasi.
La prima in alto, rivolta in modo specifi¬
co proprio ai non vedenti, è una particolare
versione del sito, parzialmente text only,
realizzata secondo le raccomandazioni del
Progetto TRACE della Wisconsin Univer¬
sity (trace.wisc.edu), che si occupa appun¬
to di promuovere l'accessibilità del Web
per i disabili. Si tratta di una versione "de¬
purata" di tutte quelle funzioni e quei tag
HTML (tabelle e frame soprattutto) che im¬
pedirebbero ad una tastiera braille o a un
software di sintesi vocale (screen reader)
di "leggere" e interpretare il testo di una
pagina Web in modo sequenziale, spezzan¬
done sintassi e senso tanto da renderlo in¬
comprensibile, È per questa ragione che i
non vedenti si trovano sovente in difficoltà
con i browser grafici, preferendo servirsi di
Client dotati di interfaccia a caratteri come
Lynx, che agisce in ambiente DOS.
Per fortuna, i produttori di software si
stanno man mano sensibilizzando rispetto
alle necessità delle persone fisicamente
svantaggiate, e se la Microsoft già da
tempo ha implementato funzioni facilitate
a livello di sistema operativo (Windows 95
ne è un esempio), anche i Client Web co¬
minciano a comprendere opzioni per la
navigazione alternativa: il primo è stato In¬
ternet Explorer 2.0, poi imitato da Netsca¬
pe Navigator 4.0, offrendo la possibilità,
tra le altre cose, di spostarsi tra i link per
mezzo di scorciatoie di tastiera. Altri
browser, di concezione più recente come
WebSpeak Iwww.prodworks.conni pro¬
gettato proprio per non vedenti e ipove¬
denti, o il norvegese Opera (promo.net/
opera/index.html), integrano addirittura
funzioni di sintesi vocale e/o di text
enhancement
Il fatto che la versione rivolta agli utenti
VRML: Internet nel prossimo futuro
Un’incessante corsa fra mondi virtuali e visioni gibsoniane
di Gaetano Di Stasio
Il progresso tecnologico (nel nostro caso: modem ISDN e
l'impennata delle performance dei nuovi processori Intel e non) è
sempre stato il motore dell’innovazione Per l'utente Internet
questo si traduce nella possibilità di dotarsi di plugm per la
navigazione tridimensionale della rete in una maniera e secondo
paradigmi che ricordano molto la Matrice descritta da William
Gibson nei suoi libri. Tutto ciò lo si deve a due italoamencani che
per primi hanno studiato ed implementato sulla metà di questo
decennio un linguaggio di descrizione di pagine Internet visitabili
in 3D come mondi virtuali
interattivi in linea.
Soli quindici anni sono passati
dalla pubblicazione negli Stati
Uniti di Neuromante, e ciò che
si preannunciava come un
futuribile ipertecnologico, che
ha dato vita ad un fecondo filone letterario e fumettistico
fantascientifico (il Cyberpunk ed alcuni New Wave Comics) oggi
pressoché esaurito, è diventato in buona parte realtà palpabile e
sperimentabile.
Una nuova era nelle comunicazioni via rete e dunque alle porte Lo
preannunciavamo su MC già alla fine del 1995, ed ecco che i fiumi
di inchiostro versati sulle potenzialità espressive e comunicative
regalate all'uomo dagli ipermedia su rete sono di nuovo da
rimettere in discussione sotto la spinta della terza dimensione
Nel futuro vedremo non "solo" ipermedia via telematica, ma
anche mondi interattivi in cui viaggiare all'Interno di ambientazioni
grafiche che rispondono alla nostra azione, con animazioni in real-
time e non solo pre-registrate, ed un'interazione multiutente. Ciò
sarà possibile con la versione 2 del VRML.
VRML (Virtual Reality Modeling Language) è il linguaggio che
descrive questi mondi virtuali fruiti via telematica, cosi come
l'HTML è il linguaggio alla base delle pagine grafiche di un
“comune" Web. Con esso possono essere descritti i contenuti
del mondo virtuale, gli oggetti, le texture. l'illuminazione, la
posizione dell'utente, il movimento e le azioni associate agli
oggetti ed i collegamenti con gli altri nodi.
La storia di Internet è passata attraverso tre fasi distinte: in primo
luogo, lo sviluppo dell'infrastruttura TCP/IP. Il passo successivo è
stata l'introduzione da parte di Tim Berners-Lee del CERN del
sistema ipermediale via rete conosciuto sotto il nome di World
\
Il 1 , 1
' i ì a 1
U5-0
W
Wide Web. Ciò ha aggiunto un nuovo strato di astrazione alle
strutture già esistenti, ovvero uno schema di indirizzamento, un
identificatore unico, che ci suggerisce in ogni momento “dove
siamo, dove andare e come andarci” per ogni possibile dato
presente nel Web. A questi due livelli oggi si è aggiunto VRML un
tentativo di porre l'uomo al centro di Internet, ordinando il suo
universo cyberspaziale e proponendolo nel modo più a lui
congeniale, ovvero attraverso l'esperienza percettivo-motoria.
VRML è dunque un linguaggio di descrizione che standardizza il
modo in cui sono rappresentati
ambienti tridimensionali su un
sito Web e HTML ne è un sub¬
set, la differenza sostanziale è
che invece di lavorare in 2D,
lavora in 3D I file VRML sono
trasmessi in modalità testuale,
analizzati dal ricevente, elaborati e mostrati Questi file sono
dunque in formato text ed in essi sono descritte le componenti
geometriche presenti nella porzione di mondo visualizzato. Il
sistema ricevente elabora le descrizioni e presenta le
ambientazioni curando la rappresentazione degli oggetti, le
texture, l’illuminazione, l'aggiornamento della scena e la modalità
di navigazione.
Quando ci si è scaricato il proprio browser VRML e lo si è
configurato a dovere ci si può collegare alla rete, scaricarsi file
VRML e navigarci, cosi come si fa comunemente con i file HTML.
Se il mondo virtuale remoto è ben strutturato, il browser lo
caricherà e lo visualizzerà a pezzi mentre ciò avviene si potrà
iniziare l'esplorazione mentre il mondo intorno a noi prende forma
e si anima.
Mentre si naviga nella scena si notano alcuni oggetti collegati alla
rete. Giocando su di essi si viene catapultati in un altro Web, su
un'altra pagina VRML o HTML.
Quando visitiamo un sito VRML possiamo liberamente scegliere
la prospettiva da cui vogliamo guardare il mondo e gli oggetti in
esso contenuti; in più si può navigare in un ambiente
tridimensionale in qualsiasi direzione si voglia e non solo avanti e
indietro fra pagine che qualcuno ha impaginato per noi Inoltre gli
oggetti si presentano a un livello di dettaglio sempre più
approfondito man mano che ci avviciniamo a loro, permettendo
cosi di rappresentare anche corpi particolarmente complessi
tK-lifi, Wfcrtr,.-fa,
All'apparire della pre-ho-
me page, e passati 45
secondi sema interazio¬
ne. Il sistema ipotizza di
trovarsi di fronte ad un
non vedente passando
direttamente alle pagine
semplificate In esse il
contenuto rimane inalte¬
rato, ma rimpaginazione
ó realizzata in modo da
poter essere letta se¬
quenzialmente da una
tastiera braille o da uno
screen reader
Pesci
ciechi non sia total¬
mente testuale si
spiega con una delle
raccomandazioni
TRACE, la quale au¬
torizza l'utilizzo di
grafica e immagini purché siano essenziali
e soprattutto affiancate da un link conven¬
zionale - una D (description) all'interno di
parentesi quadre, |D| - che dia accesso ad
un testo analiticamente descrittivo
dell'eventuale foto o illustrazione, Impossi¬
bilitato a visualizzare una fotografia, il non
vedente può in questo modo supplire con
una descrizione evocativa che gli consenta
almeno di rappresentarsela nell'immagina¬
zione, recuperando un'informazione che
altrimenti gli sarebbe preclusa. Il problema
era dunque progettare una doppia versio¬
ne del Web, full graphics e TRACE, evitan¬
do di creare fisicamente due siti paralleli e
distinti, oltretutto aggiornabili solo separa¬
tamente e quindi con un maggior rischio di
disallineamento dei contenuti.
Tramite una procedura scritta in Perl
(autoweb), e collegata ad un database an-
ch'esso residente sul server, si è perciò
provveduto a definire delle associazioni
tra semplici file di testo (identici per en¬
trambi i casi) e template differenti a se¬
conda della versione richiesta dal brow-
ser. Entrando nel sito, un'apposita pre-ho-
me page temporizzata da un meta-tag ha
il compito di comunicare al server quale
delle due versioni sia quella desiderata
dall'utente. Se trascorrono alcuni secondi
Muggine dorato
r> • kkwc m? «wo> a ter» ■ «
CctvdB • • *»ni3 Um CCA4
**■**»• vane 'mo • fc-Kfc toerfq
«m* .j» « k nMcmkrc -v»' i& j«>: - »• -*<•©;
senza che questi agisca col mouse sul
link verso la home page standard (quella
di default), il server assume che si tratti di
un non vedente e lo dirige automatica¬
mente sulla versione apposita, assem¬
blando on thè fly il testo ai relativi templa¬
te. provvisti in questo caso dei tag HTML
più opportuni e dei richiami alla grafica
TRACE-compliant.
La praticità di una simile soluzione è
evidente. A parte la dinamicità con cui la
pagina HTML viene presentata alle diver¬
se tipologie di utente (e in modo del tutto
trasparente), ogni modifica del sito è sin¬
cronica: basta aggiungere (o modificare)
un unico file di testo e aggiornare di con¬
seguenza il database nel quale questo vie¬
ne associato ai due tipi di modelli predi¬
sposti. li riscontro dei test effettuati con
l'Istituto Cavazza di Bologna, per quanto
riguarda la fruibilità del sito da parte dei
non vedenti, e con il personale TELECOM
addetto alla manutenzione del Web per
quanto concerne gli aggiornamenti perio¬
dici, è stato immediatamente positivo sot¬
to ogni aspetto.
La seconda opzione speciale, Occhio
sull'Oasi, è nata invece come espansione
Online del sistema di teleosservazione tra¬
mite chiamata videotelefonica ISDN già
funzionante da alcuni mesi nel territorio
dell'Oasi. Il know-how Infobyte si è
espresso in questo caso con l'implemen-
tazione di una versione aggiornata e mi¬
gliorata dello streaming video a suo tem¬
po messo a punto per il sito Web del Vir¬
tual Studio, realizzato in occasione della
Mostra del Cinema di Venezia del 1996
(efr MC 175). Si tratta di una routine scrit¬
ta in linguaggio C che ha il compito di pro¬
cessare il segnale analogico proveniente
da una telecamera posta sulla riva del La¬
go di Burano, trasformandolo - con una
macchina Silicon Graphics Indy nel ruolo
di server - in un flusso di frame video vi¬
sualizzabili in tempo reale, al ritmo di 1-1,5
al secondo, su una pagina Web. Le modi¬
fiche rispetto alla prima release di questo
servizio hanno interessato in primo luogo
la velocità e l'ottimizzazione del processo
di generazione delle immagini, che ora av¬
viene completamente in RAM; in secon¬
do luogo è stato necessario adattare il si¬
stema - originariamente progettato per
una connessione permanente punto-pun¬
to - in modo che le informazioni video ac¬
quisite dalla telecamera venissero trasferi¬
te al server attraverso la preesistente li¬
nea ISDN. In tal caso, l'attivazione del ge¬
neratore di frame video avviene - com'è
tipico delle connessioni di questo tipo - on
demand, ma in una modalità che di fatto
emula un collegamento permanente.
La disponibilità del servizio, per il mo¬
mento compatibile solo con Netscape Na¬
vigator. è ovviamente subordinata alle
condizioni di visibilità dell'Oasi. Gli utenti
che dovessero collegarsi alla pagina di
Occhio sull'Oasi nelle ore notturne, o che
comunque fossero provvisti di browser
diversi da quello citato, si troverebbero
automaticamente dirottati su una pagina
alternativa da cui poter scaricare una sele-
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
305
idilli- xmm ila
hH
Cg
zione di filmati QuickTime sui vari aspetti
dell'ambiente naturale di Burano. Natural¬
mente si tratta di una versione di strea¬
ming ulteriormente migliorabile: con uno
sforzo aggiuntivo è possibile estenderne
la compatibilità ad altri browser. aggiunge¬
re l'audio e perfino gestire il brandeggio
della telecamera (attualmente possibile
solo operando sulla tastiera di un videote-
lefono) con un sistema di assegnazione
automatica di priorità da parte del server
basato su prenotazione e-mail.
Ultima ma non meno importante è la
terza opzione tecnologica che ha sicura¬
mente richiesto l'impegno maggiore: il
mondo virtuale tridimensionale dell'oasi
visitabile via Internet. L'Oasi Virtuale non
risponde infatti solo all'esigenza di simula¬
re in modo accattivante e interattivo una
Benvenuti nel mondo virtuale
dell'Oasi di Burano Durante la na¬
vigazione è possibile interrogare il
database testuale delle specie {lo¬
ro-faunistica, il database audio dei
canti degli uccelli, il database dei
filmati video accessibili dai punti di
osservazione f possibile anche
una visita di gruppo tramite la fun¬
zione chat.
vera escursione nell'area pro¬
tetta (magari inoltrandosi an¬
che in quelle sue parti dove
l'accesso è vietato), rivelan¬
done il patrimonio naturalisti-
co anche a utenti che vivono
in tutt'altra parte del mondo, o semplice-
mente allo studente delle medie impe¬
gnato in una ricerca di Scienze. La finalità
piu ambiziosa del modello VRML di Bura¬
no era semmai soprattutto quella di farne
un ambiente virtuale in cui fosse possibile
interagire con altri "turisti" e con il perso¬
nale addetto al parco: proprio come in una
vera e propria gita ecologica di gruppo. La
realizzazione del modello 3D, schematiz¬
zato sulla base delle carte del WWF e del¬
la reale morfologia del luogo, è stato solo
il passo d'avvio, culminato in un primo li¬
vello di utilizzo dell'ambiente virtuale riser¬
vato a chi ha installato sul browser il plu-
gin Live3D, ormai in dotazione con le re-
lease più recenti di Netscape Navigator.
Impiegando Alias WaveFront per la
modellazione e WebSpace Author per la
conversione in for¬
mato VRML 1.0, i
410 ettari dell’Oasi,
situati ad appena 8
metri sul livello del
vicino mare senza
praticamente alcun
rilievo apprezzabile
a parte la caratteri¬
stica Torre di Bura-
naccio (il che ha li¬
mitato la comples¬
sità del modello, fa¬
vorendone la "ma¬
novrabilità"), sono
stati ridotti a circa 300 poligoni e una man¬
ciata di texture. Una serie di viewpoint,
corrispondenti ai punti topici dell'Oasi
(centro visite, lago, sentiero, capanni d'os¬
servazione, altana, etc.), permettono una
navigazione semi-automatica dell'Oasi, al¬
ternativa a quella "manuale" per mezzo
del mouse, mentre un certo numero di
hyperlink, segnalati da quadrati rossi e dis¬
seminati in corrispondenza di punti di par¬
ticolare interesse, indicano la possibilità di
accedere ai relativi approfondimenti te¬
stuali e/o multimediali (pagine Web, filma¬
ti, file wav di versi di animali, etc.)
La seconda fase, che è stata anche
quella più complessa, ha visto la trasfor¬
mazione del modello 3D in un vero e pro¬
prio mondo virtuale condiviso. Ciò è avve¬
nuto con l'installazione sulla Indy impe¬
gnata nella generazioni delle immagini live
dell'Oasi, del Community Server prodotto
da Blacksun Interactive, una delle società
più avanzate nello sviluppo di ambienti
VRML multiutente
(www3.blacksun.com) Nella versione at¬
tualmente in funzione, il server Blacksun
gestisce fino ad un totale di dieci connes¬
sioni simultanee (upgradabili fino a 800)
da parte di visitatori dotati di un plugm ap¬
posito, Passport 2.0, che consente la con-
divisione dell'ambiente 3D in chat multiu¬
tente. Ciascun visitatore può dunque sce¬
gliersi un avatar tra quelli realizzati per
l'oasi (finora i tre "istituzionali": il Panda
del WWF, un simpatico telefono TELE-
306
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
ape (The BbrxJ NH Hom P*qc|
u<nrjin>> wnn
E» la Y— So
^LocWpoÀwT
Qt*™ Cxtuy v/wO*. 0 »
Unón*Ubkn&r4HKé
E3
yfe.-r.-i
E
-Bai » ■••!
COM e il "ranger"-
guida) oppure farsi
impersonare da un
avatar prelevato dal¬
la gallery di Black-
sun o da qualsiasi al¬
tro mondo virtuale,
e conversare piace¬
volmente con altri
utenti, magari con¬
venuti dai luoghi più
disparati, o perfino
partecipare attiva¬
mente ad una lezio¬
ne - tenuta dal re¬
sponsabile dell'Oasi - sugli ecosistemi di
Burano, sulla fauna e la flora caratteristici
della zona o sulle attrattive turistiche dei
dintorni. Per poter funzionare con un mini¬
mo di fluidità, tutto questo esige natural¬
mente un certo equipaggiamento.
I requisiti attualmente indispensabili
per la visita condivisa prevedono Win¬
dows 95, Netscape Navigator 3.1 o supe¬
riore e un Pentium ben cioccato con 32
MB di RAM. Sulle possibilità di evoluzio¬
ne futura dell'Oasi virtuale del Lago di
Burano c'è di che lavorare d'immagina-
zione. Oltre alla possibilità di aumentare il
numero di visitatori virtuali ammessi in
condivisione, si può ipotizzare la creazio¬
ne di altri modelli 3D paralleli, accessibili
l'uno dagli altri, che simulino a scopo di¬
dattico o scientifico le varie fasi dell'evo¬
luzione geo-morfologica dell'Oasi, oppure
le conseguenze realistiche di ipotetici di¬
sastri ambientali. Una volta che il VRML
2.0 avrà raggiunto una diffusione più va¬
sta, inoltre. Burano in 3D potrà perfino
popolarsi di avatar animati e magari an¬
che parlanti, dei veri e propri robot mano¬
vrati dal server. E ad un visitatore partico¬
larmente irrispettoso potrà a quel punto
capitare di sentirsi rimproverare con una
certa veemenza da un sussiegoso airone
cinerino o da una petulante garzetta. Na¬
turalmente, con uno spiccato accento to¬
scano.
Welcome to thè
Blind Net Home Page
Conclusioni
Su Internet abbonda¬
no i siti dedicali ai non
vedenti Nel sito di
Blacksun é possibile
scaricare Passport. il
software per le visite
guidate in gruppo nei
mondi virtuali su Inter¬
net
t* f*
A
m fio fttémàm Qpk» Omoo* tt«k>
/MHat>witaMB2tM
I yrtt
black sun interactive.becomes.blaxxun interactive!
Win a
Tantagochi!
VI.H AH» In VRM1. I.a nd l
Oltre a questi aspetti più strettamente
legati alle caratteristiche e alle potenzialità
tecnologiche di Internet, il sito rappresen¬
ta un'iniziativa culturale importante. I suoi
contenuti infatti sono stati elaborati e cu¬
rati da esperti di divulgazione scientifica
del WWF. Per questo il sito si rivela
un'utilissima fonte di informazione, oltre
che di intrattenimento. Infatti se da un la¬
to la visita virtuale condivisa permette di
"giocare" con altri utenti a esplorare l'oasi
virtuale, il settore informativo multimedia¬
le permette di apprendere come raggiun¬
gere l'oasi, quali sono gli elementi di inte¬
resse storico-culturale dei dintorni e so¬
prattutto di scoprirne l'ambiente, la fauna
e la vegetazione.
La struttura generale del sito, in cui gli
argomenti sono raggruppati secondo una
precisa logica di facile comprensione, per¬
mette di raggiungere agevolmente l’argo¬
mento a cui si è interessati I testi sono
accurati e corretti da un punto di vista
scientifico, pur essendo facilmente com¬
prensibili anche da un profano. Ciascun
argomento è affrontato a vari livelli di det¬
taglio: a partire da un testo introduttivo
che presenta ad esempio le caratteristi¬
che generali della fauna dell'oasi, si passa
a un livello di maggior approfondimento (i
singoli gruppi zoologici) fino ad arrivare al¬
le schede sulle singole specie In alcuni
casi (uccelli) le schede sono state ulterior¬
mente arricchite con il file audio del richia¬
mo, tanto da trasformare questa parte del
sito in uno strumento ancora più utile e
più completo di una normale guida da
campo per il riconoscimento degli uccelli
I testi sono accompagnati da immagini
Ringraziamenti
Per la scrittura di questo articolo è stata
preziosa la collaborazione di Stefano
Martina e Luca Limongelli di Infobyte Spa e
di Giancarlo Ballerini. Telecomunicazioni
per il sociale di TELECOM Italia.
Si ringrazia inoltre il WWF Italia.
che possono esse¬
re ingrandite per
una migliore visua¬
lizzazione e conten¬
gono link iperte¬
stuali ad altre sezio¬
ni del sito, a foto o
ad altri siti.
Anche i settori
cosiddetti tecnolo¬
gici, forniscono
informazioni prezio¬
se per chi fosse in¬
teressato a visitare
l’oasi o, semplice¬
mente, ad ammirar¬
ne le bellezze natu¬
rali. "L'Occhio
sull'Oasi" permette
di vedere ciò che
sta succedendo
nell'oasi, di scoprire
se è appena arriva¬
to uno stormo di
anatidi in migrazio¬
ne, oppure se è in
corso un tempora¬
le. Inoltre in questa
pagina è presente
un link che porta a
un sito di previsioni meteorologiche regio¬
nali, che può essere di aiuto a chi fosse
intenzionato a programmare una scampa¬
gnata nella zona. In questa sezione è di¬
sponibile anche una videoteca con i filma¬
ti di alcune specie di animali presenti
nell'oasi, alcuni di questi molto difficili da
osservare.
Anche il settore della visita virtuale
dell'oasi può essere di utilità culturale al
navigatore della rete: nel caso della visita
condivisa con altri utenti (ciascuno è vi¬
sualizzato dagli altri con un simpatico ava¬
tar) gli sarà possibile incontrare un "ran¬
ger" virtuale che lo guiderà nei punti piu
interessanti e darà informazioni naturalisti-
che e risposte alle domande dei più esi¬
genti. Inoltre all'interno dell'oasi virtuale il
navigatore Internet potrò osservare gli am¬
mali "appostandosi" dentro i capanni. In¬
fatti i "viewpoints" del modello VRML so¬
no linkati in alcuni casi a filmati in loop che
simulano l'osservazione in una visita reale
attraverso le feritone
Il Web dell'Oasi del Lago di Burano
rappresenta dunque un'operazione riusci¬
ta di connubio educazione-tecnologia, a
dimostrare che è possibile realizzare una
corretta divulgazione scientifica equilibran¬
do contenuti e strumenti comunicativi in
un binomio che li renda accessibili e. so¬
prattutto, utili a un pubblico sempre più
ampio di adulti e ragazzi di ogni età e con¬
dizione, anche portatori di handicap.
655
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
307
Aggiungete alla massima qualità
sonora anche le migliori prestazioni
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vi farà scoprire velocità, realismo
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Non spingete, c'è posto per tutti
Questa frase, spesso sentita all’ingresso del cinema, dello stadio,
d’ogni luogo affollato non si presta più ad Internet. La tecnologia
“push”, ovvero “spinta”, sta diventando la tecnologia killer della
Rete. Sia Communicator 4.02 che Internet Explorer 4.0 “spingono”
con vigore. Sarà la direzione verso la quale ogni sviluppatore sulla
Rete dovrà muoversi per il successo... o no?
di Sergio Pillon
Come prima cosa cerchiamo di chiari¬
re di cosa stiamo parlando si tratta di
aver unificato una serie di gadget tecno¬
logici, tutti diversi ma con un denomina¬
tore comune, per ottenere via Internet
le informazioni che si vogliono, e solo
quelle, in modo automatico e "traspa¬
rente". Le informazioni, i testi, le imma¬
gini arrivano tutte assieme su "abbona¬
mento" oppure su richiesta: ma la ri¬
chiesta è una sola per tutta una serie di
pagine e di animazioni. Insomma. una
sorta di rivista che arriva per abbona¬
mento a casa piuttosto che una serie di
quotidiani da comprare in edicola tutti i
giorni.
Dal punto di vista tecnico non si tratta
di nulla di nuovo; la prima rivoluzione la
fece Internet Explorer quando scoprim¬
mo che per installare un programma ag¬
giuntivo (cosa necessaria dall'invenzio¬
ne del Web, persino con Mosaic 1.0)
non c'era bisogno di fare nessuna azio¬
ne particolare: il programma viene infat¬
ti inviato direttamente (appare la scritta
"installazione componenti .") e viene
chiesto il permesso di completare auto¬
maticamente l'installazione
Questo è stato uno dei primi esempi
di un sistema automatico, via rete, di in¬
stallazione di un software sul PC, senza
che dovessimo sapere nulla degli aspet¬
ti tecnici. Si tratta dei plug-in che tutti
conosciamo. In effetti "push techno-
logy" potrebbe essere proprio quella
del Web: selezionando un indirizzo si ri¬
cevono già ora immagini, animazioni, fil¬
mati, ma. è questa è la differenza vera,
solo pagina per pagina, in un flusso di¬
sorganizzato che non possiamo gestire
in modo semplice. La differenza è pro¬
prio nel modo di gestire queste infor¬
mazioni, per riceverle assieme in un
flusso personalizzabile.
La tecnologia "push" permette al vo-
Figura 1 - Nella beta, release 2, di Netcaster
l'avviso appariva minaccioso. Nella 3 non l'ho
piu visto... chissà se il rischio è diminuito, ho
cambiato qualcosa nella configurazione od an¬
che la sicurezza si scontra con il marketing?
stro browser di essere "sintonizzato"
su uno fra i tanti "canali" virtuali dispo¬
nibili, da dove scaricherà, in modo auto¬
matico e in background, le informazioni
che gli vengono inviate dal "broadca-
ster". Abbiamo inventato la televisione
su Internet? Quasi, ma non proprio. Co¬
munque le applicazioni, anche andando
310
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
CNET TODAY
Kid» & Family
Technology
La prima differenza importante Com-
municator ha in realtà affidato la gestio¬
ne dei canali ad un prodotto separato,
Netcaster, attualmente rilasciato nella
sua versione beta 2, mentre IE aggiun¬
ge alla barra degli strumenti una vera e
propria antenna parabolica per la sele¬
zione dei canali. Anche come strategia
di comunicazione Commumcator punta
in modo più "soft" sui canali mentre IE
ne fa il centro della campagna. Vecchi
ricordi del Microsoft Network? Netca¬
ster consente di selezionare il canale at¬
traverso un telecomando che appare
sullo schermo, in realtà si tratta di una
applet Java. Il primo problema è legato
proprio a questo: per lanciare Netcaster
sul mio 486 DX2/66 di prova ci vogliono
4-5 minuti solo per caricare la Java Vir¬
tual Machine, poi l'applet.
Immediatamente la prima informazio¬
ne: i canali sono potenzialmente un pe¬
ricolo per la sicurezza dei propri dati: in¬
fatti si tratta di ricevere sul proprio PC,
secondo un protocollo definito, dei file
a naso, possono essere infinite: dalla
medicina alla formazione professionale,
al divertimento, alla fornitura di catalo¬
ghi, aH’aggiornamento del software.
Vedremo dunque in questa puntata
alcuni esempi di come oggi, all'alba di
questo sviluppo, Microsoft e Netscape
esplorino un campo nuovo.
Communicator ed
Internet Explorer
che possono anche contenere codice
"malizioso" o semplicemente mal scrit¬
to, il quale può fare perdere dati od altro
(fig. 1). Con questa premessa chi fa un
uso professionale o semiprofessionale
del PC non dovrebbe certo abbonarsi a
nessun canale, ma la scommessa è che
tutti amino il rischio e quindi più che al¬
tro si tratta di poter dire "te l'avevo det¬
to io...". Chissà perché questo approc¬
cio mi ricorda mia madre!
Attraverso il "telecomando" (figg. 2-
3-4) ci si abbona ad un canale, ad esem¬
pio CNN o CNET, che invieranno pagine
Web ma anche animazioni e suoni, ag¬
giornandosi ad intervalli prestabiliti. Il
contenuto quindi arriverà nel nostro PC
mentre stiamo facendo qualche altra
cosa, a patto di essere collegati, e poi
potremo vedere con calma, e soprattut¬
to senza tempi morti, il canale preferito.
I contenuti dei canali possono essere vi¬
sti sia con il browser, come se navigas¬
simo, sia sul desktop, (si chiama "Web-
top", ci mancava solo quest'altro acro¬
nimo alla collezione, sembra si parli del¬
la ragnatela di Topolino...) in modo che
le informazioni siano viste "in tempo
reale"
Mi ricordo che attorno ai 14 anni mi
fece molta impressione lo schermo gi¬
gante. piu che gigante direi enorme, che
"trasmetteva" pubblicità ed informazio¬
ni al centro di Times Square: coi canali
lo schermo del PC diventa terreno di
caccia e conquista per le informazioni,
l'entertainment e... la pubblicità. Quan¬
do lo diventerà lo specchio del bagno?
sportszone ~rJ=r_
cmfrt
Figure 2-3-4 - Ecco un
esempio della selezione
latta con Netcaster, Il si¬
mulatore del Rover.
Posso vedere II canale
in anteprima ed iscriver¬
mi. a CNET In questo
esempio. Sempre di
Web si tratta ed i tempi
sono i soliti... La stessa
cosa si la con Internet
Explorer. Per ora la gra¬
lle a è piu semplice e
l'interfaccia meno evo¬
luta. Si vede insomma
che siamo in una corsa
dove conta armare, an¬
che se non si arriva pn-
mi Non si può dire mol¬
to per adesso ad IE4.0.
vedremo nella versione
finale, certo è che crea¬
re un canale per IE4.0 è
davvero semplice...
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
311
N
m cleome
Figura 5 - Il benvenuto
di Netscape usa in mo¬
do esteso le nuove ca¬
ratteristiche dei layer di
Communlcator 4.0.
Merita una visita, non
voglio dirvi nulla per non
rovinarvi la sorpresa .
Allo stesso modo agisce Internet Ex¬
plorer, con la differenza che l'interfaccia
Web del desktop è proprio prevista
nell'installazione di default e quindi i ca¬
nali appaiono immediatamente. La tec¬
nologia si basa sul CDF, Channel Defini-
tion Format, semplice da implementare
realizzando dei file di testo che "dichia¬
rano" quali pagine Web costituiscono il
canale. Insomma lo sviluppatore crea
uno script che definisce il canale, si ri¬
ceve il file ed ecco che da quel momen¬
to si parte...
Attualmente abbiamo la promessa
che il formato CDF e Netcaster (che
usa JavaScript 1.2) saranno compatibili,
D
ma il problema è
sempre il solito: per
visualizzare anima¬
zioni ed oggetti vari
bisogna dare fondo
alle caratteristiche
"multimediali" del
browser e la com¬
patibilità in questo
senso è sempre
molto teorica.
Siamo rimasti tutti stupiti dalla prima
presentazione di Internet Explorer in
Europa, fatta a Londra: animazioni di po¬
chi KB e grandi effetti, sfondi, suoni,
movimenti, insomma una vera presen¬
tazione PowerPoint o simili; ed invece
in realtà era fatta completamente con le
nuove caratteristiche di Internet Explo¬
rer 4.0. Ma alla domanda "quanti di
questi effetti saranno disponibili per
Mac, Unix, Windows 3.1?", la risposta
ha ridotto molto l'effetto della presenta¬
zione “...si tratta di controlli ActiveX in¬
clusi nel browser, alcuni ci saranno an-
Figura 6-7 Marimba e Castanet, due diverse
soluzioni tecnologiche
per l'uso dei canali.
che su Mac altri no. Non sappiamo
esattamente quali sarà possibile imple¬
mentare, ma faremo il massimo dello
sforzo ... ",
Insomma siamo per adesso ben lon¬
tani dallo standard. Per ora dunque l'uti¬
lizzo più portabile è solo quello della di¬
stribuzione di pagine Web standard in
abbonamento; in effetti tutti i tecnici
con cui ho parlato dei canali mi hanno
fatto lo stesso commento: si tratta per
ora in sostanza di un modo di costruire
un pacchetto di pagine Web da distri¬
buire automaticamente, ma in futuro...
Ma torniamo all'uso dei browser. Net¬
caster è più lento di IE, basandosi su
Java, ma più avanzato nello sviluppo, al¬
meno per le versioni beta attualmente
in circolazione. Detto cosi sembra sem¬
plice, ma una delle maggiori opposizioni
fatte dagli sviluppatori è molto più inte¬
ressante: oggi il traffico sulla rete è re¬
golato dal tempo (e dalla voglia) che si
ha di navigare. Se tutti si iscrivono ai ca¬
nali e. magari alle stesse ore, decidono
di collegarsi al nostro sito, che succe¬
de? Un traffico immenso, concentrato
nelle stesse ore, traffico che non è solo
delle informazioni "buone", quelle che
interessano, ma di tutto il contenuto del
canale, sicuramente maggiore. Si ri¬
schiano picchi che il server o la banda
passante potrebbero non sopportare.
Come fare?
Certamente la tecnologia push au¬
menta il traffico perché in moltissimi
centri universitari, uffici, ecc., connessi
ad Internet diventa molto facile iscriver¬
si magari ad una diecina di canali; natu-
*b*ibtoU**
Eventi»
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Torma Jafan. 4
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Marrou frat .
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Serious Push
312
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
■.«l.w.k
Talmente finirà che se ne vedranno due
o tre, ma nel frattempo saranno comun¬
que stati ricevuti vari megabyte di im¬
magini ed animazioni che non saranno
mai visti. Inoltre come si fa a capire co¬
sa è stato interessante o preferito? Nel
Web gli strumenti di analisi sono raffi¬
natissimi ma con i canali...
Per ora è presto per parlare di conte¬
nuti, siamo ancora in un periodo dimo¬
strativo, ma certamente fino a quando
mi connetterò ad Internet con la linea
telefonica commutata farò un uso
mooolto parco dei canali di IE e Com-
municator.
E gli altri?
Gli altri... usano UDP! In effetti oltre
alla tecnologia "standard" del Web esi¬
ste un altro approccio, dove si usa un
protocollo proprietario "appoggiato" sul
TCP ed l'UOP (User Datagram Protocol,
quello usato da Quake e molti altri per
giocare in rete su Internet, da ICQ per il
Chat...). Si possono definire prodotti
"server push" a differenza dei "Client
push" che invece non richiedono che il
server invii alcunché, ma deve essere
l'utente a dire quando vuole ricevere le
informazioni indicando orario di collega¬
mento, ecc. Insomma più che un push
di tratta di un pulì, il browser si "tira"
dal server quello che gli serve, ad orari
e secondo i modi stabiliti.
Backweb 2.0 della BackWeb Techno¬
logies e Ca-
stanet di Marimba http://www.manm-
ba.com (figg, 6-7) usano questa tecno¬
logia. La differenza è importante, tanto
che Backweb si presenta come "The
serious push technology”, la tecnologia
push seria!
In realtà è probabilmente vero, sia per
Netscape che per IE4.0 si tratta di utiliz¬
zare un processo automatico di naviga¬
zione, che metta nella cache le pagine
Web, le applet, eccetera. Vi ricordate gli
agenti intelligenti quali Net Attaché di
cui avevamo parlato alcuni mesi fa, od i
vari programmi di "cattura" dei siti?
Questo è in sostanza quello che si fa,
con una interfaccia molto sofisticata ed
elegante, e finalizzata in particolare a
settori che vengono definiti da chi rea¬
lizza il Web. Con Castanet o Marimba il
discorso è più complesso e, forse, più
sofisticato. Comunque anche una tec¬
nologia push "vera” è prevista sia per
IE che per Communicator. Nelle illustra¬
zioni il funzionamento di Backweb (figg.
8 - 11 ).
Backweb usa degli infopack per tra-
Fìgura 8 - All'installazio¬
ne. dopo aver ricevuto
circa 2 MB di program¬
ma, appare una finestra
con alcuni canali prein¬
stallati. Semplicissimo
selezionare l'elenco dei
canali, si apre la finestra
del browser.
All InloPaks
Figura 9 - Ecco l'elen¬
co, come vedete si
tratta di un elenco
molto nutrito, torse più
di quelli dei concor¬
renti famosi Basta se¬
lezionare un canale ed
avviene la sottoscrizio¬
ne.
sferire le informazioni dei cana¬
li, monitorizzando l'uso che vie¬
ne fatto della rete e trasferen¬
do le informazioni quando que¬
sta è meno utilizzata. Natural¬
mente, e questo è logico, non
ha bisogno necessariamente di
un browser per funzionare. Ca¬
stanet è probabilmente la solu¬
zione ideale per canali Java,
fornendo una serie di tool per
sviluppare e "spingere" pre¬
sentazioni realizzate in Java.
Se si trattasse solo di applet e
di pagine Web, IE o Communi¬
cator sarebbero sufficienti: ma
se volete realizzare, distribuire,
assistere ed aggiornare appli¬
cazioni Java, allora Castanet è
lo stato dell'arte.
La “spinta”
di DELL
La Dell Computer sta per
spingere la vendita diretta dei
propri sistemi ed altro nel vo¬
stro PC: in questi giorni ha an¬
nunciato che ogni computer
venduto verrà configurato per
l'accesso al canale DELL, per
portare direttamente a casa vo¬
stra gli upgrade del software
(driver, nuove utility, ecc.) ma
anche prodotti ad hoc. In parti¬
colare gli aggiornamenti dei pro¬
dotti DELL ma, forse, anche al¬
tro. "Noi conosciamo i nostri
clienti, sappiamo cosa vogliono.
Ora abbiamo un sistema velo¬
ce, economico per raggiunger¬
li", ha dichiarato Bill Morris,
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
313
Figure 10-11 - Ma arri¬
vano sullo schermo an¬
che gli annunci: ecco
che ricevo l'inlormazio-
ne del nuovo canale di
Informazioni di IE4.0
Selezionato, ed ecco
che arriva la sottoscri¬
zione ed I ringrazia¬
menti. ,.
n w ’ w ~' “Jimcii
web site
THANK YOU
for subscnbing to thè
Microsoft Internet Explorer 4.0 Presirw Chaiuiel
IlOW lo uso
Now that you have subscnbed to thè channel, thè software and/or
Information that you have requested will be automalically ddivered
to you transparently while you are online When thè software
and/or information amves, you will be notified by a "Flash" sirrular
to this one
$
Enjoy this Service and your new browser!
senior online marketing manager di
gna tener presente che la vendita on-li-
ne di Dell lanciata nel giugno 1996 ha
raggiunto I 730 milioni di dollari, e nei
prossimi 6 anni prevedono di vendere
on-line la metà del loro fatturato che og¬
gi è di 7.8 miliardi di dollari, Non hanno
ancora rivelato i contenuti del canale,
ma servizio e supporto prodotti saranno
il centro, anche se ci sarà una attenzio¬
ne particolare per evitare che questo
venga vissuto come "intrusivo". "Si
tratta di dirigere l’attenzione del consu¬
matore sui prodotti ed i servizi correlati
al prodotto che ha. in modo da massi¬
mizzare il ritorno da parte di ogni singo¬
lo consumatore. Potremo aver la possi¬
bilità non solo di vendere gli upgrade
del software ma anche di avere un nuo¬
vo canale per ogni software, servizio o
periferica che il cliente vorrà", (Tim
Sloane. direttore dell'infrastruttura In¬
ternet del gruppo Aberdeen)
inno //www aoercieen cglin Steve
Brehaut, senior product manager della
Toshiba Fritto //www.toshiba comi ha
detto che inizieranno un canale al rila¬
scio di IE 4.0 e che questi sistemi arri¬
veranno dalla primavera '98, mentre
Dell che costruisce i computer all'ordi¬
ne prevede di iniziare dal 30 settembre.
PointCast Network lnc.( http://www.
nointcast.com) è stato uno dei primi ad
"inventare" un client dedicato alla tec¬
nologia push, ed è uno dei partner di
Microsoft nello sviluppo del formato
CDF (Channel Definition Format). Apple
Computer, Compaq, Gateway 2000 ed
IBM prevedono di fornire i propri siste¬
mi con un Client PointCast, probabil¬
mente personalizzato ad hoc.
Secondo Dell sarà possibile in questo
modo offrire un servizio di assistenza al
singolo cliente dello stesso livello di quel¬
lo offerto alla grossa azienda, mettendo
ad esempio a disposizione il loro databa¬
se dell'help desk di 35.000 pagine.
In Germania è stato annunciato dalla
Burda Medien GmbPI un servizio di me¬
dicina on-line via push. Si tratta di
espandere un servizio che ha attual¬
mente fatturato solo in pubblicità oltre 2
milioni di dollari nel 1997, rivolto ai me¬
dici, che offre notizie, database, forum,
gratuitamente, in cambio della pubbli¬
cità. IhttDV/www.hos.del Per vedere co¬
sa fa qualcuno di meno famoso potete
fare una visita a downtown http.//
Iwww inrommon noni
Fuori dal coro
Ma davvero tutti pensano che i canali
siano buoni, utili, anzi indispensabili?
Raphael Needleman, editor di CNET,
una delle più famose riviste on-line, fa
alcune osservazioni molto interessanti.
Prendiamo il bilancio PC-banda di rete
un utente casalingo od una piccola
azienda può avere un Pentium II a 233
MHz con 32 MB di RAM ma probabil¬
mente si collegherà ad Internet a 28,8
KB al secondo, se è fortunato usa una
128 KB unendo due canali ISDN I com¬
puter nelle aziende usano almeno una
banda di 10 Mbps, che significa 350
volte il flusso di dati di un modem a
28.8 Kbps.
Attualmente chi disegna canali push
tende a pensare che il download in
background equivalga a banda infinita;
in effetti è un dato di fatto che quando
si passa da siti anche "economici" a ca¬
nali dello stesso sito il contenuto sem¬
bra aver perso l'economicità, proprio in
virtù del ragionamento "tanto è in back¬
ground Anche se teoricamente
sembrerebbe avere senso il processo in
background stesso consuma una certa
quantità di risorse, spesso molte. Pro¬
vate ad iscrivervi ad un certo numero di
canali Netcaster ed a lasciarlo aperto:
capirete immediatamente cosa signifi¬
ca. Inoltre altri problemi sono legati al
contenuto del canale; ABCnews ad
esempio contiene moltissimo Java¬
Script, molta grafica, applet Una volta
avviato, un Pentium 200 sembra un
vecchio 486 DX2. Sembra assurdo ma
navigare nei canali di Netcaster dopo
averli ricevuti è molto più lento che ve¬
dere in linea gli stessi siti! Sembra che
oggi più i canali sono orientati al singolo
e più c'è da ricevere, con una tendenza
generale a renderli simili alla TV Ma a
28.8 non sembra funzionare..
Certamente il contenuto del canale
deve essere adeguato al pubblico ma il
mezzo detta i modi in cui il contenuto
deve essere presentato. I disegnatori di
Web ovviamente hanno un occhio sui
nuovi modem, Internet via satellite, ma
sembra stiano ignorando la tecnologia
di oggi. i"®
314
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Caldera
OpenLinux
http://tvtvw.cofcix.it
Roma: 00/58201302
Ma sono
gli esperti di
ISDN !
SEDLBAUER
DOax
128
a cura di Corrado Giustozzi
La storia dell'HTML
La storia dell’informatica è una materia affascinante e divertente, di sicuro
impatto, ma con una curiosa caratteristica: è molto breve. Solo pochi anni fa mi
“divertivo” a programmare con il mio Spectrum espanso addirittura a 48K (ancora
maledico il giorno in cui l’ho venduto...) eppure mi sembra che sia passato un
secolo. Ciò è ancor più vero per Internet e l’HTML. La prima idea di World Wide
Web è solo del 1990 e la prima versione dell’HTML del 1991. Da allora se n’è fatta
di strada! Quello che era nato come un sistema di comunicazione tra università o
scienziati si è evoluto sino a divenire praticamente indispensabile alla vita di tutti i
giorni. Su Internet decidiamo che film andare a vedere al cinema, che auto
acquistare o quale tesi sviluppare per la nostra laurea. Ma il tragitto non è stato
facile: bozze, standard, raccomandazioni e fallimenti. Ecco l’affascinate storia di
un linguaggio che ha, almeno in parte, cambiato il modo di vivere e di pensare del
nostro mondo.
di Giuliano Boschi
Questa rubrica è giunta ormai all'inizio
del suo terzo anno di vita. Per festeg¬
giare degnamente questo anniversario
non c'è nulla di meglio che un "ritorno
alle origini" dell’HTML (Hypertext
Markup Languagel per raccontarne la
breve ma feconda storia, dai primi ten¬
tativi sino alla più recente versione 4.0.
I primi passi
I primi utilizzatori di Internet (o se pre¬
ferite Arpanet) furono i militari e le co¬
munità scientifiche. Nata in ambiente
Unix e ad esso indissolubilmente lega¬
ta, la "rete delle reti" non poteva spe¬
rare in un vasto sviluppo principalmen¬
te per due motivi. Per prima cosa i
computer di ambiente Unix, per il loro
costo e per la loro struttura, erano di
quasi totale appannaggio di università o
grosse aziende e pensare che un priva¬
to potesse averne uno dentro casa ra¬
sentava quasi l'impossibile. Altro limite
era dato dalle difficoltà di connessione.
II software che permetteva il collega¬
mento era decisamente complesso.
Essendo di solito utilizzato da persone
che si occupavano professionalmente
di informatica, gli sviluppatori non si po¬
nevano il problema di facilitarne l'utiliz¬
zo. In pratica, per collegarsi ad Internet
serviva una laurea in ingegneria infor¬
matica o poco meno.
Ma come sempre succede qualcuno di¬
mostrò di avere una vista più acuta di
altri ed incominciò a pensare, per prima
cosa, ad un sistema di comunicazione
che permettesse ad un computer di
colloquiare con un altro di struttura to¬
talmente diversa. Adesso la cosa ci
sembra normale, ma allora solo pensa¬
re che uno Unix potesse trasferire dei
dati verso un Mac era un'idea fanta¬
scientifica.
Nel 1986 fu cosi rilasciato un nuovo
standard ISO, USO 8879, con l'obietti¬
vo di essere utilizzabile con tutte le
piattaforme esistenti. Questo linguag¬
gio chiamato SGML (Standard Genera-
lized Markup Languagel fu il primo pas¬
so verso l’HTML e quindi la comunica¬
zione globale.
Il World Wide Web
Probabilmente il nome di Tim Berners-
Lee non vi dice nulla, non è un discen¬
dente del generale Lee e neanche un
produttore di jeans. Eppure noi tutti inter¬
nauti gli dobbiamo davvero tanto: è l'in¬
ventore dell’HTML Nel 1989 Tim Ber-
ners-Lee presentò la proposta per la rea¬
lizzazione di documenti ipertestuali da
usarsi all'interno della comunità del
CERN II problema principale del CERN,
la cui sede si trova nei pressi di Ginevra,
era quello di comprendere una nutrita co¬
munità di studiosi e soprattutto di essere
soggetto ad un rilevante turnover. Da qui
la necessità di comunicare con migliaia di
persone sparse su tutta la superficie del
globo. Lo scambio di informazioni scienti¬
fiche è infatti alla base dell’accelerazione
dei progressi raggiunti negli ultimi decen¬
ni. Per poter mantenere questi contatti
era, ed è indispensabile, che le notizie e
le informazioni viaggiassero con la stessa
velocità delle idee, cioè quasi in tempo
reale. Lo scienziato che lavorava per un
anno al CERN indubbiamente contribuiva
316
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
—
u/zr WORU Wide Web
Leading thè Evolution of lite Web...
\v>y p»i>u.h» EaMc Jftjin or UDII, - i »
•mMtlfa i .»» ». UrrmmrrjUr uic
. n* melma
Figura I - Il W3C
IWorld Wide Web
Consortiuml è l'organo
deputato a tutte le co-
ditiche riguardanti il
WWW. compreso
l'HTML. Si occupano
di problemi tecnici e
non sono certo dei
grafici . Lo scarno sito
ne 6 la dimostrazione '
alla crescita del
sapere scientifico,
ma se questo
avesse avuto la
possibilità di tra¬
scorrervi un tem¬
po maggiore la
sua ricerca avreb¬
be dato risultati
ancora più positi¬
vi, Questo non era materialmente possi¬
bile (il turnover è comunque indispensa¬
bile per far fare esperienza al maggior nu¬
mero possibile di persone), era invece
possibile lo scambio continuo delle infor¬
mazioni in modo che, chi avesse lavorato
ad un progetto nel CERN, poteva conti¬
nuare a sviluppare le sue idee presso i
vari laboratori sparsi per il mondo. Per
realizzare ciò serviva uno strumento che
permettesse lo scambio di dati anche tra
chi disponeva di computer diversi tra di
loro. Questo strumento in parte già c'era
(Internet) in parte si deve alla lungimiran¬
za di Tim Berners-Lee. Le linee guida di
questo sistema, che lo stesso Berners-
Lee chiamò piu tardi World Wide Web
(WWW), furono codificate nell'ottobre
1990 ed in sintesi erano: indipendenza
dalla piattaforma del computer: possibi¬
lità di avere e dare informazioni, "traspor¬
to" meccanico delle notizie attraverso
cavi di connessione (in seguito evoluto
nell’HTTP); identificazione di uno schema
che permettesse l'utilizzo di indirizzi e la
possibilità di indicizzare documenti: un
linguaggio che consentisse l'utilizzo di
documenti ipertestuali. Quest'ultima indi¬
cazione, anche se inizialmente non era
inserita nelle codifiche, si è rivelata esse¬
re la naturale evoluzione dei punti prece¬
denti.
Lo sviluppo dell’HTML
Barners-Lee sviluppò e definì il linguag¬
gio HTML, progettato con l'utilizzo
delI'SGML, dall'ottobre al novembre
1990, con il parallelo sviluppo del primo
Thi» le en CI»r*XM»TAl. vacale*» •» HTMI tcode r.M»«d Coufii) Wiat
nu*il inw Ì.X U ald «Mppoft (or •»!« by IM *m«l e*». includi*»*
atyla a**••«-•, ernpting. ti»a eb]»cc u«, incarnati anali taclen and
• a «canalone Ce Iona, riva liana taf a nll piokably b a addad
enea a* bava ta aytaad definìClan (ec tAan.
bratti Vedileaday IS-JuXy**
Autieri bava Kayfatt «4*rM.at|»
Ttue ta IWJ1C7 ro C1UBU. pandi n* linai approvai by eanbat
a 19 am la (lana af tha Varld Vida Vab Cenaertiiea.
1 17*40712//»*
Typtcal oaaya:
Web browser. Que¬
sto browser, inizial¬
mente, operava so¬
lo su stazioni NeXT
e elaborava solo file
di testo. Era comun¬
que l'inizio del__
World Wide Web.
Le specifiche del
WWW, compreso l’HTML furono codifi¬
cate nell'estate del 1991. La fase succes¬
siva fu quella di proporre, introdurre e far
accettare alla comunità di Internet questo
nuovo e rivoluzionario sistema di comuni¬
cazione. Ciò non fu facile. Internet a quel
tempo era in effetti utilizzato da poche
persone che godevano, rispetto agli altri,
di un privilegio dato dalla possibilità di
condividere e scambiarsi informazioni. In
un certo senso si sentivano (e forse lo
erano) degli eletti. Qualsiasi fatto atto a
cambiare questo privilegio indubbiamen¬
te non faceva loro piacere e la sola idea
che milioni di persone affollassero la rete
era in effetti, per gli utilizzatori di allora,
un incubo. Pensate di essere a mollo in
un'enorme piscina sotto il cocente solo di
agosto, di galleggiare su di un materassi-
no con in mano un bicchiere di birra gela¬
ta e di trovarvi improvvisamente in un po¬
sto cosi affollato da non potere avere
•tic »wm i.p.ii
Figura 2 - Ecco come
veniva presentata la
prima bozza dell'HTML
32 lo "Cougar" se pre¬
ferite! Da notare la fra¬
se che indica tale bozza
come provvisoria e
soggetta a modifiche e
variazioni
neanche la possi¬
bilità di muovervi.
Non sareste un
tantinello sospet¬
tosi anche voi?
Comunque fu re¬
sa disponibile, per
i programmatori,
una libreria di codici da utilizzare nel pro¬
getto di nuovi software specifici per il
WWW che ne facilitassero l'accesso e. di
conseguenza, la diffusione. Subito una
grande varietà di browser furono svilup¬
pati e resi disponibili praticamente per
ogni piattaforma (PC, Unix, Mac, ecc..,).
Ma. già mentre nascevano i primi brow¬
ser, l'HTML si stava dimostrando si utile
ed importante, ma anche insufficiente a
gestire le esigenze e le necessità di uten¬
ti sempre più esigenti. Inoltre i produttori
di browser avevano preso la cattiva abitu¬
dine (purtroppo ancora oggi palla al piede
livelli” dell’HTML
Nel 1994 venne codificata questa tabella che assegnava ad ogni browser un valore in livel¬
li. corrispondente alle estensioni HTML che supportava. In seguito questa tabella è andata
in disuso ed ora. molto empiricamente, si definisce un browser a seconda della versione
HTML che riconosce.
Livello 0
Livello minimo che ogni browser deve implementare. Sono incluse tutti i principali coman¬
di come gli heading. le liste, i collegamenti ipertestuali, ecc...
Livello 1
Include tutto quanto presente nel livello 0 a cui si aggiungono le funzioni riguardanti l'inse¬
rimento di immagini nel documento, le "enfatizzazioni" dei testi (bold, italico, ecc.).
Livello 2
A quanto già detto si aggiungono i form. Nel 1994 questa funzione non era ancora stata
codificata e in effetti nessun browser raggiungeva il livello 2.
Livello 3
Includeva comandi a quel tempo esistenti solo nella mente dei progettisti come ad esem¬
pio le table
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
317
■;r^ryu:jìi
! t t u —<h*
daL
ZÌE
W3C0
l’roji'i-l: Cougar
Wfi nnl »rrtìon af IfTML
Coluto co* im f* WJCworit '.o to uro »m»« << HTML Tìu u bar* <VwV>pe4 hy to WJC HTML W<*k«,
Gfouf'. »feh ncbdei AMf. Hrwlrfl f'«t« J IBM. U«k^ CnnwMi Non* SoBQuad.
■xl Sud Maiomtrmi
WWi w* uà t onju'
Cercar bulla uf-» |<n >ii w rt oo W1C* 1 K*c omnw&l**® (•« HTML ? 2 Ar»« to ram» « uatntfy urnVr
kiuirt «r* nrkImu «ad «"*#" <fc«i«nn»i 0* «»*kv I» !**-• la t» (hatgtd IrcjrT» «u *>r»«n 6«nri «4
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W3C a drrrkf«g • »«» loftot*«r 4 ,y<.«h Ux n
n u cmcatff franar «n* Ih» LIHF. mrl
META fintai Tira nrw wihnmi u Wr.Vl lo «di* 0* H to* i*U JaU ti frifUui objKfe lo aarkadr
wlm ubon deserto, 0 * !« * «*»> «xl irUfr«uhfu «■< ttot tra*,, md «a irfeUy «torta *r rana dMt uh <^ui
ifton TH. Mirra u too.to**4 betwe*» to'.: W Wcri*, C*«* ««to’ ! ' Col» carni ' W«>m
Group
Pukli.brd Draftt kriug « en wafer ed (or t.«fw
4 *
Figura 3- Se iioi qual¬
cuno avesse dei dub¬
bi su cosa sia "Cou¬
gar" ecco una pagina
di spiegazione Inte¬
ressante è l'indicazio¬
ne del gruppo di lavo¬
ro su questa nuova
versione dell'HTML
che comprende an¬
che Microsoft e Net¬
scape.
-i 'fa*—*, -
HJ3
a late!*
W5C
HTML40-970708
HTML 4.0 Specilìcation
WC Utokrag l*r»§ §-Jml^l99'
Abstract
Tira if-erto «x« deferì to HypnTrB M«k\? Lwgiug* iHTML*. mi>« 4 0. to pulito, Un^u*- * to Wortd Wide
W tb In «ddta* lo to ira. rnutamrto. «vi hyperMc frenati ci to («rwioui vrrrrant ef HTML. HTML 4 0 Nppuftj mutr
màtor-kt <p«<xu. urxbr, languenti. r»vW torti. hrO« (amane Ut Alari «vi dorumrtto fluì me rtytr Min olir lo tu ni
•Uh toaltors HTML 4 0 dio Ukn girai rtndri t-.warli to rtrmaHooaÉttabo« ci dooanerli. wtìh to r>d of roto, to
Web trolv World Wrk
Status of Ibis documriil
Timi a a W1C W.rtiy Vnè fve inr» !f W3C mentori «vi tot «errate 4 partei boa Adi documea and may b*
■folate d. arpia, td or oUolrtrd by tot bevaci* « a*y ime It u auppropnair lo un WJC Work*, LfaAi m rrinm.»
et lo ttr totn ai tot dui. *w**k n Timi « «rock « pogrrn and tori mai raply mdainund by. «* to
ni ntoi W3C or untori otto ITTML wiaka,
Figura 4 - Cd ecco l'ultimo documento ulficiale del W3C. la bozza di proposta
della versione 4.0 dell'HTML Anche qui viene latto notare lo stato di "work
in progress" del documento. Tra quanto illustralo nelle prime frasi Timple¬
mentazione,, di indubbio valore sociale, di comandi che facilitano l'utilizzo del
WWW ai disabili.
di tutti i progettisti
di pagine WWW)
di sviluppare nuovi
comandi HTML
non standardizzati
e codificati da Bar-
ners-Lee. In prati¬
ca l'HTML, cosi
come era cono¬
sciuto allora, non
era utilizzabile. Era giunto il momento di
pensare alla versione 2.0.
HTML 2.0
Prima di definire la versione 2.0, furono
fatti vari tentativi per codificare definitiva¬
mente il linguaggio. Ciò avvenne, nean¬
che a dirlo, attraverso le mailing list e
newsgroup di allora permettendo ad
utenti di tutto il mondo di partecipare fat¬
tivamente all'implementazione della nuo¬
va versione. L'idea di HTML si era molto
evoluta dalla prima bozza presentata da
Berners-Lee e, per la codifica della ver¬
sione 2.0, oltre a Tim si aggiunsero Dan
Connolly e Karen Muldrow Dan Connolly
pubblicò una bozza della versione 2.0
nell'aprile del 1994, ampliando ed elabo¬
rando il lavoro compiuto da Tim Berners-
Lee. Questa bozza iniziale fu ulteriormen¬
te riscritta e sviluppata da Karen Muldrow
nel luglio 1994 e successivamente pre¬
sentata come proposta ufficiale per
l'HTML 2.0. Un gruppo apposito di lavoro
fu creato per verificare e ratificare i pro¬
cessi contenuti nel documento. La propo¬
sta fu ridefinita in un "Internet Draft". Un
Internet Draft è rilasciato dalla Internet
Engineering Task Force (IETF). Un do¬
cumento di questo tipo esiste solo come
fonte di discussione, non è e non vuole
essere un documento ufficiale. Resta va¬
lido per sei mesi e può essere aggiorna¬
to, sostituito o cancellato in toto o in alcu¬
ne delle sue parti. In pratica non può es¬
sere utilizzato come base per progettare
un browser II gruppo di lavoro, sempre
nel 1994, decise anche che i comandi
La Timeline dell’HTML
ottobre/dicembre 1990 - Tim Berners-Lee crea un linguaggio che da il via al programma
WWW (World Wide Web)
estate 1991 - Su Internet vengono rilasciate le prime specifiche per l'HTML.
giugno 1993 - Viene rilasciata una bozza per l'HTML 1 0.
aprile 1994 - Dan Connolly pubblica un documento di partenza intitolato "HTML 2.0",
luglio 1994 - Viene rilasciata da Karen Muldrow una bozza dell'HTML 2.0.
febbraio 1995 - Si pubblica un documento contenente gli standard HTML 2.0
22 settembre 1995- L'HTML 2.0 (RFC 1866) viene approvato e proposto come standard.
novembre 1993 - E’ reso pubblico un documento sull'HTML+.
marzo 1995 - Viene pubblicata la bozza di proposta dell’HTML 3.0.
settembre 1995 - Scade la bozza di proposta dell'HTML 3.0.
5 maggio 1996 - Pubblicazione della bozza dell'HTML 3.2.
14 gennaio 1997 - L'HTML 3.2 viene raccomandato dal W3C
luglio 1996 - Pubblicazione sul sito Internet del W3C dello sperimentale "Cougar" DTD.
aprile 1997 - Il "Cougar" viene ulteriormente ampliato, anche se continua a definirsi spen-
mentale
8 luglio 1997 - Viene pubblicata dal W3C la bozza dell'HTML 4.0.
HTML doveva essere divisi in livelli. Ciò
serviva per poter definire l'efficacia di un
browser rispetto all'intera struttura
HTML. Nel box 1 potete trovare la divisio¬
ne proposta. In seguito ciò fu superato e
la capacità dei browser di interpretare
l’HTML fu legata al numero stesso della
versione dell'HTML.
La versione definitiva dell'HTML 2.0 è
stata ratificata il 22 settembre 1995. In
effetti, già in quella data, la maggior parte
dei browser supportavano gli standard da
lei definiti. Con la 2.0 (la prima versione
HTML effettivamente utilizzabile) inizia il
boom di Internet.
HTML+ e HTML 3.0
Discussioni e scambi di opinioni su que¬
sto linguaggio ipertestuale non si sopiro¬
no certo con l’uscita della versione 2.0.
In particolare Dave Raggett scrisse e di¬
stribuì un documento in cui inseri molti
comandi che in seguito sarebbero stati
fatti propri dall'HTML 3.0. Raggett
chiamò questa sua fatica HTML+ defi¬
nendola come ", un superset di coman¬
di HTML". L'HTML+ non vide mai la lu¬
ce del sole ma si evolse nell'HTML 3.0
L'HTML 3.0 introduceva delle innovazio¬
ni importanti rispetto alla versione prece¬
dente come le tabelle, la possibilità di in¬
serire del testo intorno alle figure o la
possibilità di realizzare formule matema¬
tiche anche complesse. Risultava total¬
mente compatibile con documenti in for¬
mato 2.0, ma le differenze tra le due ver¬
sioni erano cosi tante da rendere poco
gestibile e particolarmente pesante la
standardizzazione delle proposte. Cosi
anche l'HTML 3,0 non venne mai ufficia¬
lizzato, anche se molti produttori di
browser implementarono, a modo loro,
alcune delle sue proposte.
318
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
La rete è una severa maestra
Il sito perfetto probabilmente non esiste, ma per imparare qualcosa
non è necessario visitare solo pagine esenti da errori. Basta cogliere
gli elementi validi presenti in un sito e, interpretandoli, trasferirli su
quello di nostra produzio ne. Un esempio ci viene dal sito della Shell
lihttpv/www.shell.comfl un sito non perfetto e ormai in parte datato,
ma con delle idee simpatiche ed originali che denotano una precisa
progettualità. E' infatti questo l'argomento della "lezione" di oggi. Il
buon progettista di siti è contemporaneamente architetto ed inge¬
gnere, strutturista e designer, analista e operaio. Troppo complicato?
No, basta utilizzare una delle periferiche di cui noi tutti siamo dotati
lanche se a dire il vero qualcuno spesso disconnette): il cervello.
Veniamo alla Home Page del sito Shell. Shell in inglese vuol dire con¬
chiglia e le conchiglie, insieme ad altri ammali marmi, sono utilizzati
come "interfaccia utente" per la navigazione del sito. In prima pagina
non poteva che essere presente lo stemma della società contornata
da quelle che sembrano delle perle colorate. Qui sta la parte piu ori¬
ginale del sito La conchiglia, come è evidenziato nella figura, e con¬
tornata da due "giri" di perle. Quello esterno presenta perle di di¬
mensioni maggiori rispetto a quello interno. Ciò permette di identifi¬
care le parti del sito che, a giudizio dei progettisti, sono di nlevanza
principale.
Questo sistema, semplice ed essenziale, consente di definire un
menu complesso (nel senso delle molte opzioni fornite), ma di im¬
mediata comprensione, in poco spazio e con una grafica decisamen¬
te piacevole.
Le perle sono raccordate tra loro con archi di cerchi e “tendono” ver¬
so il centro della conchiglia attraverso delle linee rette a simboleggiare
una comunicazione attiva tra la società e il lettore/navigatore Internet.
Dicevo anche della grafica gradevole La conchiglia è coperta da una
velina trasparente che ne impreziosisce i contorni e che tende ad evi¬
denziare le perle rispetto alla conchiglia stessa L'idea di base è sicu¬
ramente giusta; la conchiglia, anche se rappresenta l'idea stessa del¬
la "Shell", è messa in secondo piano (ma pur sempre presente) ri¬
spetto a ciò che veramente interessa all'utente ossia il titolo dei capi¬
toli che può navigare. Per evitare che l'immagine pesasse molto,
questa è stata comunque molto compressa facendone scadere la
qualità.
Sulla fascia blu a sinistra della pagina sono presenti altri bottoni, iden¬
tificati da altre perle più grandi e di colore più marcato Questi colon
vivaci stonano con gli altri presenti nella pagina, facendo perdere alla
pagina stessa quella eleganza e quella raffinatezza che si era guada¬
gnata con l’immagine centrale.
Altra cosa poco gradevole è la fascia blu orizzontale che si trova sot¬
to l’immagine centrale e che mostra lo scorrere di un messaggio
contenente la quotazione (presumo in tempo reale) delle azioni del
gruppo. Ma era proprio necessario inserire tale informazione o co¬
munque inserirla proprio li? Non poteva essere utilizzato un riquadro
bianco, quindi invisibile, in cui far scorrere un testo nero? Mi viene
quasi il dubbio che chi ha inserito il riquadro blu non sia la stessa per¬
sona che ha progettato la delicata immagine della conchiglia Oppu¬
re, cosa più probabile, l’elemento blu è stato fatto inserire dal com¬
mittente senza ascoltare i consigli del progettista del sito. D'altronde
Figura 8 - Ecco la "stella manna" di cui si parla nell'articolo L'idea è simpati¬
ca e stuzzicante Ma se avessimo bisogno di inserire un altro capitolo come
tacciamo ? Forse si può sostituire alla stella marma un polipo, ma non credo
che sia una buona immagine per la societè 1
KW, P,
lui paga, lui decide
A seguire, sulla stessa pagina, è presente una guida al sito con la
spiegazione dei contenuti di ogni capitolo. Un servizio utile che per¬
mette all’utente di decidere, sin dalla sua prima visita, quali sono le
pagine che più lo interessano.
Passiamo ora alle pagine di li¬
vello 2 cuccando sulla "perla"
che dice "How this site
works". L'ambiente resta mari¬
no, ma si passa da una conchi¬
glia a una stella marina Lo stile
e lo stesso. Questa volta, però,
i successivi sottomenu sono
presenti ognuno su di un brac¬
cio della stella marma, idea cari¬
na, ma se il cliente decide di
aggiungere un argomento cosa
facciamo? Forse esiste una
stella marma a sei braccia, ma,
da inesperto di ammali acquati¬
ci, non ne sono a conoscenza.
Forse potrà sembrare una bat¬
tuta. e in parte lo è, comunque
bisogna sempre pensare ad un
sito come ad un qualcosa in
evoluzione e. anche quando
sembra impossibile, c’è sem¬
pre la possibilità di dover ag¬
giungere pagine o argomenti a
quanto già pubblicato. Se ciò
accadesse in questa pagina
avremmo dei seri problemi,
Per il resto il sito è tutto qui. in¬
tendiamoci. vi sono "tonnella¬
te" di notizie che lo rendono in¬
teressante agli addetti del set¬
tore. ma non vi sono pratica-
mente foto o immagini se non
quelle inerenti la navigazione
del sito, sinceramente mi
aspettavo qualcosa di più
Come avete potuto vedere, se
analizzato con l’ottica giusta, un
sito può insegnarci molto, su
cosa fare e soprattutto cosa
non fare. Ceno rimane il gusto personale, alcuni ad esempio posso¬
no non condividere i miei giudizi su questo sito, l’importante è navi¬
gare con gli occhi (e il cervello) ben aperti. Philippe Guillanton. diret¬
tore di Yahoo, in un’intervista alla domanda su quali fossero i suoi siti
favoriti ha detto: "Quelli italiani sono quelli che mi piacciono di più.
Un insieme ben miscelato di gusto ed entusiasmo”. Noi faremo di
tutto per non smentirlo
Figura 9 - Ancora una pagina dal sito Shell, ed intatti ancora una conchiglia
contraddistingue la scelta dei sottomenu La simbologia 6 ben studiata Le
opzioni sembrano uscire dalla conchiglia per raggiungere il visitatore del sito
Figura 7 - L'Home Page del sito Shell.
Nella stessa pagina troviamo elementi
interessanti come le divisioni in livelli
evidenziate dalla dimensione delle
"perle", e elementi poco gradevoli,
come la barra blu con le quotazioni in
borsa del gruppo
HTML 3.2
Dopo l'affossamento della bozza 3.0, co¬
me non pensarlo, ci fu un ulteriore proli¬
ferare di nuovi tag proposti dai produttori
di browser. Qual è il problema? Sempre
il solito. Generalmente erano interpretati
solo dal browser che lo proponeva. In
pratica non era e non è possibile proget¬
tare un sito che si veda nello stesso mo¬
do qualunque browser venga utilizzato.
Abbiamo cosi superato il problema delle
piattaforme per scontrarci con quello dei
browser. Comunque i tag proposti dai
produttori di browser diventavano di fat¬
to parte integrante dell'HTML e il W3C
non poteva ignorarli. Formò quindi un'en¬
nesima commissione, la Editorial Re-
view Board, per considerare l'opportu¬
nità o meno di inserire tali estensioni
nell'HTML ufficiale La commissione
creò lei stessa delle nuove estensioni,
sia per integrare quelle proposte dai pro¬
duttori di browser, sia per sue nuove
proposte originali.
Nel maggio 1996 a Parigi, al World Wi¬
de Web Conference . la commissione
annunciò IHTML 3.2 (nome in codice
"Wilbur") presentandolo come un amal¬
gama tra l'HTML 2.0, le proposte del 3.0
che erano sopravvissute e le estensioni
di maggior successo ed effetto imple¬
mentate dai produttori di browser. Da
notare che nell’HTML 3.2 mancano alcu¬
ni elementi precedentemente presenti
come le estensioni per la realizzazione
delle formule matematiche, gli Style
Sheet e persino i frame, quest'ultimi
usati ora con sempre maggiore frequen¬
za nei siti. A sentire il W3C queste fun¬
zioni sarebbero state implementate nella
seguente versione dell'HTML. Comun¬
que con l'HTML 3.2, per la prima volta
dall'uscita del 2.0, si è riformato uno
standard che, se non proprio assoluto,
consentiva di guardare al futuro con un
Tim Berners-Lee
Minibiografia dell'inventore del World Wide Web
Laureatosi all'Università di Oxford (Inghilterra), Tim Berners-Lee
lavora attualmente al "Laboratory for Computer Science" al
Massachusetts Institute of Technology (MIT),
E' direttore del ”W3 Consortium" (W3C).
I suoi primi lavori hanno riguardato il campo della progettazione
dei sistemi nella comunicazione in tempo reale e lo sviluppo di
software riguardante la trasmissione di testi Nel 1989 ha in¬
ventato il World Wide Web, un sistema ipertestuale per Inter¬
net per la condivisane globale delle informazioni,
Ha anche lavorato per il CERN all'European Pamele Physics Laboratory.
Precedentemente ha fondato l'Image Computer System ed è stato ingegnere presso la
Plessey Telecommunications a Poole (Inghilterra).
maggiore ottimismo nella speranza di mento è firmato da Dave Raggett, Ar-
non essere più browser dipendenti. naud Le Hors e lan Jacobs. Siamo ora in
attesa della sua ufficializzazione.
L’HTML 4.0
Ma il lavoro non finisce mai. Nel luglio
1996 sul sito Internet del W3C sono sta¬
te inserite delle pagine inerenti uno speri¬
mentale DTD (Data Type Definition) per
HTML. Il nome in codice di questo nuovo
documento è Cougar' e conteneva tut¬
ti gli elementi dell'HTML 3.2, oltre, ovvia¬
mente. ad altri suoi originali. Tra le novità
gli Style Sheet, gli scripting, le estensio¬
ne per i form ed altro ancora. Questo do¬
cumento presentava inizialmente anche
una dizione "HTML version 3.5 ", che è
stata poi eliminata, probabilmente per
evitare quanto è successo con l’HTML
3.0. Il "Cougar" è stato oggetto di un lun¬
go studio che lo ha portato ad avere a
continue modifiche. Alcune funzioni im¬
portanti delle proposte del 3.0 e dei pro¬
duttori dei browser comunque non sono
state implementate in questa nuova ver¬
sione dell'HTML. L'8 luglio 1997, a sor¬
presa e senza nessun preavviso, viene
pubblicata dal W3C la bozza di lavoro
dell HTML 4.0 Questa nuova versione
supporta un numero maggiore di opzioni
multimediali, gli Style Sheet. maggiore
duttilità nella stampa dei documenti e al¬
tro, tra cui dei comandi che facilitano l'uti¬
lizzo del WWW ai disabili.
■■■Olii Come ogni bozza è sogget-
-q c ta a continue mutazioni ed
-: aggiornamenti suggeriti dai
membri del Consorzio (di
cui fanno parte anche i pro¬
duttori di browser), Il docu-
Figura 5 - L'Home Page del
CERN. dove e nato il World Wi¬
de WeO ad opera di Tim Berners-
Lee, non è ceno più ~elegante '
di quello del W3C Comunque
qui almeno possiamo apprezzare
una visione aerea del centro Ca¬
pisco che questo tipo di siti sia
prettamente consultivo e di inte¬
resse scientifico, ma possibile
che non possano dedicare un mi¬
mmo di tempo per rendere le pa¬
gine, se non proprio pirotecni¬
che. almeno gradevoli?
Cos’è l’HTML oggi
Attualmente gli standard HTML sono pro¬
gettati e sviluppati, come abbiamo avuto
modo di vedere, dal W3C La prima cosa
che ha stabilito il W3C è stato che
l'HTML dovesse rispondere a degli stan¬
dard per cui ogni nuova versione del lin¬
guaggio deve: "essere compatibile con i
documenti progettati con le versioni pre¬
cedenti, deve supportare sia documenti
progettati con pagine scrollabili, sia con
pagine fìsse; un documento deve essere
utilizzabile indipendentemente dalla piat¬
taforma utilizzata per esaminarla Per
quest'ultimo punto evidenzia quattro tipi
di piattaforme: GUI (Graphical User Inter-
faces) come ad esempio Windows, Mac
e XI 1/Unix; sistemi di solo testo come il
terminale VT-100; utilizzo con sistemi a
vocalizzazione automatica; possibilità di
lettura per periferiche Braille.
Il successo dell’HTML
Questa stona dimostra come, anche in un
tempo cosi breve, possano essere intro¬
dotte ed utilizzate tecniche e tecnologie
capaci di rivoluzionare il sistema stesso
della comunicazione, della circolazione del¬
le notizie, dimostrato non solo dall'altissi¬
mo numero di utenti Internet, ma dai nu¬
merosi capitali che società di ogni nazione
investono nella rete, sia per potenziarla,
sia per la produzione di pagine WWW.
Malgrado la sua apparente poca duttilità,
l'HTML si sta imponendo come il formato
standard per la costruzione di documenti,
anche al di fuori di Internet, come sta di¬
mostrando la Microsoft con le funzioni im¬
plementate da Internet Explorer 4.0. An¬
che il desktop di Windows 95 è ora in lin¬
guaggio HTML. Forse un sogno, che è an¬
cora utopia, si potrebbe avverare presto:
l'affrancamento totale dalla dipendenza
della piattaforma utilizzata, un solo pro¬
gramma girerà presto su qualsiasi compu¬
ter della terra. Sarà vero? «e
320
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
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a cura di Francesco Romani
Figura 1
Virgo I: Le sorgenti
Come promesso iniziamo a parlare degli
aspetti computazionali del progetto Virgo,
per la rivelazione di Onde Gravitazionali,
descritto nel numero di giugno. In que¬
sta puntata vediamo in maggiore detta¬
glio quello che ci si aspetta possa es¬
sere il segnale che arriva alla nostra
antenna dalle profondità del cosmo.
di Giovanna Corrias e Francesco Romani
Le onde gravitazionali
Allo stesso modo in cui una particella carica accelerata emet¬
te energia, cosi una massa, sottoposta ad una brusca accele¬
razione, emette Onde Gravitazionali che si propagano indu¬
cendo deformazioni nello spazio-tempo,
Questo concetto è stato introdotto da Einstein e ci permette
di dare alcuni strumenti operativi per la misura e la rivelazione
di un'O.G La deformazione dello spazio, o meglio degli og¬
getti colpiti da un'O.G., può essere rivelata con opportuni
sensori ed è, in prima approssimazione, proporzionale all’in¬
tensità dell'onda stessa, in questo modo possiamo mettere
in relazione la deflessione degli specchi dell'interferometro
Virgo all'ampiezza dell'O.G. che li colpisce.
A causa della grandezza delle masse e delle accelerazioni in
gioco, non è possibile produrre un'O.G. in laboratorio e, te¬
nendo conto delle tecnologie attuali, solo le sorgenti cosmi¬
che possono essere utilizzate per i nostri studi
La condizione che un oggetto massivo per emettere O.G. ab¬
bia un momento d'inerzia almeno quadrupolare, significa che
un oggetto sferico in rotazione non può emettere O.G. Inoltre
quanto maggiore sarà l'asimmetria della sorgente e tanto più
intensa sarà l'emissione di onde.
Le tre principali sorgenti di O.G. previste dalla teoria e che
Virgo può osservare, sono i collassi gravitazionali di stelle
massive (supernovae), le pulsar ed i collassi di sistemi di stel¬
le doppie, allora, per quanto abbiamo appena detto, possiamo
affermare che le stelle che danno origine ad una supernova
dovranno avere almeno una leggera asimmetria, che una pul¬
sar dovrà ruotare intorno ad un asse che non coincide con
quello di simmetria e che un sistema binario genererà tante
più O.G. quanto più l'eccentricità della sua orbita sarà grande
Le Pulsar
Ciò che resta del collasso di una supernova è un residuo di
materia stellare. Se la massa di questa materia supera il limi¬
te di 1.4 masse solari, allora può fondersi e dare vita ad una
stella di neutroni (o ad un buco nero se la massa iniziale è
troppo elevata). Quello che ci aspettiamo che resti dal collas¬
so di una supernova è allora un nucleo molto denso che ruota
su se stesso velocemente. Generalmente le stelle di neutro¬
ni, o pulsar, sono oggetti non visibili, nel senso che non brilla¬
no di luce propria, ma una loro caratteristica le fa ritenere dei
fari nel cosmo: le pulsar emettono con regolarità onde radio
(per questo si chiamano stelle pulsanti) ed è questo che ci
permette di localizzarle nella sfera celeste.
Esistono diversi modelli teorici che ipotizzano la produzione
di O.G. da parte di una pulsar, tutti legati al suo momento
d'inerzia. Essendo le pulsar una sorgente di tipo periodico, va
fatta una considerazione importante sul modo in cui trattare il
segnale ricevuto dai rivelatori. Il segnale che raggiunge la Ter¬
ra è legato al movimento dell'antenna rispetto a quella della
322
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
pulsar, movimento che induce due effetti: una modulazione
in frequenza dovuta all'effetto Doppler e una modulazione in
ampiezza dovuta al cambiamento di orientamento del rivela¬
tore in rapporto alla sorgente.
La probabilità di osservare una pulsar è alta, nel maggio 1985
è stato pubblicato un catalogo che ne conteneva 706. e di
queste solo cinque si trovano a distanze extra galattiche. Nel¬
la puntata precedente abbiamo riportato in una mappa ellitti¬
ca le pulsar di questo catalogo per avere un'idea di come so¬
no dislocate nella sfera celeste. Questo mese facciamo ve¬
dere una mappa simile relativa all'emisfero boreale, riportan¬
do in Appendice la traccia dei programmi per disegnarla (Fi¬
gura 1).
Secondo i modelli più attendibili, il segnale emesso da una
Pulsar di periodo di rotazione P (espresso in secondi) una vol¬
ta ricevuto dall'antenna interferometrica si presenta come
due onde sinusoidali di frequenza 271/P e 471/P modulate in
ampiezza (a causa della rotazione terrestre e del pattern di
sensibilità dell'antenna) da due segnali di periodo 12 e 24.
Effetto Doppler
Il segnale rivelato dall'antenna Virgo viene anche distorto in
frequenza a causa dell'effetto Doppler, cioè della velocità con
cui l'antenna si sta muovendo verso la sorgente delle O.G.
Un accurato studio astronomico permette di determinare le
posizioni della Terra e della sorgente in esame insieme alla
velocità relativa ad un certa data (noi abbiamo preso in consi¬
derazione l'anno 2000). Applicando le opportune correzioni
relativistiche e qualche semplificazione, è possibile scrivere
programmi Mathematica che calcolano per ogni posizione ce¬
leste e per ogni data l'entità dell'effetto Doppler approssima¬
to con almeno sei decimali.
Per avere meglio un'idea di come vari la modulazione in fre¬
quenza in base alla distanza sorgente-Terra. abbiamo affian¬
cato i grafici del moto orbitale a quelli del Dopplershift in una
sequenza temporale a passi di 60 giorni a partire dall'anno
2000 (Figura 2).
La mappa stellare con Mathematica
Quello che segue è un breve riassunto di come si fa "in casa" una
mappa stellare. Per coloro che fossero interessati ad uno strumen¬
to professionale esiste il pacchetto Sciertific Astronomer commer¬
cializzato dalla Wolfram (ne ho acquistato una copia, appena me la
consegnano cercherò di farne una recensione).
Prima di tutto serve una lista delle stelle che si vogliono disegnare.
Lavorando un po' sporco con un pacchetto freeware scaduto (ho
dovuto rimettere indietro l'orologio di due anni) abbiamo trovato
una bella lista delle 2500 stelle più luminose: ogni riga contiene
nell'ordine il nome inglese della costellazione, il nome della stella,
Ascensione retta (AR), Declinazione (DEC) e magnitudine.
Inl1l:=
stars2500={
(Andromeda, Beta, 2.06, 17.43, 35.62),
(Andromeda, Alpha, 2.07, 2.1, 29.08),
(Vulpecula, 5, 5.6, 291.55, 20.1),
(Vulpecula, 14, 5.63, 299.79, 23.1),
(VUlpeoula, 8, 5.78, 292.24, 24.77))»
Questa lista ci permette di definire una funzione pob che data una
costellazione e una stella o una lista di stelle ne rende le coordina¬
te.
Inl2l:=
Clear[Pos];
Scan[(Pos[tt[[l]],#[[2])]>
(fftt4J],#II5])))6, star 82500)
Pos[x_,y_LÌBt]:»Pos[x,#)6/@y;
Inl4l:=
Pos[UrsaMinor,Alpha]
Out!4b
(37.8, 89.25)
Il secondo passo è fare la lista delle linee con cui si disegnano di
solito le costellazioni. Questa è stata fatta a mano utilizzando come
riferimento una carta stellare
Inl5l:=
NorthConstellationList-(
(Andromeda,
((Alpha,Delta,Beta,Gammal),
(Beta,Mu,Nu)}} ,
(OraaMajor,
{(Età,Zeta,Epsilon,Delta,Alpha,
Beta,Gamma,Delta)}));
La funzione PosLine data una lista pi di stelle in una costellazio¬
ne cn traccia la spezzata che le connette NCLines traccia tutte le
costellazioni dell'emisfero Boreale.
Irl 61 =
PosLine t(cn_,pl_)]:=Line[Pos[cn,#])&/@pl;
NCLines=Flatten[PosLine/@NorthCList];
Per disegnare l'eclittica bisogna usare la stessa funzione ricavata a
suo tempo per la curva giorno-notte (Tempus Fugit. MCMicrocom-
puter n.169 ). Vi risparmiamo i dettagli di trigonometria sferica,
quello che si ottiene alla fine è una linea:
Inl6l:=
eclittica=Line[(
(0., 8.53773*10»-7),
(1.80904, 0.78391),
(3.61809, 1.56675),
Continua a pag i
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
323
kU-il,iprite.
Segue da pag.
{358.1909, -0.78391),
(360, -0.00001))];
Per disegnare le stelle si trasforma il database già visto in una lista
Thestars di triple (AR, DEC, magi dove mag è un parametro di¬
pendente dalla magnitudine che servirà a disegnare ogni stella con
una dimensione proporzionale alla stessa.
Inl7l:=
elabstars[1 List]:-Modula{(max,min),
(max,min)•
{Max[#],Min[#])fc[Transpose[1] [ [3]]];
(#([*]],*t(5]],l-<*1(3]]-min)/
(max-min))&/@l]
TheStars-alabStars[atars2500];
In modo simile si può trattare una lista di Pulsar in cui la magnitudi¬
ne si fa dipendere dall'incertezza con cui è localizzato l’oggetto e il
colore dalla frequenza di emissione Si ottiene una lista ThePul-
sars di quadruple (AR, DEC, mag. colore)
Tutto questo lavoro preliminare si può applicare a qualsiasi proiezio¬
ne celeste (ed esempio il grafico di Figura 3 è ottenuto in coordinate
rettangolari).
Per ottenere il grafico polare dell'emisfero boreale è necessario
1) selezionare gli oggetti visibili nell'emisfero. La funzione nordsel
agisce sia su posizioni che linee
ln[81:=
nordsel[1_]:=Select[1,*([2]]>=0S]
nordsel [U,ine]:=
Line[Select[1[[1]],•[[2]]>-0s]]
2) trasformare le coordinate da rettangolari in polari con la funzione
nordtr
ln/9l:=
nordtr({lo_,la_)]:»N[(90-la)*
{Cosi(90-lo) Degree],
Sin((90-lo) Degree))]
3) applicare nordtr alle stelle, alle pulsar e alle linee delle costella¬
zioni:
Ini 101 =
nord[{lo_,la_,mag_,col_)]:=
(Hue[col],
PointSize[0.002* mag/80.],
Point[nordtr[{lo,la)J])
nord[{lo_,la_,mag_)]:■
(PointSize[0.002* mag/80.],
Point[nordtr[(lo,la)]])
nord[1 Line]:«Line[nordtr/@l[[1]]];
4) tracciare meridiani e paralleli
Ini 111:=
pointer*
Table[Line[90 N[{
{Cositi,Sin[t]).
{-Cos[t],-Sin[t]))]J,
{t,30 Degree,150 Degree,30 Degree)];
polpar*Table[
Circle[{0,0),j),{j, 30,60,30} ] ;
51 mettere tutto insieme.
Ini 121 =
nordMap"
Show[Graphics[{Circle[{0,0),90],
{Cyan,nord[nordsel[eclittica]]},
{Blue,Thickness[0.001],
polmer,
polpar),
{Red,nord/GNCLines)),
nord/@nordsel[TheStars],
nord/Gnordsel[ThePulsars])],
AxesOrigin->{0,0),
Axes->True,
AxesStyle->(Blue),
PlotRange->{{-90,90),{-90,90)),
AspectRatio->1];
Figura 3
Un'idea di come varia l'effetto
Doppler in funzione della posizio¬
ne del cielo si può ottenere da una
mappa stellare in coordinate ret¬
tangolari sovrapponendoci le cur¬
ve di livello dell’effetto Doppler. Si
nota che i massimi spostamenti
verso il rosso e verso il violetto (di¬
minuzione e aumento della fre¬
quenza) sono nelle direzioni sfasa¬
te di ±90° sull'Eclittica rispetto alla
posizione del Sole. La Figura 3
rappresenta la situazione al 1 gen¬
naio 2000 e la Figura 4 la situazio¬
ne al 120-mo giorno dell'anno
2000.
Il problema principale della rivela¬
zione del segnale è che la sua
bassa intensità, unita al rumore
generato dall'antenna, impone
tempi di osservazione estremamente lunghi (dell'ordine
120
180
240
300
60
30
0
-30
-60
Day 0
324
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
International Mathematica Simposium ‘97
Si è svolto dal 29 giugno al 4 luglio, in Finlandia, a Rovaniemi (la ca¬
pitale della Lappoma, poco sotto il Circolo Polare Articoli il secondo
International Mathematica Simposium organizzato da un gruppo di
docenti universitari "tifosi" di Mathematica e sponsorizzato dalla
Wolfram Research A parte il caldo (sic!) e le zanzare è stata una
esperienza molto interessante Le principali conferenze (alcune del¬
le quali tenute telematicamente attraverso collegamenti ISDN con
Linz, New York e Urbana) hanno trattato i vari aspetti delle applica¬
zioni di Mathematica e i suoi sviluppi futuri Mi limito a citarne alcu¬
ne insieme alle URL utili per saperne di più (il sito della conferenza
è raggiungibile a partire da httc;■ i algebra,notai.rag&.ii)
Gregory Chaitin
I ' Ha pre¬
sentato il suo ultimo libro The Limits of Mathematics una brillante
applicazione della teoria della Algorithmic Information Theory. an-
ch'essa dovuta a Chaitin II libro è estremamente interessante per
tutti gli appassionati di logica e di teoria della computazione e utiliz¬
za Mathematica per emulare un sottomsieme del LISP che a sua
volta è utilizzato per le dimostrazioni costruttive Per favorirne la dif¬
fusione l'autore ne permette l'accesso via Web e la stampa gratui¬
tamente e legalmente All'indirizzo sopra riportato vi sono t file Po¬
stScript -, chaitin/itti.ps. Adobe Acrobai. chaltir.i e
HTML chaitin. ' rov.htm'. . Quandro avrò studiato la mia copia
cercherò di dedicarvi uno o piu articoli su MC.
Abbiamo spesso citato da queste colonne il Dr Roman Maeder
uno dei massimi esperti del linguaggio di Mathematica
I 1 Nel corso di due conferenze ha
parlato di alcune riposte possibilità del linguaggio e ha presentato
un'interessante applicazione didattica per effettuare calcolo parallelo
pilotando piu Kernel da uno stesso Front-end. I suoi articoli dovreb¬
bero essere sul sito i. • • : : .i-a-nr--,si:. : ..) e apparire
nei prossimi numeri del Mathematica Journal
Gautam Das Gupta i i Professore
di Meccanica alla Columbia University e chairman della conferenza
ha mostrato come l'uso combinato delle possibiltà di calcolo simbo¬
lico e numerico possa drammaticamente incrementare le possibilità
di comprensione di problemi complessi (nel caso particolare legati
alla fisica matematica).
Christian Jacobs (Università di Ertangen, 1 > t co :y.ww ■ cose. uca 1 oarv.
ca. -iacobs/Evolvica) ha presentato alcuni programmi per simula¬
re l'evoluzione. Esiste anche un libro con relativo CD, purtroppo (per
me che non lo so leggerei senno solo in tedesco
Brunpo Buchberger (Research Institute for Simbolic Computation,
Linz, Austria http;, ! FISC,uni-iin? .ac/people/buch
b£ig) ha presentato (via teleconferenza) il suo progetto Theorema
che utilizza alcune caratteristiche di Mathematica 3.0 (la possibilità
di programmare la logica equazionale. le possibilità di composizione
matematica, il Front-end completamente programmabile, ecc ) per
simulare (a scopo didattico e di ricercai le tecniche umane di dimo¬
strazione di teoremi matematici.
Infine voglio segnalare che è stata annunciata la disponibilità di Math-
Reader 3.0 che permette di visionare i Notebook di Mathematica 3.0
anche a chi non possiede una i.cenz,.! u
Figura 4
60
50
0
-30
-60
Day 120
60 120 180 240 500
Bibliografia
P. Bakulin, E. Kononovic, V.
Moroz. Astronomia generale
Editori Riuniti Edizioni Mir.
J. Herrmann, Atlante di
Astronomia Sperling & Kupfer
Editori.
A. G. Lyne, F. Graham-Smith,
Pulsar astronomy Cambridge
Astrophysic Series.
J. Meeus, Astronomica! Al-
gorithms William-Bell, Ine.
1991.
F Romani. Tempus Fugit,
MCMicrocomputer 160 gennaio 1997.
dell'anno) e in questo intervallo l'effetto Doppler sporca in
modo disastroso il segnale rendendo di fatto impossibile una
rivelazione diretta.
Lasciamo alla prossima puntata lo studio dei rimedi di questo
problema. KS
R Ruthen. A caccia di onde gravitazionali Le Scienze.
285, Maggio 1992.
J. H. Taylor, R. N. Manchester, A. G. Lyne, F. Camilo, Cata-
log of 706 pulsars 1995.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
325
I magnifici 7
Un titolo epico per due prodotti altrettanto epici : Adobe lllustrator 7 e
CorelDraw 7. Questo mese vedremo le novità di questi due programmi e
come possono aiutare a rendere le nostre pubblicazioni sempre più
accattivanti attraverso l’uso di illustrazioni sempre più belle.
di Mauro Candirti
Due leader indiscussi
Adobe e Corel sono da parecchi anni i
protagonisti del mondo della grafica e
del desktop publishing. Il successo di
Adobe è legato a prodotti come Photo¬
shop, ormai è considerato lo standard
nel settore del fotoritocco, PostScript, il
linguaggio che consente di descrivere le
pagine da stampare, utilizzato ora anche
da programmi come Adobe Acrobat per
generare documenti in formato elettroni¬
co. E naturalmente non dobbiamo di¬
menticare PageMaker, che fu il primo
programma di impaginazione professio¬
nale messo sul mercato.
La storia di Corel nasce proprio da Corel¬
Draw: la società canadese è arrivata ora
a competere con i grossi produttori di
software mondiale, grazie anche alla ac¬
quisizione di prodotti come WordPer-
ferct.
Una rara sincronia ci consente ora di ve¬
dere sul mercato due prodotti per il dise¬
gno e l'illustrazione entrambi giunti alla
versione 7. Vedremo quindi in questo ar¬
ticolo le novità proposte da Corel e Aldus
nei loro prodotti, naturalmente sempre
nell'ottica di chi deve utilizzare questi
prodotti per creare materiali stampati.
Dobbiamo subito dire che ormai si gioca
sui "millesimi di secondo”: la qualità dei
prodotti è totalmente fuori discussione,
fornendo essi strumenti più che adegua¬
ti per realizzare qualsiasi tipo di disegno.
Spesso ci capita di vedere su riviste di
informatica o grafica delle prove compa¬
rate, basate sulla realizzazione di un de¬
terminato disegno: una volta realizzato
questo disegno si va ad analizzare i tem¬
pi di esecuzione e da qui si determina, in
un certo senso, la bontà del prodotto.
Personalmente non trovo che questo ge¬
nere di prove abbiamo molto senso, pri¬
mo perché sono troppo legate alle capa¬
cità e conoscenze dell'esecutore, secon¬
do perché sulla base di un differente di¬
segno probabilmente il prodotto penaliz¬
zato potrebbe emergere meglio
Quindi le nostre considerazioni saranno
fatte esaminando le singole funzionalità
appena rese disponibili dai prodotti e giu¬
dicandone i singoli aspetti.
Adobe lllustrator 7.0
Essendo questo prodotto disponibile sia
in versione per Windows sia in versione
per Macintosh, abbiamo pensato bene di
suddividere le novità in due gruppi relati¬
vi alle differenti piattaforme: a volte ver¬
ranno tuttavia citate anche caratteristi¬
che comuni tra le due versioni.
lllustrator per Windows
Palette Sfumatura - E’ possibile creare
rapidamente sfumature di due o più co¬
lori o tinte, lineari o radiali, impostando
l'angolo della fusione.
Miglioramenti per il testo - Le nuove
finestre Carattere e Paragrafo consento¬
no ora di modificare l'interlinea, la crena¬
tura, l'avvicinamento, lo spostamento
verticale, la scala orizzontale, la sillabazio¬
ne, il rientro dei paragrafi, la spaziatura di
lettere e parole e altri attributi del testo.
A—
a m
D
| A11in**\
All ir** o$$*Hi :
r&irsiniirPi rurali
Distribuisci oggetti :
m\ [si [si rw\ [w\ un
e c
Figura I - Finestra
per gli allineamenti
in Adobe Illustrator:
A e D. allineamenti
orizzontali e vertica¬
li. B e D distribuzio¬
ne regolare degli
oggetti, orizzontale
e verticale.
—I-
realizzare il disegno per poi importarlo in
un programma di impagmazione per rifi¬
nirlo con testi impaginati con perfezione
Palette Livelli - La finestra Livelli con¬
sente di creare, eliminare, modificare,
mostrare, nascondere, bloccare e spo¬
stare i livelli, ma anche indicare le opzioni
per la stampa degli stessi. Con i livelli è
più semplice isolare parti di disegni com¬
plessi per apportare modifiche più rapi¬
damente.
Comandi Elaborazione tracciati - Dieci
comandi per l'elaborazione dei tracciati
consentono di creare nuovi oggetti unen¬
do, suddividendo o isolando parti di og¬
getti sovrapposti Inoltre è possibile de¬
terminare la miscelazione dei colon so¬
vrapposti.
Conversione in bitmap - Il comando
Rasterizza converte i disegni creati con
lllustrator in immagini bitmap con qual-
Questa funzionalità
è molto importante
per chi si dedica al
desktop publishing
e quindi ha neces¬
sità superiori di pre¬
cisione tipografica.
In passato spesso
capitava di dover
326
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
siasi risoluzione. Ciò consentirà l'uso dei
filtri di Photoshop per la creazione di ef¬
fetti particolari (il loro utilizzo è possibile
anche con immagini bitmap importate),
come pure l'utilizzo della nostra illustra¬
zione in pagine da pubblicare su Internet.
Naturalmente non dobbiamo scordare
che un'immagine trasformata in bitmap
può assumere dimensioni ragguardevoli
(anche svariate decine di Mb). Se il no¬
stro lavoro è anche quello di pubblicare
pagine su Internet, senza dubbio questa
funzionalità è di grande importanza.
Selezione del colore incorporata -
Questa funzionalità, utilizzata in Adobe
Separator, risulta ora stata incorporata in
lllustralor per consentire di stampare di¬
rettamente le selezioni del colore. Cosi
non sarà piu necessario importare il dise¬
gno in un programma di impaginazione
per poi mandarlo al Service, sicuri di otte¬
nere un buon risultato.
File EPS modificabili - Adobe lllustrator
è ora in grado di aprire e modificare file
EPS creati con qualsiasi programma in
grado di generare un file in linguaggio
PostScript Level 1.
Palette Allinea - La palette Allinea con¬
sente di allineare gli oggetti selezionati
lungo assi verticali o orizzontali usando le
caselle di ingombro degli oggetti
Palette Trasforma - La palette Trasfor¬
ma raggruppa le informazioni degli og¬
getti, come la larghezza e l'altezza e la
posizione in relazione agli assi x e y. E'
ora possibile cambiare le dimensioni
dell'oggetto o spo¬
starlo in una nuova
posizione inseren¬
do i valori numerici
precisi. Questa
funzione si trova
Ogni oggetto può di¬
ventare un link ad un
indirizzo Internet e
sufficiente indicarlo
nella finestra degli
attributi llllustrator)
^ !V'C Link§^r
|7 Sovrw. ritfnp ^ Sovr». traccia
| □! B | 1 1 | Output: |800 dpi
URL | http://www.mclinit.it/ '
3
Avvia browsar
^ràccì^*S Slanatura \
Adobe lllustrator
consente di tra¬
sformare un di¬
segno vettoriale
in un bitmap e
applicare anche
un filtro di defor-
ormai da alcune ver¬
sioni nei principali
programmi di impagi¬
nazione ed è giusto
li a quelle di Adobe
Photoshop. Le icone
e i pulsanti appaiono
ora in rilievo. Sia su
E' possibile an¬
che trasformare
un 'immagine a 1
bit in un’immagi¬
ne a colon llllu¬
strator)
mazione
che sia stata inserita
anche in un program-
Macintosh sia in Win¬
dows alcune icone
ma di disegno.
Supporto per il formato Acrobat PDF
(Portable Document Format) • lllustra¬
tor supporta completamente i file PDF
(Portable Document Format) di Acrobat.
E' possibile aprire e modificare i file PDF
ed esportare illustrazioni in formato PDF
per la distribuzione su Web o per la visua¬
lizzazione su qualsiasi tipo di computer.
Drag & Drop tra i programmi Adobe -
lllustrator supporta la funzione Trascina e
inserisci. Si può trascinare un disegno da
lllustrator e rilasciarlo su qualsiasi pro¬
gramma che supporti questa funzione,
come Adobe PageMaker e Adobe Pho¬
toshop.
sono ora dei pulsanti e consentono di
eseguire delle operazioni con un sempli¬
ce click.
Supporto per il colore RGB - lllustrator
7 0 ora supporta il colore RGB per la
creazione di immagini da usare su Inter¬
net, nei filmati e nei documenti multime¬
diali.
Gestione del colore - lllustrator 7.0 uti¬
lizza i profili colore ICC (International Co¬
lor Consortium) per calibrare i colori tra
monitor e stampanti diversi. Su Macinto¬
sh, la gestione del colore di default è Co-
lorSync. In Windows, viene usato il mo¬
tore compatibile ICC di Kodak disponibile
solo come opzione su Macintosh.
lllustrator per
Macintosh
Miglioramenti dell'interfaccia L'inter¬
faccia utente di Adobe lllustrator 7.0 per
Macintosh ha un nuovo aspetto tridi¬
mensionale e usa finestre a schede simi-
Le maschere si possono ora utilizzare anche nei
programmi per il disegno vettoriale cosi se si
vuole isolare solo una parte di una composizione
di oggetti basta inserire un'opportuna maschera-
tura llllustrator)
Nella prima immagine troviamo una finestra con
solo due schede selezionabili Tuttavia è possibile
inserire in ogni finestra di comando un numero in¬
definito di scnede unico problema il ridimensiona¬
mento automatico della finestra rispetto alle fun¬
zioni della scheda selezionata Se infatti selezionia¬
mo una scheda con po¬
che funzioni, quindi pic¬
cola, essa ridimensio¬
nerà la finestra renden¬
do molto difficile la lettu¬
ra dei nomi delle altre
• schede llllustratorI
uii
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
327
UiiÀi-iìi rfrWltiiftMi
Collegamenti Web di oggetti - Adobe
lllustrator consente di collegare qualsiasi
oggetto a un indirizzo Internet trasfor¬
mandolo in un pulsante che effettua au¬
tomaticamente il collegamento. I colle¬
gamenti possono quindi essere creati
prima di inserire il disegno nella pagina
da pubblicare su Internet.
Nuove finestre per il colore - Nuove
opzioni degli strumenti e nuove finestre
consentono di colorare con maggiore fa¬
cilità gli oggetti e di modificare gli attribu¬
ti di colore. La rinnovata palette Sfumatu¬
ra funziona contemporaneamente alla
palette Colore per creare, modificare e
applicare sfumature a gradi.
Finestra Campioni - Consente di asse¬
gnare un nome, salvare, aggiornare un
colore, applicare con facilità colori, sfu¬
mature, retini e creare tinte piatte e qua¬
dricromie. I campioni sono salvati con il
documento. E' possibile anche importate
campioni da altri documenti di lllustrator
e da biblioteche di
altri sistemi di colo¬
re.
Finestra Traccia -
Consente di impo¬
stare gli attributi
delle linee, quali spessore, tratteggio e
stile degli estremi
Trascinamento degli attributi - E' pos¬
sibile trascinare colori e sfumature diret¬
tamente sugli oggetti dalle caselle Riem¬
pimento e Traccia e dalla finestra Cam-
Ecco la finestra che
consente di trasfor¬
mare un oggetto vet¬
toriale In uno corri¬
spondente. ma bit-
map (lllustrator)
HT
IcraraJ
j Tipo [ Lirmr» I • |
Angolo; [Ò | <> Po»ltlon+; |0 | *i
La finestra delle sfu¬
mature in A vedia-
pion i. mo un campione del-
Altri migliora- la sfumatura. B punti
intermedi tra i colori,
, n y „ C colon scelti dagli
■ La finestra Larat- utenti iillustratori
tere fornisce opzio- __
ni per gli standard
tipografici internazionali, compresi font
cinesi, coreani, giapponesi e testo ruota¬
to.
■ La nuova finestra Disegno MM con¬
sente di creare nuovi campioni di font
Multiple Master.
Adobe offre Action Pack
Più potenza senza s p endere una lira di p iù
A
dobe ha presentato Action
Pack, un set di tre CD-ROM che aiutano
gli utenti dei principali prodotti Adobe a
svolgere meglio il loro lavoro.
Action Pack viene distribuito compreso
nel prezzo (quindi gratuitamente) acqui¬
stando dal 1° settembre al 31 dicembre
'97 uno dei seguenti prodotti: Adobe
Photoshop, Adobe Page Maker e Adobe
lllustrator, Adobe Publishing Collection e
Adobe Graphics Collection (in tutte le
versioni dal prodotto completo, all'ag-
giornamento. al 5 pack, sia per Macintosh, sia per Windows)
In Action Pack troviamo tre CD-ROM con tre distinte funzioni:
Plug-in CD-ROM, The Graphics CD e The Learnmg CD.
Nel CD-ROM Plug-in, nemmeno a dirlo, troviamo un'interessan¬
te collezione di software di tipo, appunto, plug-in, che consento¬
no agli utenti dei vari programmi Adobe di essere più produttivi
grazie ad un'estensione delle funziona¬
lità dei prodotti. Tra l'altro troviamo Ex-
tensis PageTooIs contenente 15 plug-in
per PageMaker, che consentono di ren¬
dere il lavoro più veloce grazie barre de¬
gli strumenti personalizzabili, stili per i
caratteri, possibilità di modificare le di¬
mensioni a più oggetti selezionati con¬
temporaneamente (testo compreso).
Abbiamo anche PhotoTooIs, otto effetti
speciali per Photoshop, e Vertigo 3D
Words per aggiungere testo in formato tridimensionale ai dise¬
gni realizzati con lllustrator.
The Graphics CD offre centinaia di disegni, fotografie e font trat¬
ti dalle famose collezioni di Image Club Graphics. Tutto rigorosa¬
mente royalty-free: potrete quindi utilizzare, per esempio, le fo-
SMjrfMlCDI
"‘tyaeic
Ae*vU*« wn» 4 \ «WM«I
l'Atri «a PmI In
to contenute in questo CD per illustrare
un vostro dépliant, senza dover spen¬
dere soldi di fotografo o pagare
un'agenzia in grado di procurarvi la foto
che vi interessa.
Infine The Learning CD con tantissime
ore di training multimediale sui prodotti
Adobe (questi corsi sono in lingua ingle¬
se, ma comunque vedere praticamente
come si utilizza una funzionalità del pro¬
gramma è comunque di grande aiuto)
Su questo CD troviamo anche interes¬
santi trucchi e Adobe FAQ book, un insieme delle domande che
i tecnici di Adobe sempre più spesso si sono sentiti rivolgere da¬
gli utenti (e naturalmente le relative risposte, per lavorare sem¬
pre meglio),
Di questa promozione Adobe dobbiamo notare che i plug-in of¬
ferti sono completi e non, come capita spesso, delle semplici
demo con funzionalità ridotte o tempi di
utilizzo di qualche giorno. Inoltre abbia¬
mo anche scoperto che una volta tanto
l’Europa viene trattata meglio del mer¬
cato USA: infatti per noi la promozione
è valida acquistando anche gli aggiorna¬
menti, mentre negli USA vale solo per i
prodotti completi.
Fa sempre piacere, acquistando un qual¬
siasi prodotto, ricevere qualcosa in rega¬
lo. Speriamo che questa promozione si
integri presto e definitivamente con i prodotti che intende pro¬
muovere: il fatto di avere dei tutorial come quelli contenuti nel
The Learning CD, possono aiutare molto i neofiti a prendere con¬
fidenza con le funzioni più complesse, ma anche più produttive
dei programmi.
328
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
CorelDraw 7 da la pos¬
sibilità di gestire buo¬
na parte delle informa-
noni attraverso una
barra delle proprietà
sensibile al contesto
abbiamo riunito in que¬
sta immagine una se¬
ne di barre cosi come
si presentano nelle dif¬
ferenti situazioni Non
deve spaventare l'in¬
gombro. poiché la bar¬
ra può essere allargata
e allungata a piacimen¬
to e posizionata ovun-
gue sullo schermo.
fI7
A* - ""liMI
a i l6 XnYrTl -llAj
DB
5JS la, _ g di, q t
D □ lMk|n*nln 3 ‘> 1- ^ I jLti
opino SvOo OonOo Q
JÌ é * o nr
ISmml&onootol
grande utilità per i
Service, che avran¬
no a disposizione
tutte le informazio¬
ni necessarie per
poter fornire gli im¬
pianti perfetti al pri¬
mo colpo. Offre
una vista d'insieme
dei tipi di oggetti e dei caratteri inclusi
nel documento.
■ La finestra Controllo è stata rinnovata
e rinominata in Trasforma.
■ Trascinando la scheda di qualsiasi fine¬
stra su un'altra, potete ora raggrupparne
due o più
■ Lo strumento Cambia forma consente
di selezionare uno o piu punti di ancorag¬
gio o sezioni di tracciati e di modificarli
contemporaneamente, modificando i
tracciati con più punti di ancoraggio,
mantenendo la forma generale.
■ Gli strumenti testo verticale, testo ver¬
ticale in area e testo verticale sul traccia¬
to vi consentono di lavorare con il testo
verticale.
CorelDraw 7.0
CoretDraw 7.0 è disponibile solo in ver¬
sione Windows: Corel ha già dichiarato
che questa versione non sarà portata
sotto Macintosh, ma lo sarà la versione
8. Abbiamo suddiviso gli argomenti in
modo da rendere più omogenea la de¬
scrizione delle novità selezionate come
le più interessanti dal punto di vista del
desktop publishing.
Aumentata interattività e
interfaccia ottimizzata
Barra delle Proprietà - La Barra delle
proprietà è sensibile al tipo di strumento
utilizzato e all'oggetto selezionato, e pre¬
senta in qualsiasi momento le opzioni di¬
sponibili. Anche gli utenti esperti potran¬
no usarla con profitto per accedere alle
funzioni avanzate. Anche in questo caso
ci troviamo di fronte ad una funzione già
disponibile similarmente nei programmi
di desktop publishing.
Drag & Drop - In CorelDRAW 7 trovia¬
mo delle interessanti funzioni di Drag &
Drop come per esempio trascinare sugli
oggetti riempimenti e contorni dalle rela¬
tive palette Ma anche stili colore, testi,
clipart, persino script (vedi più avanti).
Testo su tracciato -
Questa funzione è
stata molto semplifi¬
cata: ora basata pren¬
dere lo strumento di
scrittura e fare click
sulla curva che si in¬
tende utilizzare come
tracciato. La Barra del¬
le proprietà ci consen¬
tirà poi di cambiare la
posizione del testo
lungo il tracciato in
modo interattivo.
Potenza
Stili colore - CorelDRAW 7 offre la pos¬
sibilità di gestione dei colori attraverso gli
stili. In pratica si possono decidere alcuni
stili e poi applicarli a differenti disegni in
modo da ottenere la massima omoge¬
neità Cambiando uno stile è possibile
cambiare automaticamente anche solo
un colore a tutti gli oggetti che lo utilizza¬
no. Senza dubbio questa funzione porta
un notevole risparmio di tempo per chi
deve realizzare disegni in sene.
Script - OLE entra in CorelDRAW 7: pra¬
ticamente buona pane degli strumenti e
delle funzioni accettano di essere utiliz¬
zate da uno script in grado di automatiz¬
zare le operazioni routinane, ma anche
creare nuovi effetti utilizzando differenti
funzionalità, applicabili con un semplice"
click Naturalmente è disponibile un "re¬
gistratore" che consente la scrittura de¬
gli script. L'obiettivo è il solito: far rispar¬
miare tempo agli utenti
Info sul documento - Senza dubbio di
Filtri aggiornati - Questi sono alcuni dei
filtri aggiornati: EPS, WPG 2.0, WMF,
EMF, Adobe Type 1. Al.
Trova e sostituisci - Si applica ora agli
oggetti di cui conosciamo anche una so¬
la caratteristica e consente di modificare
in un'unica passata le proprietà degli og¬
getti come riempimenti, profili, stili, colo¬
re, ecc. oppure quelle dei testi. È una
buona soluzione per servizi di prestampa
o professionisti che hanno bisogno di
cambiare determinate proprietà degli og¬
getti per vederne l'effetto finale.
Strumenti, effetti
speciali, e
miglioramenti
Gomma - E' ora più precisa nelle cancel¬
lazioni e consente di creare linee di can¬
cellazione personalizzate tramite disposi¬
tivi di input sensibili alla pressione, come
le tavolette grafiche.
Strumento Spirale - E' possibile creare
spirali logaritmiche e anche variare la
percentuale di espansione della spirale
stessa
Testo - Lo strumento testo è stato unifi¬
cato (non esistono più due strumenti per
testo grafico e in paragrafi). Il testo in pa¬
ragrafi può essere ingrandito o rimpiccio¬
lito nella sua forma in modo che venga di
conseguenza modificata anche la gran¬
dezza dei caratteri, cosi come succede
normalmente solo per il testo grafico.
Sempre per il testo a paragrafo, durante
Partendo da un og¬
getto vettoriale
con uno sfondo
sfumato. Corel¬
Draw consente di
controllarne i colon
cosi come fino ad
ora era consentito
fare solo con i bit-
map Abbiamo au¬
mentato la lumino¬
sità. invertito in co¬
lore. modificato la
gamma
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
329
« mw ,
g iara?
:
PC
_latti'£2l
g | W : H* ! ^EEUUI° !?'•:
^Gt9 «> rrrf- ;irr,
la digitazione del testo è pos¬
sibile l'espansione automati¬
ca del trame che contiene il
testo. I font utilizzati più
spesso possono essere rag¬
gruppati in liste personalizza¬
bili: inoltre è sempre disponi¬
bile una lista dei caratteri
usati di recente. E' stata in¬
serita la possibilità di allinea¬
mento verticale e giustificazione vertica¬
le. Inoltre ora è possibile trasformare la
prima lettera di un testo in Capolettera.
Il testo ora può essere inserito in un og¬
getto di cui ne prende la forma. Per
un'eccellente gestione dei caratteri Ty-
pe 1, in CorelDRAW 7 esiste il supporto
ad Adobe Type Manager 4.
Correzione Ortografica Automatica -
Nuovo strumento di scrittura compren¬
de il Correttore ortografico automatico, il
dizionario dei Sinonimi e il Controllo
grammaticale.
Stampa - L'anteprima di stampa è ora
possibile a tutto schermo, con zoom e
panoramica. Mentre si lavora è possibile
Ecco un esempio di
fusione: la finestra di
controllo consente di
applicare l'effetto fu¬
sione, ma anche rea¬
lizzare le cosiddette
fusioni accelerate sia
sulle forme sia sui co¬
lori ICorelDrawl.
I ~ i<*nq i^i^i
i -1*1 t I .1.1
iv. q 'Q « — /—.* m
fi*;* a
Informane** ni doaanerto par I docunonlo Grafica!
»
Nome o potetene
Giafcal
Documento
Pegne
1
Lnei
1
Dmenaor* pegno
A41210000-297,000
Onenlamenlo pegno
Vellicate
D990II1 valici
Numero ci oggetti
5
Ni#re»o 6 c*jrti
695
Metano numeiod pi»* n 1 oggetto
657
Sottoir ac ciett
9
Redengc*
1
E bit
1
Perigoni
1
Stotiit«che ledo
Rquedn testo ri paragrafi
1
1
T etto grafico
1
Lnee
10
Parole
28
Cai aneti
231
Cai aneti TmeTjge
1
zi
Chut |
Sud.
Pfj.
P Bocufwrto
P Qggtfn gufici
lei'o
P B«iw
p se
P piatti
P B—'ow'*
P CaQtetn
Sah'a con nome |
Si«w I
attivare/disattivare la vista dell'Area
stampabile per facilitare il posizionamen¬
to degli oggetti. E' stato reintrodotto il
supporto Negativo per dispositivi non
PostScript ed è stato aggiunto il suppor¬
to Alta/Normale densità inchiostro solido
per le separazioni in esacromia.
Penna Naturale - L'introduzione dello
strumento Penna naturale è senza dub¬
bio una delle novità più attese da chi
vuole creare effetti che solo con l'utiliz¬
zo fisico di una penna si poteva realizza¬
re: ovviamente vengono supportati di¬
spositivi di input sensibile alla
pressione.
Trasparenza Bitmap - Tramite
lo strumento Trasparenza inte¬
rattiva è possibile applicare tut¬
ta una serie di trasparenze non
solo ai bitmap. ma anche a tutti
gli altri oggetti nel disegno:
questa funzione senza dubbio
aiuta molto chi ha necessità di
creare effetti particolari di tra¬
sparenza.
Fusioni accelerate - Un nuovo
effetto applicabile alle fusioni
Ecco una parte delle informazioni con¬
tenute nel documento informativo
che racchiude tutta la statistica degli
oggetti presenti nel documento ICo¬
relDraw).
che consente di cam¬
biare la progressione
fra gli oggetti fusi in
modo che sembrino
'accelerarsi" verso
l’oggetto iniziale o fi¬
nale. Accelerando gli
oggetti in una direzio¬
ne. essi si avvicinano
l'un l'altro man mano
che avanzano in quel¬
la direzione. L'accele¬
razione dei colori fun¬
ziona in modo analo¬
go, spostandosi più
rapidamente nello
spettro dei colori man
mano che avanza.
Album - Da sempre
CorelDraw offre gal¬
lerie di clipart molto
sostanziose. l’Album
offre un accesso rapi¬
do e semplice a que¬
ste clipart, alle foto,
ai disegni, ai riempi¬
menti e ai contorni
preferiti. Può essere
utilizzato anche per
sfogliare i clipart e poi
trascinare e rilasciare
un’immagine sulla
nostra pagina,
Smussi - La funzione di smusso con¬
sente di simulare l'effetto 3D, in modo
analogo a quanto si osserva negli ogget¬
ti reali. La smussatura crea l'illusione
che i bordi di un oggetto siano stati ta¬
gliati ad un angolo diverso da 90 gradi.
Bitmap e connettività Internet - An¬
che in CorelDRAW 7 troviamo una serie
dì strumenti in grado di creare illustrazio¬
ni accattivanti da pubblicare su Internet
CorelDRAW 7 incorpora le tavolozze co¬
lore di Netscape Navigator e di Micro¬
soft Internet Explorer Terminato il dise¬
gno è possibile assegnare dei link a
qualsiasi oggetto, oltre al testo. È possi¬
bile visualizzare la mappa immagine ri¬
sultante e pubblicarla in HTML per vi¬
sualizzarla con il proprio browser Web
Inoltre sono disponibili opzioni avanzate
come la trasparenza quando sì esporta il
proprio grafico in formato GIF e la pos¬
sibilità di visualizzare le immagini pro¬
gressivamente in caso di esportazione
nel formato .JPEG,
Effetti Bitmap - Dobbiamo ricordare
che il pacchetto comprende anche un
prodotto di elaborazione di immagini
PhotoPaint, che non descriviamo in que¬
sto articolo. CorelDRAW 7 include diret¬
tamente una serie di filtri bitmap per for¬
nire effetti come Rilievo, Arricciatura pa¬
gina, Disturbi, ecc. Inoltre sulle immagi-
330
MCmlcrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Una volta realizzato uno script, è possibile tener¬
lo sempre a portata di mano anche con una sua
rappresentazione grafica che mostra il tipo di el¬
leno generabile (CorelDrawl
ni bitmap importate è possibile applica¬
re gli effetti dei plug-in di Adobe Photo¬
shop.
Conversione in Bitmap - Anche in Co¬
relDRAW abbiamo la possibilità di con¬
vertire in bitmap specifici oggetti vetto¬
riali, di scegliere il numero di colori sal¬
vati assieme alla bitmap, la risoluzione
della bitmap risultante e se sottoporre o
meno la bitmap stessa al dithering o al-
l'antialias. Ovviamente anche queste
funzioni sono utili soprattutto nella pub¬
blicazione di pagine su Internet.
Regolazione Colore - Gli effetti Regola¬
zione Colore controllano la luminosità,
l'intensità, il livello di chiaro e scuro dei
colori dei disegni, Sono molto utili per ri¬
pristinare i dettagli andati perduti nelle
ombre o nelle zone di luce, per correg¬
gere sotto o sovraesposizioni e per mi¬
gliorare la qualità complessiva dei dise¬
gni. E' molto interessante che finalmen¬
te qualcuno abbia pensato di applicare
queste funzioni anche a disegni di tipo
vettoriale e non solo ai bitmap.
Altre novità
Suggerimenti - Una serie di suggeri¬
menti in linea offrono indicazioni utili re¬
lative all'operazione che si sta eseguen¬
do. Il contenuto della finestra Suggeri¬
menti è sensibile al contesto e cambia
non appena si fa click su un diverso
strumento o oggetto.
Razionalizzazione - Lo spazio di lavoro
a video è stato ottimizzato attraverso
una razionalizzazione '
Grafica e loilo
Colon
8 ai Gtalical
B ■ Rosso
I Secondi ol Rosso
| Second 2 ol Rosso
H Second3 ol Rosso
| Second 4 ot Rosso
H Second 5 ol Rosso
H Second 6 ol Rosso
H Second 7 oI Rosso
El Second 8 ol Rosso
I I Seconda ol Rosso
I I Second 10 ol Rosso
ED Giallo
| Second i oI Giallo
■ Second 2 ol Giaio
Bi Second 3 ol Giato
□ Second7 ol Blu
I I Second8olBlu
fi Second.9 ol Blu
zi
Gli stili possono essere applicati anche ai colon
m questa linestra di gestione vediamo tutti i co¬
lori presenti in un disegno, con un semplice
drag & drop potremo cambiare uno dei colon ed
ottenere il suo cambiamento in ogni oggetto in¬
teressato (CorelDrawl,
mano gli strumenti più utilizzati.
Modelli pronti all’uso - Oltre che al
gran numero di clipart disponibili, ora
troviamo anche 150 modelli disegnati in
maniera professionale. Questo nell'otti-
< Sugy dimenìi
Benvenuti nei
3
Suggerimenti
Qui si possono ottenere dei
suggerimenti sull'attività che si sta
svolgendo.
► Pei iniziate, fare clic su uno dei
seguenti aigomenti:
Uso dei suggerimenti e di
altre infoimazioni della
Guida
Creazione di curve, foime
e testo
Spostamento,
dimensionamento e
modifica della forma degli
oggetti
Riempimento e creazione
di contorni pei cuive,
forme e testo
delle barre degli stru¬
menti: finalmente si
ha a disposizione un
maggior spazio di di¬
segno pur avendo
sempre a portata di
Anche CorelDraw.
come molti altn pro¬
grammi, offre ora
un'utile finestra di
suggerimenti per i
neofiti
Aggiunta di effetti speciali
a cuive. forme e testo
ca di consentire un facile uso del prodot¬
to anche da parte degli utenti neofiti,
utenti che in molti casi hanno preferito
questo prodotto proprio per la grande li¬
breria di clipart che mette a disposizio¬
ne, subito utilizzabili o facilmente modifi¬
cabili per adattarli alle proprie esigenze.
Anteprima - La funzione Allinea e Di¬
stribuisci ha ora un'utile anteprima che
consente l'applicazione temporanea
dell'effetto desiderato prima di applicar¬
lo in maniera definitiva al disegno al di¬
segno.
Conclusione
Anche questa volta Adobe e Corel dimo-
Comodissima ora la funzione di testo su tracciato
in CorelDraw ci è bastato mettere il puntatore di
testo sul profilo della stella per ottenere automa¬
ticamente che il lesto girasse su di essa
strano che la classe non è acqua: le so¬
luzioni adottate in questi due prodotti lo
dimostrano ampiamente. La considera¬
zione finale è che forse l'era degli effetti
spettacolari è finita, mentre sta iniziando
l'era della produttività.
La nostra sensazione è che le funziona¬
lità di disegno siano giunte ad un livello
molto alto e che ora sia necessario diri¬
gere l'attenzione su altre cose. I compu¬
ter hanno sempre avuto come obiettivo
l'aumento della produttività personale,
cosi ora i produttori di software puntano
sempre più spesso sull'introduzione di
nuove versioni orientate proprio ad au¬
mentare la capacità di produrre idee da
parte degli utenti, più velocemente e
con il minor sforzo possibile.
Tra poco probabilmente inizieremo a ve¬
dere applicate un po' più a fondo le tec¬
niche di intelligenza artificiale: chissà co¬
sa e dove ci porteranno queste evolu¬
zioni anche nel campo del desktop pu-
blishing. Restate sintonizzati: MC senza
dubbio ve lo racconterà.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
331
coordinamento di Rino Nicotra
AutoCAD 14 - Esperimenti
di programmazione con VBA
La differenza fondamentale tra il primo articolo dedicato ad AutoCAD 14, pubblicato
nel numero scorso di MC, e questo, che è il secondo, consiste nel fatto che mentre
per realizzare il primo articolo ci siamo basati su una versione beta di AutoCAD 14,
questa volta invece usiamo la versione definitiva, il che ci ha consentito, nel
preparare i nostri esercizi, di sfruttare anche la documentazione cartacea, ancora
non disponibile ai tempi della preparazione dei primo articolo. Nel primo articolo
abbiamo proposto degli esercizi con i quali si programmava AutoCAD "da fuori",
tramite OLE Automation. Abbiamo utilizzato alcuni programmi realizzati con Visual
Basic che eseguivano una serie di calcoli i cui risultati venivano passati ad AutoCAD
che li traduceva in un disegno. In questo secondo numero invece programmeremo
AutoCAD "da dentro". Aggiungeremo una voce di menu, chiamata VBA (vediamo la
sua preparazione in figura 1), al nostro ambiente, alla quale assoceremo il
caricamento di una macro VBA che esegue una serie di operazioni grafiche nel
disegno AutoCAD. Come al solito, per aiutarci nel lavoro, sfrutteremo l'ottimo Help
per il VBA di AutoCAD (file Acadauto.hlp, in figura 2).
Seconda parte
di Francesco Petroni e Aldo Azzari
Come approfondire
la materia
Abbiamo preparato una prima Macro
che, al lancio, apre una Form che pre¬
senta quattro pulsantini (la vediamo sul¬
la sinistra nella figura 3). Tre dei quattro
pulsantini lanciano ciascuno una routi¬
ne: la prima scrive in varie maniere un
Testo (metodo AddText), la seconda
traccia una serie di solidi spaziali (meto¬
di AddBox e AddSphere), la terza crea
un blocco costituito da un cubo e lo re¬
plica più volte (BlockAdd ed Insert-
Block)
Se osservate bene la figura 3 vedete
che viene tracciata sempre la stessa pa¬
rola (ProvaMC) Il listato, mostrato in fi¬
gura 6, evidenza il fatto che sono stati
usati due cicli For.. Next necessari per
posizionare in una specie di tabella idea¬
le le varie scritte. Ognuna di queste è
stata ruotata e colorata. Va anche nota¬
to il fatto che le scritte sono elementi
piani, infatti sono stati tracciati nel piano
XY, e che un progetto prevede pur
sempre un ambiente tridimensionale
per cui è possibile vedere, anche in una
vista ''obliqua', il piano con le scritte.
Il secondo pulsante della Form traccia
quattro sfere, poste a piramide, piazza¬
te su un parallelepipedo molto schiac¬
ciato che fa da base. Nel listato di figura
6 (mentre il progetto lo vediamo realiz¬
zato in figura 4), notiamo degli strani va¬
lori numerici. Questi sono i valori che
servono per posizionare correttamente
le varie sfere, che si toccano tra di loro.
In altre parole i centri delle tre sfere di
base costituiscono un triangolo equila¬
tero il cui lato è il doppio del raggio del¬
le sfere. Il centro della quarta sfera, che
è posta sopra le altre tre, cade al di so¬
pra del centro dell'equilatero. Insomma,
posto uguale a 1 il raggio delle sfere,
con una piccola sene di calcoli trigono-
metrici è possibile determinare le posi¬
zioni reciproche dei vari elementi. Al¬
trettanto facile è il calcolo della posizio¬
ne della Box alla base, in quanto è su di
332
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
essa che sono piazzate le sfere.
Certo siamo stati un po' pigri,
avremmo dovuto scrivere le fun¬
zioni trigonometriche con le quali
far calcolare, direttamente al pro¬
gramma, i valori posizionali.
Il terzo pulsante della Form usata
nell’esercizio iniziale crea un Cu¬
bo, lo salva come Blocco asse¬
gnandoli il nome TEST e poi lo ri¬
pete più volte. L’effetto "piramide'
è raggiunto giocando con i cicli
che si restingono via via che si va
in alto.
Questo esercizio (ne vediamo il risultato
in figura 5) e molto importante perché
dimostra le possibilità legate al concet¬
to di Blocco. Si tratta di un elemento ri¬
petibile, al quale va associato un "punto
di inserimento', che serve per tracciarlo
altre volte. Quando si traccia la nuova
"istanza" del blocco è possibile attribuire
dei valori di scala e di rotazione (che noi
non abbiamo sfruttato, in quanto abbia¬
mo posto la scala pari a 1 e la rotazione
pari a 0) per poter deformare, a secon¬
da delle necessità, il blocco stesso
Un castello di carte
Si tratta di un esercizio di fantasia, nel
senso che ci siamo dati un obiettivo,
semplice e ben comprensibile da
tutti, e lo abbiamo perseguito fino
al raggiungimento del risultato fi¬
nale.
Poiché abbiamo dovuto "inventa¬
re" una routine di calcolo, abbiamo
usato il Visual Basic standard, mol¬
to adatto allo sviluppo di piccoli
programmi per i quali si vogliono
vedere immediatamente i risultati
ed il cui listato è immediatamente
riutilizzabile nel VBA di AutoCAD
14.
Nella costruzione del castello di
carte esistono tre tipi di posizione
della singola carta. La carta obli¬
qua in un verso, la carta obliqua
nel senso opposto e la carta oriz¬
zontale posata sulle altre due. È
quindi necessario prevedere tre ci¬
cli di calcolo, per ciascuna delle tre
Figura 1 - AutoCAD 14 - Costru¬
zione del ramo di menu VBA al
duale agganciare i nostri esercizi
Il menu di AutoCAD e facilmen¬
te personalizzabile Basta edita¬
re direttamente il file
Menu mnu. oppure editarne un
duplicato, ad esempio Menuv-
ba mnu. In tale file si aggiunge
una sezione, magari copiandola
da una già esistente, la cui voce
principale sia VBA e le cui voci
secondane siano Carica, per ca¬
ricare il programma VBA, ed
Esegui, per eseguirlo, a queste
voci vanno associati i comandi
che debbono essere eseguiti III
potete leggere nel listatoI Una
volta salvato il file con il menu lo
si può caricare digitando, nella
riga dei comandi di AutoCAD, il
comando Menu, che attiva la fi¬
nestra File Apn, nella quale si
cerca il file con desinenza mnu
Figura 3 - VBA e AutoCAD 14 -
Utilizzo del metodo AddText
L 'ambiente AutoCAD 14 è to¬
talmente allineato alla filosofia
Object Based II Documento at¬
tivo 6 un oggetto, ed e un og¬
getto lo Spazio Modello nel
quale disegnare Nello spazio
modello si può eseguire il Me¬
todo AddText che. come è faci¬
le intuire, aggiunge un testo al
disegno. Il testo, per AutoCAD,
è un elemento grafico e come
qualsiasi altro elemento grafico
può essere vanamente posizio¬
nato nello spazio e vanamente
colorato Vediamo anche come,
per eseguire i vari esercizietti.
ci sia convenuto disegnare una
piccola Form, con vari pulsanti,
ognuno dei quali manda m ese¬
cuzione una singola routine Ive¬
diamo la Form in alto a sinistra
nella figurai
Cu M | _ u» <
aisElBi «lai Mi 1 iftH %l
i—i
rDAbout [(Inferno:ioni su AutoCAD. A C*C_az»out
•••poni
••AVBA
XD_Tltle
ID VBAPON
XlfVBAPPOJ
XlTviAOPBOJ
XD_VBAXDE
•••HZLP3TPXKGS
X» TbVBA
XD“vBAXDE
IDJ'BAPON
XD VBAPBOJ
xb“vbauppoj
(/TV(BA)
[Esegui (Boero..•]*C*C_VBAPUN
I(Cor le* Progetto] A C‘C_VBALOAD
[(Scotico Progetto]*C*C VBAOMLOAP
[(Editor VIA]“C*C VBAXDE
(Display* thè Boero Toolbar]
[Storta thè Visual Basic Editor]
(Begins thè Boero dialog]
(Begins thè lood project dialog]
[Unloods thè current project]
•••POPI"»
••OPXPS
*w «ano* O baia m fì
Figura 2 - AutoCAD 14 -
Utilizzo intensivo del¬
l'ottimo help Acadau-
to.hlp.
Tanto di cappello, anco¬
ra una volta, ali Autode-
sk, che ha dotato il pro¬
prio prodotto di ottimo
ed abbondante materia¬
le di supporto docu¬
mentazione cartacea,
esempi di applicazioni
ed efficaci help in linea,
come questo nella foto,
che mostra la sintassi
dei vari comandi e che
propone esempi di pro¬
grammi i cui listati sono
immediatamente ’can-
nibahzzabili' per essere
inseriti nei propri lista¬
li. *
r’TT-r-TTTf
1 a 1 »” 1 1
1 AddSphere Method
Eira*
1
lutili
CeMt«(»«e*No
•ttVtl • «*)oct A4dS*l.*to (Contai. lodivi!
Eh
<*4xt*.|.W<r*
TfceWCS coodnMt ctf
Dai» roso*
IfeuikiHNKtìM
MuO he a poofe*
AddSphara Exomple
Pio ■cMObl ■■ 00)«et ‘Untif-
1 AutoCAD Oppi*"
Pio refluo Ao Deuhle. toruoBtdiuo
Pio coatti(0 Te Z) Ao Doublé
Pio trvDb) ao Ob)*ct
contorto) • M
contai ili - M
cornei Ut • ot
roéiue o 10
‘crttteo * ophtco ut papoi opaco
tot ondi ) • ocoCOb) ActleePecuoonc
’ciootoo o ophtrt in nodol opaco
Set tnOb) ■ tctdOb].ActivoPocuetnc
- rollatane cedo crtttto t bloch ot
Pio bleehOb) oo Objoct
Pio inoortionPnt<0 te 2) no Doublé
inoortionPnt(0) ■ Ot
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
333
tipologie di carte. Poi
occorre prevedere un
meccanismo che riduca
il numero delle carte
con l'elevarsi del piano,
ecc,
Insomma dopo qualche
tentativo abbiamo "az¬
zeccato" un sistema di
calcolo che va bene per
il nostro scopo. Lo ve¬
diamo nel listato VB di figura 7, in cui
vediamo anche l'effetto finale Poiché il
Visual Basic dispone anche di istruzioni
di tracciamento grafico abbiamo traccia¬
to in modo stilizzato (una carta uguale
una lineetta) il prospetto del castello.
Nella successiva figura 8 vediamo l’effi¬
cace e spettacolare risultato ottenuto
spostandoci in AutoCAD. Il castello è
uno solo, ma lo abbiamo visualizzato in
tre finestre differenti, una delle quali in
vista realistica, con tanto di sfondo sce¬
nografico. Per sfondo usiamo il norma¬
lissimo Nuvole.bmp, che fa parte della
dotazione standard di Windows 95.
Nella figura 9 vediamo il listato della
Macro in VBA di AutoCAD. Differisce
da quello VB "liscio" per il fatto che qui
tracciamo facce 3D e non semplici li¬
neette. In realtà le facce 3D non sono
altro che lineette, poste sul piano XZ ed
estruse nella direzione Y, In termini pra¬
tici questo significa che è facilissimo
definire i quattro punti di ciascuna fac¬
cia: i secondi due sono uguali ai primi
due con la terza coordinata, nel nostro
caso la Y, aumentata di 3.
Volevamo realizzare un Colosseo di Car¬
te, sarebbe stato semplice farlo parten¬
do dal nostro castello lineare, lasciamo
a voi il gradito compito.
Mettiamo anche
Excel al lavoro
La finalità del successivo esercizio risul¬
ta evidente dalle figure che lo accompa¬
gnano. Costruiamo una Tabella di Dati
numerici con Excel ottenuti applicando
una formula trigonometrica a coppie di
valori X ed Y (il risultato della formula
sarà il nostro valore Z). Partendo dai nu¬
meri di questa tabella realizziamo un
Figura 4 - MS Visual Basic 4.0 - Output del pro¬
gramma che traccia una serie di polilinee 3D
I due esercizi che seguono sfruttano Visual Ba¬
sic come 'motore' di calcolo per produrre dati
numerici che vengono 'passati' ad AutoCAD.
Nel primo, di cui vediamo la versione VB. co¬
struiamo una superficie spaziale basata su una
funzione trigonometrica Isono quelle più spel-
tacolanl
posando
. 121 * 56*0 0001 »
mwi «nw-r»
oggetto AutoCAD
oggetto Testo
Private Sub Bl_Click()
Dii* A0 As Object
Dim AT As Object
Dim SPIO To 2) As Doublé
Set AO = GetObjectl, “AutoCAD.Application")
A = 0: C = 1
For L = 0 To 24 Step 8
For I = 0 To 32 Step 8
SPIO) = I: SP(1) = L: SP(2) = 0
Set AT = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddTextI"ProveMC", SP, 1)
AT.Rotation = A: AT.Color =C:C*C+1:A*A+0.1
Next I
Next L
Unload Me
End Sub
Private Sub B2_Click()
Dim AO As Object ’ oggetto AutoCAD
Dim CN(0 To 2) As Doublé
Dim SF As Object ' sfere
Set AO = GetObjectl, "AutoCAD.Application")
CN(0) « -1: CN(1) = -0.577: CNI2) = 1
Set SF = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddSpherelCN,
SF.Color = 1
1)
CN<0) = 1: CN(1> = -0.577: CN(2) = 1
Set SF = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddSpherelCN, 1)
SF.Color = 2
CNI0) « 0: CNI1I = 1.155: CNI2) = 1
Set SF = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddSphere(CN,
SF.Color = 3
CN(0) = 0: CN(1) = 0: CN<2) = 2.732
Set SF = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddSphere(CN,
SF.Color = 4
Dim AB As Object ' box
Dim CP|0 To 2) As Doublé
CP(0) = 0: CP(1) = 0: CP(2) = -0.2
Set AO = GetObjectl, "AutoCAD.Application")
Set AB = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddBoxICP,
AB.Color = 5
Unload Me
End Sub
1)
4. 4, 0.4)
Private Sub B3_Click()
Dim AO As Object
Dim BO As Object
Dim BR As Object
Set AO = GetObjectl,
Dim L As Doublé: L =
' oggetto AutoCAD
' oggetto Box
• oggetto Block
"AutoCAD.Application")
8
Figura 6 - VBA e AutoCAD 14-1 listati dei tre primi
esercizi.
Passiamo ad analizzare i listati relativi ai tre esempi
visti fino ad ora e dedicati all 'aggiunta del testo, al¬
la composizione con i solidi ed alla duplicazione in
sene dei vari blocchi. Va notata l'assoluta linearità
della programmazione che si basa su classiche
istruzioni Basic intramezzate con le istruzioni VBA
di AutoCAD, da utilizzare per aggiungere e manipo¬
lare gli elementi nella composizione
Dim CNI0 To 2) As Doublé: CNI0) = 5: CN(l) = 5: CNI2) = 5
Set BX = AO.ActiveDocument.ModelSpace.AddBoxICN, L, L, L)
Dim IPI0 To 2) As Doublé: IP(0) = 5: IP(1> = 5: IP(2) = 5
definizione del Blocco
Set BO = AO.ActiveDocument.Blocks.AddiIP, "TEST")
For I = 5 To 65 Step 10
For L = I To 65 Step 10
For K = I To 65 Step 10
XPI0) = L: IP(1) = K: IP<2) = I
uso del Blocco
Set BR = AO.ActiveDocument.ModelSpace.XnsertBlocklIP, "TEST",
Next K
Next L
Next I
Unload Me
-End Sub
1 , 1 , 0 )
W t* Mo**• V»-teXA ISMMO
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If -,■'»
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Figura 7- /WS Usua/ Sas/c 5 0 - Preparazione di
un castello di carte
Con il prossimo esercizio ci proponiamo un
obiettivo ambizioso, la costruzione di un Castel¬
lo di. Carte La difficoltà maggiore consiste
nell'Ideare la routine di calcolo che serve a de¬
terminare ed a posizio¬
nare le serie di carte,
distribuite sui vari piani
del castello Si deve,
ad esempio, considera¬
re il latto che, in prati¬
ca. esistono tre orien¬
tamenti per le carte,
due per le carte che si
accostano e che costi¬
tuiscono la struttura
verticale, e il terzo per
la carta piazzata oriz¬
zontalmente e che si
appoggia su due cop¬
pie di carte accostate
Proviamo la routine
con il Visual Basic 'li¬
scio', che ci permette
anche di controllare
graficamente la sua ef¬
ficacia.
Figura 5 - VBA e AutoCAD 14 -
Utilizzo del concetto di Blocco
In AutoCAD un blocco è un
elemento della composizione
che si vuole ripetere più volte
e che quindi viene salvato con
un nome Anche con il Visual
Basic per AutoCAD è possibile
costruire i blocchi per poi riuti¬
lizzarli in altre posizioni È
quello che facciamo per realiz¬
zare questa piramide di Cubi
Esiste un comando per definire un blocco Igli si dà un
nomeI ed esiste un comando per riutilizzare il blocco,
identificato dal suo nome, in un altra posizione II co¬
mando per inserire il blocco prevede anche una sene di
parametri che servono per ruotare e per scalare l'ele¬
mento duplicato
invai* s.a roi»_i(.«i(i
Seal* l-l, 101-130, 01
Mjn.___
Stivata sub Fl_CUcbll
I - Si Set 1 • S Tc 11 Stap 1
Tot l • 0 To 10 - « • 1 Stap 1
XI • L * >! TI • I
«alala 1: TI • I » !
lina |X1. Tll-I». T2l. OKalotllJ
«axt II I • I a 1
■ I
* • 0: fot I • 0 To l* Hip S
fot l • 0 To 10 - * • 2 iu» 2
XI • L • 9 « 2l Yi • I
X2.L*S*liY2.I*>
tin* (XI. T1)-(X2, Y2), OBColoi(I)
Hnx. Li 9 • 9 * 1
l«t X
I • Ol fot X • 2 To 1S n*9 I
fot l • O.S To 9.3 - S • 2 Stop 2
XI • l ♦ Si Y1 • X
X2 • l • 3 • ): tZ • l
Uno XI, Vi)*|X2, T2 , QKolot(X)
>o>c ti a • t ♦ i
Ine X
tnd Sub
n^n
mm
J
grafico Excel, operazione del tutto
interattiva e che non richiede nes¬
suna forma di programma.
Realizziamo invece, usando il VBA
di Excel 97, un programma che
legge i dati dalle celle di Excel, li
passa ad AutoCAD, a quattro a
quattro, per poter costruire delle
facce 3D, e nel foglio AutoCAD
traccia e colora le varie facce. Il ri¬
sultato (lo vediamo in figura 13.
mentre nelle precedenti figure ve¬
diamo i dati Excel, il Grafico Excel
e la Macroi è spettacolare specie
se confrontato con la stringatezza
del listato con il quale è stato otte¬
nuto. L'unica operazione fatta "a
mano" in AutoCAD è stata quella di vi¬
sualizzare il soggetto in una vista asso¬
nometrica e di aver attivato il motore di
Rendering.
Mettiamo in naso
nel disegno AutoCAD
Fino ad ora ci siamo divertiti a disegna¬
re con AutoCAD, pilotandolo o da fuori,
tramite OLE Automation, o da dentro,
con delle macro VBA.
Gli esercizi visti fino ad ora sono inte¬
ressantissimi ed aprono molte prospet¬
tive a chi faccia un uso pesante del pro¬
dotto per realizzare progetti modulari, in
cui la possibilità di automatizzare dei
processi alleggerisce e velocizza nel
Figura 8 ■ VBA ed AutoCAD 14-11 castello di carte in varie salse
Ecco il risultato tinaie del nostro esercizio mostrato in vane fine¬
stre di AutoCAD Poiché abbiamo utilizzato delle Facce 3D e poi¬
ché le abbiamo anche colorate possiamo realizzare sia delle viste
con eliminazione delle linee nascoste che delle viste realistiche,
ombreggiate, con tanto di sfondo BitMap
B-w 3-»ab.. I V»a
B 9
q-,ltt.,M v\ ❖lai Cleti alati ?l
Figura 9 - VBA ed AutoCAD 14 -11 listato per costruire un castello di carte
La routine che esegue il calcolo delle facce è identica a quella creata e speri¬
mentata in Visual Basic La differenza è che qui abbiamo individuato, per
ogni carta delle tre sene, i quattro vertici necessari per costruire le singole
Facce 3D L istruzione Set AO = GetObiectt.'AutoCAD Application") serve
per definire come Oggetto AutoCAD, nel quale aggiungere i vari elementi
della composizione, il disegno corrente
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Haas Li » - 9 • li Ha al X
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XI • l • 9t Tl - Il XI - 0! X2 - L • 9 a Si TX • Il XX • 0
Cali «ACCIA
■o.am
Lm»»-
Ivi «ACCIAI!
fllOI - Xll filli - Tli filli - XI
fllOl • XXi fi (XI - TX: filli - 22
fllOI - XXt fi 111 • TX: filli - li • 1
M(01 - XI, MISI - TU Min - XI • I
Vi re • AO.AKIl
fC-Col« • C
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MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
335
suo complesso il lavoro.
Cominciamo ora ad affrontare un altro
argomento, anche questo molto inte¬
ressante, che riguarda la possibilità di
manipolare, da VBA, gli elementi pre¬
senti nel disegno.
In altre parole, supponendo di avere un
disegno già realizzato, in cui ci siano
una serie di elementi già tracciati, quali
strumenti abbiamo a disposizione per
individuare gli elementi stessi e conse¬
guentemente per manipolarli?
Va subito detto che. poiché operiamo
nell'ambito dell'Object Based, la strada
Hodfca yufe» In»» S~«r« Qa l(M 2
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Figura IO - MS Excel
97 - Foglio dati con un
mare di calcoli
Anche il successivo
esercizio 6 del tulio
inutile Anzi no pud
servire a chi debba rea¬
lizzare. con AutoCAD,
disegni di superba tri¬
dimensionali basati su
calcoli trigonometrici
Prepariamo, con MS
Excel 97. una sene di
valori numerici rappre¬
sentanti i punti cara ne¬
ri stia di una superficie
spaziale, sfruttando il
polente motore di cat-
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Figura 11 - MS Excel
97 - Grafico, di tipo su¬
perficie 3D. realizzato
con i numeri presenti
sul foglio
Applichiamo, ai dati nu¬
merici presenti sul fo¬
glio. la procedura di Au-
tocomposizione del
Grafico Scegliamo il ti¬
po Superficie Tridimen¬
sionale, stando attenti
ad indicare, come valo¬
ri X e Y dei grafico ri¬
spettivamente la riga A
e la colonna I del fo¬
glio Otterremo un gra¬
fico spettacolare guan¬
to mutile Dal grafico
realizzato abbiamo tol¬
to tutti gli elementi di
contorno, come dida¬
scalie. griglie, titoli, le¬
gende. ecc
colo costituito dalla
funzionalità Dati Tabella, che consente di ese¬
guire centinaia di calcoli usando una sola formu¬
la. La formula, come detto e una sola. I abbia¬
mo piazzata nella cella Al Se la si modifica,
cambiano i numeri calcolati e cambia il grafico
generato dai numeri
per raggiungere i nostri obiettivi è facil¬
mente individuabile, un disegno Auto¬
CAD è un oggetto, i suoi elementi sono
degli oggetti, ogni oggetto ha una serie
di proprietà che possono essere lette e
che possono essere impostate.
AutoCAD inoltre assegna ad ogni ele¬
mento/oggetto del disegno un Handle
in pratica un identificativo unico, costi¬
tuito da un numero progressivo, che
permette, una volta noto l'Handle stes¬
so. di selezionare direttamente l'ele¬
mento Nel modello Obiect Based
Figura 12 - MS Excel 97 - Listato VBA che serve per disegna¬
re la superficie in AutoCAD
Il nostro programma legge, a quattro a quattro, i valori calco¬
lati e li passa ad AutoCAD con la 'raccomandazione' di realiz¬
zare una serie di Facce 3D Queste, in pratica, permetteran¬
no di rivedere, stavolta come disegno AutoCAD, lo stesso
grafico realizzato con Excel Insomma Excel calcola e Auto¬
CAD disegna
Figura 13 - VBA ed AutoCAD 14 - Risultato, via OLE Automation, tutto in
AutoCAD
Il listato del programma, scritto con il Visual Basic for Application di Excel, e
anche questa volta semplice e lineare E anche molto corto, solo una dozzi¬
na di righe, rispetto al grosso lavoro di disegno che fa svolgere al malcapita¬
to AutoCAD 14 Questo esercizio 6 un ulteriore esempio della versatilità del
VBA come linguaggio universale di programmazione, particolarmente adat¬
to a risolvere problematiche mterprodotto
Uno
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336
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Figura 14 - VBA ed AutoCAD 14
- Manipolazione degli oggetti
presenti nel disegno
Gli esercizi svolti lino ad ora
servono per disegnare elementi
grafici ottenuti da calcoli Ora
cominciamo a vedere come sia
anche possibile interagire con il
disegno, individuando da pro¬
gramma i vari elementi presenti
nel disegno stesso, allo scopo,
ad esempio, di modificarne
qualche attributo L esercizio
che vi proponiamo si concretiz¬
za m una piccola Form che ali¬
mentiamo con l'elenco degli
elementi presenti nel disegno
Una delle caratteristiche dell'e¬
lemento del disegno 6 la Hand-
le che costituisce un IO. una
chiave identificativa unica, che
puO essere usata per seleziona¬
re e per manipolare quel dato
elemento
l'Handle è una proprietà di sola
lettura.
Vediamo l'esercizio di figura 14.
C'è un disegno con una specie di
campionario di elementi. Il nostro
programma, di cui in figura 15
vediamo il listato, elenca tutti gli
elementi che trova nel disegno,
mostrandone, in una ListBox,
l'Handle (che. come evidente, è
un numero progressivo) ed il suo
tipo, in codice ed in chiaro, ri¬
spettivamente un numero e una
descrizione.
Nel listato notiamo le due routi¬
ne. quella legata al click sul pul¬
sante Elenca, che scandisce tutti
gli elementi grafici nel disegno e
li riporta nella ListBox, e quella
legata al click sulla ListBox stes¬
sa che riporta Handle e tipo di
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Figura 15 - VBA ed Au¬
toCAD 14-11 program¬
ma che elenca gli ele¬
menti del disegno
La chiave di volta del¬
l’esercizio sta
nell’istruzione Fot Each
Next, che permette
di individuare i vari ele¬
menti presenti nella
composizione Di ogni
elemento elenchiamo
l'ID. costituito dal-
l'Handle, il tipo lun co¬
dice numerieoi e il no¬
me Iche invece è un
lestoI Con questo
elenco alimentiamo
una ListBox Facendo
click sulla ListBox in
pratica riusciamo a in¬
dividuare un elemento
ll'oggetlo OB), sul qua¬
le possiamo interveni¬
re con qualsiasi meto¬
do Ci limitiamo a cambiarne il colore
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Sat Ot - AO. Act ivatocuMAt .HaadlaToOOjact lT2)
OS. Color - Z
AO. Act ìvaDocunant. Panari taclct ivaViavport)
End Sub
Figura 16-VBA ed Au¬
toCAD 14-11 concetto
di Handle
L 'Handle 6 un identifi¬
cativo univoco che Au¬
toCAD asssegna ad
ogni elemento grafico
presente nel disegno
Gli Handles possono
essere solo letti Isi
tratta di proprietà di
sola letturaI Noto un
Handle si può selezio¬
nare direttamente l’e¬
lemento a cui lo stes¬
so è associato, grazie
ad uno specifico Me¬
todo
elemento nelle due TextBox. Ve¬
diamo anche nel listato come, una vol¬
ta identificato l'oggetto ed assegnatolo
ad una variabile, sia possibile modificar¬
ne le proprietà, referenziandolo diretta-
mente tramite la variabile. Si utilizza il
metodo HandleToObject che, dato un
Handle, seleziona l’oggetto corrispon¬
dente.
Per maggior chiarezza mostriamo, in fi¬
gura 16, due videate dall’Help Acadau-
to.hlp.
Conclusioni
Più andiamo avanti ad analizzare ed uti¬
lizzare il VBA di AutoCAD e più trovia¬
mo spunti per nuovi esperimenti.
Ci rimane da affrontare, e lo faremo nel
prossimo numero, l'argomento relativo
alla gestione dei dati alfanumerici asso¬
pisti agli oggetti presenti nel disegno.
E evidente che, con l'introduzione degli
Oggetti, questa materia subirà un ulte¬
riore sviluppo, dovuto al fatto che an¬
che le proprietà degli oggetti sono pra¬
ticamente assimilabili a campi di un da¬
tabase. e che a questi si possono ag¬
giungere campi alfanumerici veri e pro¬
pri, di vario genere, non necessaria¬
mente visualizzabili nel disegno.
Una considerazione più generale che ci
permettiamo di fare sul VBA di Auto-
CAd 14 è che sostituirà via via i vari lin¬
guaggi interni di AutoCAD, a partire dal
vecchio Lisp. Il che significa che saran¬
no proposti, dai vari sviluppatori indi-
pendenti per AutoCAD, pacchetti Ad-
dOn che implementeranno nuove fun¬
zionalità e che saranno scritti in Visual
Basic.
«e
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
337
di Francesco Petroni
Microsoft Visual Basic 5.0 -
Costruzione di ActiveX -
Primi esercizi
Gli obiettivi di questo articolo sono due. Il primo è quello di esplorare le
funzionalità presenti nel Microsoft Visual Basic 5.0 dedicate alia
realizzazione di componenti attivi. Si tratta di funzionalità del tutto
nuove, in quanto non erano presenti nella precedente versione di VB. Il
secondo è quello di cercare di fare un po’ di chiarezza attorno al termine
ATTIVO, oggi diventato di moda e quindi associato un po' a tutto.
Si sente parlare di Componenti Attivi, di Controlli ActiveX, di Server
Attivi, di Documenti Attivi, di Pagine Attive e di altro ancora. Gli ambiti in
cui sono usati questi termini sono non solo Internet (il vero responsabile
di tutto quello che sta succedendo), ma anche il Workgroup Computing
e il Personal Computing. Parleremo soprattutto del Visual Basic 5.0, del
quale in questo stesso numero presentiamo la prova. Anzi questo
articolo costituisce un approfondimento di una delle novità più
importanti del VB5, la possibilità di realizzare componenti ActiveX.
Piccolo riassunto
delle versioni
precedenti
Nella stona della Microinformatica il
primo esempio concreto di riutilizzabi-
lità di componenti è rappresentato pro¬
prio dal Visual Basic, la cui prima ver¬
sione già sfruttava i controlli VBX. Lo
sviluppatore VB poteva inserire nella
propria applicazione controlli VBX che
svolgessero funzionalità specifiche,
che venivano in tal modo facilmente
aggiunte all'applicazione. I controlli
VBX hanno avuto un enorme succes¬
so anche per il fatto che sono stati
adottati in molti altri ambienti di svilup¬
po. Sono sopravvissuti fino alla versio¬
ne 3.0 del VB.
All'epoca la Microsoft mise a disposi¬
zione di chi voleva sviluppare propri
componenti VBX. e quindi non voleva
solamente utilizzarli, uno specifico
strumento di sviluppo che si chiamava
Control Developer's Kit (CDK), e che si
basava comunque sull'uso del linguag¬
gio C.
Successivamente, con la versione 4.0
di Visual Basic, i VBX sono stati sosti¬
tuiti dai controlli OCX. basati sull'inter¬
faccia OLE, e quindi più in linea con le
tecnologie standard di Windows. Con¬
temporaneamente sono stati aggiorna¬
ti i vari CDK. che sfruttavano le versio-
338
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
ni via via più aggiornate del C, C++,
del Visual C.
Il maggior difetto dei controlli OCX,
che li rende praticamente inutilizzabili
in applicazioni sviluppate per Internet,
è costituito dal fatto che sono sempre
molto voluminosi in quanto necessita¬
no, per poter funzionare, del supporto
di voluminose librerie specifiche, quali
la MFC, la Microsoft Foundation Class.
Gli ActiveX, che conservano la desi¬
nenza OCX, invece sono più leggeri (e
quindi più facilmente scaricabili via In¬
ternet) dei vecchi controlli OCX, in
quanto è stato ridotto il numero delle
interfacce COM supportate. La Micro¬
soft inoltre mette a disposizione degli
sviluppatori strumenti alternativi per lo
sviluppo di ActiveX, non più solo C e i
suoi derivati, ma anche il Visual Basic
Figura 2 - MS Visual Basic 5.0-11 nostro primo
obiettivo la pesca dei dati con il componente
Lista3
Vogliamo costruire un componente attivo lil
cui nome sia USTA3I che possa servire per
'pescare' dati da un qualsiasi database, dati da
utilizzare nelle più svariate situazioni. Cerchia¬
mo di capirne il funzionamento osservando la
figura, in alto; abbiamo due TextBox nelle qua¬
li digitiamo il nome del Database ed il Record-
set desiderato luna Tabella o una Query,
espressa in forma di comando SOL). Il pulsan¬
te Esegui imposta
come Proprietà Base
e Dati del nostro nuo¬
vo oggetto il conte¬
nuto delle due box
ed attiva un Metodo,
il cui nome è Attiva,
che scatena il riempi¬
mento della lista a tre
colonne. In cima alla
lista a tre colonne ab¬
biamo piazzato tre al¬
tre TextBox Iche fan¬
no parte anch esse
del nostro compo¬
nente.I per vedere le
informazioni del sin¬
golo elemento sele¬
zionato. Il pulsante
Scegli trasferisce le
tre nuove Proprietà
Iche si chiamano Pro-
gr, Matricola e Nomi¬
nativo.I dal controllo
all’applicazione che lo
sta usando.
&
ActiveX EXE
ActiveX Documenf Adivi
DU
ActiveX Contro! 2.
|(None)
Standard EXE
ActiveX Dii
Project Hot
Corte* ID;
| Prvno Esercizio di Cod/unone d un ActiveX
r
P UJgrodeUctrraXCoiV;* <~
P RaqimucflnsGKoy
5, il Visual J++,e l'ActiveX Controls
Framework (che però non è visuale).
Visual Basic 5 permette sia di sviluppa¬
re ActiveX sia, in quanto HOST, di uti¬
lizzare controlli ActiveX. Questa possi¬
bilità facilita la fase di sviluppo in quan¬
to i nuovi ActiveX che possono essere
testati direttamente "sul posto".
Figura I - MS Visual Basic 5.0 - Scelta del tipo di
Progetto ed impostazione delle Proprietà del Pro¬
getto
Scopo principale di questo articolo è quello di
esplorare la più importante tra le nuove funziona¬
lità disponibili in Visual Basic 5.0, quella che ser¬
ve per costruire, in varie forme, componenti attivi
_ riutilizzabili m vari
ambiti, Con VB5
si possono realiz¬
zare eseguibili
EXE. librerie
DLL, documenti
attivi, componen¬
ti ActiveX, che si
concretizzano in
un file con desi¬
nenza OCX Mol¬
te delle attività
inerenti la costru¬
zione di tali com¬
ponenti sono fa¬
cilitate dalla pre¬
senza di eflicaci
Wizard. Facilita la
costruzione dei
componenti an¬
che la possibilità
di lavorare su più progetti, il primo per creare il
componente ed il secondo per testarlo Anche
questa è una novità di Visual Basic 5.0 Qui ve¬
diamo la Box nella quale si sceglie il tipo di pro¬
getto che si vuole realizzare e quella nella quale
si inseriscono le impostazioni "fini ' del progetto in
fase di sviluppo,
ex
s
gw-r,
Ruone del
cwW"
Mcwdl OiAx*
%>
Rrt«ie (!•««•
CiHhno
Meme»
4-
Peni* n ewivo
Éf
SmoreaNe
Anche Microsoft Internet Explorer è un
FIOST di ActiveX. L’attivazione avviene
tramite il Tag HTML <OBJECT> Tale
Tag fa riferimento ad un controllo iden¬
tificato tramite un ID Se il controllo
non è presente sul sistema occorre in¬
stallarlo, ed in questo caso si utilizza la
specifica CODEBASE, interna al Tag
OBJECT, che in pratica permette di re¬
ferenziare un ActiveX da un URL.
In questo caso il componente mancan¬
te viene scaricato, installato ed esegui¬
to. I file scaricabili sono quelli con desi¬
nenza DLL, EXE e OCX, oppure CAB,
che sono i file compressi automstalla-
bili, ed INF, che sono i file contenenti
le specifiche di installazione. I file ven¬
gono scaricati nella cartella Win-
dows\Occache del sistema Client, e li
rimangono.
Su questo, che è forse l’aspetto più
critico dell'attivazione di Internet, tor¬
neremo tra un po’, dopo aver chiarito
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
339
^)C4» t» »■» Ira* rvM IO* Bota mn. BW ©
□ isydiar imj<» ■ • 4* * t- jj » u ** ■
JJJx
«.. 4 .
- IC B Safl i gyflfflO B
1017 BEIGE
1073 SACCI
1024 PALMIERI
1033 GUALANDI
1045 BRAGUA
2732 RIGHI
2720 TONI
2669 CALETTI
| 0:WW10A1I97.«*
COKI •'««PO»»*
Olinolo • un Controllo ActivoX
jCALITTI |*.124.000
2474 P1A11TTI
2401 VlimiDI
2cto ruurriMMi
2484 VIOLA
24*8 A0AB4A
2701 2INI
2712 0UALTIIBI
t.*20.000
1.203.000
2.004.000 _j
4.747.000
1.740.000
4.811.000
7.4*2 000
1 >ir
Figura 3 ■ MS Excel 97 - Utilizzo del
controllo ActiveX Lista3.
Utilizziamo lo stesso componente
ActiveX mostrato nella figura prece¬
dente questa volta in un'applicazione
MS Excel 97 Nell'ambiente IDE di
Microsoft Office 97 abbiamo realizza¬
to una Form che contiene due casel¬
le di testo, due pulsanti ed il nostro
componente Lista3 Isinonimi di com¬
ponente sono Controllo e ActiveXI.
La definizione del Database e del Re-
cordset è analoga a quella utilizzata
nell'esempio precedente Quando si
fa click sul pulsante Scarica vengono
scaricate le tre proprietà, Ptogr. Ma¬
tricola e Nominativo, direttamente
sulle celle del foglio attivo. In pratica
abbiamo realizzato un'applicazione
che consente di scegliere i dati desi¬
derati in maniera non preordinata Se
ci fosse una regola di selezione con¬
verrebbe costruire una Query
cosa si intende per attivazio¬
ne di Internet.
Avakbta Cortrab
□ Cortrcte a
gne W«ng
□ Conbcfo ògtefczraaone magne Wang
□ Contiate Mootoft Web Bio-wi
□ Contiate eradica mrnagve Wang
□ C/y3*l Petcai Contrai 4 6
□ D8Gnd Cordici
0EiC2Uu3
□ MeigueeCU Objecl
□ MOWr»M Centrai
1]
J
_l ^
AchoMont Corto* (Araci
Locamo C\WMXrw5LSYS1EML»oov»oc.
Figura 4 - MS Excel 97 -
Utilizzo del controllo Ac¬
tiveX Lista3.
Una volta generato ed
installato, il controllo
OCX diventa patrimonio
comune dell'intero am¬
biente Windows. Il mo¬
do più semplice per uti¬
lizzarlo è quello di 'pe¬
scarlo' dalla finestra Ad-
ditional Controls, pre¬
sente in qualsiasi pro¬
dotto programmabile
'ad oggetti', ed il meto¬
do più semplice per
programmarlo è quello
di aiutarsi con la fine¬
stra Object Browser (Vi¬
sualizzatore di OggettiI
che mostra, puntual¬
mente, proprietà e me¬
todi del componente selezionato Da notare, in quest ‘ultima Box, la simbologia che distingue le Pro¬
prietà dai Metodi
Msmbori orilstty
« ARMI
EF frase
t DM
EF Matricola
P Nominativo
tF Ptogr
Class Listai
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Ceilsir, 3) ■ RyList.Nominativo
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End 3«0) __
Private Sui UserForm^Activate()
r • ActiveCell.Ro»
Enti Sub
Figura 5 - MS Excel 97 - Utilizzo del con¬
trollo ActiveX Lista3: il listato VBA.
Analizziamo ora il codice VBA scritto per
Excel. La situazione è mostrata chiara¬
mente dalla ProjeciView, in cui notiamo
la presenza degli oggetti Sheet e Thi-
sWorkbook. di Excel, della Form UF (una
UserForml e di un Modula che potrebbe
contenere le varie procedure In realtà
tutto il codice è inglobato nella Form ed
in particolare le due uniche routine sono
associate agli eventi Click sui due Pulsan¬
ti. Quella sul primo pulsante imposta le
proprietà Base e Dati dell'oggetto Lista3
(che nella nostra applicazione abbiamo
chiamato MyList, avendo impostato la
proprietà Name del componenteI ed ese¬
gue il metodo Attiva. Il Click sul secondo
pulsante trasferisce sulle celle del foglio i
valori delle proprietà Progr, Matricola e
Nominativo La variabile R serve per ge¬
stire la riga corrente sulla quale trascrive¬
re i dati scelti.
Cosa si intende
per attivazione
di Internet
Cercando di semplificare un
discorso che oggettivamen¬
te è un po' complesso, in
quanto fa riferimento all'ar¬
chitettura ed anche alla sto¬
ria di Windows, possiamo
affermare che ActiveX è un
insieme di tecnologie che
permettono di inserire un contenuto
interattivo nelle pagine WEB. Le tec¬
nologie di base sono tre.
La prima è costituita dagli ActiveX
Controls, che sono i successori dei
VBX e degli OCX, di cui abbiamo appe¬
na parlato e che costituiscono l'argo¬
mento principale del nostro articolo.
La seconda tecnologia consiste negli
ActiveX Document. Si tratta di parti¬
colari estensioni che rendono normali
documenti compositi (per intenderci
quelli che si realizzano con i prodotti
Office e che contengono oggetti OLE
realizzati con altri prodotti OLE Server)
di essere attivati interamente, come
un oggetto unico, dall'interno di un
ambiente Client.
Il primo esempio di tecnologia Acti¬
veX Document è costituito dal Rac¬
coglitore di Office, che
non produce file propri
ma semplicemente rac¬
coglie ed assembla do¬
cumenti realizzati con
gli altri componenti della
suite.
Il secondo esempio è
costituito proprio da MS
Internet Explorer 3.0
che è un contenitore di
documenti attivi. Come
noto può visualizzare sia
documenti HTML, sia
documenti DOC, scritti
con MS Word ed attivi,
sia qualsiasi documento
realizzato con qualsiasi
prodotto, ma dichiarato
attivo.
Il terzo esempio sarà
340
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Figura 6 EI
□ - Il
siro Internet dedicato agli Acti¬
veX La Tecnologia ActiveX è una
tecnologia trasversale, in guanto
riguarda tutti i prodotti di svilup¬
po che operano all'interno del¬
l'ambiente Windows, per cui il
suo approfondimento può partire
da ciascuno di questi prodotti
Noi partiremo dal Visual Basic 5 0
che. come detto, per la prima
volta permette di costruire com¬
ponenti di questo tipo L argo¬
mento ActiveX, pur essendo ab¬
bastanza nuovo, è mollo docu¬
mentato Viene ben trattato nei
manuali del Visual Basic 5 ed esi¬
stono. nel catalogo Microsoft
Press, numerosi testi su tale ar¬
gomento Su Internet sono dedi¬
cate ad ActiveX molte pagine del
Sito Microsoft e molti siti riserva¬
ti agli sviluppatori.
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Figura 7 - MS Visual Ba¬
sic 5 0 - Immagini dai Wi¬
zard
Riguardano la creazione
dei componenti attivi due
Wizard, quello che guida
nella costruzione di un
ActiveX e quello che con¬
verte un applicazione
VB5 m un documento at¬
tivo Si tratta ovviamente
di procedure molto co¬
mode. ma che vanno
usate solo da chi sa esat¬
tamente quale sia I obiet¬
tivo da raggiungere e che
magari lo saprebbe rag¬
giungere anche senza
usare il Wizard.
=•!
costituito, come già noto a molti
di voi, dal Desktop della prossi¬
ma versione di Windows 95 (an¬
ticipata in MS Internet Explorer
4.0) che rende lo stesso desk¬
top un contenitore di documenti
attivi.
La terza tecnologia, ActiveX
Scripting, definisce le caratteri¬
stiche dei prodotti Host, quelli
che sono in grado di eseguire
programmi e documenti attivi
Ad esempio MS Internet Explo¬
rer è un Host ActiveX Scripting
e dispone di un motore per ese¬
guire script sia in linguaggio VB-
Script che JScript
Rimanendo strettamente in am¬
bito Microsoft, non si può non notare
l'omogeimzzazione dei vari sottmsiemi
del linguaggio VB, con VB5, VBA e VB-
Script, e soprattutto l'omogeinizzazio-
ne dei prodotti che sono tutti in grado
di condividere i vari componenti
Torniamo all'argomento principale del
nostro articolo, la sviluppo di compo¬
nenti ActiveX con VB5 e il loro utilizzo
con altri prodotti ed in altre situazioni.
L'ambiente di sviluppo
VB e la scelta del tipo
di attività
Nella prima figura dell'articolo abbia¬
mo inserito due Box, quella che appa¬
re quando si esegue il comando File
New Project, e che presenta una deci¬
na di "varianti', e quella che mostra le
proprietà del progetto in cui si control¬
la, o al limite si imposta, il tipo di pro¬
getto da sviluppare. E' chiaro infatti
che il fatto che si crei un eseguibile
EXE, oppure una libreria DLL, oppure
ancora un controllo ActiveX, non può
che essere una scelta iniziale, da fare
quando si inizia un nuovo progetto.
Il nostro obiettivo è quindi quello di
realizzare un ActiveX, che si concretiz¬
za, come detto, in un file OCX. riutiliz¬
zabile in altri programmi.
Partiamo dalla fine vedendo subito co¬
me funziona il controllo ActiveX che
vogliamo costruire. Lo vediamo, in fi¬
gura 2, inserito in un'applicazione VB.
ed, in figura 3, inserito in un'applica¬
zione Excel. Il nome del controllo è Li-
sta3 ed è presente nel file ES02.OCX.
Il nostro controllo serve per pescare,
in maniera non preordinata, dati da
una Tabella di un Database. I dati pe¬
scati, o meglio scelti uno ad uno. de¬
vono essere resi disponibili nell'appli¬
cazione che ospita il controllo (VB 5.0
ed Excel 97).
Il funzionamento dell'oggetto, che in¬
ternamente usa comandi DAO, è de¬
scritto nella didascalia di figura 2.
E' chiaro che una volta realizzato l'og¬
getto (oppure una volta disponibile, se
realizzato da altri) è facilmente utilizza¬
bile, in quanto l'ambiente Host dispo¬
ne delle classiche Box (le vediamo in
figura 4) con le quali si scelgono i con¬
trolli, tra quelli presenti sul sistema, e
si gestiscono Proprietà e Metodi del
controllo. Le Box sono la Insert Con¬
trols e la Object Browser.
In figura 5 vediamo il codice del pro¬
gramma, scritto in VB5 per Excel 97,
che permette di usare il controllo. An¬
che in questo caso per la descrizione
del listato vi rimandiamo alla figura e
alla sua didascalia.
Come documentarsi
Mentre, come abbiamo appena visto,
è relativamente facile usare un con¬
trollo ActiveX, in quando esistono
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
341
OI
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Figura 8 - MS Visual Ba¬
sic 5 0 - il Seiup Wizard
I vari Wizard di cui ab-
Diamo parlalo nelle pre¬
cedenti didascalie te an¬
che altri di cui non ab¬
biamo parlato in Questo
articoloI si lanciano dal¬
l'interno dellambienre
di sviluppo di Visual Ba¬
sic C'è anche il Setup
Wizard, che invece è
esterno, il cui compito è
Quello di produrre il file
eseguibile 'tinaie'. Una
variante di Questa pro¬
cedura Ila vediamo nella
figurai è Quella che per¬
mette di creare un 'applicazione 'downloadabi-
le' attraverso Internet Vengono generati sia
file di tipo HTML che file CAB. che contengo¬
no il materiale da scaricare In Iormato com¬
presso Il problema successivo riguarda le
modalità di distribuzione del materiale cosi
sviluppato Ine parliamo nel testol
Figura 9 - Dall'Active
Desktop all' Active Ser¬
ver
L attuale tecnologia, e
gli esercizi che vi propo¬
niamo nell'articolo, ri¬
guardano la possibilità di
utilizzare componenti
che debbono essere di¬
stribuiti su ciascun
Client In un prossimo
futuro, in termini di pro¬
dotto parliamo di Win¬
dows NT Server 5 0, l'o¬
rientamento Sara Quello
di far lavorare di più il
Server e meno i Desk¬
top Il fatto, ad esempio,
che i componenti Acti¬
veX potranno esser la¬
sciati sul Server e da li
richiamati alloccorrenza
ne faciliterà la gestione
e la manutenzione
Active Platform
Tools
Active
Desktop
Windows Mac UNIX
Active
Server
Windows NT
Server
ActiveX
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Figura IO - MS Visual Basic 5.0- L appli¬
cazione che crea I ActiveX
Dopo aver visto come si usa. lavorando
con Excel, il nostro ActiveX, vediamo
come si costruisce, lavorando con Vi¬
sual Basic 5 0 Nel suo ambiente di svi¬
luppo vediamo m alto a destra la Project
Wmdow. che contiene il progetto HI pri¬
mo dei due, che si chiama ES02I che a
sua volta comprende due Form. Quella
che coincide con la parte esteriore del
nostro oggetto, e Quella che ne mostra
le proprietà 'Custom' Questa seconda
form, che e generabile con uno specifi¬
co Wizard, e quella che appare quando
si apre la Box con le proprietà persona¬
lizzate del nuovo controllo Secondo la
terminologia vigente in VB5. si tratta di
una User Form e di una Properfes Page
Form II codice, che riportiamo nel te¬
sto. comprende sia parti tradizionali, ad
esempio Quelle che fanno funzionare la
Form, sia Quelle che servono per gestire
Proprietà e Metodi
strumenti che ne aiutano la gestione,
non è altrettanto facile sia progettarli
che costruirli.
Nel primo caso la difficoltà sta nel de¬
cidere quale parte di attività vada as¬
segnata al controllo, e quale lasciata
al programma host, in modo che poi
convenga effettivamente riutilizzare il
controllo anziché scrivere un nuovo
codice.
Nel secondo caso la difficoltà sta nel
dover pensare in termini di Proprietà
del controllo, in termini di Metodi su¬
biti dal controllo, in termini di Eventi
che si scatenano sul controllo In pri¬
ma approssimazione si può affermare
che le Proprietà del controllo equival¬
gono a Variabili che si possono impo¬
stare oppure leggere, i Metodi equival¬
gono a Procedure che vengono ese¬
guite. Per gli Eventi è un po' più diffici¬
le trovare un parallelismo.
Insomma il controllo ActiveX va "pen¬
sato" in termini di Proprietà, Metodi ed
Eventi e qui sta la difficoltà, perlome¬
no inziale, per chi non è abituato a la¬
vorare per componenti.
Per quanto riguarda la documentazio¬
ne sono fondamentali i manuali del Vi¬
sual Basic 5.0 (che descriviamo nella
prova pubblicata in questo stesso nu¬
mero di MC), i tanti siti Internet dedi¬
cati a tale tecnologia (figura 6), i testi
MS Press o di altre case editrici tecni¬
che.
Anche i Wizard (ne vediamo esempi
nelle figure 7 ed 81, che aiutano il pro¬
grammatore nelle fasi
piu onerose del lavoro,
possono servire a capire
i meccanismi su cui si
basa la Programmazione
Object Based
Infine, prima di vedere
come si fa a costruire un
ActiveX (dopo aver visto
come si fa ad usarlo), ri¬
cordiamo che la tecnolo¬
gia ActiveX è ancora agli
inizi Diventerà ancora
più importante, special¬
mente in un'ottica azien¬
dale, dove le applicazioni
sono "Mission Criticai",
quando sarà attivo il Ser¬
ver Sarà, in altre parole,
solo il Server a contene¬
re, in copia unica, protet¬
ta, sicura, i componenti,
342
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Dim DD As Database
Dim RR As Recordset
Dim BV, DV As String
dichiarazioni
Private Sub Ll_Click() ■ trasferimento dati dalla Lista nelle TextBox
DI = Loft(LI, 4)
D2 = Mid(Ll, 6, 12)
D3 « RTrim(Mid(Ll, 21, 15))
End Sub , istat0 A
Sub UserControl_Initialize()
Private
BV = •
DV = ■
End Sub
Private Sub UserControl Terminate!)
' non utilizzato
End Sub
Public Function Attivai)
del metodo ATTIVA
Set DD = OpenDatabase(bv)
DB
Set RR = dd.OpenRecordset(dv,dbOpenSnapshot)
cordSet
Ll.Clear
della Lista
Do While Not RR.EOF '
cordSet
KK - RRIcod & " ” •
interesse
KK » KK & Loft(RRIcognome + Space(10), 12)
KK * KK & Right (Space (10 ) + Format ( RR ! importo,
LI.Addltem KK
della Lista
RR.MoveNext
sivo
Loop
mento
Ll.Listlndex = 0
End Function
evento iniziale del controllo
evento finale del controllo
listato B
definizione
apertura del
creazione del Re¬
svuotamento
scorrimento del Re¬
lettura dei campi di
"#,###“), 12 )
riempimento
record Bucces-
fine scorri-
listato C
anche se i Client che li utilizzeranno
saranno migliaia (figura 9 per prome¬
moria).
risponde alla Box Custom Property del
controllo.
La User Form è invece una Form nor¬
male, contiene componenti normali e
parti di codice normale Nel nostro ca¬
so tutto ciò che serve per attivare il
Database, leggere la Tabella, riempire
la Lista, trasferire i dati dalla Lista alle
Text Box. Riportiamo le parti di codice
“normale’tvedi listato A);
C'è poi una parte di codice specifica
del controllo ActiveX Occorre infatti
definire le sue Proprietà, che in prati¬
ca sono Variabili che vanno impostate,
lette, e sulle quali o dalle quali, sposta¬
re valori, ed occorre definire Metodi,
che sono procedure, o funzioni che
"movimentano" l'oggetto.
Il controllo dispone di due Eventi spe¬
cifici, utili per le eventuali inizializzazio-
ni da eseguire quando si attiva il con¬
trollo e per le eventuali riconfigurazioni
finalilvedi listato B).
Il Metodo ATTIVA può essere una
Function oppure una Sub. La sua pro¬
grammazione è standard. In pratica è
semplicemente il fatto che stiamo la¬
vorando su un ActiveX e non su un'ap¬
plicazione standard che traduce la
Function in un Metodo (vedi listato C).
Qui vediamo invece la definizione del¬
le proprietà. E' fondamentale capire la
differenza tra le proprietà di scrittura,
quelle che servono per trasferire i dati
verso il controllo, e quelle di lettura,
che servono, al contrario, per riportare
dati dal controllo all'applicazione. Nel
nostro caso quelle di scrittura sono
Base e Dati (l'istruzione è Let), e ser¬
vono per nporta-
Andiamo
un po’
più a fondo
Base(ByVal vNewValue As Varianti
Dati(ByVal vNewValue As Varianti
In figura 10 vediamo il nostro compo¬
nente in lavorazione. Comprende due
form, una User Form, che è la parte
esteriore dell'applicazione e la Pro¬
perty Form, che può essere generata
da un Wizard e che contiene le varie
proprietà, leggibili ed impostabili, del
nuovo controllo. La Property Form cor-
Public Property Let
BV = vNewValue
End Property
Public Property Let
DV = vNewValue
End Property
Public Property Get ProgrO As Variant
Progr = Ll.Listlndex ♦ 1
End Property
Public Property Get Matricola() As Variant
Matricola = Left(Ll, 4)
End Property
Public Property Get Nominativo)) As Variant
Nominativo = Trim(Mid(Ll, 6, 12))
End Property
listato D
re sull'ActiveX
Database e Re-
cordSet di inte¬
resse. Quelle di
lettura (istruzio¬
ne Get) servono
per leggere i
campi (ricordia¬
mo che abbiamo
usato una Lista
semplice, nella
quale abbiamo
simulato la crea¬
zione di tre co¬
lonne) della riga
scelta nella Lista
(vedi listato D).
Ci fermiamo qui.
Non ci interessa-
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
343
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Figura I ! • MS Visual Basic 5 0 -
L applicazione che usa l'ActiveX
li risultato nell'esecuzione di que¬
sto programma lo abbiamo visto
in figura 2 Poiché siamo in fase
di test vediamo, nell'ambiente
IDE di VB5, ambedue i due pro¬
getti, quello che crea e quello che
testa il nuovo controllo OCX
Questa possibilità, anche questa
è una novità del Visual Basic 5 0.
é molto comoda proprio quando
si sviluppano componenti che
vanno via via provati Notiamo an¬
che la semplicità del codice ne¬
cessario per usare il componente
ed il fatto che lo stesso codice
sia del tutto analogo a quello
scritto nella Macro Excel
Figura 12 - MS Visual
Basic 5 0 - Costruzione
di un semplice compo¬
nente ActiveX Nome
PR9
Ci trasferiamo armi e ba¬
gagli su Internet II no¬
stro obiettivo è quello di
realizzare un’applicazio¬
ne VB5, semplicissima
che più semplice non si
può, salvarla come com¬
ponente ActiveX, provar¬
la in un 'altra applicazio¬
ne VB Il'istantanea im¬
mortala questo momen¬
toI e poi utilizzarla all'in¬
terno di una normale pa¬
gina HTML Un click sul
pulsante Riempi riempie
la TextBox con la frase
'Prova MC', mentre un
click sul pulsante Svuota
la ripulisce.
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I"—*• 3 |'-~N«r>w 3 A »' fó / I I» * ■ * 1= := * V
MC Pro»» MS VB S.O
Quello é un componente ActiveX
~3
Cop¬
iacela
Ciaamma giadal* Sonpi
Pigiare i be pulsanti per provare
VaualnaAaodfca le prepi-U dal et***» Ac*rf< coww
Figura 13 - MS Front
Page 97 - Creazione di
una pagina HTML che
contiene il componente
PR9.
Per creare la pagina
HTML 'attiva' usiamo
l'Editor di MS Front Pa¬
ge, utile non fosse altro
che per la funzionalità
che permette di inseri¬
re controlli ActiveX. No¬
tiamo anche come, una
volta inserito il nostro
controllo, sia attivo il ta¬
sto destro del mouse,
che apre il Quick Menu
che permette di vedere
le proprietà dell'ogget¬
to Purtroppo non c'è
uno strumento tipo
Obiect Browser e l'e¬
ventuale programma¬
zione del controllo va
fatta ‘a manina'
va costruire un controllo com¬
plesso, ma solo verificare
quanto il fatto di costruire un
componente riutilizzabile com¬
plichi il nostro lavoro con VB
In definitiva lo sforzo in più è
pressoché irrilevante, specie
quando il componente (come
nel nostro caso) assomiglia
molto ad una comune sotto¬
procedura,
Anche da un punto di vista
concettuale lo sforzo è ridotto,
quando si siano ben capite le
equazioni Metodo=Procedura
e Proprietà=Variabile
Degli Eventi, che non abbiamo
toccato, e che probabilmente
ci complicheranno la vita, parleremo
un'altra volta.
Va infine detto che buona parte del la¬
voro si può far svolgere ai numerosi
Wizard, che, ad esempio, possono
aiutarci nella creazione delle varie Pro¬
prietà e dei vari Metodi,
Ed ora attiviamo
Internet
Dopo aver visto come sia possibile,
con VB5, sviluppare un controllo Acti¬
veX e come sia facile usarlo in un’ap¬
plicazione scritta con Visual Basic
stesso oppure con Excel (anch’esso
Host di ActiveX), passiamo a parlare
di Internet ovvero di come sia possi¬
bile sviluppare qualcosa, un compo¬
nente oppure un'intera applicazione,
che renda attiva una comune pagina
HTML.
Per prima cosa realizziamo con VB un
programma semplicissimo (lo vedia¬
mo in figura 12). Questo consiste in
una Form con una TextBox e tre pul¬
santi. Il click sul primo riempie la
TextBox con la scritta "Prova MC", il
click sul secondo pulisce la Text e il
terzo fa terminare l'applicazione
Se si dichiara subito che si tratta di un
ActiveX Control si lavora direttamente
su una User Form. Si inseriscono og¬
getti, si scrivono routine, come in un
programma normale.
In questo caso non vogliamo definire
Proprietà, Metodi, Eventi, vogliamo
solo far funzionare il codice sottostan¬
te i pulsanti.
344
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Chiamiamo il progetto PR9.VBP e la
Form, che costituisce il controllo, la
chiamiamo UC9.CTL Per provare il
funzionamento del controllo ActiveX
basta chiudere l'User Form e creare
un nuovo progetto, normale, nella cui
Form possiamo inserire il nostro Acti¬
veX in lavorazione, che è già disponi¬
bile nella Toolbox.
Lanciando il secondo progetto si può
verificare il funzionamento del control¬
lo, il quale dispone comunque di una
serie di proprietà standard.
E' molto importante, lo abbiamo già
detto, il fatto che si possa lavorare
contemporaneamente sui due proget¬
ti e che VB permetta di salvarli ambe¬
due (con Form, Modules. ecc.) in un
unico Project Group.
Quando tutto funziona basta eseguire
il comando File Make OCX per produr¬
re il file con il controllo.
Ora dobbiamo usare il nostro
PR9.0CX in un file HTML.
Apriamo l'Editor di MS FrontPage
con il quale creiamo una semplice pa¬
ginetta in cui, sfruttando il comando
Inserisci/Altri Componenti/Controllo
ActiveX, piazziamo il nostro controllo.
Il nostro controllo non prevede Eventi,
non subisce Metodi, non ha Proprietà
particolari, oltre a quelle standard.
Se andiamo a curiosare tra le pro¬
prietà standard ne troviamo due molto
interessanti, che ritroveremo in segui¬
to: la ID che identifica il nostro com¬
ponente nell'applicazione che lo ospi¬
ta e la CodeBase che invece identifi¬
ca il file OCX (vediamo I'Editor di
FrontPage in figura 13).
Non ci resta da fare altro che provare
il funzionamento dell'HTML generato
dalT'Editor di FP
In figura 14 vediamo MS Internet Ex¬
plorer con la nostra pagmetta ed in una
finestrella vediamo l'HTML relativo.
Tutto ruota attorno al Tag OBJECT,
che contiene le specifiche ID e Code¬
Base, che servono per identificare
l'oggetto, nel caso ad esempio attivas¬
se un evento, e per identificare da do¬
ve scaricare il componente, nel caso il
sistema Client non ne disponesse.
E' chiaro che è proprio questo l'aspet¬
to più importante, in quanto riguarda
la distribuzione dell'OCX, la sicurezza
del Client, ecc Per ora ci accontentia¬
mo del fatto che la nostra applicazio¬
ne funziona su Internet. In successivi
Figura M - MS Inter¬
net Explorer 3 Ox - Uti¬
lizzo, in una pagina
HTML, del componen¬
te PR9
Salvato il file MCPro-
va. HTM lo possiamo
vedere con Internet
Explorer Possiamo
anche utilizzare II con¬
trollo ActiveX agendo
sui due pulsanti che. in
pratica, rendono attiva
la pagina II terzo pul¬
sante invece produce
un errore Contiene l'i¬
struzione UNLOAD
che funziona m un ap¬
plicazione VB. ma non
in una pagina HTML
gag
> ODO
, ■
Qfrl £& <a- (3
~3
MC Prova MS VB 50
Qvnio • un <cmror+rtu ArttwX
MC Piova MC Piovo MC Piov
MC Piovo MC Piovo MC Piovo MC
Piovo MC Piovo MC Piovo MC Prov
MC Piovo MC Piovo MC Piovo MC
Piovo MC Piovo MC Piovo MC Piov
MC Piovo MC Piovo MC Piovo MC
Piovo MC Piovo MC Piovo MC Piov
MC Piovo MC Piovo MC Piovo MC
Piovo MC Piovo MC Piovo MC Piov
MC Piovo MC Piovo MC Piovo MC
Pipoi« « Ut puioanU pei f*DV«t
(Mal)
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<titlr>MC Provo KS UB S.B</tltle>
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<p>Piplorp t tro pulsanti por provoro</p>
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J
£
ih ibmjìk
_ _ _ Figura 15 - MS Visual
<3 Q G> PV Basic 5 0 - Esaspera¬
ta Pv. Cau Po— zione del concetto di
__■■■ Active Document
3 Abbiamo realizzato un
' programmino con Vi¬
sual Basic, del quale
potete leggere il lista¬
to nella finestrella in
mezzo alla videa ta, e
che consiste m una
Form con tre Pulsan¬
ti Al click sul secon¬
do dei tre. viene ese¬
guito il codice che ge¬
nera una linea che
rimbalza sui Quattro
bordi della Form,
cambiando via via co¬
lore. L unità di misura
della Form è il Pixel
Iproprietà ScaleMo-
de=3> e nel listato c'è
l'istruzione DoEvents
che permette di intercettare il click sugli altri due pulsanti Pulisci e Stop Lanciando il Wizard ActiveX
Document Migration viene generalo, gratis, un documento attivo immediatamente utilizzabile all'inter¬
no di un contenitore di documenti attivi, come il Binder di Office o il Microsoft Explorer Estremizzan¬
do. e tacendo alcune considerazioni che comunque dovremo tare, possiamo affermare che un 'applica¬
zione VB 6 potenzialmente anche un'applicazione Attiva per Internet
articoli approfondiremo il problema
della distribuzione ‘sicura* del mate¬
riale.
Per finire vi mostriamo come sia faci¬
le prendere un'applicazione Visual Ba¬
sic e trasformarla in un'applicazione
Internet (in figura 15 vediamo l'appli¬
cazione ed, in una piccola finestrella,
il suo listato VB originario). Della tra¬
sformazione, in questo caso si parte
da un programma VB e si ottiene un
Documento Attivo, se ne occupa un
Wizard.
E' chiaro che non può essere tutto co¬
si semplice.
Ad esempio nel primo caso (PR9) il
pulsante che esegue la fine del pro¬
gramma (istruzione VB Unload Me)
non funziona se usato in un ActiveX.
Nel secondo caso perdiamo del tutto
il concetto di Resize, che esiste in
una Form VB, ma non esiste in una
pagina HTML
In sostanza per sfruttare bene le enor¬
mi potenzialità di VB5 ed in particolare
le sue interessanti sinergie con Inter¬
net bisogna conoscere molto bene
tutti e due i... mondi.
fi®
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
345
di Claudio Petroni e Luigi Sandulli
Un prodotto interessante per gli
utenti che lavorano in gruppo:
BUSINESS OBJECTS
Questo mese sconfiniamo oltre i limiti che, normalmente, assegniamo al Workgroup, inteso
come specifica strumentazione software, per analizzare un prodotto che comunque
interessa persone che lavorano, collaborando tra di loro, in un gruppo o persone che
appartengono ad un gruppo che esegue lo stesso tipo di lavoro, senza dover
necessariamente collaborare. Si tratta del Business Objects 4.0 della Business Objects
(useremo la sigla BO), un prodotto di classe Data Management, destinato alle grosse
organizzazioni che hanno da una parte complessi database Aziendali, su Mainframe o su
Server, e dall'altra un esercito di utenti che deve lavorare su questi dati, in maniera regolare,
controllata, sicura. In figura 1 e 2 descriviamo brevemente l'organizzazione di BO e la sua
filosofia di base. Non vogliamo eseguire una prova vera e propria, perché vogliamo
principalmente cogliere gli aspetti Workgroup che caratterizzano il prodotto. Rimandiamo
gli interessati ad una sua più completa descrizione al sito |www.businessobiects.com| che è
molto ricco di informazioni. Con BO si mette dunque a disposizione del gruppo di lavoro non
un Document Management, non un Workflow Management e neanche un PIM, bensì un
Data Management che diventa in tal modo uno strumento utilizzabile anche a livello di
Gruppo di Lavoro. Altra cosa da dire subito è che Business Objects è certificato per
Microsoft Windows 95 ed è Office Compatible, fatto che lo pone ai primi posti tra i prodotti
di pari categoria.Abbiamo deciso di dividere l'articolo in due parti: nella prima, che è questa,
faremo una presentazione generale e tratteremo la parte Installazione ed Amministrazione
del sistema. Nella seconda, al contrario, cercheremo di esplorare le effettive potenzialità del
prodotto eseguendo una serie di esperimenti sui dati.
Posizionamento
Esistono tanti altri prodotti apparte¬
nenti alla stessa famiglia di Business
Objects e che sono, per la maggior par¬
te, moduli aggiuntivi forniti a corredo
dei maggiori motori SQL. Infatti i vari
produttori di RDBMS basati su SQL for¬
niscono in genere ai propri clienti stru¬
menti software complementari che per¬
mettono di navigare tra le informazioni
contenute in un database in modo sem¬
plice. Ci sono anche molti produttori di
terze parti che hanno in catalogo stru¬
menti che si agganciano ai vari databa¬
se e che servono per eseguire sui dati
analisi anche molto potenti.
Rimangono comunque fuori da que¬
sto discorso quei casi in cui un databa¬
se, che sia di complessità media o su¬
periore, diventa difficile, ed in certe si¬
tuazioni impossibile, da interrogare da
parte di un utente non tecnico.
Il problema fondamentale sta nel fat¬
to che l’ideazione del database è compi¬
to di un analista che individua, ed orga¬
nizza in tabelle, in campi ed in relazioni
tra le tabelle, i dati coinvolti, seguendo
una logica che differisce sostanzialmen¬
te da quella "umana' C'è poi il program¬
matore che traduce il progetto, ancora
allo stato teorico, preparato dall'anali¬
sta, m un database, sulla base del quale
costruisce maschere per la gestione e
report per le stampe istituzionali dei
dati
346
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
L'utente finale che si accosta allo
stesso database, per fare un'interroga¬
zione o una stampa estemporanea, ha
invece una visione reale del problema e
non teorica, che non segue, quindi, le
rigide regole della teoria relazionale, che
invece hanno guidato il lavoro dell'anali¬
sta.
Certo i moderni strumenti software
per programmare e per gestire i databa¬
se, destinati anche agli utenti finali, pre¬
vedono delle modalità operative ami¬
chevoli, a misura d'uomo, che aumenta¬
no il grado di indipendenza degli utilizza¬
tori di questi programmi dagli analisti
che hanno progettato e dai programma¬
tori che hanno costruito.
Gli utenti sono in grado (magari dopo
brevi periodi di formazione) di creare au¬
tonomamente report o interrogazioni
in modo estemporaneo a seguito di esi¬
genze che nascono durante il normale
svolgimento del proprio lavoro. L'unico
problema sembrerebbe consistere nella
difficoltà che incontra l'utente nell'ap-
prendere le modalità operative per rag¬
giungere quella tanto desiderata indi¬
pendenza
Ciò è vero solo se la banca dati, il da¬
tabase, su cui si lavora, ha una struttura
semplice e se l'utente è in grado di
comprenderla fino in fondo, cosa que-
st'ultima alquanto improbabile visto che
la maggior parte degli utenti non sono
anche analisti
Ed in questi casi anche gli strumenti
software per utente, che espongono or¬
mai sempre in forma grafica l'organizza¬
zione fisica del database, diventano
ostici, in quanto l'utente non riesce a
capire tale organizzazione, non com¬
prende la necessità di avere tante tabel¬
le e spesso, nei casi più complessi, non
è neanche in grado di raggiungere i dati
desiderati.
Facciamo un esempio banale.
Immaginiamo che in una gestione di
contabilità, l’analista prima e il program¬
matore dopo abbiano dimenticato di
Figura I - Business
Ob/ects - Lo strumento
Designer
Allarghiamo l'area di
anione della rubrica
Workgroup analizzando
anche nuovi prodotti
che si basano non tan¬
to sulle infrastrutture
hardware e software
per il Workgroup guanto sulla logica Workgroup, inteso come gruppi di persone che lavorano insieme e
come gruppi di persone che lavorano allo stesso modo Vedremo (in due puntatei I interessante prodot¬
to Business Obiects. il cui compito e duello di fare da intermediano tra i complessi database aziendali
Iche risiedono sui mainframe e che spesso contengono decine e decine di tabelleI e i gruppi di utenti
che comunque debbono lavorare su guei dati, allo scopo di prendere importanti decisioni operative.
progettare e di realizzare il Report per la
stampa dell'Ordine.
Nel caso più semplice sarà necessa¬
rio prendere dati da almeno cinque ta¬
belle (Clienti. Fornitori. Ordini, Righe di
Dettaglio. Articoli), ma potrebbero es¬
serne coinvolte altre, come Vettore. In¬
dirizzi di destinazione. Sconti, Calendari
per la consegna, varie Liste di Apparte¬
nenza e qualsiasi altra categorizzazione.
che il caso specifico richieda.
È probabile che l'utente non sia nean¬
che capace di raggiungere tutti questi
dati, che sono disseminati in vane tabel¬
le. necessari alla composizione del¬
l'informazione che gli serve (la semplice
stampa dell'ordine)
Un prodotto come quello che stiamo
esaminando cerca di affrontare e risol¬
vere questo tipo di difficoltà.
Per raggiungere l’obiettivo viene chia¬
mato di nuovo in causa fanalista, quel¬
lo che ha esaminato il problema e quin¬
di ha disegnato la struttura della banca
dati (campi, tabelle e relazioni). Questa
volta però è chiamato a svolgere un la¬
voro che è esattamente il contrario di
quello precedente.
Figura 2 - Business Ob/ects -
Installazione
Si tratta Quindi, facciamo se¬
guito alla didascalia della figu¬
ra precedente, di un prodotto
che rientra nella classe di
strumenti di supporto alle de¬
cisioni IDDSI Si compone di
tre moduli principali, il Super-
visor. per gli amministratori, il
Designer, per l’analista che
prepara i dati per gli utenti del
sistema, e l'User, per l'uten¬
te. che a sua volta si compo¬
ne di vari moduli, come Re¬
porter, Explorer. Document
Agent La sua installazione
non presenta problemi, se si
eccettua la sola richiesta di
sovrascrivere alcune librerie
DLL, presenti nel sistema,
con altre fornite con il prodot¬
to. probabilmente un po' più
vecchie
Ctioose Ihc Produci Modulcs
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
347
Figura 3 - Business
Objects - Definizione dei
Supervisor,
BO 6 in grado di interfac¬
ciare database di dimen¬
sioni elevatissime, su cui
possono lavorare centinaia
di persone, conseguente¬
mente anche l'amministra¬
zione del sistema pud ri¬
chiedere diverse ligure,
con compiti specializzati
C'è il Cenerai Supervisor
che si occupa dell'architet¬
tura. dei problemi generali
della sicurezza e che è II
responsabile degli altri Su-
pervisor, che a loro volta si
occupano di creare e gesti¬
re utenti e gruppi di utenti
e di allocare le risorse dati
per gli stessi in speciali
contenitori chiamati Um-
vers.
Infatti durante l'analisi costui ha cer¬
cato di normalizzare i dati, impostando
un modello relazionale che deve sotto¬
stare ad alcune regole ferree, pena l'i-
nutilizzabilità successiva dei dati. Ciò ha
comportato un inevitabile proliferare di
codici, tabelle e relazioni che poi, come
se non bastasse, sono state battezzate
dal programmatore con nomi del tutto
incomprensibili e impronunciabili.
Business Objects prevede che l'uten¬
te veda dati riorganizzati secondo una
logica umana e non relazionale. E' quin¬
di di nuovo l'analista, che nel caso spe¬
cifico si chiama designer, che deve pro¬
cedere a questa riorganizzazione, as¬
semblando liberamente i campi in tabel¬
le virtuali, prelevandoli da qualsiasi ta¬
bella del database, rinominandoli, ag¬
giungendone di nuovi, ottenuti da calco¬
li, per metterli a disposizione dell'utiliz-
zatore, che è ora, con i dati in questa
nuova forma, in grado di capirli. In so¬
stanza l'analista deve eseguire una de¬
normalizzazione delle tabelle
Descrizione di
Business Objects e
della sua terminologia
Business Objects, come detto all'ini¬
zio, è destinato alle grosse organizzazioni
che dispongono di grossi Database pieni
di dati strategici. Sono previste tre figure
operative: i Supervisori, che si occupa¬
no deH'amministrazione, i Designer,
che, come appena detto, sono degli spe¬
cialisti che sostanzialmente preparano i
dati e li mettono a disposizione degli
utenti, ed infine gli utenti stessi, che di¬
spongono a loro volta di ulteriori stru¬
menti operativi.
Prima di usare BO, che comunque può
essere usato anche in modo "stand alo¬
ne", è necessario che il Supervisore ese-
Figura 4 - Business Ob/ects - Definizione di un
collegamento ODBC
Lo strumento BO. in quanto intermediano tra da¬
tabase aziendali e utenti, non possiede un pro¬
prio database con i dati L'unica eccezione è il
Repository, che è un database in cui BO memo¬
rizza le vane configurazioni, degli utenti, della si¬
curezza. delle modalità di accesso degli utenti ai
vari database Iper definire un applicazione BO,
con annessi e connes¬
si, viene utilizzato il ter¬
mine Universo). Il Re-
pository contiene an¬
che i vari Meta-Model
dei database, che costi¬
tuiscono le viste logi¬
che dei dati, preparati
dai Designer per i pro¬
pri User. Una volta di¬
sponibile il Repository.
il Supervisor può creare
gli utenti e i gruppi che
saranno poi via via abili¬
tati ad accedere al si¬
stema Anche per crea¬
re il Repository bisogna
definire una connessio¬
ne ODBC, che è neces¬
saria per lavorare con
un qualsiasi database
tra quelli previsti da
BO, che, come si può
osservare dall'elenco in
figura, sono pratica¬
mente tutti.
gua la configurazione dell'ambiente,
creando il Repository una sorta di
spazio che contiene tre elementi prin¬
cipali, chiamati domini, che contengo¬
no le informazioni relative alla configu¬
razione ed ai dati, I domini sono Uni¬
verse Domain, Security Domain, Do-
cument Domain, e possono essere di¬
slocati fisicamente su una macchina
oppure distribuiti su più macchine in
rete.
Il vantaggio principale nel distribuire
il Repository sta nella possibilità di ge¬
stire un maggior volume di dati, so¬
prattutto per quanto riguardo il Docu-
ment Domain. La flessibilità nella ge¬
stione di un repository distribuito, ma¬
gari generando anche diversi Security
Domain, semplifica e snellisce anche
la gestione degli utenti
Quando il sistema è configurato in
termini di amministrazione, il designer
potrà creare l'universo L'universo è il
nome con cui si individua una applica¬
zione BO ed a cui gli utenti accederan¬
no per eseguire le interrogazioni. L'Uni¬
verso punta, sempre tramite un collega¬
mento ODBC ad uno o piu database
esterni. Consiste in pratica nella defini¬
zione di un nuovo insieme di dati prele¬
vati dal database in forma nativa, su cui
si potranno eseguire statistiche e report
di ogni tipo.
Detto cosi sembrerebbe quasi di tro¬
varsi in un ambiente ridondante rispetto
al database originale, ma diverso solo
perché contenente un sottomsieme dei
dati originali.
Chiaramente non è cosi, perché, du-
348
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
Figura 5 - Business
Ob/ects - Gestione del
Repository - Proprietà
degli utenti
La creazione degli
utenti e dei gruppi, ad
opera del Supervisor, è
una operazione estre¬
mamente rapida che
avviene operando di¬
rettamente sull'albero
che h rappresenta gra¬
ficamente e gerarchi¬
camente in una vista
tipo Explorer Questo
modo di vedere le co¬
se schematizza bene
la situazione, anche ad
un semplice colpo
d'occhio Nel caso di
definizioni piu com¬
plesse di quella rappre¬
sentata m figura, con
molti utenti e gruppi, la
IM i»- U
Vun KIT IV
• Mftabl T«
IMDimiIiaMiMmHHOaMlaiiaa
•uni t» » aa fr. Ha un a OgutgoOMcli «Un
rame la scelta dei dati dalle tabelle origi¬
nali, questi potranno essere riorganizzati
e riassemblati a seconda di criteri logici
che ne migliorano la comprensione e lo
sfruttamento
L'universo contiene una serie di ele¬
menti che si chiamano classi, oggetti e
filtri, che cercheremo di spiegare ricolle¬
gandoci all'esempio fatto inizialmente ri¬
guardante gli ordini e alla difficoltà da
parte dell'utente che voglia visualizzare o
stampare contemporaneamente tutte le
informazioni ad esso collegate.
L'utente che accede non direttamente
al database nativo, ma indirettamente
tramite un universo BO, troverà una clas¬
se ordine che conterrà una serie di og¬
getti semplici, tipici dell'ordine, come la
data e il numero, poi altri provenienti dal¬
l'esterno, come il cliente, il fornitore e il
vettore. Ognuno di questi disporrà di ele¬
menti di dettaglio come l'indirizzo, il te¬
lefono ed altro. L'utente potrà utilizzare
anche altri oggetti, detti Measure, che
contengono dati ricavati da calcoli, ad
esempio il totale dell'ordine, il costo del
trasporto ed il totale scontato.
Un'altra categoria di elementi che, se
definiti, potranno essere utilizzati diretta¬
mente dall'utente finale, sono i filtri,
che, come dice il termine stesso, sono
condizioni predefinite, anche di tipo para-
metrizzato, applicate ai dati per fornire
agli utilizzatori dei sottoinsiemi di dati già
confezionati.
Ci sono poi tanti altri elementi, ad
esempio gli agent Si tratta, in pratica, di
procedure Batch, che il designer deve
prevedere ad esempio per preparare pe¬
riodicamente i dati in una certa forma
per soddisfare una particolare necessità.
L'attività del designer può essere sud¬
divisa in tre categorie principali che sono:
l'analisi e l’implementazione dell'univer¬
so, la preparazione dell'ambiente di La¬
voro. comprendente attività come l'in¬
stallazione. la documentazione, la distri¬
buzione ed altro. La terza ed ultima fase,
comune comunque a tutte le attività di
sviluppo, è quella che consiste nella ma¬
nutenzione e nell'ottimizzazione del si¬
stema.
Business Objects:
il collegamento ai dati
Business Objects basa il suo funzio¬
namento sul linguaggio SQL. Quindi alla
vista ad albero, anche
se dotata di possibilità di compressione e di
espansione, può rivelarsi inadeguata Per questi
casi sono previste alcune maschere costruite ad
hoc. che permettono di verificare e di impostare i
gruppi ai quali appartiene un utente e quindi di
gestire la composizione di un gruppo.
base di tutto, al di fuori di BO stesso,
deve esistere un collegamento ODBC
con il gestore dei dati verso il quale
punta l'applicazione.
BO non possiede dei driver ODBC
proprietari verso i database forniti da
terze parti, ma solo la predisposizione
ad utilizzare quelli forniti a corredo con i
vari database dai relativi produttori.
Questo garantisce ai clienti una mag¬
giore stabilità del prodotto ed una mag¬
giore compatibilità, anche verso nuovi
futuri dialetti SQL.
Gli unici driver forniti direttamente
con il prodotto sono quelli per accedere
ai vari sistemi della Microsoft, questo in
virtù della vicinanza tra BO e il mondo
Windows e la Microsoft.
In definitiva si può interpretare BO
come un complesso generatore di codi¬
ce SQL che, di volta in volta ed a secon¬
da del database che si sta interfaccian-
do. adatta automaticamente la forma e
la sintassi del suo codice.
• >aal»gg
Figura 6 ■ Business
Ob/ects - Gestione dei
Repository ■ Imposta¬
zione delle limitazioni
Il supervisore dispone
anche di strumenti per
attivare alcune restri¬
zioni sugli Universi Isi¬
nonimo di applicazione
BOI definibili in modo
da evitare sovraccari¬
chi ed usi impropri del
sistema da parte degli
utenti Alcuni dei para¬
metri controllabili per
ogni universo sono
massimo numero di ri¬
ghe nel risultato di una
interrogazione, tempo
massimo di esecuzio¬
ne nell 'elaborazione di
una interrogazione,
tempo massimo di ela¬
borazione totale oltre il
quale l'utente viene av¬
visato. dimensione massima di un oggetto di tipo long text. ecc Questo rende il sistema molto sicuro
anche nei confronti degli attacchi degli utenti inesperti o malintenzionati
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
349
Le tre figure:
il Supervisor
Chi installa per la prima volta il siste¬
ma diventa il Supervisor Generale
che è la figura che possiede il livello
massimo, e che in seguito dovrà crea¬
re gli utenti e i gruppi ed assegnar loro
i vari diritti di accesso ai dati e alle fun¬
zionalità dell'applicazione.
La creazione di utenti e gruppi è
una operazione molto rapida e avviene
lavorando direttamente sull'albero che
li rappresenta gerarchicamente, alla
maniera dell'Explorer
La schermata per gestire gli utenti è
ben studiata, contiene sulla sinistra
l'albero dei gruppi e degli utenti e sulla
destra è possibile sfogliare, tramite lin¬
guette, diversi elementi Selezionando
un utente ed un elemento, si accede a
pannelli di configurazione specifici
Per quanto riguarda la sicurezza, al¬
l'utente sono assegnate una serie di
caratteristiche password, obbligato¬
rietà ad utilizzarla per effettuare il lo¬
gon, possibilità di eseguire il logon of-
fline, di modificare la propria password
ed altro ancora.
Oltre al Supervisor Generale, che
possiede i massimi diritti essendo co¬
lui che installa l'ambiente, sono possi¬
bili altri Supervisor, di livello inferiore,
che hanno il compito di gestire utenti,
gruppi e profili, e di disegnare e confi¬
gurare gli universi
Come detto, le altre figure sono
quelle del disegnatore semplice e quel¬
la dell'utente. Ognuna di queste figure
coincide con un profilo predefimto che
può essere assegnato dal Supervisor
all'utente prescelto semplicemente
evidenziandolo, richiamando il menu a
tendina con il tasto destro e poi sele¬
zionando il profilo voluto.
Gli utenti sono rappresentati nell'al¬
bero dell'Explorer con icone diversifi¬
cate in qualche particolare o per il colo¬
re a seconda del profilo o dello stato
dello stesso.
Il Supervisore possiede anche gli
strumenti per impostare alcune restri¬
zioni sugli universi definiti in modo da
evitare sovraccarichi del sistema per
"colpa" degli utenti I parametri control¬
labili per ogni universo sono: massimo
numero di righe nel risultato di una in¬
terrogazione, tempo massimo di ese¬
cuzione nell'elaborazione di una inter¬
rogazione, tempo massimo di elabora¬
zione totale oltre il quale l'utente viene
avvisato, dimensione massima di un
oggetto di tipo long text
Esistono anche tanti altri strumenti,
a disposizione dell'amministratore, e
che qui non è il caso di citare, utili ad
ottimizzare, snellire e ridurre il più pos¬
sibile l'attività di elaborazione dei Ser¬
ver.
Le tre figure:
il Designer
Compiti del designer sono la crea¬
zione, la manutenzione e la distribuzio¬
ne degli Universi. Il designer interagi¬
sce a monte con i supervisor e a valle
con gli user
I passi logici del lavoro del designer
iniziano con la realizzazione del collega¬
mento ODBC con il database fisico.
Questo è un servizio di Windows.
Proseguono con l'esecuzione del
modulo designer, nel quale si defini¬
sce il nome dell'Universo e la connes¬
sione al database e si prosegue con la
creazione delle classi e degli oggetti
Per capire cosa si intende con i due
termini classe ed oggetto possiamo fa¬
re una analogia con gli elementi del da¬
tabase originale La classe coincide
con la tabella, l'oggetto con il campo.
II disegnatore, prima di procedere con
la creazione vera e propria, deve specifi¬
care quali tabelle del database intende
coinvolgere nell'universo e quali relazio¬
ni intercorrono tra le tabelle.
Per tutte queste operazioni esistono
Wizard e strumenti molto potenti che
agevolano il lavoro.
La più interessante è sicuramente la
funzionalità con la quale il sistema indi¬
vidua, in modo automatico, le relazioni
che intercorrono tra le tabelle, velociz¬
zando moltissimo il lavoro del disegna¬
tore, soprattutto quando esistono mol¬
te tabelle.
Sempre parlando della stessa funzio¬
nalità possiamo evidenziare l'estrema
flessibilità di BO che, anche per que¬
sto tipo di attività, esegue un'interro¬
gazione SQL, che esplora la struttura
delle tabelle per procurarsi le informa¬
zioni necessarie all'identificazione dei
collegamenti relazionali.
E' anche possibile personalizzare gli
algoritmi sfruttati da questa funziona¬
lità per adattare la ricerca delle regole
relazionali a realtà o configurazioni par¬
ticolari.
Il disegnatore, definito il database o i
database cui ci si collega, può passare
a definire le classi, gli oggetti e le con¬
dizioni predefimte. Questi sono gli ele¬
menti con i quali l'utente, che succes¬
sivamente accederà all'universo, si tro¬
verà a interagire.
Gli oggetti sono di tre tipi Dimen-
sion, equivalenti a campi generici od a
entità collegate, Detail, che possono
essere informazioni di dettaglio di una
entità collegata, e comunque di livello
gerarchico inferiore, e Measure, che
sono dati calcolati.
Il designer potrà anche confezionare
dei document ed immagazzinarli nel
Domain Document del Repository. Un
document costituisce un insieme di
Report già realizzati ed organizzati in
modo ottimale dal disegnatore. L'uten¬
te abilitato all'importazione di un deter¬
minato Document, potrà, dopo averlo
importato, eseguirlo direttamente.
Le tre figure: l'utente
Degli strumenti a disposizione degli
user parleremo nel prossimo articolo.
E' chiaro, da quanto detto prima, che
il suo raggio d'azione dipende da quan¬
ta libertà gli è stata lasciata da parte del
Supervisor e soprattutto dal designer
che ha confezionato l'universo. Si può
andare dal semplice uso di documenti
preconfezionati, creati dal designer,
magari basati su parametri richiesti in
fase di esecuzione, fino alla massima li¬
bertà operativa, sempre però limitata al
contenuto dell'universo. In questo caso
all'utente finale occorrerà un breve pe¬
riodo di apprendimento riguardante
perlomeno la filosofia del prodotto ed
alcune modalità operative di sua speci¬
fica competenza Ne parleremo meglio
nel prossimo numero.
Conclusioni
Ci sembra opportuno rimandare al
prossimo articolo, il cui contenuto sarà
relativo alla pratica d'uso del Business
Obiects, le considerazioni finali su que¬
sto prodotto.
WS
350
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
a cura di Corrado Giustozzi
Senza voce no
di Leo Sorge
In azienda si può fare a meno di molte cose, al limite anche di
Internet, ma non dell'integrazione vocale. Ad una migliore gestione
dei costi, infatti, si sposa il ritorno al tempo reale. In un mondo di reti
locali e geografiche non bisogna
dimenticare che il telefono vi rag¬
giunge ovunque e subito, dandovi
interattività con il chiamante. E che
gli utenti del telefono sono molti di
più degli utenti di Internet.
Siamo in un periodo nel quale l’infor¬
matica parla esclusivamente in termini
internettili (ci si consenta il neologi¬
smo). Più o meno modificati a seconda
dello specifico, ma sempre dello stesso
tipo. Anche questa rubrica si è dedicata
all'argomento con una certa pervicacia,
dando qualche esempio di novità nel¬
l'ambito delle extranet.
Sembra del tutto dimenticata la
prima modalità di comunicazione, ovve¬
ro la voce. In Italia i sistemi di telefonia
computerizzata, che altrove hanno
avuto un grande successo, sono stati
completamente trascurati per molto
tempo. Qualche anno fa avevano cono¬
sciuto un grande boom per il successo
dei numeri erotici con il prefisso 144 e
gli analoghi pseudo-internazionali ini¬
ziami con il doppio zero. In quegli anni
non era raro trovare delle aziende del
settore che non avevano piacere che i
giornali parlassero di
loro, tanto era delica¬
to l'argomento.
L'hardware del
tempo era esclusiva-
mente dedicato.
Subito dopo è iniziata
l'ascesa della telefo¬
nia su personal com¬
puter. che oggi sta
convincendo le azien¬
de. Scopriremo insie¬
me che esistono
alcuni servizi che
questi sistemi posso¬
no dare e la grande
Applicazioni nel segmen¬
to CT /Fonte: Dialogic).
Internet no. Se ci accuserete di blasfe¬
mia pronunceremo la fatidica frase
eppur vi chiamai", che racchiude la
sostanziale differenza tra i due sistemi.
Si parte dal cali center
La telefonia computerizzata. CTI in
sigla, è quella che permette di dare
informazioni 24 ore al giorno e sette
giorni alla settimana, compresi festivi.
L'accesso a queste informazioni può
essere usato in vari modi, per ridurre il
tempo d'attesa in linea, per raggiunge¬
re direttamente l'obiettivo oppure per
iniziare una serie di azioni conseguenti.
Qualunque società di servizi deve
avere le idee chiare su modi, tempi e
costi di tutte le fasi di erogazione.
Serve quindi un nitido progetto che evi¬
denzi fasi e parametri. Spesso l'analisi
evidenzia come l'introduzione di siste¬
mi CTI sia non solo la risposta ad uno o
più problemi locali, ma addirittura la
base dell'intero processo: parafrasando
un noto slogan potremmo riassumere
dicendo che 'il CTI è il servizio'
La base di tutto è il cali center, l'anel¬
lo d'integrazione tra computer e telefo¬
nia nell'ottica d'una attività. Le fasi di
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
351
gffa.l- lTT-J.-il.-Ffft.-M
progettazione, realizzazione e gestione
richiedono la convergenza di piu com¬
petenze, dal tradizionale edp alle tele¬
comunicazioni, al marketing, Migliorare
le comunicazioni telefoniche aziendali
sia all'interno che all’esterno, ridurre i
costi e ottimizzare le risorse. Il cali cen¬
ter offre un approccio metodologico
alla progettazione del servizio e dei suoi
costi in base alla qualità che s'intende
erogare all'utenza
I parametri che determinano le
dimensioni di un Cali Center sono
essenzialmente cinque:
1) fattore di bloccaggio;
2) numero di telefonate nell'ora di
picco;
3) durata media della telefonata;
4 ) percentuale di telefonate passate
all'operatore;
51 tempo d'attesa
Il Iattore di bloccaggio è
uno sforzo che va consi¬
deralo attentamente, ma
che non può portare a
risparmi marcati, (fonte:
DTEGroup).
connessione con
l'operatore e il collo¬
quio con quest’ulti¬
mo. Come ridurre la
durata totale senza
perdere in produtti¬
vità?
Dì questi tempi
alcuni possono essere ridotti con gran¬
de difficoltà. Grazie all'uso della tastie¬
ra telefonica per fare delle scelte, però,
la situazione può essere migliorata di
molto II primo passo significativo è
- delegare al chiamante la decisione
di rimanere in coda o lasciare il numero
di telefono;
- richiamare in modo automatico
Di questi, i primi tre riguardano il
dimensionamento dei canali telefonici,
mentre gli ultimi due influenzano il
numero di operatori
Tra i termini troviamo il fattore dì
bloccaggio, più empieo degli altri, qum-
d'intrattenere il chiamante con informa¬
zioni ausiliario a scelta multipla, In
modo da permettere di instradare
meglio la richiesta verso l'operatore più
adatto. Degli algoritmi statistici, poi,
possono prevedere il tempo d'attesa
teorico, comunicandolo al chiamante in
modo da fornirgli la
percezione del ser¬
vizio in progresso.
Si può anche chie¬
dere di lasciare il
numero telefonico
per essere richia¬
mati in seguito:
tale funzione è par¬
ticolarmente con¬
veniente in nazioni
ad alta penetrazio¬
ne di ISDN nel
segmento di mer¬
cato nel quale
opera il servizio,
Perché gli standard
L'adozione di ambienti tecnologici
standard è stata la carta vincente anche
dei sistemi vocali Le caratteristiche
sono le solite, già viste nei sistemi aper¬
ti e sul Web: nessun vincolo suI-
l'hardware, apertura verso tutti i mondi
esterni e (laddove possibile) sui sistemi
legacy, integrazione nativa e via softwa¬
re di tutte le funzionalità necessarie
Ma quali sono gli standard fonda-
mentali e le relative organizzazioni
competenti? I principali standard sono
senz'altro quattro SI00, Windows
NT/95. Unix, SQL Ansi. Com'è eviden¬
te solo il primo è hardware, mentre gli
altri sono software E' evidente anche
che si parla di standard in accezione
estesa, comprendendo sia quelli de
/ure che quelli de facto .
Le associazioni sono peilomeno due.
Tempo d'attesa. . . , ,,
Agire su questo di meritevole d una
parametro permei- spiegazione Con
Questo nome s'iden-
(Fonte tifica la percentuale
DTEGroup). di telefonate che non
- raggiungono l'opera¬
tore per l'esistenza
di code di attesa Sono molti infatti
coloro che pur avendo bisogno d'un
servizio si scoraggiano in breve tempo
se non ottengono risposta.
Va precisato che il tempo d'attesa
dell'utente, identificato come parame¬
tro a sé stante, è compreso all'interno
della durata media della telefonata.
Questo periodo si compone di più fasi:
la risposta automatica, l'attesa della
dato che in quel caso la
chiamata è immediata
e il database dei clienti
può essere aggiornato
in modo automatico.
In sintesi le fasi
calde sono le seguenti:
- determinare il
tempo di attesa prima
di avere un operatore
libero;
Un modello di architettura
standard di rilerimenlo. Il
settore cerca di arrivare a
questo livello di chiarezza
(Fonte: Diatogic).
Controllo
Chiamato
SO
Hardware
CT
Computer mtet-Pentlun OlgKW-AIpn. Sun, VN* ■ Spare
ECTF H.100
352
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
K Win NT
Media Server
Un sistema con S-100
implementato tramite
Windows NT (Fonte
Dialogic).
PSTN
SCSA ed ECFT La
prima, Small
Computer System
Architecture, è
stata fondata nel
1993, ed oggi
comprende oltre
300 membri. Si
occupa dell'architettura dei sistemi in
un contesto reale. Diversa la visione
dell'Enterprise Computer Telephony
Forum, che si occupa più specificamen¬
te del futuro della computer telephony,
pensando all'mteroperabilità tra stan¬
dard esistenti ed anche alla proposta di
nuovi standard. In particolare ha propo¬
sto l'S.100. facendolo accettare nel
mondo.
Eppur vi chiama!
Finora abbiamo dato una rapida scor¬
sa a teoria e pratica del cali center,
intuendone l'integra¬
zione con il sistema
informativo e la rete.
Ma la telefonia compu¬
terizzata permette un
ulteriore passo in avan¬
ti, in quanto è integrata
con i normali sistemi
telefonici. Qual è il vantaggio? Grazie al
telefono cellulare si possono avere
comunicazioni personali, in tempo reale
e mobili.
Il modello della rete, che sia locale o
geografica, prevede che messaggi
Applicali onr
Fornii orr 1
Application'
Fornitore 2
La teletonia computerizzata
rompe la barriera tra tempo
reale e tempo dille rito (Fonte:
Octei).
scritti vengano inviati in
tempo differito (anche se
generalmente di frazioni
di secondo) senza nessu¬
na informazione di carat¬
tere emotivo, com'è inve¬
ce per i messaggi vocali.
Questi file risiedono su un
server in attesa d'essere
letti. Grazie agli odierni
sistemi di e-mail è possi¬
bile inviare messaggi
interlocutori, ma questa
soluzione è un palliativo e
non porta avanti il processo elaborativo.
Perché ciò accada bisogna collegarsi
con la posta elettronica, generando tra
domanda e risposta un ritardo non pre¬
vedibile e spesso determinante al buon
esito dell'attività.
Esistono quindi due problemi: l'as¬
senza dell'emozione nei file per compu¬
ter e la mancanza dell'interattività nel
momento in cui serve. Un primo passo
per risolvere questi problemi può esse¬
re la posta vocale. Come molti sanno
si tratta d'una segreteria telefonica
gestita centralmente e su hard disk
anziché su nastro che conservando la
voce del chiamante ne mantiene anche
una parte del contenuto emotivo.
Non tutto, perché parlare ad una segre¬
teria è diverso che non ad un essere
umano, ma è una prima fase.
La posta vocale, però, non risolve il
problema del tempo reale. Per sfonda¬
re questa barriera occorre un sistema
che al verificarsi di condizioni program¬
mabili possa chiamare il destinatario sul
suo telefono cellulare, inviando un allar¬
me grazie al quale si chiamerà la posta
vocale e, grazie alla tastiera del telefo¬
no. si potrà agire in conseguenza. Il
messaggio vocale potrà essere inviato
ad altre caselle vocali di singoli o grup¬
pi. eventualmente inviando fax o mes¬
saggi di posta elettronica, chiamando
subito al telefono chi deve essere rag¬
giunto di persona.
Si può obiettare che stanno arrivando
i superportatili che integrano telefono e
lettore di e-mail (non bastasse il Nokia
9000). Il loro prezzo è comunque eleva¬
to rispetto ai normali telefoni portatili,
ma non è questa la considerazione cen¬
trale. Inoltre il sistema vocale può chia¬
marvi per darvi comunicazioni tempe¬
stive, un servizio che il sistema di posta
elettronica ancora non pensa proprio a
fornirvi. Infine si prevede che ancora
per molto tempo gli utenti di telefoni
saranno molti di più degli utenti di
Internet!
Conclusioni
Tipica architettura
d'un sistema mle-
! irato teletono/
ax/internel/voce
(tonte: OPC Lan).
INTERNO
ESTERNO INTERNO
8
I sistemi vocali offrono una gamma di
servizi che estendono di molto la capa¬
cità dell'azienda di vendere servizi.
Usare un cali center per la gestione del
traffico telefonico in ingresso permette di
agire direttamente sui tempi morti e sulle
inefficienze, offrendo spunti per progettare
o riprogettare l'intero sistema informativo.
La messaggistica vocale, oltre a non impo¬
verire il messaggio originale, permette di
essere raggiunti su un telefono cellulare in
modo tempestivo, anziché doversi connet¬
tere alla posta elettronica.
Gli standard tecnologici in via di svi¬
luppo consentono di erogare le presta¬
zioni promesse sulla carta con corri¬
spondenza mag¬
giore di quella
che vediamo in
altri settori. Il
sistema vocale
d'integra perfetta¬
mente con tutte
le altre necessità
d'un data center
tradizionale, com¬
prese ovviamente
tutte le opzioni di
trasmissione dati.
m.m.J
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
353
RICERCHE
Una STAZIONE SPAZIALE
per la conquista di MARTE
L'avventura che unisce il mondo intero
inizierà nei primi mesi del 1998
Stiamo per vivere un’avventura così eccitante ed
inebriante come il primo passo sulla Luna, che ci
vede coinvolti in prima persona: il lancio della
Stazione Spaziale Internazionale, in cui l’Europa con
TESA e l’Italia con l’ASI stanno dando un contributo
determinante sia in termini logistici che
infrastrutturali. Nella prima metà del 1998, infatti,
avverrà il lancio del primo modulo di
fabbricazione russa il cui sistema di
controllo, basato su una pila di
computer, ed il cui database di
missione è stato progettato, sviluppato
e costruito totalmente in Europa. Ecco i
dettagli di un progetto epocale che darà
al mondo la più grande stazione
spaziale orbitante mai costruita. Grande
come un campo di calcio
regolamentare sarà il primo passo
verso la conquista di Marte.
di Gaetano Di Stasio
La Stazione Spaziale Internazionale
(SSI) ha diverse caratteristiche uniche che
non sono mai state riunite prima d'ora: la
disponibilità ininterrotta di una piattaforma
orbitale per almeno quindici anni, la pre¬
senza costante di sei astronauti nella fase
delle operazioni di routine, il frequente e
regolare accesso e ritorno dell'equipaggio
e del carico utile, la disponibilità di risorse
su grande scala in termini di laboratori, siti
di sistemazione esterni, alimentazione
elettrica, raffreddamento, trattamento dati
e comunicazione. In tal modo la stazione
può essere considerata come un vero e
proprio istituto scientifico operante nello
spazio, che servirà da base per la ricerca
scientifica e tecnologica e per l'osserva¬
zione della Terra e degli altri corpi celesti.
Un gioiello della tecnologia mondiale che
costituirà un avamposto tecnico ed opera¬
tivo per l'esplorazione e lo sfruttamento
futuro dello spazio.
La SSI è il programma spaziale più va¬
sto che sia mai stato intrapreso, partito
sulla base di una cooperazione internazio¬
nale sancita nel 1988. Tutte le maggiori
nazioni coinvolte nella ricerca spaziale
(Stati Uniti, Canada, Europa, Russia, Giap¬
pone) concentrano i loro sforzi in questo
programma perché nessuna di esse ha le
intenzioni politi¬
che ed i mezzi
sufficienti per
sviluppare e ge¬
stire una propria
stazione orbitan¬
te di simile entità.L'Europa partecipando
alla SSI sta acquisendo le capacità tecni¬
che, operative, scientifiche e industriali
nei settori chiave che servono ad innesca¬
re le future attività di esplorazione e sfrut¬
tamento dello spazio con equipaggio, sen¬
za dover cosi sviluppare con i propri mezzi
l’intera e necessaria infrastruttura terre¬
stre e orbitale. E l’Italia in questo contesto
La Stazione Spaziale In¬
ternazionale. Il primo
modulo verrà iniettato in
orbita nel giugno prossi¬
mo: sarà la base da cui
l'uomo partirò alla con¬
quista di Marte.
354
MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997
esa _
offrirà tre moduli stiva ed un modulo-
laboratorio oltre ad una serie di altri
elementi tramite accordi bilaterali fra
ASI (Agenzia Spaziale Italiana) e ESA
(Agenzia Spaziale Europea), e ASI e
NASA che esaltano le nostre capa¬
cità politiche e tecnologiche Se ci
seguirete vi illustreremo i dettagli del
progetto in questo e nei prossimi ap¬
puntamenti.
Gli elementi di sistemazione e d'in-
Irastruttura della SSI.
Prefazione
Il volo spaziale è stato talvolta disprez-
zato e chiamato "figlio della guerra fred¬
da" Ma la fine della guerra fredda non ha
posto un termine alle innumerevoli appli¬
cazioni utili dei sistemi spaziali, sia abitati
che non. Al contrario in un mondo più uni¬
to la domanda nel campo delle comunica¬
zioni, delle tecnologie avanzate, della na¬
vigazione e dell’osservazione terrestre
continua ad intensificarsi anche perché
per molti paesi i sistemi spaziali offrono
l'unica soluzione pratica e veloce per risol¬
vere i problemi di telecomunicazione, ra¬
diodiffusione e televisione, traffico, carto¬
grafia, protezione ambientale, controllo
dello sfruttamento delle risorse naturali
La partecipazione dell'Europa alla Sta¬
zione Spaziale Internazionale deve essere
anche considerata come una pietra milia¬
re verso i futuri sistemi di trasporto e di
infrastruttura in orbita. Non trovandosi a
dover sviluppare e finanziare con mezzi
propri una completa infrastruttura di volo
e di Terra, l’Europa può concentrare tutto
il proprio impegno sulle tecnologie e le
funzioni più importanti sin dalle prime fa¬
si.
Ma perché è cosi fondamentale la par¬
tecipazione europea in questo progetto?
Il livello medio di vita e la stabilità politi¬
ca che stiamo vivendo sono dovuti essen¬
zialmente a un’economia forte. Dati gli
elevati costi di manodopera i prodotti eu¬
ropei risultano però relativamente costosi,
motivo per cui l'Europa ha perso sempre
più quote di mercato a vantaggio di altri
paesi che offrono prezzi inferiori per pro¬
dotti equivalenti Essa potrà continuare a
vendere sul mercato mondiale prodotti
costosi solo se il loro prezzo è giustificato
da prestazioni, qualità e affidabilità supe¬
riori, se il prodotto è innovativo a tal punto
che il cliente sarà disposto a pagarlo pur
di avere il vantaggio di essere fra i primi
ad usarlo, oppure se lo sviluppo e la fab¬
bricazione dei prodotti richiedono un tes¬
suto industriale e sociale che non esiste
altrove.
I sistemi ed i servizi spaziali sono un ti¬
pico esempio di questo genere di prodot¬
to: richiedono un livello estremamente
elevato di qualità e affidabilità,
sono assolutamente innovativi
e il loro sviluppo e la loro produ¬
zione necessita spesso di una
cooperazione internazionale
Tutto questo è possibile solo
con specialisti altamente qualifi¬
cati e motivati e con società in¬
dustriali a vocazione internazio¬
nale che operano in un ambien¬
te politico e sociale stabile.
La partecipazione al pro¬
gramma per la Stazione Spazia¬
le Internazionale è per l'Europa
la garanzia di poter essere an¬
cora in grado di sviluppare e
realizzare domani prodotti at¬
traenti che troveranno sbocchi
nel mercato mondiale, nono¬
stante la crescente concorrenza
In seguito alla risposta favorevole del
governo russo avvenuta nel 1993 all'invito
rivolto dai partner iniziali della cooperazio¬
ne per la SSI (Stati Uniti, Canada, Europa
e Giappone) questo è diventato in assolu¬
to il progetto di cooperazione più impor¬
tante fra l'Est e l'Ovest.
Da un lato il programma multinazionale
ha permesso agli ingegneri e ai ricercatori
russi di superare anni e anni di isolamento
e unirsi alla comunità internazionale in un
settore ad alta tecnologia, d'importanza
strategica. Per le nazioni occidentali, esso
ha aperto le porte all'immenso know-how
tecnico ed operativo della Russia nel volo
spaziale abitato, sviluppato con la MIR.
La cooperazione nel programma per la
SSI è retta dall'accordo intergovernativo
(Intergovernative Agreement) stipulato fra
Stati Uniti, Canada, i governi europei e
Giappone, firmato nel 1988 a cui vengono
ad aggiungersi gli accordi bilaterali (Me¬
moranda of Understanding) fra la NASA e
le altre agenzie spaziali. Questi testi sanci¬
scono la collaborazione a lungo termine
sul piano politico, forniscono le basi per la
cooperazione a livello delle agenzie spazia¬
li e definiscono i ruoli e le responsabilità di
ognuna delle parti, i meccanismi di gestio¬
ne, l'assegnazione degli spazi di sistema¬
zione e delle risorse, la ripartizione dei co¬
sti e i diritti e obblighi giuridici
Dal 1988 la configurazione globale della
SSI ha subito un certo numero di modifi¬
che e l'adesione del governo russo all'invi¬
to dei partecipanti al programma avvenuto
nel dicembre 1993 ha indotto un'ulteriore
ridefimzione del progetto.
L'attuale configurazione si prospetta
come una combinazione fra la SSI origina¬
le "Freedom" ed i progetti russi per una
stazione spaziale successiva all'attuale
"MIR", denominata "MIR-2".
Componenti della
Stazione Spaziale
Inizialmente si prevedeva l'iniezione in
orbita del primo elemento già nel novem¬
bre 1997, che per la sciagura dello Space
Shuttle Challenger avvenuta il 28 gennaio
1986 (che ha frenato per alcuni anni l'atti¬
vità spaziale statunitense) e per alcuni in-
MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997
355
convenienti tecnici è stata fatta slittare a
giugno del 1998. La NASA, che assume la
responsabilità della progettazione genera¬
le della stazione, ha definito con fermezza
il concetto operativo e la configurazione
della stazione già alla fine del 1995
La SSI volerà a un'altitudine sopra la
superficie terrestre compresa fra 335 e
460 chilometri A questa quota, la stazio¬
ne avrà una velocità al suolo di circa 29
mila km/h e volerà attorno al nostro piane¬
ta in meno di 90 minuti. La stazione attra¬
verserà l'equatore ad un angolo di 51.6
gradi. In questo modo avrà una traiettoria
di volo sinusoidale sopra la Terra, simme¬
trica rispetto all'equatore, in modo tale da
osservare l'85% della superficie terrestre
complessiva dove vive il 95% della popo¬
lazione.
La SSI avrà una massa totale di oltre
400 tonnellate con dimensioni pari a 108
metri per 74. Genererà 110 KW di energia
elettrica, di cui 46 saranno disponibili per il
lavoro di ricerca Sarà abitata in via perma¬
nente da un equipaggio di tre membri nel¬
la fase di costruzione iniziale e di sei
membri a costruzione ultimata. Gli astro¬
nauti rimarranno a bordo della stazione
per una missione di tre mesi per lo meno,
ossia per l'intervallo di tempo compreso
fra due voli dello Shuttle.
La SSI comprenderà i seguenti elemen¬
ti orbitali:
- Il modulo funzionale per carico utile.
FGB costruito dalla Russia ma finanziato
II modulo russo FGB che
verrà lanciato per primo
nel giugno prossimo. Il
secondo modulo è il NO¬
DO I dove andranno a
collegarsi la camera di
compensazione ed il la¬
boratorio di ncerca ameri¬
cana Hab il cui sistema
intormativo è stato pro¬
gettato e implementato in
europa.
dagli USA. E' un
veicolo orbitale
autonomo che
fornisce energia
elettrica, control¬
lo termico, navi¬
gazione. propul¬
sione e comuni¬
cazione Sarà il
primo modulo
iniettato nello spazio nel giugno prossimo.
- Il modulo di servizio SM fornito dalla
Agenzia Spaziale Russa RKA, che offre un
ambiente attrezzato a spazio di lavoro e
abitazione iniziale per un equipaggio di tre
persone, esegue funzioni di propulsione e
funzioni di controllo di assetto che si ag¬
giungono a quelle dell’FGB La parte po¬
steriore del modulo di servizio è provvista
di una porta di aggancio dove normalmen¬
te attraccheranno i veicoli russi Progress
non abitati. E' anche previsto l'aggancio a
questa porta del veicolo di trasferimento
automatizzato europeo ATV.
- Sei moduli di laboratorio pressurizzati
per la ricerca scientifica tra cui: un modulo
laboratorio US Lab americano fornito dalla
NASA; tre moduli ricerca RM forniti dalla
RKA; il modulo sperimentale giapponese
JEM fornito dalla Science and Technology
Agency giapponese; il modulo laboratorio
europeo COF (Columbus Orbitai Facility)
fornito dall’Agenzia Spaziale Europea
(ESAl e costruito m Italia dalla Alema.
- Diversi siti non pressurizzati collocati
sugli elementi americani, russi e giappo¬
nesi per il montaggio esterno di materiale
per esperimenti scientifici e tecnologici
- Il modulo di abitazione Hab fornito dal¬
la NASA che ospiterà quattro membri
dell'equipaggio.
- Il modulo di supporto vita LSM fornito
dalla RKA che completa le funzioni di sup¬
porto vita del modulo di servizio
- Il modulo di accostaggio universale
UDM russo che servirà da punto di aggan¬
cio per i moduli di ricerca RM1 e RM2. il
modulo di supporto
vita LSM. la sezione
di accostaggio DC
che serve anche co¬
me camera di corn¬
ano negli
ti: il NODO I durante il
collaudo la primavera
scorsa
pensazione per l’attività extraveicolare
dell'equipaggio della stazione.
e i veicoli di trasporto spaziale russi
- Il modulo di accostaggio e di stoccag¬
gio russo DSM per l'aggancio dei veicoli di
trasporto spaziali.
- La camera di compensazione Airlock
realizzata dagli americani per l’attività ex-
traveicolare.
- I nodi e gli adattatori necessari per
collegare i diversi moduli pressurizzati
- Porte di aggancio per la navetta spa¬
ziale americana collocate nel Nodo 2 e
sotto il modulo di abitazione Hab america¬
no.
- Un veicolo di salvataggio per l'equi¬
paggio (CRV - Crew Rescue Vehicle) ag¬
ganciato in permanenza alla stazione in
modo "dormiente" Il CRV è un veicolo di
rientro abitato che servirà da "scialuppa di
salvataggio" della stazione e assicurerà il
rientro sulla Terra dell'equipaggio in situa¬
zione di emergenza. Fino al 2002 le fun¬
zioni del CRV saranno svolte da un veicolo
russo Soius-TM.
- Tre sistemi di manipolazione a distan¬
za esterni, il sistema di telemampolazione
per la stazione spaziale fornito dal Canada,
il braccio robotizzato europeo ERA (Euro-
pean Robotic Arm) che sarà montato su
una piccola piattaforma mobile sopra la
piattaforma scientifica ed energetica rus¬
sa. il sistema telemanipolatore giappone¬
se montato sul modulo sperimentale giap¬
ponese JEM.
- Due larghe strutture ad intelaiatura,
una delle quali e fornita dalla NASA e l'al¬
tra dalla Russia, con funzioni di "piattafor¬
ma scientifica ed energetica". Ambedue
servono da struttura di supporto per i vari
elementi della stazione.
- Pannelli solari (Solar Array) a cellule
fotovoltaiche, radiatori per il controllo ter¬
mico. sistemi di controllo di assetto, equi¬
paggiamento di comunicazione e relativi
sistemi di distribuzione dell'energia e delle
comunicazioni
La sequenza di assemblaggio attual¬
mente prevista per la stazione è la se¬
guente. Il primo elemento sarà il modulo
FGB. il cui lancio è previsto per giugno
356
MCmicrocomputer n, 177- ottobre 1997
= 11 IS stilli II » =
esa.
Siamo in Russia: il Mo¬
dulo di Servizio (SM -
Service Module) in
avanzalo stato di co¬
struzione l'estate scor¬
sa. Questo modulo
sarà lanciato nel di¬
cembre del 1998 e
completerà la prima
fase di assemblaggio
in orbita della stazione.
Il cervello elettronico
di questo modulo è di
labbncazione europea.
1998 su un vettore
Proton russo. Nel gi¬
ro di sei mesi altri
tre voli con lo Space
Shuttle americano e
i veicoli di lancio rus¬
si. trasporteranno
nello spazio il Nodo
1 costruito dagli
americani, due adat¬
tatori e il modulo di
servizio russo (SM).
Dalla fine del 1998 in
poi questo nucleo
centrale potrà essere occupato in perma¬
nenza da un equipaggio composto da tre
persone che abiteranno e lavoreranno nel
modulo di servizio russo.
Nei mesi successivi l'assemblaggio dei
primi elementi della struttura portante
americana e della piattaforma scientifica
ed energetica (SPP) russa, insieme ai rela¬
tivi pannelli solari a cellule fotovoltaiche,
radiatori termici e apparecchiature di co¬
municazione, aumenteranno considerevol¬
mente le risorse del nucleo della stazione.
Per l'assemblaggio e l'equipaggiamento
esterno della piattaforma scientifica ed
energetica russa si farà ampio uso del
braccio robotizzato europeo ERA.
Il modulo-laboratorio americano (US
Lab) e il primo dei tre moduli di ricerca
russi (RM1) saranno aggiunti entro la
metà del 1999. La capacità scientifica del¬
la stazione sarà quindi progressivamente
arricchita con l'arrivo, fra il 2000 e il 2001,
degli altri due moduli di ricerca russi (RM2
e RM3), del modulo sperimentale giappo¬
nese JEM e del modulo laboratorio euro¬
peo COF
L'assemblaggio della stazione sarà
completato entro il 2002 A partire da quel
momento con un ulteriore spazio per altri
quattro astronauti offerto dal modulo di
abitazione americano Hab lanciato nella
seconda metà del 2002, la stazione sarà
occupata in permanenza da un equipag¬
gio composto da sei persone. Le opera¬
zioni di routine e la fase operativa inizie¬
ranno l'anno successivo, nella seconda
metà del 2003 e dureranno almeno die¬
ci anni.
I partner usufruiranno delle infrastruttu¬
re di ricerca e delle risorse della stazione
proporzionalmente al rispettivo contributo
in termini di "elementi di sistemazione" e
di "elementi d'infrastruttura". Gli "ele¬
menti di sistemazione" sono i vari labora¬
tori di ricerca pressurizzati.
Gli "elementi d'infrastruttura" com¬
prendono tutti gli altri elementi orbitali e
particolarmente quelli che producono le ri¬
sorse che permettono le operazioni, il ser¬
vizio e l’utilizzazione della stazione: si trat¬
ta per esempio dei sistemi di alimentazio¬
ne elettrica, controllo termico, controllo
ambientale e supporto vita, propulsione,
guida, navigazione e controllo, gestione
comandi e dati, abitazione e benessere
dell'equipaggio, comunicazioni, robotica,
rientro dell'equipaggio e i veicoli per il tra¬
sporto logistico.
Un partner che fornisce un elemento di
sistemazione come il modulo-laboratorio
europeo ottiene automaticamente il 51 %
delle capacità di sistemazione del carico
utile dell'elemento in questione. Sul rima¬
nente 49%. secondo il criterio adottato, la
NASA usufrui¬
sce del 20%
per il ruolo
che svolge
continuerà a usare il proprio Space Shuttle
e la Russia i veicoli di lancio Proton, Soius
e Zenit con i veicoli di trasporto di equi¬
paggio Soius-TM e di carico utile Pro¬
gress-M. Questi lanciatoti russi saranno
sostituiti nelle ulteriori fasi da nuovi veicoli
più avanzati. Il Giappone prevede l'uso del
proprio vettore H-ll, insieme a un veicolo
di trasferimento detto HTV
L'Europa contribuirà alla flotta con il
lanciatore Ariane 5 dotato del sistema di
trasferimento automatizzato ATV.
nell'integrazione com¬
plessiva della stazio¬
ne spaziale e il 29%
che resta viene suddi¬
viso fra i partner che
contribuiscono agli
elementi d'infrastrut¬
tura.
Tutti i partner han¬
no il diritto di utilizza¬
re i propri sistemi di
trasporto spaziale per l'assemblaggio della
stazione, il cambio dell'equipaggio e i ser¬
vizi di logistica. E' il cosiddetto "scenario a
flotta mista".
In base al suddetto scenario, la NASA
Il contributo
europeo
L'Europa prevede di utiliz¬
zare come lanciatore la ver¬
sione 5 del razzo Ariane, in¬
tegrato col veicolo di trasferi¬
mento automatizzato ATV di
nuova concezione. Equipag¬
giato con apposite strutture
di trasporto per carico utile
esso può portare fino alla
stazione orbitante diversi tipi
di carico: elementi per la co¬
struzione della stazione,
equipaggiamento scientifico,
attrezzature per la manuten¬
zione e il cambio dei sistemi,
rifornimenti per l'equipaggio,
acqua, aria da respirare, pro¬
pellente. etc.
Ariane 5 è stato originariamente pro¬
gettato come lanciatore di satelliti e quindi
non è attrezzato per eseguire manovre di
rendez-vous e aggancio ad una stazione
spaziale. Per tal motivo i ricercatori e gli
Il sistema di
elaborazio¬
ne e gestio¬
ne dati del
Modulo di
Servizio ’ma -
de In Europe ",
Il DMS-R
comprenderà
un sistema ed
un sotto sistema di
elaborazione per il
monitoraggio e il control¬
lo di tutti i processi sviluppati a bor¬
do, un sistema di elaborazione In
real-time per la guida, la navigazio¬
ne ed il lancio ed un sottosistema
per il controllo degli esperimenti.
Questi computer saranno collegati
tramite bus standard con i sistemi
informatici degli altn elementi della
stazione e saranno basati su una ar¬
chitettura modulare con una filoso¬
fia foult-tollerance doppia per que¬
stioni di sicurezza.
MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997
357
scienziati europei hanno ideato e stanno
costruendo lo stadio di trasferimento intel¬
ligente ATV dotato dell'avionica e delle ri¬
sorse computazionali necessarie all'ese¬
cuzione di queste operazioni.
L’ATV può rimanere agganciato alla sta¬
zione per una durata di sei mesi ed ha la
possibilità con i suoi reattori e le sue riser¬
ve di propellente di immettere l’intera sta¬
zione in un'orbita più alta. Infatti l'orbita
della SSI ha un decadimento naturale che
ogni due mesi e mezzo la porta dai 460
Km di altitudine iniziali ai 335; la potenzia¬
lità di reboost (risollevamento) offerta dal
modulo europeo e di estrema importanza
strategica e politica perché va a bilanciare
una capacità che altrimenti avrebbero solo
gli stadi russi Progress. Questo aspetto ci
permetterà di acquisire una percentuale di
utilizzo del nostro modulo-laboratorio di
molto superiore al 51% e di ottenere an¬
che l'utilizzo di altre risorse della stazione.
Alla fine della missione l'ATV viene ca¬
ricato con il materiale di rifiuto ed esegue
automaticamente un volo di rientro di¬
struttivo verso la Terra durante il quale
brucerà nell'atmosfera. Infatti contraria¬
mente ad un veicolo abitato la cui traietto¬
ria di rientro è tale da permettere al veico¬
lo di esporsi al mimmo alle forze d'impatto
con l'atmosfera, la traiettoria dell'ATV sarà
appositamente molto ripida. Sottoposto
all'estremo calore e alle sollecitazioni
meccaniche dovute alla resistenza
dell'aria, il veicolo ed il suo carico si disin¬
tegreranno e i frammenti cominceranno a
fondersi e ad evaporare ancor prima di
toccare la superficie del suolo, come una
novella meteora. Si tratta della cosiddetta
procedura di "rientro distruttiva".
Il nostro modulo potrà portare carichi
utili di diverso genere e tipologia: carichi
che possono essere esposti al vuoto spa¬
ziale e carichi che devono essere traspor¬
tati in condizioni atmosferiche controllate
Per questi ultimi l'ATV sarà provvisto di un
modulo contenitore pressurizzato derivato
SS/ come sarà al suo completamento entro II
2002 . L'elemento contrassegnato con 1 è II mo¬
dulo-laboratorio europeo COF, mentre 2, 3 e 4
sono le tre configurazioni del sistema di trasferi¬
mento automatizzato ATV e la loro possibile allo¬
cazione. La Space Division di Alenia Aerospazio
sta realizzando proprio in questi mesi a Torino la
struttura esterna del COF e di altri tre mìni-moduli
logistici pressurizzati italiani (Mini Pressurised Lo¬
gistica Modula - MPLM) delle stesse dimensioni
del COF.
L’elemento 5 è invece il braccio telemanipolatore
europeo ERA
dal mini-modulo logistico italiano MPLM.
L’MPLM è un modulo stiva identico al
modulo-laboratorio europeo COF, di cui
scriveremo più avanti. In esso possono
prendere posto sedici alloggiamenti di
rack e un vano per contenitori stivati nel
corridoio centrale. Due alloggiamenti pos¬
sono essere alimentati durante il volo e
destinati a frigoriferi e congelatori, ma so¬
lo se trasportato da uno Shuttle. Se il vet¬
tore è l'ATV il carico non potrà essere ali¬
mentato. Agganciato ad un nodo della sta¬
zione i membri dell'equipaggio avranno il
compito di trasferirne il contenuto nella
stazione. Nel caso di carico non pressuriz-
zati le operazioni di scarico verranno effet¬
tuate tramite sistema telemanipolatore
Durante il volo attraverso l'atmosfera il
carico sarà protetto dalla carenatura di
Ariane Dopo l'iniezione in un'orbita ellitti¬
ca con un perigeo (il punto più basso sulla
superficie della Terra) di 70 km e un apo¬
geo di 300 km, l'ATV si separerà da Ariane
5 per eseguire automaticamente il volo di
trasferimento nell'orbita circolare della
stazione, dopo di che eseguirà automati¬
camente le manovre di rendez-vous. Il tut¬
to richiederà all'incirca due giorni
A seconda della missione l'ATV attrac¬
cherà direttamente a una delle porte di ag¬
gancio oppure volerà fino a un punto di
aggancio esterno da dove sarà "afferrato"
dal sistema di telemampolazione
L'ATV verrà lanciato e controllato dal
centro spaziale Guainese di Kourou (Guiai-
na Francese) Dopo la separazione
da Ariane 5, Kourou passerà il
controllo del veicolo al Centro Eu¬
ropeo di Operazioni Spaziali
dell’ESA a Darmstadt in Germa¬
nia, che eseguirà il controllo
dell'ATV durante le fasi di volo li¬
bero sia per il tragitto verso la sta¬
zione che per il successivo rien¬
tro. Le procedure di rendez-vous
verranno invece momtorate e con¬
trollate dalla SSI e dal Centro di
Controllo della Stazione Spaziale a
Houston (USA). Se si attraccherà
ad una porta di aggancio del mo¬
dulo russo entrerà in gioco anche
il Centro di Controllo di missione
di Kalinmgrad vicino Mosca.
L'elemento essenziale propo¬
sto per il contributo europeo al
programma della SSI 6 il modulo-
laboratorio COF (Columbus Orbi¬
tai Facility). Il COF è un laboratorio
multiscopo che può essere ricon-
figurato mediante il cambio di ar¬
madi (racks) standardizzati attrez¬
zati con equipaggiamento scienti¬
fico e funzionale.
Il modulo-laboratorio europeo
Il veicolo dì trasferimento automatizzato ATV europeo verrà
lanciato dal razzo Ariane 5. Equipaggiato con apposite
strutture di trasporto per carico utile esso può portare lino
alla stazione orbitante diversi tipi di carico e di diverso ge¬
nere e tipologia: carichi che possono essere esposti al vuo¬
to spaziate (6). carichi che devono essere trasportati in
condizioni atmosferiche controllate tramite il mìni-modulo
logistico Italiano MPLM
(7), carichi misti utiliz¬
zando un modulo deri¬
vato dal MPLM (8).
Alla line della missione
l'ATV viene caricato con
il materiale di rifiuto ed
esegue automaticamen¬
te un volo di rientro di¬
struttivo verso la Terra
durante il quale brucerà
nell'atmosfera (9).
L'ATV assomiglia a una
corta sezione cilindrica
lunga circa 2,5 metri. E'
composto da un modu¬
lo di propulsione e un
modulo di avionica in
cui trovano posto i ser¬
batoi dì propellente,
l'avionica, più i sottosi-
s temi di controllo termi¬
co, generazione elettri¬
ca e comunicazione.
L'ATV è equipaggiato
posteriormente con otto
piccoli razzi a propulsio¬
ne lìquida.
MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997
Ariane 5 è sialo intera¬
mente riprogettato
sull'esperienza dei primi
4 propulsori europei. rinalm pef |g aUj .
vità di ricerca e
tecnologia degli astronauti europei, ma co¬
stituisce anche il "biglietto d'ingresso"
per l'Europa all'intero programma della
SSI. giacché il fatto di essere proprietari di
un elemento di sistemazione o di infra¬
struttura dà diritto ad utilizzare le infra¬
strutture di ricerca e le risorse operative
della stazione.
Nel dettaglio il modulo pressurizzato
COF è un laboratorio abitato multiuso per
le ricerche nel campo della scienza dei
materiali, della fisica dei fluidi, delle scien¬
ze della vita, delle scienze spaziali e della
tecnologia. Sarà l'elemento più importante
delle attività di ricerca europea sulla SSI
Esso è composto da un modulo cilindrico
dalla lunghezza totale di 6,7 metri e dal
diametro esterno di 4,5. La massa previ¬
sta al lancio è di 9.500 kg a cui si aggiun¬
ge la massa del carico utile iniziale
Il COF sarà agganciato al Nodo 2 e per
l'alimentazione elettrica e le altre risorse
dipenderà dal resto della stazione. Rice¬
verà energia elettrica a 120 V in corrente
continua per un massimo di 13,5 W che
serviranno per l'equipaggiamento scientifi¬
co.
La struttura del COF è composta da un
cilindro pressurizzato, da due coni termi¬
nali e da perni di articolazione con relative
strutture di supporto per il trasporto e la
manipolazione.
Il cilindro, realizzato in Italia dalla Alema,
ha una struttura multistrato ed è rivestito
da un pannello termoisolante (ricordiamo
che lo spazio è un ambiente assolutamen¬
te inospitale con sbalzi termici dai +150
gradi ai -100) e da uno schermo di prote¬
zione contro i meteoriti e i detriti spaziali
Per le operazioni di assemblaggio da svol¬
gere mediante il sistema di telemanipola-
zione della stazione spaziale, il modulo è
dotato di un dispositivo di presa posto
all'esterno del cilindro.
Il cono anteriore del COF ospita la par¬
te passiva del meccanismo comune di at¬
tacco attraverso il quale il modulo verrà
collegato al Nodo 2 della SSL Nel cono po¬
steriore possono eventualmente trovare
posto l'antenna e l'equipaggiamento
esterno necessario per le comunicazioni
con la Terra attraverso un satellite di ripe¬
tizione dati europeo. In previsione di un'ul¬
teriore estensione, il cono posteriore può
anche integrare i ganci e i giunti necessari
al collegamento con un'eventuale piat¬
taforma esterna.
Per adattarsi alle esigenze di impieghi
multidisciplinari nel corso dei dieci anni di
vita operativa della SSI, il modulo-laborato¬
rio europeo può essere riconfigurato com¬
pletamente ed è pertanto facilmente adat¬
tabile a diversi impieghi.
Questo è reso possibile dall'uso di ar¬
madi Iracks) intercambiabili a strutture
modulari standardizzate per l'alloggiamen-
to di attrezzature scientifiche e tecniche.
Questi rack possono essere trasportati fi¬
no alla stazione, assemblati nel modulo-la¬
boratorio e successivamente rismontati in
qualsiasi momento durante tutto il corso
della vita operativa. Poiché il modulo-labo¬
ratorio europeo, quello giapponese e
l'americano adottano tutti tali tipi di rack,
essi sono anche intercambiabili fra i diver¬
si laboratori, ad eccezione dei laboratori
russi, che non sono stati progettati con
questo tipo di soluzione.
Secondo il principio di condivisane del¬
la stazione e gli accordi bilaterali fra ESA e
NASA, almeno cinque dei rack del modu¬
lo-laboratorio europeo saranno utilizzati
per scopi europei. I rack rimanenti verran¬
no utilizzati nell'interesse globale.
Uno dei centri di controllo per l'acquisi¬
zione e l'elaborazione dei dati del nostro
laboratorio orbitante sarà il MARS Center
di Napoli di cui scriveremo nel prossimo
numero (MARS Center: Microgravity Ad¬
vanced Research and Support Center, il
piu grande centro di controllo spaziale ita¬
liano) che si affiancherà al centro di
Oberpfaffenhofen vicino a Monaco di Ba¬
viera.
La stazione è in grado di ospitare cari¬
chi utili pressurizzati di 33 rack- rispettiva¬
mente 13 nel modulo-laboratorio america¬
no (US Lab). 10 nel modulo sperimentale
giapponese IJEM) e altri 10 nel modulo-la¬
boratorio europeo (COF). I tre moduli di ri¬
cerca russi IRMI, RM2, RM3) hanno un
progetto di base diverso dai moduli stan¬
dard occidentali anche se sono comunque
ritenuti equivalenti al modulo-laboratorio
statunitense.
Il mini-modulo logistico pressurizzato
italiano (Mini Pressurised Logistics Modu-
le - MPLM) di cui abbiamo accennato in
precedenza è un modulo delle stesse di¬
mensioni del modulo-laboratorio europeo
COF. Esso sarà adoperato per trasportare
nella stiva dello Shuttle o con l'ATV mate¬
riali di rifornimento ed equipaggiamento
scientifico dalla Terra alla stazione, e vice¬
versa, in ambiente controllato pressurizza¬
to. Di questi ne sono stati commissionate
tre unità che verranno utilizzati sullo Shut¬
tle per almeno 10-15 anni e 25-30 missio¬
ni, con una frequenza di utilizzo di 5 mis-
soni all'anno.
Le strutture esterne dei sistemi di sup¬
porto vita e controllo dell'ambiente del
COF e dei tre MPLM si fondano sullo
stesso progetto. Secondo i termini di un
accordo bilaterale concluso fra l'Agenzia
Spaziale Europea ESA e l'Agenzia Spazia¬
le Italiana ASI, l'ESA fornirà i sistemi di
supporto vita per i quattro moduli mentre
l'ASI fornirà la struttura esterna multistra¬
to.
Come già sottolineato TASI ha dato
commessa alla Space Division di Alema
Aerospazio di progettare, sviluppare e co¬
struire la struttura esterna dei quattro mo¬
duli, il loro Sistema di Controllo Ambienta¬
le e Termico. Un grandissimo risultato per
la nostra tecnologia frutto dell'esperienza
sviluppata nel corso del programma euro-
MCmicrocomputer n. 177-ottobre 1997
359
peo Spacelab in cui Alema partecipa dalle
prime fasi (seconda metà degli anni '80) e
recentemente con le missioni europee
sulla MIR (EUROMIR '95). L'Alema sta
inoltre partecipando alla costruzione del si¬
stema ATV, della capsula di rientro CRV
europea e di quella italiana denominata
CARINA (CApsula Recuperabile Non Abi¬
tata)
Il contributo europeo alla Stazione Spa¬
ziale non è però finito qui. A questi ele¬
menti si aggiungono infatti quelli forniti
agli Stati Uniti ed alla Russia frutto di ac¬
cordi bilaterali con NASA e RKA.
Accordi bilaterali fra
NASA, RKA ed ESA
Oltre al potenziale scientifico offerto
dal modulo-laboratorio europeo COF, l'Eu¬
ropa fornirà attrezzature secondo i termini
di un accordo bilaterale ESA-NASA, ovve¬
ro: una postazione ermetica di manipola¬
zione (Glovebox), un sistema di punta¬
mento per strumenti (Hexapod) e quattro
congelatori ad alte prestazioni.
La postazione ermetica di manipolazio¬
ne Glovebox per le ricerche in microgra-
vità sarà installato nel modulo-laboratorio
americano e permetterà agli astronauti di
manipolare, servendosi dei guanti della
cella ermetica trasparente, campioni
scientifici che non devono entrare in con¬
tatto con l'area del laboratorio. Il sistema
di puntamento per strumenti Hexapod
sarà collocato su un punto di fissaggio
all'esterno dei moduli pressurizzati della
stazione e servirà ad orientare gli apparec¬
chi ottici di osservazione della Terra e del¬
lo spazio con una precisione dell'ordine di
un arcominuto. I congelatori infine per¬
metteranno lo stoccaggio di campioni bio¬
logici a temperature bassissime: uno sarà
montato in permanenza nel modulo-labo¬
ratorio americano e gli altri tre serviranno
al trasporto dei campioni biologici tra la
Terra e la stazione, nella stiva del MPLM
italiano montato sullo Space Shuttle
A queste attrezzature si deve aggiun¬
gere il software banca dati di missione
della stazione, commissionato all'Europa
dalla NASA, che permetterà di eseguire la
gestione della configurazione e mantene¬
re la protezione dei dati per tutti i softwa¬
re che saranno utilizzati negli elementi
americani della SSI Esso analizzerà i vari
comandi inviati ai computer e ne verifi¬
cherà la completezza e la coerenza con gli
altri comandi trasmessi. Una caratteristica
essenziale della banca dati di missione è
quella di mantenere un controllo generale
su tutti i prodotti software e su tutti i data-
set sviluppati dalle diverse società, garan¬
tendone l’interoperabilità e la sicurezza. La
banca dati di missione per la NASA deriva
dallo stesso software della banca dati di
missione sviluppato dall’ESA per il modu¬
lo-laboratorio europeo.
A questa si affiancherà un altro Impor¬
tante sistema informativo prodotto in Eu¬
ropa E' prevista infatti la creazione di una
banca dati centrale dell'ESA che conterrà
informazioni sui parametri orbitali della
SSI, la sistemazione degli esperimenti, il
supporto dato e potenzialmente erogabile
agli astronauti grazie ai sistemi robotici, la
scaletta degli eventi programmati, le esi¬
genze di lancio ed altri fattori importanti
per la vita della stazione, le ricerche effet¬
tuate ed i risultati ottenuti, nonché i mec¬
canismi di accesso alle risorse scientifiche
da parte degli utenti e delle aziende che
desiderano affrontare ricerche a bordo
della SSI
In cambio della fornitura alla NASA l'Eu¬
ropa avrà la facoltà di accedere a breve
all'utilizzazione del laboratorio americano e
ai punti di attracco per gli esperimenti
esterni collocati sulla struttura portante
americana e in preparazione alla missione
avrà l'opportunità di inviare due astronauti
a svolgere lavoro scientifico a bordo dello
Space Shuttle e sulla MIR.
Infatti secondo l’attuale pianificazione,
il modulo-laboratorio COF sarà trasportato
e agganciato solo nel 2001 ; per tal motivo
l'Europa è interessata ad essere presente
sulla stazione quanto prima possibile per
garantire una continuità nelle attività spa¬
ziali abitate fra la fine delle missioni euro¬
pee Spacelab su Shuttle ed EUROMIR e
l'inizio della fase operativa COF Sono
queste le ragioni per le quali l'Agenzia
Spaziale Europea ha concluso accordi bila¬
terali con la NASA e l'Agenzia Spaziale
Russa RKA che le aprono le porte verso
l'utilizzazione delle capacità di ricerca della
SSI attraverso propri uomini ancor prima
che il modulo-laboratorio COF sia disponi¬
bile.
In particolare nel quadro dell'accordo
bilaterale fra ESA e RKA, l'Europa fornirà il
braccio robotizzato europeo (ERA) e un si¬
stema di gestione dati (DMS-R) per il seg¬
mento russo della SSI.
L'ERA è un braccio telemanipolatore
simmetrico lungo 10 metri composto da
due estremità attrezzate con due pinze
identiche. L'ERA avrà la facoltà di manipo¬
lare oggetti di vario tipo e dimensioni e
supportare gli astro¬
nauti durante le atti¬
vità extraveicolari.
Sarà collocato su un
carrello che si spo¬
sterà lungo dei bina¬
ri posti sulla piat¬
taforma scientifica
ed energetica (SPP -
Science and Power
Platform) del seg¬
mento russo della
stazione e potrà an¬
che uscire dal car¬
rello e dirigersi ver¬
so altri punti di lavo¬
ro. L'ERA sarà utilizzato per la costruzione
e la manutenzione dei diversi elementi del
segmento tramite le pinze che serviranno
ad afferrare e rilasciare i carichi utili provvi¬
sti di un dispositivo di presa standard, a
misurare forze e coppie e trasferire ali¬
mentazione elettrica, segnali dati e video
per il suo controllo. Combinato ad una
piattaforma attrezzata con poggiapiedi e
corrimano, l'ERA può anche servire per
trasportare gli astronauti nelle attività ex-
traveicolari. Apposite telecamere e unita
di illuminazione montate sul braccio e sul¬
le due pinze permettono di avere una vi¬
sione del punto di lavoro ed eseguire ispe¬
zioni dell'esterno della stazione Tutti i
compiti dell'ERA sono preprogrammati. in
modo tale che gli astronauti debbano solo
lanciare i compiti e tenere il lavoro
dell'ERA sotto controllo video.
Durante la fase di assemblaggio, l'ERA
servirà per posizionare i pannelli solari e i
gruppi propulsori e per dispiegare i radia¬
tori termici sulla piattaforma scientifica ed
energetica, ma potrebbe anche essere
adoperato per trasferire e posizionare inte¬
ri moduli. Dopo l'assemblaggio della sta¬
zione, l'ERA servirà a sostituire i pannelli
solari e gli assemblaggi di spinta, manipo¬
lare carichi utili esterni ed eseguire ispe¬
zioni. Con ERA l’Europa assumerà un ruo¬
lo predominante nelle attività robotiche
svolte sulla stazione
Il sistema di elaborazione e gestione
dati per la Russia (DMS-R, Data Manage¬
ment System for Russia) "made in Euro¬
pe" invece sara il cervello del modulo di
servizio russo SM, uno dei primi elementi
della stazione ad essere lancialo in orbita
Il modulo di servizio sarà l'ambiente di la¬
voro e di abitazione del personale durante
la fase di costruzione II DMS-R compren¬
derà un sistema ed un sotto sistema di
elaborazione per il monitoraggio e il con¬
trollo di tutti i processi sviluppati a bordo,
un sistema di elaborazione in real-time per
la guida, la navigazione ed il lancio ed un
sottosistema per il controllo degli esperi¬
menti. Questi computer saranno collegati
tramite bus standard con i sistemi infor¬
matici degli altri elementi della stazione e
saranno basati su una architettura modula¬
re con una filosofìa foult-tollerance doppia
360
MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997
esa_ = .
-frll l'fl*=L«t=C
per questioni di sicurezza,
Il sistema di elaborazione e gestioni da¬
ti fornito al modulo russo dall’Europa sarà
molto simile al sistema DMS che l'Europa
svilupperà per il proprio modulo-laborato¬
rio COF In questo modo ci troveremo in
una posizione favorevole per influire sulle
soluzioni tecniche per i sistemi informatici
dell'intera stazione in modo da contribuire
all’adozione di filosofie di progettazione
comuni, Ne risulta una riduzione dei costi
di sviluppo e l'opportunità di ricevere sin
dai primi tempi la qualificazione del pro¬
getto DMS europeo in orbita.
In questo contesto la Russia metterà a
disposizione dell'Europa la sua tecnologia
di aggancio, il che rappresenta un rispar¬
mio di costi non indifferente nello sviluppo
europeo del veicolo di trasferimento auto¬
matizzato ATV.
A cosa serve una
stazione orbitale
Secondo le attuali valutazioni sull'utiliz¬
zazione della stazione suddivisa fra le di¬
verse discipline, il 40-50% è previsto per
la ricerca nella microgravità, il 10-20% per
le scienze spaziali, il 10-20% per l’osser¬
vazione della Terra e 20-30% per la tecno¬
logia spaziale.
Che cosa è la microgravità? A riguardo
saremo molto piu precisi sul prossimo nu¬
mero di MC quando scriveremo del
MARS Center di Napoli (il nostro centro di
controllo delle missioni spaziali). Per ades¬
so ci accontenteremo di alcune considera¬
zioni superficiali. Microgravità è un termi¬
ne comunemente applicato ad un ambien¬
te di ricerca in cui vi siano condizioni di
quasi assenza di forza di gravità, in cui la
costante ''g" passa dai 9,8 m/sec2 a valori
dell’ordine dei 10-3 o addirittura in partico¬
lari condizioni dei 10-6 m/sec2. Ciò ovvia¬
mente non è dovuta alla lontananza della
stazione spaziale dalla Terra, in quanto a
400 km di altezza g è comunque dell'ordi¬
ne dei 9,1 m/sec2, ma è piuttosto il frutto
della accelerazione centrifuga che si speri¬
menta sulla stazione alla velocità con la
quale gira attorno al nostro pianeta (29 mi¬
la km/h) Questa compensa, quasi fino ad
annullarla, la forza di gravità terrestre.
La ricerca nella microgravità è stata atti¬
rata relativamente presto dalle possibilità
offerte dalle missioni spaziali abitate. Le
missioni con il laboratorio europeo Space-
lab (il modulo montato nella stiva dello
Shuttle) hanno fornito per periodi compre¬
si fra una e due settimane un ambiente di
ricerca in microgravità che ha consentito
la realizzazione di esperimenti quali la soli¬
dificazione, la crescita di cristalli, lo studio
dei fenomeni dei fluidi e le ricerche bio-
tecmche. I risultati non solo hanno portato
a una maggiore conoscenza dei processi
fondamentali, ma hanno anche contribuito
in modo significativo all'ottimizzazione dei
processi industriali a Terra in applicazioni
come i processi di fusione, la combustio¬
ne e i flussi multifase e al miglioramento
delle cure mediche; alcuni esempi sono le
applicazioni nel trattamento dell'osteopo-
rosi, lo sviluppo di nuovi farmaci, la cresci¬
ta di cristalli di silicio per la costruzione di
wafer perfetti per i processori di prossima
generazione.
La SSI permetterà di proseguire e ap¬
profondire questo lavoro su una base di
gran lunga più regolare e continua rispetto
alle precedenti missioni Spacelab, che
erano relativamente brevi e sporadiche.
sono il monitoraggio di processi di superfi¬
cie della Terra, lo studio dei venti, dei pro¬
cessi di precipitazione e della climatologia,
della chimica e della dinamica dell'atmo¬
sfera. nonché il tasso di radiazione della
Terra.
Conclusioni
Il progetto che vi abbiamo raccontato è
una grande avventura per tutto il genere
umano. Come sempre accade la fanta¬
scienza raccontata da Clark in "2001 Odis¬
sea nello Spazio" nella seconda metà de-
L'elemento essenziale
proposto per II contri¬
buto europeo al pro¬
gramma della SSI à il
modulo-laboratorio
COF IColumbus Orbitai
Facility). Il COF è un la¬
boratorio multiscopo
che può essere riconfi-
gurato mediante il
cambio di racks (10 ar¬
madi) standardizzati,
attrezzati con equipag¬
giamento scientifico e
funzionale.
Questo consentirà di condurre programmi
di ricerca che richiedono prove ripetitive
sia nelle stesse condizioni sperimentali sia
modificandone i parametri.
Oltre alla stessa comunità di ricercatori
in microgravità, i settori delle scienze spa¬
ziali. dell'osservazione della Terra e della
tecnologia spaziale hanno già espresso un
vivo interesse nello svolgimento di attività
scientifiche e tecnologiche sulla stazione
Per le Scienze Spaziali, la SSI rappre¬
senta un'enorme piattaforma di osserva¬
zione abitata posizionata in permanenza al
di sopra degli effetti di distorsione e as¬
sorbimento dell'atmosfera terrestre. Que¬
sto settore scientifico può avvantaggiarsi
delle capacità di montaggio degli esperi¬
menti all'esterno della stazione, oltre che
delle possibilità uniche di sostituzione e ri¬
configurazione di esperimenti grazie alla
presenza di un equipaggio e di manipola¬
tori robotizzati esterni. I settori che po¬
trebbero essere interessati a queste appli¬
cazioni sono lo studio dello spettro e della
radiazione solare, l'astronomia, gli studi
dell'ambiente spaziale tra cui la polvere, il
plasma, i raggi cosmici e gli esperimenti di
fisica fondamentale.
L'osservazione della Terra può benefi¬
ciare in particolare della vasta copertura
della stazione. Le applicazioni interessate
gli anni '60 sta per
diventare realtà con
soli pochi anni di ri¬
tardo La Stazione
Spaziale Internazio¬
nale infatti, oltre ad
essere un'importan¬
te palestra per le scienze e le tecnologie
avanzate, sarà nel secondo decennio del
2000 la stazione da cui prenderà il via la
conquista di Marte II primo passo sta
dunque per essere compiuto Ricordiamo
infatti che il primo modulo della SSI sarà
lanciato nel giugno prossimo.
I passi ancora da compiere sono note¬
voli. La missione verso Marte implica in¬
fatti la costruzione di una Nave Spaziale di
concezione nuova, che sia adatta alla vita
nello spazio per periodi lunghissimi e che
quindi disponga degli opportuni comfort
per l'equipaggio (almeno quattro persone)
Ci vuole infatti almeno un anno per per¬
correre la distanza che separa la Terra da
Marte ed un altro sarà necessario per il ri¬
torno, mentre ad oggi la permanenza nello
spazio più lunga e stata di un anno ed un
giorno da parte di un cosmonauta russo.
Nel prossimo numero di MC presente¬
remo il Centro di Elaborazione dati Spaziali
italiano presso il MARS Center di Napoli:
un polo tecnologico di eccellenza e di fa¬
ma mondiale per la fluidodinamica micro-
gravitazionale e l'unico Centro Spaziale ita¬
liano abilitato a mandare comandi allo Spa¬
ce Shuttle durante le missioni e ad elabo¬
rarne i dati scientifici.
MCmicrocomputer n. 177- ottobre 1997
361
a cura di Corrado Giustozzi
OS/2 Warp in un mondo che cambia
Probabilmente qualche anno fa, se per caso un qualsiasi dipendente IBM avesse
avanzato l'ipotesi di sviluppare software per un sistema operativo non rigorosa¬
mente prodotto e licenziato dalla casa madre, sarebbe stato accusato di alto tra¬
dimento e pubblicamente messo alla gogna senza pensarci due volte. Ma, si sa, le
cose cambiano ed evolvono ed ormai non si stupisce più nessuno se magari
qualche tool di sviluppo viene rilasciato prima per la piattaforma Windows piutto¬
sto che per OS/2.
Nonostante questa nuova politica o, forse, proprio per merito di questa scelta
effettuata dai manager di IBM, stiamo vivendo un periodo in cui la disponibilità di
software per OS/2, specialmente dal punto di vista delle componenti di tipo
“application sever”, è ampia e diversificata per soddisfare molteplici esigenze.
di
Giuseppe Cosarono
Nello scorso numero della rubrica abbia¬
mo analizzato in sintesi quali sono anco¬
ra i punti di forza di OS/2 rispetto agli
altri sistemi operativi principalmente nel
mondo dei computer con architettura
Intel. Il tutto era nato dalla domanda:
"Perché dovrei scegliere OS/2?”,
domanda che spesso mi viene posta e
alla quale rispondo quasi sempre dopo
un fitto interrogatorio (gli interrogatori
dei film gialli sono niente in confronto ai
miei II per capire bene quali sono le esi¬
genze del mio interlocutore, quale sarà
l'ambiente di utilizzo, ecc. per poi indivi¬
duare un insieme di prodotti software
che, integrati tra loro, possano soddisfa¬
re al meglio tutte le problematiche sfrut¬
tando i vantaggi tipici di questo sistema
operativo.
Con il passare degli anni e con l'evolu¬
zione tecnologica che si è avuta nel
mondo dell'informatica ci si rende conto
di quanto sia sempre più importante e
centrale la componente software, dei
servizi e della integrabilità e compatibi¬
lità piuttosto che la componente
hardware.
Anche in IBM, dove tradizionalmente il
software è sempre stato considerato un
"qualcosa", quasi un optional, da vende¬
re a contorno dell'hardware, già da qual¬
che anno sono state riviste le strategie
di mercato ed il software ed i servizi
sono stati elevati al rango di unità che
possono creare affari in maniera sempre
più svincolata dalle divisioni che si occu¬
pano di hardware.
IBM sempre piu “soft”
Questo nuovo tipo di organizzazione,
che porta IBM ad essere una compa¬
gnia sempre piu orientata al software e
non solo all’hardware, è stata fortemen¬
te voluta dal suo presidente Lou
Gerstner e da John M. Thompson che
ha sviluppato una strategia integrata per
tutte le diverse linee di prodotti presenti
in IBM. Questa nuova politica e la con¬
seguente aggressione di una "fetta" di
mercato fino a pochi anni fa considerata
di contorno, hanno portato anche ad una
revisione dei metodi di vendita del
software da parte di IBM Si può consi¬
derare un tipico esempio della nuova
valutazione della componente software
l’acquisizione della Lotus, con lutto il
suo bagaglio culturale e tecnologico nel
campo dei personal computer e del
mondo dell'automazione di ufficio, chia¬
ramente dal punto di vista software
Un altro segnale forte della valorizzazio¬
ne del software persiono in maniera
"open" consite nella presenza di
software sviluppato anche per piattafor¬
me "concorrenti”, come potrebbero
essere macchine con i sistemi operativi
Sun Solaris, HP-UX, Windows NT e
Windows 95. IBM ha contrastato a
lungo il concetto ed i benefici dei cosid¬
detti sistemi aperti, proprio perche rap¬
presentava il nemico numero uno per
queste architetture ma, nell'istante in
cui si è resa conto che i sui clienti richie¬
devano sempre più soluzioni aperte e
flessibili si è fatta promotrice di questo
movimento arrivando a sviluppare
362
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
software persino per piattaforme che
prevedono sicuramente hardware non
suo.
Questo cambiamento è avvenuto, utiliz¬
zando gli stessi termini di IBM, nell'era
del Network Computing. Riassumendo
in breve le visioni del mercato da parte
di IBM, negli ultimi anni siamo passati
attraverso tre "ere" o fasi successive
che contraddistinguono il modo con cui i
computer sono stati usati; queste fasi,
anche ampiamente sovrapposte tra di
loro, sono: Pera" dell'host centralizzato
che gestiva una serie di teminali diretta-
mente collegati, Pera" del client/server,
dell'informatica distribuita e dei personal
computer ed infine l'attuale "era", appe¬
na incominciata, quella del Network
Computing. In tutto questo tempo la
caratteristica comune di quasi tutte le
offerte IBM consite nell'esserst rivolta
verso utenti del mondo del lavoro e di
aver raccolto ben scarsi risultati, come
sa bene chi usa OS/2 fin dalle sue prime
versioni, quando ha provato a proporre
prodotti per un mercato più "casalingo".
Quale ruolo per OS/2
Queste rapide considerazioni sulle scel¬
te effettuate da IBM, ormai quasi in
odore di storia considerata la rapidità
con cui evolve il mondo informatico, ci
fanno riprendere il discorso su OS/2
V/arp per meglio capire non solo che
potenzialità possiede il prodotto in se e
per sé, ma anche quali sono i progetti
che IBM ha in corso su questo sistema
operativo.
Il successo ottenuto da Windows 95.
anche se con qualche ritardo sulle previ¬
sione, ha buttato l'ombra di qualche
dubbio sul futuro di OS/2, se aggiungia¬
mo anche l'incompetenza e la abitudine
al "terrorismo" di qualche giornalista,
siamo arrivati persino a leggere e a sen¬
tire sui nostri media che IBM presto
avrebbe abbandonato questo sistema
operativo, Chiaramente tali notizie sono
false e nate principalmente dal fatto che
IBM ha sottolineato come nei prossimi
tempi avrebbe curato con maggiore
attenzione i medi e grandi clienti piutto¬
sto che il singolo compratore di un siste¬
ma operativo.
Molti dei maggiori clienti di IBM fanno
ancora uso di OS/2 con buona soddisfa¬
zione e anche solo questa considerazio¬
ne è una garanzia per il futuro: certa¬
mente non sarabbero molto contenti di
IBM se li costringesse a passare a Client
Figura t - L immagine
che rappresenta I IBM
Software Server rac¬
chiude diversi mes¬
saggi e vede le auto¬
strade informatiche in
primo piano per un
mondo interconnesso.
Figura 2 - Il sistema
WorkSpace On-
Demand è formato da
due componenti:
WorkSpace On-
Oemand e WorkSpace
On-Demand Manager.
La prima viene ese¬
guita su un -thin
Client', la seconda su
un server, attualmente
con OS/2 Warp
Jeva
Netscape
3270 1
OS/2. DOS,
3nt Party
Browcer
5250
Wn3 1
WnS5 & NT
Emù
Netvort
Suppcrt
(PCcm
Pubic
LI*)
Restretta. S«noi» SnH - Detaul
(SeiectaMe Ul - Serve. Manager»
Logon Soeen
32*1 Operatng System
*eth Ottonai Locai Disk (Pegngoniy)
Intel orCcenpatHe System?
( PCS. Netrerted PCs. NetPCs )
Communications
Internet/Intranet
Remote
Boot
Client
System
Solcare
In galli
ConSg
Remote Boot
Service
( RIPL ”)
Enhanced
Net voi: Putìc
Aon Catóne
(Roamtng
Application
Access)
User Autherticeton / Logon Mgmt
32*1 Server
irtel or Compattile Systems
( PCS, Netvwrted PCs. NetPCs )
WorkSpace On-Demand
WorfcSpacd On-Demand Manager
Microsoft e per IBM stessa, gli eventuali
danni, sia diretti che indiretti, di una
simile decisione sarebbero sicuramente
maggiori degli eventuali risparmi. Inoltre,
nonostante la piccola percentuale totale
della quota di mercato relativa ai sistemi
operativi, OS/2 mantiene ancora salda¬
mente alcuni segmenti di nicchia di tutto
rispetto.
La questione quindi non verte tanto sul
fatto che OS/2 debba o meno sopravvi¬
vere. ma su come IBM ha intenzione di
farlo vivere.
Abbiamo già visto che OS/2 viene consi¬
derato come la proposta IBM per quan¬
to riguarda il sistema operativo dei per¬
sonal computer Client per il Network
Computing, inoltre viene visto come
un'ottima piattaforma per i server di rete
e per l'esecuzione di applicazioni partico¬
larmente critiche che richiedano un
ambiente sufficientemente robusto.
Forse la maggior enfasi verrà posta pro¬
prio sulle capacità di gestire, in assoluta
affidabilità e robustezza, applicazioni ser¬
ver, magari scritte in Java, su piattafor¬
me eterogenee come quelle presenti
negli ambienti di lavoro. La versione per
PowerPC, dopo essere stata accantona¬
ta per un po', sembra che stia nuova¬
mente suscitando interesse anche se
sono solo voci di corridoio. In ogni caso
eventuali esigenze di scalabilità sono già
soddisfatte con la versione per Intel che
supporta l'architettura SMP (Simmetrie
Multi Processor) ormai largamente
disponibile anche con questo micropro¬
cessore.
Come potete leggere nel riquadro, OS/2
Warp 4 non è più da solo come Client
per il Network Computing, attualmente
l'offerta IBM prevede Network Station,
WorkSpace On-demand e PC tradizionali
con OS/2 Warp. Chiaramente non esi-
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
363
OV2 Warp
stono raccomandazioni universali su
quando sia meglio utilizzare un sistema
piuttosto che un altro, la scelta dipende
dalle esigenze, da eventuali applicazioni
già esistenti, dall'uso che si prevede
della stazione in rete e via dicendo
Alcuni semplici criteri di scelta possono
essere i seguenti: se si ha bisogno di
eseguire programmi OS/2 o si ha biso¬
gno di poter memorizzare grossi file in
locale sicuramente la scelta migliore
non è una Network Station perché .
queste funzionalità proprio non le ha
disponibili; per il resto, tagliando, come
si usa dire, con l'accetta si può vedere
come OS/2 Warp sia ormai consigliato
solo sui cosiddetti "fat Client" che
hanno elevate esigenze di calcolo ed
elaborazione in locale, mentre
WorkSpace On-demand probabilmente
soddisfa meglio le esigenze di chi sposa
con maggior entusiasmo il Network
Computing senza però avventurarsi in
un mondo fatto principalmente di Java e
Web, ma accontentandosi dei vantaggi
di un "thin Client" e di una gestione
standard ed integrata dei sistemi Client.
IBM Software Server
Considerato ormai il posizionamento di
OS/2 da parte di IBM principalmente per
"fat Client" e postazioni server vediamo
un po' cosa
offre "Big
Blue" in que¬
sto campo
per il nostro
sistema ope¬
rativo. I possi¬
bili prodotti sono veramente molti e
coprono diverse aree che vanno da
Internet/lntranet, ai database multime¬
diali, alla gestione di applicazioni transa-
zionali, alla gestione e manutenzione di
sistemi in rete fino a prodotti di
Workgroup, Workflow e Data
Warehouse particolarmente interessanti.
Alcuni di questi sono stati raggruppati
sotto un unico "cappello", chiamato
IBM Software Server, che indica una
famiglia di applicazioni server modulari
ed integrate che mettono a disposizione
tutto ciò che serve per implementare
rapidamente applicazioni client/server in
ambienti anche eterogenei. L 'IBM
Software Server nasce dall'integrazione
di una sene di pacchetti da già tempo
presenti sul mercato e basati su tecno¬
logie provate ed affidabili ed include: il
Communications Server, il Database
Server, il Directory and Security Server,
l' Internet Connection Server, il
Transaction Server e Lotus Notes.
Il Communications Server permette la
connessione di una o piu stazioni a
sistemi host e dipartimentali, come
sistemi S/390 e AS/400. attraverso un
gateway multiprotocollo che supporta
reti SNA e TCP/IP, inoltre può risultare
un nodo o un nodo terminale in un
ambiente APPN ( Advanced Peer-to-
Peer Networking) La componente
Database Server è basata sul collauda-
tissimo DB/2 di IBM e prevede la possi¬
bilità di poter essere interrogato da
Internet tramite un'interfaccia World
Wide Web o di colloquiare con DB/2
presenti su altre piattaforme. Il
Directory and Security Server è basato
principalmente sul DCE (Distributed
Figura 3 - La proposta IBM
per stazioni Client in rete è
sempre più articolata e
attualmente copre tutte le
possibili opzioni di merca¬
to. come dire, comunque
vada. .. IBM sarà presente.
WorkS p ace On-Demand
A
' I momento in cui scrivo si hanno solo le prime notizie
di questo nuovo sistema che dovrebbe affiancare OS/2 Warp 4
nell'offerta per i Client per il Network Computing. WorkSpace On-
Demand è un sistema che consiste di due elementi: WorkSpace
On-Demand e WorkSpace On-Demand Manager. La prima com¬
ponente è il sistema operativo Client ed il relativo software che
viene ad essere eseguito sui dei "thin Client” o NetPC, semplifi¬
cando leggermente in definitiva il software di base dei personal
basati su architettura Intel o compatibile, con o senza un hard disk
locale, che prelevano tutto il software per il loro normale uso da
un server in rete. La seconda componente, il WorkSpace On-
Demand Manager, consiste in una serie di programmi ed utility
utili per installare, configurare e mantenere il software e l'hardwa-
re dei Client con WorkSpace On-Demand. Sul server con
WorkSpace On-Demand Manager risiede anche il sistema operati¬
vo e tutto il software relativo ai Client WorkSpace On-Demand.
semplificando così tutte le eventuali operazioni di gestione del
sistema.
Sui comunicati stampa che annunciano questo nuovo sistema si
legge chiaramente che il WorkSpace On-Demand supporta l'ese¬
cuzione, anche concorrente, di applicativi DOS, Windows 3.1,
OS/2 e Java e tutto questo la dice lunga su che cosa si siano
basati per implementare questo nuovo sistema. Non ho avuto
ancora modo di provare questo sistema, ma sembra che possa
essere una valida soluzione tecnologica per portare gli attuali
utenti di OS/2 ad un più spinto Network Computing in maniera
graduale e a basso rischio. D'altronde il sistema è principalmente
basato su OS/2 Warp Server e sulla ormai collaudata tecnologia
RIPL (Remote Initial Program Load) con tutti i dovuti miglioramen¬
ti per poter supportare direttamente, ad esempio, il TCP-IP, Java,
un'interfaccia utente selezionabile, ecc.
Nel caso in cui il Client di WorkSpace On-Demand sia dotato di un
hard disk, questo viene usato solo come un'unità di memorizza¬
zione temporanea per il sistema operativo, ad esempio come
memoria di massa per lo swap file di un sistema a memoria vir¬
tuale. dando cosi la possibilità di eseguire grandi applicazioni sul
Client senza degradare l'uso della rete. Come abbiamo già visto
con WorkSpace On-Demand è possibile eseguire in maniera nati¬
va applicazioni DOS. Windows 3.1. OS/2 e Java; l'esecuzione di
queste applicazioni avviene localmente sfruttando il microproces¬
sore Intel e riducendo in questo modo il carico di lavoro sul server
centrale In definitiva quando si avvia un'applicazione il file esegui¬
bile viene scaricato dal server ed eseguito in locale sul Client.
Un'altra caraneristica particolarmente interessante di WorkSpace
On-Demand consiste nel supporto e nella possibilità di scelta tra
più interfacce utente, il tutto configurabile e gestibile sempre in
maniera centralizzata sul server. Le possibili scelte vanno da una
semplice interfaccia ad icone configurata "ad hoc" per lo specifi¬
co utente a Netscape Navigator fino a Lotus Domino che riprodu¬
ce la sempre più diffusa interfaccia utente di Lotus Notes.
Pown Unn
JnaStaUw,
Oraci* Wym
HI >\.
IBM Network SlnHo»
Network
Dipanimi
♦ Lowtr m magoni ent coir
♦ Eoolor managoiblllty
♦ Quickec ROI
♦ lightoc PC uoorr
•llght locai data
Tramortitili
Orimird U*ri
Figura 4 - Questa
immagine, anche lei
prelevata direttamen¬
te da Internet, tenta
di posizionare i diver¬
si prodotti a seconda
del tipo di stazione e
dell utente; come si
pud ben vedere le
sovrapposizioni sono
diverse
sono perfettamente integrate e funzio¬
nanti già da diverso tempo
Conclusioni
Come ho già detto altre volte su queste
pagine, il fatto che OS/2 sia sostenuto e
spinto da IBM principalmente come sta¬
zione "fat Client” o come server non
Computing Enviroment) di Open
Software Foundation e mette a disposi¬
zione quei servizi base di directory,
time, security e RPC I Remote
Procedure Calti spesso indispensabili in
un ambiente di rete aziendale.
De\\‘Internet Connection Server abbia¬
mo già parlato su queste pagine e con¬
siste nell'implementazione di un server
HTTP ( HyperText Transfer Protocol) con
tutte le possibili utility per poter gestire
connessioni sicure, collegamenti al
Database Server e poter creare "Web
Application" eventualmente anche in
Java. perfettamente integrate nell’am¬
biente Software Server II System
Management Server è la componente
che mette a disposizione tutti gli stru¬
menti necessari alla gestione di reti e
gruppi di lavoro, si basa sul prodotto
IBM SystemView con il quale si integra
perfettamente. Il Transaction Server è
basato sulla tecnologia dei TP Monitor
CICS ed ENCINA e crea anche su OS/2
un potente ambiente di sviluppo ed
esercizio per applicazioni client/server
di tipo transazionale che eventualmen¬
te possono anche cooperare con appli¬
cazioni eseguite sul mondo host. Per
ultimo, ma chiaramente non ultimo, il
Lotus Notes è un'”entità" difficile da
descrivere con poche parole; Lotus
Notes è una delle componenti chiave
della strategia e della visione
Figura 6 ■ Il Com¬
munications Server
viene spesso usato
come gateway per
una rete locale verso
una rete SNA con
uno o più host.
Utilizzando i diversi
componenti dell IBM
Sottware Servers si
riesce a creare un'ar¬
chitettura che per¬
mette l'accesso a
dati su host anche
tramite browser
AS/400
CM/2
(on OS/2)
Communical'ons
Server (on OS/2)
Figura 5 - Il Com¬
munications Server
nasce come evoluzio
ne del Communica
tions Manager, uno de
migliori software ma
prodotti per OS?.
Gateway SNA
API
Gateway SNA
AnyNet
PCOMM
"Network-Centric”
di IBM, con Lotus
Notes è possibile
creare e gestire
processi e applica¬
zioni in un ambien¬
te client/server che
permetta la comu¬
nicazione. la colla¬
borazione ed il
coordinamento di
più persone o pro¬
cessi all'interno di
una azienda.
Ognuna di queste
componenti richiederebbe una o più
puntate della rubrica per poter essere
descritta in tutte le sue sfaccettature e
prossimamente ritorneremo sicura¬
mente sull'argomento
La cosa che ci tengo a far notare è che
Ì'IBM Software Server al momento è
rilasciato per i tre sistemi operativi
OS/2 Warp, AIX e Windows NT e che
sotto OS/2 tutte queste componenti
Windows 95
Windows 3.1
API
AnyNst
Nodes*
Gateway
Personal
Communications
API
• EmuiaMn
_
Coinniunicrilions
Server
' Ér M
Windows
NT
OS/2
vuol dire che non sia usabile tranquilla¬
mente in un sistema desktop stand-
alone IBM sta sempre più puntando
sull'utenza professionale e non su quel¬
la casalinga quindi difficilmente vedre¬
mo pubblicità che decantano la compa¬
tibilità di possibili giochi sotto OS/2,
eppure ce ne sono moltissimi e si pos¬
sono giocare persino in multitasking I
E' chiaro però che la Lotus, ad esem¬
pio, sicuramente farà uscire al più pre¬
sto le ultimissime versioni di Domino
per la piattaforma OS/2 mentre la sua
SmartSuite... si fa ancora aspettare in
maniera completamente nativa per que¬
sto sistema operativo
Probabilmente quando leggerete que¬
sto articolo si sapra qualcosa di più su
WorkSpace On-Demand ma, da una
prima impressione, credo che possa
essere sicuramente il successore di
OS/2 Warp, con tutti i suoi pregi e, spe¬
riamo. una buona politica di marketing
ffig
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
365
■ PD-SOFTWARE
coordinamento di Corrado Giustozzi
Offline surfing
Scorrazzare sulla rete è bello, ma quando a fine mese arriva la bolletta telefoni¬
ca sono dolori. Le pagine Web sono sempre più cariche di grafica ed anche noi
non riusciamo a leggere una pagina di testo, in inglese per giunta, molto velo¬
cemente. SSIurp, un programma di mirroring di pagine HTML vi aiuterà a rispar¬
miare qualche soldo, che potrà essere impiegato per registrare o comprare altri
programmi, quali ad esempio Embellish, un buon programma di grafica multi-
piattaforma. Infine procuratevi BOOTOS2, utile nelle operazioni di manutenzio¬
ne del nostro OS/2. Arrivederci al prossimo mese oppure sul nostro sito WWW
ma in una medesima sessione online,
senza apprezzabili scadimenti di presta¬
zioni.
Sslurp è un programma PM, con una
finestra principale che durante l'opera¬
zione di 'mirroring' mostra in modo
console il colloquio tra il PC ed il server
remoto, colloquio che viene comunque
salvato su disco in un'apposita log. ed
un notebook per le impostazioni chiaro
e facilmente configuratine.
Il campo di immissione della finestra
principale, posizionato in alto, consente
di scrivere direttamente l'URL del sito
che intendiamo recuperare, oppure di
effettuare un drag and drop dagli
oggetti-URL della WorkPlace Shell o di
Netscape Navigator e WebExplorer:
Sslurp conserva comunque una lista
degli ultimi quindici siti visitati da ses¬
sione a sessione.
Se la parte principale è quindi occu¬
pata dai messaggi di connessione che
si scambiano Sslurp ed il software del
server per definire la transazione, la
barra di stato ai piedi della finestra
riporta invece i dati statistici della con¬
nessione in corso numero di file scari-
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
per le ultime novità.
a cura del Team OS/2 Italia
Sslurp vi .2
• Genere: mirroring
tool.freeware
• File: sslurp12.zip 70Kb
• Autore: Michael Hohner
|;miho(n)osn.de|
• Reperibilitàlnternet::
ftp.cdrom.com/pub/os2/
internet
• ReperibilitàBBS:
Running...(2:331/205
0363-303567)
• Autore Recensione: Andrea
Resmini
Sslurp, conosciu¬
to durante la fase di beta testing come
WebSucker, è un efficente quanto
semplice programma che consente di
effettuare copie locali di siti web o di
parti di essi sul proprio PC per sfogliare
poi le pagine in assoluta tranquillità con
il proprio browser una volta disconnes-
si dalla rete. Questa operazione si può
fare comunque anche con il semplice
Netscape/2 2.02, scrivendo
aboutxache nel campo dove si immet¬
tono gli indirizzi http, ma non si ha
certo a disposizione tutte le funziona¬
lità di Sslurp
Sslurp consente infatti di definire con
quali criteri ed eventualmente "quanto’
di un determinato sito web deve esse¬
re scaricato localmente.
Sslurp è un ottimo esempio di com¬
pattezza e di rispondenza all'obiettivo:
il programma svolge tutte le funzioni
necessarie al compito e niente altro,
con un'interfaccia agile ed estrema-
mente semplificata, ma in grado di
sfruttare adeguatamente le caratteristi¬
che della WorkPlace Shell di OS/2
Lo scarso peso in termini di occupa¬
zione di memoria e di disco (Sslurp è
autocontenuto in un eseguibile di 70KB
con un help file, peraltro chiaro e com¬
pleto, di circa 10KB) consente tra l'altro
l’esecuzione di più istanze del program¬
366
9
PD-SOFTWARE ■
cati, numero di link stimati,
numero di byte scaricati in
totale e per l'URL corrente,
nome del file in fase di sca¬
rico.
Tre pulsanti consentono di
far partire le operazioni di
collegamento e scarico, di
fermarle in un qualsiasi
momento prima dell'avve-
nuto completamento, di sal¬
tare lo scarico, caso per
caso, di un determinato file.
Il notebook delle imposta¬
zioni, accessibile dalla voce
di menu Options' (altre voci
sono 'Exit', 'Servers'.
'About' ed 'Help', e qui la
lista termina), è la centrale
di controllo di Sslurp: da qui è possibi¬
le decidere se utilizzare o meno un
proxy server, cosa che l'autore consi¬
glia quando possibile, definire un per¬
corso per la directory principale di
download all'Interno della quale saran¬
no riposte le copie web, indicare un
nomefile per la log e quali informazioni
dovranno essere registrate in essa,
quali tipi di link dovranno essere segui¬
ti o non seguiti, in base ad estensione,
dimensione, distanza dalla pagina prin¬
cipale, se scaricare 'inline images',
cioè le immagini referenziate diretta-
mente nei file HTML, ed applet java.
Le opzioni di scarico sono veramen¬
te flessibili, consentendo un ottimo
controllo di quanto viene prelevato: è
possibile limitarsi ad una sola pagina
HTML completa, a quanto a valle del
link di partenza e non a monte, ad
impedire che un riferimento ad altri
server allunghi enormemente il lavoro
ed i tempi restringendo il campo d'a-
zione del programma ad una sola mac¬
china fisica remota, o a file non più
grandi di una certa dimensione
È possibile includere od escludere
• BOOTOS2 V8.15
• Genere: Utility. Freeware
• File: BootOS2v815.zip (317Kb)
• Autore: Kenneth A. Kahn
(KENKAHN@VNET.IBM COM)
• Reperibilità internet:
file sulla base della loro estensione
("preleva i file PostScript ps ma non
gli archivi .zip e rari") o concludere lo
scarico un certo numero di livelli a
valle dell'URL di partenza, un'opzione
che si rivela dopo qualche utilizzo deci¬
samente utile per non costruirsi una
replica in scala 1:1 del World Wide
Web in casa.
Inoltre menta una nota la possibilità
di far scaricare al programma solo i file
modificati sul server dopo l'ultimo 'mir-
ror': prima di tutto perché in questo
modo è possibile mantenere sincroniz¬
zati originali e copie locali con mimmo
carico di connessione a partire dalla
seconda volta, e poi perché Sslurp
scrive le informazioni relative a questa
operazione sfruttando gli attributi este¬
si di OS/2, associando univocamente
file a dato, senza preoccupazione che
un'eventuale reinstallazione del pro¬
gramma o una perdita di un file ne pre¬
giudichi future operazioni.
Come adeguatamente documentato
nell'help onlme, Sslurp consente anche
l'utilizzo dalla linea di comando, una
modalità operativa che risulta di grande
ftp://hobbes.nmsu.edu/pub'os2/
utiLsystem
• AUTORE RECENSIONE:
Gian Luca Prosperini
Kgian-iuca@usa.neI1
Avete mai prova¬
to a lanciare un *CHKDSK IF dalla par-
utilità a tutti coloro che pro¬
grammano collegamenti
TCP/IP batch eseguiti in
automatico, magari quando
le linee sono meno sovrac¬
cariche o le tariffe più legge¬
re: è infatti possibile passare
tutte le opzioni di configura¬
zione a Sslurp anche sotto
forma di switch, ed è possi¬
bile indicare al programma
una lista di siti web da copia¬
re in successione.
Poiché un parametro da
linea di comando ha la pre¬
cedenza su quanto imposta¬
to dal notebook di configura¬
zione, è possibile mantene¬
re "più" versioni di Sslurp
con un'unica installazione, creando
oggetti batch modificati da switch per
usi specifici che non interferiscono
minimamente con l'utilizzo vìa WPS.
In uscita Sslurp restituisce un codice
di errorlevel relativo alle operazioni
effettuate utilizzabile da procedure
Rexx per compiere eventuali operazio¬
ni di manutenzione o notifica ad un
operatore.
Sslurp è stato testato per tutte le
versioni di Warp dalla 3.0 in poi, ed
ottimizzato per Warp 4: necessita di un
disco fisso locale formattato in HPFS,
poiché i siti web prelevati vengono
scritti sul disco fisso in directory (figlie
di quella indicata nelle impostazioni)
aventi come nome l'indirizzo web del
sito stesso (ad es iwww.oszss.conni
mantenendo nomi e struttura ad albe¬
ro originari.
Una volta effettuata la copia e chiusa
la connessione con Internet, è suffi¬
ciente puntare il proprio browser al file
html che svolge funzioni di indice per
navigare.
Sslurp è un pr ogramma free ware di
Michael Hohner. tiiihtiWn.sn.5El
tizione dove risiede il sistema operati¬
vo? No? Allora vi dico subito che rice¬
veremo un messaggio di errore il quale
ci avvisa che l'unità che vogliamo ana¬
lizzare e correggere gli errori (/F serve
a questo) è attualmente in uso da
parte di qualche processo (il kernel e le
DLL che il sistema carica).
Allora come fare? Esistono vari
modi: il primo è quello di aggiungere
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
367
■ PD-SOFTWARE
nel config.sys un comando per esegui¬
re, al momento del boot, il chkdsk sul¬
l'unità scelta (leggete a tal proposito
l'help dei comandi IFS, DISKCACHE e
HPFS; con opportuni comandi il chkdsk
viene eseguito quando necessario
oppure ad ogni boot, cosa che vi scon¬
siglio); oppure possiamo fare il boot dai
dischetti di installazione del sistema
che, nel caso di WARP 4, sono tre.
Infine possiamo utilizzare i dischetti di
utilità creati con l’apposita icona conte¬
nuta nella cartella delle impostazioni di
sistema.
Il modo più efficiente e veloce è però
quello di utilizzare BOOTOS2, una di
quelle utility che dovrebbero essere
installate su ogni computer
BOOTOS2, come è possibile intuire
dal titolo, è un programma che permet¬
te di effettuare installazioni supplemen¬
tari di OS/2 su floppy e su hard disk.
Questa utility supporta OS/2 dalla ver¬
sione 2 alla 4
Le partizioni od i dischetti ottenuti
non serviranno solo alla manutenzione
del nostro sistema operativo, ma anche
come valido appoggio per qualsiasi
operazione veloce che vorremmo effet¬
tuare sul nostro sistema Potremo,
infatti, lanciare il sistema operativo cari¬
cando solo la parte che ci interessa e
lanciare qualche programma In questo
modo minimizzeremo al massimo il
tempo di caricamento.
I tipi installazione possibili sono tre e
cercherò di descriverli brevemente.
INSTALLAZIONE MINIMA: sarà
necessario un dischetto da 1.4MB
(anche se, nella documentazione, è
consigliato l'utilizzo di almeno due
floppy disk per riuscire per avere spa¬
zio sufficiente per contenere anche
qualche utility), oppure una partizione
con almeno 2-3 MB di spazio libero.
Anche i poco diffusi floppy da 2.88
MB sono previsti dal programma.
A differenza di quando lanciamo OS/2
in modo testo dal menu che attiviamo
all'inizio del caricamento del nostro
sistema operativo, questa installazione
supporterà anche più sessioni OS/2 atti¬
ve (a schermo intero). Pertanto si è in
grado di lanciare più programmi (a 16 e
32 bit) purché essi non utilizzino l'inter¬
faccia grafica di OS/2. Saremo, inoltre,
in grado di passare da una sessione ad
un'altra usando l'ormai famosa sequen¬
za ALT-ESC (gestita, in questo caso, da
BOS2SHL.EXE). Aggiungendo alla linea
di comando di BOOTOS2 l'opzione
VDM saremo in grado, premendo
CTRL-D, di lanciare anche sessioni
DOS.
INSTALLAZIONE PM. tutti coloro
che. invece, prevedono la necessità di
utilizzare programmi grafici PM,
dovranno avere a disposizione almeno
una partizione di 9 MB (sarà però
necessario prevedere anche dello spa¬
zio supplementare che verrà utilizzato
per la memoria virtuale). Anche qui è
possibile aggiungere il supporto per le
VDM (Virtual Dos Machine), potrem¬
mo, cosi, essere in grado di lanciare
programmi DOS e Windows
Per lanciare i programmi, non aven¬
do a disposizione la WPS, dobbiamo
servirci di una finestra comandi OS/2
che viene, automaticamente, aperta ad
ogni avvio del sistema.
INSTALLAZIONE WPS: a differenza
del caso precedente verrà installata
anche l'utilissima interfaccia ad oggetti
(WPS) con alcune icone e cartelle
Anche in questo caso avrò bisogno di
circa 9 MB più lo spazio per lo swap.
Per utilizzare BOOTOS2 si deve lan¬
ciare il programma da una finestra
OS/2 o da una a schermo intero (sem¬
pre. però, caricando la WPS). Il pro¬
gramma controlla quali driver sono
necessari per configurare il sistema
operativo in modo da predisporre, in
maniera ottimale, la nuova installazio¬
ne. Pertanto, in genere, se si creeran¬
no dischetti di boot con questa utility
non sarò possibile utilizzarli su un com¬
puter diverso da quello con cui sono
stati creati.
La versione attuale di BOOTOS2 non
si occupa deH'aggiornamento del Boot
Manager, per cui dovremo occuparce¬
ne noi utilizzando l'FDISK oppure il
PMFDISK. Future versioni dovrebbero
automatizzare anche l'aggiornamento
le voci presenti in questo menu.
Il programma può essere lanciato
con un ricco set di parametri; ne ripor¬
to solo alcuni, è possibile indicare un
drive sorgente diverso da A: (SOUR-
CE), specificare dove installare il siste¬
ma (TARGET), specificare di installare
anche l'interfaccia PM o WPS, installa¬
re il supporto REXX. installare i manuali
di base del sistema operativo (HELP), il
supporto DOS (VDM), forzare l'installa¬
zione minima su due dischi (2DISK),
installare solo i driver per la VGA
(VGA), installare il supporto per l'editor
di sistema (SYSED), specificare il per¬
corso ove salvare il file di swap
(SWAP), impostare il salvataggio dei
risultati della procedura di installazione
in "BOOTOS2 log" (TRACE) e scegliere
il tipo di formattazione (FORMAT).
Attenzione: alcuni driver di schede
grafiche possono dare un TRAP all'av¬
vio della nuova installazione fatta con
BOOTOS2, in tal caso sarà necessario
aggiungere il parametro VGA per utiliz¬
zare la modalità standard VGA a 16
colori.
Nel file zip che scarichiamo troviamo
anche I'"OS/2 Entry Level 3270
Emulation Program" (ELEP2). Questo
può essere messo nel dischetto di
boot e permette l'accesso remoto a
sistemi 3174 e 3274 (od equivalenti).
Permette, dunque, agli utenti di acce¬
dere a sistemi MVS e VM
Una nota di colore: è possibile anche
utilizzare i vecchi dischi da 5"1/4 HD, in
questo caso ne saranno necessari
almeno due.
368
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
PD-SOFTWARE ■
Embellish 2.01
• Genere: Grafica
• File:embo201 zip 1949 Kb
• Autore: DADAWARE
(support@dadaware.com)
• Reperibilità Internet:
iwww.dadaware.CQm o hobbes
• Autore recensione: Flaviano
Prosperini |(tiaviano(n>usa.net|
A chi non piace
modificare, creare ma soprattutto per¬
sonalizzare un'immagine da utilizzare
per esempio come sfondo per la pro¬
pria scrivania? Questo è solo un
esempio di quello che Embellish per¬
mette di fare La workspace su cui si
lavora consente di aprire più immagini
contemporaneamente, e di metterle
una di fianco all'altra in modo da poter
lavorare su entrambe. La button bar
contiene alcuni dei comandi maggior¬
mente usati, come l'apertura ed il sal¬
vataggio dei file Altri pulsanti sono
utilizzati per funzioni particolari del
programma come l'ingrandimento, gli
effetti speciali, la palette dei colori ed
altro ancora.
Quando deve essere eseguita un'o¬
perazione piuttosto lunga viene creato
un thread, che viene eseguito indipen¬
dentemente dal processo principale e,
come nella maggior parte dei pro¬
grammi per OS/2, permette di conti¬
nuare il lavoro su altre immagini.
Mentre un processo è in esecuzione,
sulla barra dei menu compare un
nuovo comando "Running Process", il
quale permette di eseguire altri
comandi tra cui : ’Abort Current
Process" che terminerà il processo e
tutti i cambiamenti saranno annullati,
gli altri due comandi permettono di
aumentare oppure diminuire la priorità
dei vari thread in esecuzione concor¬
rente. In questo modo l'utente è in
grado di dire ad Embellish di "dedicare
una particolare attenzione" ad un lavo¬
ro rispetto, ad altri. Durante l'applica¬
zione di un effetto speciale, si aprirà
una finestra nella quale sarà possibile
definire la priorità del thread ed avere
un’anteprima, anche se di piccole
dimensioni, rappresentante i cambia¬
menti che stiamo effettuando. Ad
esempio, l'applicazione dell'effetto ad
"occhio di pesce", può impiegare qual¬
che minuto per un'immagine grande,
perciò incrementando la priorità si
possono diminuire sensibilmente i
tempi.
Anche chi gestisce pagine Web,
trova alcune funzioni utili per la crea¬
zione di immagini per documenti in
formato html.
Il programma mette a disposizione
un'ampia gamma di filtri per l'importa¬
zione e l'esportazione di immagini:
JPG, GIF, BMP, TGA. TIF, XII, PCX,
PNG, RAS, EFF, EMM, PBM, MET.
PCD.
La funzione Gamma, è intesa per
definire la luminosità mostrata sul
proprio PC rispetto ad altri sistemi. Ad
esempio, molti PC hanno come valore
2.2, mentre molti sistemi Apple
hanno 1.0, ciò comporta nel caso di
utilizzo di immagini di altri sistemi,
una visualizzazione non eccellente
Per ovviare a questo problema, molti
formati consentono di specificare la
quantità Gamma, la quale sarà utilizza¬
ta per visualizzare l'immagine selezio¬
nata nel migliore dei modi
Visto l'aumento della diffusione di
scanner a cui abbiamo assistito negli
ultimi anni, anche tra utenti alle
"prime armi", grazie all'abbassamento
dei prezzi, ho sentito la mancanza dei
driver TWAIN (TWAIN_32.DLL per
l'acquisizione delle immagini da scan¬
ner ed altre periferiche), che in un
prodotto così elaborato dovrebbero
essere presenti Ad ogni modo si pos¬
sono utilizzare i driver della STI
(Solution Technology Ine.) dalla versio¬
ne 1.6 e successiva. Lo spazio neces¬
sario su HD per l'installazione della
demo è di circa 5 Megabyte, la confi¬
gurazione minima richiesta è un 486 a
33 MHz con 8 MB di RAM, mentre e
raccomandato almeno un utilizzo di
un 486 a 100 MHz con 16 MB, la
scheda grafica almeno a 16 o 24 bit.
Nel caso in cui ci sia stato un utilizzo
della versione Beta di Embellish sarà
necessario rimuovere tutti i file resi¬
denti (emb*.*) prima dell'installazio¬
ne Il programma è stato progettato
per lavorare normalmente con imma¬
gini a 24-bit. le quali possono essere
convertite ad 8-bit per configurazioni
hardware particolari, causando cosi
una minore qualità dell'immagine. Nel
programma è compreso un help chia¬
ro ed esauriente, rendendo Embellish
un programma versatile, efficace e
facile da usare anche per chi non ha
molta pratica con la manipolazione
delle immagini La demo liberamente
scaricarle dal sito Internet della
Dadaware o su hobbes e i suoi mirror
è limitata nel numero di utilizzi. Vi
consiglio comunque di controllare la
versione dell'ultima release, dato che
al momento in cui vi scrivo è già in
beta testing la versione 2.02 e quan¬
do leggerete l'articolo ne sarà proba¬
bilmente uscita una successiva.
MS
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
369
coordinamento di Andrea de Prisco
Specular Infini-D 4.0
di Raffaello De Masi
Non sono mai stato un mostro net di¬
segno; alle scuole medie, scusatemi
se ve lo racconto ma la mia modestia
è proverbiale nell'Italia meridionale,
correva l'anno 1958, ricevetti, nel cine¬
ma Umberto di Avellino la medaglia
d'oro tera proprio fatta tutta di metallo
nobile, mica uno scherzo!) quale mi¬
gliore alunno della scuola media "Coc¬
chia ", la famigerata numero 2, germa¬
nicamente retta dall'acciaioso preside
Mano Cillo Fatto sta che l'anno prece¬
dente la pagella del primo trimestre,
farcita di otto e addirittura di un nove
in francese, presentava un lato molto
ombroso, in cui brillava di luce propria
un bel "quattro" in disegno Fu merito
di mia madre, pace all'anima sua, tra¬
sformare miracolosamente questa
macchia indelebile in un alone degno
della candeggina della nonnina senza
"strapp come abbia fatto non lo so,
ma immagino abbia messo talmente in
croce il professore da farlo capitolare
ignomimosamente pur di togliersela
dai piedi.
Il tempo è poi passato, accidenti sono
più di quarant'anni, ed ho potuto impa¬
rare tante cose, ma disegnare proprio
no Ma siamo in estate, sono in com¬
pagnia di Anja, la mia bambina russa,
che a undici anni usa FreeHand e Mmi-
Cad "in una fumata di sigaretta". Ho
tempo a disposizione, visto che a fine
luglio non ci sono scadenze da rispet¬
tare e cosi, a quattro mani Ile mie, ve¬
ramente, poco valide, quelle di Anja
molto di più) eccoci a provare questo
bel pacchetto, giunto dopo cinque an¬
ni. alla versione 4.
Specular Infini-D 4.0
Produttore:
MetaTooIs Ine
6303, Carpimene Avenue
Carpintena, CA93013
CA 93013
lei (8051 506-6200
e-maii hji^wm«metdtooisu)rii
www Vmp.//www meiaiools coni
Distribuito in Italia da:
Aclive Software - Elcom
Corso Italia. 149
34170 Gorizia
o rna 1-irliW-M^ > Q"l
http lvww,flr.iiYe-si)liwaie,caHl
Prezzo (IVA esclusa) Ut 1800.000
Infini-D, il package.
La confezione è rappresentata da una
bella scatola in policromia, illustrante
una serie di figure esemplificative di
quello die si può ottenere dal pacchet¬
to stesso. Manco a dirlo, il software è
raggruppato su un CD, purtroppo solo
custodito in una bustina di cartoncino,
quindi esposto pericolosamente a danni
se trasportato insieme ai manuali maga¬
ri sotto braccio. I manuali sono due; uno
che riassume un non proprio rapido tu-
torial, l'altro (circa quattrocento pagine)
un vero manuale d'uso e di riferimento.
In base al principio "grosso è bello", ti¬
picamente americano, la scatola è piena
a metà, con il solito rialzo ortopedico
che serve a far sembrare la confezione
piu voluminosa di quello che effettiva¬
mente è.
Una volta installato, il pacchetto occupa
sull'HD circa 30 Mb Occorre ricordare
che esso gira solo su PowerMac, con
almeno 16 Mb di memoria liberi (meglio
se sono 24), e che ne esiste una versio¬
ne anche per macchine sotto Windows.
Come d'uso nel caso di programmi cosi
ingombranti, le librerie e gli esempi re¬
stano sul CD, per potervi accedere solo
alla bisogna.
Occorre precisare che Infini-D è uno dei
pochi programmi in cui la visita guidata,
il cosiddetto "guided tour", è fatto in
modo da insegnare davvero a usare
370
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
immediatamente il pacchetto; seguendo
con un minimo di attenzione le istruzioni
ci si trova ad aver imparato senza sforzo
almeno la metà delle funzioni fonda-
mentali del programma. Il tour consiste
nella realizzazione e nella renderizzazio-
ne di una bottiglia d'olio, con tanto di
tappo, etichetta e contenuto pellucido.
Per la verità, all'apertura, la molteplicità
delle finestre che si spalancano contem¬
poraneamente fa spaventare, ma l'im¬
pressione dura poco, nell'ottica principe
che guida la filosofia del package: esse¬
re facile e immediato da usare. Ma ve¬
diamo effettivamente come funziona
Al momento deH'installazione. dopo il
primo lancio, viene chiesto di inviare im¬
mediatamente la registrazione. Ciò può
avvenire in modi diversi; con la solita
cartolina, attraverso fax, o via modem;
negli ultimi due casi l'applicazione di re¬
gistrazione si interfaccia direttamente
col nostro fax-modem e provvede auto¬
maticamente alla bisogna. Da notare la
ricca messe di informazioni richieste, in
questa occasione, all'utente. Subito do¬
po il package, opportunamente persona-
lizzato, parte, offrendo , in default, una
finestra pulita e vergine
A livello di consiglio generale, cosi co¬
me previsto anche dal manuale, è op¬
portuno accedere immediatamente al
pannello delle preferenze E' un consi¬
glio che ci sentiamo di appoggiare in¬
condizionatamente. in quanto faciliterà
poi la vita in maniera sensibile. Il pan¬
nello è molto articolato e completo, e
permette di settare diversi parametri;
ad esempio, possono essere gestiti i
plug-in presenti sul nostro HD. esclu¬
dendo comunque quelli (molto pochi)
incompatibili con Infini-D, e si possono
stabilire i dettagli del patch, vale a dire
la complessità e l'articolazione delle li¬
nee del disegno, che poi determineran¬
no le sfumature e l'ombreggiatura
dell'oggetto che disegneremo. Molto
ben organizzata è la scheda "Win¬
dows", e conviene, su di essa, sceglie¬
re bene le opzioni confacenti con il no¬
stro lavoro Ad esempio, conviene, al¬
meno all'inizio, tenere sempre visualiz¬
zati gli assi di orientamento, come pure
la traccia di trascinamento degli oggetti,
che gestiranno l'animazione degli stessi
durante la realizzazione dei filmati.
Molto interessanti (e utili in caso di ge¬
stione professionale del pacchetto) so¬
no le opzioni relative al broadcasting. I
computer gestiscono i colori in maniera
differente rispetto ai televisori, per cui
occorreranno una serie di aggiustaggi
per rendere compatibili i risultati
La finestra di apertura
minale con, in default,
una sene di finestre di
visualizzazione e ri¬
ghelli di utilizzo di ba¬
se
dell'uno sull'altro. Inoltre, per quanto ri¬
guarda il broadcasting stesso, esistono
certi valori, stabiliti dall'IRE (Institute of
Radio Engineers) che conviene rispetta¬
re per rendere il nostro lavoro utilizzabi¬
le dovunque.
Le opzioni disponibili, in questa area, so¬
no tre; la prima riguarda lo standard del
colore (Color Space) che per gli Stati
Uniti è l'NSTC e per l'Europa è il PAL. La
seconda è più complessa e riguarda la
gestione effettiva della compatibilità dei
colori; potrebbe essere infatti necessa¬
rio ridurre automaticamente la brillantez¬
za, la saturazione e la corrispondenza
con i valori standard stabiliti dalle norme.
Inoltre può essere ancora scelto il valore
massimo del segnale, che comunque
non dovrebbe mai
variare tra le 100 e
le 120 unità IRE II
valore default di
110 è considerato
generalmente sicu¬
ro; se si scende al
di sotto dei 100
l'immagine appare
sbiadita (come di¬
cono gli addetti ai
lavori, "lavata”), se
si superano questi
valori essa sarà bril¬
lante, ma, probabil¬
mente. incompati¬
bile con l'ambiente
di broadcasting.
Destinato, invece,
a far vivere sonni
tranquilli all’utente
è il pannello defini¬
to "Mampulation Settings", In esso si
regolano i metodi di lavoro e di manipo¬
lazione, appunto, degli oggetti Gli og¬
getti selezionati e quelli in background
possono essere visualizzati in formato
"fil di ferro" o inclusi in un box tridimen¬
sionale che li contiene; essi possono o
no immediatamente trascinarsi appres¬
so gli oggetti "figlio" (pensate a una taz¬
zina e alla sua manica), ed è possibile
scegliere il colore degli oggetti in quel
momento oggetto di manipolazione (in
questa ottica Infini-D supporta in manie¬
ra egregia il Drag&Drop di Mac), gli og¬
getti importati possono essere sistemati
in background o "incollati" sull'oggetto
che in quel momento si sta realizzando
(ancora a titolo d'esempio, immaginate
MCmicrocomputer n, 177 - ottobre 1997
371
I iu- USm immollo» Uiliuloui. ■ ■ • » »« IIP te « 11 M-1
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«un ► ll>l»l cgjIHHtMM _iJ
lUgMIMà,. «I rMrtd
1 1
lI
ips|to- a
a
La finestra delle preferenze e degli
ambienti di base, molto articolati e in¬
dispensabili per raggiungere rapida¬
mente i migliori risultati.
L 'editor di superficie,
corredato di numerose
librerie complete di tin¬
te e tessiture particolar¬
mente elaborate.
r - . fu* (dii Model immollo» Ullndoiiit
<H M • IP ri
R) W ® ?!
una figura da incol¬
lare su una eti¬
chetta della solita
bottiglia). E infine,
stavolta in rapida
carrellata senza di¬
lungarci troppo,
settaggi per il colo¬
re e l'intensità del¬
le luci, per i filtri
delle camere, e
così via.
Come si usa Infini-D.
Poiché l'oggetto su cui lavoreremo è tri¬
dimensionale, la scena verrà visualizza¬
ta sullo schermo in un numero di angoli
differenti, per permettere di vedere
l'oggetto da diversi punti di vista. Infim-
D ha sei differenti finestre di visualizza¬
zione standard; Top, Bottom, Front,
Back, Left e Right. Ognuna offre una
differente vista dell'oggetto; ad esem¬
pio la visuale Top mostra una vista della
scena tridimensionale come se fosse
guardata da sopra, la vista Back, come
se la si vedesse di sotto e così via. Le
sei viste sono inalterabili, vale a dire
che nessuna di esse può essere esclu¬
sa, e nessuna di esse è modificabile,
basata com'è su un punto di vista fisso
punto di manipolazione della
scena indipendente da ogni
altro o da punti prestabiliti in
base alle visuali. Al contrario
delle precedenti, le viste di
questa categoria usano una visione pro¬
spettica, con relativo punto di fuga de¬
stinato a dare alla scena un senso di
profondità. Il numero di camere (e i re¬
lativi punti di visualizzazione) di questa
categoria può raggiungere il valore di
venti (anche se è poco probabile l'utiliz¬
zo di tante camere) e il fatto di aggiun¬
gere alla scena un oggetto del tipo ca¬
mera non porterà automaticamente alla
visualizzazione della relativa finestra
Essa sarà invece aggiunta a un subme¬
nu, per essere eventualmente raggiun¬
ta alla bisogna.
Chiariti questi principi, è giunto il mo¬
mento di illustrare la tecnica di realizza¬
zione di un ambiente in un progetto Infi-
Ancora, Infini-D mostra le finestre di vi¬
suale usando una proiezione ortografi¬
ca, vale a dire che non esistono, sulla
scena, effetti di prospettiva o, in altre
parole, punti di fuga della scena. Anco¬
ra, gli oggetti appariranno tutti nella me¬
desima scala, senza riguardo alla loro di¬
stanza relativa Questa caratteristica
permetterà di allineare in maniera preci¬
sa gli oggetti tra di loro.
Parallelamente alle finestre di visuale
appaiono le finestre di camera, vale a
dire le finestre di visualizzazione relative
alla macchina fotografica o alla teleca¬
mera che riprenderà la scena. Attraver¬
so queste finestre si potrà guardare la
scena in base ad ogni possibile posizio¬
ne o orientazione (ovviamente incluse
quelle relative alle finestre di visualizza¬
zione). In aggiunta, ogni vista di camera
è associata con un oggetto (camera
object), che può essere inteso come un
§
, - pacchetto dotato di un
\ manuale esauriente, pratico,
GC ; organizzato in maniera chiara
Q. j e con informazioni facilmente
raggiungibili;
- ambiente di gestione
amichevole, con tool ben
integrati e utilizzabili rapidamente senza
lunghi periodi di training;
- sofisticate opzioni riguardo alle luci, alle
tessiture e alla modifica degli oggetti.
- necessaria una buona
quantità di memoria RAM;
- rendering non molto veloce,
specie se vengono richiesti
livelli raffinati; quasi
obbligatoria la disponibilità di
PPC di una certa classe e
potenza per giungere a utilizzazioni
professionali.
372
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
L editor di oggetti, rea¬
lizzato in un ambiente
del tutto separato, il
cosiddetto WorkShop
L editor di velocità del¬
l'animazione. che per¬
mette settaggi diversi
per quanto riguarda i
movimenti longitudina¬
li e rotatori.
U ( ut toni in
— 01— f|—J
re.
si
camere e degli ef¬
fetti speciali stessi;
anche questa fase,
ovviamente, può
intervenire in ma¬
niera poco sensibi¬
le o essere del tut¬
to assente dal pro¬
getto stesso;
- rendering e out¬
put: una volta
completata la sce¬
na è il momento di
renderizzarla. Ov¬
viamente se que¬
sta è molto com¬
plessa e su di essa
si è pesantemente
intervenuti con gli
effetti speciali,
questa fase può
comportare tempi
ni-D. Il pacchetto utilizza una perfetta
metafora di creazione di una scena, sulla
falsariga di quella che utilizzerebbe un
fotografo professionista. Senza voler per
questo tenere un corso di composizio¬
ne, ricorderemo che (per traslato le se¬
guenti fasi possono essere applicate e
intese indifferentemente in un ambiente
reale o virtuale) la realizzazione di una
scena passa attraverso una serie di fasi
(una vera flowchart) di tipo dinamico (va¬
le a dire che il flusso delle operazioni
può essere percorso in ambedue i sensi
per consentire aggiustaggi e modifiche
della scena stessa). In questo senso il
manuale è realizzato in una serie di capi¬
toli, ognuno dedicato alle fasi che stia¬
mo per descrivere. Che, in altri termini,
e in maniera molto sintetica, sono:
- creazione e aggiunta di oggetti: questa
fase aggiunge oggetti alla scena, ese¬
guendo una selezione dalla barra stru¬
menti. Gli oggetti vanno intesi non solo
come oggetti fisici geometrici, ma an¬
che luci, camere, oggetti compositi
creati ex novo, o importati da altri pro¬
grammi;
- editing: in questa fase gli oggetti subi¬
scono modifiche nella loro posizione re¬
lativa. nelle eventuali intersezioni,
neH'orientamento. E' anche in questa fa¬
se che oggetti separati vengono fusi in¬
sieme per formarne uno più complesso;
- aggiunta di superfici e tessiture: fase
di grande importanza, essa permette di
generare colori, materiali, riflessi, in ba¬
se a tavolozze predefimte o creando so¬
fisticati effetti personali in base alla me¬
scolanza di parti, tinte, colori prelevati
dalle rispettive tavolozze E ancora si
possono importare immagini e video da
ambienti esterni, e utilizzarli tal quali o
applicarli a un oggetto;
- aggiunta di luci: questa fase è forte¬
mente legata alla precedente, visto che
l'effetto finale è strettamente legato al¬
la diretta interferenza e correlazione di
questo ambiente con quello appena de¬
scritto. Esso coinvolge non solo la posi¬
zione fisica delle luci, ma anche l'inten¬
sità, l'interferenza tra fonti convergenti,
l'uso di filtri e di effetti speciali, l’uso di
atmosfere particolari o di maschera¬
menti parziali di luci di scena e cosi via
Questa fase è probabilmente quella che
sarà, nel corso del lavoro, più rivisitata,
per permettere sempre più fini aggiu¬
staggi dei risultati;
- posizionamento delle camere: è, per
cosi dire, il redde rationem del prodotto
semifinito. Le camere saranno utilizza¬
te. muovendole, per spostarsi sulla sce¬
na e sugli oggetti e avere un momento
di verifica del prodotto, momento im¬
portante per poi ritornare alle fasi prece¬
denti ed eseguire i necessari aggiustag¬
gi dei particolari e poi riverificare il tutto
nella stessa fase;
- aggiunta degli effetti speciali: siamo al¬
le fasi finali della produzione. Si posso¬
no applicare più sofisticati filtri generali
(vale a dire applicati a tutta la scena e
non al singolo oggetto), aggiungere dis¬
solvenze o messe a o fuori fuoco, gene¬
rare interferenze. Talvolta, in base a
quanto richiesto dal progetto, questa fa¬
se può essere omessa o, magari, utiliz¬
zata in maniera molto leggera, anche
perché la creazione di questi particolari
effetti (specie quando essi non sono
"pesanti'' o avanzati) è spesso realizza¬
ta nella fase dell’aggiunta delle tessitu¬
re e delle superfici;
- animazione: siamo alla fase finale del
nostro lavoro Siamo pronti per animare
la scena, intendendo con questo termi¬
ne non solo il movimento fisico degli
oggetti, ma anche quello delle luci, delle
lunghi di realizza¬
zione (manco a dirlo, anche in funzione
della potenza dell'hardware a disposi¬
zione). Questa fase è generalmente
eseguita per step successivi, vale a di¬
re che. quasi sempre, si passa per fasi
di rendering di qualità sempre più sofi¬
sticata; altre volte può essere necessa¬
rio o interessante renderizzare un sin¬
golo oggetto; ancora si può decidere di
eseguire il rendering a bassa qualità
sugli oggetti in ''wireframe", per testa¬
re rapidamente tessiture, illuminazioni,
posizione delle camere, e poi passare
a qualità decisamente più elevate Ci si
rende conto, a questo punto, di non
essere più i veri registi della scena, ma
che questa comincia, per cosi dire, a
vivere di vita propria e a prenderci la
mano. Lasciamo che succeda; gli effet¬
ti potranno essere gradevoli anche se
imprevisti.
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
373
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lnfini-D al lavoro
Descrivere il funzionamento di un packa¬
ge 3D, e in particolare di uno sofisticato
come lnfini-D non è certo facile. La diffi¬
coltà sta nel fatto che le tecniche di ac¬
cesso o, per cosi dire, di "attacco" pos¬
sono essere del tutto differenti da uten¬
te a utente Proprio per tale motivo pro¬
cederemo a braccio, illustrando alcune
delle tecniche e delle caratteristiche più
importanti, personali o originali dell'am¬
biente stesso. Vediamo cosi la presenza,
negli oggetti primitivi, dei soliti cubi, sfe¬
re, cilindri e coni, ma anche forme più
sofisticate, come prismi triangolari, cilin¬
dri con un foro coassiale poligonale, o
"vermi", linee a forma di esse estrusa
(in altri termini immaginate il prodotto di
un tubetto di dentifricio). Una classe ca¬
ratteristica anche se non proprio origina¬
le è quella dei "’lathe ob|ects”. gli oggetti
al tornio, che comprendono la classica
coppa, il bicchiere, il cilindro tagliato obli¬
quamente e il cilindro con una delle basi
aperte. Ovviamente non mancano gli og¬
getti "splmeform", ben noti e indispen¬
sabili agli addetti ai lavori; notevoli la for¬
ma di banana, la molla, ma anche il pri¬
sma ritorto e le più comuni forme già no¬
te
Molto semplice, in lnfini-D, la gestione
del testo, che, senza eccessive compli¬
cazioni, si può frantumare nei singoli ca¬
ratteri, trasformare in scritta tridimensio¬
nale (di cui si può gestire rapidamente la
forma e l'arrotondamento dei bordi), "di¬
pingere” con superfici e tessiture perso¬
nalizzate, applicare "terreni" (con que¬
sta opzione i punti che formano la super¬
ficie di un elemento possono essere sol¬
levati o depressi dal piano principale,
quello di creazione, per creare una va¬
rietà ancora più grande di forme e profili).
nhm
»in»r, -1
jxnaCNim
alcuni esempi eh grafi¬
ca e filmali, tratti dalle
lihrene tornite con il
pacchetto,
Le superfici possono essere, ancora,
"particellate", parola che rappresenta
speciali effetti, come quelli di un riflesso
sull'acqua o di scintille generate dallo
sfregamento di oggetti. Il pacchetto, a tal
proposito, ne possiede già undici preco-
stituiti, ma ognuno può costruirsene di
propri mescolando a profusione le opzio¬
ni presenti in questa sezione.
Uria delle più potenti caratteristiche di I-
3D è quella di creare oggetti compositi
("linked obiects") in maniera del tutto in¬
tuitiva e estremamente rapida Esempio
classico di questa opzione è la creazione
di una tazzina con relativo manico, il pac¬
chetto risolve "al volo" per l'utente tutti i
problemi più fastidiosi di incollaggio e re¬
sa prospettica dei pezzi. Gli oggetti, nella
loro componentistica, possono essere
anche creati "in gerarchia", vale a dire in
gruppi, famiglie logiche, che poi sono le¬
gati e gerarchìzzati "in alto", esempio ti¬
pico è la realizzazione di una bottiglia,
con relativa etichetta che, da sola, è già
formata di una serie di oggetti legati in¬
sieme Ancora, il programma è abbastan¬
za intelligente da gestire gli effetti anche
su gruppi gerarchizzati; in altre parole si
potrà ombreggiare, sulla solita etichetta,
tutto l'insieme o solo la scritta, per dare,
immaginiamo, un effetto in rilievo. Gli
oggetti, ovviamente quelli assoggettabili
a tale tecnica, possono essere "raytra-
ced" e "path-modeled"; in quest'ultimo
caso la sua forma
è gestita da profili
personalizzati ot¬
tenuti deforman¬
do il profilo "a fil
di ferro" con la
solita tecnica delle
maniglie. Gli og¬
getti possono es¬
sere editati lungo
sezioni assiali od
oblique, e siste¬
mati su layer di¬
versi, complanari o non, per effetti sem¬
pre più sofisticati.
Accanto agli oggetti di base l-D offre
una libreria di forme già pronte, cui pos¬
sono essere aggiunti oggetti in formato
EPS, che subiscono poi tutte le tecniche
di meshing (manipolazione delle supera¬
ci m qualunque direzione nelle tre di¬
mensioni). L'interfaccia di meshing e
una delle più sofisticate ed entusia¬
smanti (il tutorial mostra come creare
oggetti "morbidi" che si adattano alle
superfici che li accolgono), e si appoggia
a un altro ambiente ("obiect deforma-
tion") che, se richiede da una parte una
certa familiarizzazione nell’uso, permet¬
te di raggiungere punte di eleganza e
raffinatezza di altissimo livello. A ciò si
aggiunge la gestione degli oggetti booe-
liani, complesse forme create dall'intera¬
zione di piu forme semplici (una boccia
da bowling con i fori per la presa) , e la
non sempre semplice gestione delle
mappe di colorazione e delle tessiture (il
pacchetto permette di editare automati¬
camente anche mappe di Mandlebrot e
mappe Julia - una particolare figura di
Mandlebrot con punto iniziale di calcolo
prefissato) In questo campo abbiamo
trovato molto divertente e interessante
la generazione di una mazza da golf, di
un fulmine, di una lattina di birra con
contenuto che fuoriesce da un foro late¬
rale, di una coda di un danese (in omag-
374
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
permettono di rag¬
giungere livelli di la¬
voro professionali
che sfociano in
scene di grande ef¬
fetto e in filmati QT
di valore, anche at¬
traverso l'uso di un
Sequencer molto
efficace A tal pro¬
posito il manuale è
molto ben organiz¬
zato e chiaramente
redatto, tanto da ri¬
chiedere poco impegno soprattutto du¬
rante la fase finale; cosa questa che gra¬
tifica l'autore, che desidera, a questo
punto, avere immediatamente idea del
prodono finito che ha appena realizzato
(tanto per aggiungere qualcosa a quanto
detto, l-D mette a disposizione anche un
pregevole ambiente di morphing, suffi¬
cientemente automatizzato). C'è in fine
da notare che, in questa fase, si può far
affidamento su una serie di Animation
Assistants, speciali plug-in che creano
ulteriori più sofisticati effetti all'animazio¬
ne già realizzata.
gio alla Carica dei 101),
La fase più interessante è, comunque, la
composizione di una scena; qui occorre
essere dei veri professionisti e conosce¬
re il mestiere, altrimenti gli effetti, ancor¬
ché scenografici, rischiano di trasforma¬
re il nostro capolavoro in un guazzabu¬
glio incomprensibile In questo ambiente
la composizione delle posizioni delle ca¬
mere e dei punti di luce può creare vi¬
sualizzazioni molto sofisticate ed elegan¬
ti; ulteriore aggiunta di filtri, che, intelli¬
gentemente, sono affidati al caricamen¬
to di plug-in. e tecniche di animazione
E arriviamo al Ren¬
dering, come al
solito tallone
d’Achille di questi
pacchetti. Anche
qui non sfuggiamo
alla regola genera¬
le. che soggiace
alla inflessibile ca¬
ratteristica rende¬
ring sofisticato-
tempi lunghi. Seb¬
bene il motore di
l-D non sia certo
uno dei più lenti,
la norma, anzi l’ob¬
bligatorietà di
disporre di
una macchina
veloce è, an¬
che stavolta,
quanto mai
vera II pro¬
gramma, per
rendere, scu¬
sate il gioco di
parole, al me¬
glio, abbiso¬
gna di Power¬
Mac di una
certa classe, a
meno di non
sopportare
lunghe sedute
d'attesa che,
per scene par¬
ticolarmente
complesse,
possono es¬
sere esasperanti. Ma si presume che chi
utilizza un tal ambiente disponga di una
macchina muscolosa, che non arrivi al
fiatone se spinta in salita.
Conclusioni.
Infini-D è un pacchetto di gran pregio,
dotato di un manuale redatto in maniera
esemplare per quanto attiene alla chia¬
rezza, facile e sufficientemente intuitivo
da usare, capace di produrre sofisticati
effetti anche dopo periodi d’uso e trai¬
ning non lunghissimi. Sebbene possa es¬
sere utilizzato anche da neofiti, offre pre¬
stazioni sofisticate soprattutto in mano a
specialisti, che sappiano gestire senza
problemi o panico le innumerevoli possi¬
bilità offerte dai numerosi tool disponibili.
Dotato di una interfaccia intuitiva e di
una serie di plug-in raffinati, ha il pregio,
cosa non peregrina , di generare diretta-
mente oggetti utilizzabili in WEB, e ci sto
facendo un pensierino per arricchire la
mia magistrale pagina personale su MC-
link Tanto non la legge mai nessuno!
MS
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
375
Easy Type
di Raffaello De Masi
CnuidlMwmo iH imwii.i
Litio Valduuriu
Sono trentanni che batto (che avete ca¬
pito, sulla tastiera!) e continuo, con ot¬
tusa pervicacia, a essere una schiappa
di quelle toste, nella dattilografia Certo,
all'inizio ho usato una gloriosa Lettera
22 Olivetti di mio padre, che mi servi, ri¬
cordo, anche per scrivere la mia tesi di
laurea, in un'epoca lontana diversi par¬
sec; me la ricordo anche perché aveva
tasti tanto tosti (caspita, che bel gioco
di parole) che si sviluppò, sui due medi,
un callo così spesso che lo usavo per
rompere le nocciole. Poi passai alle ta¬
stiere dei computer e feci un bel balzo
in avanti. E oggi batto, sempre sulla ta¬
stiera e sempre con i due medi, a una
velocità apprezzabile, tanto che mi vie¬
ne da pensare che se sapessi usare tut¬
te e dieci le dita con la stessa velocità
potrei gareggiare, in trasferimento dati,
con i migliori collegamenti ISDN.
E che invidia, sapeste, mi fa Cristina,
una mia collaboratrice che batte (anche
lei, certo...) con dieci dita sotto dettatu¬
ra, senza guardare la tastiera e magari
rispondendo anche a domandel Tempo
fa comprai anche un bel corso in di¬
spense di dattilografia facile; diceva il
frontespizio che avrei imparato senza
neppure accorgermene, bugiardi che
l'inferno se li porti Adesso li ho di fron¬
te in uno scaffale, ben disordinati (quasi
tutti i fascicoli sono ancora chiusi nella
copertura di plastica), aspettando l’oc¬
casione di piazzarli a un "vu 1 cumprà",
che se li porti via anche per un'offerta
shareware E mi sono rassegnato ad
essere una "mezza cocchiara" della ta¬
stiera fino a che Livio Valdemarin, gran
patron della Active Software mi ha in¬
viato questo programma, sviluppato au¬
tonomamente nella Elcom, che ha ri¬
svegliato in me qualche speranza di un
possibile miglioramento.
Easy Type, il
programma
Ho ricevuto Easy Type su un anonimo
dischetto, in forma di preview release,
ancorché definitiva, alla fine di giugno (è
questo il motivo per cui non vedete foto
d'apertura del pacchetto); quando leg¬
gerete queste notizie sarà disponibile
nella versione finale, completa di scato¬
la e manualetto. Comunque l'ho prova¬
to per raccontarvi delle qualità di un
(IuOm
[KmjìJNM
t>«i
Laura Onoro
Alcune videate. illustran¬
ti le vane tasi di utilizzo
del pacchetto
Statistiche
pacchetto forse mi¬
nimo minimo, ma
che svolge la sua
funzione in manie¬
ra egregia e ha bi¬
sogno solo di una
grossa scorta di vo¬
lontà e costanza da
parte dell'utente
(purtroppo è que¬
sto che mi fregai)
per consentire a un
utente poco abile
di acquisire una di¬
screta padronanza
delle tecniche di
dattilografia.
Al lancio Easy Type offre una videata di
presentazione, che indirizza alle varie
aree del programma (presentazione de¬
gli autori, teoria, esempi, utilizzo guida¬
to, utilizzo su dimostrativo, ecc), con
una serie di consigli destinati soprattut¬
to ai principianti e, curiosamente, anche
a chi, della lingua italiana, conosce ben
poco anche ortograficamente. Le lezioni
si basano essenzialmente su tre gruppi
di esercizi articolati sulle singole lettere,
sulle frasi e su interi periodi L'allievo
viene guidato, con una pazienza certosi-
Il progroaa fomite* I doti (tornita Sta i«>ortantl
por ogni (ottono o PO' ogru i««iion* di ■•orciiouona.
Nono finootro dolio noumeno tono protontt
dall’alto tn bailo o da (tmairg o doitrot II tipo di
grafico, il putiamo di otuto, il pulw».«o di cMuouro,
un c«po con Calanco dot grufici dtipontbtll, un doi
comonamo la doicrlttono dot grafico o inftno II
grafico nono. Nr vimoIiiwo un poritcotoro grafico
a «ufftciomo (cogliono Mii’olonco.
Dolo Cfw torcono v 1 tuoiIIMI! I grafici rotolivi
ioIcoorte alla latiora tu cui ci ti 0 offottivaoemo
(•oratati, olciotl dpi di grafici potrooearo non
onoro dltoomblll ((poeto OlClftllto di <ot coreo por
pnrcipiami) od apparir* in grigio mila lino,
iota atamani* iptagojtan* di cori grafico apparo mi
Dot rotativo il grafico n**M via**
vi Mi unto.
m
Type
Gonorolo
•ooÌuIom
PrOMOlMlOM
Aiolo
Vboraolo lolilolo
Mm
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Cord AvomoIi
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Active Software - Elcom
Corso Italia, 149
34170 Gorizia _
e-ma ii E5lYe'ga | ;i | Ye-5Q | iyva'e.c i” i l
http Lvww acnve-sonwarp rnnl
Prezzo UVA esclusa):
Lit. 58.000
na, lungo tutto lo sviluppo dell'esercizio,
dal posizionamento delle dita sulla tavo¬
la alla migliore tecnica di movimento dei
polpastrelli per raggiungere i risultati il
più rapidamente possibile.
Come ripetuto fino alla stanchezza da
qualunque docente di dattilografia, oc¬
corre evitare di guardare la tastiera fin
dal primo momento; come è noto,
all'inizio questa tecnica risulta quasi im¬
possibile da usare ma il programma è
cosi ben realizzato da portare l'utente,
quasi senza accorgersene, a tenere gli
occhi fissi sullo schermo. Ogni fase è
articolata in due livelli; la prima visualiz¬
za le lettere sulla tastiera dello scher¬
mo, la seconda permette di nascondere
anche questa, in modo da verificare
l'automaticità della corrispondenza toc¬
co-carattere. La fase finale è quella del¬
la scrittura di interi passi, proposti dal
pacchetto senza la benché minima vi¬
sualizzazione; arrivati a questo punto ri¬
tengo si sia raggiunto il livello massimo,
e si può passare, per le successive
esercitazioni, a prove sul campo, con un
wp e una persona che detta. Alla fine di
376
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
ogni sessione il pac¬
chetto riferisce quanto
a velocità e precisione
tenuta, eventualmente
consigliando di ripete¬
re l'esercizio.
Conclusioni
Easy Type è un pac¬
chetto eccellente per
imparare a battere a
macchina in modo ra¬
pido e corretto. Dotato di un'interfaccia
gradevole ed efficace, avvia passo pas¬
so sulla strada maestra della dattilogra¬
fia, in modo, cosa che non guasta, gra¬
devole e non priva di divertimento Con¬
frontato con altri pacchetti presenti sul
mercato anche su altre piattaforme, ha
il pregio di essere molto più discreto
A
: - eccellente corso di
I autoistruzione all'uso di una
; tastiera per scopi
I dattilografici,
j - corso sviluppato per gradi
! crescenti di difficoltà, in base
a quattro grandi sezioni; il
corso mantiene un report dei singoli utenti,
- costo estremamente ridotto.
dita. Il costo molto
ridotto ne fa lo
strumento principe
d'utilizzo sia per
tutorial personali,
sia per utilizzo pro¬
fessionale in scuo¬
le di dattilografia
Da non dimentica¬
re che esso è ta¬
gliato specificamente per le tastiere
QZERTY italiane Macintosh, cosa che
permette all'utente di lavorare poi su
normali macchine da scrivere senza
problemi, con tanto di M e N messe al
posto giusto e numeri raggiungibili col
maiuscolo.
KS
- manca un feedback sonoro
dei tasti; è anche assente un
riscontro sonoro degli errori
di battuta.
neM'utilizzo, offrendo un aiuto in linea
efficace, risultati parziali ad ogni lezio¬
ne, e corsi personalizzati (ogni utente ri¬
parte dal punto in cui si è lasciato). Ca¬
ratteristica curiosa e certamente non
priva dì significato, Easy Type fornisce
anche una visualizzazione statistica de¬
gli errori, relativa ai singoli caratteri e,
per forza di cose, all'uso di particolari
MCmicrocomputer n. 177 - ottobre 1997
377
■ PD-SOFTWARE
coordinamento di Andrea de Prisco
Fonti, Fontane,
Fontanelle e Fontanili
La possibilità di cambiare il tipo di carattere nel testo che si sta scrivendo è
stata da sempre la carta vincente dei Macintosh, quella capacità che gli ha
permesso di dominare da sempre e senza tema di confronti l’ambiente
deH’impaginazione grafica professionale.
Ma con i font (per favore non chiamateli al femminile) sono anche arrivati i
guai: documenti con font non installati, nomi duplicati, numeri di
identificazione in conflitto, font per video senza quelli per la stampante e
viceversa. In questa puntata ecco alcuni programmi, tra i tanti in
circolazione, che possono aiutare a venir fuori da tutti i precedenti guai.
di Valter Di Dio
Fonster 1.0
• Genere: Font utility,
Shareware (a piacere)
• Nome: fonster-10.hqx
• Autore: Dayne Miller
<dayne@u. Washington. edu>
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.
edu/HyperArchive.html
Fonster è una
delle svariate applicazioni che permet¬
tono di visualizzare i font installati nel
proprio Mac. All'apertura del program-
Somplr TiNt
Mi Som Curatemeli Bow
-qogo«blq
GoodOoqCool
GoodOoqPloin
•H Futura Heauy
Halifax
HWiviMr
5Ttmw-v
I 0 Foni number
p. Show font nomet
* U in their own font
DFonfilzei
□ Show lyitem fonti
ty« □ Oplion K.y»
Biliiri Kcgs
□ Shllt Optlon Kryt
( Don. ]
ma viene eseguita
una lenta, scan¬
sione del disco
alla ricerca dei
font presenti Poi
su una finestra
viene presentata
la lista, mentre su
una finestra più
grande vengono
date le informa¬
zioni sul font sele¬
zionato dalla lista
e viene anche
presentata una
frase scritta con
quel font
Tutte le informa¬
zioni sono selezio¬
nabili dalle prefe¬
renze
378
MCmicrocomputer n. 177- ottobre1997
PD-SOFTWARE ■
FastFont Menu 1.1
• Genere: Font utility. Freeware
• Nome: fast-font-menu-ll.hqx
• Autore: Dave Polaschek
«javep@best.com>
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.
edu/HyperArchive.html
FastFontMenu è
un'estensione di sistema che anticipa
quello che dovrà essere la gestione del
menu "font" nelle prossime versioni
del MAC-OS. Quello che fa è di esegui¬
re il sort dei nomi dei font presenti nel
System in un array interno invece di
inserirli direttamente nel menu.
Questo aumenta la velocità d'aper¬
tura del menu "font” di decine di volte,
soprattutto se i font installati sono
numerosi.
a
FastFontMenu
Font Box 2.1
• Genere: Font utility,
Shareware (da 29$)
• Nome: font-box-21.hqx
• Autore: Rio Sabadicci
<rio@thelnside.com>
• Reperibilità Internet:
http^/hyperarchive. Ics. mit.edu
/HyperArchive.html
FontBox è quel
programma che può togliervi dai guai
quando si verificano conflitti tra i font
presenti nella cartella sistema. Nomi
duplicati, presenza di TrueType e Type
1 contemporanea, duplicazione di ID,
font corrotti o BitMap non necessarie .
FontBox scopre e corregge questi ed
altri tipi di proble¬
mi dovuti alla
sovrapposizione
di font differenti
Può anche rior¬
ganizzare la car¬
tella Font crean¬
do le valigette
necessarie e
rimuovendo i
font indesiderati.
• Font Clerk 6.2
• Genere: Font utility.
Shareware 20$
• Nome: font-clerk-62.hqx
• Autore: Robert Chancellor
<creality@hearthlink.net>
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.
edu/HyperArchive.html
Il numero della
release, giunto alla sei punto due.
dovrebbe dirla tutta sulla potenza e
sulla qualità di questo che forse è
stato uno dei primi prodotti per la
manutenzione dei font che sia mai
stato distribuito.
Quattro le fine¬
stre principali: la
prima con la lista
dei font e la tavola
dei caratteri del
font selezionato, la
seconda con lo
stato del sistema,
la terza con le
informazioni tecni¬
che sul font sele¬
zionato e la quarta,
a richiesta, con un
breve testo, per¬
sonalizzabile,
stampato con quel
font. Tra le opzioni
anche quella per la
conversione dei
TrueType da Mac a
Windows e vice¬
versa
Veloce, preciso, ben rifinito. Un classico prodotto ormai maturo.
MCmicrocomputern. 177- ottobre 1997
379
■ PD-SOFTWARC
Font Sneak 1.7
• Genere: Font utility, Demo
• Nome: fast-font-menu-11 .hqx
• Autore: Deb Lake
<deblake1@ix.netcom.com>
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit,
edu/HyperArchive.html
Font Sneak è una
utility semplicissima da usare che per¬
mette di guardare dentro ai file di
QuarkXPress, lllustrator o, in generale, gli
EPS per determinare i font utilizzati, quelli
usati ma non presenti nel Mac e quelli
presenti nella descrizione del documento
ma non utilizzati. Una delle cose più
comode è il fatto di marcare i font trovati
grazie alle label del fmder Font Sneak è in
grado di cercare
tutti i font pre¬
senti in uno o
più dischi e per¬
mette quindi di
tenere la cartel¬
la Font con il
mimmo di font
indispensabili e
caricare, quan¬
do servisse,
quelli necessari
direttamente
dal disco che li
contiene.
• Font Master 2.0
• Genere: Font utility,
Shareware 5$
• Nome: font-master-20.hqx
• Autore: Robert Chancellor
<creality@hearthlink.net>
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.
edu/HyperArchive.html
FontMaster è
una piccolissima utility, dello stesso
autore di Font Clerk, che permette di
stampare l'elenco dei caratteri installati
sia come singola lista che in un foglio
per ciascun font. La lista presenta,
incolonnati, i nomi dei font, il loro
numero e il loro tipo (TrueType o Type
I). In aggiunta, Font Master, permette
di vedere un piccolo esempio di testo
e di leggere i valori numerici dei
discendenti e degli ascendenti.
' m Hle i ilii Optlom Uilndoui
380
MCmicrocomputer n, 177- ottobre1997
PD-SOFTWARE ■
SmoothType 1.2
• Genere: Font utility,
Shareware 5$
• Nome: smooth-type-12.hqx
• Autore:
Gregory D.Landweber
<greg@math.harvard.edu>
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.
edu/HyperArchive.html
SmoothType 1.2
•o€mp*—*u
. /,»*««• DO*
■ I «x»« pi* •• *y «o****» vu—tm
How do I
Jusl drop I? .
onlo yoot Sy
To disabter
• il?
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1 , ypa JeFmóei pul il vi
and r
polder ondi
j il back oui of yo
SmootType è una
piccola estensione che rende i caratte¬
ri visualizzati sul vostro schermo
molto simili a come che appariran¬
no effettivamente in stampa. La
tecnica utilizzata è il classico anti-
alias che permette, grazie ad
un'ottimizzazione dei grigi, di otte¬
nere una risoluzione apparente
quasi doppia di quella reale.
Purtroppo SmoothType richiede
una macchina veloce e un monitor
ad alta risoluzione. L'accoppiata
ideale è un PowerPC con un moni¬
tor da 17 pollici. Su un 68030 e il
15" è utilizzabile lo stesso, pena
un leggero scadimento dello scrol-
ling e della prima rappresentazione
di un testo. Il risultato è comunque
impressionante.
• Reading Glasses 1.0
• Genere: Font utility.
Shareware 15$
• Nome: reading-glasses-
lO.hqx
• Autore: lan Lynch Smith
<freeVerse@aol.com>
• Reperibilità Internet:
http://hyperarchive.lcs.mit.
edu/HyperArchive.html
Questo program¬
ma cambia "al volo" la dimensione del
font usato dal Macintosh par i menu,
per i titoli delle finestre e per tutte
quelle scritte che utilizzano il System
font Questa opzione può essere molto
utile sui monitor ad alta definizione e
sopra i 17", quando le scritte dei menu
possono, a lungo andare, affaticare la
vista. Reading Glasses porta a 14 la
dimensione del font, rendendo facil¬
mente visibile qualsiasi scritta.
Un'applicazione aggiuntiva, StartUp
Glasses, può essere posta nella cartel¬
la di avvio per avere da subito disponi¬
bili i menu ingranditi.
Reading Glasses
Enter thè new sue below:
IH]
( Between 6-48, 12 being normal. )
• 1994. Fr**Vcr« Corp.
[Moke Normol|
[ Help / flbout ]
For those farslghted or ulslon
Impaired, a slze of 14 It best.
It may toke a short tlme for
application! to reformat
themselues. Oon't uiorryl
; MflD ‘IBlfife©© (spi!
Parleremo di font anche
il prossimo mese.
Dei tanti caratteri
reperibili su Internet
che si possono scaricare
dai siti Macintosh.
Sarà una puntata
soprattutto fotografica,
con molti esempi di font
tradizionali e non, da
utilizzare in tante situazioni
per "personalizzare"
in modo divertente
i vostri messaggi.
MS
MCmicrocomputer n. 177-ottobre 19977
381
KccrcKcrker
Per gli annunci a carattere Attenzione,
commerciale-speculativo è
specificamente prevista la rubrica
MC MicroTrade Non inviateli a
MC MicroMarket sarebbero cesti¬
nati Le istruzioni e il modulo sono
m fondo alla rubrica. Per motivi
pratici si prega di non lasciare co¬
municazioni o chiedere informazio¬
ni (telefoniche o scritte) riguardanti
gli annunci inviati.
Annunci gratuiti per vendita o scambio di materia¬
le usato o comunque in unico esemplare fra priva¬
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